The Sun is our closest star, with a diameter of 1.4 million km and a mass 330,000 times that of Earth. Its surface temperature is around 5,800 K and it is expected to exist for another 10 billion years. The Sun is composed of three main layers - the core, radiative zone, and convective zone - as well as an atmosphere with the photosphere, chromosphere, and corona. Features on the Sun like sunspots and solar flares are produced by its magnetic field.
Per affrontare l'argomento vengono proposte, all'interno del power point, delle mappe concettuali utili a collegare gli argomenti e tutte le immagini necessarie ad una migliore comprensione delle spiegazioni e a catturare, si spera, l'attenzione degli alunni
Astronomo e matematico tedesco, Giovanni Keplero ha formulato le 3 leggi che regolano il moto dei pianeti del Sistema solare.
Keplero nasce il 27 dicembre 1571 a Weil der Stadt, nel Sud‐Ovest della Germania. Viene destinato dai genitori alla carriera ecclesiastica, e presso il seminario dell’università di Tubinga, studia teologia e matematica.
Un suo docente, l’astronomo Michael Mästlin, lo introduce alle nuove teorie astronomiche dello scienziato polacco Niccolò Copernico.
Di recente, infatti, Copernico ha affermato che la Terra non è al centro dell'universo, come da sempre si ritiene.
Secondo lo studioso, invece, al centro dell’universo c’è il Sole, e la Terra, insieme agli altri pianeti, gli gira intorno.
Il giovane Keplero abbraccia con convinzione la teoria eliocentrica di Copernico, e inizia a studiare astronomia.
Nel 1596 viene pubblicato il suo primo saggio, il Mysterium cosmographicum. In quest’opera, espone un’interpretazione dell’eliocentrismo profondamente intrisa di religiosità. Keplero afferma che, poiché è creato da Dio, l’universo è ordinato earmonico, e questa armonia si traduce in leggi matematiche. La missione dello scienziato, quindi, è trovare queste leggi.
Nel 1600 il matematico danese Tycho Brahe, astronomo ufficiale del Sacro romano impero, lo chiama in Boemia come suo assistente. L’anno seguente Brahe muore, e Keplero viene nominato matematico imperiale al suo posto.
Da Brahe, Keplero eredita un’enorme mole di calcoli e misurazioni astronomiche. Mette ordine tra i dati in suo possesso, cercando analogie e rapporti da cui far discendere leggi matematiche. Giunge, infine, in circa 25 anni di lavori, a dimostrare che il moto dei pianeti intorno al Sole è regolato da leggi che sono uguali per ogni pianeta.
Keplero comprende innanzitutto che i pianeti si muovono seguendo un’orbita ellittica, e non circolare, come pensano i suoi contemporanei.
Dimostra, inoltre, che la velocità con cui un pianeta percorre la propria orbita non è costante: infatti, più il pianeta si trova in un punto dell’orbita lontano dal Sole, e più procede lentamente.
Infine, confronta le velocità dei pianeti, e comprende che più un pianeta è vicino al Sole, minore sarà il tempo necessario per completare un’orbita.
Keplero dimostra tutto ciò mediante rigorose leggi fisiche che costituiscono le cosiddette “tre leggi sul moto dei pianeti”.
Le leggi di Keplero sono ancora oggi alla base della scienza astronomica.
Giovanni Keplero muore a Ratisbona il 15 novembre 1630, a 58 anni.
Pochi anni dopo la sua morte, viene pubblicato un suo manoscritto intitolato Somnium lunae, in cui Keplero immagina un viaggio sulla Luna. È ritenuto il primo racconto di fantascienza.
The Sun is our closest star, with a diameter of 1.4 million km and a mass 330,000 times that of Earth. Its surface temperature is around 5,800 K and it is expected to exist for another 10 billion years. The Sun is composed of three main layers - the core, radiative zone, and convective zone - as well as an atmosphere with the photosphere, chromosphere, and corona. Features on the Sun like sunspots and solar flares are produced by its magnetic field.
Per affrontare l'argomento vengono proposte, all'interno del power point, delle mappe concettuali utili a collegare gli argomenti e tutte le immagini necessarie ad una migliore comprensione delle spiegazioni e a catturare, si spera, l'attenzione degli alunni
Astronomo e matematico tedesco, Giovanni Keplero ha formulato le 3 leggi che regolano il moto dei pianeti del Sistema solare.
Keplero nasce il 27 dicembre 1571 a Weil der Stadt, nel Sud‐Ovest della Germania. Viene destinato dai genitori alla carriera ecclesiastica, e presso il seminario dell’università di Tubinga, studia teologia e matematica.
Un suo docente, l’astronomo Michael Mästlin, lo introduce alle nuove teorie astronomiche dello scienziato polacco Niccolò Copernico.
Di recente, infatti, Copernico ha affermato che la Terra non è al centro dell'universo, come da sempre si ritiene.
Secondo lo studioso, invece, al centro dell’universo c’è il Sole, e la Terra, insieme agli altri pianeti, gli gira intorno.
Il giovane Keplero abbraccia con convinzione la teoria eliocentrica di Copernico, e inizia a studiare astronomia.
Nel 1596 viene pubblicato il suo primo saggio, il Mysterium cosmographicum. In quest’opera, espone un’interpretazione dell’eliocentrismo profondamente intrisa di religiosità. Keplero afferma che, poiché è creato da Dio, l’universo è ordinato earmonico, e questa armonia si traduce in leggi matematiche. La missione dello scienziato, quindi, è trovare queste leggi.
Nel 1600 il matematico danese Tycho Brahe, astronomo ufficiale del Sacro romano impero, lo chiama in Boemia come suo assistente. L’anno seguente Brahe muore, e Keplero viene nominato matematico imperiale al suo posto.
Da Brahe, Keplero eredita un’enorme mole di calcoli e misurazioni astronomiche. Mette ordine tra i dati in suo possesso, cercando analogie e rapporti da cui far discendere leggi matematiche. Giunge, infine, in circa 25 anni di lavori, a dimostrare che il moto dei pianeti intorno al Sole è regolato da leggi che sono uguali per ogni pianeta.
Keplero comprende innanzitutto che i pianeti si muovono seguendo un’orbita ellittica, e non circolare, come pensano i suoi contemporanei.
Dimostra, inoltre, che la velocità con cui un pianeta percorre la propria orbita non è costante: infatti, più il pianeta si trova in un punto dell’orbita lontano dal Sole, e più procede lentamente.
Infine, confronta le velocità dei pianeti, e comprende che più un pianeta è vicino al Sole, minore sarà il tempo necessario per completare un’orbita.
Keplero dimostra tutto ciò mediante rigorose leggi fisiche che costituiscono le cosiddette “tre leggi sul moto dei pianeti”.
Le leggi di Keplero sono ancora oggi alla base della scienza astronomica.
Giovanni Keplero muore a Ratisbona il 15 novembre 1630, a 58 anni.
Pochi anni dopo la sua morte, viene pubblicato un suo manoscritto intitolato Somnium lunae, in cui Keplero immagina un viaggio sulla Luna. È ritenuto il primo racconto di fantascienza.
Le forze, la forza peso, la forza elastica, la forza d'attrito, l'equilibrio dei solidi, il momento della forza, le leve.
Semplice presentazione usata in una scuola professionale.
14 Lavori di presentazione realizzati nel laboratorio di informatica avanzata condotto dal prof. Alessandro Gemo nell' a.s. 2008-09 con sis. op. e software Open Source nella S.M.S. “. Carducci”
Galassie, sfera celeste, costellazioni, luce, spettroscopia e leggi del corpo...Roberto Gregoratti
Powerpoint su sfera celeste sistema solare, galassie, costellazioni, luce, spettri, coordinate astronomiche, spettroscopia, spettri e leggi del corpo nero
This document provides information about black holes, including their structure, theories about their formation and properties, and how they are detected. It discusses that a black hole has a singularity at its center with infinite density, is surrounded by an event horizon beyond which nothing can escape, and may be accompanied by an accretion disk and jets. It also describes Sagittarius A*, the supermassive black hole at the center of the Milky Way, and Cygnus X-1, the first identified black hole.
Observations from the Hubble Space Telescope in 1998 showed that the universe was expanding more slowly in the past than it is today, contrary to expectations. This led scientists to propose either modifications to Einstein's theory of gravity, such as the introduction of dark energy, or the existence of an unknown type of matter, dubbed dark matter, that cannot be detected directly. Dark matter is inferred to make up about 27% of the universe based on its gravitational effects, but its exact nature remains unknown.
esercitazione per corso master su LMS e LO per una progettazione simulata di uncorso di recupero estivo che includa lezioni anche per alunni con difficoltà di apprendimento
Le forze, la forza peso, la forza elastica, la forza d'attrito, l'equilibrio dei solidi, il momento della forza, le leve.
Semplice presentazione usata in una scuola professionale.
14 Lavori di presentazione realizzati nel laboratorio di informatica avanzata condotto dal prof. Alessandro Gemo nell' a.s. 2008-09 con sis. op. e software Open Source nella S.M.S. “. Carducci”
Galassie, sfera celeste, costellazioni, luce, spettroscopia e leggi del corpo...Roberto Gregoratti
Powerpoint su sfera celeste sistema solare, galassie, costellazioni, luce, spettri, coordinate astronomiche, spettroscopia, spettri e leggi del corpo nero
This document provides information about black holes, including their structure, theories about their formation and properties, and how they are detected. It discusses that a black hole has a singularity at its center with infinite density, is surrounded by an event horizon beyond which nothing can escape, and may be accompanied by an accretion disk and jets. It also describes Sagittarius A*, the supermassive black hole at the center of the Milky Way, and Cygnus X-1, the first identified black hole.
Observations from the Hubble Space Telescope in 1998 showed that the universe was expanding more slowly in the past than it is today, contrary to expectations. This led scientists to propose either modifications to Einstein's theory of gravity, such as the introduction of dark energy, or the existence of an unknown type of matter, dubbed dark matter, that cannot be detected directly. Dark matter is inferred to make up about 27% of the universe based on its gravitational effects, but its exact nature remains unknown.
esercitazione per corso master su LMS e LO per una progettazione simulata di uncorso di recupero estivo che includa lezioni anche per alunni con difficoltà di apprendimento
1. Come nasce una stella
2.Durata della fase protostellare
3.Struttura stellare
4.Le supergiganti rosse
5. La nana bianca
6.Il limite di Chandrasekhar
7.Le supernovae
8.Le stelle a neutroni
9.I buchi neri
Una breve introduzione su quello che si conosce sull'universo: dai buchi neri alle supernove, dai nuovi metodi per scoprire i pianeti ai pianeti extrasolari. Cos'è la fauna cosmica? L'effetto Doppler? Le pulsar?
Le principali scoperte al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nel corso del tempo. Si tratta di una selezione dii alcune scoperte importanti negli anni 2006-2012, prima dell'arrivo del cacciatore di pianeti extrasolari, HARPS-N.
1. Caratteristiche delle stelleCaratteristiche delle stelle
Le stelle si trovano a
distanze enormi dalla
Terra. Per misurare
queste distanze si usa
l'anno luce, cioè la
distanza che percorre la
luce viaggiando nel
vuoto a 300.000 Km/sec
per un anno, ovvero
9500 miliardi di Km.
2. Caratteristiche delle stelleCaratteristiche delle stelle
La stella più vicina al sistema
solare si trova a 4 anni luce da noi
(proxima centauri).
È a cusa di questa grande distanza
che le stelle, che anche più grandi
del sole ci appaiono come puntini.
Se due stelle sono identiche ma si
trovano a distanze diverse dalla
Terra quella più vicina ci appare più
brillante di quella lontana.
3. Esistono molti tipi di stelle, che
possono differire molto tra di loro per
le dimensioni ed il colore
Le giganti rosse sono molto
più grosse del nostro Sole
che a sua volta è molto più
grande di quelle di una nana
bianca. Le nane bianche
hanno dimensioni molto più
grandi delle stelle di
neutroni.
Vega: 3 volte il
raggio solare
Sirio e Altair: 1,5/ 1,7
volte il raggio solare
Sirio B e Omicron
Eri: poco più grandi
della Terra
Deneb: 50 raggi solari
Alfa acquari: 110
Beta Pegaso: 150
Zeta Auriga: 160
Antares: 230
Orbite dei pianeti interni
Le stelle, in funzione delle loro
dimensioni, sono classificate in:
• Nane
• Giganti
• SuperGiganti
Le stelle SUPERGIGANTI
possono raggiungere
dimensioni (raggio, diametro,
volume) di quasi 1.000 volte
superiore alle NANE.
4. Nome
comune
Costellazion
e
Colore Luminosità
Relaz. Sole
Mv Temp
Sup.
K
Diametr
o
Dista
n-za
a.l.
Stagio
-
ne
Note
Arturo Bootes Arancio 115 (s) -0,06 4500 32 (s) 37 Primav. gigante
Spica Vergine biancoblu 2.300 (s) +1,0 2000
0
8 (s) 275 Primav. binaria
eclisse
Regolo Leone biancoblu 160 (s) +1,3
6
1300
0
4 (s) 85 Primav. sull’eclittica
Deneb Cigno biancoblu 100.000 (s) +1,3 9700 290 (s) 2000 Estate s.gigante
Vega Lira blu 50 (s) 0,00 1000
0
3 (s) 25 Estate luce stabile
Altair Aquila Biancazzurr
a
9 (s) +0,7
7
8600 1,5 (s) 16,6 Estate ellittica
Antares Scorpione rossa 9000 (s) ? +1,0 2800 700 (s) 500 Estate s.gigante
Betelgeuse Orione rossa 15.000 (s) +0,8 3000 800 (s) 650 Inverno s.gigante.
Rigel Orione biancazzurr
a
60.000 (s) +0,1
4
1200
0
50 (s) 900 Inverno s.gigante
Sirio Cane Magg. bianca 26 (s) -1,42 1000
0
1,8 (s) 8,7 Inverno doppia
Aldebaran Toro rossarancio 125 (s) +0,8
6
3400 37 (s) 68 Inverno gigante
Capella Auriga Gialla oro 160 (s) +0,0
5
6000 13 (s) 43 Inverno gigante
(s) = rispetto al nostro Sole
Alcune fra le stelle più belle e luminose dell’emisfero boreale
5. Il colore delle stelle dipende
dalla temperatura della loro
superficie:
Le stelle più fredde (3000°-
5000°) hanno colore dal rosso
scuro all'arancio.
Le stelle con temperature
superficiali di 6000° hanno
colore giallo.
Le stelle con T di 10.000 gradi
hanno colore bianco, mentre
quelle con T alte di circa
20.000° C sono le stelle giganti
azzurre.
6. Analizzando lo spettro della luce
proveniente dalle stelle fornisce agli
astrofisici informazioni riguardo alla
composizione delle stelle.
Lo spettro in fisica è la
figura di diffrazione creata
dalla scomposizione di
luce o più in generale
radiazioni
elettromagnetiche
proveniente da una
sorgente in funzione della
lunghezza d'onda (o, il
che è equivalente, della
frequenza o del numero
d'onda) mediante il
passaggio attraverso un
prisma di vetro o un
reticolo di diffrazione.
7. Come il nostro
sole le stelle si
sono formano a
partire da una
nube di materiale
interstellare
collassata.
Ovvero la forza
di gravità fa
cadere il
materiale verso
un centro.
Origine delle stelleOrigine delle stelle
8. La vita e la morte delle stelleLa vita e la morte delle stelle
L'energia delle stelle è nucleare: deriva dalla fusione di due
atomi di idrogeno che diventano un atomo di Elio. Nella
trasformazione una piccolissima parte della massa dei primi
due atomi si perde: viene trasformata in energia secondo la
relazione di Einstein:
E = mc2
Dove m è la massa che viene persa (piccolissima) e c è la
velocità della luce pari a 300.000 Km/sec.
Le reazioni iniziano ad
avvenire quando dalla
nebulosa iniziale si
condensa e le condizioni
di pressione e
temperatura innescano
le reazioni nucleari.
9. La stella durante la sua vita
rimane stabile finché la
pressione esercitata dalle
radiazioni emesse bilancia la
gravità, impedendo agli strati
esterni di collassare nel nucleo.
Le stelle muoiono quando
esauriscono la loro scorta di
combustibile nucleare.
La vita di una stella può durare
miliardi di anni, comunque il
destino di una stella dipende
dalla sua massa.
10. Betelgeuse, gigante rossa della costellazione
di Orione, vista e fotografata dal telescopio
spaziale Hubble.
La stella continua la sua vita normale fino a che non
si esaurisce l’idrogeno nel cuore della stella.
Questi continui bruciamenti-fusione dell’idrogeno,
sugli strati esterni del nucleo, fanno ricadere gli
elementi risultanti dalla fusione (He ….) , sul nucleo
stesso, aumentandone la massa-peso .
Raggiunto un limite specifico, la stella non sopporta
più il proprio peso e subisce un nuovo e più profondo
collasso che può portare il nucleo a temperature di
circa 100 milioni di gradi.
A questa temperatura avviene la fusione-bruciamento
dell’Elio che con la sua pressione ristabilisce
momentaneamente l'equilibrio termodinamico .
L’involucro esterno, invece, subisce una dilatazione
che porterà l’astro ad ingigantirsi e, di conseguenza, a
raffreddarsi in superficie.
Questa fase segna il passaggio che porterà
l'astro allo stato di gigante rossa.
La fine delle StelleLa fine delle Stelle
11. Dalle Giganti Rosse alle Nane Bianche
Non tutte le stelle, una volta arrivate allo stato di Gigante Rossa, sono in grado di raggiungere
temperature sufficienti nel nucleo per il bruciamento dell’elio e di altri elementi più pesanti. In effetti,
se la massa della stella è modesta, come il nostro Sole, tale situazione non si presenta.
Comunque vada, tutte le stelle fino ad una massa pari a circa 1,5 volte quella del Sole, una volta
esaurite tutte le riserve di materiale nel nucleo, subiscono un profondo collasso gravitazionale a
causa del proprio peso, espellendo contemporaneamente, nello spazio circostante, tutta la materia
dell’involucro esterno e formando così quello stato che in astronomia si chiama nebulosa
planetaria. Al centro rimane solo il nucleo, messo a nudo perchè privato del gas esterno in
espansione; tale nucleo, luminosissimo, prende il nome di nana bianca ; per cause meccaniche,
la sua rotazione è dell’ordine di alcune decine di giri per ogni secondo.
Nebulose Planetarie con nana bianca al centro.
A sinistra la Spirograph; a destra la Formica
La fine delle stelleLa fine delle stelle
12. Quando le stelle esplodono: Le Supernove
Il processo che porta all’esplosione di una
stella è quasi simile a quello visto fino ad
ora ma con una rilevante differenza,
dipendente dalla massa iniziale della stella
che, in questi casi, deve essere di almeno
1,5 volte quella del Sole. Questa variante
riguarda il core: il collasso, che avviene al
termine della combustione degli elementi
presenti nel nucleo, è repentino a tal punto
da liberare enormi quantità di energia in
pochissimi secondi. La reazione a questo
rapido collasso è appunto una grande
esplosione di tipo meccanico più che
nucleare .
Al momento dell’esplosione la
temperatura del nucleo può raggiungere
alcuni miliardi di gradi!!!!!
Queste stelle, prima di raggiungere lo
stato limite che le porterà ad esplodere,
attraversano la fase di Super Gigante
Rossa, le cui dimensioni superano di
centinaia di volte il raggio solare.
13.
14. Le Supernove
La “storia” della stella Sanduleak esplosa come supernova SN1987A nel febbraio del 1987. E’ la supernova più
studiata in tutta la storia dell’astronomia ; ad essa dobbiamo la conferma di modelli teorici precedenti e l’elaborazione
di nuovi modelli molto dettagliati su questo straordinario fenomeno, fase terminale dell’evoluzione di stelle massicce.
15.
16. Resti di supernove e stelle di Neutroni
A seguito dell’esplosione di una stella, i resti del materiale che circondava il nucleo vengono sospinti
nello spazio circostante a velocità dell’ordine delle migliaia di km/s. Man mano che il fronte gassoso
espulso avanza attraverso la spazio circostante , allontanandosi dalla stella progenitrice, va ad
occupare un volume sempre maggiore, raffreddandosi e diventando sempre meno visibile. Sarà questo
materiale che andrà a costituire parte di nuove stelle di popolazione “I”.
Parte della nebulosa ‘’Velo del Cigno” nella costellazione del Cigno Nebulosa (parte) Simeis147 nella costellazione del Toro
17. La teoria dei Buchi Neri
Un “buco nero” è un corpo (!?)
celeste estremamente denso, dotato di
un'attrazione gravitazionale mostruosa,
talmente elevata da non permettere
l'allontanamento di alcunché dalla sua
superficie, nemmeno di radiazioni
elettromagnetiche, luce inclusa. Tale
superficie ideale è denominata
orizzonte degli eventi. Poiché
neanche la luce riesce a fuggire da
questo orizzonte, l'oggetto celeste
risulta invisibile: la sua presenza può
essere attestata solo indirettamente.
Per formare un buco nero la stella
progenitrice deve avere una massa
pari ad almeno 8 volte quella del
nostro Sole. Stelle di queste
dimensioni sono molto rare nel nostro
universo; per questo e per quanto detto
sopra è molto difficile individuare con
certezza quella voragine gravitazionale
chiamata “buco nero”.
Una stella ed un buco nero costituenti un sistema binario.
La materia della stella, cadendo nell’enorme campo gravitazionale
del buco nero spiraleggia e, infine, vi scompare dentro
definitivamente
18. La teoria dei Buchi Neri
Gli astronomi pensano che
al centro di ogni galassia
dell’universo ci sia un buco
nero supermassiccio che,
in diverse occasioni, può
essere rilevato attraverso la
materia che cade dentro il
suo campo gravitazionale,
emettendo radiazioni X,
gamma e radio , facilmente
rilevabili .
La foto qui a fianco mostra il
nucleo di una galassia nel
cui centro sembrano
verificarsi quei fenomeni che
danno prova dell’esistenza di
un buco nero
supermassiccio.
19. Cosa sono e come si differenziano fra loro
Lo spazio interstellare non è vuoto, ma è attraversato da una tenue materia
composta da gas e polveri, la quale ci si presenta sotto due diversi aspetti:
visibile e non visibile.
Alla prima categoria è stato dato il termine di “nebulose”, cioè agglomerati di
gas e pulviscolo interstellare con densità media di 1.000 volte superiore alla
normalità. Inoltre, l’estensione di queste nubi, normalmente decine e, a volte,
centinaia di a.l., fa sì che si rendano appariscenti se illuminate dalla luce di una o
più stelle, ad esse vicine , contemporaneamente.
Le NebuloseLe Nebulose
Ci sono nebulose che emanano
luce non direttamente generata da
loro, ma attraverso un
meccanismo di diffusione. E’ per
questo che sono chiamate
nebulose diffuse. Ciò che rende
effettivamente visibili questi
oggetti è il solo pulviscolo, che
costituisce appena l’uno per cento
del gas. Per avere una idea della
quantità di polvere in una di
queste nebulose, bisognerebbe
disperdere un cucchiaino di
sabbia in un cubo di 700 Km di
lato!
20. Nebulose ad emissione
Si manifestano attraverso un fenomeno diverso dalla diffusione e lo fanno con
meccanismi che non coinvolgono il pulviscolo, ma il gas. Difatti le stelle vicine o
immerse nella nebulosa stessa, eccitano l’idrogeno presente nella nube,
ionizzandolo, trasformando così l’invisibile radiazione ultravioletta emessa dalle
stelle, in radiazione visibile. Pertanto le nebulose ad emissione fanno un’opera di
trasformazione: assorbono, attraverso il gas presente, la radiazione più intensa delle
stelle e la riemettono sotto forma di radiazione visibile per l’occhio umano.
Nebulosa denominata Laguna
(M8) visibile nella costellazione
del Sagittario
21. Nebulose a riflessione e nebulose a emissione si trovano spesso
insieme, qualche volta sono entrambe definite come nebulosa diffusa.
Nebulosa di Orione (M42)
esempio di nebulosa diffusa
Le nebuloseLe nebulose
22. Ammassi Globulari
Gli ammassi globulari annoverano da decine a centinaia di migliaia di stelle,
agglomerate in un raggio di centinaia di a.l.
A differenza degli ammassi aperti, i globulari sono situati nell’alone della
Galassia e seguono delle orbite ellittiche intorno al centro galattico con un
tempo medio di circa 300 milioni di anni.
Gli ammassi globulari , pur attraversando due volte per ogni rivoluzione il piano
della loro galassia, l’enorme spazio vuoto fra stella e stella, rende estremamente
improbabile delle collisioni.
Ammasso globulare (M13)
visibile nella costellazione di
Ercole
24. Le GalassieLe Galassie
Cosa è una Galassia?
Una Galassia è il sistema più grande e meglio organizzato di stelle che popola l’Universo.
Possiamo paragonare le galassie a degli Universi-isola che “galleggiano” nello spazio.
Oltre alle stelle, le galassie contengono, in diversa percentuale, zone composte da polveri e
gas che, sotto particolari condizioni, andranno a formare il materiale dal quale nasceranno
le nuove stelle e i loro pianeti.
Galassia M33, visibile
nella costellazione del
Triangolo.
Foto di Paolo Calcidese
dell’Osservatorio
Astronomico della Regione
Valle d’Aosta a Saint-
Barthélemy
25. Caratteristiche della nostra Galassia
Questa immensa isola che è la
nostra Galassia, ha la forma di un
disco molto appiattito, di almeno
100.000 anni-luce (a.l.) di diametro
e solamente 2.000-6.000 a.l. di
spessore,
Ad oggi sono stati individuati
sicuramente almeno 3 bracci della
spirale : uno detto del Sagittario
che si trova a 6.000 a.l. in
direzione del centro della Galassia;
un altro il braccio di Orione nel
quale si trova il Sole; il terzo è il
braccio del Perseo a 5.000 in
direzione periferica.
26. Caratteristiche della nostra Galassia(2)
Diversamente dall’apparenza, la
distanza media fra 2 stelle
“vicine”, del disco della Galassia, è
molto elevata: nella zona dove è
posto il nostro Sole è di circa 6 a.l.,
paragonabile a 2 chicchi di mais
lontani fra loro di 200 km! Queste
distanze medie si riducono
sensibilmente andando verso il
centro, dove si pensa che le stelle
dovrebbero avere una distanza
media reciproca di qualche
settimana luce!!
Le GalassieLe Galassie
Ricostruzione artistica della nostra Galassia
27. Cosa è la Via Lattea?
La Via Lattea è la GALASSIA cui appartiene il sistema solare; essa è
anche nota come la Galassia, per antonomasia
In ASTRONOMIA OSSERVATIVA, il termine designa la debole banda di
luce bianca che attraversa la sfera celeste, formata dalle stelle situate
nel disco della galassia stessa.
E’ proprio a causa dell’elevato numero di stelle visibili in quella direzione
che ci appare come una via biancastra cui è stato dato appunto il nome
di Lattea. Questa via si allarga in direzione del centro della Galassia ,
che si trova nel Sagittario) a causa dello spessore del bulge che è
maggiore di quello del disco.
Le GalassieLe Galassie
Parte della Via Lattea
28. La classificazione delle Galassie
Una delle cose che ha colpito di più gli astronomi dopo l’avvento della fotografia, è stata la grande
varietà di forme delle Galassie. Una prima descrizione dettagliata e tuttora valida della morfologia è
stata fatta da H. Hubble nel lontano 1926. Secondo Hubble esistono tre grandi categorie di galassie:
le Ellittiche, le Spirali e le Irregolari.
Le GalassieLe Galassie
29. La classificazione delle Galassie: le Ellittiche
La classificazione delle Galassie: a spirale
30. L'espansione dell'universoL'espansione dell'universo
L'Universo è un gigantesco spazio vuoto,
in cui di tanto in tanto (molto raramente) si
incontrano granellini di materia
incandescente (stelle).
Studiando gli spettri della luce delle stelle
è stato scoperto che tutte le altre galassie
si stanno allontanando da noi, e più sono
lontane più velocemente si allontanano.
Questo è stato scoperto grazie all'effetto
red shift, ovvero lo spettro delle stelle
lontane è spostato verso il rosso.
Questo si spiega con l'effetto Doppler.
31. Effetto DopplerEffetto Doppler
L'effetto Doppler è un
cambiamento apparente della
frequenza o della lunghezza
d'onda di un'onda percepita
da un osservatore che si trova
in movimento rispetto alla
sorgente delle onde.
La luce delle stelle si
comporta come il suolo di una
sirena che si allontana da noi
33. Il Big BangIl Big Bang
Se immaginiamo di vedere al
contrario il film dell'Universo
vedremmo che tutte le galassie,
tornando indietro nel tempo, si
avvicinano fra di loro, fino a
convergere in un unico punto
dove circa 15,5 miliardi di anni fa
era presente tutta la materia e
l'energia dell'universo: quel
momento iniziale è il Big Bang.
Con questa esplosione hanno
inizio lo spazio ed il tempo come
li conosciamo noi.
34. Il Big BangIl Big Bang
La teoria prevede che ancora oggi una parte dell'energia iniziale del
Big Bang sia diffusa in tutto lo spazio, visto che lo spazio si è
espanso si tratterà di una radiazione a bassissima temperatura.
Questa radiazione esiste ed è stata misurata (3° K) e si chiama
radiazione di fondo.
35. Il destino dell'Universo dipende dalla quantità di
materia che esso possiede. Noi possiamo misurare
la materia visibile ma sappiamo che esiste (e
dovrebbe essere moltissima) anche la materia
oscura di cui si sa ancora poco.
Universo chiuso
In un universo chiuso, mancando l'effetto repulsivo
dell'energia oscura, la gravità fermerebbe
l'espansione dell'universo, che inizierebbe quindi a
collassare in un'unica singolarità (Big Crunch)
analoga al Big Bang.
Universo aperto
Se la materia si rivelasse “poca”, l'universo si
espanderebbe indefinitamente, rallentando di poco il
suo moto a causa della forza di gravità. Con l'energia
oscura l'espansione non solo è continua, ma è pure
in accelerazione. Le possibilità circa il destino ultimo
di un universo aperto sono o la morte termica, o il Big
Freeze, o il Big Rip, in cui l'accelerazione provocata
dall'energia oscura diventa così forte che supera gli
effetti delle forze gravitazionale, elettromagnetica e
nucleare debole.