Integratori Alimentari tra crisi e cambiamento: quali nuove prospettive per ...
Bio
1. tendenza BIO
moda o stile di vita? NONOSTANTE LA CRISI, IL MERCATO BIOLOGICO
IN ITALIA REGISTRA UN’IMPENNATA NEI CONSUMI, SEGNO CHE SI PREFERISCE
MANGIARE MENO MA SANO. LA SOCIOLOGA FRANCESCA DI GANGI: «MOLTI
PRODOTTI CONFEZIONATI, ANCHE SE BIO, NON SONO SALUTARI»
RITORNO ALLA natura
di lavinia d’agostino
n un momento in cui la crisi econo- diversi. In Italia attualmente si spendono e nei negozi specializzati. Il consumatore
I mica italiana sta toccando picchi
storici, in cui la disoccupazione gio-
vanile imperversa e il livello di po-
vertà aumenta, il mercato del biolo-
gico italiano gode di ottima salute. È ciò
che emerge dalle indagini dell’Ismea
25 euro pro capite all’anno, ancora poco
rispetto al resto d’Europa, ma il dato è in
grande crescita, sempre considerando
che il biologico nel nostro Paese è ancora
un “mercato di nicchia”. C’è poi da consi-
derare che, negli altri Paesi europei, tipo
convinto fa la sua spesa biologica dai ri-
venditori specializzati, gli altri si affidano
alla grande distribuzione dove trovano
una scelta più ampia».
Il bio è anche una moda?
«In parte lo è, ma penso che sia soprat-
(Istituto di Servizi per il Mercato Agrico- la Germania, si guadagna di più e si spen- tutto legato a uno stile di vita».
lo Alimentare), in particolare da quella de meno per mangiare biologico, e poi c’è Avete delineato un profilo del consu-
condotta da Enrico De Ruvo, funzionario una cultura bio ben radicata». matore bio?
addetto ai prodotti di qualità, che ha ana- Tra Nord e Sud i consumi crescono allo «Dalle nostre indagini, ma anche da quel-
lizzato lo stato di salute di questo settore stesso modo? le di altri istituti, viene fuori che il consu-
che in Italia rappresenta l’1.5% dei consu- «I consumi crescono su tutto il territorio matore biologico appartiene a famiglie
mi agroalimentari. ma al sud è ancora molto limitato, forse non troppo numerose, ha un reddito me-
Dottor De Ruvo, come stanno crescen- anche a causa della struttura distributiva. dio alto e un’istruzione piuttosto elevata,
do i consumi in Italia? Abbiamo trovato un’asimmetria tra quan- almeno con un diploma di scuola supe-
«Negli ultimi dieci anni si è registrato un to si produce e quanto si consuma. In Ita- riore o una laurea. In genere è una perso-
trend di consumo migliore rispetto ad al- lia si produce soprattutto al centro sud (la na molto attenta e con un reddito che
tri Paesi europei, ad esempio la Germania Sicilia è la regione con la maggiore super- consenta di far fronte a una spesa che at-
ha registrato un +2,0 mentre l’Italia cre- ficie coltivata con metodo biologico, ndr) tualmente è più onerosa, rispetto a quel-
sce del +11,6. Chiaramente questi dati de- e si consuma soprattutto al Nord». la tradizionale, anche se negli ultimi anni
vono essere letti in modo analitico: i due Chi sceglie bio, dove acquista? i prezzi dei prodotti biologici si sono leg-
Paesi presi ad esempio partono da livelli «Anzitutto presso la grande distribuzione germente abbassati grazie a una maggio-
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2. Mangiare biologico è quindi una “ri-
IN SICILIA C’È CHI sposta” al marketing?
SI È ORGANIZZATO PER «Io credo che più che una moda ci sia un
METTERE IN RELAZIONE “bisogno di salute” che spesso la gente
GLI ACQUIRENTI CON non sa dove andare a cercare, anche per-
I PRODUTTORI LOCALI ché viviamo in un mondo estremamente
E PERSINO CHI inquinato, e quindi l’acquisto di cibo bio è
È TORNATO un modo per rassicurarsi sulla possibilità
di potersi mantenere più in salute, più a
A LAVORARE LA TERRA lungo. Per dirla con le parole del sociolo-
re ottimizzazione della filiera». go polacco Zygmunt Bauman, noi vivia-
mo in una società liquida, non abbiamo LE RICERCHE. Enrico De Ruvo, funzionario Ismea
A proposito dei prezzi, come mai in addetto ai prodotti di qualità; a destra, Francesca
tempo di crisi i consumatori bio cre- più punti di riferimento. Prima, a livello
Di Gangi, sociologa e referente di “Cibo è salute”
scono? alimentare, facevamo riferimento alla
«Perché mangiare biologico significa spo- nonna che, venendo da una cultura con-
tadina, cucinava le cose buone e sane parte del mondo. Se compro le mele del-
sare alcuni valori, su tutti il rispetto del-
mettendo insieme ingredienti primari. l’Etna faccio minor danno all’ambiente
l’ambiente e la tutela della propria salute.
Quelle nonne di una volta non ci sono rispetto all’acquisto di mele bio che pro-
Quest’ultimo aspetto, a mio avviso, è
più, abbiamo smarrito il legame con la vengono dall’Argentina. Altro esempio
quello che più riguarda l’italiano, in
terra e la tradizione, e quindi la cosa che può essere quello delle uova. Se sto at-
quanto sulle problematiche legate al-
appare più semplice è affidarsi a quello tenta al codice e scelgo quelle con il nu-
l’ambiente è ancora poco sensibile».
che ci sembra, o ci vogliono far credere, mero “0”, ovvero quelle biologiche, man-
Ecco, la salute. Gli italiani quindi mangia-
sano. Non sappiamo più però cosa sia gerò un uovo più sano e che è stato pro-
no bio perché pensano che nell’era degli
realmente sano, non abbiamo consape- dotto da galline che si muovono. Quindi
Ogm, dei pesticidi e degli anticrittogami-
ci, mangiare biologico sia un modo per volezza. Come consumatori dovremmo non mi riempio di ormoni e antibiotici
prendersi cura di sè. Ma è davvero così? diventare consapevoli e saper scegliere (largamente utilizzati negli allevamenti)
«Quando mangiamo biologico non man- ciò che mangiamo a partire da ciò che è e allo stesso tempo permetto a un ani-
giamo necessariamente sano, la dicitura bene per la nostra salute, piuttosto che male di vivere decentemente. In sostanza
“bio” non è una garanzia per la salute», comperare solo su suggeriemnto di mo- faccio bene a me e alla natura. Penso che
ne è convinta Francesca Di Gangi, socio- de e pubblicità. La disinformazione ali- il bio vada analizzato anche sotto questo
loga e referente dell’associazione “Cibo è mentare è purtroppo molto diffusa: in- punto di vista, ci dobbiamo chiedere “con
salute” che, insieme alla biologa nutrizio- contro persone che non sanno più distin- questo acquisto, faccio del bene a me e
nista Anna Villarini, è autrice del libro guere i cereali dai legumi, o che non co- all’ambiente?”. Non è solo una questione
Scegli ciò che mangi. noscono la stagionalità dei prodotti». di certificazione».
Dottoressa Di Gangi, ma allora non bi- Pensando a tutto questo, non si rischia E si, pare proprio che mangiar sano non
sogna fidarsi neanche del bio? di trasformare il momento della spesa sia solo una questione di certificazione.
«Chi compra un prodotto biologico lo in una corsa a ostacoli? La pensano così anche i soci del gruppo
sceglie perché vuole mangiare meglio tu- «Dobbiamo soltanto essere saggi senza SporteGas di Catania (e-mail: sporte-
telando la propria salute, ma purtroppo è farci prendere dall’ansia di riempiere il gas@tiscali.it), un’iniziativa dell’Associa-
necessario, anche in questo caso, saper carrello della spesa, evitando di compe- zione culturale Siqillyah in partenariato
leggere le etichette. Molti prodotti confe- rare e consumare cibi contenenti ele- con 'A fera bio, nata da appena due mesi
zionati, seppur bio, non sono salutari». menti che si rivelano, nell’uso continua- (e con già più di 70 associati tra cui 30
Qualche esempio? to, dannosi per la salute. È solo una que- produttori) che più che un classico grup-
«Se compriamo prodotti primari (carne, stione di consapevolezza. Per mangiare po d’acquisto, è un gruppo organizzato
uova, olio extravergine di oliva, verdure) bene e far del bene alla nostra salute tro- che mette in relazione la domanda e l’of-
abbiamo garanzie di qualità certificata su vo che abbia più senso, in una logica eco- ferta.
cui non ci possono essere dubbi. Il pro- sostenibile, comperare dal contadino che «La nostra associazione – spiega Raffaele
blema è legato ai prodotti industriali, ti- ha l’orto vicino casa nostra, anche se non Leone, volontario del gruppo SporteGas –
po i prodotti da forno: vero è che per è certificato bio, piuttosto che comperare riunisce produttori e consumatori in
confezionarli saranno state utilizzate fa- l’ananas biologico che arriva dall’altra quella che consideriamo un’iniziativa an-
rine biologiche, ovvero no Ogm, senza
pesticidi e provenienti da campi control-
lati e certificati, però se si legge attenta-
mente l’etichetta si noterà che tra gli in-
gredienti, molto spesso, c’è anche “l’olio
vegetale”. Molti consumatori non sanno
cosa sia e si fidano. Si tratta spesso di olio
di cocco, olio di palma e palmisti che, ric-
chissimi di acidi grassi saturi, sono molto
dannosi per le arterie. Questo è solo un
esempio. Prima di acquistare, è bene che
i consumatori leggano attentamente le
etichette e ne sappiano comprendere il
contenuto. Purtroppo anche il bio non
sfugge alla regola del mercato e nel cam-
po dell’alimentazione le informazioni ci
arrivano soprattutto da chi produce e
quindi vuole vendere. Come consumato-
ri siamo soggetti alle regole del marke-
ting, con buona pace della salute».
SICILIA INROSA 17
3. tendenza bio UNA GUIDA AI CONSUMI
Se pensate di proteggere la
vostra salute scegliendo i
prodotti biologici, ecco che
è arrivata in libreria una
guida ai cibi che aiutano a
proteggere la salute. Si
chiama “Scegli ciò che
mangi” (Sperling & Kup-
fer, pp. 448, euro 17.50)
scritto a quattro mani da
Anna Villarini e Francesca
Di Gangi. Le due autrici,
la prima biologa nutrizio-
nista la seconda sociologa e referente
dell’associazione “Cibo è salute”, si sono
rese conto che scegliere cosa mangiare è
diventata un’impresa, soprattutto per chi
Il lavoro sui campi di “Adotta un Orto”, iniziativa dell’associazione Macondo non vuole rinunciare al connubio gusto e
benessere. Ecco dunque pubblicata la lo-
ro guida ai consumi, frutto di un’accurata
zitutto sociale. Tutti quei piccoli produt- so di tornare a coltivarla. Di persona. È il ricerca condotta anche tra gli scaffali del
tori che hanno difficoltà a distribuire con caso dei ragazzi dell’Associazione Ma- supermercato, che supporta il lettore a
continuità offrono settimanalmente i lo- condo che da quasi un anno portano districarsi nella scelta degli alimenti, inter-
ro prodotti, garantendo al consumatore avanti il progetto “Adotta un orto” (info pretando scritte e denominazioni, in modo
un’alta qualità. Non si tratta solo di pro- su www.mondomacondo.it) che mira a ri- che si possa subito individuare cosa sce-
dotti biologici, ma anche di prodotti na- lanciare la cultura dell’autoproduzione gliere e cosa scartare. Un manuale per mi-
turali, ovvero coltivati in modo sicuro ma proponendo un modello di consumo ali- gliorare l’alimentazione arricchito da cu-
riosità salutistiche e appetitose ricette fir-
senza certificazione, e comunque tutti a mentare alternativo.
mate da Giovanni Allegro.
filiera corta. Non siamo un’attività com- «La nostra iniziativa è un esperimento –
merciale ma facilitiamo lo scambio dei racconta Salvo Scuderi, presidente del-
prodotti della terra, tra soci-produttori e l’Associazione Macondo – simile ad alcu-
soci-consumatori». ni modelli del nord Italia. Abbiamo affit-
Come funziona? tato un ettaro di terreno a Catenanuova e
«Inviamo ai soci un “listino settimanale” lo abbiamo lottizzato in 200 orti da 30
via e-mail – continua Leone – per la pre- mq ciascuno che chiunque può adottare».
notazione dei prodotti. Poi ogni mercole- Come si adotta un orto?
dì distribuiamo quanto ordinato, anche a «Versando 100 euro annui all’associazio-
domicilio. Non acquistiamo solo da un ne si avrà diritto all’assegnazione di un
produttore o dal più grosso, ma da tutti i orto già coltivato con colture di stagione,
produttori associati e da tutti allo stesso che possono essere integrate con altre
prezzo. Inoltre mi preme sottolineare piantine utilizzando quelle della nostra
che, oltre a seguire la stagionalità dei serra. I volontari curano giornalmente
prodotti, seguiamo la produzione setti- tutti gli orti, e la domenica ci si può pren-
dere cura personalmente del proprio LE INIZIATIVE. Sopra: a sinistra, Salvo Scuderi,
pezzo di terra, ma non è obbligatorio. presidente dell’Associazione Macondo, che ha varato
il progetto “Adotta un Orto”; a destra, Raffaele Leone,
SALVO SCUDERI: Qualunque scelta si faccia, chi aderisce al
volontario del “Gruppo SporteGas” che promuove
«È PARADOSSALE CHE progetto ha diritto ai frutti del suo cam-
l’incontro tra consumatori
po».
IN SICILIA SI FUGGA Cosa bisogna sapere prima di fare que-
e produttori locali
DALL’AGRICOLTURA, sta scelta?
EPPURE I CAMPI DANNO «Che l’orto non è un supermercato, i pro-
CIBO E LAVORO» dotti magari sono esteticamente brutti
LA DENUNCIA
ma molto buoni perché naturali. E poi DI CODACONS
adottarne uno non è come comperare un
manale del territorio. Se nei campi in una Affinché una coltura possa essere definita
suv. L’orto è un organismo vivente ed è
data settimana non si producono cipolle, biologica deve ottenere la certificazione,
soggetto al clima: tutti gli agricoltori san- ciò suppone che ci siano accurati control-
non ne forniremo». no, per esempio, che una grandinata può li. Eppure, a seguito di alcune verifiche re-
E i prezzi? mandare all’aria mesi di lavoro». centemente effettuate dai Nas presso alcu-
«Sono abbastanza contenuti rispetto a Perché adottare? ne eco-aziende agricole siciliane, il Coda-
quelli del settore biologico, diciamo che «Noi promuoviamo un ritorno alla terra, cons ha depositato un esposto presso la
sono gli stessi che si trovano durante ‘A alle nostre origini. In Sicilia, paradossal- Procura della Repubblica, volto a fare luce
Fera Bio maggiorati del 10-15%, ovvero mente, si scappa dall’agricoltura. Eppure sulle bio-truffe. «Quello che si intende por-
quella minima percentuale che ci per- lavorando la terra mangiano e lavorano tare alla luce – ha detto Francesco Tanasi,
mette di coprire i costi di volontariato e tante persone. La terra è generosa, ti re- segretario nazionale del Codacons - è l’e-
organizzazione. Sono comunque costi di sistenza di un mercato di prodotti biologici
gala i suoi frutti in misura proporzionale
gran lunga inferiore rispetto a quelli dei
che di biologico non hanno nulla. Voglia-
al sudore che le hai donato. “Adotta un
mo che le indagini coinvolgano tutte le
negozi specializzati». orto” non è nulla di speciale, è un’idea bio-aziende siciliane perché il consumato-
La tendenza etnea sembra proprio quella semplice, un’occasione per socializzare, re non subisca truffe e perché si tutelino i
di ritornare alla terra e ai suoi frutti, co- un momento d’aggregazione da vivere veri coltivatori di ortofrutta biologica».
me natura crea. E c’è chi la terra ha deci- con il sorriso».
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