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Strategie e percorsi per
integrare i bambini con
disabilità al nido
Brindisi,18-19 Febbraio 2016
Gloria Guadalupi
 Pedagogista clinico
 Mediatore familiare, scolastico,
sociale e penale
 Sostegno genitoriale
 Disagio minorile
 Formazione
Paolo Carrone
 Psicologo clinico
 Sostegno genitoriale
 Disagio minorile
 Formazione
Struttura del modulo
 Piano legislativo
 Decreto del Presidente della Repubblica 24/2/94
 Le parti in gioco nella presa in carico di un bambino con disabilità
 Gestione del primo incontro tra nido e famiglia
 Laboratorio esperienziale
Piano legislativo
Il DPR 24/2/1994: “Atto di indirizzo e
coordinamento relativo ai compiti delle unità
sanitarie locali in materia di alunni portatori di
handicap"
La legge 104/92: “Legge quadro per
l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti
delle persone handicappate”
 Garantisce l’accesso del bambino disabile all’asilo
nido (art.12)
 Tutela l’integrazione nel nido per sviluppare le
potenzialità della persona disabile
 Promuove l’integrazione tramite gli altri bambini
 Equipara gli asili nido alle altre scuole per
quanto concerne la tutela legale tramite la
legge 104/94
 Sistematizza la struttura del Profilo Dinamico-
Funzionale (PDF) necessario per il Piano
Educativo Individualizzato (PEI)
DPR 24/2/1994
Certificato della situazione
di disabilità con Diagnosi
Funzionale (DF)
Profilo Dinamico-
Funzionale (PDF)
Piano Educativo
Individualizzato (PEI)
Descrizione analitica della
compromissione funzionale dello
stato psicofisico dell'alunno in
situazione di handicap al momento
in cui accede alla struttura
sanitaria (medici e operatori ASL)
 Anamnesi
 Diagnosi clinica
 Potenzialità
Indica le caratteristiche fisiche, psichiche e
sociali ed affettive dell’alunno e pone in
rilievo sia le difficoltà sia le capacità
possedute che devono essere sostenute
(famiglia, educatori, equipe sanitaria)
 Difficoltà di apprendimento
 Capacità possedute
 Possibilità di recupero
Rappresenta il progetto educativo
dell’alunno sulla base dei propri
limiti e risorse a livello biologico
psicologico e sociale (educatori,
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e facilitatori
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Le parti in gioco
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 Conoscere le specifiche della
disabilità
 Poter contare su una rete di
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 Sviluppare competenze
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disabilità
 Ricevere rassicurazioni e
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 Difficoltà stress correlate
 Rifiuto della disabilità
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 Ritiro sociale
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Famiglia
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 Proteggere e rinforzare
 Fornire supporto
 Promuovere l’appartenenza
 Stimolare il confronto
 Introdurre la
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Bisogni in relazione
all’accudimento
Fratelli, nonni, zii, cugini, amici di famiglia
 Informazione sulle specifiche
della disabilità
 Sviluppare competenze
specifiche di relazione
 Rimodulare i ruoli
 Ricevere rassicurazioni e
normalizzare l’esperienza
Criticità potenziali nella
relazione dei parenti
 Rifiuto del bambino/famiglia
 Invischiamento e confusione
dei ruoli
 Mantenere l’equilibrio tra
tutti i membri
 Eccessiva presa in carico
Scuola Coordinatore, educatori, cuoca, operatori ausiliari
Ruolo nei confronti della famiglia
e del bambino con disabilità
 Stimolare l’integrazione sociale
 Promuovere le potenzialità
 Fornire supporto
 Sensibilizzare al tema della disabilità
 Realizzare un progetto educativo
individualizzato
 Entrare in relazione con tutti gli enti
che hanno in carico il bambino
Bisogni in relazione
alla presa in carico
 Formazione e informazione sulla
disabilità specifica
 Supporto dagli enti del territorio
 Relazione di cooperazione con la
famiglia
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formativa tra i membri
dell’equipe
Criticità potenziali nella
presa in carico
 Focus sul bambino escludendo
famiglia e rete
 Difficoltà stress correlate
 Rigidità sui limiti causati dalla
disabilità
 Sovraccarico auto-etero-
attribuito di responsabilità
Strutture Riabilitative Medici, psicologi, operatori socio-sanitari
Ruolo nei confronti della famiglia
e del bambino con disabilità
 Diagnosticare e definire la
disabilità
 Restituire la diagnosi
 Orientare alla rete di supporto
Bisogni in relazione
alla presa in carico
 Supporto dagli enti del territorio
 Relazione di cooperazione con la
famiglia
Criticità potenziali nella
presa in carico
 Scarsa considerazione del vissuto
emotivo famigliare
 Supporto continuativo con la
famiglia
 Rigidità diagnostica
 Tempistiche d’intervento
«Chi aiuta non può approfittare del bisogno di aiuto dell’altro;
chi aiuta è tenuto a sospendere il giudizio sull’altro; la
relazione di aiuto chiede che nessuno sia sconfitto; chi viene
aiutato deve misurarsi nel ruolo di aiutante; un aiuto offerto
non può essere né diventare l’aiuto; chi aiuta deve trovare
nell’altro un’identità che va oltre a quella monocorde e
spersonalizzata del bisognoso e del disagiato; la relazione
d’aiuto non si muove con dinamiche di assolutezza ma con
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Caldin «introduzione alla pedagogia speciale»
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Riunitevi in gruppi in base al nido di appartenenza e
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Bibliografia di riferimento
Bichi I. (2011) Disabilità e pedagogia della famiglia, madri e padri di figli speciali. ETS: Pisa.
Caldin R. P. (2001) Introduzione alla pedagogia speciale. CLEUP: Padova.
Cesaro A. (2015) Asilo nido e integrazione del bambino con disabilità. Carocci Faber: Roma.
Crispiani P. (2008) Pedagogia clinica della famiglia con handicap. Edizioni Junior: Azzano S. Paolo.
Elia G. (2012) Questionari di pedagogia speciale. Progedit: Bari.
Grazie per
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Modulo disabilità

  • 1. Strategie e percorsi per integrare i bambini con disabilità al nido Brindisi,18-19 Febbraio 2016
  • 2. Gloria Guadalupi  Pedagogista clinico  Mediatore familiare, scolastico, sociale e penale  Sostegno genitoriale  Disagio minorile  Formazione Paolo Carrone  Psicologo clinico  Sostegno genitoriale  Disagio minorile  Formazione
  • 3. Struttura del modulo  Piano legislativo  Decreto del Presidente della Repubblica 24/2/94  Le parti in gioco nella presa in carico di un bambino con disabilità  Gestione del primo incontro tra nido e famiglia  Laboratorio esperienziale
  • 4. Piano legislativo Il DPR 24/2/1994: “Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap" La legge 104/92: “Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”  Garantisce l’accesso del bambino disabile all’asilo nido (art.12)  Tutela l’integrazione nel nido per sviluppare le potenzialità della persona disabile  Promuove l’integrazione tramite gli altri bambini  Equipara gli asili nido alle altre scuole per quanto concerne la tutela legale tramite la legge 104/94  Sistematizza la struttura del Profilo Dinamico- Funzionale (PDF) necessario per il Piano Educativo Individualizzato (PEI)
  • 5. DPR 24/2/1994 Certificato della situazione di disabilità con Diagnosi Funzionale (DF) Profilo Dinamico- Funzionale (PDF) Piano Educativo Individualizzato (PEI) Descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell'alunno in situazione di handicap al momento in cui accede alla struttura sanitaria (medici e operatori ASL)  Anamnesi  Diagnosi clinica  Potenzialità Indica le caratteristiche fisiche, psichiche e sociali ed affettive dell’alunno e pone in rilievo sia le difficoltà sia le capacità possedute che devono essere sostenute (famiglia, educatori, equipe sanitaria)  Difficoltà di apprendimento  Capacità possedute  Possibilità di recupero Rappresenta il progetto educativo dell’alunno sulla base dei propri limiti e risorse a livello biologico psicologico e sociale (educatori, famiglia)  Analisi del funzionamento  Strategie d’intervento e facilitatori  Obiettivi educativi specifici  Modalità di verifica
  • 6. Le parti in gioco Bambino con disabilità Genitori Famiglia Scuola Strutture riabilitative
  • 7. Genitori Ruolo nei confronti del figlio con disabilità  Fornire protezione e sicurezza  Dare rinforzo emotivo  Promuovere esplorazione e svincolo Bisogni in relazione all’accudimento  Conoscere le specifiche della disabilità  Poter contare su una rete di supporto  Sviluppare competenze specifiche in rapporto alla disabilità  Ricevere rassicurazioni e normalizzare l’esperienza Criticità potenziali nella relazione col figlio  Difficoltà stress correlate  Rifiuto della disabilità  Rifiuto del figlio  Iper-accudimento e sostituzione al figlio  Crisi di coppia/famigliare  Ritiro sociale  Senso di fallimento Madre, padre, figure di attaccamento primario
  • 8. Famiglia Ruolo nei confronti del parente con disabilità  Proteggere e rinforzare  Fornire supporto  Promuovere l’appartenenza  Stimolare il confronto  Introdurre la differenziazione/diversità Bisogni in relazione all’accudimento Fratelli, nonni, zii, cugini, amici di famiglia  Informazione sulle specifiche della disabilità  Sviluppare competenze specifiche di relazione  Rimodulare i ruoli  Ricevere rassicurazioni e normalizzare l’esperienza Criticità potenziali nella relazione dei parenti  Rifiuto del bambino/famiglia  Invischiamento e confusione dei ruoli  Mantenere l’equilibrio tra tutti i membri  Eccessiva presa in carico
  • 9. Scuola Coordinatore, educatori, cuoca, operatori ausiliari Ruolo nei confronti della famiglia e del bambino con disabilità  Stimolare l’integrazione sociale  Promuovere le potenzialità  Fornire supporto  Sensibilizzare al tema della disabilità  Realizzare un progetto educativo individualizzato  Entrare in relazione con tutti gli enti che hanno in carico il bambino Bisogni in relazione alla presa in carico  Formazione e informazione sulla disabilità specifica  Supporto dagli enti del territorio  Relazione di cooperazione con la famiglia  Condividere la responsabilità formativa tra i membri dell’equipe Criticità potenziali nella presa in carico  Focus sul bambino escludendo famiglia e rete  Difficoltà stress correlate  Rigidità sui limiti causati dalla disabilità  Sovraccarico auto-etero- attribuito di responsabilità
  • 10. Strutture Riabilitative Medici, psicologi, operatori socio-sanitari Ruolo nei confronti della famiglia e del bambino con disabilità  Diagnosticare e definire la disabilità  Restituire la diagnosi  Orientare alla rete di supporto Bisogni in relazione alla presa in carico  Supporto dagli enti del territorio  Relazione di cooperazione con la famiglia Criticità potenziali nella presa in carico  Scarsa considerazione del vissuto emotivo famigliare  Supporto continuativo con la famiglia  Rigidità diagnostica  Tempistiche d’intervento
  • 11. «Chi aiuta non può approfittare del bisogno di aiuto dell’altro; chi aiuta è tenuto a sospendere il giudizio sull’altro; la relazione di aiuto chiede che nessuno sia sconfitto; chi viene aiutato deve misurarsi nel ruolo di aiutante; un aiuto offerto non può essere né diventare l’aiuto; chi aiuta deve trovare nell’altro un’identità che va oltre a quella monocorde e spersonalizzata del bisognoso e del disagiato; la relazione d’aiuto non si muove con dinamiche di assolutezza ma con dinamiche di complementarietà» Caldin «introduzione alla pedagogia speciale»
  • 12. Primo incontro con i genitori Accoglienza Promuovere un’esposizione libera Compilazione questionario d’ingresso Inserimento  Ascoltare i loro bisogni  Comprendere le loro aspettative  Esplorare le loro emozioni Presentare la struttura Proporre il progetto educativo individualizzato Incontrare il personale del nido
  • 13. Laboratorio Riunitevi in gruppi in base al nido di appartenenza e collaborate liberamente per svolgere le attività richieste
  • 14. Bibliografia di riferimento Bichi I. (2011) Disabilità e pedagogia della famiglia, madri e padri di figli speciali. ETS: Pisa. Caldin R. P. (2001) Introduzione alla pedagogia speciale. CLEUP: Padova. Cesaro A. (2015) Asilo nido e integrazione del bambino con disabilità. Carocci Faber: Roma. Crispiani P. (2008) Pedagogia clinica della famiglia con handicap. Edizioni Junior: Azzano S. Paolo. Elia G. (2012) Questionari di pedagogia speciale. Progedit: Bari.