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Roma, 17 febbraio 2015
INFRASTRUTTURE CRITICHE
PROGETTAZIONE DELLA SECURITY IN TEATRI OSTILI
Ing. Marco Lucidi
Libero Professionista, Roma
SOMMARIO
L’obiettivo è quello di voler prendere un caso studio molto famoso in Italia, e di respiro europeo, per poterne dedurre la complicazione
progettuale. Parliamo del cantiere della TAV in Val di Susa, di un teatro ostile che viene molto spesso menzionato nei telegiornali, e che solo
pochi giorni fa ha visto le prime condanne per atti criminali con la condanna di 47 attivisti NO TAV per gli scontri dell’estate del 2011.
Allo stato attuale si vuole capire come si è provveduto a mantenere sicuro sia il luogo del cantiere, ma anche la strategia per evitare dei
sabotaggi in tutte le attività collaterali al cantiere. Si parla dello studio della sicurezza sia dei trasporti di materiali, che di tutto il personale
tecnico che a vario titolo necessita di entrare in cantiere per la realizzazione dell’opera. Interessante è sapere anche come si muove la rete
di intelligence che studia i fenomeni delle forze di contrasto NO TAV nella fase preliminare e di studio di qualsiasi azione sul campo.
La parte finale vuole invece pensare, e quindi lanciare possibili scenari di progettazione della security, nella fase post cantiere, ovvero alla
consegna dell’opera, e che riguarda la difesa di una struttura critica che evidentemente sarà un target per tutti coloro che fino ad ora non
l’hanno voluta.
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1. ATTUALE PROTEZIONE INTERNA ED ESTERNA DELL’INFRASTRUTTURA
(https://pdrioloterme.wordpress.com/2012/03/05/tratta-e-costi-la-mappa-dellalta-velocita/)
Il sistema di protezione dovrà tenere in considerazione la lunga durata dei lavori che sono stati stimati in fase di progetto a 15-20 anni, per
cui sarà un dato di progetto l’aspetto logorante della lunga durata. Per ovviare a questo tipo di rischio, ci sono delle procedure di ordine pubblico
ben conosciute ed efficaci, ma il problema se viene contestualizzato ad un teatro ostile, potrebbe ricadere maggiormente in prassi di tipo
militare..ma la pratica, ovvero c’ho che se ne deduce da quello che si osserva, sembra essere diversa, in quanto sono massicciamente impiegate le
forze di polizia, quindi civili. E’ vero anche che in una nota del Viminale del Settembre 2013, “Dopo un’approfondita analisi delle manifestazioni di
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protesta e dei recenti episodi di danneggiamento a carico di alcune imprese, legati alla realizzazione della Tav Torino-Lione – rende noto il Viminale
– il Comitato, nell’evidenziare la necessità di tenere alto il livello di attenzione e vigilanza, ha deliberato, attraverso una rimodulazione del Piano di
impiego dei militari nel controllo degli obiettivi a rischio, l’invio di ulteriori 200 unità per le esigenze di sicurezza del cantiere Tav in Val di Susa”.
Si scopre addirittura che il numero dei militari raddoppia con l’arrivo di quest’ultimo contingente, arrivando a più di 400 unità. Dalle
verifiche fatte sugli arrestati sembra addirittura che molti siano stranieri e che il magistrato di Torino Gian Carlo Caselli abbia parlato di “attentati
per finalità terroristiche”. (http://www.panorama.it/news/marco-ventura-profeta-di-ventura/militari-val-di-susa-no-tav/).
(http://www.difesa.it/SMD_/CaSMD/eventi/Pagine/ValusaCapoSMDvisitaimilitariTAV.aspx)
Della protezione interna e di come questa sia applicata con l’impiego delle forze dell’ordine, ne abbiamo i telegiornali pieni, ma esiste anche
una difficoltà di fuga di notizie dall’interno. Non parliamo solo di interno al perimetro fisico del cantiere, ma anche di possibilità di trovare persone
compiacenti tra gli addetti ai lavori, che faccia fuoriuscire informazioni che normalmente rientrano nei dati sensibili di una normale gestione di
cantiere. Sono state tante le notizie inerenti le imprese con i certificati antimafia scaduti, …..
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Per risolvere parte di questi problemi si è dovuti passare alla classificazione della TAV come Infrastruttura Critica, definendola “sito di
interesse strategico nazionale”, per cui ogni azione di documentazione in merito viene equiparata ad una attività di spionaggio. Quindi in
concomitanza con l’approvazione da parte del Senato del decreto sul femminicidio, è passata questa nuova qualifica con pene fino a 5 anni di
reclusione per chi riprende con la telecamera o fotografa l’area oggetto di intervento.
Interessante, a seguire, il link che porta ad un fascicolo datato febbraio 2013 e che fa capire come e quanto riescono a ricostruire i NO TAV,
facendo supporre sia una buona rete di osservazione, sia un accesso a delle informazioni che non dovrebbero essere di dominio pubblico vista la
situazione poco tranquilla che ha portato all’attuale blindatura del cantiere
(http://comune-info.net/2014/03/valdisusa-si-fa-tav-watching/)
Dalla lettura del fascicolo, che nell’introduzione fa del diritto di sapere tutto ciò che riguarda il proprio territorio il cavallo di battaglia, si
evidenzia una conoscenza un po’ troppo spinta degli attori coinvolti nei lavori, e troppo dettagliata per essere solo la rivendicazione del diritto del
pubblico dominio. La malafede si evidenzia nella ricchezza di critiche nei confronti delle imprese esecutrici.
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Nel paragrafo inerente l’apparato di sicurezza, si supera ogni ragionevole diritto di cronaca mettendo anche le turnazioni con gli orari dei
cambi, la localizzazione dei distaccamenti militari, oltre alla individuazione dei posti di soggiorno in alberghi e luoghi per mangiare nei ristoranti. Il
livello di dettaglio sembra eccessivo e stona con la rivendicazione introduttiva.
2. PROTEZIONE di TUTTE LE ATTIVITA’ COLLATERALI ED ESTERNE ALL’INFRASTRUTTURA
La geografia del cantiere vede uno sviluppo lungo la Val di Susa, con poche possibilità di tragitti alternativi se non quelli provenienti da valle.
Dal nord rimane aperto l’attuale tratto del Tunnel del Frejus, mentre dai fianchi è possibile arrivare solo attraverso il bosco, che sembra
essere il luogo maggiormente preferito per chi manifesta per il NO TAV, anche procedendo a campeggi itineranti.
(http://www.ferpress.it/?p=39840)
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( http://www.fabbricaambiente.com/?p=351)
(http://archivio.internazionale.it/news/italieni-2/2012/03/20/la-vera-posta-in-gioco-in-val-di-susa)
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Segue un’immagine interessante presa da un sito chiamato www.notav.info che fa capire bene come i comitati NO TAV siano perfettamente
a conoscenza della distribuzione delle forze in campo, e lo rendono noto a tutti. La notizia risale al 9 novembre 2013 e quindi postumo alla nota
del Viminale in cui si ufficializza lo stanziamento del doppio delle forze armate sul campo. Questo indica, oltre alla grande rete organizzativa di chi
monitora il territorio per dubbi fini, che anche le forze di polizia e militari potrebbe essere soggetti a intercettazioni e controlli, proprio come se
fosse un teatro operativo militare.
(http://www.notav.info/post/tav-missione-val-di-susa-la-clonazione-di-herat/)
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2.1 TRASPORTO MATERIALI
Bisogna intanto mettere in luce il fatto che la tecnica che viene adottata per lo scavo della doppia galleria bitubo (una delle gallerie sarà a
disposizione per i soccorsi in caso di emergenza) è mista “fresa-esplosivo”, e l’esplosivo è esso stesso un materiale di cui prestare molta
attenzione. Nel senso che un teatro ostile come quello intorno al cantiere, può potenzialmente creare una falla nella sicurezza proprio rubando
dell’esplosivo da utilizzarsi per lo scavo.
Link : http://www.lumsanews.it/2013/09/13/tav-nuovo-incendio-contro-le-aziende-lupi-risarcimenti-dal-fondo-degli-attentati-di-mafia/
Link : http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/13555-blocchi-al-cantiere-tav-di-isoverde-cravasco
Link : http://www.direttanews.it/2011/07/26/val-di-susa-i-no-tav-bloccano-i-mezzi-diretti-al-cantiere-di-chiomonte/
2.2 PERSONALE TECNICO di SERVIZIO
Purtroppo risultano molte notizie in merito a minacce e intimidazioni rivolte al personale che è coinvolto nel cantiere della TAV, a partire dai
sindaci che sono a favore della realizzazione della nuova infrastruttura, fino ad arrivare ai semplici operai. Per questi ultimi hanno dovuto
prendere posizioni contrarie sia i responsabili istituzionali che i rappresentanti sindacali de lavoratori.
Link : http://www.lastampa.it/2012/08/25/cronaca/blitz-notav-nello-studio-degli-ingegneri-del-cantiere-
of9jnlHQXls8ROjT6Er71O/pagina.html
Link : http://video.stefanoesposito.net/2013/05/sull%e2%80%99aggressione-subita-da-un-lavoratore-della-tav-in-val-di-susa/
Link : http://www.torinotoday.it/cronaca/tav-incendio-italcoge-susa-ferdinando-lazzaro.html
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3. FENOMENO DEI NO TAV e LE RETI di INTELLIGENCE PER IL CONTROLLO
Risulta molto semplice riuscire a ricostruire la storia del NO TAV, visto che i comitati o i responsabili delle iniziative di questo tipo sembra
che sponsorizzino in maniera massiccia il loro operato..per cui a questo link si trova quanto a seguire http://www.spintadalbass.org/storia.htm.
Lo riporto in maniera integrale, anche se è aggiornato solo al 2002, in quanto è molto ben fatto e cronologicamente documentato, con tutte
le parole sottolineate che riportano a dei link specifici.
15/12/91. Nasce il comitato HABITAT: una sessantina le persone aderenti tra tecnici, medici, professionisti, operai, docenti del Politecnico,
sindaci e amministratori della Valle.
12/12/92. Al cinema comunale di Condove in un' assemblea pubblica viene fatto ascoltare il rumore del Tav.
22/02/93. Convegno organizzato da Habitat al Politecnico di Torino dal titolo "Questo treno farà rumore?". Viene fatto ascoltare ai torinesi il
rumore del Tav.
07/04/93. Causa un esposto presentato alla Procura della Repubblica da parte di Habitat, viene indagato Brizio, presidente della Regione
Piemonte e gran promotore della Torino-Lione.
18/04/94. Brizio (Presidente della regione Piemonte) viene a parlare di Tav ad Avilgliana. Dura la contestazione della popolazione locale,
"Bordate di fischi sul treno di Brizio" titolano i giornali locali.
18/07/94. Sala consigliare di Bussoleno, nasce il comitato contro l'alta velocità voluto da Habitat.
27/10/94. Di nuovo Brizio a parlare di Tav, questa volta a Susa e di nuovo dura la contestazione degli amministratori e della popolazione.
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21/01/95. Assemblea pubblica a Villardora, sono più di 400 le persone venute ad ascoltare il rumore del Tav.
11/03/95. Prima manifestazione nazionale contro l'Alta Velocità a Firenze, ci sono tutti i comitati delle regioni toccate, naturalmente non
manca la numerosa delegazione valsusina.
02/03/96. Manifestazione a S. Ambrogio : 4000 persone guidati da Sindaci e Comunità Montana sfilano per dire NO AL TAV". Iniziano gli atti
intimidatori verso chi si oppone al Tav.
Metà maggio 1996. Appare sulle montagne di Condove una scritta enorme "NO TAV", idem a Bussoleno.
23/08/96. Primo di una lunga serie di attentati : Fraz. Falcemagna di Bussoleno vengono lanciate due bottiglie molotov contro una trivella
che sta compiendo indagini geognostiche per conto di Alpetunnel Geie.
26/11/96. Nuovo attentato a Bruzolo, una cabina ferroviaria viene incendiata, i mass-media si scatenano contro gli "eco-terroristi valsusini".
Il movimento no-tav, accusa invece la controparte come mandanti degli attentati per indebolire il fronte contro il Tav.
24/12/96. Terzo attentato: una centralina dell'Omnitel, a Monpantero, Habitat e Pronatura seguono la pista della provocazione, intanto le
forze dell'ordine mettono sotto sorveglianza i militanti di Habitat e chiunque abbia a che fare con l'opposizione al Tav.
26/01/97. Bruzolo, altra trivella data alle fiamme, "La Stampa" e il TG3 Regionale continuano a parlare di "Eco-terroristi valsusini".
05/02/97. Borgata Cugno, strada per il Rocciemelone, altra trivella incendiata, i carabinieri continuano l'opera di controllo sempre più
serrata verso gli oppositori valsusini, i quali continuano a denunciare il fatto che questi attentati non fanno che indebolire l'opposizione al Tav,
facendo il gioco di Pininfarina e soci.
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15/02/97. Bomba incendiaria contro un edificio di servizio della Sitaf.
10/03/97. Bomba incendiaria contro la Chiesa di Giaglione.
18/03/97. Una carica di dinamite fa saltare la centralina elettrica dell'autostrada a Giaglione.
Maggio 97. Ancora due attentati a Mompantero, colpiti un ripetitore, oscurate le Tv Mediaset, e una trivella pronta a fare i sondaggi, alle
riunioni di Habitat, sempre meno gente, si inizia ad avere paura di uscire se si ha un adesivo sulla macchina contro il Tav. I carabinieri continuano a
perquisire e fermare.
05/06/97. Si ritorna a organizzare convegni : Avigliana , cinema Corso.
13/09/97. Assemblea alla palestra comunale di Bruzolo, per fare il punto della situazione sul progetto di Alpetunnel.
04/11/97. Nuovo attentato oscura i ripetitori televisivi a Gandoglio, borgata di Borgone, 12 emittenti oscurate, girano volantini di
rivendicazione firmati "Lupi Grigi".
29/11/97. Manifestazione di sindaci, amministratori e popolazione contro "gli strani attentati" e per ribadire che il Tav non si ferma con le
bombe ma con i metodi democratici.
16/01/98. Incendio doloso distrugge il municipio di Caprie e danneggia i locali della Posta.
Inizio marzo 1998. Arrestati "3 Lupi Grigi" : Maria Soledad Rosa (Argentina), Edoardo Massari (Ivrea) e Silvano Pellissero (Bussoleno). Tutti e
tre di aria anarchica. Vengono ritrovate nella "Casa Okupada" di Collegno degli oggetti appartenenti al comune di Caprie. In Valle molti sentono
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odore di bruciato, compreso il giornale locale Luna Nuova, non è così per il PM Laudi, curatore dell'inchiesta, che afferma di avere "Prove
granitiche".
Fine febbraio 1998. Si suicida in carcere Edoardo Massari, verrà poi scagionato da tutte le accuse eccetto il rogo di Caprie.
28/03/98. Corteo a Torino per Edoardo Massari, sfila la Torino antagonista dei centri sociali, ma anche un pezzo di società civile, 10 mila
circa le persone partecipanti.
11/07/98. Muore suicida anche Maria Soledad Rosa, verrà anche lei scagionata da tutte le accuse, rimane tutt'ora in carcere Silvano
Pellissero, accusato solo del furto e del rogo del Municipio di Caprie, crollano le accuse di "associazione terroristica". I 13 attentati non si sa
tutt'ora chi li abbia commessi, l'unica certezza e che le "prove granitiche" di Laudi ci lasciano 2 morti e un opposizione al TAV debole e impaurita.
06/03/99. Sala consigliare di Bussoleno alla presenza di tutti i sindaci e gli amministratori Valsusini il ministro per l'ambiente Ronchi dice
"Dimenticatevi il Tav, non si farà". Dure le reazioni di Pinifarina e soci.
18/03/00. Convegno "Progetti e diritti" contro le grandi opere a Susa e manifestazione dei trattori della Coldiretti. Ghigo, presidente della
Regione Piemonte mette come prioritaria la linea alta velocità Torino-Lione, lo segue a ruota Castellani, sindaco di Torino.
02/07/00. Prima uscita del collettivo Linea Rossa a Chianocco, dibattiti sul Tav e musica con i Sound System.
14-17/07/00. Campeggio militante NO TAV a S.Giorio. Dibattiti, cene e concerti, organizza sempre Linea Rossa, nonostante il cattivo tempo,
sono moltissime le persone che vi partecipano.
17-18/07/00. In occasione di un ennesimo summit da parte dei signori del Tav, popolazione e amministratori salgono in 100 a Bardonecchia
a ribadire il NO TAV della Valle di Susa.
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Novembre 2000 Apertura di uno striscione "NO TAV" in consiglio regionale Piemontese. Otto le persone denunciate per attentato agli
organi istituzionali.
02/12/00. Sotto una pioggia battente in 500 sfilano per le vie di Bussoleno per dire "NO AL TAV"
12/12/00. Assemblea pubblica in Comunità Montana indetta dalla stessa Comunità Montana: L'Ing. De Bernardi (Tecnico del piano
nazionale trasporti) e l'Ing. Pinna (già direttore generale del trasporto merci delle ferrovie) spiegano il perché i valsusini hanno ragione a dire NO
AL TAV.
25/01/01. Presidio di 200 valsusini al congresso di Transpadana organizzato al Lingotto di Torino. Presente tutta la "crema": Ghigo, Agnelli,
Pininfarina, Castellani, ecc.,ecc. Riuscirà a parlare anche dal palco il presidente della comunità montana Ferrentino che arriverà a dire "Con queste
premesse non vorrei che i cantieri venissero aperti alla presenza dei carabinieri".
27/01/01. Delegazione Valsusina a Chambery a protestare con gli amici francesi anch'essi contrari al Tav.
29/01/01. Manifestazione a Torino in occasione dell' accordo del governo italiano e quello francese sulla Torino-Lione. Indetto uno sciopero
generale in Valle di Susa. Più di 5000 persone sfilano per le vie di Torino. In testa al lungo corteo sindaci ed amministratori dei 25 comuni della
valle. (Vedi: titolo , articolo e volantino)
15/09/01 Causa tragedia dell'11 settembre salta, per volere delle istituzioni e per i vertici di Habitat, una grossa Kermesse musicale e non
solo che si sarebbe dovuta tenere a Caprie: intervenivano 9 gruppi musicali più vari artisti della Valle.(Comunicato stampa)
31/10/01. Assemblea pubblica a Condove. Circa 500 persone ad ascoltare l'esponente del comitato contro l'alta velocità nel Mugello. Viene
raccontato delle devastazioni ambientali e delle decine di paesi rimasti senz' acqua a causa dei lavori del tav.
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16/11/01. Palestra comunale di Bruzolo: davanti a 700 persone viene presentato lo studio De Bernardi sul flusso di merci: è chiaro che è
inutile e sbagliato concentrare tutto il traffico merci del nord Italia in Valle di Susa, non sfruttando adeguatamente gli altri valichi.
22/11/01. Pianezza: presentazione dello studio De Bernardi.
23/11/01. Prima uscita di "Spinta dal Bass": serata informativa sul TAV in sala consigliare ad Avigliana. Interviene il Prof. Cancelli del
Politecnico di Torino. Un centinaio di persone, quasi tutti giovani e giovanissimi, ascoltano i motivi del perché NO TAV.
24/11/01. In occasione del vertice Berlusconi-Chirac a Perigueux dove si parlava anche della Torino-Lione, 5000 persone scendono in piazza
ad Avigliana guidati dai sindaci e amministratori dei 25 comuni valsusini. Ancora una manifestazione imponente per ribadire il NO TAV.(Volantino)
28/11/01. Una delegazione di sindaci e cittadini valsusini raggiunge la cittadina di Perigueux dopo un viaggio di 700 Km. per esprimere il
dissenso della Valle di Susa al vertice Berlusconi-Chirac. Intanto al Consiglio regionale di Torino presidio di una cinquantina di valsusini con
bandiere e striscioni.
30/11/01. Concerto al centro sociale di Villardora intitolato "Stop the Train" 500 giovani ballano al grido di "NO TAV !" Organizza "Spinta dal
Bass". (Vedi articoli 1 - 2)
09/02/02. Al carnevale della Valmessa sfila un grosso gruppo mascherato con annesso di banda: chi vestito da Pininfarina-Ghigo e/o
manager delle ferrovie chi da Valligiano. Viene distribuito un volantino dove si contesta in modo ironico gli amministratori pronti a trattare opere
compensative in cambio del passaggio del Tav.Organizza "Spinta dal Bass".
23/02/02. Più di 1000 persone sfilano a Bussoleno per chiedere il contingentamento dei Tir e ribadire il NO AL TAV.
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11/04/02. Assemblea pubblica a Pianezza" Fermare il Tav si può". Partecipano più di 100 persone.Organizza il comitato spontaneo contro il
G8 pianezzese.
12/04/02. Più di 100 valsusini presidiano la prefettura di Torino in occasione della presentazione del tracciato da parte delle ferrovie ai
comuni valsusini (dopo 10 anni di richieste). (Volantino)
23/04/02. La comunità montana approva all'unanimità un ordine del giorno dove si ribadisce la netta opposizione al Tav. Da sottolineare
che tutti i partiti valsusini dell'arco costituzionale votano lo stesso documento.
Fine aprile 2002. Esce nelle librerie il libro di Chiara Sasso "Canto per la nostra valle" diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità.
Tutta la storia dell'opposizione al Tav in Valle di Susa.
10/05/02. Avigliana, davanti a un folto pubblico e agli amministratori della Valle di Susa, viene presentato ufficialmente il libro di Chiara
Sasso "Canto per la nostra valle" diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità.(Articolo)
11/05/02. Avigliana Piazza del Popolo: più di 1500 giovani partecipano alla "Festa di Primavera" contro il Tav e a favore dell' ospedale di
Avigliana che si vuole smantellare. Organizza Spinta dal Bass (Articolo).
Molto interessante è lo studio dettagliato del fenomeno, che viene fatto dagli organi di intelligence italiani, e buona la prospettiva
complessiva che viene fatta a seguire ed aggiornata a gennaio 2012. E’ ovvio che il fenomeno è degno di nota, e mentre nel prospetto precedente,
ovviamente fatto dalla controparte istituzionale, viene messo in evidenza tutto l’aspetto sociale negativo della nuova infrastruttura, nel resoconto
a seguire si cerca di andare oltre le apparenze per capire come i buoni propositi possano diventare occasioni di manifestazione da parte della
frange più estreme dell’antagonismo.
Ing. Marco Lucidi
Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26
Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7
Security, safety, critical infrastructures,
emergency and Forensics Engineering
Via pietro maroncelli, 60 roma
Tel. 347 7016088 – 06 55281942
e-mail: lionangel177@virgilio.it
pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it
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Questo studio avviene dopo i fatti che vanno a riempire lo spazio temporale che va proprio dalla conclusione della ricostruzione cronologica
fino alla metà del 2002, per arrivare agli inizi del 2012. La cronaca di oggi sui telegiornali racconta la contemporaneità dei fatti.
Per la ricostruzione a grandi linee è possibile andare al seguente link http://it.wikipedia.org/wiki/No_TAV , sicuramente da leggere prima
dello studio di intelligence, in quanto dai fatti emergono le conferme a seguire.
Rif. : http://www.crimelist.it/index.php?option=com_content&task=view&id=806&Itemid=367
Autore : Giuseppe Gagliano ; Data : sabato 25 gennaio 2012
La Relazione in commissione Affari costituzionali alla Camera del capo della Polizia Antonio Manganelli ha posto l'enfasi da un lato sulla
necessità - da parte della legislazione italiana antiterroristica - di aggiornarsi tenendo conto della struttura reticolare - Deleuze e Guattari
direbbero più propriamente molecolare - della galassia anarco-insurrezionalista Anche la nostra legislazione sul terrorismo, che per molti versi gli
altri paesi considerano un modello, in relazione al fenomeno dell’anarcoinsurrezionalismo ha qualche buco e dall'altro lato ha sottolineato - alla
luce dei numerosi report della Digos e dei Ros - come l'antagonismo anarcoinsurrezionalista sia un fenomeno alimentato da persone che hanno
imparato a strumentalizzare i movimenti, intervengono su tutti i temi con una capacità anche guerrigliera.
Arrivano nella città delle manifestazioni vestiti in un certo modo, vi partecipano vestiti in modo diverso, non si lasciano identificare con
persone con precedenti. E fermarli lungo la strada significa non trovare loro addosso armi, benzina o altri oggetti, che invece trovano nelle sedi di
arrivo: nel centro sociale Askatasuna a Torino e Acrobax a Roma. Di particolare significato sono le relazioni internazionali che si sono andate
progressivamente formando tra l'antagonismo anarchico e quello greco Gli anarchici italiani hanno aderito al patto di Atene con le Cellule della
cospirazione di fuoco greche che hanno proposto di formare un network internazionale per fare azioni violente antisistema (..)
Ing. Marco Lucidi
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La Fai (Federazione anarchica informale) ha aderito alle Cellule della cospirazione di fuoco greche che ha proposto di formare un network
internazionale per fare azioni violente antisistema. Le tesi formulate da Manganelli trovano- come è naturale che sia- un'ampia e documentata
conferma nei report della intelligence italiana .Sia sufficiente, a tale proposito, porre la nostra attenzione sulle analisi compiute nel 2006 dalla
Rivista Gnosis ,la rivista ufficiale dell'AISI. In primo luogo veniva sottolineato come Un ruolo non indifferente, nella protesta della popolazione
valsusina, fortemente deteminata nell’opporsi alla TAV, è stato svolto da settori dell’oltranzismo antagonista, come dimostrano i dati relativi alle
denunce per i disordini, riguardanti, in una consistente percentuale, appartenenti all’Autonomia e all’anarcoinsurrezionalismo.
In secondo luogo,il report evidenziava la esplicita volontà strumentale da parte della galassia anarcoinsurrezionalista Delusi dall’evoluzione
negativa, sotto il profilo della ‘rottura rivoluzionaria’, dei più recenti movimenti contestativi ‘di massa’, quello ‘no global’ che, dopo l’esplosione
iniziale, è stato progressivamente assorbito nell’ambito dei Social Forum, e il ‘no war’, dimostratosi incapace di ‘radicalizzare’ la campagna
‘antimilitarista’ e ‘antimperialista’, tali settori hanno visto nella mobilitazione compatta di una popolazione determinata a ‘difendere il proprio
territorio’ dal ‘nemico’, un terreno favorevole allo sviluppo di una conflittualità che dalla dimensione locale passasse a quella generale e che da
‘resistenziale’ si tramutasse in ‘offensiva’. Fra i principali protagonisti il report evidenziava la funzione asseritamente propulsiva e per certi versi
‘canalizzatrice’ della protesta svolta da Centri Sociali e collettivi antagonisti che si sono identificati con la mobilitazione no TAV, l’hanno resa
propria e propagandata come attività di ‘resistenza’ - assimilandola nostalgicamente a quella antifascista della II Guerra Mondiale e giudicandola
un evento ‘storico’ - al fine di attribuirle connotati di lotta di classe. Si legge in una riflessione contenuta in un libro realizzato da un Centro Sociale
particolarmente impegnatosi rilevando la possibilità-realizzatasi poi ampiamente- di una progressiva legittimazione di modalità di lotta radicali.
In terzo luogo,sotto il profilo storico,il report volgeva la propria attenzione -sotto il profilo geografico - alla Toscana dove - fra gli anni ottanta
e novanta fioriscono le Cor (Cellule di offensiva rivoluzionaria), nascono movimenti che si rifanno all’ideologo Bakunin, si intrecciano azioni isolate.
Qua, in provincia di Massa, vive la moglie di Marco Camenisch. Qua, a Bagno a Ripoli (a due passi da Firenze) fino al 1995, viveva Alfredo Maria
Bonanno, l’ideologo dei «gruppi di affinità». Di particolare significato è stata l'azione antagonista posta in essere da Azione Rivoluzionaria I
militanti dell’area anarco-libertaria più oltranzista, prendendo atto dei caratteri di forza espressi dal Movimento e facendo riferimento alle
elaborazioni culturali del situazionismo e della Raf (Rote Armee Fraktion), danno vita a questo tipo di organizzazione. I suoi dirigenti sono
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Gianfranco Faina e Salvatore Cinieri. Nascono i «gruppi di affinità», teorizzati in prima battuta dal Bonanno, «dove i legami tradizionali sono
rimpiazzati da rapporti profondamente simpatetici, contraddistinti da un massimo di intimità, conoscenza, fiducia reciproca fra i loro membri».
Una sorta di “comune” ristretta che ricorda il modus vivendi di certe organizzazioni mafiose - le famiglie siciliane, le ’ndrine calabresi - dove il
livello di autocontrollo viene spinto al massimo.
In quarto luogo le analisi del Prefetto di Firenze Gian Valori Lombardi del 2004 costituiscono,secondo l'AISI,una lucida diagnosi della
situazione Il cambiamento genetico del più recente fenomeno eversivo trova un fertile humus e prospettive di sviluppo. I colpi inferti dall’attività
investigativa e giudiziaria all’organizzazione delle Brigate Rosse, il rinvenimento della cospicua documentazione contenuta nel covo brigatista di
via Montecuccoli, in Roma, l’arresto di Nadia Desdemona Lioce, per i noti fatti accaduti nella provincia aretina, hanno consentito un graduale,
progressivo ed incisivo scompaginamento del gruppo eversivo, agevolato anche dalla recente collaborazione con la giustizia della brigatista
toscana Cinzia Banelli.(..)gli spunti investigativi hanno anche evidenziato che talora tra formazioni eversive e alcuni movimenti o gruppi esiste un
qualche possibile collegamento. Tali gruppi esistono anche in Toscana ove, rispetto al passato, se ne registra una maggiore presenza. Nell’estrema
sinistra vi sono movimenti antagonisti e centri sociali autogestiti. (..)Sono, inoltre, attive numerose formazioni anarchiche (con la storica presenza
nelle zone di Massa e di Carrara) e taluni gruppi che difendono -talora con azioni violente - specifici valori, come ad esempio la tutela degli animali
(animalisti).
Tali movimenti riescono ad affermarsi anche con una caratterizzazione localistica, che tende anche a differenziarsi da analoghi movimenti
nazionali. Si pensi, ad esempio, alla provincia di Arezzo, dove alcuni gruppi, insoddisfatti dei partiti tradizionali, cercano di attirare e dare
espressione al disagio giovanile, agli ideali umanitari, ambientalisti ed ecologisti. In altre aree geografiche, quali ad esempio Pisa, si registra la
nascita di nuove formazioni tendenzialmente eversive. In uno scenario di probabile contiguità con le B.R., trovano espressione e corpo alcuni
gruppi che mostrano spiccate simpatie verso le dottrine rivoluzionarie ed eversive.
I vari atti terroristici, verificatisi in quest’ultimo periodo nel territorio pisano, a danno di sedi di partiti, di associazioni sindacali, di sedi della
stampa locale, di agenzie interinali e di esponenti politici e sindacali locali ne costituiscono una emblematica riprova. Allo scopo di avvalorare la
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legittimità delle analisi poc'anzi menzionate riteniamo utile riportare per interno due documenti tratti dal sito Anarres - legato alla FAI di Torino - e
un volantino - di cui indichiamo il link di riferimento http://www.federazioneanarchica.org/immagini/manifnopas.jpg - che mostra con estrema
chiarezza l'esistenza di relazioni assai strette tra l'antagonismo anarchico torinese e quello greco. Documento n.1 sabato 25 febbraio si svolgerà
una marcia No Tav da Bussoleno a Susa. Il percorso è quasi il medesimo del 16 novembre 2005, quando lo sciopero generale paralizzò la Valle
Susa.
Da allora il ritmo della lotta è cambiato molte volte, attraversando molti valichi difficili, salite erte erte, discese a precipizio. Nel 2005 tutto
era nuovo, facile come la scoperta della vita che si apre, difficile come ogni volta che si fa qualcosa di non saputo. Aurorale. Si vinse e non si
credeva che fosse vero, si vinse di slancio, gettando il cuore oltre l’ostacolo e trovandosi poi in tanti a fare la strada giusta. Se si fosse ascoltato il
cuore, quel cuore che batteva al ritmo della lotta popolare, dopo la rivolta del dicembre, non ci si sarebbe fermati. Cominciava il walzer delle
poltrone: il movimento ha detto “no” agli amministratori che volevano il tavolo di trattativa offerto da Berlusconi. Ma dire “no” non basta.
Bisognava restare in strada, non mollare: il governo aveva paura delle barricate, dei blocchi, della gente che spontaneamente aveva risposto alla
violenza e all’occupazione militare. Dopo sei anni, di tavolo in tavolo, il gioco degli inganni è andato avanti, tra walzer e giravolte, per logorare,
sedurre, comprare. A maggio la parola è tornata alle armi. Quasi dieci mesi di lotta, giorno dopo giorno, notte dopo notte. Ci sono state le giornate
di resistenza, i cortei, assemblee e mille incontri, cibo condiviso, la solidarietà di uno sguardo scambiato a metà notte mentre ci si incrocia su per il
sentiero, tra un turno di guardia e l’altro.
Ci sono stati i cortei dei tutti quanti e le giornate alle reti. Le botte, gli arresti, i gas che mozzano il respiro, la violenza dei media scatenati.
Hanno provato a dividerci ma non ci sono riusciti. I buoni e i cattivi, gli ingenui valligiani e i guerriglieri venuti da fuori, quelli con la bandiera e i
black bloc sono rimasti incastrati nelle penne malevole di certi giornalisti. A dicembre un corteo di tutti quanti, aperto dai bambini, ha bloccato
dell’autostrada per oltre 14 ore. È stato un passaggio importante. Gli attivisti di tutti i giorni ci hanno creduto poco, attratti magneticamente dalle
reti della Val Clarea, dal catino militarizzato predisposto dallo Stato per dare la propria prova di forza. La gente invece ci ha creduto. Lo ha sancito
in assemblea e lo ha realizzato con semplicità e determinazione l’8 dicembre. Un primo passo di un sentiero che bisognerà allargare nei mesi a
venire. Il governo ha scelto con cura il luogo dove sferrare l’attacco e aprire una guerra di posizione e di logoramento: una zona isolata, difficile da
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raggiungere, dove si può gasare come in guerra e poi raccontare che i No Tav sono violenti. Hanno dimostrato di aver imparato la lezione del
2005. Hanno puntato sui gas e le recinzioni.
Un procuratore di stretta osservanza “Democratica” come Caselli si è assunto il compito di distribuire centinaia di denunce, decine di fogli di
via, ordinare perquisizioni ed arresti. Il governo teme una rivolta che dilaghi da Torino all’alta Valle, teme che si ripetano gli scenari del 2005. Se in
ogni paese sorge una barricata, se i blocchi si moltiplicano, la situazione diventa ingovernabile. Le truppe e la violenza potrebbero non bastare più,
perché trattare le questioni sociali come affari di ordine pubblico è facile, finché il dissenso, per quanto ampio, si concentra nell’assedio al fortino
della Maddalena. È tempo di rendere loro la vita difficile. È tempo che la lotta popolare riprenda il suo ritmo. Il ritmo di chi si mette di mezzo,
scegliendo da se i luoghi e i tempi. Il ritmo di chi non delega a nessuno, soprattutto a chi gioca anche oggi il walzer delle poltrone sulla pelle di
tutti. La Procura ha paura della Libera Repubblica della Maddalena, ne cita l’autonomia, la partecipazione, la libertà. Costruiamo Libere
Repubbliche ovunque, luoghi dove la comunità resistente si incontra e costruisce quello spazio altro che tanto intimorisce chi difende chi lucra
sulle vite di noi tutti. Su questi contenuti saremo alla marcia da Bussoleno a Susa il 25 febbraio con uno spezzone rosso e nero. Documento n.2
Arresti, perquisizioni, obblighi di dimora.
Questa la ricetta della Procura di Torino, che da lunghi mesi si è assunta l’incarico di regolare i conti con il movimento No Tav. Sin dal giugno
scorso si sono moltiplicati avvisi di garanzia, arresti, denunce, fogli di via nei confronti degli attivisti No Tav. Tutti firmati da Giancarlo Caselli, l’eroe
della sinistra giustizialista, che vuole farla finita con un movimento cui si sono ispirati i tanti che si battono contro lo devastazione del territorio,
contro un’idea di sviluppo folle e distruttiva, contrastando discariche, centrali, fabbriche inquinanti e installazioni militari. Giancarlo Caselli, il
procuratore antimafia, che si schiera con la mafia del Tav. La strategia della lobby Si Tav è molto chiara: trasformare la protesta nei confronti di
un’opera inutile, dannosa, follemente costosa in una questione di ordine pubblico. La scelta di occupare militarmente il territorio, di invadere
l’area archeologica, trasformandola in un bivacco per le truppe di occupazione, culminata a gennaio nella trasformazione della zona in area di
interesse strategico, la dice lunga sulla volontà di imporre con la forza la nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon. Le ragioni della forza contro
la forza delle ragioni. In tanti anni i sostenitori dell’alta velocità hanno saputo articolare solo discorsi densi di vuota retorica.
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La retorica della piccola Italia schiacciata dietro le Alpi, isolata dall’Europa, condannata al declino. Una retorica falsa che nasconde dietro una
foglia di fico un sistema di drenaggio di denaro pubblico a fini privatissimi, sostenuto in maniera bipartisan dalla destra come dalla sinistra, pronte
a spartirsi la torta. I No Tav sono colpevoli. Sono colpevoli di aver mostrato la trama sottile che sostiene la tela delle grandi opere. Sono colpevoli
di essersi schierati dalla parte dei tanti che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Sono colpevoli di stare con chi vorrebbe che i 22 miliardi della
Torino Lyon fossero usati migliorare la vita di noi tutti, garantendo ospedali, pensioni, trasporti pubblici, scuole a tutti in modo eguale.
Sono colpevoli di aver pensato che un altro mondo è possibile. Sono colpevoli di aver cominciato a vivere frammenti di relazioni politiche e
sociali che vivono già oggi l’utopia concreta della partecipazione diretta alle scelte, della solidarietà, del mutuo appoggio. Sono colpevoli di sapere
che la testimonianza non basta, che occorre mettersi in mezzo, anche a rischio della propria libertà, per offrire uno scampolo di libertà a tutti.
Sono colpevoli di pensare che l’ordine ingiusto e predatorio in cui siamo forzati a vivere possa e debba essere spezzato, sono colpevoli di sapere
che il futuro non è già segnato, che la precarietà, lo sfruttamento, la fame dei poveri, le guerre debbano divenire retaggio di un passato da
dimenticare. Sono colpevoli di non essersi mai tirati indietro, di aver resistito per oltre vent’anni.
Dopo la rivolta popolare del 2005, sindaci ed amministratori locali sedotti dalle sirene del denaro e del potere, hanno fatto il salto della
quaglia, ma non sono riusciti a spezzare il movimento. Lo scorso maggio, il governo, smessa la finzione della mediazione politica, ha deciso di
passare nuovamente alle maniere forti. Manganelli, lacrimogeni, botte, denunce e carcere. Gran parte degli organi di informazione si sono messi
al servizio per diffamare e falsificare, sperando in una divisione tra “buoni” e “cattivi”. Hanno fallito. Un movimento popolare, un movimento
tanto radicato quanto radicale, sa che di fronte alla violenza di carabinieri, poliziotti, militari reduci dalla guerra in Afganistan, di fronte
all’occupazione militare, di fronte alla violenza legale ma non legittima dello Stato, ribellarsi è giusto. Mettersi in mezzo è un impegno morale. I No
Tav arrestati il 26 gennaio sono colpevoli. Colpevoli di aver tenuto fede all’impegno che tutti ci siamo presi. Colpevoli di resistere. Partigiani della
libertà di tutti. Li vogliamo liberi. Liberi subito.
Fonti http://anarresinfo.noblogs.org/
Rivista Gnosis ,n.3 2006 : http://gnosis.aisi.gov.it/gnosis/Rivista8.nsf/ServNavig/9
Ing. Marco Lucidi
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4. PROGETTAZIONE DELLA SECURITY AD INFRASTRUTTURA CONCLUSA
Per evidenziare il modo in cui andrà protetta una infrastruttura critica quale quella del tratto dell’alta velocità di cui stiamo parlando, per
evitare ovviamente ritorsioni future, bisogna ricorrere a progetti già realizzati su obiettivi sensibili così estesi in termini geografici.
La cultura e sensibilità americana in merito a tali problematiche, emerge nello studio del link a seguire in cui nell’allegato B “A catalog of
best security practices” ci sono tutti i riferimenti di base per procedere ad una adeguata progettazione della security su tutti i possibili target
terroristici. Lo studio è stato fatto dalla Mineta Transportation Insitute MTI, Istituto che opera su mandato Governativo USA, e che per ciò è stato
sponsorizzato dal Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, dalla University Transportation Center Program e dal Dipartimento dei Trasporti
della California. Il lavoro è del marzo 2013, e l’Abstract riporta:
“This report presents an analysis of information relating to attacks, attempted attacks, and plots against high-speed rail (HSR) systems. It draws upon empirical data from MTI’s
Database of Terrorist and Serious Criminal Attacks Against Public Surface Transportation and from reviews of selected HSR systems, including onsite observations. The report
also examines the history of safety accidents and other HSR incidents that resulted in fatalities, injuries, or extensive asset damage to examine the inherent vulnerabilities (and
strengths) of HSR systems and how these might affect the consequences of terrorist attacks.
The study is divided into three parts: (1) an examination of security principles and measures; (2) an empirical examination of 33 attacks against HSR targets and a comparison of
attacks against HSR targets with those against non-HSR targets; and (3) an examination of 73 safety incidents on 12 HRS systems.
The purpose of this study is to develop an overall strategy for HSR security and to identify measures that could be applied to HSR systems currently under development in the
United States. It is hoped that the report will provide useful guidance to both governmental authorities and transportation operators of current and future HSR systems.”
Rif. : http://transweb.sjsu.edu/PDFs/research/1026-securing-US-high-speed-rail.pdf
BIBLIOGRAFIA
I link che sono riportati nel testo fanno riferimento ai seguenti documenti di cui a seguire:
- “Formulating a Strategy for Security High-Speed Rail in the United States”, Brian Michael Jenkins, Chris Kozub, Bruce R.Butterworth,
Renee Haider, Jean-Francois Clair, A publication of Mineta Transportation Insitute, marzo 2013;
- “Tieniti informato con la TAV watching – il nuovo sport popolare della Val Susa”, Primo dossier di monitoraggio, febbraio 2014.

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  • 1. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w Roma, 17 febbraio 2015 INFRASTRUTTURE CRITICHE PROGETTAZIONE DELLA SECURITY IN TEATRI OSTILI Ing. Marco Lucidi Libero Professionista, Roma SOMMARIO L’obiettivo è quello di voler prendere un caso studio molto famoso in Italia, e di respiro europeo, per poterne dedurre la complicazione progettuale. Parliamo del cantiere della TAV in Val di Susa, di un teatro ostile che viene molto spesso menzionato nei telegiornali, e che solo pochi giorni fa ha visto le prime condanne per atti criminali con la condanna di 47 attivisti NO TAV per gli scontri dell’estate del 2011. Allo stato attuale si vuole capire come si è provveduto a mantenere sicuro sia il luogo del cantiere, ma anche la strategia per evitare dei sabotaggi in tutte le attività collaterali al cantiere. Si parla dello studio della sicurezza sia dei trasporti di materiali, che di tutto il personale tecnico che a vario titolo necessita di entrare in cantiere per la realizzazione dell’opera. Interessante è sapere anche come si muove la rete di intelligence che studia i fenomeni delle forze di contrasto NO TAV nella fase preliminare e di studio di qualsiasi azione sul campo. La parte finale vuole invece pensare, e quindi lanciare possibili scenari di progettazione della security, nella fase post cantiere, ovvero alla consegna dell’opera, e che riguarda la difesa di una struttura critica che evidentemente sarà un target per tutti coloro che fino ad ora non l’hanno voluta.
  • 2. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w 1. ATTUALE PROTEZIONE INTERNA ED ESTERNA DELL’INFRASTRUTTURA (https://pdrioloterme.wordpress.com/2012/03/05/tratta-e-costi-la-mappa-dellalta-velocita/) Il sistema di protezione dovrà tenere in considerazione la lunga durata dei lavori che sono stati stimati in fase di progetto a 15-20 anni, per cui sarà un dato di progetto l’aspetto logorante della lunga durata. Per ovviare a questo tipo di rischio, ci sono delle procedure di ordine pubblico ben conosciute ed efficaci, ma il problema se viene contestualizzato ad un teatro ostile, potrebbe ricadere maggiormente in prassi di tipo militare..ma la pratica, ovvero c’ho che se ne deduce da quello che si osserva, sembra essere diversa, in quanto sono massicciamente impiegate le forze di polizia, quindi civili. E’ vero anche che in una nota del Viminale del Settembre 2013, “Dopo un’approfondita analisi delle manifestazioni di
  • 3. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w protesta e dei recenti episodi di danneggiamento a carico di alcune imprese, legati alla realizzazione della Tav Torino-Lione – rende noto il Viminale – il Comitato, nell’evidenziare la necessità di tenere alto il livello di attenzione e vigilanza, ha deliberato, attraverso una rimodulazione del Piano di impiego dei militari nel controllo degli obiettivi a rischio, l’invio di ulteriori 200 unità per le esigenze di sicurezza del cantiere Tav in Val di Susa”. Si scopre addirittura che il numero dei militari raddoppia con l’arrivo di quest’ultimo contingente, arrivando a più di 400 unità. Dalle verifiche fatte sugli arrestati sembra addirittura che molti siano stranieri e che il magistrato di Torino Gian Carlo Caselli abbia parlato di “attentati per finalità terroristiche”. (http://www.panorama.it/news/marco-ventura-profeta-di-ventura/militari-val-di-susa-no-tav/). (http://www.difesa.it/SMD_/CaSMD/eventi/Pagine/ValusaCapoSMDvisitaimilitariTAV.aspx) Della protezione interna e di come questa sia applicata con l’impiego delle forze dell’ordine, ne abbiamo i telegiornali pieni, ma esiste anche una difficoltà di fuga di notizie dall’interno. Non parliamo solo di interno al perimetro fisico del cantiere, ma anche di possibilità di trovare persone compiacenti tra gli addetti ai lavori, che faccia fuoriuscire informazioni che normalmente rientrano nei dati sensibili di una normale gestione di cantiere. Sono state tante le notizie inerenti le imprese con i certificati antimafia scaduti, …..
  • 4. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w Per risolvere parte di questi problemi si è dovuti passare alla classificazione della TAV come Infrastruttura Critica, definendola “sito di interesse strategico nazionale”, per cui ogni azione di documentazione in merito viene equiparata ad una attività di spionaggio. Quindi in concomitanza con l’approvazione da parte del Senato del decreto sul femminicidio, è passata questa nuova qualifica con pene fino a 5 anni di reclusione per chi riprende con la telecamera o fotografa l’area oggetto di intervento. Interessante, a seguire, il link che porta ad un fascicolo datato febbraio 2013 e che fa capire come e quanto riescono a ricostruire i NO TAV, facendo supporre sia una buona rete di osservazione, sia un accesso a delle informazioni che non dovrebbero essere di dominio pubblico vista la situazione poco tranquilla che ha portato all’attuale blindatura del cantiere (http://comune-info.net/2014/03/valdisusa-si-fa-tav-watching/) Dalla lettura del fascicolo, che nell’introduzione fa del diritto di sapere tutto ciò che riguarda il proprio territorio il cavallo di battaglia, si evidenzia una conoscenza un po’ troppo spinta degli attori coinvolti nei lavori, e troppo dettagliata per essere solo la rivendicazione del diritto del pubblico dominio. La malafede si evidenzia nella ricchezza di critiche nei confronti delle imprese esecutrici.
  • 5. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w Nel paragrafo inerente l’apparato di sicurezza, si supera ogni ragionevole diritto di cronaca mettendo anche le turnazioni con gli orari dei cambi, la localizzazione dei distaccamenti militari, oltre alla individuazione dei posti di soggiorno in alberghi e luoghi per mangiare nei ristoranti. Il livello di dettaglio sembra eccessivo e stona con la rivendicazione introduttiva. 2. PROTEZIONE di TUTTE LE ATTIVITA’ COLLATERALI ED ESTERNE ALL’INFRASTRUTTURA La geografia del cantiere vede uno sviluppo lungo la Val di Susa, con poche possibilità di tragitti alternativi se non quelli provenienti da valle. Dal nord rimane aperto l’attuale tratto del Tunnel del Frejus, mentre dai fianchi è possibile arrivare solo attraverso il bosco, che sembra essere il luogo maggiormente preferito per chi manifesta per il NO TAV, anche procedendo a campeggi itineranti. (http://www.ferpress.it/?p=39840)
  • 6. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w ( http://www.fabbricaambiente.com/?p=351) (http://archivio.internazionale.it/news/italieni-2/2012/03/20/la-vera-posta-in-gioco-in-val-di-susa)
  • 7. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w Segue un’immagine interessante presa da un sito chiamato www.notav.info che fa capire bene come i comitati NO TAV siano perfettamente a conoscenza della distribuzione delle forze in campo, e lo rendono noto a tutti. La notizia risale al 9 novembre 2013 e quindi postumo alla nota del Viminale in cui si ufficializza lo stanziamento del doppio delle forze armate sul campo. Questo indica, oltre alla grande rete organizzativa di chi monitora il territorio per dubbi fini, che anche le forze di polizia e militari potrebbe essere soggetti a intercettazioni e controlli, proprio come se fosse un teatro operativo militare. (http://www.notav.info/post/tav-missione-val-di-susa-la-clonazione-di-herat/)
  • 8. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w 2.1 TRASPORTO MATERIALI Bisogna intanto mettere in luce il fatto che la tecnica che viene adottata per lo scavo della doppia galleria bitubo (una delle gallerie sarà a disposizione per i soccorsi in caso di emergenza) è mista “fresa-esplosivo”, e l’esplosivo è esso stesso un materiale di cui prestare molta attenzione. Nel senso che un teatro ostile come quello intorno al cantiere, può potenzialmente creare una falla nella sicurezza proprio rubando dell’esplosivo da utilizzarsi per lo scavo. Link : http://www.lumsanews.it/2013/09/13/tav-nuovo-incendio-contro-le-aziende-lupi-risarcimenti-dal-fondo-degli-attentati-di-mafia/ Link : http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/13555-blocchi-al-cantiere-tav-di-isoverde-cravasco Link : http://www.direttanews.it/2011/07/26/val-di-susa-i-no-tav-bloccano-i-mezzi-diretti-al-cantiere-di-chiomonte/ 2.2 PERSONALE TECNICO di SERVIZIO Purtroppo risultano molte notizie in merito a minacce e intimidazioni rivolte al personale che è coinvolto nel cantiere della TAV, a partire dai sindaci che sono a favore della realizzazione della nuova infrastruttura, fino ad arrivare ai semplici operai. Per questi ultimi hanno dovuto prendere posizioni contrarie sia i responsabili istituzionali che i rappresentanti sindacali de lavoratori. Link : http://www.lastampa.it/2012/08/25/cronaca/blitz-notav-nello-studio-degli-ingegneri-del-cantiere- of9jnlHQXls8ROjT6Er71O/pagina.html Link : http://video.stefanoesposito.net/2013/05/sull%e2%80%99aggressione-subita-da-un-lavoratore-della-tav-in-val-di-susa/ Link : http://www.torinotoday.it/cronaca/tav-incendio-italcoge-susa-ferdinando-lazzaro.html
  • 9. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w 3. FENOMENO DEI NO TAV e LE RETI di INTELLIGENCE PER IL CONTROLLO Risulta molto semplice riuscire a ricostruire la storia del NO TAV, visto che i comitati o i responsabili delle iniziative di questo tipo sembra che sponsorizzino in maniera massiccia il loro operato..per cui a questo link si trova quanto a seguire http://www.spintadalbass.org/storia.htm. Lo riporto in maniera integrale, anche se è aggiornato solo al 2002, in quanto è molto ben fatto e cronologicamente documentato, con tutte le parole sottolineate che riportano a dei link specifici. 15/12/91. Nasce il comitato HABITAT: una sessantina le persone aderenti tra tecnici, medici, professionisti, operai, docenti del Politecnico, sindaci e amministratori della Valle. 12/12/92. Al cinema comunale di Condove in un' assemblea pubblica viene fatto ascoltare il rumore del Tav. 22/02/93. Convegno organizzato da Habitat al Politecnico di Torino dal titolo "Questo treno farà rumore?". Viene fatto ascoltare ai torinesi il rumore del Tav. 07/04/93. Causa un esposto presentato alla Procura della Repubblica da parte di Habitat, viene indagato Brizio, presidente della Regione Piemonte e gran promotore della Torino-Lione. 18/04/94. Brizio (Presidente della regione Piemonte) viene a parlare di Tav ad Avilgliana. Dura la contestazione della popolazione locale, "Bordate di fischi sul treno di Brizio" titolano i giornali locali. 18/07/94. Sala consigliare di Bussoleno, nasce il comitato contro l'alta velocità voluto da Habitat. 27/10/94. Di nuovo Brizio a parlare di Tav, questa volta a Susa e di nuovo dura la contestazione degli amministratori e della popolazione.
  • 10. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w 21/01/95. Assemblea pubblica a Villardora, sono più di 400 le persone venute ad ascoltare il rumore del Tav. 11/03/95. Prima manifestazione nazionale contro l'Alta Velocità a Firenze, ci sono tutti i comitati delle regioni toccate, naturalmente non manca la numerosa delegazione valsusina. 02/03/96. Manifestazione a S. Ambrogio : 4000 persone guidati da Sindaci e Comunità Montana sfilano per dire NO AL TAV". Iniziano gli atti intimidatori verso chi si oppone al Tav. Metà maggio 1996. Appare sulle montagne di Condove una scritta enorme "NO TAV", idem a Bussoleno. 23/08/96. Primo di una lunga serie di attentati : Fraz. Falcemagna di Bussoleno vengono lanciate due bottiglie molotov contro una trivella che sta compiendo indagini geognostiche per conto di Alpetunnel Geie. 26/11/96. Nuovo attentato a Bruzolo, una cabina ferroviaria viene incendiata, i mass-media si scatenano contro gli "eco-terroristi valsusini". Il movimento no-tav, accusa invece la controparte come mandanti degli attentati per indebolire il fronte contro il Tav. 24/12/96. Terzo attentato: una centralina dell'Omnitel, a Monpantero, Habitat e Pronatura seguono la pista della provocazione, intanto le forze dell'ordine mettono sotto sorveglianza i militanti di Habitat e chiunque abbia a che fare con l'opposizione al Tav. 26/01/97. Bruzolo, altra trivella data alle fiamme, "La Stampa" e il TG3 Regionale continuano a parlare di "Eco-terroristi valsusini". 05/02/97. Borgata Cugno, strada per il Rocciemelone, altra trivella incendiata, i carabinieri continuano l'opera di controllo sempre più serrata verso gli oppositori valsusini, i quali continuano a denunciare il fatto che questi attentati non fanno che indebolire l'opposizione al Tav, facendo il gioco di Pininfarina e soci.
  • 11. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w 15/02/97. Bomba incendiaria contro un edificio di servizio della Sitaf. 10/03/97. Bomba incendiaria contro la Chiesa di Giaglione. 18/03/97. Una carica di dinamite fa saltare la centralina elettrica dell'autostrada a Giaglione. Maggio 97. Ancora due attentati a Mompantero, colpiti un ripetitore, oscurate le Tv Mediaset, e una trivella pronta a fare i sondaggi, alle riunioni di Habitat, sempre meno gente, si inizia ad avere paura di uscire se si ha un adesivo sulla macchina contro il Tav. I carabinieri continuano a perquisire e fermare. 05/06/97. Si ritorna a organizzare convegni : Avigliana , cinema Corso. 13/09/97. Assemblea alla palestra comunale di Bruzolo, per fare il punto della situazione sul progetto di Alpetunnel. 04/11/97. Nuovo attentato oscura i ripetitori televisivi a Gandoglio, borgata di Borgone, 12 emittenti oscurate, girano volantini di rivendicazione firmati "Lupi Grigi". 29/11/97. Manifestazione di sindaci, amministratori e popolazione contro "gli strani attentati" e per ribadire che il Tav non si ferma con le bombe ma con i metodi democratici. 16/01/98. Incendio doloso distrugge il municipio di Caprie e danneggia i locali della Posta. Inizio marzo 1998. Arrestati "3 Lupi Grigi" : Maria Soledad Rosa (Argentina), Edoardo Massari (Ivrea) e Silvano Pellissero (Bussoleno). Tutti e tre di aria anarchica. Vengono ritrovate nella "Casa Okupada" di Collegno degli oggetti appartenenti al comune di Caprie. In Valle molti sentono
  • 12. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w odore di bruciato, compreso il giornale locale Luna Nuova, non è così per il PM Laudi, curatore dell'inchiesta, che afferma di avere "Prove granitiche". Fine febbraio 1998. Si suicida in carcere Edoardo Massari, verrà poi scagionato da tutte le accuse eccetto il rogo di Caprie. 28/03/98. Corteo a Torino per Edoardo Massari, sfila la Torino antagonista dei centri sociali, ma anche un pezzo di società civile, 10 mila circa le persone partecipanti. 11/07/98. Muore suicida anche Maria Soledad Rosa, verrà anche lei scagionata da tutte le accuse, rimane tutt'ora in carcere Silvano Pellissero, accusato solo del furto e del rogo del Municipio di Caprie, crollano le accuse di "associazione terroristica". I 13 attentati non si sa tutt'ora chi li abbia commessi, l'unica certezza e che le "prove granitiche" di Laudi ci lasciano 2 morti e un opposizione al TAV debole e impaurita. 06/03/99. Sala consigliare di Bussoleno alla presenza di tutti i sindaci e gli amministratori Valsusini il ministro per l'ambiente Ronchi dice "Dimenticatevi il Tav, non si farà". Dure le reazioni di Pinifarina e soci. 18/03/00. Convegno "Progetti e diritti" contro le grandi opere a Susa e manifestazione dei trattori della Coldiretti. Ghigo, presidente della Regione Piemonte mette come prioritaria la linea alta velocità Torino-Lione, lo segue a ruota Castellani, sindaco di Torino. 02/07/00. Prima uscita del collettivo Linea Rossa a Chianocco, dibattiti sul Tav e musica con i Sound System. 14-17/07/00. Campeggio militante NO TAV a S.Giorio. Dibattiti, cene e concerti, organizza sempre Linea Rossa, nonostante il cattivo tempo, sono moltissime le persone che vi partecipano. 17-18/07/00. In occasione di un ennesimo summit da parte dei signori del Tav, popolazione e amministratori salgono in 100 a Bardonecchia a ribadire il NO TAV della Valle di Susa.
  • 13. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w Novembre 2000 Apertura di uno striscione "NO TAV" in consiglio regionale Piemontese. Otto le persone denunciate per attentato agli organi istituzionali. 02/12/00. Sotto una pioggia battente in 500 sfilano per le vie di Bussoleno per dire "NO AL TAV" 12/12/00. Assemblea pubblica in Comunità Montana indetta dalla stessa Comunità Montana: L'Ing. De Bernardi (Tecnico del piano nazionale trasporti) e l'Ing. Pinna (già direttore generale del trasporto merci delle ferrovie) spiegano il perché i valsusini hanno ragione a dire NO AL TAV. 25/01/01. Presidio di 200 valsusini al congresso di Transpadana organizzato al Lingotto di Torino. Presente tutta la "crema": Ghigo, Agnelli, Pininfarina, Castellani, ecc.,ecc. Riuscirà a parlare anche dal palco il presidente della comunità montana Ferrentino che arriverà a dire "Con queste premesse non vorrei che i cantieri venissero aperti alla presenza dei carabinieri". 27/01/01. Delegazione Valsusina a Chambery a protestare con gli amici francesi anch'essi contrari al Tav. 29/01/01. Manifestazione a Torino in occasione dell' accordo del governo italiano e quello francese sulla Torino-Lione. Indetto uno sciopero generale in Valle di Susa. Più di 5000 persone sfilano per le vie di Torino. In testa al lungo corteo sindaci ed amministratori dei 25 comuni della valle. (Vedi: titolo , articolo e volantino) 15/09/01 Causa tragedia dell'11 settembre salta, per volere delle istituzioni e per i vertici di Habitat, una grossa Kermesse musicale e non solo che si sarebbe dovuta tenere a Caprie: intervenivano 9 gruppi musicali più vari artisti della Valle.(Comunicato stampa) 31/10/01. Assemblea pubblica a Condove. Circa 500 persone ad ascoltare l'esponente del comitato contro l'alta velocità nel Mugello. Viene raccontato delle devastazioni ambientali e delle decine di paesi rimasti senz' acqua a causa dei lavori del tav.
  • 14. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w 16/11/01. Palestra comunale di Bruzolo: davanti a 700 persone viene presentato lo studio De Bernardi sul flusso di merci: è chiaro che è inutile e sbagliato concentrare tutto il traffico merci del nord Italia in Valle di Susa, non sfruttando adeguatamente gli altri valichi. 22/11/01. Pianezza: presentazione dello studio De Bernardi. 23/11/01. Prima uscita di "Spinta dal Bass": serata informativa sul TAV in sala consigliare ad Avigliana. Interviene il Prof. Cancelli del Politecnico di Torino. Un centinaio di persone, quasi tutti giovani e giovanissimi, ascoltano i motivi del perché NO TAV. 24/11/01. In occasione del vertice Berlusconi-Chirac a Perigueux dove si parlava anche della Torino-Lione, 5000 persone scendono in piazza ad Avigliana guidati dai sindaci e amministratori dei 25 comuni valsusini. Ancora una manifestazione imponente per ribadire il NO TAV.(Volantino) 28/11/01. Una delegazione di sindaci e cittadini valsusini raggiunge la cittadina di Perigueux dopo un viaggio di 700 Km. per esprimere il dissenso della Valle di Susa al vertice Berlusconi-Chirac. Intanto al Consiglio regionale di Torino presidio di una cinquantina di valsusini con bandiere e striscioni. 30/11/01. Concerto al centro sociale di Villardora intitolato "Stop the Train" 500 giovani ballano al grido di "NO TAV !" Organizza "Spinta dal Bass". (Vedi articoli 1 - 2) 09/02/02. Al carnevale della Valmessa sfila un grosso gruppo mascherato con annesso di banda: chi vestito da Pininfarina-Ghigo e/o manager delle ferrovie chi da Valligiano. Viene distribuito un volantino dove si contesta in modo ironico gli amministratori pronti a trattare opere compensative in cambio del passaggio del Tav.Organizza "Spinta dal Bass". 23/02/02. Più di 1000 persone sfilano a Bussoleno per chiedere il contingentamento dei Tir e ribadire il NO AL TAV.
  • 15. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w 11/04/02. Assemblea pubblica a Pianezza" Fermare il Tav si può". Partecipano più di 100 persone.Organizza il comitato spontaneo contro il G8 pianezzese. 12/04/02. Più di 100 valsusini presidiano la prefettura di Torino in occasione della presentazione del tracciato da parte delle ferrovie ai comuni valsusini (dopo 10 anni di richieste). (Volantino) 23/04/02. La comunità montana approva all'unanimità un ordine del giorno dove si ribadisce la netta opposizione al Tav. Da sottolineare che tutti i partiti valsusini dell'arco costituzionale votano lo stesso documento. Fine aprile 2002. Esce nelle librerie il libro di Chiara Sasso "Canto per la nostra valle" diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità. Tutta la storia dell'opposizione al Tav in Valle di Susa. 10/05/02. Avigliana, davanti a un folto pubblico e agli amministratori della Valle di Susa, viene presentato ufficialmente il libro di Chiara Sasso "Canto per la nostra valle" diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità.(Articolo) 11/05/02. Avigliana Piazza del Popolo: più di 1500 giovani partecipano alla "Festa di Primavera" contro il Tav e a favore dell' ospedale di Avigliana che si vuole smantellare. Organizza Spinta dal Bass (Articolo). Molto interessante è lo studio dettagliato del fenomeno, che viene fatto dagli organi di intelligence italiani, e buona la prospettiva complessiva che viene fatta a seguire ed aggiornata a gennaio 2012. E’ ovvio che il fenomeno è degno di nota, e mentre nel prospetto precedente, ovviamente fatto dalla controparte istituzionale, viene messo in evidenza tutto l’aspetto sociale negativo della nuova infrastruttura, nel resoconto a seguire si cerca di andare oltre le apparenze per capire come i buoni propositi possano diventare occasioni di manifestazione da parte della frange più estreme dell’antagonismo.
  • 16. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w Questo studio avviene dopo i fatti che vanno a riempire lo spazio temporale che va proprio dalla conclusione della ricostruzione cronologica fino alla metà del 2002, per arrivare agli inizi del 2012. La cronaca di oggi sui telegiornali racconta la contemporaneità dei fatti. Per la ricostruzione a grandi linee è possibile andare al seguente link http://it.wikipedia.org/wiki/No_TAV , sicuramente da leggere prima dello studio di intelligence, in quanto dai fatti emergono le conferme a seguire. Rif. : http://www.crimelist.it/index.php?option=com_content&task=view&id=806&Itemid=367 Autore : Giuseppe Gagliano ; Data : sabato 25 gennaio 2012 La Relazione in commissione Affari costituzionali alla Camera del capo della Polizia Antonio Manganelli ha posto l'enfasi da un lato sulla necessità - da parte della legislazione italiana antiterroristica - di aggiornarsi tenendo conto della struttura reticolare - Deleuze e Guattari direbbero più propriamente molecolare - della galassia anarco-insurrezionalista Anche la nostra legislazione sul terrorismo, che per molti versi gli altri paesi considerano un modello, in relazione al fenomeno dell’anarcoinsurrezionalismo ha qualche buco e dall'altro lato ha sottolineato - alla luce dei numerosi report della Digos e dei Ros - come l'antagonismo anarcoinsurrezionalista sia un fenomeno alimentato da persone che hanno imparato a strumentalizzare i movimenti, intervengono su tutti i temi con una capacità anche guerrigliera. Arrivano nella città delle manifestazioni vestiti in un certo modo, vi partecipano vestiti in modo diverso, non si lasciano identificare con persone con precedenti. E fermarli lungo la strada significa non trovare loro addosso armi, benzina o altri oggetti, che invece trovano nelle sedi di arrivo: nel centro sociale Askatasuna a Torino e Acrobax a Roma. Di particolare significato sono le relazioni internazionali che si sono andate progressivamente formando tra l'antagonismo anarchico e quello greco Gli anarchici italiani hanno aderito al patto di Atene con le Cellule della cospirazione di fuoco greche che hanno proposto di formare un network internazionale per fare azioni violente antisistema (..)
  • 17. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w La Fai (Federazione anarchica informale) ha aderito alle Cellule della cospirazione di fuoco greche che ha proposto di formare un network internazionale per fare azioni violente antisistema. Le tesi formulate da Manganelli trovano- come è naturale che sia- un'ampia e documentata conferma nei report della intelligence italiana .Sia sufficiente, a tale proposito, porre la nostra attenzione sulle analisi compiute nel 2006 dalla Rivista Gnosis ,la rivista ufficiale dell'AISI. In primo luogo veniva sottolineato come Un ruolo non indifferente, nella protesta della popolazione valsusina, fortemente deteminata nell’opporsi alla TAV, è stato svolto da settori dell’oltranzismo antagonista, come dimostrano i dati relativi alle denunce per i disordini, riguardanti, in una consistente percentuale, appartenenti all’Autonomia e all’anarcoinsurrezionalismo. In secondo luogo,il report evidenziava la esplicita volontà strumentale da parte della galassia anarcoinsurrezionalista Delusi dall’evoluzione negativa, sotto il profilo della ‘rottura rivoluzionaria’, dei più recenti movimenti contestativi ‘di massa’, quello ‘no global’ che, dopo l’esplosione iniziale, è stato progressivamente assorbito nell’ambito dei Social Forum, e il ‘no war’, dimostratosi incapace di ‘radicalizzare’ la campagna ‘antimilitarista’ e ‘antimperialista’, tali settori hanno visto nella mobilitazione compatta di una popolazione determinata a ‘difendere il proprio territorio’ dal ‘nemico’, un terreno favorevole allo sviluppo di una conflittualità che dalla dimensione locale passasse a quella generale e che da ‘resistenziale’ si tramutasse in ‘offensiva’. Fra i principali protagonisti il report evidenziava la funzione asseritamente propulsiva e per certi versi ‘canalizzatrice’ della protesta svolta da Centri Sociali e collettivi antagonisti che si sono identificati con la mobilitazione no TAV, l’hanno resa propria e propagandata come attività di ‘resistenza’ - assimilandola nostalgicamente a quella antifascista della II Guerra Mondiale e giudicandola un evento ‘storico’ - al fine di attribuirle connotati di lotta di classe. Si legge in una riflessione contenuta in un libro realizzato da un Centro Sociale particolarmente impegnatosi rilevando la possibilità-realizzatasi poi ampiamente- di una progressiva legittimazione di modalità di lotta radicali. In terzo luogo,sotto il profilo storico,il report volgeva la propria attenzione -sotto il profilo geografico - alla Toscana dove - fra gli anni ottanta e novanta fioriscono le Cor (Cellule di offensiva rivoluzionaria), nascono movimenti che si rifanno all’ideologo Bakunin, si intrecciano azioni isolate. Qua, in provincia di Massa, vive la moglie di Marco Camenisch. Qua, a Bagno a Ripoli (a due passi da Firenze) fino al 1995, viveva Alfredo Maria Bonanno, l’ideologo dei «gruppi di affinità». Di particolare significato è stata l'azione antagonista posta in essere da Azione Rivoluzionaria I militanti dell’area anarco-libertaria più oltranzista, prendendo atto dei caratteri di forza espressi dal Movimento e facendo riferimento alle elaborazioni culturali del situazionismo e della Raf (Rote Armee Fraktion), danno vita a questo tipo di organizzazione. I suoi dirigenti sono
  • 18. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w Gianfranco Faina e Salvatore Cinieri. Nascono i «gruppi di affinità», teorizzati in prima battuta dal Bonanno, «dove i legami tradizionali sono rimpiazzati da rapporti profondamente simpatetici, contraddistinti da un massimo di intimità, conoscenza, fiducia reciproca fra i loro membri». Una sorta di “comune” ristretta che ricorda il modus vivendi di certe organizzazioni mafiose - le famiglie siciliane, le ’ndrine calabresi - dove il livello di autocontrollo viene spinto al massimo. In quarto luogo le analisi del Prefetto di Firenze Gian Valori Lombardi del 2004 costituiscono,secondo l'AISI,una lucida diagnosi della situazione Il cambiamento genetico del più recente fenomeno eversivo trova un fertile humus e prospettive di sviluppo. I colpi inferti dall’attività investigativa e giudiziaria all’organizzazione delle Brigate Rosse, il rinvenimento della cospicua documentazione contenuta nel covo brigatista di via Montecuccoli, in Roma, l’arresto di Nadia Desdemona Lioce, per i noti fatti accaduti nella provincia aretina, hanno consentito un graduale, progressivo ed incisivo scompaginamento del gruppo eversivo, agevolato anche dalla recente collaborazione con la giustizia della brigatista toscana Cinzia Banelli.(..)gli spunti investigativi hanno anche evidenziato che talora tra formazioni eversive e alcuni movimenti o gruppi esiste un qualche possibile collegamento. Tali gruppi esistono anche in Toscana ove, rispetto al passato, se ne registra una maggiore presenza. Nell’estrema sinistra vi sono movimenti antagonisti e centri sociali autogestiti. (..)Sono, inoltre, attive numerose formazioni anarchiche (con la storica presenza nelle zone di Massa e di Carrara) e taluni gruppi che difendono -talora con azioni violente - specifici valori, come ad esempio la tutela degli animali (animalisti). Tali movimenti riescono ad affermarsi anche con una caratterizzazione localistica, che tende anche a differenziarsi da analoghi movimenti nazionali. Si pensi, ad esempio, alla provincia di Arezzo, dove alcuni gruppi, insoddisfatti dei partiti tradizionali, cercano di attirare e dare espressione al disagio giovanile, agli ideali umanitari, ambientalisti ed ecologisti. In altre aree geografiche, quali ad esempio Pisa, si registra la nascita di nuove formazioni tendenzialmente eversive. In uno scenario di probabile contiguità con le B.R., trovano espressione e corpo alcuni gruppi che mostrano spiccate simpatie verso le dottrine rivoluzionarie ed eversive. I vari atti terroristici, verificatisi in quest’ultimo periodo nel territorio pisano, a danno di sedi di partiti, di associazioni sindacali, di sedi della stampa locale, di agenzie interinali e di esponenti politici e sindacali locali ne costituiscono una emblematica riprova. Allo scopo di avvalorare la
  • 19. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w legittimità delle analisi poc'anzi menzionate riteniamo utile riportare per interno due documenti tratti dal sito Anarres - legato alla FAI di Torino - e un volantino - di cui indichiamo il link di riferimento http://www.federazioneanarchica.org/immagini/manifnopas.jpg - che mostra con estrema chiarezza l'esistenza di relazioni assai strette tra l'antagonismo anarchico torinese e quello greco. Documento n.1 sabato 25 febbraio si svolgerà una marcia No Tav da Bussoleno a Susa. Il percorso è quasi il medesimo del 16 novembre 2005, quando lo sciopero generale paralizzò la Valle Susa. Da allora il ritmo della lotta è cambiato molte volte, attraversando molti valichi difficili, salite erte erte, discese a precipizio. Nel 2005 tutto era nuovo, facile come la scoperta della vita che si apre, difficile come ogni volta che si fa qualcosa di non saputo. Aurorale. Si vinse e non si credeva che fosse vero, si vinse di slancio, gettando il cuore oltre l’ostacolo e trovandosi poi in tanti a fare la strada giusta. Se si fosse ascoltato il cuore, quel cuore che batteva al ritmo della lotta popolare, dopo la rivolta del dicembre, non ci si sarebbe fermati. Cominciava il walzer delle poltrone: il movimento ha detto “no” agli amministratori che volevano il tavolo di trattativa offerto da Berlusconi. Ma dire “no” non basta. Bisognava restare in strada, non mollare: il governo aveva paura delle barricate, dei blocchi, della gente che spontaneamente aveva risposto alla violenza e all’occupazione militare. Dopo sei anni, di tavolo in tavolo, il gioco degli inganni è andato avanti, tra walzer e giravolte, per logorare, sedurre, comprare. A maggio la parola è tornata alle armi. Quasi dieci mesi di lotta, giorno dopo giorno, notte dopo notte. Ci sono state le giornate di resistenza, i cortei, assemblee e mille incontri, cibo condiviso, la solidarietà di uno sguardo scambiato a metà notte mentre ci si incrocia su per il sentiero, tra un turno di guardia e l’altro. Ci sono stati i cortei dei tutti quanti e le giornate alle reti. Le botte, gli arresti, i gas che mozzano il respiro, la violenza dei media scatenati. Hanno provato a dividerci ma non ci sono riusciti. I buoni e i cattivi, gli ingenui valligiani e i guerriglieri venuti da fuori, quelli con la bandiera e i black bloc sono rimasti incastrati nelle penne malevole di certi giornalisti. A dicembre un corteo di tutti quanti, aperto dai bambini, ha bloccato dell’autostrada per oltre 14 ore. È stato un passaggio importante. Gli attivisti di tutti i giorni ci hanno creduto poco, attratti magneticamente dalle reti della Val Clarea, dal catino militarizzato predisposto dallo Stato per dare la propria prova di forza. La gente invece ci ha creduto. Lo ha sancito in assemblea e lo ha realizzato con semplicità e determinazione l’8 dicembre. Un primo passo di un sentiero che bisognerà allargare nei mesi a venire. Il governo ha scelto con cura il luogo dove sferrare l’attacco e aprire una guerra di posizione e di logoramento: una zona isolata, difficile da
  • 20. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w raggiungere, dove si può gasare come in guerra e poi raccontare che i No Tav sono violenti. Hanno dimostrato di aver imparato la lezione del 2005. Hanno puntato sui gas e le recinzioni. Un procuratore di stretta osservanza “Democratica” come Caselli si è assunto il compito di distribuire centinaia di denunce, decine di fogli di via, ordinare perquisizioni ed arresti. Il governo teme una rivolta che dilaghi da Torino all’alta Valle, teme che si ripetano gli scenari del 2005. Se in ogni paese sorge una barricata, se i blocchi si moltiplicano, la situazione diventa ingovernabile. Le truppe e la violenza potrebbero non bastare più, perché trattare le questioni sociali come affari di ordine pubblico è facile, finché il dissenso, per quanto ampio, si concentra nell’assedio al fortino della Maddalena. È tempo di rendere loro la vita difficile. È tempo che la lotta popolare riprenda il suo ritmo. Il ritmo di chi si mette di mezzo, scegliendo da se i luoghi e i tempi. Il ritmo di chi non delega a nessuno, soprattutto a chi gioca anche oggi il walzer delle poltrone sulla pelle di tutti. La Procura ha paura della Libera Repubblica della Maddalena, ne cita l’autonomia, la partecipazione, la libertà. Costruiamo Libere Repubbliche ovunque, luoghi dove la comunità resistente si incontra e costruisce quello spazio altro che tanto intimorisce chi difende chi lucra sulle vite di noi tutti. Su questi contenuti saremo alla marcia da Bussoleno a Susa il 25 febbraio con uno spezzone rosso e nero. Documento n.2 Arresti, perquisizioni, obblighi di dimora. Questa la ricetta della Procura di Torino, che da lunghi mesi si è assunta l’incarico di regolare i conti con il movimento No Tav. Sin dal giugno scorso si sono moltiplicati avvisi di garanzia, arresti, denunce, fogli di via nei confronti degli attivisti No Tav. Tutti firmati da Giancarlo Caselli, l’eroe della sinistra giustizialista, che vuole farla finita con un movimento cui si sono ispirati i tanti che si battono contro lo devastazione del territorio, contro un’idea di sviluppo folle e distruttiva, contrastando discariche, centrali, fabbriche inquinanti e installazioni militari. Giancarlo Caselli, il procuratore antimafia, che si schiera con la mafia del Tav. La strategia della lobby Si Tav è molto chiara: trasformare la protesta nei confronti di un’opera inutile, dannosa, follemente costosa in una questione di ordine pubblico. La scelta di occupare militarmente il territorio, di invadere l’area archeologica, trasformandola in un bivacco per le truppe di occupazione, culminata a gennaio nella trasformazione della zona in area di interesse strategico, la dice lunga sulla volontà di imporre con la forza la nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon. Le ragioni della forza contro la forza delle ragioni. In tanti anni i sostenitori dell’alta velocità hanno saputo articolare solo discorsi densi di vuota retorica.
  • 21. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w La retorica della piccola Italia schiacciata dietro le Alpi, isolata dall’Europa, condannata al declino. Una retorica falsa che nasconde dietro una foglia di fico un sistema di drenaggio di denaro pubblico a fini privatissimi, sostenuto in maniera bipartisan dalla destra come dalla sinistra, pronte a spartirsi la torta. I No Tav sono colpevoli. Sono colpevoli di aver mostrato la trama sottile che sostiene la tela delle grandi opere. Sono colpevoli di essersi schierati dalla parte dei tanti che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Sono colpevoli di stare con chi vorrebbe che i 22 miliardi della Torino Lyon fossero usati migliorare la vita di noi tutti, garantendo ospedali, pensioni, trasporti pubblici, scuole a tutti in modo eguale. Sono colpevoli di aver pensato che un altro mondo è possibile. Sono colpevoli di aver cominciato a vivere frammenti di relazioni politiche e sociali che vivono già oggi l’utopia concreta della partecipazione diretta alle scelte, della solidarietà, del mutuo appoggio. Sono colpevoli di sapere che la testimonianza non basta, che occorre mettersi in mezzo, anche a rischio della propria libertà, per offrire uno scampolo di libertà a tutti. Sono colpevoli di pensare che l’ordine ingiusto e predatorio in cui siamo forzati a vivere possa e debba essere spezzato, sono colpevoli di sapere che il futuro non è già segnato, che la precarietà, lo sfruttamento, la fame dei poveri, le guerre debbano divenire retaggio di un passato da dimenticare. Sono colpevoli di non essersi mai tirati indietro, di aver resistito per oltre vent’anni. Dopo la rivolta popolare del 2005, sindaci ed amministratori locali sedotti dalle sirene del denaro e del potere, hanno fatto il salto della quaglia, ma non sono riusciti a spezzare il movimento. Lo scorso maggio, il governo, smessa la finzione della mediazione politica, ha deciso di passare nuovamente alle maniere forti. Manganelli, lacrimogeni, botte, denunce e carcere. Gran parte degli organi di informazione si sono messi al servizio per diffamare e falsificare, sperando in una divisione tra “buoni” e “cattivi”. Hanno fallito. Un movimento popolare, un movimento tanto radicato quanto radicale, sa che di fronte alla violenza di carabinieri, poliziotti, militari reduci dalla guerra in Afganistan, di fronte all’occupazione militare, di fronte alla violenza legale ma non legittima dello Stato, ribellarsi è giusto. Mettersi in mezzo è un impegno morale. I No Tav arrestati il 26 gennaio sono colpevoli. Colpevoli di aver tenuto fede all’impegno che tutti ci siamo presi. Colpevoli di resistere. Partigiani della libertà di tutti. Li vogliamo liberi. Liberi subito. Fonti http://anarresinfo.noblogs.org/ Rivista Gnosis ,n.3 2006 : http://gnosis.aisi.gov.it/gnosis/Rivista8.nsf/ServNavig/9
  • 22. Ing. Marco Lucidi Dottore Magistrale in ingegneria della Sicurezza e protezione Civile – LM 26 Ingegnere iunior civile e ambientale – l 7 Security, safety, critical infrastructures, emergency and Forensics Engineering Via pietro maroncelli, 60 roma Tel. 347 7016088 – 06 55281942 e-mail: lionangel177@virgilio.it pec: m.lucidi@pec.ording.roma.it c.f. lcdmrc74p28h501w 4. PROGETTAZIONE DELLA SECURITY AD INFRASTRUTTURA CONCLUSA Per evidenziare il modo in cui andrà protetta una infrastruttura critica quale quella del tratto dell’alta velocità di cui stiamo parlando, per evitare ovviamente ritorsioni future, bisogna ricorrere a progetti già realizzati su obiettivi sensibili così estesi in termini geografici. La cultura e sensibilità americana in merito a tali problematiche, emerge nello studio del link a seguire in cui nell’allegato B “A catalog of best security practices” ci sono tutti i riferimenti di base per procedere ad una adeguata progettazione della security su tutti i possibili target terroristici. Lo studio è stato fatto dalla Mineta Transportation Insitute MTI, Istituto che opera su mandato Governativo USA, e che per ciò è stato sponsorizzato dal Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, dalla University Transportation Center Program e dal Dipartimento dei Trasporti della California. Il lavoro è del marzo 2013, e l’Abstract riporta: “This report presents an analysis of information relating to attacks, attempted attacks, and plots against high-speed rail (HSR) systems. It draws upon empirical data from MTI’s Database of Terrorist and Serious Criminal Attacks Against Public Surface Transportation and from reviews of selected HSR systems, including onsite observations. The report also examines the history of safety accidents and other HSR incidents that resulted in fatalities, injuries, or extensive asset damage to examine the inherent vulnerabilities (and strengths) of HSR systems and how these might affect the consequences of terrorist attacks. The study is divided into three parts: (1) an examination of security principles and measures; (2) an empirical examination of 33 attacks against HSR targets and a comparison of attacks against HSR targets with those against non-HSR targets; and (3) an examination of 73 safety incidents on 12 HRS systems. The purpose of this study is to develop an overall strategy for HSR security and to identify measures that could be applied to HSR systems currently under development in the United States. It is hoped that the report will provide useful guidance to both governmental authorities and transportation operators of current and future HSR systems.” Rif. : http://transweb.sjsu.edu/PDFs/research/1026-securing-US-high-speed-rail.pdf BIBLIOGRAFIA I link che sono riportati nel testo fanno riferimento ai seguenti documenti di cui a seguire: - “Formulating a Strategy for Security High-Speed Rail in the United States”, Brian Michael Jenkins, Chris Kozub, Bruce R.Butterworth, Renee Haider, Jean-Francois Clair, A publication of Mineta Transportation Insitute, marzo 2013; - “Tieniti informato con la TAV watching – il nuovo sport popolare della Val Susa”, Primo dossier di monitoraggio, febbraio 2014.