3. la percezione visiva
il termine “percezione visiva” sottintende la visione e la comprensione delle caratteristiche spaziali
di oggetti, nonché la percezione dello spazio in quanto tale
Determinate condizioni determinano nella nostra mente una percezione tridimensionale della
realtà, diversi studi sui fenomeni percettivi hanno individuato alcuni elementi determinanti del
fenomeno percettivo
La dimensione percepita, la vicinanza/lontananza, la simmetria, la “buona forma”, il moto comune
o casuale, la continuità di direzione, l’uniformità di lunghezza etc. sono determinanti per la nostra
“visione” del mondo esterno
ma quanto sopra non ci garantisce una corretta visione della realtà e un’errata percezione è
facilmente possibile, gli studi della Gestalt e le illusioni ottiche ne sono un chiaro esempio
4. l’occhio umano
Il nostro occhio è lo strumento con cui “catturiamo le immagini” che sono successivamente
rielaborate dalla nostra mente e rapidamente confrontate anche con il bagaglio mnemonico di
essa
Il nostro occhio, al pari di una camera oscura o di una fotocamera, è costituito sinteticamente da
tre parti:
la parte ottica il cristallino
il diaframma (iride)
un’area fotosensibile la retina, recettori nervosi e che presenta la massima ricettività nella fovea
centrale
la percezione binoculare o stereoscopica, elaborata nella nostra mente e mediata da fattori sia
fisiologici che psicologici, è quella che in sintesi ci garantisce la piena comprensione della
profondità tridimensionale della scena che osserviamo
Si consideri che la plasticità o tridimensionalità di una scena può essere colta dalla nostra mente
anche monocularmente soltanto in base alla distribuzione della luce, al colore e quindi alle ombre
che vediamo sugli oggetti.
5. la gestalt
"L'insie m e è più de lla so m m a de lle sue parti"
per comprendere il mondo circostante si tende a identificarvi forme secondo schemi che ci sembrano adatti - scelti
per imitazione, apprendimento e condivisione - e attraverso simili processi si organizzano sia la percezione che il
pensiero e la sensazione; ciò avviene di solito del tutto inconsapevolmente.
con particolare riferimento alla percezioni visive, le regole principali di organizzazione dei dati percepiti sono:
buona forma (la struttura percepita è sempre la più semplice)
prossimità (gli elementi sono raggruppati in funzione delle distanze)
somiglianza (tendenza a raggruppare gli elementi simili)
buona continuità (tutti gli elementi sono percepiti come appartenenti ad un insieme coerente e continuo)
destino comune (se gli elementi sono in movimento, vengono raggruppati quelli con uno spostamento coerente).
figura-sfondo (tutte le parti di una zona si possono interpretare sia come oggetto sia come sfondo).
movimento indotto (uno schema di riferimento formato da alcune strutture che consente la percezione degli oggetti)
pregnanza (nel caso gli stimoli siano ambigui, la percezione sarà buona in base alle informazioni prese dalla retina).
queste regole si applicano spesso anche nel caso delle illusioni ottiche
il termine Gestalt fu usato per la prima volta da Ernst Mach
in se g uito Edm und Husse rl e Christian vo n Ehre nfe ls ripre se ro il te rm ine da Mach ne lle lo ro te o rie psico lo g iche a
fo ndam e nto filo so fico
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si fo calizzaro no so prattutto sug li aspe tti pe rce ttivi e de lrag io nam e nto (pro ble m -s o lving )
6. regola della vicinanza o prossimità
gli elementi del campo percettivo vengono uniti in forme unitarie quanto minore è la distanza tra di loro
il Libro Dei Mutamenti - I Ching
8. regola del destino comune
gli elementi che hanno un andamento solidale tra di essi,
e differente da quello degli altri elementi, vengono uniti in forme
in un immagine si tenderà ad unificare le linee con la stessa direzione, orientamento e/o movimento,
secondo l'andamento più coerente, percependo le forme più semplici ed equilibrate.
9. regola della chiusura
le linee che formano delle figure chiuse tendono ad essere viste come unità formali
a nostra mente è predisposta a fornire le informazioni mancanti per chiudere una figura,
pertanto i margini chiusi o che tendono ad unirsi si impongono come unità figurale su quelli aperti
un esempio classico è il triangolo di kanisza
10. regola della continuità di direzione
una serie di elementi posti uno di seguito all'altro,
vengono uniti in forme in base alla loro continuità di direzione.
nella figura dell’esempio a sinistra percepiamo come unità continua le linee AB e CD e non AC e DB o ancora AD e CB.
secondo il principio di chiusura la nostra percezione dovrebbe evidenziare le aree riempite di nero nella parte bassa dell’esempio in in alto
a destra, intercettate dall'intersezione della spezzata e dalla linea curva; in realtà questo non succede poiché in generale risulta definita la
linea curva che di svela la spezzata
ciò accade perchè la nostra percezione tende ad evidenziare la forma che presenta il minor numero di cambiamenti e interruzioni nelle
linee o nei contorni
la curva dell’esempio con il suo andamento armonioso resta ben distinta dalla linea spezzata, che presenta molte variazioni decise
11. regola dell'esperienza passata
elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente associati tra di loro
tendono ad essere uniti in forme comprese in modo unitario ed univoco
si noti che l’esempio raffigurato vale solo per chi già conosce il nostro alfabeto
12. regola della figura-sfondo
tutte le parti di una zona si possono interpretare sia come oggetto sia come sfondo
la stella di Köhler, si può intendere come un insieme di elementi, segmenti ed archi,che danno la percezione di una forma identificata
come una stella, se si inscrive la stella in una circonferenza si ottiene una doppia stella, quella originale più una seconda generata dalla
nuova forma circolare
osservando la nuova figura, inizialmente,si potrà riconoscere la stella originaria ma, fissandola per un certo tempo al centro, essa
scompare, facendo prevalere la seconda stella formata dai settori più ampi della forma: di fatto si origina la percezione di un'alternanza
ciclica tra le due forme: è evidente quindi come la modifica di un singolo elemento agisce sulla percezione dell'intera forma.
13. alcuni elementi che influenzano la nostra percezione della profondità
grandezza degli oggetti, più grande = più vicino / più piccolo = lontano
sovrapposizione e viceversa, un oggetto “nascosto” da un altro è più lontano
trasparenza, un oggetto percepito attraverso una superficie trasparente viene visto
contemporaneamente ad essa
disposizione di luci e ombre, l’esempio di una sfera illuminata è immediato, si tenga presente che
il passaggio netto luce/ombra ci consente di percepire uno spigolo, mentre un’ombra che sfuma
gradualmente ci suggerisce immediatamente una superficie curva
luminosità, un oggetto più luminoso viene percepito come più vicino
nitidezza e grado di dettaglio se sono maggiori ci danno l’idea che un oggetto sia più vicino
all’osservatore di un altro
si badi che più so no g li “indizi” co nte m po rane am e nte pe rce piti m ag g io re sarà la pe rce zio ne di
pro fo ndità pe rce pita, e si no ti che a vo lte alcuni e le m e nti pe rce ttivi po tre bbe ro risultare in co nflitto
14. grandezza, sovrapposizione, trasparenza, luce/ombra influenzano la percezione
grandezza degli oggetti, più grande = più vicino / più piccolo = lontano
sovrapposizione e viceversa, un oggetto “nascosto” da un altro è più lontano
trasparenza, un oggetto percepito attraverso una superficie trasparente viene visto contemporaneamente ad essa
disposizione di luci e ombre, l’esempio di una sfera illuminata è immediato, si tenga presente che il passaggio
netto luce/ombra ci consente di percepire uno spigolo, mentre un’ombra che sfuma gradualmente ci suggerisce
immediatamente una superficie curva
luminosità, un oggetto più luminoso in genere viene percepito come più vicino
15. forme che creano illusione di profondità «reversibile»
il rombo ed il parallelogrammo sono figure che l’occhio non riesce a percepire come piatte,
inoltre possono produrre l’illusione di forme reversibili
un cla ssico e se m pio è ilcubo di Lo uis Albe rt Ne cke r
16. texture, nitidezza e/o grado di dettaglio influenzano la percezione
esiste una serie di figure che l’occhio percepisce come disposte nello spazio, non piatte
anche le texture possono influenzare la percezione visiva delle dimensioni e della distanza
nitidezza e grado di dettaglio se sono maggiori ci danno l’idea che un oggetto sia più vicino all’osservatore di un
altro
17. dimensione apparente
nella prospettiva accidentale due oggetti di dimensioni simili ma rappresentati a distanze diverse appaiono anche
di dimensioni diverse: il più vicino è più grande del suo simile più distante
questa regola può essere utilizzata per costruire false prospettive dando l’illusione della profondità
18. la riproduzione di effetti atmosferici influenza la percezione di un disegno
nell’esempio l’effetto dell’atmosfera, in genere utile per le prospettive aeree, è ottenuto con variazioni tonali, o di
colore: il primo piano risulterà più scuro o fortemente colorato, saturo, e ben a fuoco e distinto da uno sfondo più
chiaro eventualmente in un disegno complesso anche meno ricco di dettagli o non nettamente a fuoco
19. la posizione influenza la percezione dello spazio
il quadrato superiore è percepito come poggiato, quello inferiore come infisso nel terreno
Rudo lf Arnhe im - arte e pe rce zio ne vis iva
20. analogie strutturali tra percezione di forme grafiche ed eventi acustici
nel famoso esperimento gestaltico di Köhler venne chiesto di attribuire a due figure morfologicamente
complementari, la prima tondeggiante mentre la seconda spigolosa, i nome assolutamente arbitrari di Ma lum a e
Take te
le risposte al test generalmente univoche consentono di ipotizzare analogie strutturali tra oggetti visivi ed eventi
acustici e/o fonetici
21. percezione e movimento
anche il movimento influenza fortemente la nostra percezione dello spazio
il movimento può verificarsi in orizzontale, in verticale, lungo l’asse visuale, attorno ad un asse
orizzontale o verticale o del tutto casualmente – il cinema sfrutta profondamente nei piani
sequenza questi elementi
il movimento in senso orizzontale o verticale sia che sia il soggetto sia che sia l’ambiente intorno
ad egli è detto “parallasse di movimento”, quindi le diverse velocità angolari apparenti degli
oggetti, essendo inversamente proporzionali alle distanze, forniscono informazioni attendibili sulle
distanze
il movimento lungo l’asse visuale è detto di “avvicinamento o allontanamento”, ogni diminuzione
della distanza accompagna un’espansione dell’immagine/oggetti percepiti, mentre un aumento
della distanza produce una riduzione dell’immagine osservata – espansione o contrazione
interessano un oggetto se l’osservatore è fermo (es. un’automobile che ci viene incontro) o tutta
la scena se è l’osservatore a muoversi
il movimento attorno ad un asse orizzontale o verticale è detto “oscillatorio o rotatorio” ed è
caratterizzato ad esempio da alternanze nella percezione della distanza relativa, osservando
un’apparente inversione di movimento e l’oggetto osservato presenta un orientamento ambiguo o
reversibile
in re altà il m o vim e nto si pre se nta in m o do co m ple sso e in varie co m binazio ni, anche co n g li
e le m e nti pre ce de nte m e nte de scritti, cam biam e nti di fo rm a e m o vim e nto no nché di fo rm a durante
il m o vim e nto , e m ag g io re è il num e ro di info rm azio ni che l’o sse rvato re po trà acq uisire più pre cisa
sarà l’ide a de llo spazio che lo circo nda e rido tto ilm arg ine di e rro re pe rce ttivo
22. spazio e forma
la percezione è l’insieme delle sensazioni/informazioni che una forma trasmette ad un
osservatore, le sensazioni sono quindi le “unità elementari” della conoscenza
i concetti di spazio e forma sono interdipendenti nell’arte e nell’architettura
il concetto di forma richiama quello di materia,
la forma è definita in maniera elementare dalle tre dimensioni larghezza, spessore e altezza che
ne determinano il volume e definisce immediatamente uno “spazio” percepito
ma lo spazio è il contenuto o il contenitore?
che differenza c’è tra lo spazio naturale e quello artificiale?
forma, funzione, rappresentazione, necessità
la forma come pensiero è un atto conoscitivo
la forma come materia è un atto comunicativo
lo spazio è condizione della forma e risulta generato da essa stessa
23. lo spazio aristotelico e altri concetti spaziali
Aristotele ha dato una definizione dello spazio significativa, senza entrare in questioni più complesse relative ai
concetti di materia, di incorporeità, di immaterialità o cosmogoniche che le straordinarie menti dei filosofi hanno
esaminato ed elaborato durante la storia dell’uomo
Lo spazio aristotelico non è indifferente alla materia, e risulta come somma di tutti i luoghi e tutte le cose ed
definito da esse stesse
Un bicchie re è illim ite , lo spazio , de ll'acq ua che co ntie ne ; naturalm e nte ilbicchie re e l'acq ua po ss o no e s is te re indipe nde nte m e nte dai lo ro
lim iti, m a so lo in q uanto s o stanza che e sse ndo prim a no n può ave re un lim ite .
Lo spazio e illuo g o ve ng o no pe rce piti g razie alm o vim e nto . So lo s e ve do de i co rpi che s i m uo vo no po sso anche co nce pire lo spazio in cui
si m uo vo no . Se nza lo spazio no n e siste re bbe ilm o vim e nto , m a se nza m o vim e nto no n è pe nsabile lo s pazio . Rag io ne pe r cui, è ne ce ssario
ne g are l'e s is te nza de lvuo to , inte s o co m e e s se re no n dipe nde nte da alcun co rpo .
Tali concetti vengono ribaltati dai filosofi naturalisti italiani, ad esempio Bernardino Telesio e Francesco Patrizi,
che determineranno anche la nascita della prospettiva come metodo scientifico di rappresentazione inquadrata
dalle concezioni spaziali e cosmologiche rinascimentali
Newton raccoglie e plasma in un tutto organico e coerente l'eredità di Cartesio, Galileo e simultaneamente quella
di Bacone e di Boyle, definendo il concetto di spazio e tempo assoluti
Lo s pazio as so luto , pe r sua natura privo di re lazio ne a q ualco sa di e ste rno , rim ane s e m pre s im ile a se ste s so e d im m o bile
Newton raccoglie e plasma in un tutto organico e coerente l'eredità di Cartesio, Galileo e simultaneamente quella
di Bacone e di Boyle, definendo il concetto di spazio e tempo assoluti
Nel XX secolo Albert Einstein elaborando la te o ria de lla re la tività introduce il concetto di spazio-tempo che
amplia il concetto di tridimensionalità
24. …potrei definire come tempo e non come spazio quel vuoto che
mi è parso di riconoscere nell'attraversarlo.
Italo Calvino