2. Gesto e origini del linguaggio
Corballis, M. (2008), Dalla mano alla bocca.
Le origini del linguaggio. Milano, Cortina
Tomasello, M. (2009), Le origini della
comunicazione umana. Milano, Cortina
3. Gesto e origini del linguaggio
“…se vogliamo capire come gli esseri umani comunicano tra
loro usando una lingua, e come questa competenza possa
essere nata nel corso dell’evoluzione, dobbiamo capire
prima come gli umani comunicano tra di loro usando i
gesti naturali. E, per essere più precisi: la mia ipotesi
evoluzionistica sarà che le prime forme unicamente umane
di comunicazione sono state l’additare e il mimare.
L’infrastruttura sociocognitiva e sociomotivazionale che
ha permesso queste nuove forme di comunicazione ha
agito poi come una specie di piattaforma psicologica sulla
quale i vari sistemi di comunicazione linguistica
convenzionale sono stati costruiti” (Tomasello)
4. Gesto e origini del linguaggio
“Additare e mimare sono stati dunque i punti
critici di passaggio nell’evoluzione della
comunicazione umana, e in essi è già
contenuta ab initio la maggior parte delle
forme tipicamente umane di cognizione e
motivazione sociale richieste per la
successiva creazione dei linguaggi
convenzionali” (Tomasello)
5. Gesto e origini del linguaggio
“La comunicazione umana è quindi un’impresa
sostanzialmente cooperativa, che funziona nel
modo più naturale e senza intoppi entro il contesto
di (1) un terreno concettuale comune
reciprocamente posto e (2) motivazioni
comunicative cooperative reciprocamente poste.
La natura fondamentalmente cooperativa della
comnicazione umana è, come è noto, l’intuizione
fondamentale di Paul Grice”
6. Gesto e origini del linguaggio
“E che dire del linguaggio? La nostra ipotesi è che le
convenzioni linguistiche arbitrarie possono essere
nate nel corso dell’evoluzione solo in un contesto
di attività di collaborazione, coordinate da forme
naturali di comunicazione gestuale, in cui i
partecipanti condividevano intenzioni e
attenzione. I linguaggi convenzionali (prima dei
segni, poi vocali) sorsero dunque ‘cavalcando’
quei gesti già ben consolidati, sostituendo alla
naturalità dell’additare e del mimare una storia di
apprendimento sociale condiviso” (Tomasello)
7. Gesto e origini del linguaggio
Corballis: la prima forma di comunicazione era
costituita da componenti manuali e da espressioni
facciali
Nel corso del tempo si sono aggiunti i suoni e
l’articolazione vocale è stata usata per rinforzare i
gesti manuali, non per sostituirli
Solo con homo sapiens (circa 50000 anni fa) la
lingua vocale si è stabilizzata, scoprendo di poter
fare a meno dei gesti
8. Gesto e origini del linguaggio
La sintassi sarebbe nata con i gesti per poi
trasferirsi alla lingua vocale
Linguaggio gestuale > linguaggio vocale: non
transizione improvvisa, ma co-evoluzione
lunga e complessa
somiglianze
9. Gesto e origini del linguaggio
McNeill e Kendon: gesti non come semplice
accompagnamento del parlato
Componenti gestuali della lingua vocale e
componenti orali della lingua dei segni
Livello filogenetico; livello ontogenetico
10. Il ruolo dei gesti
nell’acquisizione del linguaggio
Inizialmente, gli elementi gestuali della
comunicazione del bambino sono più
comprensibili di quelli vocali
Dai 9 mesi, gesti usati intenzionalmente:
- tendere verso oggetti con gesto di apertura
chiusura del palmo della mano per RICHIEDERE,
guardando contemporaneamente l’adulto
- MOSTRARE o DARE un oggetto sul quale il
bambino vuole richiamare l’attenzione
11. Il ruolo dei gesti
nell’acquisizione del linguaggio
- INDICARE in una certa direzione, alternando lo
sguardo tra oggetto/evento e interlocutore
Gesti performativi o deittici
Da 1 anno circa:
- BALLARE
- DORMIRE
- TELEFONARE
- GUIDARE
Gesti referenziali, rappresentativi, simbolici
12. Il ruolo dei gesti
nell’acquisizione del linguaggio
Altri gesti più convenzionali:
- NO
- FARE CIAO
- PIÙ
Progressivamente vengono utilizzati anche
fuori contesto
Uso simbolico
13. Il ruolo dei gesti
nell’acquisizione del linguaggio
I genitori tendono a dare maggior rilievo alle
parole --> discriminante per il successivo
prevalere della modalità verbale su quella
gestuale
Economia: gesti rappresentativi +
vocalizzazioni; gesti deittici + parole
Simile al caso dei bambini bilingui dalla
nascita
14. Il ruolo dei gesti
nell’acquisizione del linguaggio
Gesto e parola portatori di due significati
diversi --> combinazioni supplementari
A 2 anni circa: la modalità vocale prevale su
quella gestuale, che però non scompare
15. Il ruolo dei gesti
nell’acquisizione del linguaggio
Bambino esposto a lingua dei segni: bambino
udente o sordo con almeno un genitore
sordo segnante
Bambino in grado di combinare due gesti
rappresentativi o due segni
Tempi di acquisizione analoghi per lingua
vocale e lingua dei segni
16. L’acquisizione della lingua dei
segni
In passato:
in famiglia o in istituto
Dagli inizi dell’Ottocento, in Italia: istituti per sordi
retti da ordini religiosi
Congresso di Milano e metodo ‘oralista’
Anni sessanta del Novecento: classi speciali per
sordi in scuole ordinarie
Legge 517/1977: inserimento dei bambini con
handicap nella scuola dell’obbligo
Minore possibilità per i bambini sordi di apprendere
la lingua dei segni
17. L’acquisizione della lingua dei
segni
Oggi:
Genitori non udenti genitori udenti≠
Metodo bimodale (introdotto in Italia agli inizi degli
anni ottanta da logopedisti): italiano
accompagnato da segni per le parole di contenuto
(italiano segnato, IS) e dattilogia (alfabeto
manuale) per articoli, preposizioni, desinenze
(Italiano segnato esatto, ISE)
18. L’acquisizione della lingua dei
segni
Legge 5 febbraio 1992 n.104: le famiglie possono
richiedere, dal nido alla scuola superiore, un
assistente alla comunicazione per il proprio figlio
sordo che usa la LIS
Esistono poche scuole in Italia dove si adotta
esplicitamente un modello di educazione bilingue
italiano-LIS coinvolgente udenti e sordi
Es. scuola materna ed elementare dell’Istituto di via
Nomentana a Roma; Circolo didattico di Cossato,
Biella
19. L’insegnamento della lingua dei
segni a udenti
Inizialmente: bambini udenti figli di genitori
sordi
Oggi: bambini e adulti udenti, anche senza
familiari sordi (interesse ‘scientifico’ per la
LIS)
20. I gesti
“Linguaggi iconici e gestuali, calcoli e linguaggi di
‘parata’ e imitazione, codici convenzionali
rudimentali e vasti e vari patrimoni segnici delle
grandi lingue di cultura, linguaggi logici e
balbettii, ammiccamenti, elaborati simbolismi, ci
legano al mondo, sono il nostro orizzonte,
proiezione del bisogno di socialità e comunione
che rechiamo, non unici, entro la nostra matrice
biologica” (De Mauro)
21. I gesti coverbali
Diverse classificazioni
Sobrero (1998)
Parametri utili per una classificazione
sociolinguistica:
- Cooccorrenza con il parlato
- Grado di codificazione culturale
22. I gesti coverbali
- Autonomi (possono accompagnare il
parlato, ma anche sostituirlo
completamente)
- Accompagnatori (prodotti in concomitanza
con il parlato)
23. I gesti coverbali
Accompagnatori:
- batonici: messa in rilievo gestuale;
scandiscono il ritmo della frase, ne
segnalano i confini, il topic e il comment,
indicano i punti di enfasi e di pausa
Alcuni gesti batonici sono culturalmente
codificati, ma sembra che la maggior parte
sia codificata su base biologica
24. I gesti coverbali
Autonomi:
- simbolici: con un significato preciso; es. la ‘mano
a borsa’ che in Italia significa ‘ma che vuoi?’; si
tratta di gesti culturalmente codificati
- mimetici: descrivono forma o dimensioni del
referente o mimano l’azione di cui si parla; per lo
più gesti creativi e non sono culturalmente
codificati, anzi, si usano spesso nella
comunicazione interculturale
- deittici