8 – IL PALEOLITICO
Presentazione realizzata dalle insegnanti Carla e Paola Poppi dell' Istituto Comprensivo di Crevalcore (BO).
Anno Scolastico 2010-'11
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http://scuola.latteriavaltellina.it/progetti/luva-dalla-terra-alla-tavola/
8 – IL PALEOLITICO
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Anno Scolastico 2010-'11
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Gentili lettori,
questa è una ricerca sui vichinghi, devo dire, molto ricca di contenuti interessanti che non tutti conoscono. Infatti, per esempio, i vichinghi non erano proprio esseri sporchi come pensiamo, e il loro elmo in realtà non aveva le corna, ma aveva una forma conica.
Questo e tanto altro troverete nella ricerca.
Cordiali saluti
7 - HOMO SAPIENS SAPIENS
Presentazione realizzata dalle insegnanti Carla e Paola Poppi dell' Istituto Comprensivo di Crevalcore (BO).
Anno Scolastico 2010-'11
La transumanza è la migrazione stagionale e temporanea delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane verso quelli delle pianure e viceversa, percorrendo le vie naturali dei tratturi
Coniugare passato, presente e futuro per far acquisire una cultura e una conoscenza storica.
Conoscere eventi e tradizioni del territorio legati al vissuto soggettivo e ambientale.
Favorire la conoscenza, il rispetto e la difesa dell’ambiente.
Sviluppare competenze trasversali rispetto alle discipline muovendo dalla cultura del territorio
I docenti delle classi IV e V della scuola primaria di Casacalenda e il dirigente Antonio Vesce, nella profonda convinzione che “il territorio” rappresenta la memoria storica degli eventi, sintesi visibile della relazione uomo-ambiente, hanno incentrato l’attività didattica sul luogo vissuto , approfondendo la conoscenza delle opere d’arte presenti, con l’intento di interessare e sensibilizzare i ragazzi alla valorizzazione e tutela del patrimonio culturale e naturale.
Il progetto “Impara l’arte…” condotto dagli esperti Michelangelo Carozza e Liana Pasquale è stato strutturato in più percorsi: in un primo momento gli esperti hanno illustrato le linee essenziali della storia dell’arte attraverso la proiezione di slide supportate da Pigmy, un simpatico pennello colorato. Successivamente hanno guidato la visita nei luoghi di culto: la chiesetta di Sant’Onofrio, la Chiesa dell’Addolorata, la Chiesa di Santa Maria Maggiore e ciò ha consentito ai ragazzi di imparare a distinguere bene un affresco da un quadro, una statua da un rilievo, una colonna da un pilastro, a leggere l’ “opera” d’arte. E’ stata dopo sperimentata l’antica tecnica dell’affresco e realizzata una personale piccola opera d’arte: dal disegno preparatorio allo spolvero fino alla stesura del colore sull’intonaco fresco.
La storia di Cipì di Mario Lodi che vi presenteremo narra le avventure di un uccellino “diverso” dagli altri. Fin dal primo giorno di vita, Il nido, gli sta piccolo e i consigli della mamma non bastano a frenare la sua curiosità…Il desiderio di conoscere il mondo è sempre più forte di qualsiasi prudenza. Eppure questa sua ribellione lo porta a misurarsi con grandi esperienze, imprese … scopre le bellezze della natura, il valore dell’amicizia … impara a difendersi dagli uomini, dal signore della notte, dal temporale … Alla fine, diventa padre e insegna ai suoi figli: “… ad essere laboriosi per mantenersi onesti, ad essere buoni per poter essere amati, ad aprire bene gli occhi per distinguere il vero dal falso, ad essere coraggiosi per difendere la libertà”.
Cipì è un racconto molto coinvolgente che descrive sia il quotidiano e sia l’ universale; in un piccolo mondo — tetto, albero, prato, fiume — vediamo svolgersi grandi battaglie: la fame, la sopravvivenza, il freddo e la ricerca di una casa e nello stesso tempo belle vittorie, :quella di crescere, diventare grandi, migliorare se stessi e la propria natura, il proprio carattere
2. Storia Universale In principio la Terra era tutta sbagliata, renderla più abitabile fu una bella faticata. Per passare i fiumi non c’erano ponti. Non c’erano sentieri per salire sui monti. Ti volevi sedere? Neanche l’ombra di un panchetto. Cascavi dal sonno? Non esisteva il letto. Per non pungersi i piedi, né scarpe né stivali. Se ci vedevi poco non trovavi gli occhiali. Per fare una partita non c’erano palloni: mancava la pentola e il fuoco per cuocere i maccheroni, anzi a guardare bene mancava anche la pasta. Non c’era nulla di niente. Zero via zero, e basta. G. Rodari
3. Agli inizi Agli inizi della sua storia l'uomo non aveva sviluppato le abilità che possiede adesso e non aveva compiuto le scoperte che sa utilizzare oggi. Egli era un UOMO PRIMITIVO che viveva un po' come vivono oggi le grandi scimmie: non aveva dimora, non aveva vestiti, non aveva attrezzi per lavorare, non sapeva usare i materiali che la natura gli offriva; non conosceva neanche il fuoco. Camminava quasi sempre alla ricerca del cibo. Si rifugiava sugli alberi in caso di pericolo; si riposava su giacigli o sulla nuda terra. Con il tempo, un lunghissimo tempo, vi furono uomini che impararono a proteggere i loro giacigli con muretti di pietra e frasche. Ammassavano le pietre una sull'altra, vi incastravano alla sommità rami frondosi e frasche.
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5. Tanto tempo dopo Dopo tanto tempo gli uomini occuparono le caverne. Gli uomini delle caverne sapevano costruire lance dalle punte aguzze indurite al fuoco,sapevano scagliare pietre taglienti che loro stessi affilavano e che utilizzavano per uccidere gli animali. Erano diventati cacciatori. Sapevano accendere il fuoco, si vestivano con le pelli degli animali uccisi, vivevano in piccoli gruppi. Nelle caverne abbiamo trovato le prime forme di pittura in quanto intere pareti, spesso, in luoghi bui e difficilmente accessibili, sono state dipinte con figure di animali, cervi, cavalli, bisonti, mammut e di uomini. Queste figure, frutto di un lavoro lungo, accurato e impegnativo facevano parte probabilmente di un rito magico per assicurarsi il successo della caccia, si credeva forse che colpire l'animale rappresentato durante il rito avrebbe favorito la sua cattura.
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7. Le capanne dei pastori Passarono migliaia di anni e impararono ad addomesticare gi animali : divennero pastori. I pastori erano nomadi. Utilizzando canne, ramaglie, paglia, sterpi e altro materiale costruivano capanne leggere che spesso ricoprivano con zolle di terra o con pelli di animali per renderle impermeabili alla pioggia e al vento.
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9. Le capanne degli agricoltori In alcuni luoghi crescevano spontanei il grano e altri cereali selvatici, alcuni uomini impararono a coltivare la terra e divennero agricoltori, sedentari.Costruirono capanne più solide: piantarono pali, intrecciarono rami, rivestirono tutto con zolle e argilla. Poi addossarono le une alle altre le capanne e dettero vita ai primi villaggi.
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13. Le case di mattoni, pietra e argilla Risalgono all’età del Bronzo (3000-200 a.C.) le prime case costruite con mattoni crudi,pietra e argilla. A questo punto la casa dell’uomo non aveva più il semplice significato di riparo dal clima e dai predatori per cui era nata, ma era diventata luogo in cui accumulare le risorse alimentari e nutrirsi, riprodursi, proteggere e allevare la prole. Nel villaggio non vi erano strade; le case, rettangolari, erano addossate le une alle altre; non avevano porte , vi si entrava passando dal tetto. Per raggiungere i tetti gli abitanti si servivano di scale a pioli. Ogni casa era formata da due piccole stanze che fungevano da dispensa e da una grande stanza centrale, illuminata da lucerne di pietra e da una piccola finestra, nella stanza c' era sempre il focolare e il forno per il pane. Tra le case vi erano anche dei luoghi sacri, con le pareti decorate con pitture e teste scolpite di arieti e tori.
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17. La casa dell’uomo di oggi, piena di tecnologia, comodità e sofisticati ornamenti sembra essere molto lontana dai motivi e dalle necessità per cui è nata. Essa è l’espressione della società moderna che oltre al rifugio, all’alimentazione, alla protezione della prole ha individuato nella casa una serie di funzioni nuove. La casa diventa così anche luogo in cui ritrovare se stessi, difendersi da ostilità emotive, sviluppare la personalità; essa rappresenta il “nostro posto” e ci appartiene tanto da riversare su di essa lati del nostro carattere. La casa, dunque, è espressione di chi la abita, di chi la vive, di chi la cura, è simbolo di valori e tradizioni.