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PRESENTAZIONE DEI RISULTATI
Laboratorio di ricerca sul mercato sostenibile
Ottobre 2021
PRESENTAZIONE
DEL PROGETTO
SELEZIONIAMO
7 AZIENDE DI
RIFERIMENTO
E 16 PERSONE
ACQUIRENTI TIPO
2
Conduzione incontri online
3 FOCUS GROUP:
1 CON LE 7 AZIENDE
2 CON 16 ACQUIRENTI (8+8)
1 LABORATORIO CON
TUTTI I PARTECIPANTI,
AZIENDE E ACQUIRENTI
ANALISI DATI RACCOLTI
REPORT DI SCENARIO
REPORT DI DETTAGLIO
PER OGNI REALTÀ
AZIENDALE
CONDIVISIONE
RISULTATI
Fase 1
1a
settimana di settembre 2021
Fase Preliminare
maggio-agosto 2021
Fase di Output
ottobre 2021
Fase 2
18 settembre 2021
La mia parola è “normale”: quello che è
sostenibile dovrebbe essere la normalità.
«
Il termine sostenibilità è l’etichetta per un insieme di
valori che ci traghetteranno nel mercato del futuro.
Oggi è adottato sempre più spesso. In questa fase
di transizione c’è una forte turbolenza: le realtà
autenticamente responsabili si confondono con offerte
che adottano i codici della sostenibilità in modo
superficiale e opportunistico.
Cose che non facevo, oggi cerco di farle
in tutti gli ambiti, tipo evitare la plastica…
Guardo i dettagli, cose che faccio ogni giorno
di cui non mi rendevo conto.
«
▸ Acquista e consuma il meno possibile, ricicla quanto più puoi, riusa, pianifica...
▸ Informati, non essere superficiale, cerca, esplora...
▸ Impara, autoproduci, inventa...
▸ Scegli in base a criteri ecologici e, se riesci ad avere le informazioni, anche
etici.
▸ Sii disponibile, accetta le mancanze dei produttori se motivate, aiutali:
datti da fare!
Le regole sono chiare... ma è inevitabile scendere a compromessi!
Le richieste sono molto alte sia nei confronti
di se stessi sia nei confronti dei produttori.
Se si vuole fare le cose in una
maniera etica il prezzo deve
rispettare effettivamente il valore,
dobbiamo educare le persone
drogate dai prezzi bassi.
«
Se la produzione alimentare è il primo passo verso l’acquisizione
di una maggiore consapevolezza, estendere lo sguardo
e affinare le capacità di ricerca e selezione in altri ambiti
merceologici non è affatto semplice.
Sono i criteri per scegliere i prodotti alimentari sostenibili
che hanno tracciato i solchi e formulato il codice attraverso cui
orientarsi nel mercato.
L’accesso al mercato sostenibile è l’alimentazione.
Nella percezione delle acquirenti, nell’agroalimentare
il prezzo più alto corrisponde a maggiore qualità intrinseca
del prodotto: gusto, valore nutrizionale, salubrità.
Negli altri contesti merceologici, a un prezzo più alto non
corrisponde necessariamente una maggiore qualità intrinseca.
Il valore aggiunto di un prodotto non alimentare
o di un servizio non è altrettanto comprensibile.
Il prezzo dei prodotti nel mercato
sostenibile deve essere il giusto prezzo,
né troppo alto, né troppo basso.
▸ Deve garantire l’equo compenso di tutta la filiera.
▸ Non deve rappresentare una tentazione,
un’istigazione al consumo.
Ancora si pensa poco all’innovazione,
a interpretare i cambiamenti meglio
della concorrenza.
«
I prodotti alimentari sostenibili nutrono
il nostro corpo e hanno a che fare
con le relazioni che nutrono la nostra anima.
Cercando la sostenibilità, si è abituati a cercare
l’originarietà, la purezza, la genuinità: una produzione
senza sofisticazioni, una relazione sincera. Tutti aspetti
che orientano la ricerca anche in altri campi.
I prodotti sostenibili non alimentari facilitano il
percorso verso un cambio di passo e verso
l’aspirazione di sostenibilità delle acquirenti. .
Non si ha l’abitudine – e forse nemmeno le competenze –
per cercare il vero valore aggiunto di questi prodotti
che è l’innovazione.
Non sono freschi, si acquistano meno di frequente.
I servizi sostenibili sono un’offerta intangibile
di cui è difficile cogliere l’unicità.
Il valore etico dei servizi è la dimensione più difficile
da percepire: chiede presenza e ascolto per essere
compreso e alta motivazione per ottenere un’adesione.
Sono una scelta a completamento
della propria “identità sostenibile”.
La sfida è non perdere l’autenticità
della relazione sul canale digitale.
«
La relazione personale sembra
la modalità di connessione più sicura.
▸ Un canale di contatto diretto permette di dare corpo alla
relazione, di generare fiducia. È il più efficace per veicolare la
storia e presidiare l’unicità del produttore.
▸ Si teme che la relazione mediata dal canale digitale possa
perdere in autenticità e calore, e indebolire il patto di fiducia.
Vuole dare il proprio contributo concreto:
▸ attraverso i modelli distributivi fisici: il mercato, il GAS, i punti vendita…
→ Incontrare e conoscere le persone, entrare nel ciclo del prodotto e del riuso
▸ con i modelli blended, portali che facilitano operando e proponendo una selezione
→ Organizzare le consegne comuni, concentrare le richieste
▸ con gli e-commerce aziendali nella loro community
→ Fare rete, essere ingaggiati nel ciclo di prodotto (raccolta usato, restituzione del pack…).
L’acquirente sostenibile vuole far parte del
progetto.
Il marketing, la comunicazione, i social... li vedo
come una sfida perché sono attratto dal mezzo,
ma ho ancora tante titubanze o perché vedo
tanti miei colleghi competitor e la
comunicazione è tutta uguale, e non siamo
uguali… Trasferire il concetto in immagine e
piccole frasi è difficile, è difficile trasferire il
rapporto umano anche con la parte più social.
«
▸ Per gli acquirenti che non hanno l’abitudine e la preparazione
per riconoscere il messaggio, la confusione è inevitabile.
▸ Per le aziende il rischio di appiattimento e perdita di specificità
è forte e costituisce un timore importante.
Comunicare la sostenibilità è un’operazione
non banale all’interno di un mercato che
adotta segni e codici omogenei.
Es.: l’apertura dell’azienda alle visite, accoglienza e attività
esperienziali, anche legate alla preparazione dei piatti, la relazione
diretta anche sui social, lo scambio nelle fiere e mercati tematici...
Il cibo è parte integrante della nostra cultura, è identificativo.
I prodotti alimentari sostenibili hanno molte
opportunità di coinvolgimento e racconto,
di creare momenti di comunità.
I prodotti sostenibili non alimentari vengono
difficilmente compresi nella loro specificità
e hanno bisogno di intermediari: soggetti che
interpretano, traducono, selezionano, spiegano.
Un mediatore fa scouting, illustra l’uso quotidiano e garantisce
circa il valore dei prodotti, che sia influencer, che sia distributore.
I servizi sostenibili devono emergere all’interno
di un’arena aggressiva e performante.
▸ Devono sostenere il confronto con alcuni tra i soggetti che
più investono in comunicazione (es. servizi di prenotazione turistica,
servizi finanziari).
▸ Il messaggio è articolato e richiede tempo per essere
capito: ai canali di comunicazione aziendale standard è
necessario affiancare occasioni relazionali e di networking.
C’è una barriera iniziale, stiamo avendo
difficoltà a raggiungere persone al di fuori
della nostra… chiamiamola “nicchia”.
«
Far evolvere il sistema con
i principi della sostenibilità:
Confermare e mantenere
in vita un set valoriale:
Sono due i poli verso i quali tendono le possibili
direttrici del futuro e relativi ruoli:
▸ rimanere piccoli
▸ parlare a chi già capisce.
▸ diventare grandi
▸ trovare canali e modi
per estendere i confini.
Considerare il Km 0 come una legge o superarlo?
Accettare l’idea di entrare nella GDO o nei grandi e-commerce generalisti?
▸ educare a un consumo più consapevole e più competente
per capire meglio le specificità delle diverse produzioni
▸ non nascondere le difficoltà, esprimere i propositi
e ammettere i limiti (per esempio nel completare la filiera)
▸ riconoscere e concentrare gli sforzi su alcuni aspetti critici trasversali:
la scarsa sostenibilità dei trasporti che accompagnano il digitale e non solo,
la concentrazione dell’offerta sostenibile nelle città
▸ fare rete, sostenere la competizione sana, fare fronte comune
verso un mercato subdolo, ingannevole.
Aspettative, richieste e propositi si legano
in punti condivisi chiari:
Diventiamo il mercato sostenibile

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#1 laboratorio Prepararsi al Futuro Napoli - 5 novembre 2015
 

Laboratorio di ricerca sul Mercato sostenibile

  • 1. PRESENTAZIONE DEI RISULTATI Laboratorio di ricerca sul mercato sostenibile Ottobre 2021
  • 2. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO SELEZIONIAMO 7 AZIENDE DI RIFERIMENTO E 16 PERSONE ACQUIRENTI TIPO 2 Conduzione incontri online 3 FOCUS GROUP: 1 CON LE 7 AZIENDE 2 CON 16 ACQUIRENTI (8+8) 1 LABORATORIO CON TUTTI I PARTECIPANTI, AZIENDE E ACQUIRENTI ANALISI DATI RACCOLTI REPORT DI SCENARIO REPORT DI DETTAGLIO PER OGNI REALTÀ AZIENDALE CONDIVISIONE RISULTATI Fase 1 1a settimana di settembre 2021 Fase Preliminare maggio-agosto 2021 Fase di Output ottobre 2021 Fase 2 18 settembre 2021
  • 3. La mia parola è “normale”: quello che è sostenibile dovrebbe essere la normalità. «
  • 4. Il termine sostenibilità è l’etichetta per un insieme di valori che ci traghetteranno nel mercato del futuro. Oggi è adottato sempre più spesso. In questa fase di transizione c’è una forte turbolenza: le realtà autenticamente responsabili si confondono con offerte che adottano i codici della sostenibilità in modo superficiale e opportunistico.
  • 5.
  • 6. Cose che non facevo, oggi cerco di farle in tutti gli ambiti, tipo evitare la plastica… Guardo i dettagli, cose che faccio ogni giorno di cui non mi rendevo conto. «
  • 7.
  • 8. ▸ Acquista e consuma il meno possibile, ricicla quanto più puoi, riusa, pianifica... ▸ Informati, non essere superficiale, cerca, esplora... ▸ Impara, autoproduci, inventa... ▸ Scegli in base a criteri ecologici e, se riesci ad avere le informazioni, anche etici. ▸ Sii disponibile, accetta le mancanze dei produttori se motivate, aiutali: datti da fare! Le regole sono chiare... ma è inevitabile scendere a compromessi! Le richieste sono molto alte sia nei confronti di se stessi sia nei confronti dei produttori.
  • 9. Se si vuole fare le cose in una maniera etica il prezzo deve rispettare effettivamente il valore, dobbiamo educare le persone drogate dai prezzi bassi. «
  • 10. Se la produzione alimentare è il primo passo verso l’acquisizione di una maggiore consapevolezza, estendere lo sguardo e affinare le capacità di ricerca e selezione in altri ambiti merceologici non è affatto semplice. Sono i criteri per scegliere i prodotti alimentari sostenibili che hanno tracciato i solchi e formulato il codice attraverso cui orientarsi nel mercato. L’accesso al mercato sostenibile è l’alimentazione.
  • 11. Nella percezione delle acquirenti, nell’agroalimentare il prezzo più alto corrisponde a maggiore qualità intrinseca del prodotto: gusto, valore nutrizionale, salubrità. Negli altri contesti merceologici, a un prezzo più alto non corrisponde necessariamente una maggiore qualità intrinseca. Il valore aggiunto di un prodotto non alimentare o di un servizio non è altrettanto comprensibile.
  • 12. Il prezzo dei prodotti nel mercato sostenibile deve essere il giusto prezzo, né troppo alto, né troppo basso. ▸ Deve garantire l’equo compenso di tutta la filiera. ▸ Non deve rappresentare una tentazione, un’istigazione al consumo.
  • 13. Ancora si pensa poco all’innovazione, a interpretare i cambiamenti meglio della concorrenza. «
  • 14. I prodotti alimentari sostenibili nutrono il nostro corpo e hanno a che fare con le relazioni che nutrono la nostra anima. Cercando la sostenibilità, si è abituati a cercare l’originarietà, la purezza, la genuinità: una produzione senza sofisticazioni, una relazione sincera. Tutti aspetti che orientano la ricerca anche in altri campi.
  • 15. I prodotti sostenibili non alimentari facilitano il percorso verso un cambio di passo e verso l’aspirazione di sostenibilità delle acquirenti. . Non si ha l’abitudine – e forse nemmeno le competenze – per cercare il vero valore aggiunto di questi prodotti che è l’innovazione. Non sono freschi, si acquistano meno di frequente.
  • 16. I servizi sostenibili sono un’offerta intangibile di cui è difficile cogliere l’unicità. Il valore etico dei servizi è la dimensione più difficile da percepire: chiede presenza e ascolto per essere compreso e alta motivazione per ottenere un’adesione. Sono una scelta a completamento della propria “identità sostenibile”.
  • 17. La sfida è non perdere l’autenticità della relazione sul canale digitale. «
  • 18. La relazione personale sembra la modalità di connessione più sicura. ▸ Un canale di contatto diretto permette di dare corpo alla relazione, di generare fiducia. È il più efficace per veicolare la storia e presidiare l’unicità del produttore. ▸ Si teme che la relazione mediata dal canale digitale possa perdere in autenticità e calore, e indebolire il patto di fiducia.
  • 19. Vuole dare il proprio contributo concreto: ▸ attraverso i modelli distributivi fisici: il mercato, il GAS, i punti vendita… → Incontrare e conoscere le persone, entrare nel ciclo del prodotto e del riuso ▸ con i modelli blended, portali che facilitano operando e proponendo una selezione → Organizzare le consegne comuni, concentrare le richieste ▸ con gli e-commerce aziendali nella loro community → Fare rete, essere ingaggiati nel ciclo di prodotto (raccolta usato, restituzione del pack…). L’acquirente sostenibile vuole far parte del progetto.
  • 20.
  • 21. Il marketing, la comunicazione, i social... li vedo come una sfida perché sono attratto dal mezzo, ma ho ancora tante titubanze o perché vedo tanti miei colleghi competitor e la comunicazione è tutta uguale, e non siamo uguali… Trasferire il concetto in immagine e piccole frasi è difficile, è difficile trasferire il rapporto umano anche con la parte più social. «
  • 22. ▸ Per gli acquirenti che non hanno l’abitudine e la preparazione per riconoscere il messaggio, la confusione è inevitabile. ▸ Per le aziende il rischio di appiattimento e perdita di specificità è forte e costituisce un timore importante. Comunicare la sostenibilità è un’operazione non banale all’interno di un mercato che adotta segni e codici omogenei.
  • 23. Es.: l’apertura dell’azienda alle visite, accoglienza e attività esperienziali, anche legate alla preparazione dei piatti, la relazione diretta anche sui social, lo scambio nelle fiere e mercati tematici... Il cibo è parte integrante della nostra cultura, è identificativo. I prodotti alimentari sostenibili hanno molte opportunità di coinvolgimento e racconto, di creare momenti di comunità.
  • 24. I prodotti sostenibili non alimentari vengono difficilmente compresi nella loro specificità e hanno bisogno di intermediari: soggetti che interpretano, traducono, selezionano, spiegano. Un mediatore fa scouting, illustra l’uso quotidiano e garantisce circa il valore dei prodotti, che sia influencer, che sia distributore.
  • 25. I servizi sostenibili devono emergere all’interno di un’arena aggressiva e performante. ▸ Devono sostenere il confronto con alcuni tra i soggetti che più investono in comunicazione (es. servizi di prenotazione turistica, servizi finanziari). ▸ Il messaggio è articolato e richiede tempo per essere capito: ai canali di comunicazione aziendale standard è necessario affiancare occasioni relazionali e di networking.
  • 26. C’è una barriera iniziale, stiamo avendo difficoltà a raggiungere persone al di fuori della nostra… chiamiamola “nicchia”. «
  • 27. Far evolvere il sistema con i principi della sostenibilità: Confermare e mantenere in vita un set valoriale: Sono due i poli verso i quali tendono le possibili direttrici del futuro e relativi ruoli: ▸ rimanere piccoli ▸ parlare a chi già capisce. ▸ diventare grandi ▸ trovare canali e modi per estendere i confini. Considerare il Km 0 come una legge o superarlo? Accettare l’idea di entrare nella GDO o nei grandi e-commerce generalisti?
  • 28. ▸ educare a un consumo più consapevole e più competente per capire meglio le specificità delle diverse produzioni ▸ non nascondere le difficoltà, esprimere i propositi e ammettere i limiti (per esempio nel completare la filiera) ▸ riconoscere e concentrare gli sforzi su alcuni aspetti critici trasversali: la scarsa sostenibilità dei trasporti che accompagnano il digitale e non solo, la concentrazione dell’offerta sostenibile nelle città ▸ fare rete, sostenere la competizione sana, fare fronte comune verso un mercato subdolo, ingannevole. Aspettative, richieste e propositi si legano in punti condivisi chiari:
  • 29. Diventiamo il mercato sostenibile