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Caratteristiche delle stelleCaratteristiche delle stelle
Le stelle si trovano a
distanze enormi dalla
Terra. Per misurare
queste distanze si usa
l'anno luce, cioè la
distanza che percorre la
luce viaggiando nel
vuoto a 300.000 Km/sec
per un anno, ovvero
9500 miliardi di Km.
Caratteristiche delle stelleCaratteristiche delle stelle
La stella più vicina al sistema
solare si trova a 4 anni luce da noi
(proxima centauri).
È a cusa di questa grande distanza
che le stelle, che anche più grandi
del sole ci appaiono come puntini.
Se due stelle sono identiche ma si
trovano a distanze diverse dalla
Terra quella più vicina ci appare più
brillante di quella lontana.
Esistono molti tipi di stelle, che
possono differire molto tra di loro per
le dimensioni ed il colore
Le giganti rosse sono molto
più grosse del nostro Sole
che a sua volta è molto più
grande di quelle di una nana
bianca. Le nane bianche
hanno dimensioni molto più
grandi delle stelle di
neutroni.
Vega: 3 volte il
raggio solare
Sirio e Altair: 1,5/ 1,7
volte il raggio solare
Sirio B e Omicron
Eri: poco più grandi
della Terra
Deneb: 50 raggi solari
Alfa acquari: 110
Beta Pegaso: 150
Zeta Auriga: 160
Antares: 230
Orbite dei pianeti interni
Le stelle, in funzione delle loro
dimensioni, sono classificate in:
• Nane
• Giganti
• SuperGiganti
Le stelle SUPERGIGANTI
possono raggiungere
dimensioni (raggio, diametro,
volume) di quasi 1.000 volte
superiore alle NANE.
Nome
comune
Costellazion
e
Colore Luminosità
Relaz. Sole
Mv Temp
Sup.
K
Diametr
o
Dista
n-za
a.l.
Stagio
-
ne
Note
Arturo Bootes Arancio 115 (s) -0,06 4500 32 (s) 37 Primav. gigante
Spica Vergine biancoblu 2.300 (s) +1,0 2000
0
8 (s) 275 Primav. binaria
eclisse
Regolo Leone biancoblu 160 (s) +1,3
6
1300
0
4 (s) 85 Primav. sull’eclittica
Deneb Cigno biancoblu 100.000 (s) +1,3 9700 290 (s) 2000 Estate s.gigante
Vega Lira blu 50 (s) 0,00 1000
0
3 (s) 25 Estate luce stabile
Altair Aquila Biancazzurr
a
9 (s) +0,7
7
8600 1,5 (s) 16,6 Estate ellittica
Antares Scorpione rossa 9000 (s) ? +1,0 2800 700 (s) 500 Estate s.gigante
Betelgeuse Orione rossa 15.000 (s) +0,8 3000 800 (s) 650 Inverno s.gigante.
Rigel Orione biancazzurr
a
60.000 (s) +0,1
4
1200
0
50 (s) 900 Inverno s.gigante
Sirio Cane Magg. bianca 26 (s) -1,42 1000
0
1,8 (s) 8,7 Inverno doppia
Aldebaran Toro rossarancio 125 (s) +0,8
6
3400 37 (s) 68 Inverno gigante
Capella Auriga Gialla oro 160 (s) +0,0
5
6000 13 (s) 43 Inverno gigante
(s) = rispetto al nostro Sole
Alcune fra le stelle più belle e luminose dell’emisfero boreale
Il colore delle stelle dipende
dalla temperatura della loro
superficie:
Le stelle più fredde (3000°-
5000°) hanno colore dal rosso
scuro all'arancio.
Le stelle con temperature
superficiali di 6000° hanno
colore giallo.
Le stelle con T di 10.000 gradi
hanno colore bianco, mentre
quelle con T alte di circa
20.000° C sono le stelle giganti
azzurre.
Analizzando lo spettro della luce
proveniente dalle stelle fornisce agli
astrofisici informazioni riguardo alla
composizione delle stelle.
Lo spettro in fisica è la
figura di diffrazione creata
dalla scomposizione di
luce o più in generale
radiazioni
elettromagnetiche
proveniente da una
sorgente in funzione della
lunghezza d'onda (o, il
che è equivalente, della
frequenza o del numero
d'onda) mediante il
passaggio attraverso un
prisma di vetro o un
reticolo di diffrazione.
Come il nostro
sole le stelle si
sono formano a
partire da una
nube di materiale
interstellare
collassata.
Ovvero la forza
di gravità fa
cadere il
materiale verso
un centro.
Origine delle stelleOrigine delle stelle
La vita e la morte delle stelleLa vita e la morte delle stelle
L'energia delle stelle è nucleare: deriva dalla fusione di due
atomi di idrogeno che diventano un atomo di Elio. Nella
trasformazione una piccolissima parte della massa dei primi
due atomi si perde: viene trasformata in energia secondo la
relazione di Einstein:
E = mc2
Dove m è la massa che viene persa (piccolissima) e c è la
velocità della luce pari a 300.000 Km/sec.
Le reazioni iniziano ad
avvenire quando dalla
nebulosa iniziale si
condensa e le condizioni
di pressione e
temperatura innescano
le reazioni nucleari.
La stella durante la sua vita
rimane stabile finché la
pressione esercitata dalle
radiazioni emesse bilancia la
gravità, impedendo agli strati
esterni di collassare nel nucleo.
Le stelle muoiono quando
esauriscono la loro scorta di
combustibile nucleare.
La vita di una stella può durare
miliardi di anni, comunque il
destino di una stella dipende
dalla sua massa.
Betelgeuse, gigante rossa della costellazione
di Orione, vista e fotografata dal telescopio
spaziale Hubble.
La stella continua la sua vita normale fino a che non
si esaurisce l’idrogeno nel cuore della stella.
Questi continui bruciamenti-fusione dell’idrogeno,
sugli strati esterni del nucleo, fanno ricadere gli
elementi risultanti dalla fusione (He ….) , sul nucleo
stesso, aumentandone la massa-peso .
Raggiunto un limite specifico, la stella non sopporta
più il proprio peso e subisce un nuovo e più profondo
collasso che può portare il nucleo a temperature di
circa 100 milioni di gradi.
A questa temperatura avviene la fusione-bruciamento
dell’Elio che con la sua pressione ristabilisce
momentaneamente l'equilibrio termodinamico .
L’involucro esterno, invece, subisce una dilatazione
che porterà l’astro ad ingigantirsi e, di conseguenza, a
raffreddarsi in superficie.
Questa fase segna il passaggio che porterà
l'astro allo stato di gigante rossa.
La fine delle StelleLa fine delle Stelle
 Dalle Giganti Rosse alle Nane Bianche
Non tutte le stelle, una volta arrivate allo stato di Gigante Rossa, sono in grado di raggiungere
temperature sufficienti nel nucleo per il bruciamento dell’elio e di altri elementi più pesanti. In effetti,
se la massa della stella è modesta, come il nostro Sole, tale situazione non si presenta.
Comunque vada, tutte le stelle fino ad una massa pari a circa 1,5 volte quella del Sole, una volta
esaurite tutte le riserve di materiale nel nucleo, subiscono un profondo collasso gravitazionale a
causa del proprio peso, espellendo contemporaneamente, nello spazio circostante, tutta la materia
dell’involucro esterno e formando così quello stato che in astronomia si chiama nebulosa
planetaria. Al centro rimane solo il nucleo, messo a nudo perchè privato del gas esterno in
espansione; tale nucleo, luminosissimo, prende il nome di nana bianca ; per cause meccaniche,
la sua rotazione è dell’ordine di alcune decine di giri per ogni secondo.
Nebulose Planetarie con nana bianca al centro.
A sinistra la Spirograph; a destra la Formica
La fine delle stelleLa fine delle stelle
 Quando le stelle esplodono: Le Supernove
Il processo che porta all’esplosione di una
stella è quasi simile a quello visto fino ad
ora ma con una rilevante differenza,
dipendente dalla massa iniziale della stella
che, in questi casi, deve essere di almeno
1,5 volte quella del Sole. Questa variante
riguarda il core: il collasso, che avviene al
termine della combustione degli elementi
presenti nel nucleo, è repentino a tal punto
da liberare enormi quantità di energia in
pochissimi secondi. La reazione a questo
rapido collasso è appunto una grande
esplosione di tipo meccanico più che
nucleare .
Al momento dell’esplosione la
temperatura del nucleo può raggiungere
alcuni miliardi di gradi!!!!!
Queste stelle, prima di raggiungere lo
stato limite che le porterà ad esplodere,
attraversano la fase di Super Gigante
Rossa, le cui dimensioni superano di
centinaia di volte il raggio solare.
 Le Supernove
La “storia” della stella Sanduleak esplosa come supernova SN1987A nel febbraio del 1987. E’ la supernova più
studiata in tutta la storia dell’astronomia ; ad essa dobbiamo la conferma di modelli teorici precedenti e l’elaborazione
di nuovi modelli molto dettagliati su questo straordinario fenomeno, fase terminale dell’evoluzione di stelle massicce.
 Resti di supernove e stelle di Neutroni
A seguito dell’esplosione di una stella, i resti del materiale che circondava il nucleo vengono sospinti
nello spazio circostante a velocità dell’ordine delle migliaia di km/s. Man mano che il fronte gassoso
espulso avanza attraverso la spazio circostante , allontanandosi dalla stella progenitrice, va ad
occupare un volume sempre maggiore, raffreddandosi e diventando sempre meno visibile. Sarà questo
materiale che andrà a costituire parte di nuove stelle di popolazione “I”.
Parte della nebulosa ‘’Velo del Cigno” nella costellazione del Cigno Nebulosa (parte) Simeis147 nella costellazione del Toro
 La teoria dei Buchi Neri
Un “buco nero” è un corpo (!?)
celeste estremamente denso, dotato di
un'attrazione gravitazionale mostruosa,
talmente elevata da non permettere
l'allontanamento di alcunché dalla sua
superficie, nemmeno di radiazioni
elettromagnetiche, luce inclusa. Tale
superficie ideale è denominata
orizzonte degli eventi. Poiché
neanche la luce riesce a fuggire da
questo orizzonte, l'oggetto celeste
risulta invisibile: la sua presenza può
essere attestata solo indirettamente.
Per formare un buco nero la stella
progenitrice deve avere una massa
pari ad almeno 8 volte quella del
nostro Sole. Stelle di queste
dimensioni sono molto rare nel nostro
universo; per questo e per quanto detto
sopra è molto difficile individuare con
certezza quella voragine gravitazionale
chiamata “buco nero”.
Una stella ed un buco nero costituenti un sistema binario.
La materia della stella, cadendo nell’enorme campo gravitazionale
del buco nero spiraleggia e, infine, vi scompare dentro
definitivamente
 La teoria dei Buchi Neri
Gli astronomi pensano che
al centro di ogni galassia
dell’universo ci sia un buco
nero supermassiccio che,
in diverse occasioni, può
essere rilevato attraverso la
materia che cade dentro il
suo campo gravitazionale,
emettendo radiazioni X,
gamma e radio , facilmente
rilevabili .
La foto qui a fianco mostra il
nucleo di una galassia nel
cui centro sembrano
verificarsi quei fenomeni che
danno prova dell’esistenza di
un buco nero
supermassiccio.
 Cosa sono e come si differenziano fra loro
Lo spazio interstellare non è vuoto, ma è attraversato da una tenue materia
composta da gas e polveri, la quale ci si presenta sotto due diversi aspetti:
visibile e non visibile.
Alla prima categoria è stato dato il termine di “nebulose”, cioè agglomerati di
gas e pulviscolo interstellare con densità media di 1.000 volte superiore alla
normalità. Inoltre, l’estensione di queste nubi, normalmente decine e, a volte,
centinaia di a.l., fa sì che si rendano appariscenti se illuminate dalla luce di una o
più stelle, ad esse vicine , contemporaneamente.
Le NebuloseLe Nebulose
Ci sono nebulose che emanano
luce non direttamente generata da
loro, ma attraverso un
meccanismo di diffusione. E’ per
questo che sono chiamate
nebulose diffuse. Ciò che rende
effettivamente visibili questi
oggetti è il solo pulviscolo, che
costituisce appena l’uno per cento
del gas. Per avere una idea della
quantità di polvere in una di
queste nebulose, bisognerebbe
disperdere un cucchiaino di
sabbia in un cubo di 700 Km di
lato!
 Nebulose ad emissione
Si manifestano attraverso un fenomeno diverso dalla diffusione e lo fanno con
meccanismi che non coinvolgono il pulviscolo, ma il gas. Difatti le stelle vicine o
immerse nella nebulosa stessa, eccitano l’idrogeno presente nella nube,
ionizzandolo, trasformando così l’invisibile radiazione ultravioletta emessa dalle
stelle, in radiazione visibile. Pertanto le nebulose ad emissione fanno un’opera di
trasformazione: assorbono, attraverso il gas presente, la radiazione più intensa delle
stelle e la riemettono sotto forma di radiazione visibile per l’occhio umano.
Nebulosa denominata Laguna
(M8) visibile nella costellazione
del Sagittario
Nebulose a riflessione e nebulose a emissione si trovano spesso
insieme, qualche volta sono entrambe definite come nebulosa diffusa.
Nebulosa di Orione (M42)
esempio di nebulosa diffusa
Le nebuloseLe nebulose
 Ammassi Globulari
Gli ammassi globulari annoverano da decine a centinaia di migliaia di stelle,
agglomerate in un raggio di centinaia di a.l.
A differenza degli ammassi aperti, i globulari sono situati nell’alone della
Galassia e seguono delle orbite ellittiche intorno al centro galattico con un
tempo medio di circa 300 milioni di anni.
Gli ammassi globulari , pur attraversando due volte per ogni rivoluzione il piano
della loro galassia, l’enorme spazio vuoto fra stella e stella, rende estremamente
improbabile delle collisioni.
Ammasso globulare (M13)
visibile nella costellazione di
Ercole
Le GalassieLe Galassie
Le GalassieLe Galassie
 Cosa è una Galassia?
Una Galassia è il sistema più grande e meglio organizzato di stelle che popola l’Universo.
Possiamo paragonare le galassie a degli Universi-isola che “galleggiano” nello spazio.
Oltre alle stelle, le galassie contengono, in diversa percentuale, zone composte da polveri e
gas che, sotto particolari condizioni, andranno a formare il materiale dal quale nasceranno
le nuove stelle e i loro pianeti.
Galassia M33, visibile
nella costellazione del
Triangolo.
Foto di Paolo Calcidese
dell’Osservatorio
Astronomico della Regione
Valle d’Aosta a Saint-
Barthélemy
 Caratteristiche della nostra Galassia
Questa immensa isola che è la
nostra Galassia, ha la forma di un
disco molto appiattito, di almeno
100.000 anni-luce (a.l.) di diametro
e solamente 2.000-6.000 a.l. di
spessore,
Ad oggi sono stati individuati
sicuramente almeno 3 bracci della
spirale : uno detto del Sagittario
che si trova a 6.000 a.l. in
direzione del centro della Galassia;
un altro il braccio di Orione nel
quale si trova il Sole; il terzo è il
braccio del Perseo a 5.000 in
direzione periferica.
 Caratteristiche della nostra Galassia(2)
Diversamente dall’apparenza, la
distanza media fra 2 stelle
“vicine”, del disco della Galassia, è
molto elevata: nella zona dove è
posto il nostro Sole è di circa 6 a.l.,
paragonabile a 2 chicchi di mais
lontani fra loro di 200 km! Queste
distanze medie si riducono
sensibilmente andando verso il
centro, dove si pensa che le stelle
dovrebbero avere una distanza
media reciproca di qualche
settimana luce!!
Le GalassieLe Galassie
Ricostruzione artistica della nostra Galassia
 Cosa è la Via Lattea?
La Via Lattea è la GALASSIA cui appartiene il sistema solare; essa è
anche nota come la Galassia, per antonomasia
In ASTRONOMIA OSSERVATIVA, il termine designa la debole banda di
luce bianca che attraversa la sfera celeste, formata dalle stelle situate
nel disco della galassia stessa.
E’ proprio a causa dell’elevato numero di stelle visibili in quella direzione
che ci appare come una via biancastra cui è stato dato appunto il nome
di Lattea. Questa via si allarga in direzione del centro della Galassia ,
che si trova nel Sagittario) a causa dello spessore del bulge che è
maggiore di quello del disco.
Le GalassieLe Galassie
Parte della Via Lattea
 La classificazione delle Galassie
Una delle cose che ha colpito di più gli astronomi dopo l’avvento della fotografia, è stata la grande
varietà di forme delle Galassie. Una prima descrizione dettagliata e tuttora valida della morfologia è
stata fatta da H. Hubble nel lontano 1926. Secondo Hubble esistono tre grandi categorie di galassie:
le Ellittiche, le Spirali e le Irregolari.
Le GalassieLe Galassie
 La classificazione delle Galassie: le Ellittiche
 La classificazione delle Galassie: a spirale
L'espansione dell'universoL'espansione dell'universo
L'Universo è un gigantesco spazio vuoto,
in cui di tanto in tanto (molto raramente) si
incontrano granellini di materia
incandescente (stelle).
Studiando gli spettri della luce delle stelle
è stato scoperto che tutte le altre galassie
si stanno allontanando da noi, e più sono
lontane più velocemente si allontanano.
Questo è stato scoperto grazie all'effetto
red shift, ovvero lo spettro delle stelle
lontane è spostato verso il rosso.
Questo si spiega con l'effetto Doppler.
Effetto DopplerEffetto Doppler
L'effetto Doppler è un
cambiamento apparente della
frequenza o della lunghezza
d'onda di un'onda percepita
da un osservatore che si trova
in movimento rispetto alla
sorgente delle onde.
La luce delle stelle si
comporta come il suolo di una
sirena che si allontana da noi
Espansione dell'universoEspansione dell'universo
L'allontanamento delle galassie si
può spiegare se si pensa che
l'Universo si stia espandendo e
durante l'espansione lo spazio
trascina con se le galassie.
Il Big BangIl Big Bang
Se immaginiamo di vedere al
contrario il film dell'Universo
vedremmo che tutte le galassie,
tornando indietro nel tempo, si
avvicinano fra di loro, fino a
convergere in un unico punto
dove circa 15,5 miliardi di anni fa
era presente tutta la materia e
l'energia dell'universo: quel
momento iniziale è il Big Bang.
Con questa esplosione hanno
inizio lo spazio ed il tempo come
li conosciamo noi.
Il Big BangIl Big Bang
La teoria prevede che ancora oggi una parte dell'energia iniziale del
Big Bang sia diffusa in tutto lo spazio, visto che lo spazio si è
espanso si tratterà di una radiazione a bassissima temperatura.
Questa radiazione esiste ed è stata misurata (3° K) e si chiama
radiazione di fondo.
Il destino dell'Universo dipende dalla quantità di
materia che esso possiede. Noi possiamo misurare
la materia visibile ma sappiamo che esiste (e
dovrebbe essere moltissima) anche la materia
oscura di cui si sa ancora poco.
Universo chiuso
In un universo chiuso, mancando l'effetto repulsivo
dell'energia oscura, la gravità fermerebbe
l'espansione dell'universo, che inizierebbe quindi a
collassare in un'unica singolarità (Big Crunch)
analoga al Big Bang.
Universo aperto
Se la materia si rivelasse “poca”, l'universo si
espanderebbe indefinitamente, rallentando di poco il
suo moto a causa della forza di gravità. Con l'energia
oscura l'espansione non solo è continua, ma è pure
in accelerazione. Le possibilità circa il destino ultimo
di un universo aperto sono o la morte termica, o il Big
Freeze, o il Big Rip, in cui l'accelerazione provocata
dall'energia oscura diventa così forte che supera gli
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nucleare debole.

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Le stelle e l'universo

  • 1. Caratteristiche delle stelleCaratteristiche delle stelle Le stelle si trovano a distanze enormi dalla Terra. Per misurare queste distanze si usa l'anno luce, cioè la distanza che percorre la luce viaggiando nel vuoto a 300.000 Km/sec per un anno, ovvero 9500 miliardi di Km.
  • 2. Caratteristiche delle stelleCaratteristiche delle stelle La stella più vicina al sistema solare si trova a 4 anni luce da noi (proxima centauri). È a cusa di questa grande distanza che le stelle, che anche più grandi del sole ci appaiono come puntini. Se due stelle sono identiche ma si trovano a distanze diverse dalla Terra quella più vicina ci appare più brillante di quella lontana.
  • 3. Esistono molti tipi di stelle, che possono differire molto tra di loro per le dimensioni ed il colore Le giganti rosse sono molto più grosse del nostro Sole che a sua volta è molto più grande di quelle di una nana bianca. Le nane bianche hanno dimensioni molto più grandi delle stelle di neutroni. Vega: 3 volte il raggio solare Sirio e Altair: 1,5/ 1,7 volte il raggio solare Sirio B e Omicron Eri: poco più grandi della Terra Deneb: 50 raggi solari Alfa acquari: 110 Beta Pegaso: 150 Zeta Auriga: 160 Antares: 230 Orbite dei pianeti interni Le stelle, in funzione delle loro dimensioni, sono classificate in: • Nane • Giganti • SuperGiganti Le stelle SUPERGIGANTI possono raggiungere dimensioni (raggio, diametro, volume) di quasi 1.000 volte superiore alle NANE.
  • 4. Nome comune Costellazion e Colore Luminosità Relaz. Sole Mv Temp Sup. K Diametr o Dista n-za a.l. Stagio - ne Note Arturo Bootes Arancio 115 (s) -0,06 4500 32 (s) 37 Primav. gigante Spica Vergine biancoblu 2.300 (s) +1,0 2000 0 8 (s) 275 Primav. binaria eclisse Regolo Leone biancoblu 160 (s) +1,3 6 1300 0 4 (s) 85 Primav. sull’eclittica Deneb Cigno biancoblu 100.000 (s) +1,3 9700 290 (s) 2000 Estate s.gigante Vega Lira blu 50 (s) 0,00 1000 0 3 (s) 25 Estate luce stabile Altair Aquila Biancazzurr a 9 (s) +0,7 7 8600 1,5 (s) 16,6 Estate ellittica Antares Scorpione rossa 9000 (s) ? +1,0 2800 700 (s) 500 Estate s.gigante Betelgeuse Orione rossa 15.000 (s) +0,8 3000 800 (s) 650 Inverno s.gigante. Rigel Orione biancazzurr a 60.000 (s) +0,1 4 1200 0 50 (s) 900 Inverno s.gigante Sirio Cane Magg. bianca 26 (s) -1,42 1000 0 1,8 (s) 8,7 Inverno doppia Aldebaran Toro rossarancio 125 (s) +0,8 6 3400 37 (s) 68 Inverno gigante Capella Auriga Gialla oro 160 (s) +0,0 5 6000 13 (s) 43 Inverno gigante (s) = rispetto al nostro Sole Alcune fra le stelle più belle e luminose dell’emisfero boreale
  • 5. Il colore delle stelle dipende dalla temperatura della loro superficie: Le stelle più fredde (3000°- 5000°) hanno colore dal rosso scuro all'arancio. Le stelle con temperature superficiali di 6000° hanno colore giallo. Le stelle con T di 10.000 gradi hanno colore bianco, mentre quelle con T alte di circa 20.000° C sono le stelle giganti azzurre.
  • 6. Analizzando lo spettro della luce proveniente dalle stelle fornisce agli astrofisici informazioni riguardo alla composizione delle stelle. Lo spettro in fisica è la figura di diffrazione creata dalla scomposizione di luce o più in generale radiazioni elettromagnetiche proveniente da una sorgente in funzione della lunghezza d'onda (o, il che è equivalente, della frequenza o del numero d'onda) mediante il passaggio attraverso un prisma di vetro o un reticolo di diffrazione.
  • 7. Come il nostro sole le stelle si sono formano a partire da una nube di materiale interstellare collassata. Ovvero la forza di gravità fa cadere il materiale verso un centro. Origine delle stelleOrigine delle stelle
  • 8. La vita e la morte delle stelleLa vita e la morte delle stelle L'energia delle stelle è nucleare: deriva dalla fusione di due atomi di idrogeno che diventano un atomo di Elio. Nella trasformazione una piccolissima parte della massa dei primi due atomi si perde: viene trasformata in energia secondo la relazione di Einstein: E = mc2 Dove m è la massa che viene persa (piccolissima) e c è la velocità della luce pari a 300.000 Km/sec. Le reazioni iniziano ad avvenire quando dalla nebulosa iniziale si condensa e le condizioni di pressione e temperatura innescano le reazioni nucleari.
  • 9. La stella durante la sua vita rimane stabile finché la pressione esercitata dalle radiazioni emesse bilancia la gravità, impedendo agli strati esterni di collassare nel nucleo. Le stelle muoiono quando esauriscono la loro scorta di combustibile nucleare. La vita di una stella può durare miliardi di anni, comunque il destino di una stella dipende dalla sua massa.
  • 10. Betelgeuse, gigante rossa della costellazione di Orione, vista e fotografata dal telescopio spaziale Hubble. La stella continua la sua vita normale fino a che non si esaurisce l’idrogeno nel cuore della stella. Questi continui bruciamenti-fusione dell’idrogeno, sugli strati esterni del nucleo, fanno ricadere gli elementi risultanti dalla fusione (He ….) , sul nucleo stesso, aumentandone la massa-peso . Raggiunto un limite specifico, la stella non sopporta più il proprio peso e subisce un nuovo e più profondo collasso che può portare il nucleo a temperature di circa 100 milioni di gradi. A questa temperatura avviene la fusione-bruciamento dell’Elio che con la sua pressione ristabilisce momentaneamente l'equilibrio termodinamico . L’involucro esterno, invece, subisce una dilatazione che porterà l’astro ad ingigantirsi e, di conseguenza, a raffreddarsi in superficie. Questa fase segna il passaggio che porterà l'astro allo stato di gigante rossa. La fine delle StelleLa fine delle Stelle
  • 11.  Dalle Giganti Rosse alle Nane Bianche Non tutte le stelle, una volta arrivate allo stato di Gigante Rossa, sono in grado di raggiungere temperature sufficienti nel nucleo per il bruciamento dell’elio e di altri elementi più pesanti. In effetti, se la massa della stella è modesta, come il nostro Sole, tale situazione non si presenta. Comunque vada, tutte le stelle fino ad una massa pari a circa 1,5 volte quella del Sole, una volta esaurite tutte le riserve di materiale nel nucleo, subiscono un profondo collasso gravitazionale a causa del proprio peso, espellendo contemporaneamente, nello spazio circostante, tutta la materia dell’involucro esterno e formando così quello stato che in astronomia si chiama nebulosa planetaria. Al centro rimane solo il nucleo, messo a nudo perchè privato del gas esterno in espansione; tale nucleo, luminosissimo, prende il nome di nana bianca ; per cause meccaniche, la sua rotazione è dell’ordine di alcune decine di giri per ogni secondo. Nebulose Planetarie con nana bianca al centro. A sinistra la Spirograph; a destra la Formica La fine delle stelleLa fine delle stelle
  • 12.  Quando le stelle esplodono: Le Supernove Il processo che porta all’esplosione di una stella è quasi simile a quello visto fino ad ora ma con una rilevante differenza, dipendente dalla massa iniziale della stella che, in questi casi, deve essere di almeno 1,5 volte quella del Sole. Questa variante riguarda il core: il collasso, che avviene al termine della combustione degli elementi presenti nel nucleo, è repentino a tal punto da liberare enormi quantità di energia in pochissimi secondi. La reazione a questo rapido collasso è appunto una grande esplosione di tipo meccanico più che nucleare . Al momento dell’esplosione la temperatura del nucleo può raggiungere alcuni miliardi di gradi!!!!! Queste stelle, prima di raggiungere lo stato limite che le porterà ad esplodere, attraversano la fase di Super Gigante Rossa, le cui dimensioni superano di centinaia di volte il raggio solare.
  • 13.
  • 14.  Le Supernove La “storia” della stella Sanduleak esplosa come supernova SN1987A nel febbraio del 1987. E’ la supernova più studiata in tutta la storia dell’astronomia ; ad essa dobbiamo la conferma di modelli teorici precedenti e l’elaborazione di nuovi modelli molto dettagliati su questo straordinario fenomeno, fase terminale dell’evoluzione di stelle massicce.
  • 15.
  • 16.  Resti di supernove e stelle di Neutroni A seguito dell’esplosione di una stella, i resti del materiale che circondava il nucleo vengono sospinti nello spazio circostante a velocità dell’ordine delle migliaia di km/s. Man mano che il fronte gassoso espulso avanza attraverso la spazio circostante , allontanandosi dalla stella progenitrice, va ad occupare un volume sempre maggiore, raffreddandosi e diventando sempre meno visibile. Sarà questo materiale che andrà a costituire parte di nuove stelle di popolazione “I”. Parte della nebulosa ‘’Velo del Cigno” nella costellazione del Cigno Nebulosa (parte) Simeis147 nella costellazione del Toro
  • 17.  La teoria dei Buchi Neri Un “buco nero” è un corpo (!?) celeste estremamente denso, dotato di un'attrazione gravitazionale mostruosa, talmente elevata da non permettere l'allontanamento di alcunché dalla sua superficie, nemmeno di radiazioni elettromagnetiche, luce inclusa. Tale superficie ideale è denominata orizzonte degli eventi. Poiché neanche la luce riesce a fuggire da questo orizzonte, l'oggetto celeste risulta invisibile: la sua presenza può essere attestata solo indirettamente. Per formare un buco nero la stella progenitrice deve avere una massa pari ad almeno 8 volte quella del nostro Sole. Stelle di queste dimensioni sono molto rare nel nostro universo; per questo e per quanto detto sopra è molto difficile individuare con certezza quella voragine gravitazionale chiamata “buco nero”. Una stella ed un buco nero costituenti un sistema binario. La materia della stella, cadendo nell’enorme campo gravitazionale del buco nero spiraleggia e, infine, vi scompare dentro definitivamente
  • 18.  La teoria dei Buchi Neri Gli astronomi pensano che al centro di ogni galassia dell’universo ci sia un buco nero supermassiccio che, in diverse occasioni, può essere rilevato attraverso la materia che cade dentro il suo campo gravitazionale, emettendo radiazioni X, gamma e radio , facilmente rilevabili . La foto qui a fianco mostra il nucleo di una galassia nel cui centro sembrano verificarsi quei fenomeni che danno prova dell’esistenza di un buco nero supermassiccio.
  • 19.  Cosa sono e come si differenziano fra loro Lo spazio interstellare non è vuoto, ma è attraversato da una tenue materia composta da gas e polveri, la quale ci si presenta sotto due diversi aspetti: visibile e non visibile. Alla prima categoria è stato dato il termine di “nebulose”, cioè agglomerati di gas e pulviscolo interstellare con densità media di 1.000 volte superiore alla normalità. Inoltre, l’estensione di queste nubi, normalmente decine e, a volte, centinaia di a.l., fa sì che si rendano appariscenti se illuminate dalla luce di una o più stelle, ad esse vicine , contemporaneamente. Le NebuloseLe Nebulose Ci sono nebulose che emanano luce non direttamente generata da loro, ma attraverso un meccanismo di diffusione. E’ per questo che sono chiamate nebulose diffuse. Ciò che rende effettivamente visibili questi oggetti è il solo pulviscolo, che costituisce appena l’uno per cento del gas. Per avere una idea della quantità di polvere in una di queste nebulose, bisognerebbe disperdere un cucchiaino di sabbia in un cubo di 700 Km di lato!
  • 20.  Nebulose ad emissione Si manifestano attraverso un fenomeno diverso dalla diffusione e lo fanno con meccanismi che non coinvolgono il pulviscolo, ma il gas. Difatti le stelle vicine o immerse nella nebulosa stessa, eccitano l’idrogeno presente nella nube, ionizzandolo, trasformando così l’invisibile radiazione ultravioletta emessa dalle stelle, in radiazione visibile. Pertanto le nebulose ad emissione fanno un’opera di trasformazione: assorbono, attraverso il gas presente, la radiazione più intensa delle stelle e la riemettono sotto forma di radiazione visibile per l’occhio umano. Nebulosa denominata Laguna (M8) visibile nella costellazione del Sagittario
  • 21. Nebulose a riflessione e nebulose a emissione si trovano spesso insieme, qualche volta sono entrambe definite come nebulosa diffusa. Nebulosa di Orione (M42) esempio di nebulosa diffusa Le nebuloseLe nebulose
  • 22.  Ammassi Globulari Gli ammassi globulari annoverano da decine a centinaia di migliaia di stelle, agglomerate in un raggio di centinaia di a.l. A differenza degli ammassi aperti, i globulari sono situati nell’alone della Galassia e seguono delle orbite ellittiche intorno al centro galattico con un tempo medio di circa 300 milioni di anni. Gli ammassi globulari , pur attraversando due volte per ogni rivoluzione il piano della loro galassia, l’enorme spazio vuoto fra stella e stella, rende estremamente improbabile delle collisioni. Ammasso globulare (M13) visibile nella costellazione di Ercole
  • 24. Le GalassieLe Galassie  Cosa è una Galassia? Una Galassia è il sistema più grande e meglio organizzato di stelle che popola l’Universo. Possiamo paragonare le galassie a degli Universi-isola che “galleggiano” nello spazio. Oltre alle stelle, le galassie contengono, in diversa percentuale, zone composte da polveri e gas che, sotto particolari condizioni, andranno a formare il materiale dal quale nasceranno le nuove stelle e i loro pianeti. Galassia M33, visibile nella costellazione del Triangolo. Foto di Paolo Calcidese dell’Osservatorio Astronomico della Regione Valle d’Aosta a Saint- Barthélemy
  • 25.  Caratteristiche della nostra Galassia Questa immensa isola che è la nostra Galassia, ha la forma di un disco molto appiattito, di almeno 100.000 anni-luce (a.l.) di diametro e solamente 2.000-6.000 a.l. di spessore, Ad oggi sono stati individuati sicuramente almeno 3 bracci della spirale : uno detto del Sagittario che si trova a 6.000 a.l. in direzione del centro della Galassia; un altro il braccio di Orione nel quale si trova il Sole; il terzo è il braccio del Perseo a 5.000 in direzione periferica.
  • 26.  Caratteristiche della nostra Galassia(2) Diversamente dall’apparenza, la distanza media fra 2 stelle “vicine”, del disco della Galassia, è molto elevata: nella zona dove è posto il nostro Sole è di circa 6 a.l., paragonabile a 2 chicchi di mais lontani fra loro di 200 km! Queste distanze medie si riducono sensibilmente andando verso il centro, dove si pensa che le stelle dovrebbero avere una distanza media reciproca di qualche settimana luce!! Le GalassieLe Galassie Ricostruzione artistica della nostra Galassia
  • 27.  Cosa è la Via Lattea? La Via Lattea è la GALASSIA cui appartiene il sistema solare; essa è anche nota come la Galassia, per antonomasia In ASTRONOMIA OSSERVATIVA, il termine designa la debole banda di luce bianca che attraversa la sfera celeste, formata dalle stelle situate nel disco della galassia stessa. E’ proprio a causa dell’elevato numero di stelle visibili in quella direzione che ci appare come una via biancastra cui è stato dato appunto il nome di Lattea. Questa via si allarga in direzione del centro della Galassia , che si trova nel Sagittario) a causa dello spessore del bulge che è maggiore di quello del disco. Le GalassieLe Galassie Parte della Via Lattea
  • 28.  La classificazione delle Galassie Una delle cose che ha colpito di più gli astronomi dopo l’avvento della fotografia, è stata la grande varietà di forme delle Galassie. Una prima descrizione dettagliata e tuttora valida della morfologia è stata fatta da H. Hubble nel lontano 1926. Secondo Hubble esistono tre grandi categorie di galassie: le Ellittiche, le Spirali e le Irregolari. Le GalassieLe Galassie
  • 29.  La classificazione delle Galassie: le Ellittiche  La classificazione delle Galassie: a spirale
  • 30. L'espansione dell'universoL'espansione dell'universo L'Universo è un gigantesco spazio vuoto, in cui di tanto in tanto (molto raramente) si incontrano granellini di materia incandescente (stelle). Studiando gli spettri della luce delle stelle è stato scoperto che tutte le altre galassie si stanno allontanando da noi, e più sono lontane più velocemente si allontanano. Questo è stato scoperto grazie all'effetto red shift, ovvero lo spettro delle stelle lontane è spostato verso il rosso. Questo si spiega con l'effetto Doppler.
  • 31. Effetto DopplerEffetto Doppler L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si trova in movimento rispetto alla sorgente delle onde. La luce delle stelle si comporta come il suolo di una sirena che si allontana da noi
  • 32. Espansione dell'universoEspansione dell'universo L'allontanamento delle galassie si può spiegare se si pensa che l'Universo si stia espandendo e durante l'espansione lo spazio trascina con se le galassie.
  • 33. Il Big BangIl Big Bang Se immaginiamo di vedere al contrario il film dell'Universo vedremmo che tutte le galassie, tornando indietro nel tempo, si avvicinano fra di loro, fino a convergere in un unico punto dove circa 15,5 miliardi di anni fa era presente tutta la materia e l'energia dell'universo: quel momento iniziale è il Big Bang. Con questa esplosione hanno inizio lo spazio ed il tempo come li conosciamo noi.
  • 34. Il Big BangIl Big Bang La teoria prevede che ancora oggi una parte dell'energia iniziale del Big Bang sia diffusa in tutto lo spazio, visto che lo spazio si è espanso si tratterà di una radiazione a bassissima temperatura. Questa radiazione esiste ed è stata misurata (3° K) e si chiama radiazione di fondo.
  • 35. Il destino dell'Universo dipende dalla quantità di materia che esso possiede. Noi possiamo misurare la materia visibile ma sappiamo che esiste (e dovrebbe essere moltissima) anche la materia oscura di cui si sa ancora poco. Universo chiuso In un universo chiuso, mancando l'effetto repulsivo dell'energia oscura, la gravità fermerebbe l'espansione dell'universo, che inizierebbe quindi a collassare in un'unica singolarità (Big Crunch) analoga al Big Bang. Universo aperto Se la materia si rivelasse “poca”, l'universo si espanderebbe indefinitamente, rallentando di poco il suo moto a causa della forza di gravità. Con l'energia oscura l'espansione non solo è continua, ma è pure in accelerazione. Le possibilità circa il destino ultimo di un universo aperto sono o la morte termica, o il Big Freeze, o il Big Rip, in cui l'accelerazione provocata dall'energia oscura diventa così forte che supera gli effetti delle forze gravitazionale, elettromagnetica e nucleare debole.