Le tecnologie digitali per la didattica tra innovazione e nuove competenzeEleonora Guglielman
E. Guglielman (2012). Le tecnologie digitali per la didattica tra innovazione e nuove competenze, "Life Design - Research and Education", a. II, n. 2, pp. 38-46.
Le tecnologie digitali per la didattica tra innovazione e nuove competenzeEleonora Guglielman
E. Guglielman (2012). Le tecnologie digitali per la didattica tra innovazione e nuove competenze, "Life Design - Research and Education", a. II, n. 2, pp. 38-46.
Luciano mariani Nuovi ambienti di apprendimentoLuciano Mariani
I nuovi contesti di apprendimento richiedono, da una parte, un esame attento delle potenzialita' e criticita' degli apprendimenti informali che avvengono fuori dalla classe, e dall'altra, una presa in carico delle alfabetizzazioni, multimediali e sociali, attivate dai nuovi mezzi di informazione e comunicazione.
Keynote inaugurale dei Seminari SISSCO Nuove frontiere della Public and Digital History (martedì 23 novembre 2021)
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali - UniMoRe - Modena
Survey finalizzata alla raccolta di dati sull'infosfera italiana e sul modo degli italiani di informarsi. I risultati sono stati classificati secondo uno schema critico che evidenzia gli effetti del filtro algoritmico, le concentrazioni di attenzione, la difficoltà nel ridefinire l'autorevolezza delle fonti da parte degli italiani e molto altro ancora. L'indagine è stata promossa e coordinata dalle cattedre e dagli studenti di "Teoria e tecniche delle analisi di mercato" e di “Comunicazione e innovazione nelle pubbliche amministrazioni” aa 2015/2016, dell'Università Suor Orsola Benincasa e da un team di ricercatori che si raccolgono attorno al Centro Studi Democrazie Digitali (www.democraziedigitali.it), supportati da Buzzlogger (www.buzzlogger.com) e dall’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale (www.compubblica.it).
Lavoro di ricerca sull'Infosfera Italiana 2016 con l'obiettivo di comprendere quali siano i criteri di scelta delle fonti di informazione degli utenti italiani e, in particolare, quali siano i meccanismi di influenza dei media, in particolare quelli presenti su internet, e la loro efficacia in termini di persuasione.
Una introduzione alla "necessità" di corrispondere alla realtà dei bambini e dei ragazzi con una educazione mediale forte e significativa. Punti di criticità e riflessioni senza l'effetto alone dei pregiudizi.
Le recenti tecnologie virtuali, web e mobili stanno cambiando il modo di leggere il presente; allo stesso modo deve mutare anche il modo di presentare il passato. La fruizione dei beni culturali e della storia sta maturando modalità proprie nell’impiego di strumenti (siti, portali, social network, dispositivi mobili) e tecniche (computer grafica, tour virtuali, realtà aumentata) per una migliore comunicazione. Di seguito verranno analizzati alcuni fenomeni attuali e presentate alcune tecniche e casi di studio relativi alle applicazioni ICT (Information Communication Technology) per la didattica e la divulgazione culturale
Luciano mariani Nuovi ambienti di apprendimentoLuciano Mariani
I nuovi contesti di apprendimento richiedono, da una parte, un esame attento delle potenzialita' e criticita' degli apprendimenti informali che avvengono fuori dalla classe, e dall'altra, una presa in carico delle alfabetizzazioni, multimediali e sociali, attivate dai nuovi mezzi di informazione e comunicazione.
Keynote inaugurale dei Seminari SISSCO Nuove frontiere della Public and Digital History (martedì 23 novembre 2021)
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali - UniMoRe - Modena
Survey finalizzata alla raccolta di dati sull'infosfera italiana e sul modo degli italiani di informarsi. I risultati sono stati classificati secondo uno schema critico che evidenzia gli effetti del filtro algoritmico, le concentrazioni di attenzione, la difficoltà nel ridefinire l'autorevolezza delle fonti da parte degli italiani e molto altro ancora. L'indagine è stata promossa e coordinata dalle cattedre e dagli studenti di "Teoria e tecniche delle analisi di mercato" e di “Comunicazione e innovazione nelle pubbliche amministrazioni” aa 2015/2016, dell'Università Suor Orsola Benincasa e da un team di ricercatori che si raccolgono attorno al Centro Studi Democrazie Digitali (www.democraziedigitali.it), supportati da Buzzlogger (www.buzzlogger.com) e dall’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale (www.compubblica.it).
Lavoro di ricerca sull'Infosfera Italiana 2016 con l'obiettivo di comprendere quali siano i criteri di scelta delle fonti di informazione degli utenti italiani e, in particolare, quali siano i meccanismi di influenza dei media, in particolare quelli presenti su internet, e la loro efficacia in termini di persuasione.
Una introduzione alla "necessità" di corrispondere alla realtà dei bambini e dei ragazzi con una educazione mediale forte e significativa. Punti di criticità e riflessioni senza l'effetto alone dei pregiudizi.
Le recenti tecnologie virtuali, web e mobili stanno cambiando il modo di leggere il presente; allo stesso modo deve mutare anche il modo di presentare il passato. La fruizione dei beni culturali e della storia sta maturando modalità proprie nell’impiego di strumenti (siti, portali, social network, dispositivi mobili) e tecniche (computer grafica, tour virtuali, realtà aumentata) per una migliore comunicazione. Di seguito verranno analizzati alcuni fenomeni attuali e presentate alcune tecniche e casi di studio relativi alle applicazioni ICT (Information Communication Technology) per la didattica e la divulgazione culturale
2. Continuità, discontinuità, cambiamento / 1
continuità, discontinuità e cambiamento sono coordinate che non esauriscono la loro portata
solo sul versante della storia della cultura
conservano un valore, se non altro suggestivo anche nel tentativo di delineare il rapporto che
intercorre fra gli studi medievistici e le tecnologie
3. Continuità, discontinuità, cambiamento / 2
L’accelerazione modifica qualsiasi significato, perché con essa cambiano tutti i
modelli di interdipendenza personale e politica. Alcuni sono profondamente convinti che,
cambiando le forme di associazione umana, essa abbia impoverito il mondo. Non c’è
niente di nuovo e di strano in una preferenza campanilistica per quegli pseudo-
avvenimenti ai quali è accaduto di entrare nella composizione della società alla vigilia
della rivoluzione elettrica di questo secolo
4. Continuità, discontinuità, cambiamento / 3
Lo studioso arriva ben presto a non sorprendersi che i nuovi media di qualsiasi periodo siano
catalogati come pseudo da coloro che hanno assorbito i modelli dei media precedenti, qualunque
essi fossero. Questo potrebbe sembrare un fatto normale, e addirittura simpatico, in quanto
permette di mantenere un livello massimo di continuità e di permanenza sociale tra i mutamenti e
le innovazioni. Ma tutto il conservatorismo del mondo non può opporre neppure una resistenza
simbolica all’assalto ecologico dei nuovi media elettrici […]. Quando la tendenza va in una certa
direzione la resistenza rende ancor più veloce il mutamento
5. Una parentela possibile? / 1
La parentela è effettivamente esistente e testimoniata:
dagli studi e dalle applicazioni sviluppate nel corso più di mezzo secolo da una
(relativamente) piccola avanguardia di studiosi (provenienti da varie discipline)
dallo sforzo compiuto da (pochi) istituti e centri di ricerca pubblici e privati, che
hanno colto i segnali del cambiamento in atto
6. Una parentela possibile? / 2
Le attività di ricerca e didattica sono in misura crescente condotte mediante l’utilizzo di risorse
digitali
materiali didattici
fonti
strumenti di analisi
oggetti digitali multimediali
Le tecnologie per lo studio del medioevo dovranno garantire in misura sempre maggiore
integrazione
accessibilità
organizzazione
strumenti in grado di facilitare l’utilizzo originale delle risorse e generare nuovi percorsi di
ricerca
7. Una parentela possibile? / 3
si utilizzano abitualmente strumenti informatici (anche) per:
lessicografia ed analisi linguistica
trattamento di corpora testuali e marcatura dei testi
conservazione e valorizzazione dell’eredità culturale in ambiente digitale
digitalizzazione di documenti (archivi e biblioteche)
strumenti per la diffusione e la pubblicazione delle ricerche in ambiente digitale
database (bibliografici, onomastici, ecc.) ed archivi integrati
sistemi di geo-referenziazione
creazione di itinerari turistico-culturali
didattica ed edutainment
8. Una parentela possibile? / 4
Il livello di parentela fra studi medievistici e tecnologie digitali emerge:
dall’osservazione dei risultati ottenuti (CEEC, CESG, AIML, Manuscripta mediaevalia, Reti
Medievali, Digital Scholarly Editions, Database e corpora testuali, newsletter e comunità di
utenti, ecc.)
dalla considerazione della rilevanza dei media digitali nei processi di elaborazione,
gestione e diffusione della conoscenza
9. Una parentela possibile? / 5
la necessità di procedere in maniera da coinvolgere un arco ampio di discipline che fanno uso di
tecnologie digitali è difficilmente eludibile
la multi-disciplinarità è di difficile gestione a livello pratico
l’applicazione dell’informatica agli studi medievistici, ne è una dimostrazione:
“quale domanda potrebbe porre uno studioso indiano ad una delle nostre banche-dati?”
nell’ambito dell’informatica umanistica la multi-disciplinarità e l’inter-disciplinarità si chiamano
“interoperabilità”: un colloquio fra sistemi differenti
10. L’Informatica Umanistica e gli studi medievistici
L’informatica nasce come una disciplina composita, come gli studi medievistici
L’informatica e le discipline umanistiche risultano legate fin dall’inizio:
l’informatico non è portatore di un sapere distinto ed autonomo rispetto agli altri
scienziati
alcuni temi rilevanti, come quello della programmazione, della manipolazione dei
simboli e della gestione della conoscenza sono presenti e centrali nei processi di
ricerca in entrambi gli ambiti
L’informatica esce dall’utilizzo di nicchia anche grazie agli umanisti: Roberto
Busa
11. L’Informatica Umanistica / 1
Definizione:
IU (1): metodi e tecniche per la gestione digitale dell’informazione
IU (2): studio dei processi computazionali da adottare per la ricerca in ambito
settoriale
IU (3): alfabetizzazione informatica di base “tipo ECDL” (non consente di
appropriarsi degli strumenti concettuali ed avere consapevolezza dei processi)
12. L’Informatica Umanistica / 2
Il rapporto fra attività di ricerca in ambito umanistico ed in particolare medievistico e
tecnologie, può essere considerato da diversi punti di vista: uno più generale IU(1) e
uno più specialistico IU(2)
Possiamo considerare l’IU, come:
una singola disciplina generica
una serie di discipline specialistiche
13. L’Informatica Umanistica / 3
Si possono osservare delle caratteristiche di fondo che accomunano le due
definizioni:
la mancanza di un retroterra epistemologico comune
la mancanza di un canone di pratiche standardizzate
la carenza di strumenti per il controllo e la valutazione oggettiva dei risultati
Non abbiamo a disposizione un paradigma teorico unificante. Il modello che
seguiamo è piuttosto quello di partire dai risultati sperimentali per costruire (in maniera
collaborativa) dei modelli teorici
14. I medievisti e le risorse digitali / 1
La parentela fra gli studi medievistici e le tecnologie non può essere valutata
correttamente senza fissare l’attenzione sul rapporto effettivamente intercorrente fra i
medievisti e le tecnologie
Alla riflessione sul piano epistemologico generale va affiancata quella, altrettanto
importante sulla dimensione individuale del fenomeno
15. I medievisti e le risorse digitali / 2
Accesso alle risorse digitali da parte di utenti appartenenti all’ambito disciplinare delle
scienze storiche, filologiche e letterarie
livello di consapevolezza delle risorse a disposizione: variabile
consapevolezza informativa (interesse ad approfondire): scarsa
consapevolezza personale (analisi dell’impatto del digitale sulle pratiche ed abitudini
esistenti): scarsa
gestione delle risorse digitali (adeguamento delle procedure di insegnamento e di ricerca ai
servizi disponibili): non avvertito come fattore determinante
conseguenze (criteri di valutazione; consapevolezza del cambiamento di comportamento e
di rendimento): di solito avvertite in maniera consapevole, non sempre giudicate positive,
spesso con diffidenza
collaborazione e condivisione delle informazioni sulle risorse digitali con colleghi ed altri
utenti: scarsa
innovazione (ricerca di alternative efficaci all’uso abituale dei servizi e delle risorse digitali,
nuovi modi di usare i servizi): scarsa
16. Che valore diamo al digitale?
Quale valore siamo disposti a riconoscere al digitale?
Il mondo della ricerca tende ad attribuire valore al digitale soltanto in maniera
implicita, mediante l’attuazione di comportamenti sporadici (ricorso agli strumenti
elettronici ecc.)
non è stato possibile fino ad oggi formalizzarlo in maniera esplicita, dimostrando
così una mancanza di controllo sui processi di formazione ed evoluzione dello
spazio digitale
anche per questi motivi, nel ciclo di elaborazione, gestione e diffusione della
conoscenza (in ambiente digitale) si incappa in una serie di “vuoti” (dal punto di
vista normativo, ad esempio, ma non solo)
17. Il medioevo e le tecnologie / 1
l’utilizzo di strumenti e tecniche digitali, non rappresenta un problema solo sul
versante meramente tecnologico:
si tratta di una ulteriore articolazione dei processi di gestione della conoscenza:
“Qualunque apporto tecnologico non può far altro che aggiungersi a ciò che già
siamo” (Marshall McLuhan)
18. Il medioevo e le tecnologie / 2
IU: capacità di elaborare soluzioni innovative e creative per problemi disciplinari
consueti
scoprire nuove piste di ricerca, mediante l’utilizzo delle tecnologie
“Il mezzo è il messaggio”:
Il messaggio di un medium o di una tecnologia è nel mutamento di
proporzioni, di ritmo e di schemi che introduce. La tecnologia accelera ed
allarga le proporzioni di funzioni umane già esistenti, creando nuove forme
di lavoro
19. Il medioevo e le tecnologie / 3
La comprensione dell’impatto del mezzo (la tecnologia digitale) sul messaggio (gli
studi medievistici) è fondamentale, anche per gestire il cambiamento, altrimenti le
strutture logiche, gli strumenti, le metafore, la lingua nonché i contenuti del mondo
digitale ci verranno imposti da altri, a causa di meccanismo di delega “alla
comunità” (degli specialisti informatici ad es.) da cui ci saremmo aspettati, invece, la
soluzione dei nostri problemi
20. L’Informatica Umanistica come progetto culturale
L’informatica umanistica, per poter ambire ad un riconoscimento disciplinare deve
strutturarsi come un processo collaborativo multi-disciplinare di lungo periodo, in grado
di costituire un progetto culturale
Questo proposito si scontra con una serie di problemi di politica culturale:
il rapporto fra diritti e doveri in ambiente digitale (DRM, privacy, ecc.)
considerazioni di carattere etico (Open Source, free software)
criteri di selezione dei contenuti e verifica dei risultati
formazione della classe intellettuale (gestione del processo di cambiamento e
della formazione delle figure che dovranno guidarlo)
21. L’Informatica Umanistica come progetto culturale / 2
Forma e contenuti del progetto culturale:
selezione del materiale e pianificazione delle strategie di conservazione:
i contenuti digitali hanno superato (nel 2007) la capacità totale delle memorie di
massa prodotte: non potremmo – neppure volendolo – conservare tutte le informazioni
che generiamo in ambiente digitale
elaborazione degli strumenti e del quadro teorico di riferimento
Sostenibilita’ economica del progetto culturale:
conciliare le risorse limitate con gli obiettivi ambiziosi
Quadro normativo:
adeguare il contesto normativo per garantire la sostenibilità sul lungo periodo dei progetti
22. L’Informatica Umanistica come progetto culturale / 3
Per tentare di portare a termine un progetto culturale così ambizioso è necessario
creare reti di istituti, centri di competenza e gruppi di esperti, oltre a favorire le attività di
formazione per aumentare la consapevolezza degli umanisti rispetto ai problemi ed alle
opportunità offerte dalle nuove tecnologie
creare figure nuove, in grado di gestire sia gli aspetti umanistici che quelli tecnologici
23. L’Informatica Umanistica come progetto culturale / 3
Per tentare di portare a termine un progetto culturale così ambizioso è necessario garantire
all’ambiente digitale:
completezza (massa critica) e prevedibilità (costante sviluppo) delle risorse disponibili
interoperabilita’ delle risorse che debbono poter essere condivise fra utenti e servizi,
senza l’utilizzo di strumenti specialistici ma con efficaci strumenti di ricerca e gestione ed
utilizzando standard e buone pratiche condivise
personalizzazione dei servizi per andare incontro alle necessità degli utenti
gestione dell’autorità e dei diritti rispetto ai contenuti, ai servizi ed agli utenti
garanzia di conservazione a lungo termine dell’ambiente digitale (Long term
preservation)
24. Gestire il cambiamento / 1
Imparare a gestire la complessità del mondo digitale, che costituisce la sua maggiore ricchezza
ed il suo maggiore rischio
il processo di conoscenza in ambiente digitale è contraddistinta dalla tendenza alla
“diffusione”: la trasformazione delle informazioni in conoscenza avviene infatti solo quando si
riesce ad aggregare le varie isole informative (sistemi)
Questa “diffusione” tende a rendere più concreto il pericolo di:
perdere una parte delle informazioni prodotte
non riuscire a trovare quelle di cui avremmo bisogno questo perché siamo costretti ad
affidarci a numerosi servizi ed infrastrutture, ciascuna caratterizzata dai propri pericoli di
rottura e/o difficoltà di mantenimento
25. Gestire il cambiamento / 2
Raccogliere la sfida del cambiamento
a livello generale, ed epistemologico (costituendo una base comune condivisa di buone
pratiche, standard e meccanismi di controllo e validazione dei risultati ottenuti)
a livello individuale (sviluppando la capacità di mutare alcune abitudini consolidate)
cambiare le proprie abitudini individuali di archiviazione (ad es.): l’accumulo delle
informazioni in attesa di un futuro ciclo tecnologico che ne consenta la corretta gestione,
sul lungo periodo, penalizza gli utenti più esperti, che hanno più facilità nell’utilizzo degli
strumenti digitali e che producono un gran numero di informazioni attraverso di essi
altra conseguenza della tendenza a conservare, ammassandolo, tutto il materiale
digitale prodotto o utilizzato, è il progressivo impoverimento di categorie culturalmente
rilevanti, come “origine” e “valore” di un oggetto (in questo caso digitale)
26. Gestire il cambiamento / 3
in contesti privi di criteri di selezione ed ordinamento efficaci, eventi devastanti, come la perdita
o la distruzione, divengono fattori di autoregolazione, elementi dell’ecologia dell’informazione
la consueta e rassicurante strategia individuale del “mettere da parte”, non basta più. Il
paradigma dell’autosufficienza e le strategie individuali mostrano i propri limiti: a peggiorare le cose
concorre il fatto che ad esse (di solito) si accompagna da una altrettanto pericolosa tendenza alla
delega in bianco nei confronti della comunità (social fabric) o degli specialisti (gli “informatici”), che
ha caratterizzato la prima età dell’informatica umanistica
27. Gestire il cambiamento / 3
Raccogliere la sfida del cambiamento:
dal punto di vista dell’innovazione dei modelli di
elaborazione, gestione e diffusione delle informazioni e della conoscenza
gestione economica dei progetti
28. Gestire il cambiamento / 4
Il controllo sul mutamento sembrerebbe consistere non nel muoversi di fianco ad
esso, ma nel precederlo. L’anticipazione assicura il potere di deflettere e controllare una
forza (McLuhan)