2. • Siamo un’ associazione no profit nata il 6 dicembre 2017.
• Siamo uniche in Europa.
• Accogliamo esperte del settore. Attive nell’intera filiera da almeno
tre anni.
• Ad oggi siamo in 70 e il nostro obiettivo è raggiungere la quota
100 socie ad un anno dalla nascita.
4. Le pari opportunità
La cultura del prodotto come strumento di crescita e sviluppo
La comunicazione comeelemento chiave pertrasmettere valori
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5. Il linguaggio innovativo
La capacità di trasferire i valori dell’ortofrutta ai più giovani
La tutela del territorio e della tradizione
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6. La capacità di vendere
Attenzione al “visual” del prodotto e del punto vendita
La ricercacostante di valori del settore da comunicare
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7. L’uso accurato dello storytelling
L’attenzione all’innovazione nel settore
La cura del dettaglio
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8. La difesa dell’ambiente, biodiversità e sostenibilità
L’Attenzione alle cause sociali che riguardano le donne
La ricercadi nuovi strumenti di educazioneal consumo di frutta e
verdura
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9. Colgo questa importante occasione offerta
dall’Osservatorio Freschissimi per parlare
“con una visione al femminile” del particolare
momento che sta vivendo il comparto
ortofrutta.
In termini di esperienza di acquisto
principalmente in GDO ma non solo.
10. Siamo di fronte da oltre cinque anni ad una
ondata di salutismo alimentare senza
precedenti
Il corpo in forma, la longevità, la bellezza
rappresentano un obiettivo imprescindibile
dei consumatori, non solo in Italia.
11. Abbiamo pensato, sbagliando, che frutta e verdura, così
come sono proposte oggi nei supermercati, avrebbero
subito un significativo incremento di acquisti in linea
con i bisogni di salute e benessere di questo periodo.
In pratica doveva essere il nostro momento!
12. In realtà non sta accadendo proprio così e i consumi non decollano.
Questa estate abbiamo sofferto parecchio in termini di domanda nella
Distribuzione Moderna, sia in Italia che in tutta Europa, nonostante il
caldo, nonostante le linee guida salutistiche, nonostante le
raccomandazioni dei medici e delle organizzazioni di prevenzione
delle malattie cardiovascolari o dei tumori.
La frutta e la verdura restano commodities e non sono così
mainstream come si potrebbe pensare.
13. Nel 2000 il consumo pro capite dell’ortofrutta
era pari a 148,2 kg annui, oggi è 131 kg annui
Fonte: Nomisma
15. Il consumo consapevole è stato uno degli
argomenti più in voga insieme allo spreco
alimentare, altro cavallo di battaglia della
informazione generalista in Italia e non
solo.
Come spesso accade le immagini parlano
più dei contenuti informativi ed è una
costante vedere in un servizio TV contro lo
spreco immagini di frutta e verdura buttate
al macero, come se lo spreco alimentare
fosse solo di frutta e verdura.
16. Il consumatore consapevole allora acquista meno
per non sprecare. E questo è un autogol!
Sarebbe meglio promuovere la maggiore
frequenza di acquisto.
Compra più spesso quello che serve per non
sprecare e mantenere la freschezza.
17. Il consumatore consapevole entra nel loop della
sicurezza. Cosa avranno dato a questi prodotti?
L’Italia è il Paese Europeo con la produzione più
garantita e con meno residui.
18. Il report annuale uscito il 14 marzo del Ministero della Salute
dà il 99,2% dei prodotti a norma, nettamente al di sotto 0,8 %
di irregolarità al di sotto della media europea che è 1,6%
19. Il consumatore consapevole cerca il chilometro zero
Certamente è una buona scelta ma ovviamente non possiamo
considerare la rete dei produttori italiani organizzati in OP o in
cooperativa come fossero multinazionali globali.
Stiamo parlando di una rete unica al mondo di produttori
organizzati che ancora sono proprietari dei loro mezzi di
produzione e del loro terreno e rappresentano una ricchezza e una
garanzia unica per l’ortofrutta italiana.
21. Ho notato in una recentissima pubblicazione del WHO (World Health Organization)
un cambiamento di rotta sorprendente rispetto ai documenti di 10 anni fa.
10 anni fa WHO metteva al primo posto tra le cause di morte dopo il fumo di
sigarette il mancato consumo di frutta e verdura.
Nel documento recente è sparito ogni riferimento al consumo di frutta e verdura.
https://issuu.com/whoeurope/docs/who-european-health-report-2018-eng/4
23. Addirittura in una parte del documento si descrive in toni allarmistici
l’eccesso di consumo di frutta come poco salutare per la eccessiva
immissione di zucchero.
25. Premesso che l’obiettivo benessere e forma
fisica è fondamentale per tanti, funzionano i
prodotti/servizio ad alto contenuto di salubrità
comunicata.
Il biologico, i superfood, la frutta secca,
i derivati vegetali sostitutivi della carne.
Tutto ciò che rende belli, scolpisce, fa
dimagrire, combatte i radicali liberi ecc.
29. Se è vero che il reparto ortofrutta è il biglietto da visita del
punto vendita e determina la frequenza di visita,
allora vorrei che si respirasse l’aria del mercato, con i
profumi della natura, i colori, l’allegria, i fiori insieme a
frutta e verdura.
Vorrei capire cosa sto acquistando.
30. Frutta di stagione, frutta bio, frutta
esotica, non importa cosa, ma vorrei
essere guidata all’acquisto.
Il reparto non può essere solo a libero
servizio.
31. Vorrei essere incuriosita dall’esposizione,
affascinata dalle proposte declinate in
diverso grado di servizio.
Dal prodotto a collo al prodotto tagliato a
mo’ di snack.
Dal prodotto confezionato ad altissimo
contenuto di servizio al prodotto raccolto e
messo subito in vendita.
33. Non mancano questi ingredienti nei punti
vendita ma sono confusi in un vissuto
esperienziale poco gratificante.
È faticoso comprare ortofrutta in GDO e
dovrebbe essere un piacere.
35. Prima dell’era degli snack dolci e merendine la gratificazione
dolce al palato si cercava con la frutta!
E’ noto che gli snack hanno avuto funzione di category killer e
che lo zucchero della frutta non potrà mai competere in termini
di gratificazione gustativa con uno snack aromatizzato ma il
gusto della frutta non deve deludere.
37. Quando si mangia un frutto buono il
cervello incamera la sensazione e si
desidera riacquistarlo.
( provate su voi stessi)
Quando si mangia un frutto insipido
non si compra più.
38. Le cose stanno ampiamente migliorando in termini di
produzione:
pensiamo alle fragole, ai meloni, alle ciliegie, alle
pesche, all’uva.
Sono stati fatti passi da gigante in termini di
innovazione tecnologica, varietale e agronomica per
alzare la qualità.
Però troppo spesso troviamo frutta insapore in GDO.
39. Sata Group ha dei dati interessantissimi su questo che
dimostrano che occorre migliorare il percorso logistico dal
campo al punto vendita.
Meno tempo, più rotazione, giusta refrigerazione.
Non sta a me dirlo ma certamente il nocciolo dei problema
del calo dei consumi di ortofrutta in GDO sta proprio qui.
40. I consumatori ci chiedono sempre di più
e noi dobbiamo sapere dare le risposte giuste.
«I consumatori sono insaziabili, alla perenne ricerca di
nuovi prodotti, avidi di nuove soddisfazioni in un
mercato che deve sfornare continuamente prodotti
nuovi e inediti.»
Zygmunt Bauman