Case study per il corso di
Sociologia della Comunicazione @ Scuola di Amministrazione Aziendale - Torino.
Analisi dello spot del brand John Lewis e le sue parodie online
Realizzato da Laura Luise
Benvenuti nella tv_al_tempo_di_internet_tv_zapLorenzo Fabbri
Benvenuti nella tv al tempo di internet è una immersione nei linguaggi della televisione e dell'intrattenimento negli ambienti digitali. La cultura di Facebook e quella di Youtube, il rapporto tra contenuti e contenitori, il concetto di second screen televisivo e infine il grande tema della viralità fondato sulla capacità dicreare legami emotivi
Presentazione per il corso di Strumenti e Applicazioni del Web - Corso di Laurea Magistrale in Teoria e Tecnologia della Comunicazione - Università degli Studi di Milano/Bicocca
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Presentazione per il corso di Strumenti e Applicazioni del Web - Corso di Laurea Magistrale in Teoria e Tecnologia della Comunicazione - Università degli Studi di Milano/Bicocca
Video Virali: Cosa Sono e Come Farli - Viral Video Workshop in collaborazione...Michele Ghedin
Una veloce panoramica sul fenomeno dei video virali. Casi di successo, tecniche realizzative e regole alla base del successo di una viral hit.
Il testo di riferimento utilizzato è "Viral Video - Content is King, Distribution is Queen" edito da FAusto Lupetti Editore: http://www.faustolupettieditore.it/catalogo.asp?id=215
Il Workshop è realizzato in collaborazione con LABA Firenze e Zooppa.
Second screen, web tv, social tv_e_le_classifiche_social_della_tv_italianaLorenzo Fabbri
L'intervento al CNR di Pisa nell'amvbito di Internet Festival. La piattaforma Tvzap è all'intersezione di tre fenomeni: web tv, social tv, second screen. Nell'ambito dell'incontro sono state presentate le classifiche social della tv italiana
Terza lezione del Seminario di editoria digitale, corso Eis 2014, Università di Palermo.
Commento alle esercitazioni e discussione sul significato, ruolo e attività dell'Influenzar nel web 2.0.
Professioni digitali e personal brandingAgnese Vellar
Corso di Social Media Management @ Università degli Studi di Torino
Perché uno studente o un professionista dovrebbe occuparsi di personal branding? Perché è diventata una delle modalità attraverso cui sfruttare le opportunità della rete e dei social media per acquisire visibilità e reputazione online.
A partire da una descrizione del contesto mediale contemporaneo, si vedranno le strategie per costruire un'identità online coerente con i propri obiettivi di business.
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Il Workshop è realizzato in collaborazione con LABA Firenze e Zooppa.
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Come sono emersi nuove forme organizzative all'interno delle culture online: peer production, web 2.0, social media.
Social Media - Introduzione al Corso [a.a. 2014-2015] - UniToAgnese Vellar
Introduzione al corso per gli studenti delle Lauree Magistrali di Comunicazione Pubblica e Politica e Comunicazione ICT e Media - Università degli Studi di Torino http://goo.gl/B6vE6M
Nella networked society è presente una tensione tra la Rete e l’Io e un crescente bisogno di identità collettive in cui riconoscersi [Castells 2000]. Se, da un lato, è evidente la tendenza ad aggregarsi attorno ad identità primarie, che spesso danno luogo a fenomeni di fondamentalismo e xenofobia, dall’altro emergono collettività ad identità debole la cui appartenenza è definita rispetto alla condivisione di consumi mediali e tecnologie. Ne sono un esempio sia le generazionali mediali, sia le culture di fan che esprimono il proprio bisogno di appartenenza dando vita a comunità di pratica. In entrambi i casi si tratta di costrutti complessi che emergono dall’interazione tra disponibilità tecnologiche, offerte culturali ed esigenze sociali in un particolare contesto locale.
L’approccio generazionale allo studio dei pubblici televisivi ha consentito di definire tre profili narrativi corrispondenti a differenti fasi della storia italiana [Aroldi 2003]. Attualmente stiamo vivendo un’ulteriore evoluzione che ha portato alla nascita di un sistema multitelevisivo [Scaglioni 2007]. Dall’interazione degli spettatori all’interno di tale ambiente emergono i pubblici connessi [boyd 2008]: spazi sociali in cui è possibile assistere a fenomeni di negoziazione identitaria tra differenti generazioni digitali.
Durante un’indagine etnografica sul fandom telefilmico nei pubblici connessi ho individuato tre culture digitali a cui è possibile associare i profili narrativi identificati nelle generazioni televisive. È romanzesca la subcultura trekker, che eredita lo spirito comunitario hacker e vede nella tecnologia uno strumento di miglioramento sociale. I geek, formatisi durante la diffusione del Web, hanno invece un profilo artificiale che apprezza la serialità complessa di produzioni come Lost. Infine il multifandom telefilmico, diffuso nei social media e composto principalmente da membri della Generazione Y e dagli attuali adolescenti, ha un carattere simulatorio. La pubblicazione di fanart, fanvid e fansub è infatti una messa in scena creativa da cui emergono comunità di pratica. Dopo aver ipotizzato tale discontinuità nella storia della Rete ho condotto interviste biografiche con i fan verificando strategie di differenziazione (più spesso in relazione alla cultura trekker) e di identificazione (rispetto all’identità geek) da parte dei membri della Generazione Y. I più giovani hanno invece meno consapevolezza delle culture con cui stanno negoziando la propria identità in Rete.
Identità emergenti nei pubblici connessi italianiAgnese Vellar
Nell’età tardo moderna i differenti livelli della società, dalle identità individuali alle culture, devono essere concepiti come processi emergenti dalle pratiche riflessive di costruzione del sé. Attraverso uno sguardo etnografico è possibile osservare i percorsi biografici degli attori sociali che, attraversando i flussi culturali globali, producono nuove strutture sociali e nuove località. In particolare, dalla partecipazione giovanile all’interno dei media sociali (forum, chat, siti di Social Network) stanno emergendo i “pubblici connessi”, intesi sia come spazi sociali digitali che come comunità immaginate.
In questo articolo l’autrice ripercorre le riflessioni sul rapporto tra media, identità e globalizzazione, in particolare focalizzandosi sulle culture di fan come esempio di sfere pubbliche translocali ad identità debole, in cui spettatori appassionati (fan) interagiscono nei pubblici connessi attorno ad un culto mediale, dando vita a comunità di pratica.
L’autrice presenta quindi un’etnografia multi-situata del fandom telefilmico italiano con un caso di studio nella comunità di fansubbing ::Italian Subs Addicted::. I gruppi di fan pubblicano prodotti amatoriali nei media sociali traducendo e adattando i contenuti distribuiti dalle corporation dell’intrattenimento. I fan italiani dunque cooperano e collaborano all’interno dei pubblici connessi partecipando alla costruzione di un collettivismo di rete attorno a cui emerge una comunità immaginata transnazionale.
The evolution of the music industry with the spread of the Internet. The full paper is available here: https://www.academia.edu/359318/The_recording_industry_and_grassroots_marketing_from_street_teams_to_flash_mobs
New media have changed the relationship between the recording industry and fans. TheInternet allows fans to share copyrighted music in p2p and Web 2.0 platforms. The
recording industry has reacted mainly with ‘prohibitionist’ strategies, while cultural scholarsargue that a ‘collaborationist’ approach is needed with the aim of creating an ‘affectiveeconomy’. In this paper, I describe the strategies of the major labels to create a fanbase of
grassroots promoters. During an ethnographic research project, I identified different forms
of grassroots marketing (‘street team’, ‘flash mob’, and ‘mission’). I argue that labels try toharness ‘participative stardom’: a ‘music star’ is created thanks to transmedia strategies
(online presence and TV appearances during media events and talent shows), then labelsoutsource promotional activities to fans, rewarding them with branded products and theopportunity to meet artists.
The full paper is available here: https://www.academia.edu/3819637/Spreading_the_cult_body_on_YouTube_A_case_study_of_Telephone_derivative_videos
This case study of spreadability analyzes the Lady Gagamusic video "Telephone," which has been appropriated and reworked byYouTube users sharing derivative works online. What properties of the musicvideo stimulate user appropriation? What hybrid audiovisual forms areemerging from its reworking by users? In order to answer these questions,between January and August 2010, I conducted participant observation onLady Gaga's official social network profiles and collected 70 "Telephone"derivative videos on YouTube. I identified three main categories of videocreativity: (1) music (which includes covers, "me singing" videos, musicmashups, and choreography); (2) parody (in which YouTube users andcomedians humorously imitate Gaga, creating spoofs); and (3) fashion (inwhich makeup artists and amateurs appropriate the star's image to createmakeup and hair tutorials). "Telephone" has become spreadable because itintegrates dance music and choreography, costume changes, cinematicreferences, and product placements that work as textual hooks meaningful todifferent target markets: live music, dance, chick, and postmodern cinematiccultures. In particular, Gaga is a cult body that explicitly incorporates previouscinematic and pop music icons. Users are stimulated to reenact Gaga's cultbody online. On YouTube, spreadability is thus strictly related to theappropriation of cult bodies. Fans, comedians, independent musicians,fashionistas, and pop stars construct their own cult bodies by deliberatelyborrowing characteristics from previous media icons and reenacting them inonline videos in order to fulfill their expressive and professional needs.
Nike Training Club nei Social Media (di Eleonora Sola e Giulia Manenti)Agnese Vellar
Case study per il corso di
Sociologia della Comunicazione @ Scuola di Amministrazione Aziendale - Torino.
Analisi delle dinamiche relazionali offline e online dei Nike Training Club.
Realizzato da Eleonora Sola e Giulia Manenti
Nike Training Club nei Social Media (di Eleonora Sola e Giulia Manenti)
Lo spot John Lewis Christmas Advert e le sue parodie (di Laura Luise)
1. John Lewis Christmas Adv 2013
e Le Parodie
Luise Laura - Sociologia della Comunicazione – anno 2013/2014
2. 1864 Apertura del primo negozio in Oxford Street a Londra. 1929 Primo Trust Settlement: the John Lewis Partnership. I profitti , da questo momento, vengono distribuiti tra tutti I Partners. 2011 Le vendite raggiungono £3.33bn 2013 Aperura di 39 negozi in UK 90,000 I Partners della JL
Un po’ di storia
Luise Laura - Sociologia della Comunicazione – anno 2013/2014
3. Dal 2007
John Lewis usa la TV per costruire un collegamento emotivo con la nazione con ingenti investimenti OBIETTIVO : aumentare la propria presenza in un mercato competitivo
Parallelamente apre la comunicazione anche attraverso Canali alternativi
ALTRI CANALI
SITO
http://www.johnlewispresscentre.com/
YOUTUBE
https://www.youtube.com/channel/UCa1yUHQmV6Z0PpAUtfgNd9g
FACEBOOK
http://www.facebook.com/johnlewisretail
TWITTER
https://twitter.com/johnlewisretail
Facebook
YouTube
Twitter
Iscritti
29.149
Visitatori
132.872
28.978.586
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15.700
Follower
128.000
Luise Laura - Sociologia della Comunicazione – anno 2013/2014
4. 2013
Nuova campagna Adv di Natale in TV- viene trasmetto 8 novembre durante la trasmissione serale di X-factor
John Lewis Christmas Advert 2013 - The Bear & The Hare
Agency: adam&eveDDB Costo : 7 millioni di sterline
https://www.youtube.com/watch?v=XqWig2WARb0&list=PL42D9D81CBD8DB11E
Link al sito JL da cui poter
•Scaricare eBook interattivo “The Bear who had never seen Christmas”
•Guardare il “making of” dello spot
•Acquistare su iTunes la colonna sonora dello spot
•Creare Christmas Cards
•Acquistare gadget
•Accedere a Twitter Target : le famiglie, i bambini Obiettivo: creare engagement, serialità
Numero Visite : 12.705.934 Numero Like : 85.865 Numero Dislike: 2.742 Numero Commenti: 7.770
5. • When I first watched this video a couple of months ago, I just cried ... and I did it again now, it's so touching
• Beautiful music is the art of the prophets that can calm the agitations of the soul;
• Very beautiful message and video! Congratulations!
• Now THIS is a Christmas advert, love JL, best store in the UK by far IMO. Fantastic customer service.
• For kids of all ages, Happy Holidays!
Tipologia di Commenti
Luise Laura - Sociologia della Comunicazione – anno 2013/2014
6. Dall’analisi di 5 parodie emerge che: Elementi su cui le parodie fanno leva sono
- Buoni sentimenti del Natale
- Aspetto “tenero” dei protagonisti
- La colonna sonora
- Il consumismo nascosto ( nel AdV originale non appaiono mai prodotti)
- Il richiamo ai film di animazione di Walt Disney
- Le prime parodie nascono gia’ nel 2008 ma solo nel 2013 si ha una produzione maggiore serialità Analisi dei commenti
-Emerge il Modello di Encoding e Decoding di Hall
-2 categorie: POSIZIONE DOMINANTE POSIZIONE DI OPPOSIZIONE – messaggio ridefinito in una cornice di riferimento alternativa Ci sono 2 momenti distinti di encoding e decoding 1. encoding della John Lewis decoding da parte degli autori delle parodie 2. encoding delle parodie decoding degli spettatori RISULTATI
-Spreadability
-Circolazione dal basso
-Nascono ulteriori fenomeni derivati
Luise Laura - Sociologia della Comunicazione – anno 2013/2014
Le parodie su YouTube
8. Tipologia di Commenti
• Lol
• Absolutely brilliant
• It is a good parody though
• Best I've found.
• Merry Christmas!!!
• Very good!!!
• Got to admire the effort in making the original and the hilarity for this parody :-D
VIDEO DERIVATI
Autore : KeithFK
Presente con un canale su YOUTUBE
https://www.youtube.com/user/KeithFK/
Numero iscritti: 102
Numero visualizzazioni: 82.427
Redattore di un Blog
http://www.madcrazydaft.co.uk/bloggy/
• You little bitch why do you make it
• sick man
• Nooooo who would do this Horrible :(
Luise Laura - Sociologia della Comunicazione – anno 2013/2014
10. Tipologia di Commenti
• A great alternative to the John Lewis advert.
• lol you should send it to them
• Brilliant.
• That is soooo horrible :( how could u do that to such a sweet advert?
• You have reined it to shit like u
VIDEO DERIVATI Autore : The Poke Written and performed by Sarah Campbell. Directed by Tom Levinge. Presente con un canale su YOUTUBE https://www.youtube.com/user/PokeHQ Numero iscritti: 23.033 Numero visualizzazioni: 21.307.077 Sito http://www.thepoke.co.uk/ Presente su TWITTER e FB SHOP on line http://www.shotdeadinthehead.com/the- poke.html?utm_source=TP_HP_SD_CP&utm_medium=LN&utm_content=TE&utm_campaign=The%255FPoke%255FShop%255FButton Newsletter http://forms.sign-up.to/?fid=1937&cid=14424
12. Tipologia di Commenti
•Excellent... you must see this!
•Awesome parody of the John Lewis hare and bear
•Now THIS is a Christmas trailer...
•This! I love this! I want this to be my Christmas!
•That is soooo horrible :( how could u do that to such a sweet advert?
•You have reined it to shit like u
VIDEO DERIVATI Autore : RedshirtFilms Presente con un canale su YOUTUBE http://www.youtube.com/user/iamtimhelsing/about Numero iscritti: 960 Numero visualizzazioni: 105.813 Sito http://www.redshirtfilms.com/ Presente su TWITTER e FB
Luise Laura - Sociologia della Comunicazione – anno 2013/2014
14. Tipologia di Commenti
• That was great, much more truthful than the original.
• Hahahaha nice.
• thos 422 people who disliked this vid have to have there head cheacked coz this vid is still making me laugh an hour after I watched this
• As much as I like the John Lewis ad this is a good wake-up call that at the end of the day JL do just want your money (as with any other store). The fact this is the second result when you type "john lewis advert" into YouTube will no doubt result in a lot of hilarious trolling (not flaming - learn the difference mainstream media) and a brilliant response from John Lewis!
• maybe your 4 year old shouldn't be using the 'fucking' internet.
• It's YouTube, it's not a child proof website and facility for baby sitting. If you want that, use BBC iPlayer or another website that holds those expectations.
• Not a funny at all. Yes, John Lewis do want your money, but I wonder what sector you are in where you aren't making money from something? Everyone needs material possessions, and if you had done your homework, then you would have realised that John Lewis are one of the most, if not the most, ethical retailers. I see this only as an attempt to gain some attention out of someone else's success to feed your own hurt. I'm sorry for you for whatever has caused that!
• Not funny just says fk all the time
• Thanks for that. My 4 year old learnt a lot when he stumbled across it. Fucking twat more like.
• My 4 year old was watching a BBC documentary on whales when this came up as a suggestion. He thought it was a cartoon. I'm sure his preschool will be thrilled tomorrow when he tells them he wants to use the fucking laptops.
VIDEO DERIVATI Autore : amateurtransplants Adam Kay ( uno show man) Presente con un canale su YOUTUBE https://www.youtube.com/user/amateurtubing/about Numero iscritti: 3.893 Numero visualizzazioni: 1.814.504 Sito http://www.amateurtransplants.com Presente su TWITTER e FB
16. Tipologia di Commenti
“This is very timely - a sad but brilliant attempt to get the British public to say 'enough is enough' to this government. Listen to the science and get real. Stop culling our badgers and start learning to love our magnificent wildlife not persecuting it.”
“Oh how sad that people have so little respect for the original writers, performers and the store this advert was created for. None of them have anything to do the the badger cull! What a sad bunch you lot are!”
VIDEO DERIVATI
Autore : HAPPY TOASTER
Presente con un canale su YOUTUBE
https://www.youtube.com/user/HappyToaster/
Numero iscritti: 878
Numero visualizzazioni: 3.092.825
Luise Laura - Sociologia della Comunicazione – anno 2013/2014