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Cultura, Ambiente e Territorio  di Sant’Antonio Abate
mostrAmbiente
mostrAmbiente ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
mostrAmbiente Dall’età del ferro al 1925 La presenza dell’uomo sul territorio di Sant’Antonio Abate risale al periodo preistorico come è testimoniato da varie caverne. Nell’età del ferro la valle del Sarno e le pendici del Lattaro divengono luogo di rapporti commerciale tra Opici e Osci, e successivamente tra gli Etruschi e i Greci. Verso il IV secolo a.C. sono i Sanniti a dominare il nostro paese, che saranno presto scacciati dai Romani con le famose guerre Sannitiche. Sulla fascia pedemontana gli scavi occasionali portano quasi sempre alla luce resti della civiltà Romana, la più importante scoperta fatta è la Villa Rustica. Nel I secolo d.C. morte e desolazione colpirono il nostro territorio a causa dell’eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d.C.  .  ,[object Object]
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mostrAmbiente Sant’Antonio Abate è attraversato da un affluente del fiume Sarno, il rivo Marna. Le zone più distanti dal corso d’acqua(Marna) non dismettevano le colture dei cereali e del frumentone.  Oltre all’agricoltura, nel nostro paese  è presente anche l’attività industriale caratterizzata dalla presenza predominante di industrie del settore conserviero e strutture legate ad esso. Si annoverano circa dieci industrie conserviere in prevalenza a carattere stagionale con assorbimento di manodopera del paese e dei comuni limitrofi, che nel periodo estivo raggiunge alcune migliaia di addetti.
mostrAmbiente I primi popoli che abitarono la valle del Sarno e quindi anche il territorio di s Antonio Abate, a partire dal X secolo  furono gli opici in seguito definiti osci dalle  fonti storiche . In base ai richiamati ritrovamenti , l’epoca precisa della dominazione osca è stata concordemente fissata all’ età del ferro. Queste popolazioni locali hanno contatti con i greci e gli etruschi. Successivamente cominciano ad avere un ruolo importante anche i sanniti che prima abitavano nell’ entroterra e progressivamente si spostano verso le zone pianeggiate occupando i territori degli osci, degli etruschi e dei greci. Alla fine del IV secolo la potenza sannitica viene soppiantata da quella romana. Dopo la caduta dell’impero romano e una breve presenza dei goti quest’area cade sotto l’influenza dei bizantini e successivamente si assiste alla occupazione da parte dei longobardi. Le successive vicende rispecchiano quello che accade nel resto della Campania. ,[object Object]
mostrAmbiente La Villa Rustica La villa rustica di età romana, sepolta dall'eruzione del 79 d.C., fu scoperta fortuitamente nel 1974 in un fondo agricolo di proprietà Cuomo.  Le indagini archeologiche eseguite nel nostro territorio, hanno confermato la presenza di ville rustiche; una in  particolare trovata presso  casa Salese. Questa comprende i dormitori degli schiavi, i depositi degli attrezzi della fattoria le stalle e i laboratori. I muri del complesso edilizio dovevano  essere costruiti in opera cementizia secondo  i precetti di Catone. La villa doveva essere gestita direttamente dal proprietario in collaborazione con un fattore, e da un certo numeri di schiavi . ,[object Object]
mostrAmbiente ,[object Object],[object Object],Il funaio “o’ funar” Il funaro è un mestiere che si è sviluppato intorno agli anni 30’ del secolo scorso. Bravissimi e valenti artigiani facevano le funi a mano. A Sant’ Antonio Abate non ce n’erano molti, solo uno a Via Funari attuale Via Marna, situata a sud del paese.  Avevano un unico attrezzo di lavoro, consistente in una grande ruota, a doppia faccia, di almeno un metro di diametro, con al centro una manovella. Nel passato le funi erano molto richieste. Se ne faceva largo uso nel campo agricolo, pastorale e marittimo.
mostrAmbiente La materia prima era la stoppa derivata dalla canapa. Questa veniva legata alla ruota e mentre girava, filo dopo filo, veniva avvolta. Nasceva così l'embrione della corda. Rotoli di spago venivano attorcigliati con il girare continuo della ruota, azionata da un bambino, oppure dalla moglie dell'artigiano. I mastri funai lavoravano sempre all'aperto. Non era possibile fare diversamente, in quanto la lunghezza delle funi non permetteva la lavorazione all'interno di locali per quanto grandi potessero essere. 
mostrAmbiente Davanti alla ruota ci doveva essere uno spazio libero di almeno venti metri per potere lavorare tranquillamente. Mano a mano che la corda si formava veniva arrotolata attorno alla ruota, fino a che non si raggiungeva la lunghezza desiderata. Era questo il sistema per potere venire incontro a certe particolari esigenze.  Per fare una fune grossa il funaio produceva prima diverse funicelle di piccola e media grandezza, dopo le legava alla ruota nel numero di due, tre o anche quattro volte. La ruota girava in continuazione, mentre l'artigiano andava a piccoli passi indietro, tirando e bagnando continuamente la corda, fino a quando non terminava il lavoro. Pochi si dedicavano a questo mestiere basato soprattutto sulla precisione e abilità,  dalle quali dipendeva la robustezza e la resistenza dei vari tipi di funi.
mostrAmbiente L’innestatore (‘o nsertator) L’innestatore è colui che si dedica alla pratica dell’innesto, un metodo per moltiplicare quegli alberi da frutta che non si possono moltiplicare per seme o per talea. Gli strumenti necessari all’innestatore sono : un seghetto (che serve a praticare le fenditure nelle piante di notevoli dimensioni),coltello da innesto, spatola, roncola, forbici, rafia e pece. Per eseguire l’ innesto le piante devono essere sane. Per far crescere bene un albero bisogna potare con gli strumenti adeguati. Secondo le antiche credenze, gli interventi di potatura vengono eseguiti con la luna calante, nel periodo che va dalla caduta delle foglie al risveglio primaverile.
mostrAmbiente 2. La Fiera degli animali L’origine della fiera degli animali che si svolge nel nostro paese il 17 gennaio di ogni anno ha origini molto antiche ed è dedicata al santo patrono appunto S. Antonio  E’legata ad un’attività di tipo agricola. Cittadini provenienti dai paesi vicini e forestieri per l’occasione giungono nella contrada di S. Antonio Abate per acquistare masserizie, prodotti della terra ed animale e approfittano per rifocillarsi all’osteria della Taverna dove sostano e assaggiano specialità e un buon bicchiere di vino locale. La fiera si svolge nello spiazzo antistante l’antica Chiesetta di S. Antuono dove, nel giorno del Santo, in mattinata si celebra la S. Messa e successivamente si procede alla rituale benedizione degli animali.
mostrAmbiente Credenze popolari abatesi: il maiale andato a male S. Antonio Abate è il protettore degli animali e in particolare dei maiali. Su questo animale sono sorte delle credenze, una delle quali è quella di non far toccare, ne lavorare la carne di maiale alle persone prima dei quaranta giorni da una disgrazia. Si dice che tantissimi anni fa un uomo di nome Giuseppe fece un grave incidente per cui chiamarono il nipote che era macellaio del paese. Il signor Giuseppe resistette fino all’ospedale, ma poi spirò. Il nipote il giorno dopo ritornò al suo abituale lavoro. Successe però che appena l’uomo toccava la carne essa andava a male. Un'altra credenza è quella che quando nasceva un bambino bisognava mettere il cordone ombelicale appena reciso sotto un piatto, perché così il bambino non si sarebbe mosso, cioè sarebbe stato tranquillo e quindi la madre avrebbe potuto svolgere in tranquillità i lavori domestici 3. Lessico antico, proverbi, filastrocche,  credenze popolari abatesi
mostrAmbiente Detti e motti: -Puozz camp à  cient ann -fa acqua a pippa -fa l ’ avvucato de cause perze -patti chiari ,amicizia longa Proverbi -a sant ’ antuon stann tutt buon -sant ’ antuon lamp e tuon -a sant ’ antuon  ogni puorc  è  buon  -a sant ’ antuon ognia gallina fa l ’ uovo Filastrocca Quann chiov  quann chiov e ce sta o sole  tutte e vecchie fann ammore fanno ammore into o pantan  tutte e vecchie ruffian Carcioffola mia Carcioffola mia nuvell  T ’ amavo quann eri zitell Mo ’ ca hai cacciat  è  pill Statt bon carcioffola mia
mostrAmbiente In passato la cucina era decisamente più sana e gli alimenti erano più genuini perché c’era minor uso di prodotti chimici.  S. Antonio Abate, paese di agricoltori, era molto diffuso l’allevamento di animali sia da cortile che da stalla. Vi sono innumerevoli ricette di piatti che i nostri nonni quotidianamente mangiavano e di cui molti ragazzi, oggi non conoscono neanche i sapori.  Queste ricette venivano utilizzate particolarmente durante avvenimenti importanti: la Pasqua, il Natale, ecc. 4. Arte culinaria
mostrAmbiente ,[object Object],La preparazione degli gnocchi era una tradizione culinaria ben radicata; essi venivano  impastati con mollica di pane, latte  e mandorle tritate con farina e acqua. A partire dal secolo scorso vengono fatti con la patata, ormai diventata alimento abituale. Gli ingredienti da usare erano: 300 g di pane  1 pizzico di zafferano  1 cipolla  latte burro 3-4 uova un ciuffo di prezzemolo qualche foglia di basilico  farina  sale Preparazione : Si frantumavano le fette di pane e si mettevano in un recipiente, nel frattempo si sbucciavano e si tritavano le cipolle  facendole appassire in una padellina di rame con 50g di burro, versandolo sul pane. Si univano le uova con il latte e un po’ di sale, facendole mescolare a lungo in modo da far ammorbidire il pane, dopo di che si univa il prezzemolo e il basilico tritati. Si mescolava il tutto di nuovo e si lasciava riposare il composto per circa 2 ore sotto un canovaccio.  Trascorso questo tempo si prendeva il composto unendolo con la farina. Si formavano delle palline grosse come delle albicocche e si immergevano in acqua bollente . Si  facevano cuocere gli gnocchi per circa un’ora e poi si scolavano in una ciotola di legno

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Lavoro mostrambiente B3

  • 1. Cultura, Ambiente e Territorio di Sant’Antonio Abate
  • 3.
  • 4.
  • 5.
  • 6.
  • 7. mostrAmbiente Sant’Antonio Abate è attraversato da un affluente del fiume Sarno, il rivo Marna. Le zone più distanti dal corso d’acqua(Marna) non dismettevano le colture dei cereali e del frumentone. Oltre all’agricoltura, nel nostro paese è presente anche l’attività industriale caratterizzata dalla presenza predominante di industrie del settore conserviero e strutture legate ad esso. Si annoverano circa dieci industrie conserviere in prevalenza a carattere stagionale con assorbimento di manodopera del paese e dei comuni limitrofi, che nel periodo estivo raggiunge alcune migliaia di addetti.
  • 8.
  • 9.
  • 10.
  • 11. mostrAmbiente La materia prima era la stoppa derivata dalla canapa. Questa veniva legata alla ruota e mentre girava, filo dopo filo, veniva avvolta. Nasceva così l'embrione della corda. Rotoli di spago venivano attorcigliati con il girare continuo della ruota, azionata da un bambino, oppure dalla moglie dell'artigiano. I mastri funai lavoravano sempre all'aperto. Non era possibile fare diversamente, in quanto la lunghezza delle funi non permetteva la lavorazione all'interno di locali per quanto grandi potessero essere. 
  • 12. mostrAmbiente Davanti alla ruota ci doveva essere uno spazio libero di almeno venti metri per potere lavorare tranquillamente. Mano a mano che la corda si formava veniva arrotolata attorno alla ruota, fino a che non si raggiungeva la lunghezza desiderata. Era questo il sistema per potere venire incontro a certe particolari esigenze.  Per fare una fune grossa il funaio produceva prima diverse funicelle di piccola e media grandezza, dopo le legava alla ruota nel numero di due, tre o anche quattro volte. La ruota girava in continuazione, mentre l'artigiano andava a piccoli passi indietro, tirando e bagnando continuamente la corda, fino a quando non terminava il lavoro. Pochi si dedicavano a questo mestiere basato soprattutto sulla precisione e abilità, dalle quali dipendeva la robustezza e la resistenza dei vari tipi di funi.
  • 13. mostrAmbiente L’innestatore (‘o nsertator) L’innestatore è colui che si dedica alla pratica dell’innesto, un metodo per moltiplicare quegli alberi da frutta che non si possono moltiplicare per seme o per talea. Gli strumenti necessari all’innestatore sono : un seghetto (che serve a praticare le fenditure nelle piante di notevoli dimensioni),coltello da innesto, spatola, roncola, forbici, rafia e pece. Per eseguire l’ innesto le piante devono essere sane. Per far crescere bene un albero bisogna potare con gli strumenti adeguati. Secondo le antiche credenze, gli interventi di potatura vengono eseguiti con la luna calante, nel periodo che va dalla caduta delle foglie al risveglio primaverile.
  • 14. mostrAmbiente 2. La Fiera degli animali L’origine della fiera degli animali che si svolge nel nostro paese il 17 gennaio di ogni anno ha origini molto antiche ed è dedicata al santo patrono appunto S. Antonio E’legata ad un’attività di tipo agricola. Cittadini provenienti dai paesi vicini e forestieri per l’occasione giungono nella contrada di S. Antonio Abate per acquistare masserizie, prodotti della terra ed animale e approfittano per rifocillarsi all’osteria della Taverna dove sostano e assaggiano specialità e un buon bicchiere di vino locale. La fiera si svolge nello spiazzo antistante l’antica Chiesetta di S. Antuono dove, nel giorno del Santo, in mattinata si celebra la S. Messa e successivamente si procede alla rituale benedizione degli animali.
  • 15. mostrAmbiente Credenze popolari abatesi: il maiale andato a male S. Antonio Abate è il protettore degli animali e in particolare dei maiali. Su questo animale sono sorte delle credenze, una delle quali è quella di non far toccare, ne lavorare la carne di maiale alle persone prima dei quaranta giorni da una disgrazia. Si dice che tantissimi anni fa un uomo di nome Giuseppe fece un grave incidente per cui chiamarono il nipote che era macellaio del paese. Il signor Giuseppe resistette fino all’ospedale, ma poi spirò. Il nipote il giorno dopo ritornò al suo abituale lavoro. Successe però che appena l’uomo toccava la carne essa andava a male. Un'altra credenza è quella che quando nasceva un bambino bisognava mettere il cordone ombelicale appena reciso sotto un piatto, perché così il bambino non si sarebbe mosso, cioè sarebbe stato tranquillo e quindi la madre avrebbe potuto svolgere in tranquillità i lavori domestici 3. Lessico antico, proverbi, filastrocche, credenze popolari abatesi
  • 16. mostrAmbiente Detti e motti: -Puozz camp à cient ann -fa acqua a pippa -fa l ’ avvucato de cause perze -patti chiari ,amicizia longa Proverbi -a sant ’ antuon stann tutt buon -sant ’ antuon lamp e tuon -a sant ’ antuon ogni puorc è buon -a sant ’ antuon ognia gallina fa l ’ uovo Filastrocca Quann chiov quann chiov e ce sta o sole tutte e vecchie fann ammore fanno ammore into o pantan tutte e vecchie ruffian Carcioffola mia Carcioffola mia nuvell T ’ amavo quann eri zitell Mo ’ ca hai cacciat è pill Statt bon carcioffola mia
  • 17. mostrAmbiente In passato la cucina era decisamente più sana e gli alimenti erano più genuini perché c’era minor uso di prodotti chimici. S. Antonio Abate, paese di agricoltori, era molto diffuso l’allevamento di animali sia da cortile che da stalla. Vi sono innumerevoli ricette di piatti che i nostri nonni quotidianamente mangiavano e di cui molti ragazzi, oggi non conoscono neanche i sapori. Queste ricette venivano utilizzate particolarmente durante avvenimenti importanti: la Pasqua, il Natale, ecc. 4. Arte culinaria
  • 18.