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IL METODO ANALOGICO
Perché l’ ho scelto?
Riflessioni al termine della classe quinta
di tre anni fa
• La metodologia classica è lenta ed artificiosa: non arrivo
mai al dunque, mi sento sempre con il fiato sul collo e
con una sacco di cose da fare, i passaggi sono troppi e
non lasciano spazio all’ immediatezza; la matematica
non piace, molti bambini sono ancora molto lenti nel
calcolo mentale e troppo legati a quello scritto.

• Mi sono detta: «Che cosa fare?». La risposta è stata
chiara: cambiare metodologia.
Decido di utilizzare il metodo analogico.
Ne avevo sentito parlare da una ex- collega.
Mi informo sul web, leggo qua e lĂ  sul sito del maestro,
acquisto il testo della linea del 20 e lo strumento .
Ne parlo ai genitori di prima che mi danno piena fiducia
e appoggio.
INIZIA LA SCUOLA E MI AFFIDO COMPLETAMENTE ALLE
INDICAZIONI DEL MAESTRO ALLE PRIME PAGINE DEL
LIBRO DELLA LINEA DEL 20 E NEL FRATTEMPO SEGUO
UN CORSO ON LINE DELLA ERICKSON SUL CORSO
ANALOGICO.
Mi faccio coraggio e
parto
Il metodo analogico

CHE COS' E'
E’ il modo più naturale di apprendere mediante metafore e
analogie, come fanno i bambini che nella loro genialitĂ 
imparano a giocare, a parlare o usare il computer ancor prima
degli adulti.
E’ il metodo del cuore cioè dell’intuizione a tutto campo, per
accogliere tutto, nella fiducia e nell’accettazione, senza
timore, e senza il bisogno di controllo che blocca ogni cosa.
Valorizza le capacitĂ  dei bambini che giungono a scuola giĂ 
con delle informazioni e con la voglia di imparare.
Sviluppa solo l’essenziale nel rispetto dei tempi di
apprendimento dei bambini ( le operazioni di seriazione,
classificazione… sono già presenti nel bambino per il fatto
stesso di vivere e vedere)
PERCHÉ ANALOGICO?
Perché l’analogia è lo strumento per conoscere le cose
nuove.
Perché tutto il mondo è costruito su base analogica
cioè come replicazione dello stesso atomo o della
stessa cellula.
Perché ogni più piccolo passo è un avanzamento e la
conquista del mondo è una moltiplicazione di passi.
Propone come strumento fondamentale la Linea del 20, che
sviluppa il calcolo mentale simulando il funzionamento delle
mani , un vero e proprio computer analogico fornito dalla
nostra natura.

Si opera subito entro il 20 perché si comprende il
tutto prima delle parti; le palline , le quantitĂ 
sono nell’ordine giusto e possono essere lette
dalla nostra mente in modo simultaneo.
Il percorso è quindi quello della salita alla cima della montagna
dove incontriamo, partendo dalla base, prima le immagini, poi il
linguaggio verbale che fa da ponte ed infine il linguaggio scritto
sulla cima. Invertendo il percorso perdiamo il significato e ci
troviamo con SIMBOLI SCRITTI CHE EQUIVALGONO A GUSCI
VUOTI.
E’ lo strumento per imboccare la strada maestra.
Permette di imparare i numeri e il calcolo nella prima settimana di
scuola senza bisogno di spiegazioni.
Ciò perché la Linea del 20 è l’unico strumento che insegna a “calcolare
senza contare” .
Il calcolo mentale infatti è il superamento del conteggio che costa un
sacco di energia, non produce mai apprendimento e fa odiare la
matematica.
I BAMBINI CHE HANNO DIFFICOLTĂ€
I bambini che hanno insuccesso hanno la mente occupata da troppi
problemi. Sono concentrati su tutto.
Hanno il bisogno di trovare il senso di quello che stanno facendo,
perché nella loro mente i simboli scritti hanno preso il posto delle
palline. Hanno le cifre che frullano loro nella mente perchè sono
stati probabilmente contagiati dalla nostra passione per essi.
Cercano spiegazioni che non possono essere trovate e poi agiscono
nella vana ricerca della logica. Astraggono, riflettono, congetturano.
Soprattutto soffrono.
I BAMBINI CHE HANNO SUCCESSO
Molti bambini che hanno successo a scuola spesso è perché
hanno imparato da soli prima di entrarci.
Oppure trovano il modo di difendersi da certa didattica
inventandosi il metodo analogico da soli.
Quando l’insegnante spiega decidono ogni minuto se
lasciarsi guidare entrando in contatto con il suo pensiero
attraverso lo sguardo.
L’apprendimento in questo contatto è come un balzo di
fiamma da una candela accesa ad una spenta quando si
accumula un certo calore.
Hanno successo perchè pensano solo alle palline disposte
secondo l’ordine delle mani.
In ogni situazione banalizzano il processo conoscitivo
riducendolo a gioco.
I problemi

• Ai problemi viene dedicata la seconda parte dell’anno scolastico
quando i bambini si sono liberi dalla fatica degli apprendimenti
strumentali relativi al numero. A causa della loro artificiosità è
meglio ritardarli nella programmazione perché mettono a forte
rischio il senso di auto-efficacia. Mettono in moto differenti livelli di
maturitĂ  degli alunni.
• Che cosa sono i problemi aritmetici? Sono delle esercitazioni in cui
la difficoltà più grande non è tanto la risoluzione quanto la
comprensione delle consegne
• Sono indovinelli, giochi divertenti in cui ognuno trova la soluzione
che vuole.
• Le medicine a disposizione sono quattro e sono quelle del
TOGLIERE, AGGIUNGERE, AGGIUNGERE TANTE VOLTE E TOGLIERE
TANTE VOLTE
• Fare tanti esempi senza insistere troppo.
Concentrazione e serenitĂ  con le cornicette e i
mandala
Perchè?
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•

Sono un momento gratificante, un’ alternativa occupazionale magica
Sono una performance di attenzione come negli esercizi di matematica in cui se perdi
concentrazione e attenzione ti perdi
Sono un modo di liberare la mente, sono un momento in cui i bambini possono stare da soli

DAL PUNTO DI VISTA DIDATTICO SONO:
Una palestra di rapporti spaziali. Si impara ad usare e amare il righello, il goniometro e
il compasso in modo divertente e rimanendo con il fiato in sospeso perché poi ci si
meraviglia del risultato. Sono un’occasione per giocare con l’emozionalità dei colori e
che rispecchiano la vita interiore dei bambini
Sono un’ esperienza di bellezza attraverso le simmetrie. Arricchiscono il quaderno di
gioia e bellezza
Sono un piacevole «riempitempo» perché con il metodo analogico il tempo che rimane
non va riempito con altra didattica. Sono attivitĂ  per sincronizzare i tempi in classe, per
chi finisce prima e chiede che cosa fare, portando confusione nella classe ( nel
frattempo l’ insegnante può dedicarsi ad aiutare un bambino in difficoltà)
Sono l’occasione di pausa e silenzio per tutti perché non sempre è il momento di parlar
e di discutere e bisogna imparare anche a stare da soli.
Le riflessioni di alcuni genitori:
Francesca ha imparato con facilitĂ  le operazioni
e le esegue velocemente. Forse inizialmente ci
vuole pratica con lo strumento ma poi tutto
viene da sé. Gli strumenti sono colorati e
sembrano dei giocattoli.
E’ un metodo stimolante , facile e divertente e
usa come prima cosa la memoria visiva. Come
risultato l’apprendimento è incredibilmente
veloce.
Inizialmente il metodo analogico mi sembrava un
po’ troppo privo di spiegazioni per poter far
assimilare e svolgere dai bambini di prima le
operazioni matematiche, seppur semplici.
Successivamente mi sono resa conto che forse
proprio questa «leggerezza» fosse la forza del
metodo: poche parole, poca teoria, poca scrittura.
Tante immagini, basate sull’intuizione e sul gioco.
Mio figlio si diverte e fa volentieri le operazioni .
Ritengo che questo metodo aiuti i bambini che
hanno poca concentrazione perché è basato
sull’essenziale, sull’immediatezza di informazioni
dovute alle immagini, senza appesantire la materia
con tante spiegazioni.
Posso dire che l’esperienza di mio figlio, giunto in
Italia solo da due anni e quindi con difficoltĂ  nella
lingua e che ha iniziato la prima «in corsa» a
febbraio, è stata positiva. Il metodo analogico è
stato ottimo per lui, poche parole e l’essenziale.
Giogiò ha sperimentato la matematica , pur non
conoscendo la lingua italiana, e con il metodo
analogico è riuscito ad apprendere i fondamenti
della matematica senza particolari difficoltĂ , anzi in
maniera sciolta, senza la necessitĂ  di imparare
norme e regole, il tutto è avvenuto in modo
automatico
grazie
alla
possibilitĂ 
di
sperimentazione pratica e visiva.
Le mie riflessioni sul metodo a questo punto
cioè a metà della classe terza
•
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•
•

Ai miei bambini piace la matematica. Per parecchi di loro è la materia preferita.
Lavorano serenamente e con volontĂ  e apprendono con facilitĂ  e divertendosi
Trovano molto semplice completare le pagine del libro della linea del 1000
La maggior parte di loro calcola rapidamente. Ognuno di loro, in momenti diversi ha
spiccato il volo e ha capito tutto in un istante. Basta attendere il volo con fiducia
Sono sempre desiderosi di apprendere cose nuove. Inventano operazioni con
numeri altissimi e le eseguono come fossero dei giochi
Dal punto di vista spaziale sono « fenomenali». Amano le cornicette e i mandala;
amano anche utilizzare goniometro e righello; per loro la geometria è soprattutto
fantasia, colore, meraviglia e creativitĂ .
Trovo del tempo per seguire i bambini in difficoltĂ  mentre disegnano le cornicette
Arrivo al dunque, senza fretta e rimane tempo per fare tante cose belle
Mi meraviglio delle capacitĂ  dei bambini
Hanno compreso da soli perché il nostro sistema numerico s chiama posizionale e
decimale. Sanno comporre e scomporre un numero nonostante non abbia spiegato
il cambio e utilizzato l’abaco. Ho mostrato loro l’abaco a fine prima elementare:
abbiamo provato a svolgere delle operazioni sull’abaco e con lo strumento della linea
del 20. « Con quale è più facile?» ho chiesto. La risposta è chiara: i bambini
scelgono il metodo analogico. Abbiamo inoltre usato i regoli colorati ma solo per
giocarci come se fossero dei lego.
Metodo analogico è « La via del cuore»
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
1.

Limitare il linguaggio verbale
Credere al silenzio come strumento per sviluppare l’intuizione
Presentare solo i fatti e non le connessioni
Privilegiare le simulazioni alle spiegazioni
Avvertire la conoscenza come un’emozione
Credere che ogni bambino ha in sé tutto ciò che gli serve per
capire
Avere fiducia nella mente che lavora da sola
Abbandonare il giudizio e rinunciare al controllo sul processo
della conoscenza
Concepire la conoscenza come un
allargamento della percezione interiore
Accogliere la conoscenza come un dono
I bambini scelgono il metodo
analogico e anch’io
Giuditta Donchi
Scuola Primaria Albiate ( MB)
http://scuolacontrocorrente.blogspot.it/

Briosco, 28 gennaio 2014

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  • 2. PerchĂ© l’ ho scelto? Riflessioni al termine della classe quinta di tre anni fa • La metodologia classica è lenta ed artificiosa: non arrivo mai al dunque, mi sento sempre con il fiato sul collo e con una sacco di cose da fare, i passaggi sono troppi e non lasciano spazio all’ immediatezza; la matematica non piace, molti bambini sono ancora molto lenti nel calcolo mentale e troppo legati a quello scritto. • Mi sono detta: «Che cosa fare?». La risposta è stata chiara: cambiare metodologia.
  • 3. Decido di utilizzare il metodo analogico. Ne avevo sentito parlare da una ex- collega. Mi informo sul web, leggo qua e lĂ  sul sito del maestro, acquisto il testo della linea del 20 e lo strumento . Ne parlo ai genitori di prima che mi danno piena fiducia e appoggio. INIZIA LA SCUOLA E MI AFFIDO COMPLETAMENTE ALLE INDICAZIONI DEL MAESTRO ALLE PRIME PAGINE DEL LIBRO DELLA LINEA DEL 20 E NEL FRATTEMPO SEGUO UN CORSO ON LINE DELLA ERICKSON SUL CORSO ANALOGICO.
  • 5. Il metodo analogico CHE COS' E' E’ il modo piĂą naturale di apprendere mediante metafore e analogie, come fanno i bambini che nella loro genialitĂ  imparano a giocare, a parlare o usare il computer ancor prima degli adulti. E’ il metodo del cuore cioè dell’intuizione a tutto campo, per accogliere tutto, nella fiducia e nell’accettazione, senza timore, e senza il bisogno di controllo che blocca ogni cosa. Valorizza le capacitĂ  dei bambini che giungono a scuola giĂ  con delle informazioni e con la voglia di imparare. Sviluppa solo l’essenziale nel rispetto dei tempi di apprendimento dei bambini ( le operazioni di seriazione, classificazione… sono giĂ  presenti nel bambino per il fatto stesso di vivere e vedere)
  • 6. PERCHÉ ANALOGICO? PerchĂ© l’analogia è lo strumento per conoscere le cose nuove. PerchĂ© tutto il mondo è costruito su base analogica cioè come replicazione dello stesso atomo o della stessa cellula. PerchĂ© ogni piĂą piccolo passo è un avanzamento e la conquista del mondo è una moltiplicazione di passi.
  • 7. Propone come strumento fondamentale la Linea del 20, che sviluppa il calcolo mentale simulando il funzionamento delle mani , un vero e proprio computer analogico fornito dalla nostra natura. Si opera subito entro il 20 perchĂ© si comprende il tutto prima delle parti; le palline , le quantitĂ  sono nell’ordine giusto e possono essere lette dalla nostra mente in modo simultaneo.
  • 8. Il percorso è quindi quello della salita alla cima della montagna dove incontriamo, partendo dalla base, prima le immagini, poi il linguaggio verbale che fa da ponte ed infine il linguaggio scritto sulla cima. Invertendo il percorso perdiamo il significato e ci troviamo con SIMBOLI SCRITTI CHE EQUIVALGONO A GUSCI VUOTI.
  • 9. E’ lo strumento per imboccare la strada maestra. Permette di imparare i numeri e il calcolo nella prima settimana di scuola senza bisogno di spiegazioni. Ciò perchĂ© la Linea del 20 è l’unico strumento che insegna a “calcolare senza contare” . Il calcolo mentale infatti è il superamento del conteggio che costa un sacco di energia, non produce mai apprendimento e fa odiare la matematica.
  • 10. I BAMBINI CHE HANNO DIFFICOLTĂ€ I bambini che hanno insuccesso hanno la mente occupata da troppi problemi. Sono concentrati su tutto. Hanno il bisogno di trovare il senso di quello che stanno facendo, perchĂ© nella loro mente i simboli scritti hanno preso il posto delle palline. Hanno le cifre che frullano loro nella mente perchè sono stati probabilmente contagiati dalla nostra passione per essi. Cercano spiegazioni che non possono essere trovate e poi agiscono nella vana ricerca della logica. Astraggono, riflettono, congetturano. Soprattutto soffrono.
  • 11. I BAMBINI CHE HANNO SUCCESSO Molti bambini che hanno successo a scuola spesso è perchĂ© hanno imparato da soli prima di entrarci. Oppure trovano il modo di difendersi da certa didattica inventandosi il metodo analogico da soli. Quando l’insegnante spiega decidono ogni minuto se lasciarsi guidare entrando in contatto con il suo pensiero attraverso lo sguardo. L’apprendimento in questo contatto è come un balzo di fiamma da una candela accesa ad una spenta quando si accumula un certo calore. Hanno successo perchè pensano solo alle palline disposte secondo l’ordine delle mani. In ogni situazione banalizzano il processo conoscitivo riducendolo a gioco.
  • 12. I problemi • Ai problemi viene dedicata la seconda parte dell’anno scolastico quando i bambini si sono liberi dalla fatica degli apprendimenti strumentali relativi al numero. A causa della loro artificiositĂ  è meglio ritardarli nella programmazione perchĂ© mettono a forte rischio il senso di auto-efficacia. Mettono in moto differenti livelli di maturitĂ  degli alunni. • Che cosa sono i problemi aritmetici? Sono delle esercitazioni in cui la difficoltĂ  piĂą grande non è tanto la risoluzione quanto la comprensione delle consegne • Sono indovinelli, giochi divertenti in cui ognuno trova la soluzione che vuole. • Le medicine a disposizione sono quattro e sono quelle del TOGLIERE, AGGIUNGERE, AGGIUNGERE TANTE VOLTE E TOGLIERE TANTE VOLTE • Fare tanti esempi senza insistere troppo.
  • 13. Concentrazione e serenitĂ  con le cornicette e i mandala Perchè? • • • • • • • • Sono un momento gratificante, un’ alternativa occupazionale magica Sono una performance di attenzione come negli esercizi di matematica in cui se perdi concentrazione e attenzione ti perdi Sono un modo di liberare la mente, sono un momento in cui i bambini possono stare da soli DAL PUNTO DI VISTA DIDATTICO SONO: Una palestra di rapporti spaziali. Si impara ad usare e amare il righello, il goniometro e il compasso in modo divertente e rimanendo con il fiato in sospeso perchĂ© poi ci si meraviglia del risultato. Sono un’occasione per giocare con l’emozionalitĂ  dei colori e che rispecchiano la vita interiore dei bambini Sono un’ esperienza di bellezza attraverso le simmetrie. Arricchiscono il quaderno di gioia e bellezza Sono un piacevole «riempitempo» perchĂ© con il metodo analogico il tempo che rimane non va riempito con altra didattica. Sono attivitĂ  per sincronizzare i tempi in classe, per chi finisce prima e chiede che cosa fare, portando confusione nella classe ( nel frattempo l’ insegnante può dedicarsi ad aiutare un bambino in difficoltĂ ) Sono l’occasione di pausa e silenzio per tutti perchĂ© non sempre è il momento di parlar e di discutere e bisogna imparare anche a stare da soli.
  • 14.
  • 15.
  • 16.
  • 17. Le riflessioni di alcuni genitori: Francesca ha imparato con facilitĂ  le operazioni e le esegue velocemente. Forse inizialmente ci vuole pratica con lo strumento ma poi tutto viene da sĂ©. Gli strumenti sono colorati e sembrano dei giocattoli. E’ un metodo stimolante , facile e divertente e usa come prima cosa la memoria visiva. Come risultato l’apprendimento è incredibilmente veloce.
  • 18. Inizialmente il metodo analogico mi sembrava un po’ troppo privo di spiegazioni per poter far assimilare e svolgere dai bambini di prima le operazioni matematiche, seppur semplici. Successivamente mi sono resa conto che forse proprio questa «leggerezza» fosse la forza del metodo: poche parole, poca teoria, poca scrittura. Tante immagini, basate sull’intuizione e sul gioco. Mio figlio si diverte e fa volentieri le operazioni . Ritengo che questo metodo aiuti i bambini che hanno poca concentrazione perchĂ© è basato sull’essenziale, sull’immediatezza di informazioni dovute alle immagini, senza appesantire la materia con tante spiegazioni.
  • 19. Posso dire che l’esperienza di mio figlio, giunto in Italia solo da due anni e quindi con difficoltĂ  nella lingua e che ha iniziato la prima «in corsa» a febbraio, è stata positiva. Il metodo analogico è stato ottimo per lui, poche parole e l’essenziale. Giogiò ha sperimentato la matematica , pur non conoscendo la lingua italiana, e con il metodo analogico è riuscito ad apprendere i fondamenti della matematica senza particolari difficoltĂ , anzi in maniera sciolta, senza la necessitĂ  di imparare norme e regole, il tutto è avvenuto in modo automatico grazie alla possibilitĂ  di sperimentazione pratica e visiva.
  • 20. Le mie riflessioni sul metodo a questo punto cioè a metĂ  della classe terza • • • • • • • • • Ai miei bambini piace la matematica. Per parecchi di loro è la materia preferita. Lavorano serenamente e con volontĂ  e apprendono con facilitĂ  e divertendosi Trovano molto semplice completare le pagine del libro della linea del 1000 La maggior parte di loro calcola rapidamente. Ognuno di loro, in momenti diversi ha spiccato il volo e ha capito tutto in un istante. Basta attendere il volo con fiducia Sono sempre desiderosi di apprendere cose nuove. Inventano operazioni con numeri altissimi e le eseguono come fossero dei giochi Dal punto di vista spaziale sono « fenomenali». Amano le cornicette e i mandala; amano anche utilizzare goniometro e righello; per loro la geometria è soprattutto fantasia, colore, meraviglia e creativitĂ . Trovo del tempo per seguire i bambini in difficoltĂ  mentre disegnano le cornicette Arrivo al dunque, senza fretta e rimane tempo per fare tante cose belle Mi meraviglio delle capacitĂ  dei bambini Hanno compreso da soli perchĂ© il nostro sistema numerico s chiama posizionale e decimale. Sanno comporre e scomporre un numero nonostante non abbia spiegato il cambio e utilizzato l’abaco. Ho mostrato loro l’abaco a fine prima elementare: abbiamo provato a svolgere delle operazioni sull’abaco e con lo strumento della linea del 20. « Con quale è piĂą facile?» ho chiesto. La risposta è chiara: i bambini scelgono il metodo analogico. Abbiamo inoltre usato i regoli colorati ma solo per giocarci come se fossero dei lego.
  • 21. Metodo analogico è « La via del cuore» 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 1. Limitare il linguaggio verbale Credere al silenzio come strumento per sviluppare l’intuizione Presentare solo i fatti e non le connessioni Privilegiare le simulazioni alle spiegazioni Avvertire la conoscenza come un’emozione Credere che ogni bambino ha in sĂ© tutto ciò che gli serve per capire Avere fiducia nella mente che lavora da sola Abbandonare il giudizio e rinunciare al controllo sul processo della conoscenza Concepire la conoscenza come un allargamento della percezione interiore Accogliere la conoscenza come un dono
  • 22. I bambini scelgono il metodo analogico e anch’io Giuditta Donchi Scuola Primaria Albiate ( MB) http://scuolacontrocorrente.blogspot.it/ Briosco, 28 gennaio 2014