SlideShare a Scribd company logo
1 of 15
Download to read offline
Comune di Quattro Castella
Alma Mater Studiorum-Università di Bologna
Dipartimento Di Storia Culture Civiltà
mostra archeologica
Quattro Castella
castello di bianello
2
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
Promotori
Comune di Quattro Castella
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna -
Dipartimento di Storia Culture Civiltà
Direzione scientifica
Andrea Augenti
Paola Galetti
Allestimento scientifico e organizzazione
Nicola Mancassola
Iames Tirabassi
Redazione dei pannelli
Elisa Erioli
Debora Ferreri
Nicola Mancassola
Enrico Marchesi
Danilo Morini
Restauro reperti
Elena Baldi
Disegni e rilievi
Andrea Fiorini
Giorgia Musina
Fotografie
Archivio Comune di Quattro Castella
Archivio Dipartimento di Storia Culture Civiltà -
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Archivio di Stato di Reggio Emilia
Fototeca Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia
Marco Incerti
Progetto grafico
Delicatessen, Reggio Emilia
Stampa e Allestimento
MadioPrint, Reggio Emilia
Teche
Tecton, Reggio Emilia
Ufficio Stampa
Comune di Quattro Castella
Quattro Castella
castello di bianello
20 aprile - 26 ottobre 2014
Domeniche e giorni festivi ore 15-19
(luglio e agosto ore 16-20)
Giorni feriali su prenotazione
Per informazioni e visite guidate
Ufficio Turismo 0522/249267
www.bianello.it
Tutto il materiale archeologico esposto è di proprietà dello Stato ed
è concesso in prestito temporaneo con autorizzazione rilasciata dal
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Dire-
zione Generale per le Antichità, prot. n. 2169 del 14.03.2014.
Le immagini dei reperti sono pubblicate su concessione del Mini-
stero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Soprinten-
denza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, riproduzione
vietata.
Si ringrazia la Soprintendenza
per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
per la collaborazione
3
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
IlCONTESTO AMBIENTALE che caratterizza i
castelli di Quattro Castella si distingue per la
compiuta integrazione tra le forme del costruito
medievale e l’assetto geologico della zona, dando origine
ad un insieme paesaggistico di spiccata eccezionalità:
uno stretto connubio tra valori naturalistici ed interventi
architettonici, che ha prodotto nei secoli un sistema unico
nel suo genere, in gran parte ancora oggi intatto.
Quattro Castella prende nome dai quattro colli che
compongono il vasto complesso ambientale dal 2002 di
proprietà dell’Amministrazione Comunale: da levante
a ponente, Monte Vetro, Bianello, Monte Lucio e Monte
Zane, sui quali sorgono altrettanti castelli, di cui solo quello
di Bianello si è conservato integro nella sua struttura.
una scoperta archeologica sorprendente
C’È UNA STORIA IN QUESTI LUOGHI CHE CI HA PORTATO FIN QUI
Lo scavo archeologico del castello di Monte Lucio ha riservato importanti scoperte
che lo rendono un contesto del tutto eccezionale. Di grande rilievo appare la sua chiesa, che fu destinata alla
sepoltura di bambini, un fatto tanto significativo quanto inusuale.
MONTE LUCIO dal 2011 è stato oggetto di
un’ampia campagna di scavi promossa in
collaborazione dal Comune di Quattro Castella
e dall’Università di Bologna, con il sostegno economico
dell’Assessorato Cultura della Regione Emilia Romagna.
Le ricerche archeologiche hanno permesso di aggiungere
importanti tasselli alla conoscenza di questa struttura
fortificata di età medievale, fornendo nuovi elementi
e portando alla luce resti di strutture sepolte, prima
sconosciute.
IlCASTELLO
era
contraddistinto da
una cinta muraria
di forma ellittica
che circondava
la sommità del
colle. Gli elementi
principali erano una
torre signorile e una
chiesa innestata
direttamente nella
cortina muraria.
SAPPIAMO
dalle fonti
scritte che
il piccolo oratorio
era dedicato a San
Leonardo, mentre i
dati archeologici ci
dicono che questo
edificio ecclesiastico,
fin dalle sue origini,
fu sede di una
necropoli. All’interno
della chiesa furono
seppelliti bambini e alcune donne, mentre all’esterno
furono deposti individui adulti di sesso maschile.
IlCASTELLO ebbe una vita piuttosto breve. Fondato
nella prima meta del XIII secolo, fu abbandonato
alla fine del XIV secolo. L’abbandono non
interessò però tutta l’area. La torre continuò ad essere
abitata, probabilmente con funzioni non più militari, a
differenza della cinta muraria e della chiesa che furono
demolite intenzionalmente. Sui loro ruderi si costruirono
delle piccole strutture di età rinascimentale, segno di una
frequentazione agricola del colle e delle aree limitrofe.
4
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
Monte
Vetro Bianello
Monte
Lucio Monte
Zane
Il castello di Bianello
Un luogo che vive da quasi mille anni
D
EI QUATTRO CASTELLI che dominano i colli di
Quattro Castella, Bianello è il solo che ancora man-
tiene una struttura edilizia ben conservata e l’unico
ad aver preservato un’ininterrotta continuità abitativa dal
medioevo fino ai giorni nostri.
L
E PRIME NOTIZIE sulla sua esistenza risalgono al
1044 quando Beatrice di Lorena, madre di Matilde di
Canossa, lo acquistò. Matilde vi risiedeva quasi abi-
tualmente e a Bianello ospitò Enrico IV penitente nel 1077 ed
Enrico V nel 1111 di ritorno dalla sua incoronazione a Roma.
D
OPO LA MORTE di Matilde di Canossa il castello
rimase di proprietà della famiglia dei da Canossa
fino al 1742, pochi anni dopo divenne feudo del
Conte Giovanni Gabbi.
D
OPO LA PARENTESI napoleonica nel 1814 passò
agli Estensi; con il Regno D’Italia il castello fu inca-
merato dal Demanio Regio e nel 1867 fu acquistato
dal Dott. Luigi Caggiati di Parma.
N
EL 1881 passò alla famiglia Bacigalupo di Geno-
va il cui esponente di maggior spicco, Carlo, ne
fece la sua abituale residenza: a lui si deve l’attuale
immagine interna del castello. Alla sua morte, avvenuta nel
1940, Bianello fu ereditato dal nipote Girolamo Cantelli, alla
cui famiglia rimase fino all’acquisizione da parte del Comu-
ne di Quattro Castella avvenuta nel 2002. Oggi il castello è
una splendida residenza storica aperta al pubblico, patrimo-
nio ambientale ed emozionale della comunità castellese.
veduta aerea dei quattro colli
5
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
LeINDAGINI SUL CASTELLO di Monte Lucio
sono avvenute integrando metodi e strategie
diverse. In un primo momento si è reso
necessario compiere un rilievo topografico, al fine di
posizionare con precisione le strutture esistenti (la torre) e
di ricostruire nel dettaglio la morfologia naturale del colle.
A fianco di questi interventi, si è proceduto all’analisi degli
elevati della torre, così da poter determinare le fasi più
antiche del manufatto ed evidenziare i successivi interventi
di restauro e di manutenzione succedutisi nel corso dei
secoli.
LoSCAVO ARCHEOLOGICO ha preso avvio con
la realizzazione, tramite mezzo meccanico,
di alcune trincee che permettessero di capire
che cosa fosse sepolto nel sottosuolo. In base
a quanto rinvenuto si è deciso di
aprire una grande area nel
settore settentrionale del
colle e un altro settore più
limitato non distante
dalla torre.
LoSCAVO, che ha visto la partecipazione di
numerosi studenti non solo dell’Università di
Bologna, ma anche di altre università italiane e
straniere, ha previsto l’utilizzo di diverse strategie. Gli strati
di terreno più consistenti e meno delicati, quali i crolli delle
strutture, sono stati tolti con pala e piccone, a differenza
dei piani d’uso, scavati con l’apposita cazzuola inglese. In
presenza di sepolture lo scavo è stato condotto utilizzando
piccoli strumenti di precisione che, con pazienza,
permettessero di porre in luce i vari scheletri.
OGNI INTERVENTO è stato documentato con
fotografie e registrato in apposite schede, per poter
poi analizzare in un secondo momento il lavoro
svolto sul campo. Un’operazione fondamentale è stato il
rilievo puntuale di tutto quanto rinvenuto (stati di terreno,
tombe e strutture in muratura), realizzato con l’impiego di
uno strumento di precisione denominato Stazione Totale.
IMATERIALI RACCOLTI sono stati dapprima puliti
e inventariati, mentre in un secondo momento si è
proceduto al restauro e al consolidamento, così da
permetterne lo studio sistematico. I resti umani sono stati
analizzati da un’antropologa che ne ha potuto determinare
il sesso e l’età, oltre a evidenziare altre interessanti
informazioni quali la qualità della vita ed eventuali malattie
o traumi.
l’indagine archeologica
l’analisi del sito
il lavoro nello scavo
documentazione e raccolta
luogo, persone, strumenti e scoperte
Lo scavo archeologico è un operazione complessa, realizzata utilizzando diversi strumenti e diverse strategie.
Si tratta di un lavoro di equipe, in cui ognuno svolge un ruolo importante che va dallo scavo vero e proprio
al rilievo, dalla compilazione di schede alla catalogazione dei reperti.
Rilievo fotogrammetrico
dell’area di scavo
6
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
Il
NUMERO
ELEVATO
di monete
indica come il sito
di Monte Lucio
partecipasse in
maniera attiva agli
scambi commerciali
dell’epoca.
Il
RITROVAMENTO di oggetti d’abbigliamento
personale, quali fibbie di cinture, bottoni, spillo-
ni, offre la possibilità di avere un’idea sull’abbi-
gliamento. Accanto ad oggetti d’uso quotidiano perlopiù
in ferro, si segnalano manufatti in bronzo decorati con
motivi ornamentali quali conchiglie o trame geometriche.
T
RATTANDOSI di un castello non
mancano le armi, tra cui numerose
punte di balestra che indicano come
il sito sia stato teatro di alcune battaglie.
D
EL TUTTO PARTICOLARE è stato il rinvenimento
di un piccolo manufatto in pietra raffigurante un
cane o un cavallo stilizzato. È probabile si trattasse
di un pestello da mortaio, forse riutilizzato come giocatto-
lo, visto che è stato individuato nei pressi di una tomba di
bambino.
D
URANTE LO SCAVO archeologico, oltre ai resti di
strutture sepolte, sono emersi numerosi reperti che
hanno permesso di definire con più precisione la
vita quotidiana all’interno del castello.
Cosa trova l’archeologo
Alcuni oggetti portati alla luce dallo scavo
7
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
LaDATA DI FONDAZIONE del castello di
Monte Lucio è sconosciuta e, diversamente
da Monte Vetro, Bianello e Monte Zane, il
colle sembra non aver mai ospitato una comunità radicata e
stabile. La sua origine è legata alla storia della famiglia dei
da Canossa che, insediatasi nella zona attorno alla metà del
1100, nel 1185 ottenne da Federico I l’investitura del feudo
di Bianello, Canossa e Gesso sul Crostolo.
DALLA DESCRIZIONE di Salimbene de Adam del
1285 sappiamo che all’interno del castello di
Monte Lucio sorgeva la chiesa di San Leonardo,
di proprietà nel 1302 di Alberto da Canossa. Nelle carte
relative al pagamento dei tributi al Vescovo di Reggio
nell’Emilia del 1318, San Leonardo è definita cappella della
pieve del Monastero di Canossa, probabilmente legato
anch’esso a un ramo della famiglia dei da Canossa.
IlCASTELLO DI MONTE LUCIO era avamposto
difensivo di Bianello e nel 1287, forse per per un
periodo di tempo limitato, accolse gli abitanti di
Caverzana, Farneto, Corniano e Piazzola che, temendo una
rappresaglia del Comune di Parma, ricostruirono le proprie
abitazioni all’interno dell’area fortificata.
UnDECENNIO DOPO, tra il 1296 e il 1297, le
truppe parmensi, dopo essersi impossessate
del castello di Monte Vetro e di Monte Zane,
occuparono il castello di Monte Lucio, stabilendo per un
breve periodo un proprio presidio armato.
TORNATO sotto il controllo della famiglia dei
da Canossa, il castello continuò a svolgere le
sue funzioni di presidio del territorio, sul quale
transitarono in più occasioni eserciti di differente
provenienza.
NEL 1355 Gabriotto da Canossa riuscì nell’impresa
di riunificare i quattro colli, ma, dopo pochi
decenni, i contrasti interni alla famiglia
facilitarono il passaggio di Bianello prima sotto i Visconti
poi, nei primi decenni del 1400, sotto gli Estensi. Il ruolo
del castello di Monte Lucio divenne da allora marginale e il
sito cominciò ad essere frequentato in misura minore.
Il castello di Monte Lucio e la sua Storia
da avamposto difensivo a presidio del territorio
Monte Lucio fu l’ultimo dei quattro castelli ad essere costruito.
La sua origine risale al XIII secolo e fin da subito dovette assumere la funzione di presidio militare del territorio
in stretta relazione con la famiglia dei da Canossa.
Recordatio delle concessioni alla Famiglia da Canossa.
Archivio Turri, carte Canossa, b. 38, doc. 1160 mag. 5 -
Archivio di Stato di Reggio Emilia, aut. 3/2014
8
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
monte lucio
Il figlio cadetto
Le Quattro Castella: veduta da
mezzogiorno, Ignazio Natalini
(fotografo), 1864, 45x60 mm,
Reggio Emilia - Biblioteca
Panizzi - Fototeca Monte Lucio 2014
Sella di Monte Lucio, area retrostante il colle, da
cui si dipartono i sentieri di collegamento con
Monte Zane e Bianello
V
ARRONE, nel suo trattato De lingua latina, scrive che
la parola Lucus avrebbe il significato di locus a non
lucendo che, letteralmente, potrebbe tradursi come
luogo che non è illuminato. Recenti studi etimologici hanno
invece teorizzato che la parola lucus possa effettivamente
derivare da lux, cioè luce, ma riferita alle radure all’interno
dei boschi illuminate dal sole o dalla luna, quei luoghi dove
venivano eseguiti i sacrifici alle divinità. Il lucus era dunque
il bosco sacro e Monte Lucio porta perciò legato al suo
nome un significato molto antico e quasi culturale: questo
significato si intreccia in modo singolare con la presenza
sulla sua sommità della Chiesa dedicata a San Leonardo,
ove si praticava un particolare rito funebre dedicato alla
sepoltura dei bambini.
L
O STORICO Andrea Balletti, nel suo libro Le Quattro
Castella, scrive che alla fine del XIX secolo Monte Lucio
era chiamato Montescrannina per la particolare forma a
seggiola dei resti della sua torre e lo definisce come quello
che figurò sempre come il cadetto della famiglia, in quanto tra i
colli di Quattro Castella era quello con i manufatti in elevato
meno conservati e visibili.
D
OPO le recenti campagne di scavi è però emersa
una peculiare struttura difensiva, dotata di una
serie di elementi storico-architettonici che hanno
fornito una nuova ed accattivante lettura non solo a quel
figlio cadetto, ma anche a tutto il complesso dei quattro colli.
9
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
LeINDAGINI archeologiche hanno portato alla luce
un piccolo cimitero, composto da 29 sepolture,
associabili al piccolo edificio ecclesiastico. L’area
cimiteriale è disposta seguendo una precisa organizzazione
funeraria, differenziando le sepolture localizzate all’interno
della chiesa da quelle rinvenute all’esterno, in base al genere e
all’età. Infatti l’interno dell’edificio era destinato ad accogliere le
sepolture di bambini e di donne, l’area esterna invece di uomini.
SiTRATTA di sepolture in fossa terragna, al cui interno
vi erano inumati singoli individui. L’unica eccezione
è stato il rinvenimento di un piccolo neonato, di circa
4-6 mesi, adagiato accanto alla sepoltura di una donna. Gli
individui, deposti nello stesso momento, erano all’interno della
stessa fossa sepolcrale.
GENERALMENTE i defunti erano sepolti in posizione
supina, nella maggior parte dei casi con le gambe
distese e le braccia lungo i fianchi. Una sepoltura ha
le braccia incrociate sul petto.
IlCAMPIONE ANTROPOLOGICO degli individui
rinvenuti nell’area cimiteriale è composto da 8 maschi,
2 femmine, 18 individui infantili e 1 individuo di cui
non è stato possibile determinare il sesso e l’età a causa del
cattivo stato di conservazione. Negli adulti l’età di morte è
compresa tra i 16 e i 35 anni. Per quanto riguarda la valutazione
della statura, il valore medio calcolato è di circa 166 cm.
Gli uomini e la vita quotidiana nel Castello
LePATOLOGIE maggiormente riscontrate sono
dentarie, come carie e tartaro. Nella maggior parte
dei casi le malattie parodontali hanno determinato
la perdita dei denti intra vitam, con il successivo riassorbimento
alveolare. Abbastanza diffuse le patologie articolari, soprattutto
della colonna vertebrale, con l’individuazione di alcune ernie
e stress funzionali a carico degli arti inferiori. In un individuo
è stata riscontrata una frattura cranica causata da una punta di
freccia.
il cimitero accanto alla chiesa La vita quotidiana
la guerra, gli strumenti di lavoro e gli oggetti d’uso domestico
L’area esterna alla chiesa è caratterizzata dal rinvenimento di un cimitero di individui adulti. Lo studio dei resti ha permesso di ricostruire
le loro condizioni di vita. Inoltre dallo scavo sono emersi numerosi oggetti che hanno offerto la possibilità di gettare uno spiraglio di luce
sulle attività svolte all’interno del castello.
LoSCAVO ARCHEOLOGICO, oltre a permettere
di conoscere chi fu seppellito all’interno del
castello, ci consente di cogliere anche alcuni
aspetti di come fosse la vita al suo interno.
MONTE LUCIO, come tanti castelli medievali,
conobbe episodi di battaglie e scontri, ben
testimoniati dalle numerose punte di freccia e di
balestra rinvenute.
Queste si possono dividere in base alla forma in tre
tipologie: per la guerra, per la caccia e per l’addestramento.
Testimoniano la presenza di guerrieri anche una placchetta di
armatura e alcuni speroni da cavaliere.
ACCANTO ad attività legate alla guerra e alla difesa
armata del castello si può ricostruire uno spaccato
degli strumenti di lavoro e di vita quotidiana degli
abitanti di Monte Lucio. Numerosi sono i coltelli rinvenuti nel
sito. Notevoli sono i ditali e gli aghi per cucire e rammendare
le vesti, ornate da piccoli bottoni in bronzo o argento e
abilmente decorate con cinture e fibbie in ferro e in bronzo,
delle più svariate forme e misure. Unica testimonianza dei
lavori di carpenteria e di falegnameria sono gli innumerevoli
chiodi ritrovati.
L
EGATI alla cucina sono alcuni frammenti di ceramica in
terracotta facenti parte di pentole appese in sospensione
sul fuoco con un manico in ferro oppure su piccoli
fornetti utilizzati per la panificazione domestica o come
scaldavivande. Non in cucina, ma sulla tavola trovavano spazio
i boccali e le brocche in maiolica arcaica, manufatti utilizzati
come contenitori di liquidi (acqua o vino).
10
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
LaPRESENZA DI TARTARO E CARIE in-
dica una cattiva igiene orale, abbastanza
frequente nelle popolazioni antiche, ma
anche una dieta ricca di carboidrati e zuccheri semplici.
L’uso di cibi ricchi di fibre e coriacei, farinacei macinati
con mole di pietra, esercitavano un’azione abrasiva sui
denti.
L’ALIMENTAZIONE principalmente cerealicola
causava spesso una demineralizzazione dello
smalto dentario, con un conseguente aumento
dei rischi di contrarre infezioni.
IlTARTARO, le carie, l’usura eccessiva causava-
no spesso una retrazione eccessiva del margine
alveolare fino a provocare la perdita del dente,
come nei casi riscontrati sui resti di Monte Lucio.
In alcuni casi invece l’usura dentaria è causata dall’utilizzo
della dentizione anche per scopi extra alimentari. In questi
casi, invece, l’usura molto forte interessa soprattutto i denti
anteriori.
INDICAZIONI DI ANE-MIE, spesso per una dieta a bas-
so contenuto di ferro, si possono ottenere anche dal
cranio, con la presenza di erosioni nella zona centrale e
delle orbite (criba cranii e criba orbitalia). Su un frammento
di cranio infantile ci sono tracce di questo tipo di anemia.
Cosa mangiavano?
le patologie legate all’alimentazione
11
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
OLTRE ALLE MONETE lo scavo ha portato alla
luce oggetti del tutto particolari, che dimostrano
la straordinaria peculiarità di un sito come
Monte Lucio. Tra questi si segnalano un sigillo veneziano
in piombo, uno spillone dorato, raffinato oggetto di
ornamento femminile, due anelli in
bronzo, alcune piccole appliques e
infine un grande anello e una fibbia
in bronzo, che facevano parte del
vestiario quotidiano medievale,
rinvenuti all’altezza del bacino in
una sepoltura nel cimitero della
chiesa.
NEL CASTELLO di Monte Lucio si è rinvenuto un
notevole numero di monete. Sorprendente è la
grande varietà delle zecche di origine. Le città
maggiormente rappresentate dai ritrovamenti numismatici
sono sicuramente Mantova con dodici monete e Ferrara con
sei, ma altri centri di grande rilevanza sono Milano, Bergamo,
Bologna, Lucca, Parma, Ancona, Tortona e Como.
U
N DISCORSO a parte meritano Reggio Emilia e
Merano: della prima città, stranamente, si sono
rinvenute solo due monete. Questa ridotta presenza
della zecca di Reggio Emilia, situata a breve distanza dal
castello di Monte Lucio, apre sicuramente degli interrogativi
e spinge a supporre l’esistenza di un circuito monetario più
ampio di quello locale.
P
er quanto riguarda le due monete di Merano, queste
sono state ritrovate in parte unite tra loro, insieme
ad altre quattro di Mantova, all’interno di una
sepoltura all’altezza del fianco sinistro del defunto, poco
sopra il bacino. Appare davvero notevole il gruzzoletto di
denari ancora avvolti nel tessuto del contenitore, ormai
mineralizzato per il contatto con il metallo, nel quale erano
conservati.
INFINE è importante sottolineare che tra i reperti
numismatici rinvenuti due sono di epoca tardo-antica e
sono di fatto da considerarsi residuali e sporadici.
Le monete e gli oggetti notevoli
Sorprendente è la grande varietà di oggetti rinvenuti
I reperti trovati ci permettono di affermare che il castello di Monte Lucio era un luogo importante, come testimoniano le
numerose monete provenienti da tutta la pianura padana. Significativi sono anche i rinvenimenti di oggetti “preziosi”,
segno di un ruolo sociale elevato di alcuni degli abitanti di Monte Lucio
Gli oggetti preziosiLe monete
Sito di Monte Lucio Zecche rinvenute nel sito
Mappa delle monete
ACCANTO a questi manufatti ,degni di nota sono
un disco in metallo attraversato nel centro da
un chiodo (un coperchio?) e alcuni elementi
ornamentali in ferro e in bronzo, che presentano un motivo
decorativo spiraliforme, curvilineo o puntinato.
Grosso Aquilino di Merano in argento (1274-1275)
Denaro imperiale di Bergamo in argento (1270-1282)
Spillone in oro con sferetta
Fibbia in ferro di forma
pentagonale completa di
ardiglione (XIII-XIV sec.)
12
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
NEL PICCOLO CIMITERO del castello di Monte
Lucio le sepolture infantili hanno una notevole
rilevanza. L’ Area funeraria destinata ai bambini è
l’interno della chiesa, uno spazio fortemente privilegiato,
con una valenza simbolica e religiosa. Questa specifica
destinazione funeraria molto probabilmente è ricollegabile
alla figura di San Leonardo, a cui è dedicata la chiesa, spesso
invocato per i parti difficili e le malattie dei bambini.
LeS E P O L -
T U R E
sono tut-
te riconducibili alla
medesima fase cro-
nologica. Sono state
rinvenute 18 sepoltu-
re infantili, deposte
all’interno di fosse
sepolcrali terragne.
Come nelle deposi-
zioni degli individui
adulti, il corpo degli
inumati è in posizione
supina, secondo la più comune prassi cristiana. La maggior
parte delle sepolture sono orientate con il capo verso ovest.
UNA SEPOLTURA DI UN BAMBINO di un’età
compresa tra i 4 e i 5 anni è orientata con la testa
verso nord. Si tratta di una sepoltura che spicca
rispetto alle altre per la sua posizione. La tomba è stata
infatti ricavata all’interno dell’area absidale, uno spazio
maggiormente privilegiato, secondo la gerarchizzazione
degli spazi degli edifici religiosi.
LeOSSA DEI BAMBINI sono molto fragili, per
cui lo stato di conservazione non è spesso
dei migliori. Nonostante ciò è stato possibile
determinare l’età di morte, nella maggior parte dei casi
avvenuta entro il primo anno di età. Due sepolture sono
di feti, solo 3 sepolture appartengono a bambini di un’età
compresa tra i 4 e i 5 anni.
NEL CORSO DEL MEDIOEVO la mortalità infantile
era molto elevata e diffusa. Solitamente era
imputabile sia a cause endogene, legate alle
condizioni della gravidanza e del parto o a difetti congeniti
del bambino, che colpiscono quasi esclusivamente nei
primi giorni e nelle prime settimane di vita, sia a cause
esogene, cioè al rischio di contrarre malattie infettive, alle
conseguenze di una scarsa o non idonea alimentazione,
soprattutto nella delicata fase dello svezzamento, a
condizioni igienico-ambientali precarie. Normalmente
un quarto dei nati moriva entro il primo anno di
La chiesa di San Leonardo
vita. Conseguentemente i bambini, appena usciti dallo
svezzamento, subivano una brusca diminuzione di apporto
nutritivo; questo fattore potrebbe aver contribuito all’elevarsi
del tasso di mortalità per i bambini tra i 3 e i 5 anni.
LoSCAVO ha posto in luce anche i resti di alcuni
oggetti che potevano far parte del corredo della
chiesa, quali mobili o serramenti, tra i quali
si segnalano due maniglie di cassetti e una serratura di porta
perfettamente conservata. Significative sono anche le chiavi,
che presentano una grande varietà di misure e diverse tipologie
di ingegni a seconda della loro destinazione: porte, bauli o
cassetti. Particolari sono il meccanismo di chiusura a cerniera
di una cassa e alcuni ganci per piccola falegnameria, ma il
rinvenimento più singolare della vetrina è un gruppo di chiodi
dalla testa borchiata che in origine decoravano un cofanetto.
i bambiniil cimitero nella chiesa
di San Leonardo
gli arredi della chiesa
una chiesa funeraria destinata alla sepoltura di bambini
La chiesa del castello di Monte Lucio, dedicata a San Leonardo, rappresenta un caso del tutto particolare,
visto che fu destinata alla sola sepoltura di bambini o donne, probabilmente puerpere,
un fatto del tutto eccezionale che rende unico questo ritrovamento.
13
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
IL CULTO DI SAN LEONARDO
Il Santo protettore dei parti difficili e delle malattie dei bambini
S
ECONDO LA TRADIZIONE Leonardo di Noblac, co-
nosciuto anche come San Leonardo Abate, Eremita o
di Limoges, nacque in Gallia da una nobile famiglia
franca nel castello di Vandôme, presso Orléans, e fu Clodo-
veo stesso, re dei Franchi Salii, a fargli da padrino la notte di
Natale del 496, quando il Re abiurò il paganesimo facendosi
battezzare.
S
AN LEONARDO rifiutò di dedicarsi alla carrie-
ra cavalleresca per seguire gli insegnamenti di Re-
migio, arcivescovo di Reims, e fu il Re Clodoveo
a concedergli il privilegio di liberare i prigionieri che
avesse ritenuto innocenti e San Leonardo sfruttò que-
sta opportunità, liberando persone di umili condizioni.
Abbandonata la corte, egli si ritirò presso il monastero di
Micy, dove compì il suo primo miracolo trasformando l’ac-
qua in vino. Poi si diresse a sud dove fondò un eremo nella
foresta di Pauvain, nel Limosino, e la sua fama di santità ar-
rivò fino al Re, che ne richiese l’intervento quando la regina
Clotilde, transitando in quella zona, fu sorpresa dalle doglie
e San Leonardo lenì i suoi dolori.
C
LODOVEO, per riconoscenza, gli concesse una
parte di bosco e lì il Santo, secondo la leggen-
da, fece un buco in terra che si riempì miracolo-
samente d’acqua, dando origine ad un pozzo che venne
nominato nobiliacum, in ricordo della donazione regale. San Leonardo di Noblac, Anonimo, XV sec,
Basilica di San Giulio, Orta (Novara)
D
AL NOBILIACUM prese il nome anche la cittadina
intorno al monastero che dapprima prese il nome
di Noblac, quindi Noblat, ed oggi è chiamata Saint-
Léonard-de-Noblat in onore del suo illustre fondatore.
La tradizione vuole che il santo sia morto la sera del 6 no-
vembre intorno alla metà del VI secolo. Per le vicende che lo
videro protagonista, è considerato il patrono dei carcerati,
dei fabbricanti di catene, fibbie e fermagli e la sua inter-
cessione viene invocata per i parti difficili e le malattie dei
bambini.
14
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
il segreto di monte lucio
Conversazione tra storico e archeologo
sui misteri e i metodi per svelarli
STORICO: Una prima domanda: qual è il mistero di Monte
Lucio?
ARCHEOLOGO:Partiamo dal concreto…
STORICO: Bene. Allora dimmi, perché avete scelto quel
colle che apparentemente era il meno documentato di quelli
di Quattro Castella?
ARCHEOLOGO: Intanto perché la sua area è più limitata e
questo ci dava la garanzia di poter ottimizzare al meglio i
fondi ottenuti e poi perché Monte Lucio era il colle su cui
avevamo meno informazioni e questo rende molto più
interessante la ricerca archeologica. Devo dire che i risultati
hanno dato ragione a quella intuizione.
STORICO: Allo scavo hanno partecipato solo studenti e
archeologi dell’Università di Bologna?
ARCHEOLOGO: Non solo. Un grande aiuto lo hanno dato
anche gli abitanti di Quattro Castella e gli Amici di Bianello,
che sono stati i nostri angeli custodi e ci hanno dato una
mano nello scavo vero e proprio.
STORICO: Si può dire allora che avete imparato anche dalle
persone, non solo dallo scavo.
ARCHEOLOGO: Certo. Monte Lucio ci ha riservato tante
belle sorprese, come anche la gente di Quattro Castella.
STORICO: E cosa mi puoi dire della cappella di San
Leonardo che le fonti storiche ci dicono essere esistita su
Monte Lucio?
ARCHEOLOGO: La Chiesa era realmente posta all’interno
del castello e si presentava in buono stato di conservazione.
Inoltre ha rivelato un’inaspettata particolarità.
STORICO: Quale particolarità?
ARCHEOLOGO: All’interno e all’esterno sono state
rinvenute molte sepolture.
STORICO: Interessante! Però nelle chiese medievali le
sepolture erano diffuse. Qual è la particolarità di Monte
Lucio?
ARCHEOLOGO: Quello che rende Monte Lucio unico è il
fatto che all’interno della chiesa, nello spazio di maggior
prestigio, erano sepolti bambini e puerpere, mentre
all’esterno uomini adulti, forse guerrieri.
STORICO: Allora l’intitolazione dell’oratorio non è un caso,
visto che San Leonardo era invocato per i parti difficili e per
le malattie dei bambini. Oltre alla chiesa e alle tombe che
cos’altro avete trovato?
ARCHEOLOGO: Purtroppo non abbiamo ancora rinvenuto
le abitazioni, tuttavia i numerosi reperti portati in luce
ci hanno permesso di definire meglio gli oggetti d’uso
quotidiano, nonché appurare che realmente il castello è stato
teatro di battaglie, come indicano le tante punte di balestra.
STORICO: Una chiesa riscoperta, strane sepolture…
possiamo affermare che il mistero di Monte Lucio è stato
svelato!
ARCHEOLOGO: Certo. È stato un lavoro difficile, ma
siamo riusciti a far convergere discipline diverse, la storia,
l’archeologia, l’antropologia, per ripercorre a ritroso la
storia di un territorio e dei suoi antichi abitanti.
15
il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello
E
rano i primi giorni dello scavo quando, sul muro esterno perimetrale della
Chiesa di San Leonardo, fu rinvenuto il primo scheletro. Si trattava di un
bambino deposto sullo strato di crollo dell’edificio, con la testa leggermente
inclinata che sembrava essere stata di proposito appoggiata a quel muro. Forse chi
l’aveva deposto tanto tempo fa aveva voluto legarlo per sempre a San Leonardo e
porlo ugualmente sotto la sua protezione, anche se di quell’antico edificio di culto
erano rimaste soltanto poche pietre.
Quelle pietre evidentemente conservavano ancora per la collettività un profondo
senso di sacro come se, anche distrutto, quel luogo fosse ancora intriso della forza
protettiva del Santo, come se i bambini potessero ancora essere lasciati in sua custo-
dia per l’eternità.
Tra i resti del bambino fu trovata soltanto una conchiglia, una delle tante che anco-
ra affiorano sui colli di Quattro Castella, avanzi di un antico mare, divenuti monili
per chi non poteva permettersi altro e, in questo caso, unico tenero accompagna-
mento della sua sepoltura.
È molto probabile infatti che quella conchiglia fosse parte di una piccola collana che
il bambino portava sul petto. Quell’antico ornamento è divenuto oggi simbolo del
viaggio nel tempo che rappresenta la mostra dei reperti di Monte Lucio e quel bam-
bino, che non ha un nome né un sesso, con il viso rappresentato da un’immagine
disegnata, si è fatto per noi strumento e simbolo del percorso espositivo, accompa-
gnandoci idealmente per mano nelle strade del suo mondo ormai perduto.
il bambino
con la conchiglia
Simbolo e Segno

More Related Content

Viewers also liked

Viewers also liked (19)

Rag 11-2012
Rag 11-2012Rag 11-2012
Rag 11-2012
 
Bibliografia della serata 08 02-2012
Bibliografia della serata 08 02-2012Bibliografia della serata 08 02-2012
Bibliografia della serata 08 02-2012
 
Bibliografia Primaria 2013 - Primo ciclo (i, ii e iii)
Bibliografia Primaria 2013 - Primo ciclo (i, ii e iii)Bibliografia Primaria 2013 - Primo ciclo (i, ii e iii)
Bibliografia Primaria 2013 - Primo ciclo (i, ii e iii)
 
Rag 05 2013
Rag 05 2013Rag 05 2013
Rag 05 2013
 
Rag 3-2012
Rag 3-2012Rag 3-2012
Rag 3-2012
 
Rag 08 2012
Rag 08 2012Rag 08 2012
Rag 08 2012
 
Sag 03 2015
Sag 03 2015Sag 03 2015
Sag 03 2015
 
Nar 05 2013
Nar 05 2013Nar 05 2013
Nar 05 2013
 
Bibliodays
BibliodaysBibliodays
Bibliodays
 
Rag 01-2015
Rag 01-2015Rag 01-2015
Rag 01-2015
 
Sag 06 2013
Sag 06 2013Sag 06 2013
Sag 06 2013
 
Nar 12 2014
Nar 12 2014Nar 12 2014
Nar 12 2014
 
Narr 11 2012
Narr 11 2012Narr 11 2012
Narr 11 2012
 
Bibliografia della serata 09 11 2011
Bibliografia della serata 09 11 2011Bibliografia della serata 09 11 2011
Bibliografia della serata 09 11 2011
 
Nar 04 2014
Nar 04 2014Nar 04 2014
Nar 04 2014
 
Bibliografia Primaria 4° e 5° 2012
Bibliografia Primaria 4° e 5° 2012Bibliografia Primaria 4° e 5° 2012
Bibliografia Primaria 4° e 5° 2012
 
Nar 06 2014
Nar 06 2014Nar 06 2014
Nar 06 2014
 
2
22
2
 
Bibliografie 0 5 anni 2013
Bibliografie 0 5 anni 2013Bibliografie 0 5 anni 2013
Bibliografie 0 5 anni 2013
 

Similar to Mostra archeologica montelucio_opuscolo

Museo dell'oro e della pietra di Salussola
Museo dell'oro e della pietra di SalussolaMuseo dell'oro e della pietra di Salussola
Museo dell'oro e della pietra di SalussolaSimona C. Perolo
 
Castelluccio Inferiore - Le meraviglie naturali ed artificiali.docx
Castelluccio Inferiore - Le meraviglie naturali ed artificiali.docxCastelluccio Inferiore - Le meraviglie naturali ed artificiali.docx
Castelluccio Inferiore - Le meraviglie naturali ed artificiali.docxSimone Puricella
 
Progetto museo centuriazione 2010
Progetto museo centuriazione 2010Progetto museo centuriazione 2010
Progetto museo centuriazione 2010Henrymar
 
La Madonna della Colletta, da rito di luce e festa religiosa: il rapporto tra...
La Madonna della Colletta, da rito di luce e festa religiosa: il rapporto tra...La Madonna della Colletta, da rito di luce e festa religiosa: il rapporto tra...
La Madonna della Colletta, da rito di luce e festa religiosa: il rapporto tra...Landexplorer
 
Il Monastero della Madonna della Calabria
Il Monastero della Madonna della CalabriaIl Monastero della Madonna della Calabria
Il Monastero della Madonna della Calabriacorneliopelusio
 
Viaggio di Classe: Val D'Orcia
Viaggio di Classe: Val D'OrciaViaggio di Classe: Val D'Orcia
Viaggio di Classe: Val D'OrciaTouring Giovani
 
Marzo 2012 relazione stato di avanzamento
Marzo 2012  relazione stato di avanzamentoMarzo 2012  relazione stato di avanzamento
Marzo 2012 relazione stato di avanzamentoTullio Attanasio
 
Studio e valorizzazione sito archeologico S. Vigilio di Monterotondo 2023
Studio e valorizzazione sito archeologico S. Vigilio di Monterotondo  2023Studio e valorizzazione sito archeologico S. Vigilio di Monterotondo  2023
Studio e valorizzazione sito archeologico S. Vigilio di Monterotondo 2023Sergio Primo Del Bello
 
Barocco
BaroccoBarocco
Baroccofacc8
 
ICON Design Magazine articolo_ottobre 2015
ICON Design Magazine articolo_ottobre 2015ICON Design Magazine articolo_ottobre 2015
ICON Design Magazine articolo_ottobre 2015Rada Markovic
 
Innovalascuola - Vita al castello di Ostia Antica
Innovalascuola - Vita al castello di Ostia AnticaInnovalascuola - Vita al castello di Ostia Antica
Innovalascuola - Vita al castello di Ostia AnticaGiorgina Gilardi
 
17 anni di ricostruzioni romane a Villadose (RO)
17 anni di ricostruzioni romane a Villadose (RO)17 anni di ricostruzioni romane a Villadose (RO)
17 anni di ricostruzioni romane a Villadose (RO)Henrymar
 
I.C. Viale Vega - 1D "Vita al castello di Ostia Antica"
I.C. Viale Vega - 1D "Vita al castello di Ostia Antica"I.C. Viale Vega - 1D "Vita al castello di Ostia Antica"
I.C. Viale Vega - 1D "Vita al castello di Ostia Antica"Giorgina Gilardi
 
Progetto per un museo diffuso della centuriazione 2011
Progetto per un museo diffuso della centuriazione   2011Progetto per un museo diffuso della centuriazione   2011
Progetto per un museo diffuso della centuriazione 2011Henrymar
 
Settimana Cultura 2011 Resoconto Stampa ilCrotonese
Settimana Cultura 2011 Resoconto Stampa ilCrotoneseSettimana Cultura 2011 Resoconto Stampa ilCrotonese
Settimana Cultura 2011 Resoconto Stampa ilCrotonesecorneliopelusio
 
Siponto e manfredonia annalisa baril. e chiara ferrieri nuovo
Siponto e manfredonia annalisa baril. e chiara ferrieri nuovoSiponto e manfredonia annalisa baril. e chiara ferrieri nuovo
Siponto e manfredonia annalisa baril. e chiara ferrieri nuovoLa Società in Classe
 
Il c.d. tempio_di_minerva_medica_a_roma
Il c.d. tempio_di_minerva_medica_a_romaIl c.d. tempio_di_minerva_medica_a_roma
Il c.d. tempio_di_minerva_medica_a_romamauvet52
 
Centro documentazione lago di Viverone
Centro documentazione lago di ViveroneCentro documentazione lago di Viverone
Centro documentazione lago di ViveroneSimona C. Perolo
 

Similar to Mostra archeologica montelucio_opuscolo (20)

Museo dell'oro e della pietra di Salussola
Museo dell'oro e della pietra di SalussolaMuseo dell'oro e della pietra di Salussola
Museo dell'oro e della pietra di Salussola
 
Castelluccio Inferiore - Le meraviglie naturali ed artificiali.docx
Castelluccio Inferiore - Le meraviglie naturali ed artificiali.docxCastelluccio Inferiore - Le meraviglie naturali ed artificiali.docx
Castelluccio Inferiore - Le meraviglie naturali ed artificiali.docx
 
Progetto museo centuriazione 2010
Progetto museo centuriazione 2010Progetto museo centuriazione 2010
Progetto museo centuriazione 2010
 
La Madonna della Colletta, da rito di luce e festa religiosa: il rapporto tra...
La Madonna della Colletta, da rito di luce e festa religiosa: il rapporto tra...La Madonna della Colletta, da rito di luce e festa religiosa: il rapporto tra...
La Madonna della Colletta, da rito di luce e festa religiosa: il rapporto tra...
 
Il Monastero della Madonna della Calabria
Il Monastero della Madonna della CalabriaIl Monastero della Madonna della Calabria
Il Monastero della Madonna della Calabria
 
Viaggio di Classe: Val D'Orcia
Viaggio di Classe: Val D'OrciaViaggio di Classe: Val D'Orcia
Viaggio di Classe: Val D'Orcia
 
Marzo 2012 relazione stato di avanzamento
Marzo 2012  relazione stato di avanzamentoMarzo 2012  relazione stato di avanzamento
Marzo 2012 relazione stato di avanzamento
 
Studio e valorizzazione sito archeologico S. Vigilio di Monterotondo 2023
Studio e valorizzazione sito archeologico S. Vigilio di Monterotondo  2023Studio e valorizzazione sito archeologico S. Vigilio di Monterotondo  2023
Studio e valorizzazione sito archeologico S. Vigilio di Monterotondo 2023
 
Barocco
BaroccoBarocco
Barocco
 
ICON Design Magazine articolo_ottobre 2015
ICON Design Magazine articolo_ottobre 2015ICON Design Magazine articolo_ottobre 2015
ICON Design Magazine articolo_ottobre 2015
 
Innovalascuola - Vita al castello di Ostia Antica
Innovalascuola - Vita al castello di Ostia AnticaInnovalascuola - Vita al castello di Ostia Antica
Innovalascuola - Vita al castello di Ostia Antica
 
17 anni di ricostruzioni romane a Villadose (RO)
17 anni di ricostruzioni romane a Villadose (RO)17 anni di ricostruzioni romane a Villadose (RO)
17 anni di ricostruzioni romane a Villadose (RO)
 
I.C. Viale Vega - 1D "Vita al castello di Ostia Antica"
I.C. Viale Vega - 1D "Vita al castello di Ostia Antica"I.C. Viale Vega - 1D "Vita al castello di Ostia Antica"
I.C. Viale Vega - 1D "Vita al castello di Ostia Antica"
 
Progetto per un museo diffuso della centuriazione 2011
Progetto per un museo diffuso della centuriazione   2011Progetto per un museo diffuso della centuriazione   2011
Progetto per un museo diffuso della centuriazione 2011
 
Settimana Cultura 2011 Resoconto Stampa ilCrotonese
Settimana Cultura 2011 Resoconto Stampa ilCrotoneseSettimana Cultura 2011 Resoconto Stampa ilCrotonese
Settimana Cultura 2011 Resoconto Stampa ilCrotonese
 
Siponto e manfredonia annalisa baril. e chiara ferrieri nuovo
Siponto e manfredonia annalisa baril. e chiara ferrieri nuovoSiponto e manfredonia annalisa baril. e chiara ferrieri nuovo
Siponto e manfredonia annalisa baril. e chiara ferrieri nuovo
 
Il c.d. tempio_di_minerva_medica_a_roma
Il c.d. tempio_di_minerva_medica_a_romaIl c.d. tempio_di_minerva_medica_a_roma
Il c.d. tempio_di_minerva_medica_a_roma
 
Eventi febbraio
Eventi febbraioEventi febbraio
Eventi febbraio
 
Eventi febbraio
Eventi febbraioEventi febbraio
Eventi febbraio
 
Centro documentazione lago di Viverone
Centro documentazione lago di ViveroneCentro documentazione lago di Viverone
Centro documentazione lago di Viverone
 

More from BibliotecaQC

Bibliografia leggere tra le note 09.04.2018
Bibliografia leggere tra le note 09.04.2018Bibliografia leggere tra le note 09.04.2018
Bibliografia leggere tra le note 09.04.2018BibliotecaQC
 
Narrativa saggistica adulti-03-2017
Narrativa saggistica adulti-03-2017Narrativa saggistica adulti-03-2017
Narrativa saggistica adulti-03-2017BibliotecaQC
 
Novità prescolari03-2017
Novità prescolari03-2017Novità prescolari03-2017
Novità prescolari03-2017BibliotecaQC
 
Bibliografia della serata gelosia 11 06-2015
Bibliografia della serata gelosia 11 06-2015Bibliografia della serata gelosia 11 06-2015
Bibliografia della serata gelosia 11 06-2015BibliotecaQC
 
Bibliografia della serata 13 05-2015 desiderio
Bibliografia della serata 13 05-2015 desiderioBibliografia della serata 13 05-2015 desiderio
Bibliografia della serata 13 05-2015 desiderioBibliotecaQC
 
Invito premio reverberi
Invito premio reverberiInvito premio reverberi
Invito premio reverberiBibliotecaQC
 
Evviva il carnevale
Evviva il carnevaleEvviva il carnevale
Evviva il carnevaleBibliotecaQC
 
La casa 15 01 2015
La casa 15 01 2015La casa 15 01 2015
La casa 15 01 2015BibliotecaQC
 

More from BibliotecaQC (20)

Bibliografia leggere tra le note 09.04.2018
Bibliografia leggere tra le note 09.04.2018Bibliografia leggere tra le note 09.04.2018
Bibliografia leggere tra le note 09.04.2018
 
Ragazzi03 2017
Ragazzi03 2017Ragazzi03 2017
Ragazzi03 2017
 
Narrativa saggistica adulti-03-2017
Narrativa saggistica adulti-03-2017Narrativa saggistica adulti-03-2017
Narrativa saggistica adulti-03-2017
 
Novità prescolari03-2017
Novità prescolari03-2017Novità prescolari03-2017
Novità prescolari03-2017
 
Nar 08-2015
Nar 08-2015Nar 08-2015
Nar 08-2015
 
Rag 08-2015
Rag 08-2015Rag 08-2015
Rag 08-2015
 
Bibliografia della serata gelosia 11 06-2015
Bibliografia della serata gelosia 11 06-2015Bibliografia della serata gelosia 11 06-2015
Bibliografia della serata gelosia 11 06-2015
 
Nar 06 2015
Nar 06 2015Nar 06 2015
Nar 06 2015
 
Rag 06-2015
Rag 06-2015Rag 06-2015
Rag 06-2015
 
Nar 05 2015
Nar 05 2015Nar 05 2015
Nar 05 2015
 
Rag 05-2015
Rag 05-2015Rag 05-2015
Rag 05-2015
 
Bibliografia della serata 13 05-2015 desiderio
Bibliografia della serata 13 05-2015 desiderioBibliografia della serata 13 05-2015 desiderio
Bibliografia della serata 13 05-2015 desiderio
 
Rag 03-2015
Rag 03-2015Rag 03-2015
Rag 03-2015
 
Nar 03 2015
Nar 03 2015Nar 03 2015
Nar 03 2015
 
Nar 02 2015
Nar 02 2015Nar 02 2015
Nar 02 2015
 
Rag 02 2015
Rag 02 2015Rag 02 2015
Rag 02 2015
 
Invito premio reverberi
Invito premio reverberiInvito premio reverberi
Invito premio reverberi
 
S.faustino
S.faustinoS.faustino
S.faustino
 
Evviva il carnevale
Evviva il carnevaleEvviva il carnevale
Evviva il carnevale
 
La casa 15 01 2015
La casa 15 01 2015La casa 15 01 2015
La casa 15 01 2015
 

Mostra archeologica montelucio_opuscolo

  • 1. Comune di Quattro Castella Alma Mater Studiorum-Università di Bologna Dipartimento Di Storia Culture Civiltà mostra archeologica Quattro Castella castello di bianello
  • 2. 2 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello Promotori Comune di Quattro Castella Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Dipartimento di Storia Culture Civiltà Direzione scientifica Andrea Augenti Paola Galetti Allestimento scientifico e organizzazione Nicola Mancassola Iames Tirabassi Redazione dei pannelli Elisa Erioli Debora Ferreri Nicola Mancassola Enrico Marchesi Danilo Morini Restauro reperti Elena Baldi Disegni e rilievi Andrea Fiorini Giorgia Musina Fotografie Archivio Comune di Quattro Castella Archivio Dipartimento di Storia Culture Civiltà - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna Archivio di Stato di Reggio Emilia Fototeca Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia Marco Incerti Progetto grafico Delicatessen, Reggio Emilia Stampa e Allestimento MadioPrint, Reggio Emilia Teche Tecton, Reggio Emilia Ufficio Stampa Comune di Quattro Castella Quattro Castella castello di bianello 20 aprile - 26 ottobre 2014 Domeniche e giorni festivi ore 15-19 (luglio e agosto ore 16-20) Giorni feriali su prenotazione Per informazioni e visite guidate Ufficio Turismo 0522/249267 www.bianello.it Tutto il materiale archeologico esposto è di proprietà dello Stato ed è concesso in prestito temporaneo con autorizzazione rilasciata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Dire- zione Generale per le Antichità, prot. n. 2169 del 14.03.2014. Le immagini dei reperti sono pubblicate su concessione del Mini- stero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Soprinten- denza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, riproduzione vietata. Si ringrazia la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna per la collaborazione
  • 3. 3 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello IlCONTESTO AMBIENTALE che caratterizza i castelli di Quattro Castella si distingue per la compiuta integrazione tra le forme del costruito medievale e l’assetto geologico della zona, dando origine ad un insieme paesaggistico di spiccata eccezionalità: uno stretto connubio tra valori naturalistici ed interventi architettonici, che ha prodotto nei secoli un sistema unico nel suo genere, in gran parte ancora oggi intatto. Quattro Castella prende nome dai quattro colli che compongono il vasto complesso ambientale dal 2002 di proprietà dell’Amministrazione Comunale: da levante a ponente, Monte Vetro, Bianello, Monte Lucio e Monte Zane, sui quali sorgono altrettanti castelli, di cui solo quello di Bianello si è conservato integro nella sua struttura. una scoperta archeologica sorprendente C’È UNA STORIA IN QUESTI LUOGHI CHE CI HA PORTATO FIN QUI Lo scavo archeologico del castello di Monte Lucio ha riservato importanti scoperte che lo rendono un contesto del tutto eccezionale. Di grande rilievo appare la sua chiesa, che fu destinata alla sepoltura di bambini, un fatto tanto significativo quanto inusuale. MONTE LUCIO dal 2011 è stato oggetto di un’ampia campagna di scavi promossa in collaborazione dal Comune di Quattro Castella e dall’Università di Bologna, con il sostegno economico dell’Assessorato Cultura della Regione Emilia Romagna. Le ricerche archeologiche hanno permesso di aggiungere importanti tasselli alla conoscenza di questa struttura fortificata di età medievale, fornendo nuovi elementi e portando alla luce resti di strutture sepolte, prima sconosciute. IlCASTELLO era contraddistinto da una cinta muraria di forma ellittica che circondava la sommità del colle. Gli elementi principali erano una torre signorile e una chiesa innestata direttamente nella cortina muraria. SAPPIAMO dalle fonti scritte che il piccolo oratorio era dedicato a San Leonardo, mentre i dati archeologici ci dicono che questo edificio ecclesiastico, fin dalle sue origini, fu sede di una necropoli. All’interno della chiesa furono seppelliti bambini e alcune donne, mentre all’esterno furono deposti individui adulti di sesso maschile. IlCASTELLO ebbe una vita piuttosto breve. Fondato nella prima meta del XIII secolo, fu abbandonato alla fine del XIV secolo. L’abbandono non interessò però tutta l’area. La torre continuò ad essere abitata, probabilmente con funzioni non più militari, a differenza della cinta muraria e della chiesa che furono demolite intenzionalmente. Sui loro ruderi si costruirono delle piccole strutture di età rinascimentale, segno di una frequentazione agricola del colle e delle aree limitrofe.
  • 4. 4 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello Monte Vetro Bianello Monte Lucio Monte Zane Il castello di Bianello Un luogo che vive da quasi mille anni D EI QUATTRO CASTELLI che dominano i colli di Quattro Castella, Bianello è il solo che ancora man- tiene una struttura edilizia ben conservata e l’unico ad aver preservato un’ininterrotta continuità abitativa dal medioevo fino ai giorni nostri. L E PRIME NOTIZIE sulla sua esistenza risalgono al 1044 quando Beatrice di Lorena, madre di Matilde di Canossa, lo acquistò. Matilde vi risiedeva quasi abi- tualmente e a Bianello ospitò Enrico IV penitente nel 1077 ed Enrico V nel 1111 di ritorno dalla sua incoronazione a Roma. D OPO LA MORTE di Matilde di Canossa il castello rimase di proprietà della famiglia dei da Canossa fino al 1742, pochi anni dopo divenne feudo del Conte Giovanni Gabbi. D OPO LA PARENTESI napoleonica nel 1814 passò agli Estensi; con il Regno D’Italia il castello fu inca- merato dal Demanio Regio e nel 1867 fu acquistato dal Dott. Luigi Caggiati di Parma. N EL 1881 passò alla famiglia Bacigalupo di Geno- va il cui esponente di maggior spicco, Carlo, ne fece la sua abituale residenza: a lui si deve l’attuale immagine interna del castello. Alla sua morte, avvenuta nel 1940, Bianello fu ereditato dal nipote Girolamo Cantelli, alla cui famiglia rimase fino all’acquisizione da parte del Comu- ne di Quattro Castella avvenuta nel 2002. Oggi il castello è una splendida residenza storica aperta al pubblico, patrimo- nio ambientale ed emozionale della comunità castellese. veduta aerea dei quattro colli
  • 5. 5 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello LeINDAGINI SUL CASTELLO di Monte Lucio sono avvenute integrando metodi e strategie diverse. In un primo momento si è reso necessario compiere un rilievo topografico, al fine di posizionare con precisione le strutture esistenti (la torre) e di ricostruire nel dettaglio la morfologia naturale del colle. A fianco di questi interventi, si è proceduto all’analisi degli elevati della torre, così da poter determinare le fasi più antiche del manufatto ed evidenziare i successivi interventi di restauro e di manutenzione succedutisi nel corso dei secoli. LoSCAVO ARCHEOLOGICO ha preso avvio con la realizzazione, tramite mezzo meccanico, di alcune trincee che permettessero di capire che cosa fosse sepolto nel sottosuolo. In base a quanto rinvenuto si è deciso di aprire una grande area nel settore settentrionale del colle e un altro settore più limitato non distante dalla torre. LoSCAVO, che ha visto la partecipazione di numerosi studenti non solo dell’Università di Bologna, ma anche di altre università italiane e straniere, ha previsto l’utilizzo di diverse strategie. Gli strati di terreno più consistenti e meno delicati, quali i crolli delle strutture, sono stati tolti con pala e piccone, a differenza dei piani d’uso, scavati con l’apposita cazzuola inglese. In presenza di sepolture lo scavo è stato condotto utilizzando piccoli strumenti di precisione che, con pazienza, permettessero di porre in luce i vari scheletri. OGNI INTERVENTO è stato documentato con fotografie e registrato in apposite schede, per poter poi analizzare in un secondo momento il lavoro svolto sul campo. Un’operazione fondamentale è stato il rilievo puntuale di tutto quanto rinvenuto (stati di terreno, tombe e strutture in muratura), realizzato con l’impiego di uno strumento di precisione denominato Stazione Totale. IMATERIALI RACCOLTI sono stati dapprima puliti e inventariati, mentre in un secondo momento si è proceduto al restauro e al consolidamento, così da permetterne lo studio sistematico. I resti umani sono stati analizzati da un’antropologa che ne ha potuto determinare il sesso e l’età, oltre a evidenziare altre interessanti informazioni quali la qualità della vita ed eventuali malattie o traumi. l’indagine archeologica l’analisi del sito il lavoro nello scavo documentazione e raccolta luogo, persone, strumenti e scoperte Lo scavo archeologico è un operazione complessa, realizzata utilizzando diversi strumenti e diverse strategie. Si tratta di un lavoro di equipe, in cui ognuno svolge un ruolo importante che va dallo scavo vero e proprio al rilievo, dalla compilazione di schede alla catalogazione dei reperti. Rilievo fotogrammetrico dell’area di scavo
  • 6. 6 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello Il NUMERO ELEVATO di monete indica come il sito di Monte Lucio partecipasse in maniera attiva agli scambi commerciali dell’epoca. Il RITROVAMENTO di oggetti d’abbigliamento personale, quali fibbie di cinture, bottoni, spillo- ni, offre la possibilità di avere un’idea sull’abbi- gliamento. Accanto ad oggetti d’uso quotidiano perlopiù in ferro, si segnalano manufatti in bronzo decorati con motivi ornamentali quali conchiglie o trame geometriche. T RATTANDOSI di un castello non mancano le armi, tra cui numerose punte di balestra che indicano come il sito sia stato teatro di alcune battaglie. D EL TUTTO PARTICOLARE è stato il rinvenimento di un piccolo manufatto in pietra raffigurante un cane o un cavallo stilizzato. È probabile si trattasse di un pestello da mortaio, forse riutilizzato come giocatto- lo, visto che è stato individuato nei pressi di una tomba di bambino. D URANTE LO SCAVO archeologico, oltre ai resti di strutture sepolte, sono emersi numerosi reperti che hanno permesso di definire con più precisione la vita quotidiana all’interno del castello. Cosa trova l’archeologo Alcuni oggetti portati alla luce dallo scavo
  • 7. 7 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello LaDATA DI FONDAZIONE del castello di Monte Lucio è sconosciuta e, diversamente da Monte Vetro, Bianello e Monte Zane, il colle sembra non aver mai ospitato una comunità radicata e stabile. La sua origine è legata alla storia della famiglia dei da Canossa che, insediatasi nella zona attorno alla metà del 1100, nel 1185 ottenne da Federico I l’investitura del feudo di Bianello, Canossa e Gesso sul Crostolo. DALLA DESCRIZIONE di Salimbene de Adam del 1285 sappiamo che all’interno del castello di Monte Lucio sorgeva la chiesa di San Leonardo, di proprietà nel 1302 di Alberto da Canossa. Nelle carte relative al pagamento dei tributi al Vescovo di Reggio nell’Emilia del 1318, San Leonardo è definita cappella della pieve del Monastero di Canossa, probabilmente legato anch’esso a un ramo della famiglia dei da Canossa. IlCASTELLO DI MONTE LUCIO era avamposto difensivo di Bianello e nel 1287, forse per per un periodo di tempo limitato, accolse gli abitanti di Caverzana, Farneto, Corniano e Piazzola che, temendo una rappresaglia del Comune di Parma, ricostruirono le proprie abitazioni all’interno dell’area fortificata. UnDECENNIO DOPO, tra il 1296 e il 1297, le truppe parmensi, dopo essersi impossessate del castello di Monte Vetro e di Monte Zane, occuparono il castello di Monte Lucio, stabilendo per un breve periodo un proprio presidio armato. TORNATO sotto il controllo della famiglia dei da Canossa, il castello continuò a svolgere le sue funzioni di presidio del territorio, sul quale transitarono in più occasioni eserciti di differente provenienza. NEL 1355 Gabriotto da Canossa riuscì nell’impresa di riunificare i quattro colli, ma, dopo pochi decenni, i contrasti interni alla famiglia facilitarono il passaggio di Bianello prima sotto i Visconti poi, nei primi decenni del 1400, sotto gli Estensi. Il ruolo del castello di Monte Lucio divenne da allora marginale e il sito cominciò ad essere frequentato in misura minore. Il castello di Monte Lucio e la sua Storia da avamposto difensivo a presidio del territorio Monte Lucio fu l’ultimo dei quattro castelli ad essere costruito. La sua origine risale al XIII secolo e fin da subito dovette assumere la funzione di presidio militare del territorio in stretta relazione con la famiglia dei da Canossa. Recordatio delle concessioni alla Famiglia da Canossa. Archivio Turri, carte Canossa, b. 38, doc. 1160 mag. 5 - Archivio di Stato di Reggio Emilia, aut. 3/2014
  • 8. 8 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello monte lucio Il figlio cadetto Le Quattro Castella: veduta da mezzogiorno, Ignazio Natalini (fotografo), 1864, 45x60 mm, Reggio Emilia - Biblioteca Panizzi - Fototeca Monte Lucio 2014 Sella di Monte Lucio, area retrostante il colle, da cui si dipartono i sentieri di collegamento con Monte Zane e Bianello V ARRONE, nel suo trattato De lingua latina, scrive che la parola Lucus avrebbe il significato di locus a non lucendo che, letteralmente, potrebbe tradursi come luogo che non è illuminato. Recenti studi etimologici hanno invece teorizzato che la parola lucus possa effettivamente derivare da lux, cioè luce, ma riferita alle radure all’interno dei boschi illuminate dal sole o dalla luna, quei luoghi dove venivano eseguiti i sacrifici alle divinità. Il lucus era dunque il bosco sacro e Monte Lucio porta perciò legato al suo nome un significato molto antico e quasi culturale: questo significato si intreccia in modo singolare con la presenza sulla sua sommità della Chiesa dedicata a San Leonardo, ove si praticava un particolare rito funebre dedicato alla sepoltura dei bambini. L O STORICO Andrea Balletti, nel suo libro Le Quattro Castella, scrive che alla fine del XIX secolo Monte Lucio era chiamato Montescrannina per la particolare forma a seggiola dei resti della sua torre e lo definisce come quello che figurò sempre come il cadetto della famiglia, in quanto tra i colli di Quattro Castella era quello con i manufatti in elevato meno conservati e visibili. D OPO le recenti campagne di scavi è però emersa una peculiare struttura difensiva, dotata di una serie di elementi storico-architettonici che hanno fornito una nuova ed accattivante lettura non solo a quel figlio cadetto, ma anche a tutto il complesso dei quattro colli.
  • 9. 9 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello LeINDAGINI archeologiche hanno portato alla luce un piccolo cimitero, composto da 29 sepolture, associabili al piccolo edificio ecclesiastico. L’area cimiteriale è disposta seguendo una precisa organizzazione funeraria, differenziando le sepolture localizzate all’interno della chiesa da quelle rinvenute all’esterno, in base al genere e all’età. Infatti l’interno dell’edificio era destinato ad accogliere le sepolture di bambini e di donne, l’area esterna invece di uomini. SiTRATTA di sepolture in fossa terragna, al cui interno vi erano inumati singoli individui. L’unica eccezione è stato il rinvenimento di un piccolo neonato, di circa 4-6 mesi, adagiato accanto alla sepoltura di una donna. Gli individui, deposti nello stesso momento, erano all’interno della stessa fossa sepolcrale. GENERALMENTE i defunti erano sepolti in posizione supina, nella maggior parte dei casi con le gambe distese e le braccia lungo i fianchi. Una sepoltura ha le braccia incrociate sul petto. IlCAMPIONE ANTROPOLOGICO degli individui rinvenuti nell’area cimiteriale è composto da 8 maschi, 2 femmine, 18 individui infantili e 1 individuo di cui non è stato possibile determinare il sesso e l’età a causa del cattivo stato di conservazione. Negli adulti l’età di morte è compresa tra i 16 e i 35 anni. Per quanto riguarda la valutazione della statura, il valore medio calcolato è di circa 166 cm. Gli uomini e la vita quotidiana nel Castello LePATOLOGIE maggiormente riscontrate sono dentarie, come carie e tartaro. Nella maggior parte dei casi le malattie parodontali hanno determinato la perdita dei denti intra vitam, con il successivo riassorbimento alveolare. Abbastanza diffuse le patologie articolari, soprattutto della colonna vertebrale, con l’individuazione di alcune ernie e stress funzionali a carico degli arti inferiori. In un individuo è stata riscontrata una frattura cranica causata da una punta di freccia. il cimitero accanto alla chiesa La vita quotidiana la guerra, gli strumenti di lavoro e gli oggetti d’uso domestico L’area esterna alla chiesa è caratterizzata dal rinvenimento di un cimitero di individui adulti. Lo studio dei resti ha permesso di ricostruire le loro condizioni di vita. Inoltre dallo scavo sono emersi numerosi oggetti che hanno offerto la possibilità di gettare uno spiraglio di luce sulle attività svolte all’interno del castello. LoSCAVO ARCHEOLOGICO, oltre a permettere di conoscere chi fu seppellito all’interno del castello, ci consente di cogliere anche alcuni aspetti di come fosse la vita al suo interno. MONTE LUCIO, come tanti castelli medievali, conobbe episodi di battaglie e scontri, ben testimoniati dalle numerose punte di freccia e di balestra rinvenute. Queste si possono dividere in base alla forma in tre tipologie: per la guerra, per la caccia e per l’addestramento. Testimoniano la presenza di guerrieri anche una placchetta di armatura e alcuni speroni da cavaliere. ACCANTO ad attività legate alla guerra e alla difesa armata del castello si può ricostruire uno spaccato degli strumenti di lavoro e di vita quotidiana degli abitanti di Monte Lucio. Numerosi sono i coltelli rinvenuti nel sito. Notevoli sono i ditali e gli aghi per cucire e rammendare le vesti, ornate da piccoli bottoni in bronzo o argento e abilmente decorate con cinture e fibbie in ferro e in bronzo, delle più svariate forme e misure. Unica testimonianza dei lavori di carpenteria e di falegnameria sono gli innumerevoli chiodi ritrovati. L EGATI alla cucina sono alcuni frammenti di ceramica in terracotta facenti parte di pentole appese in sospensione sul fuoco con un manico in ferro oppure su piccoli fornetti utilizzati per la panificazione domestica o come scaldavivande. Non in cucina, ma sulla tavola trovavano spazio i boccali e le brocche in maiolica arcaica, manufatti utilizzati come contenitori di liquidi (acqua o vino).
  • 10. 10 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello LaPRESENZA DI TARTARO E CARIE in- dica una cattiva igiene orale, abbastanza frequente nelle popolazioni antiche, ma anche una dieta ricca di carboidrati e zuccheri semplici. L’uso di cibi ricchi di fibre e coriacei, farinacei macinati con mole di pietra, esercitavano un’azione abrasiva sui denti. L’ALIMENTAZIONE principalmente cerealicola causava spesso una demineralizzazione dello smalto dentario, con un conseguente aumento dei rischi di contrarre infezioni. IlTARTARO, le carie, l’usura eccessiva causava- no spesso una retrazione eccessiva del margine alveolare fino a provocare la perdita del dente, come nei casi riscontrati sui resti di Monte Lucio. In alcuni casi invece l’usura dentaria è causata dall’utilizzo della dentizione anche per scopi extra alimentari. In questi casi, invece, l’usura molto forte interessa soprattutto i denti anteriori. INDICAZIONI DI ANE-MIE, spesso per una dieta a bas- so contenuto di ferro, si possono ottenere anche dal cranio, con la presenza di erosioni nella zona centrale e delle orbite (criba cranii e criba orbitalia). Su un frammento di cranio infantile ci sono tracce di questo tipo di anemia. Cosa mangiavano? le patologie legate all’alimentazione
  • 11. 11 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello OLTRE ALLE MONETE lo scavo ha portato alla luce oggetti del tutto particolari, che dimostrano la straordinaria peculiarità di un sito come Monte Lucio. Tra questi si segnalano un sigillo veneziano in piombo, uno spillone dorato, raffinato oggetto di ornamento femminile, due anelli in bronzo, alcune piccole appliques e infine un grande anello e una fibbia in bronzo, che facevano parte del vestiario quotidiano medievale, rinvenuti all’altezza del bacino in una sepoltura nel cimitero della chiesa. NEL CASTELLO di Monte Lucio si è rinvenuto un notevole numero di monete. Sorprendente è la grande varietà delle zecche di origine. Le città maggiormente rappresentate dai ritrovamenti numismatici sono sicuramente Mantova con dodici monete e Ferrara con sei, ma altri centri di grande rilevanza sono Milano, Bergamo, Bologna, Lucca, Parma, Ancona, Tortona e Como. U N DISCORSO a parte meritano Reggio Emilia e Merano: della prima città, stranamente, si sono rinvenute solo due monete. Questa ridotta presenza della zecca di Reggio Emilia, situata a breve distanza dal castello di Monte Lucio, apre sicuramente degli interrogativi e spinge a supporre l’esistenza di un circuito monetario più ampio di quello locale. P er quanto riguarda le due monete di Merano, queste sono state ritrovate in parte unite tra loro, insieme ad altre quattro di Mantova, all’interno di una sepoltura all’altezza del fianco sinistro del defunto, poco sopra il bacino. Appare davvero notevole il gruzzoletto di denari ancora avvolti nel tessuto del contenitore, ormai mineralizzato per il contatto con il metallo, nel quale erano conservati. INFINE è importante sottolineare che tra i reperti numismatici rinvenuti due sono di epoca tardo-antica e sono di fatto da considerarsi residuali e sporadici. Le monete e gli oggetti notevoli Sorprendente è la grande varietà di oggetti rinvenuti I reperti trovati ci permettono di affermare che il castello di Monte Lucio era un luogo importante, come testimoniano le numerose monete provenienti da tutta la pianura padana. Significativi sono anche i rinvenimenti di oggetti “preziosi”, segno di un ruolo sociale elevato di alcuni degli abitanti di Monte Lucio Gli oggetti preziosiLe monete Sito di Monte Lucio Zecche rinvenute nel sito Mappa delle monete ACCANTO a questi manufatti ,degni di nota sono un disco in metallo attraversato nel centro da un chiodo (un coperchio?) e alcuni elementi ornamentali in ferro e in bronzo, che presentano un motivo decorativo spiraliforme, curvilineo o puntinato. Grosso Aquilino di Merano in argento (1274-1275) Denaro imperiale di Bergamo in argento (1270-1282) Spillone in oro con sferetta Fibbia in ferro di forma pentagonale completa di ardiglione (XIII-XIV sec.)
  • 12. 12 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello NEL PICCOLO CIMITERO del castello di Monte Lucio le sepolture infantili hanno una notevole rilevanza. L’ Area funeraria destinata ai bambini è l’interno della chiesa, uno spazio fortemente privilegiato, con una valenza simbolica e religiosa. Questa specifica destinazione funeraria molto probabilmente è ricollegabile alla figura di San Leonardo, a cui è dedicata la chiesa, spesso invocato per i parti difficili e le malattie dei bambini. LeS E P O L - T U R E sono tut- te riconducibili alla medesima fase cro- nologica. Sono state rinvenute 18 sepoltu- re infantili, deposte all’interno di fosse sepolcrali terragne. Come nelle deposi- zioni degli individui adulti, il corpo degli inumati è in posizione supina, secondo la più comune prassi cristiana. La maggior parte delle sepolture sono orientate con il capo verso ovest. UNA SEPOLTURA DI UN BAMBINO di un’età compresa tra i 4 e i 5 anni è orientata con la testa verso nord. Si tratta di una sepoltura che spicca rispetto alle altre per la sua posizione. La tomba è stata infatti ricavata all’interno dell’area absidale, uno spazio maggiormente privilegiato, secondo la gerarchizzazione degli spazi degli edifici religiosi. LeOSSA DEI BAMBINI sono molto fragili, per cui lo stato di conservazione non è spesso dei migliori. Nonostante ciò è stato possibile determinare l’età di morte, nella maggior parte dei casi avvenuta entro il primo anno di età. Due sepolture sono di feti, solo 3 sepolture appartengono a bambini di un’età compresa tra i 4 e i 5 anni. NEL CORSO DEL MEDIOEVO la mortalità infantile era molto elevata e diffusa. Solitamente era imputabile sia a cause endogene, legate alle condizioni della gravidanza e del parto o a difetti congeniti del bambino, che colpiscono quasi esclusivamente nei primi giorni e nelle prime settimane di vita, sia a cause esogene, cioè al rischio di contrarre malattie infettive, alle conseguenze di una scarsa o non idonea alimentazione, soprattutto nella delicata fase dello svezzamento, a condizioni igienico-ambientali precarie. Normalmente un quarto dei nati moriva entro il primo anno di La chiesa di San Leonardo vita. Conseguentemente i bambini, appena usciti dallo svezzamento, subivano una brusca diminuzione di apporto nutritivo; questo fattore potrebbe aver contribuito all’elevarsi del tasso di mortalità per i bambini tra i 3 e i 5 anni. LoSCAVO ha posto in luce anche i resti di alcuni oggetti che potevano far parte del corredo della chiesa, quali mobili o serramenti, tra i quali si segnalano due maniglie di cassetti e una serratura di porta perfettamente conservata. Significative sono anche le chiavi, che presentano una grande varietà di misure e diverse tipologie di ingegni a seconda della loro destinazione: porte, bauli o cassetti. Particolari sono il meccanismo di chiusura a cerniera di una cassa e alcuni ganci per piccola falegnameria, ma il rinvenimento più singolare della vetrina è un gruppo di chiodi dalla testa borchiata che in origine decoravano un cofanetto. i bambiniil cimitero nella chiesa di San Leonardo gli arredi della chiesa una chiesa funeraria destinata alla sepoltura di bambini La chiesa del castello di Monte Lucio, dedicata a San Leonardo, rappresenta un caso del tutto particolare, visto che fu destinata alla sola sepoltura di bambini o donne, probabilmente puerpere, un fatto del tutto eccezionale che rende unico questo ritrovamento.
  • 13. 13 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello IL CULTO DI SAN LEONARDO Il Santo protettore dei parti difficili e delle malattie dei bambini S ECONDO LA TRADIZIONE Leonardo di Noblac, co- nosciuto anche come San Leonardo Abate, Eremita o di Limoges, nacque in Gallia da una nobile famiglia franca nel castello di Vandôme, presso Orléans, e fu Clodo- veo stesso, re dei Franchi Salii, a fargli da padrino la notte di Natale del 496, quando il Re abiurò il paganesimo facendosi battezzare. S AN LEONARDO rifiutò di dedicarsi alla carrie- ra cavalleresca per seguire gli insegnamenti di Re- migio, arcivescovo di Reims, e fu il Re Clodoveo a concedergli il privilegio di liberare i prigionieri che avesse ritenuto innocenti e San Leonardo sfruttò que- sta opportunità, liberando persone di umili condizioni. Abbandonata la corte, egli si ritirò presso il monastero di Micy, dove compì il suo primo miracolo trasformando l’ac- qua in vino. Poi si diresse a sud dove fondò un eremo nella foresta di Pauvain, nel Limosino, e la sua fama di santità ar- rivò fino al Re, che ne richiese l’intervento quando la regina Clotilde, transitando in quella zona, fu sorpresa dalle doglie e San Leonardo lenì i suoi dolori. C LODOVEO, per riconoscenza, gli concesse una parte di bosco e lì il Santo, secondo la leggen- da, fece un buco in terra che si riempì miracolo- samente d’acqua, dando origine ad un pozzo che venne nominato nobiliacum, in ricordo della donazione regale. San Leonardo di Noblac, Anonimo, XV sec, Basilica di San Giulio, Orta (Novara) D AL NOBILIACUM prese il nome anche la cittadina intorno al monastero che dapprima prese il nome di Noblac, quindi Noblat, ed oggi è chiamata Saint- Léonard-de-Noblat in onore del suo illustre fondatore. La tradizione vuole che il santo sia morto la sera del 6 no- vembre intorno alla metà del VI secolo. Per le vicende che lo videro protagonista, è considerato il patrono dei carcerati, dei fabbricanti di catene, fibbie e fermagli e la sua inter- cessione viene invocata per i parti difficili e le malattie dei bambini.
  • 14. 14 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello il segreto di monte lucio Conversazione tra storico e archeologo sui misteri e i metodi per svelarli STORICO: Una prima domanda: qual è il mistero di Monte Lucio? ARCHEOLOGO:Partiamo dal concreto… STORICO: Bene. Allora dimmi, perché avete scelto quel colle che apparentemente era il meno documentato di quelli di Quattro Castella? ARCHEOLOGO: Intanto perché la sua area è più limitata e questo ci dava la garanzia di poter ottimizzare al meglio i fondi ottenuti e poi perché Monte Lucio era il colle su cui avevamo meno informazioni e questo rende molto più interessante la ricerca archeologica. Devo dire che i risultati hanno dato ragione a quella intuizione. STORICO: Allo scavo hanno partecipato solo studenti e archeologi dell’Università di Bologna? ARCHEOLOGO: Non solo. Un grande aiuto lo hanno dato anche gli abitanti di Quattro Castella e gli Amici di Bianello, che sono stati i nostri angeli custodi e ci hanno dato una mano nello scavo vero e proprio. STORICO: Si può dire allora che avete imparato anche dalle persone, non solo dallo scavo. ARCHEOLOGO: Certo. Monte Lucio ci ha riservato tante belle sorprese, come anche la gente di Quattro Castella. STORICO: E cosa mi puoi dire della cappella di San Leonardo che le fonti storiche ci dicono essere esistita su Monte Lucio? ARCHEOLOGO: La Chiesa era realmente posta all’interno del castello e si presentava in buono stato di conservazione. Inoltre ha rivelato un’inaspettata particolarità. STORICO: Quale particolarità? ARCHEOLOGO: All’interno e all’esterno sono state rinvenute molte sepolture. STORICO: Interessante! Però nelle chiese medievali le sepolture erano diffuse. Qual è la particolarità di Monte Lucio? ARCHEOLOGO: Quello che rende Monte Lucio unico è il fatto che all’interno della chiesa, nello spazio di maggior prestigio, erano sepolti bambini e puerpere, mentre all’esterno uomini adulti, forse guerrieri. STORICO: Allora l’intitolazione dell’oratorio non è un caso, visto che San Leonardo era invocato per i parti difficili e per le malattie dei bambini. Oltre alla chiesa e alle tombe che cos’altro avete trovato? ARCHEOLOGO: Purtroppo non abbiamo ancora rinvenuto le abitazioni, tuttavia i numerosi reperti portati in luce ci hanno permesso di definire meglio gli oggetti d’uso quotidiano, nonché appurare che realmente il castello è stato teatro di battaglie, come indicano le tante punte di balestra. STORICO: Una chiesa riscoperta, strane sepolture… possiamo affermare che il mistero di Monte Lucio è stato svelato! ARCHEOLOGO: Certo. È stato un lavoro difficile, ma siamo riusciti a far convergere discipline diverse, la storia, l’archeologia, l’antropologia, per ripercorre a ritroso la storia di un territorio e dei suoi antichi abitanti.
  • 15. 15 il mistero di monte lucio - mostra archeologica - castello di bianello E rano i primi giorni dello scavo quando, sul muro esterno perimetrale della Chiesa di San Leonardo, fu rinvenuto il primo scheletro. Si trattava di un bambino deposto sullo strato di crollo dell’edificio, con la testa leggermente inclinata che sembrava essere stata di proposito appoggiata a quel muro. Forse chi l’aveva deposto tanto tempo fa aveva voluto legarlo per sempre a San Leonardo e porlo ugualmente sotto la sua protezione, anche se di quell’antico edificio di culto erano rimaste soltanto poche pietre. Quelle pietre evidentemente conservavano ancora per la collettività un profondo senso di sacro come se, anche distrutto, quel luogo fosse ancora intriso della forza protettiva del Santo, come se i bambini potessero ancora essere lasciati in sua custo- dia per l’eternità. Tra i resti del bambino fu trovata soltanto una conchiglia, una delle tante che anco- ra affiorano sui colli di Quattro Castella, avanzi di un antico mare, divenuti monili per chi non poteva permettersi altro e, in questo caso, unico tenero accompagna- mento della sua sepoltura. È molto probabile infatti che quella conchiglia fosse parte di una piccola collana che il bambino portava sul petto. Quell’antico ornamento è divenuto oggi simbolo del viaggio nel tempo che rappresenta la mostra dei reperti di Monte Lucio e quel bam- bino, che non ha un nome né un sesso, con il viso rappresentato da un’immagine disegnata, si è fatto per noi strumento e simbolo del percorso espositivo, accompa- gnandoci idealmente per mano nelle strade del suo mondo ormai perduto. il bambino con la conchiglia Simbolo e Segno