Pubblicazione sugli Atti del Convegno IF CRASC'15 - III Convegno di Ingegneria Forense e VI Convegno su CRolli, Affidabilità Strutturale, Consolidamento, da parte dell'Ing. Marco Lucidi
Seminario Area Tecnica su "DEMOLIZIONI E SICUREZZA" Studio Amati Architetti_M...Marco Lucidi
Panoramica su come la normativa sulla sicurezza interviene in un comparto rischioso quale quello delle demolizioni.
Questo per fornire a tutti i collaboratori dello Studio che si trovano ad operare all'interno dei cantieri di varie dimensioni e tipologie, gli strumenti normativi e tecnici adeguati.
INGEGNERIA FORENSE STRUTTURALE: BASI DEL PROGETTO E RICOSTRUZIONE DEI COLLASSIFranco Bontempi
Relazione generale per IF CRASC'15
Sapienza Universita' di Roma,
Facolta' di Ingegneria Civile e Industriale,
Via Eudossiana 18,
14-16 maggio 2015
Il presente contributo è basato sull’idea che la ricostruzione di una crisi strutturale (semplice rottura o collasso vero e proprio) sia basata su una chiara, corretta, e profonda conoscenza e comprensione delle basi di progetto che portano alla concezione di una costruzione e del processo di analisi che ne verifica la sicurezza e le prestazioni.
Partendo da questa idea, l’articolo cerca di presentare in modo sintetico, ma ordinato, nell’introduzione l’orizzonte temporale e la traiettoria di vita che una costruzione può esperire, evidenziando nel successivo paragrafo il carattere sistemico di una struttura, ovvero enfatizzando
la organizzazione gerarchica degli elementi strutturali che la formano: da questa ultima descrizione, si possono coerentemente valutare i livelli di crisi che si possono manifestare, giudicarne la gravità e indagarne i motivi.
Successivamente, una riflessione necessaria riguarda la natura delle azioni che possono cimentare una costruzione, con le loro origini e caratteristiche in termini di intensità, probabilità di accadimento e gravità di conseguenze. Questo è un aspetto delicato, che dà il giusto rilievo agli accadimenti e agli approcci di analisi e di indagine necessari: questo punto è analogo all’idea che in una costruzione non tutti gli elementi hanno le stesse caratteristiche e la stessa importanza. Queste considerazioni generali non appaiono adeguatamente rimarcate dal quadro normativo corrente, spesso più attivo nelle descrizioni di dettaglio. Nel quarto paragrafo, si esamina la complessità di un problema strutturale (adattando uno schema noto in letteratura dai lavori di Perrow) e i differenti tipi di situazioni di progetto: evolutivo o innovativo. Questa distinzione è importante al fine di rendersi conto delle conoscenze
(competenze) che si devono avere nell’affrontare il progetto: competenze che se mancanti o deficitarie possono essere origine di crisi strutturali.
Esaminati seppur brevemente questi punti (orizzonte temporale e prestazionale di una struttura, sua organizzazione sistemica, natura delle azioni che possono cimentarla, possibili ragioni della complessità del problema strutturale associato), nel quinto paragrafo, si riporta il
modello generale della genesi e dello sviluppo di un fallimento strutturale secondo Reason.
L’ultimo paragrafo fornisce, infine, indicazioni sulla ricostruzione dell’evento e la risalita alle responsabilità dal punto di vista ingegneristico.
Corso Ischia Sicura - 09 approfondimento n7- aedesArchLiving
Corso ISCHIA SICURA, Associazione Ingegneri Ischia: ORDINANZE POST SISMA (SABATO 27 Aprile 2019)
INTERVENTI
Apparato Normativo Post sisma: introduzione generale;
Le ordinanze post sisma l’esperienza di L’Aquila;
Le ordinanze post sisma l’esperienza Emiliana;
Le ordinanze post sisma in centro Italia;
Ricostruzione Pubblica post sisma;
Applicazione pratica delle ordinanze: determinazione del livello operativo;
Presentazione di richiesta di contributo: requisiti di ammissibilità, difformità, costo convenzionale;
Casi reali presentati agli uffici ricostruzione : esempi di progetti in Emilia 2012 e Italia centrale 2016.
RELATORI:
Arch. Giovanni Di Mambro – Dirigente Ministero Infrastrutture. Dirigente struttura di missione progetto C.A.S.E., Direttore Settore Ricostruzione del Commissario per la Ricostruzione Sisma 2016.
Ing. Gianluca Loffredo – Amministratore unico Archliving srl.
Ing. PIERLUIGI PASCALE – Responsabile Centro Italia Archliving srl
Corso Ischia Sicura - 04 approfondimento n2- livello operativoArchLiving
Corso ISCHIA SICURA, Associazione Ingegneri Ischia: ORDINANZE POST SISMA (SABATO 27 Aprile 2019)
INTERVENTI
Apparato Normativo Post sisma: introduzione generale;
Le ordinanze post sisma l’esperienza di L’Aquila;
Le ordinanze post sisma l’esperienza Emiliana;
Le ordinanze post sisma in centro Italia;
Ricostruzione Pubblica post sisma;
Applicazione pratica delle ordinanze: determinazione del livello operativo;
Presentazione di richiesta di contributo: requisiti di ammissibilità, difformità, costo convenzionale;
Casi reali presentati agli uffici ricostruzione : esempi di progetti in Emilia 2012 e Italia centrale 2016.
RELATORI:
Arch. Giovanni Di Mambro – Dirigente Ministero Infrastrutture. Dirigente struttura di missione progetto C.A.S.E., Direttore Settore Ricostruzione del Commissario per la Ricostruzione Sisma 2016.
Ing. Gianluca Loffredo – Amministratore unico Archliving srl.
Ing. PIERLUIGI PASCALE – Responsabile Centro Italia Archliving srl
Seminario Area Tecnica su "DEMOLIZIONI E SICUREZZA" Studio Amati Architetti_M...Marco Lucidi
Panoramica su come la normativa sulla sicurezza interviene in un comparto rischioso quale quello delle demolizioni.
Questo per fornire a tutti i collaboratori dello Studio che si trovano ad operare all'interno dei cantieri di varie dimensioni e tipologie, gli strumenti normativi e tecnici adeguati.
INGEGNERIA FORENSE STRUTTURALE: BASI DEL PROGETTO E RICOSTRUZIONE DEI COLLASSIFranco Bontempi
Relazione generale per IF CRASC'15
Sapienza Universita' di Roma,
Facolta' di Ingegneria Civile e Industriale,
Via Eudossiana 18,
14-16 maggio 2015
Il presente contributo è basato sull’idea che la ricostruzione di una crisi strutturale (semplice rottura o collasso vero e proprio) sia basata su una chiara, corretta, e profonda conoscenza e comprensione delle basi di progetto che portano alla concezione di una costruzione e del processo di analisi che ne verifica la sicurezza e le prestazioni.
Partendo da questa idea, l’articolo cerca di presentare in modo sintetico, ma ordinato, nell’introduzione l’orizzonte temporale e la traiettoria di vita che una costruzione può esperire, evidenziando nel successivo paragrafo il carattere sistemico di una struttura, ovvero enfatizzando
la organizzazione gerarchica degli elementi strutturali che la formano: da questa ultima descrizione, si possono coerentemente valutare i livelli di crisi che si possono manifestare, giudicarne la gravità e indagarne i motivi.
Successivamente, una riflessione necessaria riguarda la natura delle azioni che possono cimentare una costruzione, con le loro origini e caratteristiche in termini di intensità, probabilità di accadimento e gravità di conseguenze. Questo è un aspetto delicato, che dà il giusto rilievo agli accadimenti e agli approcci di analisi e di indagine necessari: questo punto è analogo all’idea che in una costruzione non tutti gli elementi hanno le stesse caratteristiche e la stessa importanza. Queste considerazioni generali non appaiono adeguatamente rimarcate dal quadro normativo corrente, spesso più attivo nelle descrizioni di dettaglio. Nel quarto paragrafo, si esamina la complessità di un problema strutturale (adattando uno schema noto in letteratura dai lavori di Perrow) e i differenti tipi di situazioni di progetto: evolutivo o innovativo. Questa distinzione è importante al fine di rendersi conto delle conoscenze
(competenze) che si devono avere nell’affrontare il progetto: competenze che se mancanti o deficitarie possono essere origine di crisi strutturali.
Esaminati seppur brevemente questi punti (orizzonte temporale e prestazionale di una struttura, sua organizzazione sistemica, natura delle azioni che possono cimentarla, possibili ragioni della complessità del problema strutturale associato), nel quinto paragrafo, si riporta il
modello generale della genesi e dello sviluppo di un fallimento strutturale secondo Reason.
L’ultimo paragrafo fornisce, infine, indicazioni sulla ricostruzione dell’evento e la risalita alle responsabilità dal punto di vista ingegneristico.
Corso Ischia Sicura - 09 approfondimento n7- aedesArchLiving
Corso ISCHIA SICURA, Associazione Ingegneri Ischia: ORDINANZE POST SISMA (SABATO 27 Aprile 2019)
INTERVENTI
Apparato Normativo Post sisma: introduzione generale;
Le ordinanze post sisma l’esperienza di L’Aquila;
Le ordinanze post sisma l’esperienza Emiliana;
Le ordinanze post sisma in centro Italia;
Ricostruzione Pubblica post sisma;
Applicazione pratica delle ordinanze: determinazione del livello operativo;
Presentazione di richiesta di contributo: requisiti di ammissibilità, difformità, costo convenzionale;
Casi reali presentati agli uffici ricostruzione : esempi di progetti in Emilia 2012 e Italia centrale 2016.
RELATORI:
Arch. Giovanni Di Mambro – Dirigente Ministero Infrastrutture. Dirigente struttura di missione progetto C.A.S.E., Direttore Settore Ricostruzione del Commissario per la Ricostruzione Sisma 2016.
Ing. Gianluca Loffredo – Amministratore unico Archliving srl.
Ing. PIERLUIGI PASCALE – Responsabile Centro Italia Archliving srl
Corso Ischia Sicura - 04 approfondimento n2- livello operativoArchLiving
Corso ISCHIA SICURA, Associazione Ingegneri Ischia: ORDINANZE POST SISMA (SABATO 27 Aprile 2019)
INTERVENTI
Apparato Normativo Post sisma: introduzione generale;
Le ordinanze post sisma l’esperienza di L’Aquila;
Le ordinanze post sisma l’esperienza Emiliana;
Le ordinanze post sisma in centro Italia;
Ricostruzione Pubblica post sisma;
Applicazione pratica delle ordinanze: determinazione del livello operativo;
Presentazione di richiesta di contributo: requisiti di ammissibilità, difformità, costo convenzionale;
Casi reali presentati agli uffici ricostruzione : esempi di progetti in Emilia 2012 e Italia centrale 2016.
RELATORI:
Arch. Giovanni Di Mambro – Dirigente Ministero Infrastrutture. Dirigente struttura di missione progetto C.A.S.E., Direttore Settore Ricostruzione del Commissario per la Ricostruzione Sisma 2016.
Ing. Gianluca Loffredo – Amministratore unico Archliving srl.
Ing. PIERLUIGI PASCALE – Responsabile Centro Italia Archliving srl
Progetto Preliminare, con Studio di Fattibilità, di un incontro europeo di scout con 12.000 presenze nel bosco di Metz (FR). Tale progetto rientrava nelle mie mansioni in quanto Responsabile dell'Antincendio Boschivo.
Individuazione delle aree e dei percorsi per la messa in sicurezza di primo tempo, nell'eventualità in cui un incendio boschivo di vaste dimensioni richiedesse l'evacuazione dell'intera area in attesa dei soccorsi delle Istituzioni francesi.
INFRASTRUTTURE CRITICHE_Progettazione della Security in Teatri Ostili_NO TAVMarco Lucidi
L’obiettivo è quello di voler prendere un caso studio molto famoso in Italia, e di respiro europeo, per poterne dedurre la complicazione progettuale. Parliamo del cantiere della TAV in Val di Susa, di un teatro ostile che viene molto spesso menzionato nei telegiornali, e che solo pochi giorni fa ha visto le prime condanne per atti criminali con la condanna di 47 attivisti NO TAV per gli scontri dell’estate del 2011.
Allo stato attuale si vuole capire come si è provveduto a mantenere sicuro sia il luogo del cantiere, ma anche la strategia per evitare dei sabotaggi in tutte le attività collaterali al cantiere. Si parla dello studio della sicurezza sia dei trasporti di materiali, che di tutto il personale tecnico che a vario titolo necessita di entrare in cantiere per la realizzazione dell’opera. Interessante è sapere anche come si muove la rete di intelligence che studia i fenomeni delle forze di contrasto NO TAV nella fase preliminare e di studio di qualsiasi azione sul campo.
La parte finale vuole invece pensare, e quindi lanciare possibili scenari di progettazione della security, nella fase post cantiere, ovvero alla consegna dell’opera, e che riguarda la difesa di una struttura critica che evidentemente sarà un target per tutti coloro che fino ad ora non l’hanno voluta.
Exposure Factor in a Controlled Demolition_Eng Marco LucidiMarco Lucidi
Pubblic Presentation of Freelance Engineer Marco Lucidi in IF CRASC'15 - III CONGRESS ON FORENSICS ENEGINEERING - VI CONGRESS ON COLLAPSES, RELIABILITY AND RETROFIT OF STRUCTURES - Sapienza University of Rome, May 14th-16th , 2015
Concorso Premi di Laurea ANPAM e Camera di Commercio di Brescia intitolati alla memoria del Dott. Vito Genco_Anno 2013
Assegnazione di n.4 premi per tesi di laurea inerenti le armi, gli esplosivi e le munizioni per il mercato civile.
ANALISI DEL RISCHIO_esposizione al rischioMarco Lucidi
Studio approfondito per un approccio ingegneristico all'analisi del rischio. Nello specifico si analizza la componente Esposizione, approfondendo l'aspetto di analisi quantitativa.
Informazione su Rischio Esplosione in Piattaforme Offshore_RSPPMarco Lucidi
Presentazione per l'orale dell'esame finale per RSPP. Si tratta di un esempio di informazione su rischi specifici per operatori su delle piattaforme di estrazione. Parliamo delle figure che sono più vicine al rischio esplosione, perché essendo trivellatori, possono essere esposti a miscele gassose tossiche, ed in alcune concentrazioni in proporzione con l'aria, esplodenti.
INFRASTRUTTURE CRITICHE_sicurezza fisica nelle fasi progettuali, costruttive ...Marco Lucidi
Argomento di ricerca nel campo della Difesa delle Infrastrutture Critiche. Il documento vuole essere una analisi della situazione nazionale attuale, e un tavolo di confronto per condividere conoscenze sull'argomento.
Presentazione Tesi di Laurea Magistrale - LM 26Marco Lucidi
Esposizione della Tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria della Sicurezza e della Protezione Civile - LM 26, dal titolo "Demolizione Controllata con l'Esplosivo"
Nell'ambito dei miei due corsi universitari del Prof. Alessandro Cutini, e' organizzato un seminario aperto oltre che agli studenti a chi lo trovi di proprio interesse.
Il seminario dal titolo "Un mestiere difficile: come non andare in progione facendo l'ingegnere" si terrà mercoledì 20 maggio prossimo nell'aula 24 della facoltà di Ingegneria di via Eudossiana 18, a partire dalle ore 14,00.
Connessioni in Acciaio - Lezione 14 dicembre2012Franco Bontempi
Lezione del 14 dicembre 2012 dell'Ing. Chiara Crosti - Corso di Costruzioni Metalliche del Prof. Ing. Franco Bontempi presso la Facolta' di Ingegneria della Universita' di Roma La Sapienza
CONVEGNO
L’INVESTIGAZIONE ANTINCENDI:
STATO DELL’ARTE E SVILUPPI FUTURI
Roma, 22 marzo 2017
Istituto Superiore Antincendio
Lo sviluppo di eventi negativi come i collassi strutturali che mettono a rischio la sicurezza della Società richiede un attento studio al fine di capirne le ragioni e spiegarne lo sviluppo nello spazio e nel tempo, come illustrato schematicamente nella figura sotto riportata e relativa ad un incendio in un edificio alto.
Lo studio di questi eventi negativi è l’oggetto centrale della Ingegneria Forense, che ha anche il compito di attribuire le eventuali responsabilità tecniche ed eventualmente individuare azioni dolose. In tal modo, in termini generali, questa disciplina ha anche la possibilità di indicare nuovi metodi di progetto che comprendano concetti ampi o innovativi come la robustezza strutturale o la resilienza, aumentando la conoscenza complessiva dell’Ingegneria.
Nel presente contributo, nella prima parte, saranno introdotti i punti salienti che riguardano la natura accidentale di eventi come l’incendio, i modelli generali che permettono di inquadrare questi incidenti, i criteri che permettono la ricostruzione degli eventi accidentali, concludendo con alcuni aspetti giuridici.
Nella seconda parte, dopo aver ricordato alcuni aspetti meccanici fondamentali, saranno presentati alcuni casi notevoli, mettendo in evidenza come i concetti prima evidenziati si presentano in concreto.
IL RUOLO DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NELLA IMPOSTAZIONE INGEGNERISTICA DELLA...Franco Bontempi
Tra le situazioni di rischio maggiormente temute dalla Società quelle legate all’azione incendio assumono giustamente un ruolo importante. Una fondamentale strategia per il controllo del rischio in caso di incendio per persone-beni-contesto, elementare nella sua enunciazione, consiste nel contrastare il più possibile la diffusione dell’incendio stesso. Questa strategia si applica a tutti i livelli: fra un locale e l’altro all’interno di un piano, fra un piano e l’altro all’interno di un edificio, fra un edificio e l’altro all’interno di un isolato, fino alla scala urbana e finanche regionale. Questa strategia di confinamento dello sviluppo dell’azione incendio trova la sua interpretazione strutturale nel tentativo di confinare quanto più possibile il danno strutturale conseguente all’azione stessa. Questa linea di difesa dal rischio incendio costituisce un approccio passivo di difesa. Essa è rimasta d’importanza fondamentale nel corso dello sviluppo storico della sicurezza in caso d’incendio, seppure affiancata da misure di protezione attive. La ragione di tale inalterata importanza è legata al fatto che, anche se approcci attivi possono essere più efficaci, la difesa passiva legata a caratteri strutturali risulta più affidabile e alle volte si presenta come ultima, se non unica, linea di difesa.
A tale riguardo poi, in seguito allo specificarsi dei requisiti prestazionali delle costruzioni e con particolare coerenza all’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio, diventa importante analizzare e valutare le modalità di crisi di parti di struttura e di collasso più o meno esteso della stessa. In altri termini, l’eventuale collasso strutturale, pur accettabile, deve però avvenire con modalità tali da risultare non catastrofico e non diffusivo. In questo modo, il concetto di robustezza diventa centrale dal punto di vista della concezione strutturale. In termini generali, con robustezza strutturale si intende la proprietà di una struttura di mostrare un decremento di prestazioni non sproporzionato rispetto al danneggiamento iniziale causato da un evento eccezionale (in questo caso l’incendio). Si può quindi pensare ad una regolarità di sviluppo delle rotture all’interno di una costruzione in funzione della magnitudo dell’incendio. In questo contributo, nella prima parte si introducono la definizione e il significato di robustezza strutturale in termini generali e nei risvolti applicativi che riguardano la concezione della struttura, la sua analisi strutturale e il suo giudizio.
Nella seconda parte, questi concetti sono applicati a due tipologie di costruzioni agli estremi, ovvero a) edifici
industriali monopiano e b) ponte in acciaio. Per entrambe le categorie di strutture, saranno fornite indicazioni sulle differenti modalità di collasso, sia favorevoli sia sfavorevoli.
The paper deals with the assessment during time of r.c. structures under damage due to diffusion of external agents inside the structure. The diffusion process is modelled by a cellular automata based approach, taking the interaction with the mechanical state of the structures, i.e. the cracking state of the structures, into account. A so-called staggered process then solves the coupled problem. An application shows the effectiveness of the proposed analysis strategy, together some design considerations about the structural robustness.
Atti Congresso CTE, Pisa 2000
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioStroNGER2012
Rivista ANTINCENDIO, agosto 2008
Per definire una strategia di lotta passiva all’incendio occorre un’oculata definizione
del comportamento meccanico degli elementi del sistema considerato e della loro robustezza attraverso analisi non lineari complete sulla capacità portante della struttura.
I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...Franco Bontempi
EDI-CEM Srl – Rivista “Strade & Autostrade”
www.stradeeautostrade.it
prima parte
LA ROBUSTEZZA È LA QUALITÀ STRUTTURALE FONDAMENTALE CHE PERMETTE A UN PONTE O A UN VIADOTTO DI SOPRAVVIVERE AGLI EVENTI NEGATIVI, ANCHE ESTREMI, CHE SI POSSONO PRESENTARE LUNGO LA VITA DI QUESTE OPERE D’ARTE E RAPPRESENTA LA POSSIBILITÀ DI ELUDERE CROLLI DISASTROSI
Progetto Preliminare, con Studio di Fattibilità, di un incontro europeo di scout con 12.000 presenze nel bosco di Metz (FR). Tale progetto rientrava nelle mie mansioni in quanto Responsabile dell'Antincendio Boschivo.
Individuazione delle aree e dei percorsi per la messa in sicurezza di primo tempo, nell'eventualità in cui un incendio boschivo di vaste dimensioni richiedesse l'evacuazione dell'intera area in attesa dei soccorsi delle Istituzioni francesi.
INFRASTRUTTURE CRITICHE_Progettazione della Security in Teatri Ostili_NO TAVMarco Lucidi
L’obiettivo è quello di voler prendere un caso studio molto famoso in Italia, e di respiro europeo, per poterne dedurre la complicazione progettuale. Parliamo del cantiere della TAV in Val di Susa, di un teatro ostile che viene molto spesso menzionato nei telegiornali, e che solo pochi giorni fa ha visto le prime condanne per atti criminali con la condanna di 47 attivisti NO TAV per gli scontri dell’estate del 2011.
Allo stato attuale si vuole capire come si è provveduto a mantenere sicuro sia il luogo del cantiere, ma anche la strategia per evitare dei sabotaggi in tutte le attività collaterali al cantiere. Si parla dello studio della sicurezza sia dei trasporti di materiali, che di tutto il personale tecnico che a vario titolo necessita di entrare in cantiere per la realizzazione dell’opera. Interessante è sapere anche come si muove la rete di intelligence che studia i fenomeni delle forze di contrasto NO TAV nella fase preliminare e di studio di qualsiasi azione sul campo.
La parte finale vuole invece pensare, e quindi lanciare possibili scenari di progettazione della security, nella fase post cantiere, ovvero alla consegna dell’opera, e che riguarda la difesa di una struttura critica che evidentemente sarà un target per tutti coloro che fino ad ora non l’hanno voluta.
Exposure Factor in a Controlled Demolition_Eng Marco LucidiMarco Lucidi
Pubblic Presentation of Freelance Engineer Marco Lucidi in IF CRASC'15 - III CONGRESS ON FORENSICS ENEGINEERING - VI CONGRESS ON COLLAPSES, RELIABILITY AND RETROFIT OF STRUCTURES - Sapienza University of Rome, May 14th-16th , 2015
Concorso Premi di Laurea ANPAM e Camera di Commercio di Brescia intitolati alla memoria del Dott. Vito Genco_Anno 2013
Assegnazione di n.4 premi per tesi di laurea inerenti le armi, gli esplosivi e le munizioni per il mercato civile.
ANALISI DEL RISCHIO_esposizione al rischioMarco Lucidi
Studio approfondito per un approccio ingegneristico all'analisi del rischio. Nello specifico si analizza la componente Esposizione, approfondendo l'aspetto di analisi quantitativa.
Informazione su Rischio Esplosione in Piattaforme Offshore_RSPPMarco Lucidi
Presentazione per l'orale dell'esame finale per RSPP. Si tratta di un esempio di informazione su rischi specifici per operatori su delle piattaforme di estrazione. Parliamo delle figure che sono più vicine al rischio esplosione, perché essendo trivellatori, possono essere esposti a miscele gassose tossiche, ed in alcune concentrazioni in proporzione con l'aria, esplodenti.
INFRASTRUTTURE CRITICHE_sicurezza fisica nelle fasi progettuali, costruttive ...Marco Lucidi
Argomento di ricerca nel campo della Difesa delle Infrastrutture Critiche. Il documento vuole essere una analisi della situazione nazionale attuale, e un tavolo di confronto per condividere conoscenze sull'argomento.
Presentazione Tesi di Laurea Magistrale - LM 26Marco Lucidi
Esposizione della Tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria della Sicurezza e della Protezione Civile - LM 26, dal titolo "Demolizione Controllata con l'Esplosivo"
Nell'ambito dei miei due corsi universitari del Prof. Alessandro Cutini, e' organizzato un seminario aperto oltre che agli studenti a chi lo trovi di proprio interesse.
Il seminario dal titolo "Un mestiere difficile: come non andare in progione facendo l'ingegnere" si terrà mercoledì 20 maggio prossimo nell'aula 24 della facoltà di Ingegneria di via Eudossiana 18, a partire dalle ore 14,00.
Connessioni in Acciaio - Lezione 14 dicembre2012Franco Bontempi
Lezione del 14 dicembre 2012 dell'Ing. Chiara Crosti - Corso di Costruzioni Metalliche del Prof. Ing. Franco Bontempi presso la Facolta' di Ingegneria della Universita' di Roma La Sapienza
CONVEGNO
L’INVESTIGAZIONE ANTINCENDI:
STATO DELL’ARTE E SVILUPPI FUTURI
Roma, 22 marzo 2017
Istituto Superiore Antincendio
Lo sviluppo di eventi negativi come i collassi strutturali che mettono a rischio la sicurezza della Società richiede un attento studio al fine di capirne le ragioni e spiegarne lo sviluppo nello spazio e nel tempo, come illustrato schematicamente nella figura sotto riportata e relativa ad un incendio in un edificio alto.
Lo studio di questi eventi negativi è l’oggetto centrale della Ingegneria Forense, che ha anche il compito di attribuire le eventuali responsabilità tecniche ed eventualmente individuare azioni dolose. In tal modo, in termini generali, questa disciplina ha anche la possibilità di indicare nuovi metodi di progetto che comprendano concetti ampi o innovativi come la robustezza strutturale o la resilienza, aumentando la conoscenza complessiva dell’Ingegneria.
Nel presente contributo, nella prima parte, saranno introdotti i punti salienti che riguardano la natura accidentale di eventi come l’incendio, i modelli generali che permettono di inquadrare questi incidenti, i criteri che permettono la ricostruzione degli eventi accidentali, concludendo con alcuni aspetti giuridici.
Nella seconda parte, dopo aver ricordato alcuni aspetti meccanici fondamentali, saranno presentati alcuni casi notevoli, mettendo in evidenza come i concetti prima evidenziati si presentano in concreto.
IL RUOLO DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NELLA IMPOSTAZIONE INGEGNERISTICA DELLA...Franco Bontempi
Tra le situazioni di rischio maggiormente temute dalla Società quelle legate all’azione incendio assumono giustamente un ruolo importante. Una fondamentale strategia per il controllo del rischio in caso di incendio per persone-beni-contesto, elementare nella sua enunciazione, consiste nel contrastare il più possibile la diffusione dell’incendio stesso. Questa strategia si applica a tutti i livelli: fra un locale e l’altro all’interno di un piano, fra un piano e l’altro all’interno di un edificio, fra un edificio e l’altro all’interno di un isolato, fino alla scala urbana e finanche regionale. Questa strategia di confinamento dello sviluppo dell’azione incendio trova la sua interpretazione strutturale nel tentativo di confinare quanto più possibile il danno strutturale conseguente all’azione stessa. Questa linea di difesa dal rischio incendio costituisce un approccio passivo di difesa. Essa è rimasta d’importanza fondamentale nel corso dello sviluppo storico della sicurezza in caso d’incendio, seppure affiancata da misure di protezione attive. La ragione di tale inalterata importanza è legata al fatto che, anche se approcci attivi possono essere più efficaci, la difesa passiva legata a caratteri strutturali risulta più affidabile e alle volte si presenta come ultima, se non unica, linea di difesa.
A tale riguardo poi, in seguito allo specificarsi dei requisiti prestazionali delle costruzioni e con particolare coerenza all’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio, diventa importante analizzare e valutare le modalità di crisi di parti di struttura e di collasso più o meno esteso della stessa. In altri termini, l’eventuale collasso strutturale, pur accettabile, deve però avvenire con modalità tali da risultare non catastrofico e non diffusivo. In questo modo, il concetto di robustezza diventa centrale dal punto di vista della concezione strutturale. In termini generali, con robustezza strutturale si intende la proprietà di una struttura di mostrare un decremento di prestazioni non sproporzionato rispetto al danneggiamento iniziale causato da un evento eccezionale (in questo caso l’incendio). Si può quindi pensare ad una regolarità di sviluppo delle rotture all’interno di una costruzione in funzione della magnitudo dell’incendio. In questo contributo, nella prima parte si introducono la definizione e il significato di robustezza strutturale in termini generali e nei risvolti applicativi che riguardano la concezione della struttura, la sua analisi strutturale e il suo giudizio.
Nella seconda parte, questi concetti sono applicati a due tipologie di costruzioni agli estremi, ovvero a) edifici
industriali monopiano e b) ponte in acciaio. Per entrambe le categorie di strutture, saranno fornite indicazioni sulle differenti modalità di collasso, sia favorevoli sia sfavorevoli.
The paper deals with the assessment during time of r.c. structures under damage due to diffusion of external agents inside the structure. The diffusion process is modelled by a cellular automata based approach, taking the interaction with the mechanical state of the structures, i.e. the cracking state of the structures, into account. A so-called staggered process then solves the coupled problem. An application shows the effectiveness of the proposed analysis strategy, together some design considerations about the structural robustness.
Atti Congresso CTE, Pisa 2000
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioStroNGER2012
Rivista ANTINCENDIO, agosto 2008
Per definire una strategia di lotta passiva all’incendio occorre un’oculata definizione
del comportamento meccanico degli elementi del sistema considerato e della loro robustezza attraverso analisi non lineari complete sulla capacità portante della struttura.
I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...Franco Bontempi
EDI-CEM Srl – Rivista “Strade & Autostrade”
www.stradeeautostrade.it
prima parte
LA ROBUSTEZZA È LA QUALITÀ STRUTTURALE FONDAMENTALE CHE PERMETTE A UN PONTE O A UN VIADOTTO DI SOPRAVVIVERE AGLI EVENTI NEGATIVI, ANCHE ESTREMI, CHE SI POSSONO PRESENTARE LUNGO LA VITA DI QUESTE OPERE D’ARTE E RAPPRESENTA LA POSSIBILITÀ DI ELUDERE CROLLI DISASTROSI
Sicurezza delle strutture e applicazioni nuovi materiali.Franco Bontempi
“Corso sulla sicurezza e durabilità delle strutture portanti con visita tecnica ai lavori della galleria ferroviaria di base del Brennero”
18 ottobre 2019
Infopoint BBT, Forte di Fortezza
Via Brennero, 39045 Fortezza
Revisione delle norme tecniche per le costruzioni 2015Enrico Flaccovio
È da moltissimo che si aspettano le modifiche alle NTC e a quanto pare le ultime bozze di norma di cui siamo in possesso, sono abbastanza attendibili per poter analizzare ciò che sarà. Così ho contattato Angelo Biondi, ingegnere strutturista nonché esperto e docente in STS Software, e gli ho proposto di mettere su un bel webinar dedicato a questo tema.
Il 7 marzo 2015 abbiamo avuto circa 800 spettatori online. Il video è acquistabile su questo link
http://www.darioflaccovio.it/libro.php/revisione-delle-norme-tecniche-per-le-costruzioni-df9936_C973
Le slide che ho caricato qui sono ovviamente quelle che Angelo ha utilizzato durante il Webinar. I temi trattati sono:
~ cenni sulla bozza NTC e su iter d'approvazione e entrata in vigore
~ evidenziazione di aspetti tecnici già contenuti nelle precedenti NTC, oggi trascurati o dimenticati
~ metodi di verifica degli elementi strutturali
“Fattore di comportamento” (ex fattore di struttura) e “Classi di Duttilità“
~ novità relative alla verifica dei fabbricati esistenti
~ adeguamento e miglioramento sismico degli edifici
~ conclusioni.
Intervento alla giornata sulla sicurezza delle strutture nelle costruzioni esistenti.
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma,
20 novembre 2018
Attenzione al clima e al contesto in cui si è sviluppata la progettazione. La concezione strutturale da i geni alla struttura.
Attenzione all’organizzazione come sistema della struttura: quali sono le parti più importanti, quelle critiche, elementi secondari ma che possono cerare danno.
Le crisi strutturali sono conseguenza dell’allineamento di diverse debolezze, da quelle nella concezione, quelle nel calcolo e nel disegno, quelle realizzative, quelle legate all’uso e all’intervento di eventi accidentali / eccezionali, fino alla mancata manutenzione e al monitoraggio inidoneo. L’elefantiasi delle norme è foriera di crisi.
L’analisi è un processo strutturalo, esplorativo, in cui è essenziale valutare la sensibilità della risposta strutturale e la sua delimitazione.
La robustezza garantisce la sopravvivenza della struttura agli eventi e anche agli errori umani.
Intervento alla Conferenza formativa programmata per il 19 ottobre 2022, che si propone l’obbiettivo di focalizzare le tematiche relative alla vasta gamma di prove sui materiali che si possono effettuare con il ricorso ai laboratori e di indagini sulle costruzioni esistenti propedeutiche alla verifica della vulnerabilità sismica (cap. 8 DM 17/01/2018), nonché ai controlli di accettazione sui materiali per uso strutturale (cap. 11 DM 17/01/2018).
Ordine degli Ingegneri della privincia di Roma, 19 novembre 2022
“Le prove sui materiali per la sicurezza e la durabilità delle costruzioni - I LABORATORI”
19 ottobre 2022
Presso l’Hotel Mercure Roma West
viale Eroi di Cefalonia 301- Roma
Convegno SPEKTRA da A2A - 28 maggio 2024 | ALESIANO Yuri
Il Fattore Esposizione in una Demolizione Controllata_Ing. Marco Lucidi
1. IF CRASC’15
III CONVEGNO DI INGEGNERIA FORENSE
VI CONVEGNO SU CROLLI, AFFIDABILITÀ STRUTTURALE, CONSOLIDAMENTO
SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA, 14-16 MAGGIO 2015
IL FATTORE ESPOSIZIONE IN UNA DEMOLIZIONE
CONTROLLATA
M. Lucidi
Libero Professionista, Roma
SOMMARIO
Lo studio analizza l’andamento nel tempo del rischio, a partire dalla necessità di demoli-
zione di una struttura per motivi di interesse o di sicurezza pubblica, passando per le confi-
gurazioni via via più deboli che porteranno fino al suo crollo, con la possibilità in itinere di
crolli improvvisi totali o parziali. Nel caso dell’impiego di esplosivi, in aggiunta viene pre-
so in considerazione un collasso parziale instabile a seguito di un’esplosione probabilmente
non avvenuta completamente, con la rapidità di indagine che ne consegue almeno nel de-
terminare se la motivazione è proprio legata ad un colpo mancato, ovvero ad una carica
esplosiva non scoppiata, o ad un errore di progettazione della linea di tiro.
Il fattore tempo che caratterizza l’esposizione di persone e di beni non interessati alla de-
molizione, è determinante fin dalla decisione che la struttura esistente va abbattuta. Tutte le
configurazioni strutturali, a partire da quel tempo zero, sono maggiormente a rischio per i
tempi di ritorno legati ad eventi naturali rari.
Il rischio è legato ad una variazione studiata dei percorsi di carico, che in ogni momento
devono rientrare in una combinazione dei carichi verificata ai vari stati limite, in funzione
della durata di tale configurazione provvisoria, e almeno fino a quando sono presenti degli
operatori che potrebbero essere investiti dal crollo.
1. INTRODUZIONE
La demolizione è una delle operazioni possibili da mettere in atto nel momento in cui la co-
struzione non è più in grado di assolvere a ciò per cui è stata realizzata. Ogni struttura, dal
momento in cui viene progettata, porta in se delle caratteristiche tecniche che le dovrebbero
garantire la sopravvivenza fino a quando non dovessero intervenire eventi naturali di peri-
colosità superiore a quelli già messi in conto. Oppure sono sopraggiunti motivi di carattere
doloso imponderabili, a seguito dei quali la costruzione ha riportato dei danni da valutare.
Nella vita utile di una struttura è auspicabile anche un monitoraggio, con conseguente even-
tuale manutenzione tali, da far rispettare le caratteristiche per cui tale costruzione è nata.
Il costante controllo di un professionista, è una garanzia per l’incolumità di tutte le persone
che, anche se nella più completa ignoranza tecnica, si aspettano di vivere in sicurezza
2. M. Lucidi
all’interno di una nuova costruzione, intendendola nuova quando rientrante nella sua vita
utile. A maggior ragione chi vive nelle immediate vicinanze.
Un analogo senso di sicurezza dovrebbe essere percepito dalle persone che si affidano alle
competenze di un tecnico dei Vigili del Fuoco quando gli notifica la non agibilità della pro-
pria casa, oppure quando chi risiede vicino ad una costruzione da demolire non ha da teme-
re da potenziali rischi di crolli che possano coinvolgere anche la sua abitazione, o da inter-
ruzione di servizi.
A seguire si prenderanno in considerazione vari aspetti di interesse per chi nel tempo di un
ciclo di vita di una costruzione, si trova ad essere a rischio della propria vita.
Si parte da chi utilizza tale struttura, e che quindi sarebbe più tranquillo nel sapere che si è
provveduto a tutto il necessario affinché possa usufruirne in completa sicurezza, passando
per chi si trova ad operare all’interno di una costruzione da demolire e quindi già in parten-
za al limite della sicurezza, o potenzialmente coinvolgibile in un crollo imprevisto in tale
fase, concludendo con un’analisi di rischio massimo nel momento in cui il crollo per la de-
molizione non è quello previsto. In quest’ultima analisi si faranno delle ipotesi proprio sulla
limitazione dei danni derivanti agli operai esposti che dovranno intervenire.
2. SCEGLIERE SE DEMOLIRE
I soggetti esposti ai rischi di una demolizione, qualunque essa sia, sono gli operai che ope-
rano sulla struttura e chi indirettamente si trova a poter essere coinvolto in un crollo im-
provviso. Possono essere gli abitanti nelle immediate vicinanze, anche all’interno delle pro-
prie abitazioni, ma anche chi si trova di passaggio nei pressi dell’area di intervento. Se il
crollo è improvviso ed inaspettato, potrebbero non essere ancora complete o adeguate, tutte
le prescrizioni di sicurezza come ad esempio il confinamento delle aree di lavoro.
Il crollo può avvenire per errore umano, per definizione non prevedibile, da eventi naturali
straordinari ed estemporanei o da dolo.
2.1. Rischio e livello di sicurezza
Nelle immagini a seguire emerge come decadono le caratteristiche strutturali nel tempo,
nell’interfaccia tra degrado delle caratteristiche del materiale e della ridistribuzione dei ca-
richi. Questa considerazione viene fatta nella eventualità in cui parliamo della fine della vi-
ta utile di una costruzione, per la quale si è provveduto a un corretto monitoraggio durante
il suo normale utilizzo.
In (1) viene caratterizzato l’indice di sicurezza per funzioni di distribuzione di probabilità
normale di R e S tra loro indipendenti, o comunque normalizzate.
(1)
3. Il fattore esposizione in una demolizione controllata
Figura 1. Rappresentazione unitaria dei metodi di verifica della sicurezza strutturale (A. Migliacci).
Si possono definire ulteriori coefficienti di sicurezza, che sono i coefficienti parziali fun-
zione degli stati limite considerati, che incorporano le incertezze geometriche e di modello.
L’area di sovrapposizione delle distribuzioni riportate in figura 2, rappresenta la probabilità
di crisi o di insuccesso della struttura.
Figura 2. Sicurezza strutturale con confronto tra resistenza ed effetto delle azioni tramite i valori ca-
ratteristici.
La diminuzione delle caratteristiche meccaniche dei materiali che evolvono nel tempo per
fenomeni di deterioramento, e l’incremento dei livelli di carico per variazione di destina-
zione d’uso, comportano l’andamento nel tempo sia dei valori medi che degli intervalli di
interesse delle distribuzioni di probabilità che sono riportate nella figura 3, soggette anche a
danneggiamenti per fenomeni particolari.
4. M. Lucidi
Figura 3. Andamento stocastico della capacità prestazionale di una struttura nel tempo.
2.2. Urgenza e messa in sicurezza
Il fattore tempo nel caso dell’urgenza, fa propendere per un intervento che eviti il crollo
improvviso in presenza di esposti. Potrebbe essere il caso di un danneggiamento strutturale
in seguito ad un evento straordinario. Si procede all’allontanamento degli esposti da parte
delle autorità competenti per ragioni di inagibilità del costruito, alla messa in sicurezza per
chi dovrà procedere ad ulteriori sopralluoghi tecnici e quindi alle considerazioni economi-
che per il consolidamento ovvero la demolizione.
Figura 4. Messa in sicurezza da parte dei vigili del fuoco degli edifici di San Felice sul Panaro nel
giugno 2012 (http://www.ladigetto.it/files.php?file=Calamit/VVFF_Panaro_756269859.jpg).
I puntellamenti in riferimento alla figura 4, non hanno comportato l’occupazione della sede
stradale permettendo la ripresa della normale viabilità all’esterno, oltre a consentire a tutte
le ditte i sopralluoghi tecnici all’interno per gli interventi definitivi e necessari per la conse-
5. Il fattore esposizione in una demolizione controllata
guente agibilità degli edifici.
2.3. Rischio al limite della sicurezza scelta di recupero o demolizione
In figura 5 si rappresenta come aumentare la vita utile di una struttura intervenendo con un
piano di manutenzione dell’opera, che consenta di spostare l’affidabilità strutturale nella
zona di sicurezza. Anche qui devono essere fatte delle considerazioni di tipo economico, e
nello stesso tempo valutare quali debbano essere le caratteristiche di base che deve garanti-
re una struttura affinché possa essere recuperata.
Figura 5. L’elemento strutturale in questione è la pila di un ponte. Nelle tre immagini della prima co-
lonna è riportato l’andamento dell’indice di affidabilità ß e possibili andamenti di scenari di manuten-
zione mirati ad ottenere una vita utile fino a T=50 anni (periodo di monitoraggio ΔT=2 anni). Nelle
altre tre immagini della seconda colonna ci sono gli andamenti nel tempo dei costi di manutenzione
normalizzati.
3. SCELTA DEL METODO DI DEMOLIZIONE
La scelta di utilizzo dell’esplosivo nasce per ragioni di tempo e di sicurezza nell’operazione
di demolizione. Risulta essere una tecnica costosa per l’uso di materiale particolare e per
6. M. Lucidi
l’impiego di maestranze altamente qualificate, ma in alcuni casi è molto più sicura (struttu-
re a notevole sviluppo lungo una o due delle dimensioni spaziali), ed anche economicamen-
te vantaggiosa per volumetrie notevoli.
Figura 6. Analisi dei costi pre-demolizione per la demolizione di Punta Penotti, con la descrizione dei
n.3 scenari facilmente deducibili dalle tabelle.
Nonostante nell’analisi dei costi era emerso che il terzo scenario era più conveniente in
termini di spesa in quanto si portavano in scomputo dei recuperi derivanti dalla demolizione
selettiva dei materiali riciclabili, la demolizione venne effettuata con l’esplosivo per motivi
evidentemente legati agli altri aspetti caratteristici indiretti del primo scenario.
Nel grafico a seguire, risultato di un’analisi dettagliata, emerge che la demolizione con
l’esplosivo risulta essere più sicura delle tecniche di demolizione tradizionali. Caratteristica
rilevante è il basso numero di operai esposti al rischio e la sicurezza al contorno garantita
dell’evacuazione dell’area di intervento fino ad una distanza di sicurezza.
7. Il fattore esposizione in una demolizione controllata
Figura 7. Progetto delle Demolizione - Analisi quantitativa del rischio prima della demolizione con
esplosivo.
Figura 8. Probabilità di infortunio prima della demolizione con esplosivo.
8. M. Lucidi
Figura 9. Investigazione delle cause del fallimento - Analisi quantitativa del rischio dopo il fallimen-
to della demolizione con esplosivo.
Figura 10. Probabilità di infortunio dopo il fallimento della demolizione con esplosivo.
9. Il fattore esposizione in una demolizione controllata
4. ANDAMENTO NEL TEMPO DEL RISCHIO
Nelle figure 9 e 10 viene evidenziato qualitativamente nel grafico il processo investigativo
nella determinazione del fallimento in una demolizione con esplosivo, e l’analisi quantitati-
va numerica che fa emergere una dannosità superiore ai valori del comparto demolizioni nel
caso di mancata demolizione. Nella seguente figura 11 si nota l’andamento qualitativo della
distribuzione di probabilità del rischio nel tempo. La deformazione della funzione di distri-
buzione di probabilità con il tempo, nel momento in cui viene degradata la struttura per
procedere all’indebolimento necessario per la demolizione con l’esplosivo e il percentile
che va garantito, e che quindi ha bisogno di un monitoraggio continuo durante le operazioni
di preparazione della demolizione, deve rientrare nel livello di sicurezza. L’operazione deve
essere non solo di monitoraggio, ma anche di prevenzione. Quindi il piano di demolizione,
e i suoi aggiornamenti in progress, devono essere sottoposti ad uno strutturista in grado di
determinare se tali interventi sulla configurazione strutturale siano in sicurezza.
Figura 11. Andamento qualitativo nel tempo delle prestazioni, dell’affidabilità e degli esposti per una
costruzione particolarmente alta da demolire al termine della propria vita utile.
10. M. Lucidi
Nei grafici di figura 11 sono riportati i seguenti tempi: t0 come inizio della vita della struttu-
ra; td è il riferimento nel caso di fine della vita utile; te per il tempo di inizio emergenza che
coincide con l’evacuazione nel caso di eventi calamitosi; ta rappresenta il tempo in cui la
struttura è nuovamente agibile per l’uso civile; tr1 e tr2 rientrano nel progetto di manutenzio-
ne per rendere la struttura affidabile in prossimità del termine della vita utile; t0d e t*0d sono
i tempi iniziali delle demolizioni con esplosivo e con metodi diversi, quando ormai non è
più vantaggioso procedere al recupero; t’d è il termine della demolizione con esplosivo, ov-
vero l’inizio della fase più a rischio nel caso di mancata demolizione; t’’d è la demolizione
al termine della precedente fase; t*’d è il termine della demolizione con altri metodi diversi
dall’impiego di esplosivi.
La scelta del metodo di demolizione nel caso di una costruzione particolarmente alta, o per
strutture particolari quali i ponti, dipende da ragioni economiche e di sicurezza. Nello stu-
dio svolto nelle figure 6 e 8, nell’analisi quantitativa risulta essere più sicuro ed economico
l’impiego della demolizione controllata con esplosivo. Per costruzioni che si trovano al li-
mite dell’affidabilità, per la sicurezza degli esposti a potenziali crolli, bisogna agire rapi-
damente riducendo i tempi di esposizione, oltre a coinvolgere il minor numero possibile di
operatori soggetti al rischio di collasso. Emerge la riduzione di rischio assoluto
nell’intervallo t0d – t’d, e del rischio assoluto riducendo l’intervallo t’d e t’’d. Nell’ultimo ca-
so si potrebbe optare anche per un cambio di metodologia di demolizione, ma sempre in
grado di garantire una riduzione dei tempi di esecuzione.
Figura 12. Il coefficiente ECR compara un coefficiente di collasso accettabile in seguito ai danni del
mainshock per un terremoto. I coefficienti α1 e α2 sono funzione della destinazione d’uso
dell’edificio.
L’evacuazione in caso di rischio di crollo nel post evento sismico, ma per qualsiasi emer-
genza in luoghi confinati, descrive bene il fenomeno di allontanamento degli esposti da un
ambiente pericoloso. Le squadre di soccorso hanno necessità di effettuare dei sopralluoghi
in emergenza e il recupero superstiti, fino a quando il rischio non compromette anche la lo-
ro incolumità.
11. Il fattore esposizione in una demolizione controllata
Figura 13. Nella figura di sinistra viene definito dopo quanto tempo è possibile superare la fase più
rischiosa prima di intervenire con le squadre di soccorso, o con dei sopralluoghi tecnici, nel caso di un
forte mainshock indicizzato da un valore di gamma più alto di α2; nella figura di destra viene valutato
il tempo necessario per le squadre di soccorso per intervenire in zona rossa, quando non è possibile
aspettare il passaggio in zona gialla dopo un tempo k.
La struttura parzialmente crollata, o collassata in modo inaspettato, versa nelle stesse con-
dizioni, e c’è comunque necessità di intervenire per completare l’opera di demolizione in
quanto la situazione venutasi a creare è altamente a rischio. Nella (2) viene riportato il ri-
schio totale associato ad un evento calamitoso, risultato della convoluzione di tre termini, in
cui per P si definisce la pericolosità, ovvero la probabilità di accadimento dell’evento, con
V la vulnerabilità, cioè la propensione a subire danneggiamenti in seguito ad un evento e
con E l’esposizione come il numero di elementi a rischio presenti nell’area.
(2)
Figura 14. Mantenimento del rischio agendo sulla sola esposizione, all’aumentare di pericolosità e
vulnerabilità.
P P
V
V
P P
R
=
12. M. Lucidi
Per la riduzione del rischio, in ultima analisi, si passa a lavorare sul solo fattore Esposizio-
ne, in quanto la configurazione instabile in cui si troverebbe una struttura crollata in manie-
ra imprevista, è altamente pericolosa e vulnerabile. Il tempo a disposizione per trovare una
soluzione, a parte quello necessario e prescritto per un eventuale colpo mancato, è molto
limitato. Non è possibile fare grandi studi sulla nuova affidabilità strutturale, per cui sarà
importante limitare l’esposizione riducendo le persone che operano, riducendo il tempo di
intervento ed eventualmente cambiare la tecnica di demolizione.
5. CONCLUSIONI
Dall’analisi svolta emerge la necessità di un costante monitoraggio della struttura durante la
sua vita utile, proprio per determinare in ogni momento l’andamento dell’affidabilità della
stessa. Oltre all’evento eccezionale e allo studio di un piano di manutenzione adeguato che
nel tempo garantisce un sostanziale aumento della vita utile di una struttura, è determinante
un continuo controllo della fase di demolizione come scelta definitiva.
Nel caso di strutture particolarmente sviluppate nello spazio, sia in altezza che in lunghez-
za, risulta più sicuro ed economico l’impiego dell’esplosivo nella demolizione controllata.
Sicurezza che viene messa in discussione nel caso in cui la demolizione dovesse non andare
come progettato.
In tutte le analisi di rischio che hanno per oggetto un crollo strutturale, si ha come indice di
danno la perdita della vita umana, o il ferimento. Per limitare tale danno si è voluto puntare
sull’allontanamento dal pericolo proprio del maggior numero di persone. La rapidità di al-
lontanamento nel caso di una evacuazione, come la velocità con cui gli operatori del soc-
corso prestano il loro servizio ai feriti anche in strutture post sisma, hanno messo in eviden-
za il fattore tempo come elemento concomitante nella riduzione del rischio agendo
sull’esposizione.
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