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INVOLUCRO - FORMA - PARADIGMI
• INVOLUCRO EDILIZIO
Ovvero il contenitore delle funzioni ( umane ) indipendentemente
dalla tipologia costruttiva
• INVOLUCRO ENERGETICO
Ovvero lo spazio entro il quale avvengono processi energetici regolati e disciplinati
in grado di soddisfare il comfort ambientale
• INVOLUCRO A VALENZA ARCHITETTONICA
L’edificio nella sua complessità formale, storica, semantica etc.
Un “prodotto culturale” indispensabile alla crescita dell’uomo ma mai disgiunto
dal contesto controllato dall’uomo.
• Il clima ed i bisogni degli individui
condizionano il fabbisogno
energetico
• Un clima che limita il bisogno
primario di energia favorisce la
limitazione dei bisogni reali ed
indotti.
• La tecnologia può venire
applicata diversamente
• I bisogni primari limitati
influiscono sulle forme
dell’abitare.
• La tecnologia limita il suo
dominio, si ri(con)duce a tecnica.
Oppure con evidenti
contestualizzazioni, l’uno di fronte
all’altro, tecniche e tecnologie
differenti
che pongono in evidenza tutte le
problematiche relative all’involucro
sotto il profilo energetico
nelle versioni e forme che
conosciamo dalla storia
classiche, neoclassiche,
Aperto - chiuso, interno - esterno
anche nelle architetture “ minori “, pubbliche, e legate
alla tradizione
o a quelle di sapore eclettico
(la pelle dell’involucro si spinge a modificare l’involucro stesso)
oppure ove la facciata raccoglie spunti ed opportunità per
rapportarsi al contesto, citandolo
E citando intere parti di architetture presenti, con involucri trasparenti usati come
connessioni e, nel contempo, mistificazioni dello spazio di riferimento
occupando porzioni di territorio urbano,
anticipandone le trasformazioni
E riproducendo luoghi analoghi ed analogie di luoghi, ovvero diffondendo
caratteri ritenuti universali, quindi facilmente “omologabili“ e standardizzabili
ovvero utilizzando schemi strutturali di facciata con precisi rapporti
tra le parti secondo alcune lezioni dei maestri
dell’Architettura Moderna ( ma non contemporanea )
È sempre più sottile il limite
interpretativo della architettura anche
legato agli stilemi racchiusi nella “
facciata”.
Dal tempio al curtain wall, il passaggio si è fatto molto articolato
sia per il modificarsi dei radicali bisogni indotti dalle mutazioni sociali ed economiche,
sia per l’appropriarsi da parte dell’uomo, della tecnica e della tecnologia
in una trascendenza che ha visto sostituire il carattere espressivo della
manualità a quello sublime degli effetti tecnologici.
Leggere la facciata come parte dell’involucro edilizio anche nella
versione più nobile di involucro architettonico, attraverso il
modificarsi dei linguaggi, delle tecniche applicate e rese evidenti
come paradigmi della architettura stessa, corre sovente il rischio di
far dimenticare la valenza energetica dell’involucro e la sua
riconduzione alla originalità dell’architettura la quale è innanzi tutto
“ in un rapporto con l’ambiente “, il contesto, il patrimonio di culture
materiali, esperienze, trasformazioni ed elaborazioni di spazi
funzionali al vivere ed alla socializzazione.
la verticalità, amplificando la
trasparenza, annullando
significativamente la mediazione del
rapporto tra interno ed esterno,
modificando la materialità
dell’involucro……
uniformando gli spazi e le superfici, azzerandone ogni carattere
interpretativo, annullandone di fatto i limiti fisici: una fisicità utile,
invece, al riconoscimento della diversità.
Involucri che (non) comunicano mediante le trasparenze, rendendo
fragile anche la percezione e la materialità della realtà urbana,
modificandone i caratteri del linguaggio, rendendolo
temporaneo, virtuale
occupando il territorio, così che la città diventa essa stessa un
involucro “energetico”
Tutto questo sembra venire affrontato con una certa disinvoltura, ovvero con quei
paradigmi che sono legati al progetto in cui l’espressività spesso pura e semplice prevale
sulla essenza, sulle regole “ semplici” che individuano nel luogo e nelle sue
caratteristiche ambientali il referente oggettivo.
Vi sono esempi interessanti di mediazione tra
preesistenze, dialogo tra parti, nuovo ed antico
involucro nell’involucro. Una mediazione in grado di usare il
pre-testo per non azzerare i significati ma tentarne anzi la
integrazione dialettica.
LA VALENZA ARCHITETTONICA, DUNQUE, RIESCE A DARE QUALITA’ ALL’INVOLUCRO là
DOVE E’CHIARA LA COMPOSIZIONE DEL LINGUAGGIO
Evidentemente un linguaggio che intenda comunicare all’individuo – fruitore (si diceva
un tempo) il significato “ culturale” dell’opera, andando oltre il significato
“merceologico”, rifacendosi giustamente ad uno dei caratteri universali dell’architettura
più legato alla rappresentazione tridimensionale che non a quella materiale, effettiva,
fruibile e conservabile nel tempo e nello spazio.
Un esempio di classificazione interpretativa dell’involucro (in un certo qual senso
l’insieme delle facciate ancor prima della pelle) qui di seguito riportato, ci permette di
comprendere come, passando nella storia dell’architettura, l’involucro perde per strada
le regole della lettura, che poi sostanzialmente sono quelle paradigmatiche
dell’architettura. Fino ad arrivare alla pura trasparenza.
Insomma: se l’involucro architettonico deve riconoscersi e trasmettere …sensazioni,
emozioni, storia, umanità etc. etc. presentarsi con la sola trasparenza e forse anche
leggerezza (visiva) non solo non corrisponde ai “canoni” contemporanei, ma pone
l’interpretazione stessa al livello
(purtroppo) della semplice spettacolarità.
AD OGNI MUTAMENTO DEL RAPPORTO TRA PARETE E BUCATURA,
DOVUTO AI SISTEMI COSTRUTTIVI,
MUTANO I LINGUAGGI,
EVOLVONO SINO AD ANNULLARSI,
LASCIANDO EVIDENTE PERO’ LA
“ contraddizione “
Vale a dire
PIU’ L’INVOLUCRO SI APRE, TRASPARE, SI ALLEGGERISCE
PIU’ OCCORRE FARE RICORSO ALLA TECNOLOGIA
(e sappiamo quanto sia maledettamente contraddittoria la tecnologia,
per le illusioni e per la sua materialità)
COSTRUIRE UN EQUILIBRIO
Costruire l’equilibrio è l’imperativo della contemporaneità; proprio alla luce della
tecnologia, delle sue grandi potenzialità ; equilibrio che possiamo definire
“energetico”.
UN APPROCCIO “ ENERGETICO” ALL’INVOLUCRO NEL RISPETTO DELLA QUALITA’
AMBIENTALE
( contenitore in cui produrre e conservare )
<COMFORT>
una ricerca di equilibrio tra forma, rapporto interno esterno,
trasparenza ed opacità, energia,..anche se
di ben altro equilibrio si dovrebbe parlare qui
ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL COMFORT
Le categorie che agiscono sul comfort sono:
I parametri ambientali
I fattori di comfort dell’utenza
I parametri ambientali sono manifestazioni energetiche che esprimono caratteristiche fisiche ed
ambientali di un determinato spazio (unità ambientale)
i fattori di comfort dell’utente sono condizioni esterne all’ambiente
che influiscono sulla sua valutazione
comfort visivo (illuminamento- livello luminoso- abbagliamento)
luce naturale e luce artificiale
comfort acustico (dal rumore al suono)
comfort climatico
temperatura dell’aria, umidità relativa, tipologia di attività, etc.
(la somma = comfort globale)
l’ambiente esterno, naturale ed edificato
l’analisi del contesto e le sue condizioni ambientali, stabiliscono i termini generali
dell’approccio progettuale per quale involucro?
FACCIAMO UNA TIPOLOGIA DI INVOLUCRO
MASSIVO ?
(fondamentalmente legato ai materiali locali, alle tradizioni, ai metodi costruttivi
con prevalente presenza di “ acqua “, con forte inerzia termica)
OPPURE UN INVOLUCRO TRASPARENTE?
(leggerezza, sostenibilità, etc.? Involucro energeticamente compatibile ? )
O FORSE MEGLIO L’INVOLUCRO STRATIFICATO?
(ovvero una struttura leggera, telai leggeri, spessori piccoli, assemblaggio di parti a
secco, connessioni meccaniche a secco, bassa energia incorporata, reversibilità del
sistema, razionale utilizzo dei materiali, adozione della “ lastra “, pacchetti con
prestazioni elevate, involucro formato da strati che interagiscono con l’ambiente
esterno, involucro formato da strati che interagiscono con l’interno, razionalizzazione
degli impianti e loro autonomia effettiva)
Anche negli interventi di recupero
Con soluzioni portate all’estremo
Radiografate
ed anche
il cui interno è il seguente
La cui lettura
Unendo manualità diverse
Partendo da un approccio sistematico
In una chiara distinzione tra involucro
energetico e la sua forma
UN APPROCCIO ALL’INVOLUCRO, insomma, CHE SODDISFI IL COMFORT AMBIENTALE
NELLE ACCEZIONI SIN QUI ESPRESSE
(processi costruttivi, flessibilità esecutiva, rispetto dei paradigmi progettuali, etc. )
- che comprenda -
LA COSI’- DETTA SOSTENIBILITA’-
PUO’ESSERE IL PARADIGMA DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA ?
(ci potremmo anche accontentare del “costruire” contemporaneo)
Senza enfasi, potremmo (?) immaginare
una “traslazione” culturale
A qui
E da qui
A qui
SE COSI FOSSE, POTREMMO PERCORRE ANTICHE
STRADE FACENDO NOSTRA LA TECNOLOGIA E NON
VICEVERSA RI-SCOPRENDO LA TECNICA
SENZA TIMIDEZZA
CON SAPIENZA
ANCHE ECCLETTISMO
attenzione
Forse RAGIONEVOLEZZA
Ed INGEGNO
A patto che, il percorso non raggiunga traguardi incomprensibili e giustificati solamente da ambizioni
concorsuali o sostenuto da un fondamentalismo ideologico.
“rispecchia moduli interpretativi contemporanei con l’esplicitazione di una architettura che ambisce
alla raffinatezza e all’eleganza attraverso mezzi compositivi”.………
“che coniuga brani di architettura contemporanea calibrati ed efficaci con l’edificio preesistente e i
suoi valori storico-architettonici” ………
“vigorosa espressione di temi architettonici nel continuum di elementi strutturali, nella composizione
di elaborati rapporti figura/sfondo a forte carattere per gli esterni, con un attento studio degli
interni”.
“Protagonista del progetto è il tema della fluidità, a partire dalla relazione tra edificio e piazza, fino
all'elemento più complesso da realizzare, ossia la pelle dell'edificio, che è definita da una successione
di sinuose ondulazioni, pieghe e biforcazioni. L'obiettivo principale è stato fare riferimento a linee,
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?

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Marino ferrari

  • 1. INVOLUCRO - FORMA - PARADIGMI
  • 2. • INVOLUCRO EDILIZIO Ovvero il contenitore delle funzioni ( umane ) indipendentemente dalla tipologia costruttiva • INVOLUCRO ENERGETICO Ovvero lo spazio entro il quale avvengono processi energetici regolati e disciplinati in grado di soddisfare il comfort ambientale • INVOLUCRO A VALENZA ARCHITETTONICA L’edificio nella sua complessità formale, storica, semantica etc. Un “prodotto culturale” indispensabile alla crescita dell’uomo ma mai disgiunto dal contesto controllato dall’uomo.
  • 3. • Il clima ed i bisogni degli individui condizionano il fabbisogno energetico • Un clima che limita il bisogno primario di energia favorisce la limitazione dei bisogni reali ed indotti. • La tecnologia può venire applicata diversamente • I bisogni primari limitati influiscono sulle forme dell’abitare. • La tecnologia limita il suo dominio, si ri(con)duce a tecnica.
  • 4. Oppure con evidenti contestualizzazioni, l’uno di fronte all’altro, tecniche e tecnologie differenti che pongono in evidenza tutte le problematiche relative all’involucro sotto il profilo energetico nelle versioni e forme che conosciamo dalla storia
  • 6. Aperto - chiuso, interno - esterno
  • 7. anche nelle architetture “ minori “, pubbliche, e legate alla tradizione
  • 8. o a quelle di sapore eclettico (la pelle dell’involucro si spinge a modificare l’involucro stesso)
  • 9. oppure ove la facciata raccoglie spunti ed opportunità per rapportarsi al contesto, citandolo
  • 10. E citando intere parti di architetture presenti, con involucri trasparenti usati come connessioni e, nel contempo, mistificazioni dello spazio di riferimento
  • 11. occupando porzioni di territorio urbano, anticipandone le trasformazioni
  • 12. E riproducendo luoghi analoghi ed analogie di luoghi, ovvero diffondendo caratteri ritenuti universali, quindi facilmente “omologabili“ e standardizzabili
  • 13. ovvero utilizzando schemi strutturali di facciata con precisi rapporti tra le parti secondo alcune lezioni dei maestri dell’Architettura Moderna ( ma non contemporanea )
  • 14. È sempre più sottile il limite interpretativo della architettura anche legato agli stilemi racchiusi nella “ facciata”.
  • 15. Dal tempio al curtain wall, il passaggio si è fatto molto articolato sia per il modificarsi dei radicali bisogni indotti dalle mutazioni sociali ed economiche, sia per l’appropriarsi da parte dell’uomo, della tecnica e della tecnologia in una trascendenza che ha visto sostituire il carattere espressivo della manualità a quello sublime degli effetti tecnologici. Leggere la facciata come parte dell’involucro edilizio anche nella versione più nobile di involucro architettonico, attraverso il modificarsi dei linguaggi, delle tecniche applicate e rese evidenti come paradigmi della architettura stessa, corre sovente il rischio di far dimenticare la valenza energetica dell’involucro e la sua riconduzione alla originalità dell’architettura la quale è innanzi tutto “ in un rapporto con l’ambiente “, il contesto, il patrimonio di culture materiali, esperienze, trasformazioni ed elaborazioni di spazi funzionali al vivere ed alla socializzazione.
  • 16. la verticalità, amplificando la trasparenza, annullando significativamente la mediazione del rapporto tra interno ed esterno, modificando la materialità dell’involucro……
  • 17. uniformando gli spazi e le superfici, azzerandone ogni carattere interpretativo, annullandone di fatto i limiti fisici: una fisicità utile, invece, al riconoscimento della diversità.
  • 18. Involucri che (non) comunicano mediante le trasparenze, rendendo fragile anche la percezione e la materialità della realtà urbana,
  • 19. modificandone i caratteri del linguaggio, rendendolo temporaneo, virtuale
  • 20. occupando il territorio, così che la città diventa essa stessa un involucro “energetico”
  • 21. Tutto questo sembra venire affrontato con una certa disinvoltura, ovvero con quei paradigmi che sono legati al progetto in cui l’espressività spesso pura e semplice prevale sulla essenza, sulle regole “ semplici” che individuano nel luogo e nelle sue caratteristiche ambientali il referente oggettivo. Vi sono esempi interessanti di mediazione tra preesistenze, dialogo tra parti, nuovo ed antico
  • 22. involucro nell’involucro. Una mediazione in grado di usare il pre-testo per non azzerare i significati ma tentarne anzi la integrazione dialettica.
  • 23. LA VALENZA ARCHITETTONICA, DUNQUE, RIESCE A DARE QUALITA’ ALL’INVOLUCRO là DOVE E’CHIARA LA COMPOSIZIONE DEL LINGUAGGIO Evidentemente un linguaggio che intenda comunicare all’individuo – fruitore (si diceva un tempo) il significato “ culturale” dell’opera, andando oltre il significato “merceologico”, rifacendosi giustamente ad uno dei caratteri universali dell’architettura più legato alla rappresentazione tridimensionale che non a quella materiale, effettiva, fruibile e conservabile nel tempo e nello spazio. Un esempio di classificazione interpretativa dell’involucro (in un certo qual senso l’insieme delle facciate ancor prima della pelle) qui di seguito riportato, ci permette di comprendere come, passando nella storia dell’architettura, l’involucro perde per strada le regole della lettura, che poi sostanzialmente sono quelle paradigmatiche dell’architettura. Fino ad arrivare alla pura trasparenza. Insomma: se l’involucro architettonico deve riconoscersi e trasmettere …sensazioni, emozioni, storia, umanità etc. etc. presentarsi con la sola trasparenza e forse anche leggerezza (visiva) non solo non corrisponde ai “canoni” contemporanei, ma pone l’interpretazione stessa al livello (purtroppo) della semplice spettacolarità.
  • 24.
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  • 26. AD OGNI MUTAMENTO DEL RAPPORTO TRA PARETE E BUCATURA, DOVUTO AI SISTEMI COSTRUTTIVI, MUTANO I LINGUAGGI, EVOLVONO SINO AD ANNULLARSI, LASCIANDO EVIDENTE PERO’ LA “ contraddizione “ Vale a dire PIU’ L’INVOLUCRO SI APRE, TRASPARE, SI ALLEGGERISCE PIU’ OCCORRE FARE RICORSO ALLA TECNOLOGIA (e sappiamo quanto sia maledettamente contraddittoria la tecnologia, per le illusioni e per la sua materialità)
  • 27. COSTRUIRE UN EQUILIBRIO Costruire l’equilibrio è l’imperativo della contemporaneità; proprio alla luce della tecnologia, delle sue grandi potenzialità ; equilibrio che possiamo definire “energetico”. UN APPROCCIO “ ENERGETICO” ALL’INVOLUCRO NEL RISPETTO DELLA QUALITA’ AMBIENTALE ( contenitore in cui produrre e conservare ) <COMFORT>
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  • 29. una ricerca di equilibrio tra forma, rapporto interno esterno, trasparenza ed opacità, energia,..anche se
  • 30. di ben altro equilibrio si dovrebbe parlare qui
  • 31. ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL COMFORT Le categorie che agiscono sul comfort sono: I parametri ambientali I fattori di comfort dell’utenza I parametri ambientali sono manifestazioni energetiche che esprimono caratteristiche fisiche ed ambientali di un determinato spazio (unità ambientale) i fattori di comfort dell’utente sono condizioni esterne all’ambiente che influiscono sulla sua valutazione comfort visivo (illuminamento- livello luminoso- abbagliamento) luce naturale e luce artificiale comfort acustico (dal rumore al suono) comfort climatico temperatura dell’aria, umidità relativa, tipologia di attività, etc. (la somma = comfort globale) l’ambiente esterno, naturale ed edificato l’analisi del contesto e le sue condizioni ambientali, stabiliscono i termini generali dell’approccio progettuale per quale involucro?
  • 32. FACCIAMO UNA TIPOLOGIA DI INVOLUCRO MASSIVO ? (fondamentalmente legato ai materiali locali, alle tradizioni, ai metodi costruttivi con prevalente presenza di “ acqua “, con forte inerzia termica)
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  • 40. OPPURE UN INVOLUCRO TRASPARENTE? (leggerezza, sostenibilità, etc.? Involucro energeticamente compatibile ? )
  • 41.
  • 42. O FORSE MEGLIO L’INVOLUCRO STRATIFICATO? (ovvero una struttura leggera, telai leggeri, spessori piccoli, assemblaggio di parti a secco, connessioni meccaniche a secco, bassa energia incorporata, reversibilità del sistema, razionale utilizzo dei materiali, adozione della “ lastra “, pacchetti con prestazioni elevate, involucro formato da strati che interagiscono con l’ambiente esterno, involucro formato da strati che interagiscono con l’interno, razionalizzazione degli impianti e loro autonomia effettiva)
  • 43.
  • 44.
  • 45. Anche negli interventi di recupero
  • 46. Con soluzioni portate all’estremo
  • 49. il cui interno è il seguente
  • 52. Partendo da un approccio sistematico
  • 53. In una chiara distinzione tra involucro energetico e la sua forma
  • 54. UN APPROCCIO ALL’INVOLUCRO, insomma, CHE SODDISFI IL COMFORT AMBIENTALE NELLE ACCEZIONI SIN QUI ESPRESSE (processi costruttivi, flessibilità esecutiva, rispetto dei paradigmi progettuali, etc. ) - che comprenda - LA COSI’- DETTA SOSTENIBILITA’- PUO’ESSERE IL PARADIGMA DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA ? (ci potremmo anche accontentare del “costruire” contemporaneo)
  • 55. Senza enfasi, potremmo (?) immaginare una “traslazione” culturale
  • 56. A qui
  • 57. E da qui A qui
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  • 59. SE COSI FOSSE, POTREMMO PERCORRE ANTICHE STRADE FACENDO NOSTRA LA TECNOLOGIA E NON VICEVERSA RI-SCOPRENDO LA TECNICA SENZA TIMIDEZZA
  • 64. A patto che, il percorso non raggiunga traguardi incomprensibili e giustificati solamente da ambizioni concorsuali o sostenuto da un fondamentalismo ideologico. “rispecchia moduli interpretativi contemporanei con l’esplicitazione di una architettura che ambisce alla raffinatezza e all’eleganza attraverso mezzi compositivi”.……… “che coniuga brani di architettura contemporanea calibrati ed efficaci con l’edificio preesistente e i suoi valori storico-architettonici” ……… “vigorosa espressione di temi architettonici nel continuum di elementi strutturali, nella composizione di elaborati rapporti figura/sfondo a forte carattere per gli esterni, con un attento studio degli interni”. “Protagonista del progetto è il tema della fluidità, a partire dalla relazione tra edificio e piazza, fino all'elemento più complesso da realizzare, ossia la pelle dell'edificio, che è definita da una successione di sinuose ondulazioni, pieghe e biforcazioni. L'obiettivo principale è stato fare riferimento a linee, geometrie e motivi ornamentali tipici della cultura islamica” ?