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 Perché costituire o aderire a una rete di imprese
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 Perché mediante contratto di rete?
 Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo
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 Quali prospettive si aprono e quali vincolo sarebbe
utile rimuovere?
Alcuni interrogativi
2
Alcune possibili risposte
 Per accrescere la capacità di micro e piccole imprese di
ottenere certificazioni di qualità e sostenibilità secondo
i più avanzati standard internazionali
 Per aumentare le opportunità di collaborazione tra le
imprese vitivinicole e gli enti di ricerca
 Per valorizzare e promuovere le specificità di un
territorio, sfruttando le possibili sinergie tra produzione
vinicola, altre produzioni agricole e turismo
 Per coordinare sistemi di offerta integrata destinati alla
grande distribuzione o al canale Ho.Re.Ca. anche
internazionale
 Per favorire la partecipazione a gare per
l’aggiudicazione di contratti pubblici o privati (es.
ristorazione) in Italia o all’estero
 Per promuovere la formazione di reti europee per la
promozione nei Paesi terzi
 …
Perché costituire o aderire a una rete di
imprese nel settore vitivinicolo?
3
 Si tratta di un nuovo strumento introdotto nel nostro
ordinamento nel 2009 (l. n. 33/09) e da allora più volte
assoggettato ad interventi di modifica legislativa
(l’ultimo ex l. 221/12)
 Un contratto volto a regolare forme di collaborazione
strategica tra imprese che, condividendo obiettivo di
crescita della capacità competitiva e innovativa,
definiscono un programma comune e si propongono di
realizzarlo in un periodo medio-lungo definito dalle
parti
 Ampia autonomia dei contraenti nel definire le regole di
governo della collaborazione e il quadro delle risorse
economiche da destinarvi
 Rispetto ad altri strumenti: maggiore enfasi sulla
progettualità strategica sottesa alla collaborazione
(determinazione degli obiettivi, misurabilità degli stati
di avanzamento, programmazione delle attività) e
maggiore flessibilità e libertà nella scelta dei modelli di
relazione tra i partner e con i terzi.
Perché mediante contratto di rete?
4
Ricerca del Laboratorio Reti d’Impresa della
Fondazione Bruno Visentini, 2012
640 contratti di rete
99 province, tutte le regioni coinvolte
3323 imprese coinvolte
prevalentemente s.r.l.
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Come è stato fino ad oggi impiegato
questo nuovo strumento?
5
InfoCamere,
aggiornam.:
dicembre
2012
(InfoCamere - RetImpresa, 29
dicembre 2012)
Forte divario Nord – Sud
Ruolo importante delle
politiche economiche
sviluppate in ambito
regionale
Possibile impatto sulla
dimensione locale v.
nazionale dei programmi di
rete; infatti:
Reti uni-regionali: 72%
Reti multi-regionali: 28%
Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento?
(continua)
Regioni n° imprese
Lomabrdia 769
Toscana 495
Emilia Romagna 482
Veneto 267
Lazio 177
Marche 155
Piemonte 151
Campania 127
Puglia 124
Abruzzo 109
Umbria 101
Sardegna 86
Basilicata 76
Friuli Venezia Giulia 75
Liguria 41
Trentino Alto Adige 32
Calabria 27
Sicilia 22
Molise 12
Valle d'Aosta 1
Elaborazioni RetImpresa su dati Infoncamere al 29 dicembre 2012 6
 Il 39% dei contratti coinvolge 2 o 3 imprese; il 50% tra 4 e 9
imprese; l’11% coinvolge 10 imprese o più (solo 1 rete con oltre
50 imprese)
 Il contratto di rete come forma di collaborazione proiettata su
periodi medio-lunghi:
 Oltre i cinque anni: oltre due terzi dei contratti
 Oltre dieci anni: circa un terzo sul totale
 In molti casi la durata è legata alla presenza di relazioni
pregresse (menzionate espressamente nel 10% dei casi)
 La stabilità del vincolo non esclude la flessibilità sotto il
profilo dell’uscita individuale (recesso) ma richiede l’adozione
di meccanismi di salvaguardia della continuità del
programma di rete e degli investimenti a ciò destinati per
scongiurare lo scioglimento del contratto ove l’attuazione del
programma sia ancora possibile.
Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento?
(Laboratorio Reti d’Impresa FBV, 2012 )
7
 Circa i tre quarti dei contratti di rete esaminati
coinvolgono solo fornitori di servizi, lavorazioni,
componenti; circa il 13% solo produttori finali; una
minima percentuale coinvolge solo imprese di
distribuzione; circa l’11% coinvolge più tipologie di
imprese.
 Circa il 63% dei contratti di rete ha natura di rete
orizzontale (composte da imprese che si collocano al
medesimo livello della filiera, es. aziende agrituristiche)
 Circa il 37% dei contratti ha natura di rete verticale
(composte da imprese che si collocano su segmenti
contigui della filiera, es. impresa agricola – impresa di
imbottigliamento – produttore finale - esportatore)
 Le reti verticali tendono a operare come strumento di
accesso al mercato più delle reti orizzontali, ma in
entrambe prevale l’approccio che combina accesso al
mercato e produzione di servizi per gli aderenti.
Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento?
(Laboratorio Reti d’Impresa FBV, 2012 )
8
(InfoCamere – RetImpresa, novembre 2012)
 Contratti di rete connessi al settore
agroalimentare, delle macchine agricole e del
packaging alimentare: 10% del totale
 Imprese dell’agricoltura, silvicoltura e pesca
aderenti a contratti di rete: piccola minoranza
rispetto al totale
 Nella grande maggioranza di contratti gli aderenti
appartengono alla stessa regione
 I contratti stipulati nel Sud Italia sono circa il
doppio di quelli del Nord (dato in controtendenza
rispetto a quello generale, che unisce tutti i settori)
I contratti di rete nel settore agro-
alimentare
9
Esempi nell’area della promozione commerciale (A: micro-imprese
concorrenti; B: imprese di alta gamma non concorrenti)
 CdR A: agosto 2011 (durata: quasi 20 anni); CdR tra 3 micro-
imprese agrituristiche con sede in Sardegna (2 produttrici di vino);
obiettivo: accrescere la capacità di competere sul mercato
nazionale e internazionale mediante certificazione di qualità e
adeguata comunicazione; rientrano nel programma di rete (tra
altre linee): individuazione di unico ente di certificazione,
condivisione delle linee di marketing, ricorso a consulenti comuni,
coordinamento di un sistema unitario di acquisti.
 CdR B: settembre 2011 (durata: 6 anni); CdR tra 14 imprese
dell’alta gamma del Piemonte operanti, con vocazione
internazionale, in settori molto diversi tra cui l’alimentare (6
imprese) e, in questo ambito, la produzione di vini e grappe (2
imprese); obiettivi: condividere una strategia di promozione
commerciale nei mercati esteri, promuovere la valorizzazione dei
marchi, promuovere (reciprocamente) la diffusione all’estero dei
prodotti degli aderenti, individuare nuove sinergie commerciali,
coordinare nuove iniziative commerciali (es. spazi retail, es. corners
e temporary shops), consolidare il successo internazionale in aree
in cui ciò non è possibile singolarmente, condividere informazioni e
esperienze rilevanti tra diversi settori.
Quali esperienze di contratto di rete sono
maturate nel settore vitivinicolo?
10 - Continua
 CdR C: gennaio 2012 (durata: 3 anni); CdR tra 28 imprese, quasi tutte
agricole e agrituristiche o operanti in questo settore (provincia di Verona,
valle di Illasi); obiettivi: valorizzazione del territorio, incremento delle
presenze straniere, formazione degli operatori per il miglioramento delle
capacità di comunicazione, definizione di disciplinari di qualità, acquisizione
di consulenza tecnico-scientifico all’avanguardia, consulenza giuridica;
coordinare iniziative di promozione esterna; rappresentare unitariamente le
aziende nei rapporti con la P.A.
 CdR D: luglio 2012 (durata: 18 anni circa); CdR tra 2 micro-imprese agricole
della provincia di Siena; obiettivo: realizzare innovazione di prodotto nel
mercato vinicolo (prodotto di qualità medio-alta a prezzo competitivo e
prodotto di gamma superiore in quantità limitate per mercato altamente
selezionato); collaborare per la produzione e commercializzazione di tali
prodotti; creare e promuovere un marchio di rete.
 CdR E: novembre 2012 (durata: 2 anni); CdR tra 3 imprese emiliane (una
produttrice di vino, una di R&S, una di servizi); obiettivo: realizzazione di un
progetto finanziato da ente esterno al fine di promuovere un
raggruppamento di aziende vitivinicole capaci di portare sul mercato
nazionale e internazionale e in part. ai grandi gruppi di rivenditori un
pacchetto diversificato di vini caratterizzati da una caratteristica comune di
sostenibilità e da un comune piano di comunicazione; il programma include
l’individuazione di indicatori di sostenibilità e l’applicazione degli stessi su
vigneti pilota, nonché un piano di comunicazione a distribuzione e
consumatori.
Contratti di rete nel settore vitivinicolo - Continua
11
 Opportunità generate dagli ultimi interventi
normativi (giugno / dicembre 2012)
 Semplificazione degli oneri formali nell’uso del contratto
di rete
 Ampliamento della gamma di applicazioni (reti
puramente contrattuali, reti con responsabilità limitata al
fondo ma senza soggettività, reti con soggettività)
 Assistenza delle organizzazioni professionali agricole nella
stipulazione
 Sottrazione del contratto di rete alla disciplina dei
contratti agrari
 Possibilità di costituire fondi di mutualità interni per la
stabilizzazione delle relazioni contrattuali tra partecipanti
 Ammissione del contratto di rete alla partecipazione a
gare di appalto pubblico
 Possibile ruolo del contratto di rete nel nuovo
Programma Nazionale di Sostegno, che ha già
premiato le reti (part. a.t.i.) nell’assegnazione 2012
Quali prospettive si aprono oggi?
12
Molto si potrebbe fare ancora. Ad esempio:
 Promuovere la costruzione di modelli contrattuali
che, nel quadro del nuovo strumento, sappiano
riflettere le specificità del mondo agricolo e agro-
alimentare
 Affinare gli strumenti di finanziamento alle reti
sulla scia di quanto già promosso da molti gruppi
bancari
 Rimuovere gli ostacoli alla costruzione di reti
europee,
 favorendo la circolazione di strumenti giuridici di governo
della collaborazione strategica in Europa e
 promuovendo un maggior coordinamento tra politiche
industriali e agricole nazionali e regionali volte a
stimolare la nascita e lo sviluppo di reti destinate ad
operare (anche) in senso transazionale
Che cosa resta da fare?
13

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L’Informatore Agrario - Le reti di impresa nella filiera del vino: opportunità e vincoli da rimuov… - Vinitaly 2013

  • 1. Prof. Fabrizio Cafaggi – Prof.ssa Paola Iamiceli Istituto Universitario Europeo - Università degli Studi di Trento Le reti di impresa nella filiera del vino: opportunità e vincoli da rimuovere L’Informatore Agrario Vinitaly 2013 Verona, 8 aprile 2013 Vino. Idee per l’aggregazione delle imprese italiane.
  • 2.  Perché costituire o aderire a una rete di imprese nel settore vitivinicolo?  Perché mediante contratto di rete?  Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento?  Quali esperienze sono maturate nel settore vitivinicolo?  Quali prospettive si aprono e quali vincolo sarebbe utile rimuovere? Alcuni interrogativi 2
  • 3. Alcune possibili risposte  Per accrescere la capacità di micro e piccole imprese di ottenere certificazioni di qualità e sostenibilità secondo i più avanzati standard internazionali  Per aumentare le opportunità di collaborazione tra le imprese vitivinicole e gli enti di ricerca  Per valorizzare e promuovere le specificità di un territorio, sfruttando le possibili sinergie tra produzione vinicola, altre produzioni agricole e turismo  Per coordinare sistemi di offerta integrata destinati alla grande distribuzione o al canale Ho.Re.Ca. anche internazionale  Per favorire la partecipazione a gare per l’aggiudicazione di contratti pubblici o privati (es. ristorazione) in Italia o all’estero  Per promuovere la formazione di reti europee per la promozione nei Paesi terzi  … Perché costituire o aderire a una rete di imprese nel settore vitivinicolo? 3
  • 4.  Si tratta di un nuovo strumento introdotto nel nostro ordinamento nel 2009 (l. n. 33/09) e da allora più volte assoggettato ad interventi di modifica legislativa (l’ultimo ex l. 221/12)  Un contratto volto a regolare forme di collaborazione strategica tra imprese che, condividendo obiettivo di crescita della capacità competitiva e innovativa, definiscono un programma comune e si propongono di realizzarlo in un periodo medio-lungo definito dalle parti  Ampia autonomia dei contraenti nel definire le regole di governo della collaborazione e il quadro delle risorse economiche da destinarvi  Rispetto ad altri strumenti: maggiore enfasi sulla progettualità strategica sottesa alla collaborazione (determinazione degli obiettivi, misurabilità degli stati di avanzamento, programmazione delle attività) e maggiore flessibilità e libertà nella scelta dei modelli di relazione tra i partner e con i terzi. Perché mediante contratto di rete? 4
  • 5. Ricerca del Laboratorio Reti d’Impresa della Fondazione Bruno Visentini, 2012 640 contratti di rete 99 province, tutte le regioni coinvolte 3323 imprese coinvolte prevalentemente s.r.l. prevalentemente micro o piccole (ma più di un terzo dei 333 contratti di rete registrati entro maggio 2012 vede la contestuale partecipazione di medie e piccole imprese) Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento? 5 InfoCamere, aggiornam.: dicembre 2012
  • 6. (InfoCamere - RetImpresa, 29 dicembre 2012) Forte divario Nord – Sud Ruolo importante delle politiche economiche sviluppate in ambito regionale Possibile impatto sulla dimensione locale v. nazionale dei programmi di rete; infatti: Reti uni-regionali: 72% Reti multi-regionali: 28% Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento? (continua) Regioni n° imprese Lomabrdia 769 Toscana 495 Emilia Romagna 482 Veneto 267 Lazio 177 Marche 155 Piemonte 151 Campania 127 Puglia 124 Abruzzo 109 Umbria 101 Sardegna 86 Basilicata 76 Friuli Venezia Giulia 75 Liguria 41 Trentino Alto Adige 32 Calabria 27 Sicilia 22 Molise 12 Valle d'Aosta 1 Elaborazioni RetImpresa su dati Infoncamere al 29 dicembre 2012 6
  • 7.  Il 39% dei contratti coinvolge 2 o 3 imprese; il 50% tra 4 e 9 imprese; l’11% coinvolge 10 imprese o più (solo 1 rete con oltre 50 imprese)  Il contratto di rete come forma di collaborazione proiettata su periodi medio-lunghi:  Oltre i cinque anni: oltre due terzi dei contratti  Oltre dieci anni: circa un terzo sul totale  In molti casi la durata è legata alla presenza di relazioni pregresse (menzionate espressamente nel 10% dei casi)  La stabilità del vincolo non esclude la flessibilità sotto il profilo dell’uscita individuale (recesso) ma richiede l’adozione di meccanismi di salvaguardia della continuità del programma di rete e degli investimenti a ciò destinati per scongiurare lo scioglimento del contratto ove l’attuazione del programma sia ancora possibile. Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento? (Laboratorio Reti d’Impresa FBV, 2012 ) 7
  • 8.  Circa i tre quarti dei contratti di rete esaminati coinvolgono solo fornitori di servizi, lavorazioni, componenti; circa il 13% solo produttori finali; una minima percentuale coinvolge solo imprese di distribuzione; circa l’11% coinvolge più tipologie di imprese.  Circa il 63% dei contratti di rete ha natura di rete orizzontale (composte da imprese che si collocano al medesimo livello della filiera, es. aziende agrituristiche)  Circa il 37% dei contratti ha natura di rete verticale (composte da imprese che si collocano su segmenti contigui della filiera, es. impresa agricola – impresa di imbottigliamento – produttore finale - esportatore)  Le reti verticali tendono a operare come strumento di accesso al mercato più delle reti orizzontali, ma in entrambe prevale l’approccio che combina accesso al mercato e produzione di servizi per gli aderenti. Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento? (Laboratorio Reti d’Impresa FBV, 2012 ) 8
  • 9. (InfoCamere – RetImpresa, novembre 2012)  Contratti di rete connessi al settore agroalimentare, delle macchine agricole e del packaging alimentare: 10% del totale  Imprese dell’agricoltura, silvicoltura e pesca aderenti a contratti di rete: piccola minoranza rispetto al totale  Nella grande maggioranza di contratti gli aderenti appartengono alla stessa regione  I contratti stipulati nel Sud Italia sono circa il doppio di quelli del Nord (dato in controtendenza rispetto a quello generale, che unisce tutti i settori) I contratti di rete nel settore agro- alimentare 9
  • 10. Esempi nell’area della promozione commerciale (A: micro-imprese concorrenti; B: imprese di alta gamma non concorrenti)  CdR A: agosto 2011 (durata: quasi 20 anni); CdR tra 3 micro- imprese agrituristiche con sede in Sardegna (2 produttrici di vino); obiettivo: accrescere la capacità di competere sul mercato nazionale e internazionale mediante certificazione di qualità e adeguata comunicazione; rientrano nel programma di rete (tra altre linee): individuazione di unico ente di certificazione, condivisione delle linee di marketing, ricorso a consulenti comuni, coordinamento di un sistema unitario di acquisti.  CdR B: settembre 2011 (durata: 6 anni); CdR tra 14 imprese dell’alta gamma del Piemonte operanti, con vocazione internazionale, in settori molto diversi tra cui l’alimentare (6 imprese) e, in questo ambito, la produzione di vini e grappe (2 imprese); obiettivi: condividere una strategia di promozione commerciale nei mercati esteri, promuovere la valorizzazione dei marchi, promuovere (reciprocamente) la diffusione all’estero dei prodotti degli aderenti, individuare nuove sinergie commerciali, coordinare nuove iniziative commerciali (es. spazi retail, es. corners e temporary shops), consolidare il successo internazionale in aree in cui ciò non è possibile singolarmente, condividere informazioni e esperienze rilevanti tra diversi settori. Quali esperienze di contratto di rete sono maturate nel settore vitivinicolo? 10 - Continua
  • 11.  CdR C: gennaio 2012 (durata: 3 anni); CdR tra 28 imprese, quasi tutte agricole e agrituristiche o operanti in questo settore (provincia di Verona, valle di Illasi); obiettivi: valorizzazione del territorio, incremento delle presenze straniere, formazione degli operatori per il miglioramento delle capacità di comunicazione, definizione di disciplinari di qualità, acquisizione di consulenza tecnico-scientifico all’avanguardia, consulenza giuridica; coordinare iniziative di promozione esterna; rappresentare unitariamente le aziende nei rapporti con la P.A.  CdR D: luglio 2012 (durata: 18 anni circa); CdR tra 2 micro-imprese agricole della provincia di Siena; obiettivo: realizzare innovazione di prodotto nel mercato vinicolo (prodotto di qualità medio-alta a prezzo competitivo e prodotto di gamma superiore in quantità limitate per mercato altamente selezionato); collaborare per la produzione e commercializzazione di tali prodotti; creare e promuovere un marchio di rete.  CdR E: novembre 2012 (durata: 2 anni); CdR tra 3 imprese emiliane (una produttrice di vino, una di R&S, una di servizi); obiettivo: realizzazione di un progetto finanziato da ente esterno al fine di promuovere un raggruppamento di aziende vitivinicole capaci di portare sul mercato nazionale e internazionale e in part. ai grandi gruppi di rivenditori un pacchetto diversificato di vini caratterizzati da una caratteristica comune di sostenibilità e da un comune piano di comunicazione; il programma include l’individuazione di indicatori di sostenibilità e l’applicazione degli stessi su vigneti pilota, nonché un piano di comunicazione a distribuzione e consumatori. Contratti di rete nel settore vitivinicolo - Continua 11
  • 12.  Opportunità generate dagli ultimi interventi normativi (giugno / dicembre 2012)  Semplificazione degli oneri formali nell’uso del contratto di rete  Ampliamento della gamma di applicazioni (reti puramente contrattuali, reti con responsabilità limitata al fondo ma senza soggettività, reti con soggettività)  Assistenza delle organizzazioni professionali agricole nella stipulazione  Sottrazione del contratto di rete alla disciplina dei contratti agrari  Possibilità di costituire fondi di mutualità interni per la stabilizzazione delle relazioni contrattuali tra partecipanti  Ammissione del contratto di rete alla partecipazione a gare di appalto pubblico  Possibile ruolo del contratto di rete nel nuovo Programma Nazionale di Sostegno, che ha già premiato le reti (part. a.t.i.) nell’assegnazione 2012 Quali prospettive si aprono oggi? 12
  • 13. Molto si potrebbe fare ancora. Ad esempio:  Promuovere la costruzione di modelli contrattuali che, nel quadro del nuovo strumento, sappiano riflettere le specificità del mondo agricolo e agro- alimentare  Affinare gli strumenti di finanziamento alle reti sulla scia di quanto già promosso da molti gruppi bancari  Rimuovere gli ostacoli alla costruzione di reti europee,  favorendo la circolazione di strumenti giuridici di governo della collaborazione strategica in Europa e  promuovendo un maggior coordinamento tra politiche industriali e agricole nazionali e regionali volte a stimolare la nascita e lo sviluppo di reti destinate ad operare (anche) in senso transazionale Che cosa resta da fare? 13