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Le nuove funzioni fondamentali delleLe nuove funzioni fondamentali delle
ProvinceProvince
al servizio dei Comunial servizio dei Comuni
Torino, 11 giugno 2015
La norma oggetto di esame
• Art. 1, comma 88, legge 7 aprile 2014, n. 56:
La provincia puo' altresi', d'intesa con i comuni,
esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di
gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei
contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e
procedure selettive.
<< Altres<< Altresìì? >>? >>
• Il comma 88 individua delle funzioni che nell’essere
“ulteriori” a quelle dei commi 44, 85, 86, sono
tuttavia comunque funzioni fondamentali.
• Le funzioni fondamentali devono ancora essere
“naturali e peculiari dell’ente, nonché indefettibili e
obbligatorie”(legge 131/2003) ?
<< D<< D’’intesa? >>intesa? >>
• La legge 56/2014 ha segnato una cesura netta e radicale con il
passato amministrativo delle Province, e con il principio stesso di
uniformità amministrativa invalso fin dalla “legge Rattazzi” del
1859.
• Nel definire le nuove funzioni fondamentali, la legge 56 ha
abbandonato quasi del tutto la linea di continuità storica dei
cataloghi di funzioni proprie delle Province, che ancora si ritrovava
ben rappresentata dall’art. 19 del Testo Unico degli Enti Locali.
• Le funzioni del comma 88 sono l’emblema della rottura
dell’uniformità amministrativa, perché il loro titolo di legittimazione
deriva sia dalla legge, sia da un patto, un accordo, cioè un atto
negoziale che è eventuale e non è obbligatorio contrarre.
L’intesa tra chi e chi?
• La legge parla di intesa tra “province” e “comuni”,
ma bisogna tenere conto dell’obbligo di gestione
associata delle funzioni fondamentali comunali che
è previsto per l’89% dei Comuni del Piemonte.
• L’interlocutore delle Province sono i Comuni o le
loro forme associative?
Le forme associative comunali ammesse dal legislatore
regionale per l’esercizio delle funzioni fondamentali
• A fronte di una molteplicità di forme tipiche e “atipiche” di esercizio associato
(ATO, consorzi, fondazioni, società, agenzie, ATL, PTI, etc…), il legislatore
regionale (art. 3, comma 1) ha ritenuto legittime solo le forme associative:
– della convenzione ai sensi dell’art. 30 TUEL
– dell’unione di comuni ai sensi dell’art. 32 TUEL
• All’art. 3, comma 2, quale unica deroga al principio, la legge regionale ha
espressamente stabilito che la funzione socio-assistenziale può continuare a
essere svolta mediante consorzi tra comuni.
• Il legislatore regionale (art. 3, comma 3) riconosce inoltre ai comuni di
esercitare in forma associata anche le funzioni non fondamentali, conferite dalla
Regione nel tempo. 6
Il “favor-legis” per le unioni di comuni
• Fin dalla legge 122/2010 il legislatore nazionale ha operato una
scelta di favore verso le aggregazioni intercomunali, in ottica di
razionalizzazione della spesa degli enti locali e miglioramento
delle performance nei servizi pubblici locali
• Le Unioni di Comuni possono nascere per l’esercizio delle
funzioni comunali e non nascono per gestire quelle di area
vasta/provinciali
• Le Unioni sono quindi un modello politico-organizzativo
complementare e non sostitutivo delle aree vaste
Province/Unioni di comuni:
Modelli politico-organizzativi “inversamente
proporzionali”
• L’esperienza dimostra però che nei territori dove c’è una
Provincia grande e “forte” le Unioni stentano a nascere
• Viceversa, nelle province piccole e “deboli” le Unioni
proliferano
• Il dato svela l’equivoco di una non dichiarata competizione
tra i due modelli di governo
Le convenzioni plurifunzionali
• Secondo gli artt. 5 e 7 della l.r. 11/2012, le convenzioni:
– devono essere stipulate fra comuni appartenenti alla medesima area territoriale
omogenea (pianura, collina, montagna)
– devono rispettare le soglie minime demografiche di associazione, tra singoli
comuni oppure tra forme associative di minori dimensioni (art. 7, comma 3)
– devono avere durata almeno triennale
• I comuni appartenenti a un’unione possono gestire alcune funzioni in
convenzione, all’interno dello stesso ambito territoriale o anche fuori
dall’unione, limitatamente agli ambiti territoriali confinanti.
9
Vantaggi e svantaggi
• Le convenzioni sono strumenti “pattizi”, appartenenti alla categoria dei contratti
di diritto pubblico.
• Sono strumenti agili e semplici da realizzare, ma non hanno un grado elevato di
cogenza e sono facilmente disapplicabili.
• Il contenuto obbligatorio delle convenzioni è:
– Il fine e la durata
– Le funzioni e i servizi messi in gestione associata
– Le modalità di consultazione e i rapporti finanziari
– I rapporti finanziari tra gli enti contraenti
– La costituzione di uffici comuni o la delega di funzioni a favore di uno dei comuni
stipulanti
– Gli obblighi e le garanzie in caso di recesso e le conseguenti obbligazioni
10
Riflessi contabili
• La gestione associata mediante convenzione comporta riflessi in
ordine:
– al patto di stabilità, che viene “caricato” sul comune capofila soprattutto nel caso
di delega di funzioni o costituzione di uffici comuni;
– alla determinazione dei costi standard, per i quali risponde il comune capofila
anche per conto dei comuni aderenti, rischiando di non risultare “virtuoso” agli
occhi del Governo.
• La convenzione è consigliabile nell’ipotesi in cui partecipino alla forma
associativa un numero ristretto di comuni, e sia presente almeno un
comune non soggetto agli obblighi di gestione associata.
11
Qualche prima conclusione
• Ai fini dell’attuazione del comma 88, l’interlocutore
negoziale delle Province non può essere il Comune
singolo, ma deve essere:
– O il Comune capofila di una convenzione
– O una Unione dei Comuni
• Nel caso delle convenzioni, occorre definire
nell’accordo/intesa gli aspetti che la legge non risolve, e
che sono del tutto rilevanti in ordine ai riflessi contabili,
sulla gestione del personale e sulle responsabilità
dirigenziali
Qualche prima conclusione
• Nel caso delle Unioni, l’intesa con le Province non
necessariamente deve vedere le Aree Vaste soggetto
capofila, poiché è necessario verificare qual è l’interesse
prevalente all’intesa.
• Il modello organizzativo preferibile per l’intesa è
sicuramente quello della delega di funzioni, poiché il
modello alternativo (ufficio comune) richiede l’instaurazione
di rapporti di servizio del personale che possono essere
fonte di ulteriore complicazione
L’intesa, su quali funzioni?
• Le funzioni esemplificate dal comma 88 non esauriscono
il novero di quelle possibili.
• Anzi: probabilmente non sono le funzioni più importanti
sulle quali si può fare sinergia tra le Province e le Unioni
dei Comuni.
• Le funzioni del comma 88 vanno lette in connessione
con quelle del comma 85, e in parallelo con le funzioni
fondamentali dei Comuni
Le materie relative alle nuove
funzioni fondamentali di Comuni e Province
•Organizzazione dei servizi pubblici
•Pianificazione urbanistica ed edilizia
•Protezione Civile
•Rifiuti
•Servizi Sociali
•Edilizia Scolastica (1°grado)
•Polizia locale
•Stato civile, anagrafe, elettorale e
statistica
COMUNICOMUNI
PROVINCEPROVINCE
• Pianificazione territoriale
• Ambiente
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• Viabilità
• Programmazione della rete
scolastica ed edilizia (2°grado)
• Raccolta ed elaborazione di
dati
• Assistenza tecnico-amministrativa
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• Controllo dei fenomeni
discriminatori in ambito
occupazionale
• Pari opportunità
Le aree di interdipendenza funzionale tra
Comuni e nuova Provincia (idem Città
Metropolitana)
• Nelle funzioni di erogazione deiNelle funzioni di erogazione deiNelle funzioni di erogazione deiNelle funzioni di erogazione dei
servizi pubblici localiservizi pubblici localiservizi pubblici localiservizi pubblici locali
Trasporto pubblico e viabilità
comunale
Illuminazione pubblica e sgombero
neve
Servizi Cimiteriali
Farmacie comunali e servizi socio-
assistenziali
Gestione servizi a rete (rifiuti, acqua,
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Com
unisingolie
associati
Province
e
Città
M
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Comuni e nuova Provincia (o Città
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• Nelle attivitNelle attivitNelle attivitNelle attivitàààà strumentali alstrumentali alstrumentali alstrumentali al
funzionamento dellfunzionamento dellfunzionamento dellfunzionamento dell’’’’enteenteenteente
Funzioni generali di
amministrazione, gestione
finanziaria, contabile e controllo
Funzioni di acquisto e centrale di
committenza
Funzioni di gestione delle risorse
umane e organizzazione
Funzioni di stazione
appaltante
Organizzazione di
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Com
unisingolie
associati
Province
e
Città
M
etropolitane
La reale ampiezza delle intese
• I primi esperimenti in corso nelle Province Piemontesi
dimostrano che le intese realizzabili con i Comuni
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• Le intese sono una “prova di verità” del successo della
legge 56/2014: non più due livelli di governo separati e
“proprietari” delle politiche, ma un unico comparto degli
Enti locali, specializzato e cooperativo.
Grazie per lGrazie per l’’attenzioneattenzione
Marco Orlando
(Segretario Unione Province Piemontesi)
Tel. 011. 8612279
Cell. 349.4163024
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Le nuove funzoni delle province al servizio dei comuni orlando

  • 1. Le nuove funzioni fondamentali delleLe nuove funzioni fondamentali delle ProvinceProvince al servizio dei Comunial servizio dei Comuni Torino, 11 giugno 2015
  • 2. La norma oggetto di esame • Art. 1, comma 88, legge 7 aprile 2014, n. 56: La provincia puo' altresi', d'intesa con i comuni, esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive.
  • 3. << Altres<< Altresìì? >>? >> • Il comma 88 individua delle funzioni che nell’essere “ulteriori” a quelle dei commi 44, 85, 86, sono tuttavia comunque funzioni fondamentali. • Le funzioni fondamentali devono ancora essere “naturali e peculiari dell’ente, nonché indefettibili e obbligatorie”(legge 131/2003) ?
  • 4. << D<< D’’intesa? >>intesa? >> • La legge 56/2014 ha segnato una cesura netta e radicale con il passato amministrativo delle Province, e con il principio stesso di uniformità amministrativa invalso fin dalla “legge Rattazzi” del 1859. • Nel definire le nuove funzioni fondamentali, la legge 56 ha abbandonato quasi del tutto la linea di continuità storica dei cataloghi di funzioni proprie delle Province, che ancora si ritrovava ben rappresentata dall’art. 19 del Testo Unico degli Enti Locali. • Le funzioni del comma 88 sono l’emblema della rottura dell’uniformità amministrativa, perché il loro titolo di legittimazione deriva sia dalla legge, sia da un patto, un accordo, cioè un atto negoziale che è eventuale e non è obbligatorio contrarre.
  • 5. L’intesa tra chi e chi? • La legge parla di intesa tra “province” e “comuni”, ma bisogna tenere conto dell’obbligo di gestione associata delle funzioni fondamentali comunali che è previsto per l’89% dei Comuni del Piemonte. • L’interlocutore delle Province sono i Comuni o le loro forme associative?
  • 6. Le forme associative comunali ammesse dal legislatore regionale per l’esercizio delle funzioni fondamentali • A fronte di una molteplicità di forme tipiche e “atipiche” di esercizio associato (ATO, consorzi, fondazioni, società, agenzie, ATL, PTI, etc…), il legislatore regionale (art. 3, comma 1) ha ritenuto legittime solo le forme associative: – della convenzione ai sensi dell’art. 30 TUEL – dell’unione di comuni ai sensi dell’art. 32 TUEL • All’art. 3, comma 2, quale unica deroga al principio, la legge regionale ha espressamente stabilito che la funzione socio-assistenziale può continuare a essere svolta mediante consorzi tra comuni. • Il legislatore regionale (art. 3, comma 3) riconosce inoltre ai comuni di esercitare in forma associata anche le funzioni non fondamentali, conferite dalla Regione nel tempo. 6
  • 7. Il “favor-legis” per le unioni di comuni • Fin dalla legge 122/2010 il legislatore nazionale ha operato una scelta di favore verso le aggregazioni intercomunali, in ottica di razionalizzazione della spesa degli enti locali e miglioramento delle performance nei servizi pubblici locali • Le Unioni di Comuni possono nascere per l’esercizio delle funzioni comunali e non nascono per gestire quelle di area vasta/provinciali • Le Unioni sono quindi un modello politico-organizzativo complementare e non sostitutivo delle aree vaste
  • 8. Province/Unioni di comuni: Modelli politico-organizzativi “inversamente proporzionali” • L’esperienza dimostra però che nei territori dove c’è una Provincia grande e “forte” le Unioni stentano a nascere • Viceversa, nelle province piccole e “deboli” le Unioni proliferano • Il dato svela l’equivoco di una non dichiarata competizione tra i due modelli di governo
  • 9. Le convenzioni plurifunzionali • Secondo gli artt. 5 e 7 della l.r. 11/2012, le convenzioni: – devono essere stipulate fra comuni appartenenti alla medesima area territoriale omogenea (pianura, collina, montagna) – devono rispettare le soglie minime demografiche di associazione, tra singoli comuni oppure tra forme associative di minori dimensioni (art. 7, comma 3) – devono avere durata almeno triennale • I comuni appartenenti a un’unione possono gestire alcune funzioni in convenzione, all’interno dello stesso ambito territoriale o anche fuori dall’unione, limitatamente agli ambiti territoriali confinanti. 9
  • 10. Vantaggi e svantaggi • Le convenzioni sono strumenti “pattizi”, appartenenti alla categoria dei contratti di diritto pubblico. • Sono strumenti agili e semplici da realizzare, ma non hanno un grado elevato di cogenza e sono facilmente disapplicabili. • Il contenuto obbligatorio delle convenzioni è: – Il fine e la durata – Le funzioni e i servizi messi in gestione associata – Le modalità di consultazione e i rapporti finanziari – I rapporti finanziari tra gli enti contraenti – La costituzione di uffici comuni o la delega di funzioni a favore di uno dei comuni stipulanti – Gli obblighi e le garanzie in caso di recesso e le conseguenti obbligazioni 10
  • 11. Riflessi contabili • La gestione associata mediante convenzione comporta riflessi in ordine: – al patto di stabilità, che viene “caricato” sul comune capofila soprattutto nel caso di delega di funzioni o costituzione di uffici comuni; – alla determinazione dei costi standard, per i quali risponde il comune capofila anche per conto dei comuni aderenti, rischiando di non risultare “virtuoso” agli occhi del Governo. • La convenzione è consigliabile nell’ipotesi in cui partecipino alla forma associativa un numero ristretto di comuni, e sia presente almeno un comune non soggetto agli obblighi di gestione associata. 11
  • 12. Qualche prima conclusione • Ai fini dell’attuazione del comma 88, l’interlocutore negoziale delle Province non può essere il Comune singolo, ma deve essere: – O il Comune capofila di una convenzione – O una Unione dei Comuni • Nel caso delle convenzioni, occorre definire nell’accordo/intesa gli aspetti che la legge non risolve, e che sono del tutto rilevanti in ordine ai riflessi contabili, sulla gestione del personale e sulle responsabilità dirigenziali
  • 13. Qualche prima conclusione • Nel caso delle Unioni, l’intesa con le Province non necessariamente deve vedere le Aree Vaste soggetto capofila, poiché è necessario verificare qual è l’interesse prevalente all’intesa. • Il modello organizzativo preferibile per l’intesa è sicuramente quello della delega di funzioni, poiché il modello alternativo (ufficio comune) richiede l’instaurazione di rapporti di servizio del personale che possono essere fonte di ulteriore complicazione
  • 14. L’intesa, su quali funzioni? • Le funzioni esemplificate dal comma 88 non esauriscono il novero di quelle possibili. • Anzi: probabilmente non sono le funzioni più importanti sulle quali si può fare sinergia tra le Province e le Unioni dei Comuni. • Le funzioni del comma 88 vanno lette in connessione con quelle del comma 85, e in parallelo con le funzioni fondamentali dei Comuni
  • 15. Le materie relative alle nuove funzioni fondamentali di Comuni e Province •Organizzazione dei servizi pubblici •Pianificazione urbanistica ed edilizia •Protezione Civile •Rifiuti •Servizi Sociali •Edilizia Scolastica (1°grado) •Polizia locale •Stato civile, anagrafe, elettorale e statistica COMUNICOMUNI PROVINCEPROVINCE • Pianificazione territoriale • Ambiente • Trasporti • Viabilità • Programmazione della rete scolastica ed edilizia (2°grado) • Raccolta ed elaborazione di dati • Assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali • Controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale • Pari opportunità
  • 16. Le aree di interdipendenza funzionale tra Comuni e nuova Provincia (idem Città Metropolitana) • Nelle funzioni di erogazione deiNelle funzioni di erogazione deiNelle funzioni di erogazione deiNelle funzioni di erogazione dei servizi pubblici localiservizi pubblici localiservizi pubblici localiservizi pubblici locali Trasporto pubblico e viabilità comunale Illuminazione pubblica e sgombero neve Servizi Cimiteriali Farmacie comunali e servizi socio- assistenziali Gestione servizi a rete (rifiuti, acqua, energia) e SUAP Edilizia scolastica (1°grado) e servizi scolastici Trasporto pubblico e privato sovra-comunale Gestione viabilità provinciale Sgombero neve Regolazione servizi a rete di rilevanza economica Programmazione ed edilizia scolastica (2°grado) Servizi di sviluppo economico e sociale Com unisingolie associati Province e Città M etropolitane
  • 17. Le aree di interdipendenza funzionale tra Comuni e nuova Provincia (idem Città Metropolitana) • Nelle funzioni di pianificazione eNelle funzioni di pianificazione eNelle funzioni di pianificazione eNelle funzioni di pianificazione e gestione del territoriogestione del territoriogestione del territoriogestione del territorio Pianificazione Urbanistica ed edilizia Concorso alla pianificazione territoriale di area vasta Pianificazione Strategica Triennale Pianificazione territoriale generale delle reti e delle infrastrutture Pianificazione territoriale di coordinamento provinciale Tutela e valorizzazione dell’ambiente Com unisingolie associati Province e Città M etropolitane
  • 18. Le aree di interdipendenza funzionale tra Comuni e nuova Provincia (o Città Metropolitana) • Nelle attivitNelle attivitNelle attivitNelle attivitàààà strumentali alstrumentali alstrumentali alstrumentali al funzionamento dellfunzionamento dellfunzionamento dellfunzionamento dell’’’’enteenteenteente Funzioni generali di amministrazione, gestione finanziaria, contabile e controllo Funzioni di acquisto e centrale di committenza Funzioni di gestione delle risorse umane e organizzazione Funzioni di stazione appaltante Organizzazione di procedure concorsuali Assistenza tecnico- amministrativa Informatizzazione e digitalizzazione Com unisingolie associati Province e Città M etropolitane
  • 19. La reale ampiezza delle intese • I primi esperimenti in corso nelle Province Piemontesi dimostrano che le intese realizzabili con i Comuni spaziano dalla “gestione del personale”, ai “controlli” agli “acquisti” e fino a interessare anche le funzioni fondamentali come la viabilità. • Le intese sono una “prova di verità” del successo della legge 56/2014: non più due livelli di governo separati e “proprietari” delle politiche, ma un unico comparto degli Enti locali, specializzato e cooperativo.
  • 20. Grazie per lGrazie per l’’attenzioneattenzione Marco Orlando (Segretario Unione Province Piemontesi) Tel. 011. 8612279 Cell. 349.4163024 uppsegr@provincia.torino.it