Perché costituire o aderire a una rete di imprese nel settore vitivinicolo?
Perché mediante un contratto di rete?
Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento?
I contratti di rete nel settore agro-alimentare
Quali esperienze di contratto di rete sono maturate nel settore vitivinicolo?
Quali prospettive si aprono e quale vincolo sarebbe utile rimuovere?
Senigallia Network - Convegno sulle reti turistiche. Intervento del Prof. P...Alberto Di Capua
Senigallia, Convention degli Alberghi 2014. Auditorium San Rocco, 28 febbraio. Il Prof Pencarelli è ordinario della Facoltà Di Economia dell'Università di Urbino.
Le slides dell' intervento dei Dott. Miele e Pinto del gruppo Unicredit per il convegno "#amalfilovecoast. Mille volti, un'unica voce" organizzato dall'Associazione Distretto Turistico Costa d'Amalfi il 15 Ottobre 2014.
Senigallia Network - Convegno sulle reti turistiche. Intervento del Prof. P...Alberto Di Capua
Senigallia, Convention degli Alberghi 2014. Auditorium San Rocco, 28 febbraio. Il Prof Pencarelli è ordinario della Facoltà Di Economia dell'Università di Urbino.
Le slides dell' intervento dei Dott. Miele e Pinto del gruppo Unicredit per il convegno "#amalfilovecoast. Mille volti, un'unica voce" organizzato dall'Associazione Distretto Turistico Costa d'Amalfi il 15 Ottobre 2014.
Giornata di studio, Milano 5 ottobre 2016 - MILeS2016 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2016
La distribuzione dei contratti di rete sul territorio italiano non è omogenea. Perchè? Sia la spiegazione culturalista (diversa dotazione di capitale sociale e diversa propensione alla cooperazione), sia la spiegazione che fa riferimento alla diversità nella struttura economico-produttiva dei territori non sono soddisfacenti. Il ruolo giocato dalle politiche regionali e dai finanziamenti si dimostra invece cruciale. Veneto ed Emilia-Romagna sono regioni simili per struttura produttiva e dotazione di capitale sociale, ma si registrano interessanti differenze. In Emilia-Romagna i contratti di rete sono stati utilizzati all’interno di un sistema integrato per l’innovazione e l’alta tecnologia per finanziare l’incremento di capitale umano e sociale. Tale sistema ha visto il coinvolgimento di tutti gli attori locali del territorio, con un esito soddisfacente per tutti. In Veneto, i contratti di rete sono il frutto principalmente degli attori privati, manca una forte guida dell’attore pubblico e i finanziamenti sono più modesti, nonostante la molteplicità di iniziative. Il sistema resta maggiormente frammentato rispetto a quello emiliano-romagnolo. L’esito di questi due modelli non è scontato. In entrambe le regioni, gli attori locali rilevano una maggiore disponibilità e capacità degli imprenditori di mettersi in rete, e condividere un progetto, anche a prescindere dai finanziamenti. Paradossalmente però ciò sembra più vero in Veneto che in Emilia-Romagna. Infatti, l’assenza di finanziamenti dedicati ai contratti di rete in Veneto ha reso la motivazione strumentale importante ma non prevalente. Al contrario, in Emilia-Romagna le imprese hanno siglato il contratto di rete perché fortemente incentivate dai finanziamenti e oggi diversi contratti benché formalmente attivi, e quindi calcolati nelle statistiche, di fatto non sono più in essere.
CIttà Sostenibile 2011: INTELLIGENZA NELLE CITTÀ. LEGGEREZZA E BIT. DA ITALO CALVINO A WILLIAM MITCHELL
A cura di VEGA-Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia, in collaborazione con eAmbiente ed Ecomondo
Marino Cavallo - coordinatore progetto Ecomark Provincia di Bologna
Il Contratto di Rete - Studio Legale Pandolfini Assistenza Legale ImpreseStudio Legale Pandolfini
Servizi di Assistenza Legale alle Imprese dello Studio Legale Pandolfini:Il Contratto di Rete
Presentazione sul Contratto di Rete tenutasi nell'ambito del Seminario "Aggregarsi per Competere" tenutasi presso la CCIAA di Monza il 23 Ottobre 2013.
Il contratto di rete, recentemente introdotto nell’ordinamento giuridico italiano, rappresenta un’innovazione importante in quanto offre alle imprese uno strumento di cooperazione multifunzionale, che consente di perseguire obiettivi strategici comuni di crescita.
Grazie al contratto di rete, infatti, due o più imprese, attraverso un accordo, possono accrescere, sia individualmente (cioè la propria impresa) che collettivamente (cioè le imprese che fanno parte della rete), la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato.
E’ possibile oggi, attraverso la rete, consentire alle aggregazioni di imprese di instaurare tra loro, pur mantenendo la propria autonomia ed individualità, non solo una collaborazione organizzata e duratura, ma soprattutto di fruire di rilevanti incentivi e di agevolazioni fiscali. Altre informazioni su http://www.retediimpresa.it
Banco Popolare - Banca di Novara presentazione La Campania e le reti di impreseTechnologyBIZ
Michelarcangelo Carusillo, Responsabile Area Affari Napoli della Banca Popolare di Novara, intervenuto al Convegno organizzato da TechnologyBIZ "La Campania e le Reti di Imprese. Strategie, Opportunità, Casi di successo", 9 luglio - Palazzo PICO.
La Rete d’Impresa quale strumento di efficienza ed innovazione per le PMIAIMB2B
- Che cos’è un contratto di Rete d’Impresa e gli elementi costitutivi del Contratto di Rete
- I Principali Driver di Sviluppo delle Reti
- Case history
Il webinar presenterà casi d’uso e buone pratiche di imprese che, anche grazie al supporto del network dei Digital Innovation Hub, hanno sviluppato soluzioni finalizzate al miglioramento delle loro performance di sostenibilità, ottenendo benefici anche in termini di competitività.
Inoltre vi sarà l’opportunità di conoscere i servizi che il sistema Confindustria mette a disposizione del tessuto produttivo del territorio in questo ambito.
INTERVENGONO:
Claudio Balestri, Presidente Oikos S.p.A.
Giuseppe Conti, Chief Financial Officer SAIB S.p.A.
Giovanni Marco Springer, Responsabile Manutenzione Trenitalia Tper S.c. a r.l.
L'Informatore Agrario. Marco Boschetti. Fieragricola14. Le forme della vendit...L'Informatore Agrario
Diversificare l’attività di vendita più che una necessità è ormai quasi un obbligo per tante aziende agricole. Questo è infatti il modo migliore per incrementare la competitività dell’azienda. L’iniziativa personale è il fattore che più spinge a realizzare attività diverse da quella agricola. Per chi intende diversificare è fondamentale combinare tre opportunità di dare valore aggiunto ai prodotti dell’azienda: la trasformazione, la ristorazione e la vendita diretta vera e propria. Ma i canali per vendere sono molti di più: dai mercati contadini ai corsi di cucina, dalle attività seminariali sui prodotti tipici alla partecipazione a mostre-mercato enogastronomiche, alle vendite all’estero in circuiti commerciali che chiedono prodotti di altissima qualità. Le attività di promozione sono assai importanti, almeno quanto la presentazione dei prodotti.
La presenza in internet e nei social media per promuovere le differenti attività può infine essere d’aiuto, ma richiede molta attenzione e dedizione.
L'Informatore Agrario. Marco Boschetti. Fieragricola 14. Come difendersi dall...L'Informatore Agrario
Il progressivo abbassamento delle soglie di redditività delle imprese agrituristiche è un fenomeno complesso, ma legato anche al peso crescente della pressione fiscale in ambito locale. Emblematico è il caso della tassa rifiuti, chiamata prima Tarsu, poi Tia, quindi Tares, ora Tari, arrivata ormai a livelli insopportabili, tanto da determinare come conseguenza un taglio della capacità ricettiva di tante aziende, realizzata a volte con il cofinanziamento di fondi europei, che chiudono stanze o che riducono i periodi di apertura. L’azienda agrituristica dovrebbe essere chiamata a pagare solo per i rifiuti effettivamente conferiti e non in base alla superficie dei fabbricati rurali. Serve una politica fiscale più equa, che non penalizzi le aziende agrituristiche attraverso tributi locali che sono estranei alla natura agricola di questa attività.
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La distribuzione dei contratti di rete sul territorio italiano non è omogenea. Perchè? Sia la spiegazione culturalista (diversa dotazione di capitale sociale e diversa propensione alla cooperazione), sia la spiegazione che fa riferimento alla diversità nella struttura economico-produttiva dei territori non sono soddisfacenti. Il ruolo giocato dalle politiche regionali e dai finanziamenti si dimostra invece cruciale. Veneto ed Emilia-Romagna sono regioni simili per struttura produttiva e dotazione di capitale sociale, ma si registrano interessanti differenze. In Emilia-Romagna i contratti di rete sono stati utilizzati all’interno di un sistema integrato per l’innovazione e l’alta tecnologia per finanziare l’incremento di capitale umano e sociale. Tale sistema ha visto il coinvolgimento di tutti gli attori locali del territorio, con un esito soddisfacente per tutti. In Veneto, i contratti di rete sono il frutto principalmente degli attori privati, manca una forte guida dell’attore pubblico e i finanziamenti sono più modesti, nonostante la molteplicità di iniziative. Il sistema resta maggiormente frammentato rispetto a quello emiliano-romagnolo. L’esito di questi due modelli non è scontato. In entrambe le regioni, gli attori locali rilevano una maggiore disponibilità e capacità degli imprenditori di mettersi in rete, e condividere un progetto, anche a prescindere dai finanziamenti. Paradossalmente però ciò sembra più vero in Veneto che in Emilia-Romagna. Infatti, l’assenza di finanziamenti dedicati ai contratti di rete in Veneto ha reso la motivazione strumentale importante ma non prevalente. Al contrario, in Emilia-Romagna le imprese hanno siglato il contratto di rete perché fortemente incentivate dai finanziamenti e oggi diversi contratti benché formalmente attivi, e quindi calcolati nelle statistiche, di fatto non sono più in essere.
CIttà Sostenibile 2011: INTELLIGENZA NELLE CITTÀ. LEGGEREZZA E BIT. DA ITALO CALVINO A WILLIAM MITCHELL
A cura di VEGA-Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia, in collaborazione con eAmbiente ed Ecomondo
Marino Cavallo - coordinatore progetto Ecomark Provincia di Bologna
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Presentazione sul Contratto di Rete tenutasi nell'ambito del Seminario "Aggregarsi per Competere" tenutasi presso la CCIAA di Monza il 23 Ottobre 2013.
Il contratto di rete, recentemente introdotto nell’ordinamento giuridico italiano, rappresenta un’innovazione importante in quanto offre alle imprese uno strumento di cooperazione multifunzionale, che consente di perseguire obiettivi strategici comuni di crescita.
Grazie al contratto di rete, infatti, due o più imprese, attraverso un accordo, possono accrescere, sia individualmente (cioè la propria impresa) che collettivamente (cioè le imprese che fanno parte della rete), la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato.
E’ possibile oggi, attraverso la rete, consentire alle aggregazioni di imprese di instaurare tra loro, pur mantenendo la propria autonomia ed individualità, non solo una collaborazione organizzata e duratura, ma soprattutto di fruire di rilevanti incentivi e di agevolazioni fiscali. Altre informazioni su http://www.retediimpresa.it
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Inoltre vi sarà l’opportunità di conoscere i servizi che il sistema Confindustria mette a disposizione del tessuto produttivo del territorio in questo ambito.
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Claudio Balestri, Presidente Oikos S.p.A.
Giuseppe Conti, Chief Financial Officer SAIB S.p.A.
Giovanni Marco Springer, Responsabile Manutenzione Trenitalia Tper S.c. a r.l.
L'Informatore Agrario. Marco Boschetti. Fieragricola14. Le forme della vendit...L'Informatore Agrario
Diversificare l’attività di vendita più che una necessità è ormai quasi un obbligo per tante aziende agricole. Questo è infatti il modo migliore per incrementare la competitività dell’azienda. L’iniziativa personale è il fattore che più spinge a realizzare attività diverse da quella agricola. Per chi intende diversificare è fondamentale combinare tre opportunità di dare valore aggiunto ai prodotti dell’azienda: la trasformazione, la ristorazione e la vendita diretta vera e propria. Ma i canali per vendere sono molti di più: dai mercati contadini ai corsi di cucina, dalle attività seminariali sui prodotti tipici alla partecipazione a mostre-mercato enogastronomiche, alle vendite all’estero in circuiti commerciali che chiedono prodotti di altissima qualità. Le attività di promozione sono assai importanti, almeno quanto la presentazione dei prodotti.
La presenza in internet e nei social media per promuovere le differenti attività può infine essere d’aiuto, ma richiede molta attenzione e dedizione.
L'Informatore Agrario. Marco Boschetti. Fieragricola 14. Come difendersi dall...L'Informatore Agrario
Il progressivo abbassamento delle soglie di redditività delle imprese agrituristiche è un fenomeno complesso, ma legato anche al peso crescente della pressione fiscale in ambito locale. Emblematico è il caso della tassa rifiuti, chiamata prima Tarsu, poi Tia, quindi Tares, ora Tari, arrivata ormai a livelli insopportabili, tanto da determinare come conseguenza un taglio della capacità ricettiva di tante aziende, realizzata a volte con il cofinanziamento di fondi europei, che chiudono stanze o che riducono i periodi di apertura. L’azienda agrituristica dovrebbe essere chiamata a pagare solo per i rifiuti effettivamente conferiti e non in base alla superficie dei fabbricati rurali. Serve una politica fiscale più equa, che non penalizzi le aziende agrituristiche attraverso tributi locali che sono estranei alla natura agricola di questa attività.
L'Informatore Agrario. Marco Boschetti. Agriturismo.Diversificare l'attivita ...L'Informatore Agrario
La contrazione dei flussi turistici unita al calo della redditività delle aziende agrituristiche legata all’aumento dei costi fissi, fiscali me non, impone agli operatori del settore della multifunzione di diversificare ulteriormente la propria offerta, attivando nuovi servizi e forme di vendita diretta. Fondamentale è qualificare e segmentare l’offerta, costruendo pacchetti e avendo come principale obiettivo la famiglia. Solo con la cura di ogni minimo dettaglio è possibile migliorare l’ospitalità e puntare così alla massima soddisfazione dei clienti.
Le possibilità per ampliare l’attività sono tante, dal cicloturismo alle fattorie didattiche e sociali, dalle city farms alle fattorie del gusto e del benessere.
Inoltre strategico per tante aziende si è rivelato aprire un punto vendita di prodotti di fattoria. Il consumatore li chiede infatti sempre più, perché si va ampliando la fascia dei consumi alimentari orientati alla qualità e alla connessione con il territorio e il ciclo stagionale.
Il manifesto della chimica verde - Sofia Mannelli - L'Informatore Agrario - F...L'Informatore Agrario
Lo sviluppo del settore della chimica verde è un'opportunità per il rilancio dell'economia del nostro Paese, dove sono riconosciute punte di eccellenza. L'associazione Chimica Verde Bionet ha elaborato alcuni criteri essenziali per un concreto sviluppo del settore in modo da promuovere la crescita sulla base di principi di sostenibilità, perfezionati dal mondo della ricerca e da esperti del settore. Per questo, l'associazione presenta il "Manifesto della Chimica Verde", che, è stato sottoscritto a Verona l'8 febbraio scorso al convegno organizzato in collaborazione con L'Informatore Agrario.
Semina su sodo e sanità delle produzioni – Amedeo Reyneri (Inta) - Convegno S...L'Informatore Agrario
L’adozione di lavorazioni ridotte negli areali settentrionali influenza la sanità delle produzioni dei cereali incidendo negativamente sul contenuto di micotossine in quanto la presenza di residui favorisce un maggiore inoculo potenziale di funghi micotossigeni.
Per garantire il successo della semina su sodo sin dalle prime annate occorre adottare una serie di accorgimenti pratici in tutte le fasi del ciclo colturale, dalle operazioni preliminari, alla semina sino alla raccolta. Aipas (Associazione italiana produttori amici del suolo) che oggi accoglie 70 soci tra Campania, Puglia e Basilicata per un totale di circa 6.000 ettari è nata proprio per fornire supporto tecnico e informazione a chi vuole approcciare correttamente la tecnica e ottenere tutti i vantaggi econoimici, sociali e ambientali.
Vantaggi e criticità nell’applicazione della semina su sodo in Veneto – Luigi...L'Informatore Agrario
La misura 214/i del Psr Veneto 2007-2013 ha introdotto l’adozione di tecniche di agricoltura conservativa (semina su sodo) per ridurre le perdite di carbonio organico, le emissioni di anidride carbonica e aumentare la biodiversità del terreno. Per una corretta adozione della tecnica è però fondamentale mantenere le condizioni agronomiche idonee a favorire una semina omogenea, flessibilità tecnico colturale e introduzione di proposte atte a ridurre il compattamento e il traffico in campo.
La politica di sviluppo rurale. Opportunità e sfide per l’agricoltura conserv...L'Informatore Agrario
Nella nuova programmazione 2014-2020 dei Piani di sviluppo rurale l’agricoltura conservativa, tra cui la semina su sodo, potrà avvalersi non solo dei pagamenti agroambientali ma anche di quelli relativi alla competitività aziendale.
Sottoprodotti per la digestione anaerobica: vantaggi e criticità - Convegno B...L'Informatore Agrario
Requisiti di un substrato da inviare a digestione anaerobica: aspetti agronomici, tecnici, normativi e sanitari. Calcolo del potenziale metanigeno dei principali substrati di origine agricola e civile.
La normativa che incentiva il biogas: chiariamo ogni dubbio - Convegno Biogas...L'Informatore Agrario
Tutto quello che c’è da sapere sul meccanismo di calcolo dell’incentivo per gli impianti a biogas che entreranno in funzione dal 2014. Inoltre come va inteso il concetto di “Prevalenza” e come si calcolano i premi per l’efficienza energetica e per l’azoto.
Il biogas agricolo è destinato, a seguito del nuovo Decreto Ministeriale del 6 luglio 2012, ad un’importante cambio di rotta. Le indicazioni che emergono dal decreto mettono in luce una chiara intenzione da parte del legislatore di incentivare sopratutto il biogas agricolo:
• gli incentivi maggiori sono per gli impianti di piccola taglia (<300>< 100 kW accedono direttamente al sistema incentivante,
• sono previsti dei premi aggiuntivi, da sommare alla tariffa incentivante base, per la cogenerazione ad alto rendimento e la riduzione dell’azoto contenuto nel digestato finale.
I giovani e le opportunità nella nuova PAC 2014-2020 - Le lezioni de L'Inform...L'Informatore Agrario
Felice Adinolfi, Università di Bologna, spiega le principali opportunità contenute nella nuova pac 2014-2020 per i giovani agricoltori.
Caratteristiche del pagamento per i giovani agricoltori:
- carattere obbligatorio;
- architettura;
- modalità di calcolo
La arance rosse sono un frutto tipico prodotto in un'area ristretta situata sotto l'Etna. Hanno peculiari attributi qualitativi come la presenza di antociani, livelli più alti di vitamina C e di altri componenti antiossidanti rispetto al arance bionde. Le proprietà nutrizionali e salutistiche sono dimostrate da studi sperimentali in-vitro e in-vivo. É essenziale attivare iniziative per informare i consumatori del superiore valore biologico delle arance rosse.
L’obiettivo primario da perseguire in agrumicoltura è il miglioramento della qualità globale della produzione nel rispetto dell’ambiente operando allo stesso tempo una drastica riduzione delle spese di gestione. Esistono tecniche agronomiche e materiali genetici innovativi che possono portare a questi risultati.
I numeri degli agrumi in Sicilia: analisi economica, situazione attuale e pro...L'Informatore Agrario
La svolta per le produzioni agrumicole italiane deve passare attraverso la consapevolezza che le tendenze attuali sono dettate dalla globalizzazione dei mercati e destagionalizzazione della domanda finale, dall' inarrestabile processo di sostituzione del consumo del frutto fresco con spremute o derivati agrumari (succhi, nettari, ecc.) e dalla sproporzionata crescita dei costi industriali delle materie prime.
Elementi ai quali si può dare risposta solo attraverso l'efficienza, l'innovazione e la differenziazione, tre parole chiave per il futuro dell'agrumicoltura italiana
Gli scenari attuali del mercato del latte e le sfide che attendono gli alleva...L'Informatore Agrario
Import ed export in equivalente latte attesi per il 2012/2013 e previsioni produttive per le principali aree di esportazione.
Mercato e import-export del latte in polvere (intero e scremato) e del burro dell’Unione Europea. Prezzi mondiali del latte in polvere intero e scremato e del burro: Oceania, Usa, Germania
Esportazioni di latte intero in polvere: Argentina, Australia, Ue27, Nuova Zelanda.
Infine un focus sugli andamenti e sulle previsioni del mercato del mais per i principali paesi esportatori (Argentina, Brasile, Ucraina, Usa), e infine i prezzi del mais di provenienza Usa sul mercato mondiale.
Fanno reddito le aziende da latte? Analisi di 70 bilanci aziendali SATA: qual...L'Informatore Agrario
Analisi di 70 aziende: produzione, dimensione, reddito, costi, utile netto. Cosa incide sulla reddittività aziendale e cosa migliorare nella gestione economica della propria stalla. Metà delle aziende prese in esame chiudono il bilancio in negativo: fattori quali la dimensione aziendale, la quantità di terra a disposizione o il contenimento dei costi non sono sufficienti. La regola principale della gestione è avere sotto controllo i costi di produzione e il fatturato totale. Dati economici specifici e di buona qualità che vengano monitorati e tracciati per più anni.
Istituto nazionale di tecnologia agricola (Inta) – Gustavo Conosciuto (Inta)L'Informatore Agrario
L’Inta è l’istituto nazionale di ricerca in Argentina che si occupa di tecnologia in agricoltura con l’obiettivo di garantire competitività e sviluppo rurale sostenibile con equità sociale
Le tecnologie delle seminatrici da sodo e aspetti di agricoltura di precision...L'Informatore Agrario
Stabilito che vi siano le condizioni agronomiche necessarie per l’applicazione della semina su sodo, risultano fondamentali la scelta della seminatrice e la loro corretta regolazione. Solo un’operazione
di semina corretta e precisa contribuisce a garantire una rapida e omogenea emergenza della coltura ponendo di fatto le basi sul buon esito produttivo.
La Semina su sodo come sistema agronomico: dieci regole per una corretta impl...L'Informatore Agrario
Per garantire il successo della semina su sodo sin dalle prime annate occorre adottare una serie di accorgimenti pratici in tutte le fasi del ciclo colturale, dalle operazioni preliminari, alla semina sino alla raccolta. È però fondamentale la conoscenza dei campi per individuare tempestivamente le problematiche che si potrebbero verificare.
La Semina su sodo come sistema agronomico: dieci regole per una corretta impl...
L’Informatore Agrario - Le reti di impresa nella filiera del vino: opportunità e vincoli da rimuov… - Vinitaly 2013
1. Prof. Fabrizio Cafaggi – Prof.ssa Paola Iamiceli
Istituto Universitario Europeo - Università degli Studi di Trento
Le reti di impresa nella filiera del vino:
opportunità e vincoli da rimuovere
L’Informatore Agrario
Vinitaly 2013
Verona, 8 aprile 2013
Vino. Idee per l’aggregazione delle imprese italiane.
2. Perché costituire o aderire a una rete di imprese
nel settore vitivinicolo?
Perché mediante contratto di rete?
Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo
strumento?
Quali esperienze sono maturate nel settore
vitivinicolo?
Quali prospettive si aprono e quali vincolo sarebbe
utile rimuovere?
Alcuni interrogativi
2
3. Alcune possibili risposte
Per accrescere la capacità di micro e piccole imprese di
ottenere certificazioni di qualità e sostenibilità secondo
i più avanzati standard internazionali
Per aumentare le opportunità di collaborazione tra le
imprese vitivinicole e gli enti di ricerca
Per valorizzare e promuovere le specificità di un
territorio, sfruttando le possibili sinergie tra produzione
vinicola, altre produzioni agricole e turismo
Per coordinare sistemi di offerta integrata destinati alla
grande distribuzione o al canale Ho.Re.Ca. anche
internazionale
Per favorire la partecipazione a gare per
l’aggiudicazione di contratti pubblici o privati (es.
ristorazione) in Italia o all’estero
Per promuovere la formazione di reti europee per la
promozione nei Paesi terzi
…
Perché costituire o aderire a una rete di
imprese nel settore vitivinicolo?
3
4. Si tratta di un nuovo strumento introdotto nel nostro
ordinamento nel 2009 (l. n. 33/09) e da allora più volte
assoggettato ad interventi di modifica legislativa
(l’ultimo ex l. 221/12)
Un contratto volto a regolare forme di collaborazione
strategica tra imprese che, condividendo obiettivo di
crescita della capacità competitiva e innovativa,
definiscono un programma comune e si propongono di
realizzarlo in un periodo medio-lungo definito dalle
parti
Ampia autonomia dei contraenti nel definire le regole di
governo della collaborazione e il quadro delle risorse
economiche da destinarvi
Rispetto ad altri strumenti: maggiore enfasi sulla
progettualità strategica sottesa alla collaborazione
(determinazione degli obiettivi, misurabilità degli stati
di avanzamento, programmazione delle attività) e
maggiore flessibilità e libertà nella scelta dei modelli di
relazione tra i partner e con i terzi.
Perché mediante contratto di rete?
4
5. Ricerca del Laboratorio Reti d’Impresa della
Fondazione Bruno Visentini, 2012
640 contratti di rete
99 province, tutte le regioni coinvolte
3323 imprese coinvolte
prevalentemente s.r.l.
prevalentemente micro o piccole (ma più di un
terzo dei 333 contratti di rete registrati entro
maggio 2012 vede la contestuale partecipazione
di medie e piccole imprese)
Come è stato fino ad oggi impiegato
questo nuovo strumento?
5
InfoCamere,
aggiornam.:
dicembre
2012
6. (InfoCamere - RetImpresa, 29
dicembre 2012)
Forte divario Nord – Sud
Ruolo importante delle
politiche economiche
sviluppate in ambito
regionale
Possibile impatto sulla
dimensione locale v.
nazionale dei programmi di
rete; infatti:
Reti uni-regionali: 72%
Reti multi-regionali: 28%
Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento?
(continua)
Regioni n° imprese
Lomabrdia 769
Toscana 495
Emilia Romagna 482
Veneto 267
Lazio 177
Marche 155
Piemonte 151
Campania 127
Puglia 124
Abruzzo 109
Umbria 101
Sardegna 86
Basilicata 76
Friuli Venezia Giulia 75
Liguria 41
Trentino Alto Adige 32
Calabria 27
Sicilia 22
Molise 12
Valle d'Aosta 1
Elaborazioni RetImpresa su dati Infoncamere al 29 dicembre 2012 6
7. Il 39% dei contratti coinvolge 2 o 3 imprese; il 50% tra 4 e 9
imprese; l’11% coinvolge 10 imprese o più (solo 1 rete con oltre
50 imprese)
Il contratto di rete come forma di collaborazione proiettata su
periodi medio-lunghi:
Oltre i cinque anni: oltre due terzi dei contratti
Oltre dieci anni: circa un terzo sul totale
In molti casi la durata è legata alla presenza di relazioni
pregresse (menzionate espressamente nel 10% dei casi)
La stabilità del vincolo non esclude la flessibilità sotto il
profilo dell’uscita individuale (recesso) ma richiede l’adozione
di meccanismi di salvaguardia della continuità del
programma di rete e degli investimenti a ciò destinati per
scongiurare lo scioglimento del contratto ove l’attuazione del
programma sia ancora possibile.
Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento?
(Laboratorio Reti d’Impresa FBV, 2012 )
7
8. Circa i tre quarti dei contratti di rete esaminati
coinvolgono solo fornitori di servizi, lavorazioni,
componenti; circa il 13% solo produttori finali; una
minima percentuale coinvolge solo imprese di
distribuzione; circa l’11% coinvolge più tipologie di
imprese.
Circa il 63% dei contratti di rete ha natura di rete
orizzontale (composte da imprese che si collocano al
medesimo livello della filiera, es. aziende agrituristiche)
Circa il 37% dei contratti ha natura di rete verticale
(composte da imprese che si collocano su segmenti
contigui della filiera, es. impresa agricola – impresa di
imbottigliamento – produttore finale - esportatore)
Le reti verticali tendono a operare come strumento di
accesso al mercato più delle reti orizzontali, ma in
entrambe prevale l’approccio che combina accesso al
mercato e produzione di servizi per gli aderenti.
Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento?
(Laboratorio Reti d’Impresa FBV, 2012 )
8
9. (InfoCamere – RetImpresa, novembre 2012)
Contratti di rete connessi al settore
agroalimentare, delle macchine agricole e del
packaging alimentare: 10% del totale
Imprese dell’agricoltura, silvicoltura e pesca
aderenti a contratti di rete: piccola minoranza
rispetto al totale
Nella grande maggioranza di contratti gli aderenti
appartengono alla stessa regione
I contratti stipulati nel Sud Italia sono circa il
doppio di quelli del Nord (dato in controtendenza
rispetto a quello generale, che unisce tutti i settori)
I contratti di rete nel settore agro-
alimentare
9
10. Esempi nell’area della promozione commerciale (A: micro-imprese
concorrenti; B: imprese di alta gamma non concorrenti)
CdR A: agosto 2011 (durata: quasi 20 anni); CdR tra 3 micro-
imprese agrituristiche con sede in Sardegna (2 produttrici di vino);
obiettivo: accrescere la capacità di competere sul mercato
nazionale e internazionale mediante certificazione di qualità e
adeguata comunicazione; rientrano nel programma di rete (tra
altre linee): individuazione di unico ente di certificazione,
condivisione delle linee di marketing, ricorso a consulenti comuni,
coordinamento di un sistema unitario di acquisti.
CdR B: settembre 2011 (durata: 6 anni); CdR tra 14 imprese
dell’alta gamma del Piemonte operanti, con vocazione
internazionale, in settori molto diversi tra cui l’alimentare (6
imprese) e, in questo ambito, la produzione di vini e grappe (2
imprese); obiettivi: condividere una strategia di promozione
commerciale nei mercati esteri, promuovere la valorizzazione dei
marchi, promuovere (reciprocamente) la diffusione all’estero dei
prodotti degli aderenti, individuare nuove sinergie commerciali,
coordinare nuove iniziative commerciali (es. spazi retail, es. corners
e temporary shops), consolidare il successo internazionale in aree
in cui ciò non è possibile singolarmente, condividere informazioni e
esperienze rilevanti tra diversi settori.
Quali esperienze di contratto di rete sono
maturate nel settore vitivinicolo?
10 - Continua
11. CdR C: gennaio 2012 (durata: 3 anni); CdR tra 28 imprese, quasi tutte
agricole e agrituristiche o operanti in questo settore (provincia di Verona,
valle di Illasi); obiettivi: valorizzazione del territorio, incremento delle
presenze straniere, formazione degli operatori per il miglioramento delle
capacità di comunicazione, definizione di disciplinari di qualità, acquisizione
di consulenza tecnico-scientifico all’avanguardia, consulenza giuridica;
coordinare iniziative di promozione esterna; rappresentare unitariamente le
aziende nei rapporti con la P.A.
CdR D: luglio 2012 (durata: 18 anni circa); CdR tra 2 micro-imprese agricole
della provincia di Siena; obiettivo: realizzare innovazione di prodotto nel
mercato vinicolo (prodotto di qualità medio-alta a prezzo competitivo e
prodotto di gamma superiore in quantità limitate per mercato altamente
selezionato); collaborare per la produzione e commercializzazione di tali
prodotti; creare e promuovere un marchio di rete.
CdR E: novembre 2012 (durata: 2 anni); CdR tra 3 imprese emiliane (una
produttrice di vino, una di R&S, una di servizi); obiettivo: realizzazione di un
progetto finanziato da ente esterno al fine di promuovere un
raggruppamento di aziende vitivinicole capaci di portare sul mercato
nazionale e internazionale e in part. ai grandi gruppi di rivenditori un
pacchetto diversificato di vini caratterizzati da una caratteristica comune di
sostenibilità e da un comune piano di comunicazione; il programma include
l’individuazione di indicatori di sostenibilità e l’applicazione degli stessi su
vigneti pilota, nonché un piano di comunicazione a distribuzione e
consumatori.
Contratti di rete nel settore vitivinicolo - Continua
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12. Opportunità generate dagli ultimi interventi
normativi (giugno / dicembre 2012)
Semplificazione degli oneri formali nell’uso del contratto
di rete
Ampliamento della gamma di applicazioni (reti
puramente contrattuali, reti con responsabilità limitata al
fondo ma senza soggettività, reti con soggettività)
Assistenza delle organizzazioni professionali agricole nella
stipulazione
Sottrazione del contratto di rete alla disciplina dei
contratti agrari
Possibilità di costituire fondi di mutualità interni per la
stabilizzazione delle relazioni contrattuali tra partecipanti
Ammissione del contratto di rete alla partecipazione a
gare di appalto pubblico
Possibile ruolo del contratto di rete nel nuovo
Programma Nazionale di Sostegno, che ha già
premiato le reti (part. a.t.i.) nell’assegnazione 2012
Quali prospettive si aprono oggi?
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13. Molto si potrebbe fare ancora. Ad esempio:
Promuovere la costruzione di modelli contrattuali
che, nel quadro del nuovo strumento, sappiano
riflettere le specificità del mondo agricolo e agro-
alimentare
Affinare gli strumenti di finanziamento alle reti
sulla scia di quanto già promosso da molti gruppi
bancari
Rimuovere gli ostacoli alla costruzione di reti
europee,
favorendo la circolazione di strumenti giuridici di governo
della collaborazione strategica in Europa e
promuovendo un maggior coordinamento tra politiche
industriali e agricole nazionali e regionali volte a
stimolare la nascita e lo sviluppo di reti destinate ad
operare (anche) in senso transazionale
Che cosa resta da fare?
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