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Strategia di comunicazione Gianni Florido e la Provincia di Taranto Il web in politica è decisivo? Emiliano, Vendola, Amministrative, Referendum: Quattro storie con Internet  comune e decisivo denominatore Roma, 21 novembre 2011 LUISS – Corso di comunicazione politica Dino Amenduni, Proforma
Chi parla? Mi chiamo  Dino Amenduni  ( biglietto da visita elettronico ) Sono il  responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica  a Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia città natale, dove ho studiato, vivo e lavoro Sono blogger sul Fatto Quotidiano  ( link al blog ) e tra i fondatori di Quink, collettivo di satira e mediattivismo ( www.quink.it )
I nuovi nuovi media Web 2.0 e social media Cosa sono e perché nascono
Il web 2.0 Trattazione teorica originale di Tim O’Reilly.  Traduzione integrale qui Una breve definizione: Il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del World Wide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente
Premessa Tutto ciò che è scritto in questa presentazione potrebbe diventare vecchio a breve: Facebook lancia i nuovi profili (TimeLine)
Il web 2.0 – modelli teorici di riferimento Legge di Pareto Modello Wikipedia Coda lunga Saggezza della folla
A. Legge di Pareto 80/20 Secondo la "legge 80/20" (i valori 80% e 20% sono ottenuti mediante osservazioni empiriche di numerosi fenomeni e sono solo indicativi), in genere  l'80% dei risultati dipende dal 20% delle cause
A. Legge di Pareto 80/20 Questo principio può avere diverse applicazioni pratiche in diversi settori, ad esempio: Economia:  l'80% delle ricchezze è in mano al 20% della popolazione (ma ovviamente i valori reali variano a seconda dei paesi e dei periodi). Oppure: il 20% dei venditori fa l'80% delle vendite, ed il restante 80% dei commerciali fa solo il 20% delle vendite Qualità:  il 20% dei tipi possibili di guasto in un processo produttivo genera l'80% delle non conformità totali. Oppure: l'80% dei reclami proviene dal 20% dei clienti Informatica :  l’80% del tempo di esecuzione è impiegato solo dal 20% delle istruzioni di un programma. Oppure: l'80% delle operazioni degli utenti sono dovute al 20% delle funzioni a disposizione di un applicativo. L'80% degli errori di codifica è riconducibile al 20% dei moduli (fonte: Wikipedia)
B. Modello Wikipedia – divisione disorganizzata del lavoro ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
C. La coda lunga La coda lunga è una  teoria economica  formulata da Chris Anderson (fondatore di Wired) nel 2004 È un modello che sembra poter spiegare i funzionamenti del mercato. È una teoria attuale per il mercato dei beni immateriali e “futuribile” perché pare essere in grado di teorizzare il cambiamento delle leggi che regolano il tradizionale meccanismo distributivo (produzione/stoccaggio/vendita al dettaglio)
C. La coda lunga La diffusione di internet, il non-luogo dove chiunque in qualunque momento può consultare infiniti elenchi di prodotti, ha permesso di abbattere i costi di distribuzione e magazzino ,  spezzando il legame che vincolava il successo alla visibilità La possibilità di gestire un catalogo virtuale pressoché illimitato ha  rivoluzionato il modello economico dominante : semplicemente, vendere anche solo poche copie al mese di migliaia di titoli è più redditizio che vendere migliaia di copie di pochi titoli Oggi:  le corporazioni dei beni immateriali sono in profonda difficoltà (esempi: mercato discografico e pornografia)
C. La coda lunga - cause Nuove tecnologie hardware e software a  basso costo  che permettono ai produttori di beni immateriali (grafica, musica, video, servizi) di farlo a costi contenuti o addirittura nulli Servizi  (Internet, archiviazione dati)  a costi contenuti  che forniscono banda e hosting illimitato ai produttori di beni immateriali Possibilità di distribuire i propri prodotti a costo zero  (es. attraverso Youtube), combinata alla possibilità che questi prodotti siano fruiti da chiunque attraverso Internet, anche senza pubblicità o senza conoscenza diretta del prodotto o dell’autore (es. attraverso Google o aggregatori di notizie)
C. La coda lunga - cause Approcci di marketing e comunicazione più efficienti  e misurati per la distribuzione di questi prodotti (niente più costi di stampa, di magazzino e di spedizione) Possibilità per tutti di entrare in questo mercato (finisce la divisione tra produttore e consumatore: si parla di  prosumer , ovvero di un utente che fa entrambe le cose in contemporanea)
C. La coda lunga - conseguenze Dal broadcasting al narrowcasting : da una platea con milioni di persone come pubblico a milioni di platee con poche persone come pubblico Questo modello economico, chiamato “coda lunga”, è economicamente sostenibile proprio perché non ha costi se non quelli (minimi) per produrre il contenuto e, in caso di contenuti professionali, ha costi nulli per la distribuzione Gli utenti, avendo molte più alternative di scelta, abbandonano il  mainstream  e  si rivolgono alle nicchie di mercato  che più soddisfano le loro necessità
D. Saggezza della folla È una teoria dimostrata da James Surowiecki attraverso un’infinità di prove empiriche (2005). Secondo questa teoria,  una variabile è misurata in modo più preciso da una massa di persone inesperte che da un gruppo di specialisti
D. Saggezza della folla Esempio (1):  durante una fiera, Surowiecki fece scommettere 100 persone sul peso di un vitello. Le 100 persone dichiararono il loro peso stimato. A seguire, fece ripetere l’esperimento a 10 allevatori Il peso del vitello fu indovinato con precisione assoluta dalla “massa”  (il valore medio delle 100 valutazioni era precisamente il peso del vitello) Esempio (2) :  prediction markets – un istituto di ricerca universitario permise ai cittadini di scommettere sul vincitore alle elezioni. Nelle scommesse, le quote variano sulla base dell’orientamento della giocata (sia sulla base di chi viene scelto, sia su quanto si punta) Il risultato del prediction market fu più affidabile di quello dei sondaggi  nel misurare la distanza tra i vincitori
Dal web 1.0 al web 2.0 – una mappa
La dieta mediatica  degli italiani Indagine Censis  I media personali nell’era digitale  luglio 2011
1. La dieta mediatica  La dieta mediatica degli italiani Evoluzione del  consumo dei media  in Italia (2009-2011)
1. La dieta mediatica La dieta mediatica degli italiani ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
2. La dieta informativa  La dieta mediatica degli italiani Fonti informative utilizzate , per età e titolo di studio
2. La dieta informativa La dieta mediatica degli italiani ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
3. Credibilità dei media La dieta mediatica degli italiani Gli italiani ritengono Internet  più credibile  di ogni altro strumento
4. Cos’è Internet? La dieta mediatica degli italiani Grado di condivisione di alcune  definizioni su Internet
4. Cos’è Internet? La dieta mediatica degli italiani ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
5. Social media nel mondo La dieta mediatica degli italiani Nielsen Social Media Report Il  31%  del tempo passato online dagi italiani è sui social media
Social media  e politica #1 Michele Emiliano,  sindaco di Bari, 2009-2011
Bari – il caso EmiLab Michele Emiliano- Amministrative 2009 Michele Emiliano  (PD), sindaco di Bari dal 2004, secondo un sondaggio di giugno del 2008, ha 8 punti di svantaggio sul suo avversario, Simeone Di Cagno Abbrescia, già sindaco dal 1994 al 2004 L’attività amministrativa è, però, soddisfacente (abbattimento Punta Perotti, riapertura Teatro Petruzzelli, innovazioni nei trasporti pubblici, bonifica ex sede Fibronit) La questione decisiva per vincere le elezioni diventa:  Come si comunicano le cose fatte in modo capillare ed in poco tempo?
Bari – il caso EmiLab Michele Emiliano- Amministrative 2009 Nasce EmiLab. Inizialmente è un  gruppo di lavoro specialistico  che nasce in seno a Proforma. Si tratta di un’unità di sei ragazzi di età inferiore ai 30 anni. Si dovevano occupare  di analisi, gestione e monitoraggio della comunicazione sui social network , di ascolto e feedback alla cittadinanza, di analisi del comportamento dell’avversario Le precedenti esperienze di networking dei due coordinatori e la volontà di misurare l’effettivo potenziale della loro generazione ispirano un decisivo cambio di passo. Attraverso un reclutamento basato sul  passaparola qualificato  (riconoscimento di fiducia e competenza tra amici + dichiarato interesse/amore/attaccamento alla città) il gruppo di lavoro si trasforma in un laboratorio politico composto da  150 volontari under 30
Bari – il caso EmiLab Michele Emiliano- Amministrative 2009 ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
EmiLab – i gruppi di quartiere Michele Emiliano- Amministrative 2009 I 150 ragazzi auto-certificano la loro appartenenza ad un gruppo di quartiere, sulla base della loro residenza, del loro luogo di lavoro o di vita I gruppi sono composti da un numero di componenti proporzionale agli abitanti del quartiere. Secondo la stessa proporzione sono raccolte le 1000 video-domande Ogni gruppo nomina un proprio coordinatore, crea un gruppo Facebook autonomo, organizza eventi nei punti di snodo del quartiere, scrive progetti sociali (realizzati durante la campagna elettorale) e parti di programma relativi ai problemi emersi durante la raccolta delle video-domande Ogni gruppo si identifica secondo il nome del quartiere + claim della campagna elettorale (Japigia vai Avanti, Carrassi vai Avanti, San Paolo vai Avanti…)
EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 Copertina  “Ce ha ffàtte Emiliane” , libro di 84 pagine sull’attività amministrativa
EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 Interno “Ce ha ffàtte Emiliane”:  non solo fatti, ma quiz, curiosità ed immagini
EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 Street art @ San Paolo:  l’arte urbana  colora un quartiere periferico della città
EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 La Gemma  – video-inchieste sull’attività amministrativa di Di Cagno Abbrescia ( link a Youtube )
EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 Problemi di elezione –  web-spot no-budget  divenuto poi ufficiale e trasmesso in TV ( link a Youtube )
EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 Gianni Paulicelli –  televendita nucleare Il video più popolare della campagna ( link a Youtube )
Emiliano vince Michele Emiliano- Amministrative 2009 Michele Emiliano si conferma Sindaco di Bari , prevalendo su Simeone Di Cagno Abbrescia al ballottaggio, con il 59,7% delle preferenze (al primo turno Emiliano si è fermato al 49,3). Nella stessa tornata elettorale il centro-sinistra perde la provincia di Bari al primo turno. Emiliano è il primo sindaco in Italia per fan su Facebook (circa 12000) Tommy Attanasio, coordinatore cittadino del PDL, commenta così la sconfitta: “ abbiamo totalmente perso il voto giovanile” EmiLab firma un intero capitolo del programma di governo , “trenta idee under 30”, che consiste nella raccolta di tutti i progetti a medio termine “ispirati” dalle richieste dei cittadini e dall’ascolto attraverso mezzi tradizionali ed innovativi
EmiLab - Cosa non ha funzionato? Michele Emiliano- Amministrative 2009 Durante la campagna elettorale ci è stato chiesto un improvviso e intempestivo intervento attivo nella competizione attraverso la  formazione di una lista civica , Bari Vai Avanti L’ ipotesi strategica generale  che ha portato a questa scelta è: la forza propulsiva di EmiLab, il nome e il logo possono generare consenso diretto e immediato Abbiamo candidato un solo consigliere comunale e alcuni rappresentanti nei consigli di circoscrizione (gli altri posti sono stati riempiti da persone che non avevano condiviso il percorso di EmiLab) La lista non è andata oltre lo 0,7% , compromettendo, ad ora, il potenziale di  rappresentanza politica  del gruppo e causando problemi di  tenuta complessiva
Social media  e politica #2 Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia e portavoce di SEL (2010-2011)
Puglia 2009 – lo scandalo sanità Nichi Vendola-  Primarie 2010 6 febbraio :  Alberto Tedesco  (PD), Assessore alla Sanità, si dimette dopo essere entrato nel registro degli indagati per abusi relativi alla fornitura di prodotti e servizi 13 luglio : Vendola annuncia un rimpasto di Giunta, dalla quale uscirà anche  Sandro Frisullo  (PD), suo vicepresidente, poi coinvolto in un’inchiesta in piena campagna elettorale (marzo 2010) Queste mosse risulteranno decisive per il successo di Vendola.  La comunicazione politica non basta
Puglia 2009 – Nichi si ricandida? Nichi Vendola-  Primarie 2010 Amministrare bene non basta. Nonostante aver allontanato Assessori prima che fossero rinviati a giudizio e nonostante straordinari risultati su politiche giovanili, innovazione, politiche energetiche ed ambientali Nichi rischia di non potersi candidare e, dopo un’estenuante trattativa politica interna al centro-sinistra, raggiunge l’obiettivo “minimo” delle Primarie. Ma la politica non è con lui.  Nichi è solo contro tutti…o no?
Nichi – solo con(tro) tutti Nichi Vendola-  Primarie 2010 Solo contro tutti  – manifesto Vendola primarie 2010
Puglia – le Fabbriche di Nichi Nichi Vendola-  Primarie 2010 Ancora una volta la campagna di comunicazione ribalta un punto debole di Nichi. Lasciato solo dalla politica, è solo contro tutti i dirigenti. Ma è con la gente Nasce un movimento trasversale (interno al PD, a SEL, ai comuni cittadini) che lotta per difendere il diritto di Vendola a ricandidarsi.  Nascono così le  Fabbriche di Nichi, comitati elettorali diffusi e assai eterogenei per composizione
Puglia – le Fabbriche di Nichi Nichi Vendola-  Primarie 2010 Perché è un modello vincente?  Il successo di questo modello organizzativo, contemporaneamente leggero nella struttura (totalmente autogestita)  ma densa nella produzione (bottom-up) e nella diffusione (top-down) dei contenuti , porta alla nascita di Fabbriche in tutta Italia e nelle principali città d’Europa
Nichi – solo con(tro) tutti Nichi Vendola-  Primarie 2010 Il simbolo del successo  Nichi x2  – azione di reclutamento al voto alle Primarie  costruita integralmente su Facebook e sostenuto da una videolettera ( Videolettera Nichix2 )  Costo dell’operazione: 0 Euro
Nichi vince le Primarie Nichi Vendola-  Primarie 2010 Il 24 gennaio 2010 si celebrano le elezioni Primarie Vendola batte Boccia con il 73% dei consensi A votare si recano 200mila persone (80mila nel 2005) L’UDC aveva annnunciato che non avrebbe appoggiato Vendola in caso di successo. I pugliesi, dunque, ignorano questa indicazione politica
Nichi vince le Primarie Nichi Vendola-  Primarie 2010 La storia delle Primarie è sintetizzata da un video realizzato da Diego Bianchi (Zoro), per “Parla con Me” Tolleranza Zoro Puglia - prima parte Tolleranza Zoro Puglia - seconda parte
Perché Nichi vince le Primarie Nichi Vendola-  Primarie 2010 ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Nichi stravince le Primarie Nichi Vendola-  Primarie 2010 Nel frattempo, su Facebook (30 gennaio 2010: 39503 fan),  + 68,7% in quattro settimane )
Cambia lo scenario, non i punti di forza Nichi Vendola-  Regionali 2010 Siamo alle Regionali Le Fabbriche di Nichi hanno poco più di due mesi per fare campagna elettorale, ma sono una macchina già ampiamente rodata. Il loro ruolo: a.Attivare le  comunità , declinando messaggi di campagna elettorale su  scala iper-locale ; b.Proporre  soluzioni creative  o interpretare le azioni suggerite dal comitato elettorale sul territorio;
Cambia lo scenario, non i punti di forza Nichi Vendola-  Regionali 2010 Consolidare il consenso e  la ritrovata unità della coalizione ; Comunicare il loro lavoro e l’attività amministrativa di Vendola con spazi autogestiti sui  social network Costruire  interi pezzi di campagna , sia politici che organizzativi che creativi Perché ciò sia possibile, sono necessarie linee guida condivise che regolino il “disordine organizzato”
Come si apre una Fabbrica? Nichi Vendola-  Regionali 2010 Fabbrica di Nichi – video-tutorial
Puglia – le Fabbriche di Nichi Nichi Vendola-  Regionali 2010 Il centro-sinistra si ricompatta su Vendola, il centro-destra implode e si presenta con due candidati (Palese, Poli Bortone)  La campagna di Vendola, come nel 2005, parte da un presunto punto di debolezza del candidato per trasformarlo in un punto di forza.  Nascono così le “poesie”, declinate in infinite varianti su Internet, anche dagli avversari, che promuovono involontariamente il “brand Vendola”
Vendola – la poesia è nei fatti Nichi Vendola-  Regionali 2010
Vendola – la poesia è nei fatti Nichi Vendola-  Regionali 2010
Vendola – la poesia è nei fatti Nichi Vendola-  Regionali 2010
Vendola – la poesia è nei fatti Nichi Vendola-  Regionali 2010
Vendola  - la poesia è nei fatti Nichi Vendola-  Regionali 2010 Non solo manifesti La campagna non si sviluppa solo sui mezzi tradizionali. I manifesti sono la sintesi “generalista” di un processo di analisi dell’attività amministrativa declinata sui vari mezzi (soprattutto online) e non una forma di propaganda Questo è possibile anche grazie ad uno staff che offre competenze multiformi.  Proforma  è affiancata da  FF3300 , insieme a  Ed Testa  e  Carla Palladino , designer della comunicazione, che realizzano i “tweet della Puglia Migliore”
La Puglia migliore è fatta così Nichi Vendola-  Regionali 2010 Puglia Migliore – spot web Apulia Film Commission
La Puglia migliore è fatta così Nichi Vendola-  Regionali 2010 Puglia Migliore – spot web Principi Attivi
Case history Taroccailmanifesto.com Nichi Vendola-  Regionali 2010 La democrazia conviene Il meccanismo di propagazione virale della comunicazione dei tre candidati avvantaggia Vendola La sua campagna è più efficace, è la più “taroccabile”, ci sono più sostenitori sul web/detrattori degli altri candidati E così è prodotto un cavallo di troia anonimo, un sito che permette a tutti di personalizzare a piacimento le campagne elettorali dei tre candidati e di condividere i propri lavori sui social network Contenuti prodotti: migliaia  Costo dell’operazione: 0 Euro
Taroccailmanifesto.com Nichi Vendola-  Regionali 2010
Vendola: perché vince?  Nichi Vendola-  Regionali 2010 ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
La Puglia dal medico Nichi Vendola-  Regionali 2010 Lo spot ufficiale della campagna elettorale di Vendola 2010 è paragonabile a un gol in trasferta in contropiede Mentre Palese attacca l’Amministrazione sulla Sanità (e subisce un contrattacco sull’indebitamento della Giunta Fitto, di cui Palese era Assessore alla Sanità),  Vendola sfida apertamente il tema  con uno spot in cui la “Signora Puglia” va a farsi curare da un medico romano
La Puglia dal medico Nichi Vendola-  Regionali 2010 Puglia dal Medico  –  spot TV
… e Nichi dalla mamma Nichi Vendola-  Regionali 2010 In parallelo, sul web, compaiono pillole web raccolte durante  una vera discussione tra Nichi e sua madre . Le pillole rispondono a tutte le domande sulla gestione della sanità che erano state mosse dal centro-destra durante i due mesi di campagna elettorale. La destra attacca Vendola solo sulla sanità , Nichi depotenzia questa strategia e va a vincere
… e Nichi dalla mamma Nichi Vendola-  Regionali 2010 Nichi Vendola - a proposito di salute
Nichi vince le Regionali Nichi Vendola-  Regionali 2010 Il 28 e il 29 Marzo 2010 si celebrano le elezioni Regionali: Vendola  vince con il 48,7%,  Palese  non va oltre il 42,2%, Adriana  Poli Bortone  ottiene l’8,71% Palese aveva un budget  otto volte  superiore a Vendola Vendola, attraverso il rimpasto di giunta, è riuscito a preservare l’immagine di politico onesto Con la comunicazione ha anticipato le mosse dell’avversario
Nichi vince le Regionali Nichi Vendola-  Regionali 2010 Nel frattempo, su Facebook (30 marzo 2010, 79103 fan,  +126% in due mesi )
Social media  dopo le elezioni Comunicare l’attività amministrativa Facebook è solo uno strumento elettorale? NO! Il tandem sito internet personale – Facebook rappresenta un meccanismo parallelo di comunicazione istituzionale e permette la costruzione di una  narrazione I social network permettono la creazione di uno spazio autogestito di comunicazione pubblico/politica e soprattutto assolvono al principale compito della comunicazione istituzionale:  collegare la politica alle politiche
Collegare politica e politiche Comunicare l’attività amministrativa Nichi Vendola – sceenshot pagina Facebook Tre temi:  attività della regione, rapporti coi media, politica nazionale
FB strumento di massa? Comunicare l’attività  delle Fabbriche ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Si può migliorare ancora? (1)  ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Si può migliorare ancora? (2)  Migliorare il coordinamento comunicativo  sui social media tra le singole organizzazioni a cui Nichi fa riferimento, in particolare con Sinistra Ecologia Libertà, con la Regione Puglia e la Giunta Regionale (quanto migliorerebbe la comunicazione di un ente pubblico se tutti i dirigenti e gli assessori avessero una pagina pubblica su Facebook?) Questo permetterebbe di alleggerire Nichi dal compito di “parafulmine”, di aggregatore di richieste dei cittadini sulla sua pagina. Inoltre permetterebbe di  moltiplicare le fonti di comunicazione e di personalizzare i contenuti sulla base degli utenti  (la pagina di Vendola, invece, dovrà essere necessariamente generalista)
Si può migliorare ancora? (3)  ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Social media e politica #3 Amministrative 2011  I perché di una  campagna elettorale storica
Amministrative 2011 Cosa ricorderemo di queste elezioni Amministrative? Se la risposta è: #morattiquotes #sucate Red Ronnie Satira politica Vuol dire che la comunicazione politica italiana è cambiata in modo irreversibile
Verso la comunicazione politica generativa I processi comunicativi di maggior successo  di questa campagna elettorale sono nati: In rete, in particolare, su  Twitter. Poi sono diventate notizie e sono finiti sui mezzi tradizionali ; Grazie agli utenti e non nei comitati elettorali o nei partiti  (che nel caso di Pisapia e De Magistris sono stati bravi a riprendere e valorizzare i processi spontanei) Non necessariamente nelle città dove si andava a votare : alla campagna elettorale ha partecipato tutta l’Italia. Come voleva Berlusconi, ma per la prima volta con effetti per lui nefasti A costo zero Quasi mai grazie al lavoro di attivisti politici “puri”
Verso la comunicazione politica generativa ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
La nuova comunicazione politica: da spin doctor a ricercatori I manager di campagna elettorale, i consulenti, i ghost writer, i creativi  non dovranno più basare le loro scelte sulla base di precedenti esperienze , di intuito o attraverso presunte doti sciamaniche Le campagne saranno guidate dai dati , prodotti ogni giorno e in grande quantità dagli utenti della Rete che non faranno altro che continuare la loro attività di aggiornamento e condivisione dei contenuti Più che scrivere e pensare sarà importante leggere e interpretare La variabile decisiva (e non esistente fino a 10 anni fa) è la possibilità degli utenti di utilizzare il  surplus cognitivo
I nuovi comunicatori politici: tutti ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
I nuovi comunicatori politici: tutti ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Ma il web sostituirà la TV? Non è necessario Ogni programma sarà oggetto di una narrazione parallela sul web.  Questo è già molto visibile nei programmi di approfondimento politico (Annozero, Ballarò, Exit) e nelle trasmissioni di maggior successo (Vieni via con me, Festival di Sanremo), seguiti con dirette su siti, blog, Facebook e Twitter Ogni diretta porta alla produzione di tantissimi contenuti,  specie qualitativi, sui programmi : cosa piace, cosa no, cosa può essere migliorato (i social media come Auditel qualitativo?) La diretta web è un’evoluzione (o involuzione, a seconda dei gusti) della visione della TV a casa con la famiglia e con gli amici: l’esperienza di visione è più ricca ed emozionante
Non più web  versus  tv,  ma tv più web Il web, dunque, permette agli spettatori di analizzare ciò che accade in televisione, di valutarne l’attendibilità e di aumentare il valore dell’esperienza in termini di informazioni acquisite e divertimento Il web, inoltre, permette di vedere la TV senza vederla. Non è più necessario essere davanti al televisore per seguire un programma, se quest’ultimo è oggetto di una diretta web Queste opportunità, però, sono parimenti a portata di mano  per chi costruisce programmi televisivi I dati possono entrare nel programma: sovraimpressione di tweets, infografiche in tempo reale su ciò che è detto in diretta, feedback della Rete con possibili colpi di scena
Da politica pop a pop politico I programmi cosidetti di ‘ infotainment ’, ritenuti da molti alla base dei modelli di costruzione del consenso di Silvio Berlusconi, sembrano i format ideali per ospitare questa nuova integrazione crossmediale tra vecchi e nuovi mezzi Un politico sbugiardato in diretta o una grandissima approvazione della Rete in seguito a un botta e risposta può regolare l’andamento del programma, rendendolo  potenzialmente più spettacolare e certamente imprevedibile Questo potrebbe portare a una  nuova stagione dell’informazione politica , ancora più soft e legata all’intrattenimento ma non per questo meno ricca di contenuti e approfondimento Se tutto è politica, quest’ultima entra nelle vite quotidiani di ognuno:  è dunque ‘pop’  (nell’accezione classica del termine, popular)
Berlusconi e l’obbligo del web Per tutte queste ragioni  il controllo diretto o politico delle televisioni, per Silvio Berlusconi, non è più sufficiente I metodi e i linguaggi della televisione non potranno essere replicati in modo acritico sui nuovi media, che hanno logiche assai differenti e hanno una capacità di memoria sicuramente più alta dell’opinione pubblica tradizionale .  Serviranno nuovi codici, nuovi linguaggi, nuova pianificazione: non basta copiare modelli di marketing già di successo altrove Letizia Moratti, fino al ballottaggio, non aveva comunicato in modo professionale sui nuovi media. Dopo  il ballottaggio ha impostato una campagna elettorale “di prodotto” , come se il suo profilo identitario non esistesse, come se non fosse conosciuta Dalle auto coi vetri oscurati a Foursquare: un grave errore di comunicazione
Social media e politica #4 Referendum 2011. Cambia il vento,  Internet produce  energia rinnovabile
Habemus quorum, come mai? Il Referendum 2011   rappresenta un ulteriore caso di studio per la comunicazione politica italiana Partiti in sordina e senza adeguata copertura comunicativa sui mezzi tradizionali (in particolare di servizio pubblico), i comitati e i gruppi di attivazione sono stati aiutati  dal contributo spontaneo, caoticamente organizzato  e virale degli elettori Facebook è diventato  strumento di autocomunicazione di massa : i ‘produttori’ e ‘consumatori’ di informazione hanno convissuto nello stesso ecosistema mediale Alcuni dati per l’analisi: Atlante Politico Demos-Demetra ( Link al sondaggio completo ) del 27 giugno 2011
1. Referendum, motivazioni al voto
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2. Referendum, il quesito più importante
2. Referendum, il quesito più importante Il  nucleare  (e i fatti di attualità legati al quesito) ha certamente favorito il raggiungimento del quorum Il secondo quesito sull’ acqua  (profitti) è stato trainato dal primo (privatizzazione): gli italiani hanno votato sì a entrambi senza approfondimento  Un italiano su otto ha ritenuto il  legittimo impedimento  più motivante del nucleare e dell’acqua, uno su cinque ha messo i quesiti alla pari La combinazione dei tre temi  (acqua + nucleare + legittimo impedimento) ha reso possibile il raggiungimento del quorum: due temi, forse, non sarebbero bastati
3. Il ruolo del passaparola
3. Il ruolo del passaparola Una campagna non massificata:   metà dell’elettorato attivo/persuasivo ha agito in modo personalizzato e su cerchie ristrette, meno del 10% ha usato volantini o animato banchetti Una campagna portaUsb-a-porta : Internet non ha prodotto direttamente opinione, ma ha fornito gli strumenti informativi per attivare un passaparola maturo e consapevole Internet è stato  decisivo , ma (come sempre)  non come agente attivo di cambiamento ; piuttosto come strumento di formazione e organizzazione, come elemento di potenziamento di un sentimento già condiviso tra gli italiani
4. I nuovi influencer
4. I nuovi influencer Gli attivisti referendari sono in gran parte ‘nuovi ’ , persone che non si erano mai attivate in campagna elettorale Il 90% di questa nuova attivazione (leggera + reticolare) è legata alla presenza del web sulla scena mediatica.  Senza Internet, in molti non avrebbero fatto campagna Il 9% dell’elettorato complessivo (il 16% di elettori attivi al referendum) ha contribuito in modo decisivo al successo della campagna. È una  èlite o è la prima campagna partecipata? L’attivazione ‘leggera’  è ‘pesante’ a livello elettorale
5. I giovani tornano in politica
Per concludere Dieci cose da fare e dieci da evitare sui social media
Da fare #1 Dì la verità. (basta questa, le altre nove potrebbero non servire)
Da fare #2 Se fai un errore,  dillo a tutti  prima che ti scoprano.  (Dai spiegazioni, chiedi scusa.  Ti perdoneranno. Tutti sbagliamo)
Da fare #3 Leggi tutte le conversazioni sui social media che ti riguardano. (Spesso la polemica può essere prevenuta anticipando il passaparola negativo, rispondendo punto su punto e gettando così acqua sul fuoco)
Da fare #4 Rispondi a tutti.  (E se proprio non vuoi rispondere a tutti, evita di rispondere solo a quelli ‘famosi’, agli opinion leader  o alle persone di cui hai paura)
Da fare #5 Fai ciò che i tuoi amici, sostenitori, fan, elettori ti chiedono di fare.  (Fallo quando i consigli che ti offrono sono genuini e sono chiaramente indirizzati a tuo vantaggio. Fallo anche se non ti sembra utile o se non ne hai voglia.  Chi ti aiuta, apprezzerà in ogni caso)
Da fare #6 Chiedi aiuto per realizzare le tue idee.  (La collaborazione rinforza il senso di comunità. E le idee che si trasformano in azione fanno del bene  anche a chi non te ne vuole)
Da fare #7 Se sei un personaggio pubblico e devi dire qualcosa di importante, dillo prima ai tuoi amici/sostenitori/fan e poi a tutti gli altri. (Tanto tutti gli altri lo sapranno un secondo dopo. Però nel frattempo hai fatto sentire importante la tua comunità, l’hai motivata e l’hai aiutata a crescere)
Da fare #8 Se hai un’opinione che temi sia minoritaria corri il rischio e scrivila. (Scoprirai che ci sono persone che la pensano come te e scoprirai che chi non la pensa come te  apprezzerà il tuo coraggio)
Da fare #9 Evita di cancellare le cose che non ti piacciono. (Dall’altra parte ci può essere qualcuno che ha salvato le conversazioni e che è pronto a farti fare una figuraccia)
Da fare #10 Ricordati sempre che tutto ciò che fai  sul web è pubblico. (Questo è vero anche per profili con forti restrizioni della privacy. Dì solamente le cose che saresti pronto a ripetere davanti a una platea di sconosciuti)
Da non fare #1 Non pensare che il tuo pubblico sia composto da persone diverse da quelle che trovi per strada. (Non esiste un ‘popolo del web’ antropologicamente diverso da tutti gli altri. Ci sono 20 milioni di italiani su Facebook, anche la distinzione tra online e offline non ha più senso)
Da non fare #2 Non limitarti a riciclare contenuti presi dagli altri mezzi di comunicazione. (Se voglio leggere un comunicato stampa, me lo vado a prendere. Se voglio guardare la televisione, me la guardo. Senza uno sforzo di personalizzazione, si capirà subito che i social media sono solo un riempitivo)
Da non fare #3 Non pensare che  le strategie di comunicazione  siano più importanti  del contenuto. (Una stupidaggine è una stupidaggine. Non c’è artificio retorico, stilistico, comunicativo che tenga)
Da non fare #4 Non parlare  solo di te stesso. (Chiunque usi la prima persona singolare  alla lunga annoia l’interlocutore)
Da non fare #5 Non spendere soldi in campagne pubblicitarie se non hai niente da dire. (Inutile spendere denaro per attrarre utenti in luoghi dove non c’è nulla di interessante. Scapperanno via, magari stimolando un passaparola negativo. Se hai soldi da spendere, usali per la redazione, non per la comunicazione)
Da non fare #6 Non parlare con il tuo pubblico solo quando hai qualcosa da chiedere loro. (Se un amico ti chiama solo quando ha un favore da chiederti, lo ritieni davvero un tuo amico? Sui social media avviene la stessa identica cosa. Meglio essere coerenti nell’ignorare il prossimo che cercarlo solo per interesse )
Da non fare #7 Non pensare che gli utenti parlino di te  solo sui tuoi strumenti. (Sarebbe come sperare che le persone ti dicano tutto ciò che pensano di te guardandoti negli occhi. Non è un atteggiamento tipico degli esseri umani)
Da non fare #8 Non essere scostante. (Meglio essere regolari e un po’ noiosi che alternare momenti di grande euforia a silenzi prolungati. Comportamenti troppo variabili allontanano gli utenti, che non sanno cosa aspettarsi)
Da non fare #9 Non pensare che la tua comunicazione si possa ridurre ai social media. (Facebook, Twitter e Youtube possono molto ma non tutto.  Il sito istituzionale, il blog, la rassegna stampa e qualsiasi luogo più strutturato per la scrittura, la discussione e l’approfondimento sono fondamentali per mantenere l’efficacia comunicativa nel lungo periodo)
Da non fare #10 Non usare strumenti  che producono post automatici. (Se lavori sui social media, abituati: i weekend e le settimane senza connessione non esistono. I post automatici sono facilmente riconoscibili dagli utenti, che non a caso cliccano in media il 70% in meno su contenuti generati da un sistema di pianificazione della pubblicazione)
In sintesi I social media non ti faranno mai vincere una campagna, ma senza social media non puoi vincere una campagna (Beth Becker)
Grazie! Un grande abbraccio Dino Amenduni Facebook:  http://www.facebook.com/dinoamenduni Twitter:  http://www.twitter.com/doonie LinkedIn:  http://www.linkedin.com/dinoamenduni   Slideshare:  http://www.slideshare.net/doonie  (here you can find this slideshow) Proforma Site:  http://www.proformaweb.it Facebook:  http://www.facebook.com/proformaweb   Twitter:  http://www.twitter.com/proformaweb   Youtube:  http://www.youtube.com/proformaweb

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Il web in politica è decisivo?

  • 1. Strategia di comunicazione Gianni Florido e la Provincia di Taranto Il web in politica è decisivo? Emiliano, Vendola, Amministrative, Referendum: Quattro storie con Internet comune e decisivo denominatore Roma, 21 novembre 2011 LUISS – Corso di comunicazione politica Dino Amenduni, Proforma
  • 2. Chi parla? Mi chiamo Dino Amenduni ( biglietto da visita elettronico ) Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica a Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia città natale, dove ho studiato, vivo e lavoro Sono blogger sul Fatto Quotidiano ( link al blog ) e tra i fondatori di Quink, collettivo di satira e mediattivismo ( www.quink.it )
  • 3. I nuovi nuovi media Web 2.0 e social media Cosa sono e perché nascono
  • 4. Il web 2.0 Trattazione teorica originale di Tim O’Reilly. Traduzione integrale qui Una breve definizione: Il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del World Wide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente
  • 5. Premessa Tutto ciò che è scritto in questa presentazione potrebbe diventare vecchio a breve: Facebook lancia i nuovi profili (TimeLine)
  • 6. Il web 2.0 – modelli teorici di riferimento Legge di Pareto Modello Wikipedia Coda lunga Saggezza della folla
  • 7. A. Legge di Pareto 80/20 Secondo la "legge 80/20" (i valori 80% e 20% sono ottenuti mediante osservazioni empiriche di numerosi fenomeni e sono solo indicativi), in genere l'80% dei risultati dipende dal 20% delle cause
  • 8. A. Legge di Pareto 80/20 Questo principio può avere diverse applicazioni pratiche in diversi settori, ad esempio: Economia: l'80% delle ricchezze è in mano al 20% della popolazione (ma ovviamente i valori reali variano a seconda dei paesi e dei periodi). Oppure: il 20% dei venditori fa l'80% delle vendite, ed il restante 80% dei commerciali fa solo il 20% delle vendite Qualità: il 20% dei tipi possibili di guasto in un processo produttivo genera l'80% delle non conformità totali. Oppure: l'80% dei reclami proviene dal 20% dei clienti Informatica : l’80% del tempo di esecuzione è impiegato solo dal 20% delle istruzioni di un programma. Oppure: l'80% delle operazioni degli utenti sono dovute al 20% delle funzioni a disposizione di un applicativo. L'80% degli errori di codifica è riconducibile al 20% dei moduli (fonte: Wikipedia)
  • 9.
  • 10. C. La coda lunga La coda lunga è una teoria economica formulata da Chris Anderson (fondatore di Wired) nel 2004 È un modello che sembra poter spiegare i funzionamenti del mercato. È una teoria attuale per il mercato dei beni immateriali e “futuribile” perché pare essere in grado di teorizzare il cambiamento delle leggi che regolano il tradizionale meccanismo distributivo (produzione/stoccaggio/vendita al dettaglio)
  • 11. C. La coda lunga La diffusione di internet, il non-luogo dove chiunque in qualunque momento può consultare infiniti elenchi di prodotti, ha permesso di abbattere i costi di distribuzione e magazzino , spezzando il legame che vincolava il successo alla visibilità La possibilità di gestire un catalogo virtuale pressoché illimitato ha rivoluzionato il modello economico dominante : semplicemente, vendere anche solo poche copie al mese di migliaia di titoli è più redditizio che vendere migliaia di copie di pochi titoli Oggi: le corporazioni dei beni immateriali sono in profonda difficoltà (esempi: mercato discografico e pornografia)
  • 12. C. La coda lunga - cause Nuove tecnologie hardware e software a basso costo che permettono ai produttori di beni immateriali (grafica, musica, video, servizi) di farlo a costi contenuti o addirittura nulli Servizi (Internet, archiviazione dati) a costi contenuti che forniscono banda e hosting illimitato ai produttori di beni immateriali Possibilità di distribuire i propri prodotti a costo zero (es. attraverso Youtube), combinata alla possibilità che questi prodotti siano fruiti da chiunque attraverso Internet, anche senza pubblicità o senza conoscenza diretta del prodotto o dell’autore (es. attraverso Google o aggregatori di notizie)
  • 13. C. La coda lunga - cause Approcci di marketing e comunicazione più efficienti e misurati per la distribuzione di questi prodotti (niente più costi di stampa, di magazzino e di spedizione) Possibilità per tutti di entrare in questo mercato (finisce la divisione tra produttore e consumatore: si parla di prosumer , ovvero di un utente che fa entrambe le cose in contemporanea)
  • 14. C. La coda lunga - conseguenze Dal broadcasting al narrowcasting : da una platea con milioni di persone come pubblico a milioni di platee con poche persone come pubblico Questo modello economico, chiamato “coda lunga”, è economicamente sostenibile proprio perché non ha costi se non quelli (minimi) per produrre il contenuto e, in caso di contenuti professionali, ha costi nulli per la distribuzione Gli utenti, avendo molte più alternative di scelta, abbandonano il mainstream e si rivolgono alle nicchie di mercato che più soddisfano le loro necessità
  • 15. D. Saggezza della folla È una teoria dimostrata da James Surowiecki attraverso un’infinità di prove empiriche (2005). Secondo questa teoria, una variabile è misurata in modo più preciso da una massa di persone inesperte che da un gruppo di specialisti
  • 16. D. Saggezza della folla Esempio (1): durante una fiera, Surowiecki fece scommettere 100 persone sul peso di un vitello. Le 100 persone dichiararono il loro peso stimato. A seguire, fece ripetere l’esperimento a 10 allevatori Il peso del vitello fu indovinato con precisione assoluta dalla “massa” (il valore medio delle 100 valutazioni era precisamente il peso del vitello) Esempio (2) : prediction markets – un istituto di ricerca universitario permise ai cittadini di scommettere sul vincitore alle elezioni. Nelle scommesse, le quote variano sulla base dell’orientamento della giocata (sia sulla base di chi viene scelto, sia su quanto si punta) Il risultato del prediction market fu più affidabile di quello dei sondaggi nel misurare la distanza tra i vincitori
  • 17. Dal web 1.0 al web 2.0 – una mappa
  • 18. La dieta mediatica degli italiani Indagine Censis I media personali nell’era digitale luglio 2011
  • 19. 1. La dieta mediatica La dieta mediatica degli italiani Evoluzione del consumo dei media in Italia (2009-2011)
  • 20.
  • 21. 2. La dieta informativa La dieta mediatica degli italiani Fonti informative utilizzate , per età e titolo di studio
  • 22.
  • 23. 3. Credibilità dei media La dieta mediatica degli italiani Gli italiani ritengono Internet più credibile di ogni altro strumento
  • 24. 4. Cos’è Internet? La dieta mediatica degli italiani Grado di condivisione di alcune definizioni su Internet
  • 25.
  • 26. 5. Social media nel mondo La dieta mediatica degli italiani Nielsen Social Media Report Il 31% del tempo passato online dagi italiani è sui social media
  • 27. Social media e politica #1 Michele Emiliano, sindaco di Bari, 2009-2011
  • 28. Bari – il caso EmiLab Michele Emiliano- Amministrative 2009 Michele Emiliano (PD), sindaco di Bari dal 2004, secondo un sondaggio di giugno del 2008, ha 8 punti di svantaggio sul suo avversario, Simeone Di Cagno Abbrescia, già sindaco dal 1994 al 2004 L’attività amministrativa è, però, soddisfacente (abbattimento Punta Perotti, riapertura Teatro Petruzzelli, innovazioni nei trasporti pubblici, bonifica ex sede Fibronit) La questione decisiva per vincere le elezioni diventa: Come si comunicano le cose fatte in modo capillare ed in poco tempo?
  • 29. Bari – il caso EmiLab Michele Emiliano- Amministrative 2009 Nasce EmiLab. Inizialmente è un gruppo di lavoro specialistico che nasce in seno a Proforma. Si tratta di un’unità di sei ragazzi di età inferiore ai 30 anni. Si dovevano occupare di analisi, gestione e monitoraggio della comunicazione sui social network , di ascolto e feedback alla cittadinanza, di analisi del comportamento dell’avversario Le precedenti esperienze di networking dei due coordinatori e la volontà di misurare l’effettivo potenziale della loro generazione ispirano un decisivo cambio di passo. Attraverso un reclutamento basato sul passaparola qualificato (riconoscimento di fiducia e competenza tra amici + dichiarato interesse/amore/attaccamento alla città) il gruppo di lavoro si trasforma in un laboratorio politico composto da 150 volontari under 30
  • 30.
  • 31. EmiLab – i gruppi di quartiere Michele Emiliano- Amministrative 2009 I 150 ragazzi auto-certificano la loro appartenenza ad un gruppo di quartiere, sulla base della loro residenza, del loro luogo di lavoro o di vita I gruppi sono composti da un numero di componenti proporzionale agli abitanti del quartiere. Secondo la stessa proporzione sono raccolte le 1000 video-domande Ogni gruppo nomina un proprio coordinatore, crea un gruppo Facebook autonomo, organizza eventi nei punti di snodo del quartiere, scrive progetti sociali (realizzati durante la campagna elettorale) e parti di programma relativi ai problemi emersi durante la raccolta delle video-domande Ogni gruppo si identifica secondo il nome del quartiere + claim della campagna elettorale (Japigia vai Avanti, Carrassi vai Avanti, San Paolo vai Avanti…)
  • 32. EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 Copertina “Ce ha ffàtte Emiliane” , libro di 84 pagine sull’attività amministrativa
  • 33. EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 Interno “Ce ha ffàtte Emiliane”: non solo fatti, ma quiz, curiosità ed immagini
  • 34. EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 Street art @ San Paolo: l’arte urbana colora un quartiere periferico della città
  • 35. EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 La Gemma – video-inchieste sull’attività amministrativa di Di Cagno Abbrescia ( link a Youtube )
  • 36. EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 Problemi di elezione – web-spot no-budget divenuto poi ufficiale e trasmesso in TV ( link a Youtube )
  • 37. EmiLab - strumenti Michele Emiliano- Amministrative 2009 Gianni Paulicelli – televendita nucleare Il video più popolare della campagna ( link a Youtube )
  • 38. Emiliano vince Michele Emiliano- Amministrative 2009 Michele Emiliano si conferma Sindaco di Bari , prevalendo su Simeone Di Cagno Abbrescia al ballottaggio, con il 59,7% delle preferenze (al primo turno Emiliano si è fermato al 49,3). Nella stessa tornata elettorale il centro-sinistra perde la provincia di Bari al primo turno. Emiliano è il primo sindaco in Italia per fan su Facebook (circa 12000) Tommy Attanasio, coordinatore cittadino del PDL, commenta così la sconfitta: “ abbiamo totalmente perso il voto giovanile” EmiLab firma un intero capitolo del programma di governo , “trenta idee under 30”, che consiste nella raccolta di tutti i progetti a medio termine “ispirati” dalle richieste dei cittadini e dall’ascolto attraverso mezzi tradizionali ed innovativi
  • 39. EmiLab - Cosa non ha funzionato? Michele Emiliano- Amministrative 2009 Durante la campagna elettorale ci è stato chiesto un improvviso e intempestivo intervento attivo nella competizione attraverso la formazione di una lista civica , Bari Vai Avanti L’ ipotesi strategica generale che ha portato a questa scelta è: la forza propulsiva di EmiLab, il nome e il logo possono generare consenso diretto e immediato Abbiamo candidato un solo consigliere comunale e alcuni rappresentanti nei consigli di circoscrizione (gli altri posti sono stati riempiti da persone che non avevano condiviso il percorso di EmiLab) La lista non è andata oltre lo 0,7% , compromettendo, ad ora, il potenziale di rappresentanza politica del gruppo e causando problemi di tenuta complessiva
  • 40. Social media e politica #2 Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia e portavoce di SEL (2010-2011)
  • 41. Puglia 2009 – lo scandalo sanità Nichi Vendola- Primarie 2010 6 febbraio : Alberto Tedesco (PD), Assessore alla Sanità, si dimette dopo essere entrato nel registro degli indagati per abusi relativi alla fornitura di prodotti e servizi 13 luglio : Vendola annuncia un rimpasto di Giunta, dalla quale uscirà anche Sandro Frisullo (PD), suo vicepresidente, poi coinvolto in un’inchiesta in piena campagna elettorale (marzo 2010) Queste mosse risulteranno decisive per il successo di Vendola. La comunicazione politica non basta
  • 42. Puglia 2009 – Nichi si ricandida? Nichi Vendola- Primarie 2010 Amministrare bene non basta. Nonostante aver allontanato Assessori prima che fossero rinviati a giudizio e nonostante straordinari risultati su politiche giovanili, innovazione, politiche energetiche ed ambientali Nichi rischia di non potersi candidare e, dopo un’estenuante trattativa politica interna al centro-sinistra, raggiunge l’obiettivo “minimo” delle Primarie. Ma la politica non è con lui. Nichi è solo contro tutti…o no?
  • 43. Nichi – solo con(tro) tutti Nichi Vendola- Primarie 2010 Solo contro tutti – manifesto Vendola primarie 2010
  • 44. Puglia – le Fabbriche di Nichi Nichi Vendola- Primarie 2010 Ancora una volta la campagna di comunicazione ribalta un punto debole di Nichi. Lasciato solo dalla politica, è solo contro tutti i dirigenti. Ma è con la gente Nasce un movimento trasversale (interno al PD, a SEL, ai comuni cittadini) che lotta per difendere il diritto di Vendola a ricandidarsi. Nascono così le Fabbriche di Nichi, comitati elettorali diffusi e assai eterogenei per composizione
  • 45. Puglia – le Fabbriche di Nichi Nichi Vendola- Primarie 2010 Perché è un modello vincente? Il successo di questo modello organizzativo, contemporaneamente leggero nella struttura (totalmente autogestita) ma densa nella produzione (bottom-up) e nella diffusione (top-down) dei contenuti , porta alla nascita di Fabbriche in tutta Italia e nelle principali città d’Europa
  • 46. Nichi – solo con(tro) tutti Nichi Vendola- Primarie 2010 Il simbolo del successo Nichi x2 – azione di reclutamento al voto alle Primarie costruita integralmente su Facebook e sostenuto da una videolettera ( Videolettera Nichix2 ) Costo dell’operazione: 0 Euro
  • 47. Nichi vince le Primarie Nichi Vendola- Primarie 2010 Il 24 gennaio 2010 si celebrano le elezioni Primarie Vendola batte Boccia con il 73% dei consensi A votare si recano 200mila persone (80mila nel 2005) L’UDC aveva annnunciato che non avrebbe appoggiato Vendola in caso di successo. I pugliesi, dunque, ignorano questa indicazione politica
  • 48. Nichi vince le Primarie Nichi Vendola- Primarie 2010 La storia delle Primarie è sintetizzata da un video realizzato da Diego Bianchi (Zoro), per “Parla con Me” Tolleranza Zoro Puglia - prima parte Tolleranza Zoro Puglia - seconda parte
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  • 50. Nichi stravince le Primarie Nichi Vendola- Primarie 2010 Nel frattempo, su Facebook (30 gennaio 2010: 39503 fan), + 68,7% in quattro settimane )
  • 51. Cambia lo scenario, non i punti di forza Nichi Vendola- Regionali 2010 Siamo alle Regionali Le Fabbriche di Nichi hanno poco più di due mesi per fare campagna elettorale, ma sono una macchina già ampiamente rodata. Il loro ruolo: a.Attivare le comunità , declinando messaggi di campagna elettorale su scala iper-locale ; b.Proporre soluzioni creative o interpretare le azioni suggerite dal comitato elettorale sul territorio;
  • 52. Cambia lo scenario, non i punti di forza Nichi Vendola- Regionali 2010 Consolidare il consenso e la ritrovata unità della coalizione ; Comunicare il loro lavoro e l’attività amministrativa di Vendola con spazi autogestiti sui social network Costruire interi pezzi di campagna , sia politici che organizzativi che creativi Perché ciò sia possibile, sono necessarie linee guida condivise che regolino il “disordine organizzato”
  • 53. Come si apre una Fabbrica? Nichi Vendola- Regionali 2010 Fabbrica di Nichi – video-tutorial
  • 54. Puglia – le Fabbriche di Nichi Nichi Vendola- Regionali 2010 Il centro-sinistra si ricompatta su Vendola, il centro-destra implode e si presenta con due candidati (Palese, Poli Bortone) La campagna di Vendola, come nel 2005, parte da un presunto punto di debolezza del candidato per trasformarlo in un punto di forza. Nascono così le “poesie”, declinate in infinite varianti su Internet, anche dagli avversari, che promuovono involontariamente il “brand Vendola”
  • 55. Vendola – la poesia è nei fatti Nichi Vendola- Regionali 2010
  • 56. Vendola – la poesia è nei fatti Nichi Vendola- Regionali 2010
  • 57. Vendola – la poesia è nei fatti Nichi Vendola- Regionali 2010
  • 58. Vendola – la poesia è nei fatti Nichi Vendola- Regionali 2010
  • 59. Vendola - la poesia è nei fatti Nichi Vendola- Regionali 2010 Non solo manifesti La campagna non si sviluppa solo sui mezzi tradizionali. I manifesti sono la sintesi “generalista” di un processo di analisi dell’attività amministrativa declinata sui vari mezzi (soprattutto online) e non una forma di propaganda Questo è possibile anche grazie ad uno staff che offre competenze multiformi. Proforma è affiancata da FF3300 , insieme a Ed Testa e Carla Palladino , designer della comunicazione, che realizzano i “tweet della Puglia Migliore”
  • 60. La Puglia migliore è fatta così Nichi Vendola- Regionali 2010 Puglia Migliore – spot web Apulia Film Commission
  • 61. La Puglia migliore è fatta così Nichi Vendola- Regionali 2010 Puglia Migliore – spot web Principi Attivi
  • 62. Case history Taroccailmanifesto.com Nichi Vendola- Regionali 2010 La democrazia conviene Il meccanismo di propagazione virale della comunicazione dei tre candidati avvantaggia Vendola La sua campagna è più efficace, è la più “taroccabile”, ci sono più sostenitori sul web/detrattori degli altri candidati E così è prodotto un cavallo di troia anonimo, un sito che permette a tutti di personalizzare a piacimento le campagne elettorali dei tre candidati e di condividere i propri lavori sui social network Contenuti prodotti: migliaia Costo dell’operazione: 0 Euro
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  • 65. La Puglia dal medico Nichi Vendola- Regionali 2010 Lo spot ufficiale della campagna elettorale di Vendola 2010 è paragonabile a un gol in trasferta in contropiede Mentre Palese attacca l’Amministrazione sulla Sanità (e subisce un contrattacco sull’indebitamento della Giunta Fitto, di cui Palese era Assessore alla Sanità), Vendola sfida apertamente il tema con uno spot in cui la “Signora Puglia” va a farsi curare da un medico romano
  • 66. La Puglia dal medico Nichi Vendola- Regionali 2010 Puglia dal Medico – spot TV
  • 67. … e Nichi dalla mamma Nichi Vendola- Regionali 2010 In parallelo, sul web, compaiono pillole web raccolte durante una vera discussione tra Nichi e sua madre . Le pillole rispondono a tutte le domande sulla gestione della sanità che erano state mosse dal centro-destra durante i due mesi di campagna elettorale. La destra attacca Vendola solo sulla sanità , Nichi depotenzia questa strategia e va a vincere
  • 68. … e Nichi dalla mamma Nichi Vendola- Regionali 2010 Nichi Vendola - a proposito di salute
  • 69. Nichi vince le Regionali Nichi Vendola- Regionali 2010 Il 28 e il 29 Marzo 2010 si celebrano le elezioni Regionali: Vendola vince con il 48,7%, Palese non va oltre il 42,2%, Adriana Poli Bortone ottiene l’8,71% Palese aveva un budget otto volte superiore a Vendola Vendola, attraverso il rimpasto di giunta, è riuscito a preservare l’immagine di politico onesto Con la comunicazione ha anticipato le mosse dell’avversario
  • 70. Nichi vince le Regionali Nichi Vendola- Regionali 2010 Nel frattempo, su Facebook (30 marzo 2010, 79103 fan, +126% in due mesi )
  • 71. Social media dopo le elezioni Comunicare l’attività amministrativa Facebook è solo uno strumento elettorale? NO! Il tandem sito internet personale – Facebook rappresenta un meccanismo parallelo di comunicazione istituzionale e permette la costruzione di una narrazione I social network permettono la creazione di uno spazio autogestito di comunicazione pubblico/politica e soprattutto assolvono al principale compito della comunicazione istituzionale: collegare la politica alle politiche
  • 72. Collegare politica e politiche Comunicare l’attività amministrativa Nichi Vendola – sceenshot pagina Facebook Tre temi: attività della regione, rapporti coi media, politica nazionale
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  • 75. Si può migliorare ancora? (2) Migliorare il coordinamento comunicativo sui social media tra le singole organizzazioni a cui Nichi fa riferimento, in particolare con Sinistra Ecologia Libertà, con la Regione Puglia e la Giunta Regionale (quanto migliorerebbe la comunicazione di un ente pubblico se tutti i dirigenti e gli assessori avessero una pagina pubblica su Facebook?) Questo permetterebbe di alleggerire Nichi dal compito di “parafulmine”, di aggregatore di richieste dei cittadini sulla sua pagina. Inoltre permetterebbe di moltiplicare le fonti di comunicazione e di personalizzare i contenuti sulla base degli utenti (la pagina di Vendola, invece, dovrà essere necessariamente generalista)
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  • 77. Social media e politica #3 Amministrative 2011 I perché di una campagna elettorale storica
  • 78. Amministrative 2011 Cosa ricorderemo di queste elezioni Amministrative? Se la risposta è: #morattiquotes #sucate Red Ronnie Satira politica Vuol dire che la comunicazione politica italiana è cambiata in modo irreversibile
  • 79. Verso la comunicazione politica generativa I processi comunicativi di maggior successo di questa campagna elettorale sono nati: In rete, in particolare, su Twitter. Poi sono diventate notizie e sono finiti sui mezzi tradizionali ; Grazie agli utenti e non nei comitati elettorali o nei partiti (che nel caso di Pisapia e De Magistris sono stati bravi a riprendere e valorizzare i processi spontanei) Non necessariamente nelle città dove si andava a votare : alla campagna elettorale ha partecipato tutta l’Italia. Come voleva Berlusconi, ma per la prima volta con effetti per lui nefasti A costo zero Quasi mai grazie al lavoro di attivisti politici “puri”
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  • 81. La nuova comunicazione politica: da spin doctor a ricercatori I manager di campagna elettorale, i consulenti, i ghost writer, i creativi non dovranno più basare le loro scelte sulla base di precedenti esperienze , di intuito o attraverso presunte doti sciamaniche Le campagne saranno guidate dai dati , prodotti ogni giorno e in grande quantità dagli utenti della Rete che non faranno altro che continuare la loro attività di aggiornamento e condivisione dei contenuti Più che scrivere e pensare sarà importante leggere e interpretare La variabile decisiva (e non esistente fino a 10 anni fa) è la possibilità degli utenti di utilizzare il surplus cognitivo
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  • 83.
  • 84. Ma il web sostituirà la TV? Non è necessario Ogni programma sarà oggetto di una narrazione parallela sul web. Questo è già molto visibile nei programmi di approfondimento politico (Annozero, Ballarò, Exit) e nelle trasmissioni di maggior successo (Vieni via con me, Festival di Sanremo), seguiti con dirette su siti, blog, Facebook e Twitter Ogni diretta porta alla produzione di tantissimi contenuti, specie qualitativi, sui programmi : cosa piace, cosa no, cosa può essere migliorato (i social media come Auditel qualitativo?) La diretta web è un’evoluzione (o involuzione, a seconda dei gusti) della visione della TV a casa con la famiglia e con gli amici: l’esperienza di visione è più ricca ed emozionante
  • 85. Non più web versus tv, ma tv più web Il web, dunque, permette agli spettatori di analizzare ciò che accade in televisione, di valutarne l’attendibilità e di aumentare il valore dell’esperienza in termini di informazioni acquisite e divertimento Il web, inoltre, permette di vedere la TV senza vederla. Non è più necessario essere davanti al televisore per seguire un programma, se quest’ultimo è oggetto di una diretta web Queste opportunità, però, sono parimenti a portata di mano per chi costruisce programmi televisivi I dati possono entrare nel programma: sovraimpressione di tweets, infografiche in tempo reale su ciò che è detto in diretta, feedback della Rete con possibili colpi di scena
  • 86. Da politica pop a pop politico I programmi cosidetti di ‘ infotainment ’, ritenuti da molti alla base dei modelli di costruzione del consenso di Silvio Berlusconi, sembrano i format ideali per ospitare questa nuova integrazione crossmediale tra vecchi e nuovi mezzi Un politico sbugiardato in diretta o una grandissima approvazione della Rete in seguito a un botta e risposta può regolare l’andamento del programma, rendendolo potenzialmente più spettacolare e certamente imprevedibile Questo potrebbe portare a una nuova stagione dell’informazione politica , ancora più soft e legata all’intrattenimento ma non per questo meno ricca di contenuti e approfondimento Se tutto è politica, quest’ultima entra nelle vite quotidiani di ognuno: è dunque ‘pop’ (nell’accezione classica del termine, popular)
  • 87. Berlusconi e l’obbligo del web Per tutte queste ragioni il controllo diretto o politico delle televisioni, per Silvio Berlusconi, non è più sufficiente I metodi e i linguaggi della televisione non potranno essere replicati in modo acritico sui nuovi media, che hanno logiche assai differenti e hanno una capacità di memoria sicuramente più alta dell’opinione pubblica tradizionale . Serviranno nuovi codici, nuovi linguaggi, nuova pianificazione: non basta copiare modelli di marketing già di successo altrove Letizia Moratti, fino al ballottaggio, non aveva comunicato in modo professionale sui nuovi media. Dopo il ballottaggio ha impostato una campagna elettorale “di prodotto” , come se il suo profilo identitario non esistesse, come se non fosse conosciuta Dalle auto coi vetri oscurati a Foursquare: un grave errore di comunicazione
  • 88. Social media e politica #4 Referendum 2011. Cambia il vento, Internet produce energia rinnovabile
  • 89. Habemus quorum, come mai? Il Referendum 2011 rappresenta un ulteriore caso di studio per la comunicazione politica italiana Partiti in sordina e senza adeguata copertura comunicativa sui mezzi tradizionali (in particolare di servizio pubblico), i comitati e i gruppi di attivazione sono stati aiutati dal contributo spontaneo, caoticamente organizzato e virale degli elettori Facebook è diventato strumento di autocomunicazione di massa : i ‘produttori’ e ‘consumatori’ di informazione hanno convissuto nello stesso ecosistema mediale Alcuni dati per l’analisi: Atlante Politico Demos-Demetra ( Link al sondaggio completo ) del 27 giugno 2011
  • 91.
  • 92. 2. Referendum, il quesito più importante
  • 93. 2. Referendum, il quesito più importante Il nucleare (e i fatti di attualità legati al quesito) ha certamente favorito il raggiungimento del quorum Il secondo quesito sull’ acqua (profitti) è stato trainato dal primo (privatizzazione): gli italiani hanno votato sì a entrambi senza approfondimento Un italiano su otto ha ritenuto il legittimo impedimento più motivante del nucleare e dell’acqua, uno su cinque ha messo i quesiti alla pari La combinazione dei tre temi (acqua + nucleare + legittimo impedimento) ha reso possibile il raggiungimento del quorum: due temi, forse, non sarebbero bastati
  • 94. 3. Il ruolo del passaparola
  • 95. 3. Il ruolo del passaparola Una campagna non massificata: metà dell’elettorato attivo/persuasivo ha agito in modo personalizzato e su cerchie ristrette, meno del 10% ha usato volantini o animato banchetti Una campagna portaUsb-a-porta : Internet non ha prodotto direttamente opinione, ma ha fornito gli strumenti informativi per attivare un passaparola maturo e consapevole Internet è stato decisivo , ma (come sempre) non come agente attivo di cambiamento ; piuttosto come strumento di formazione e organizzazione, come elemento di potenziamento di un sentimento già condiviso tra gli italiani
  • 96. 4. I nuovi influencer
  • 97. 4. I nuovi influencer Gli attivisti referendari sono in gran parte ‘nuovi ’ , persone che non si erano mai attivate in campagna elettorale Il 90% di questa nuova attivazione (leggera + reticolare) è legata alla presenza del web sulla scena mediatica. Senza Internet, in molti non avrebbero fatto campagna Il 9% dell’elettorato complessivo (il 16% di elettori attivi al referendum) ha contribuito in modo decisivo al successo della campagna. È una èlite o è la prima campagna partecipata? L’attivazione ‘leggera’ è ‘pesante’ a livello elettorale
  • 98. 5. I giovani tornano in politica
  • 99. Per concludere Dieci cose da fare e dieci da evitare sui social media
  • 100. Da fare #1 Dì la verità. (basta questa, le altre nove potrebbero non servire)
  • 101. Da fare #2 Se fai un errore, dillo a tutti prima che ti scoprano. (Dai spiegazioni, chiedi scusa. Ti perdoneranno. Tutti sbagliamo)
  • 102. Da fare #3 Leggi tutte le conversazioni sui social media che ti riguardano. (Spesso la polemica può essere prevenuta anticipando il passaparola negativo, rispondendo punto su punto e gettando così acqua sul fuoco)
  • 103. Da fare #4 Rispondi a tutti. (E se proprio non vuoi rispondere a tutti, evita di rispondere solo a quelli ‘famosi’, agli opinion leader o alle persone di cui hai paura)
  • 104. Da fare #5 Fai ciò che i tuoi amici, sostenitori, fan, elettori ti chiedono di fare. (Fallo quando i consigli che ti offrono sono genuini e sono chiaramente indirizzati a tuo vantaggio. Fallo anche se non ti sembra utile o se non ne hai voglia. Chi ti aiuta, apprezzerà in ogni caso)
  • 105. Da fare #6 Chiedi aiuto per realizzare le tue idee. (La collaborazione rinforza il senso di comunità. E le idee che si trasformano in azione fanno del bene anche a chi non te ne vuole)
  • 106. Da fare #7 Se sei un personaggio pubblico e devi dire qualcosa di importante, dillo prima ai tuoi amici/sostenitori/fan e poi a tutti gli altri. (Tanto tutti gli altri lo sapranno un secondo dopo. Però nel frattempo hai fatto sentire importante la tua comunità, l’hai motivata e l’hai aiutata a crescere)
  • 107. Da fare #8 Se hai un’opinione che temi sia minoritaria corri il rischio e scrivila. (Scoprirai che ci sono persone che la pensano come te e scoprirai che chi non la pensa come te apprezzerà il tuo coraggio)
  • 108. Da fare #9 Evita di cancellare le cose che non ti piacciono. (Dall’altra parte ci può essere qualcuno che ha salvato le conversazioni e che è pronto a farti fare una figuraccia)
  • 109. Da fare #10 Ricordati sempre che tutto ciò che fai sul web è pubblico. (Questo è vero anche per profili con forti restrizioni della privacy. Dì solamente le cose che saresti pronto a ripetere davanti a una platea di sconosciuti)
  • 110. Da non fare #1 Non pensare che il tuo pubblico sia composto da persone diverse da quelle che trovi per strada. (Non esiste un ‘popolo del web’ antropologicamente diverso da tutti gli altri. Ci sono 20 milioni di italiani su Facebook, anche la distinzione tra online e offline non ha più senso)
  • 111. Da non fare #2 Non limitarti a riciclare contenuti presi dagli altri mezzi di comunicazione. (Se voglio leggere un comunicato stampa, me lo vado a prendere. Se voglio guardare la televisione, me la guardo. Senza uno sforzo di personalizzazione, si capirà subito che i social media sono solo un riempitivo)
  • 112. Da non fare #3 Non pensare che le strategie di comunicazione siano più importanti del contenuto. (Una stupidaggine è una stupidaggine. Non c’è artificio retorico, stilistico, comunicativo che tenga)
  • 113. Da non fare #4 Non parlare solo di te stesso. (Chiunque usi la prima persona singolare alla lunga annoia l’interlocutore)
  • 114. Da non fare #5 Non spendere soldi in campagne pubblicitarie se non hai niente da dire. (Inutile spendere denaro per attrarre utenti in luoghi dove non c’è nulla di interessante. Scapperanno via, magari stimolando un passaparola negativo. Se hai soldi da spendere, usali per la redazione, non per la comunicazione)
  • 115. Da non fare #6 Non parlare con il tuo pubblico solo quando hai qualcosa da chiedere loro. (Se un amico ti chiama solo quando ha un favore da chiederti, lo ritieni davvero un tuo amico? Sui social media avviene la stessa identica cosa. Meglio essere coerenti nell’ignorare il prossimo che cercarlo solo per interesse )
  • 116. Da non fare #7 Non pensare che gli utenti parlino di te solo sui tuoi strumenti. (Sarebbe come sperare che le persone ti dicano tutto ciò che pensano di te guardandoti negli occhi. Non è un atteggiamento tipico degli esseri umani)
  • 117. Da non fare #8 Non essere scostante. (Meglio essere regolari e un po’ noiosi che alternare momenti di grande euforia a silenzi prolungati. Comportamenti troppo variabili allontanano gli utenti, che non sanno cosa aspettarsi)
  • 118. Da non fare #9 Non pensare che la tua comunicazione si possa ridurre ai social media. (Facebook, Twitter e Youtube possono molto ma non tutto. Il sito istituzionale, il blog, la rassegna stampa e qualsiasi luogo più strutturato per la scrittura, la discussione e l’approfondimento sono fondamentali per mantenere l’efficacia comunicativa nel lungo periodo)
  • 119. Da non fare #10 Non usare strumenti che producono post automatici. (Se lavori sui social media, abituati: i weekend e le settimane senza connessione non esistono. I post automatici sono facilmente riconoscibili dagli utenti, che non a caso cliccano in media il 70% in meno su contenuti generati da un sistema di pianificazione della pubblicazione)
  • 120. In sintesi I social media non ti faranno mai vincere una campagna, ma senza social media non puoi vincere una campagna (Beth Becker)
  • 121. Grazie! Un grande abbraccio Dino Amenduni Facebook: http://www.facebook.com/dinoamenduni Twitter: http://www.twitter.com/doonie LinkedIn: http://www.linkedin.com/dinoamenduni Slideshare: http://www.slideshare.net/doonie (here you can find this slideshow) Proforma Site: http://www.proformaweb.it Facebook: http://www.facebook.com/proformaweb Twitter: http://www.twitter.com/proformaweb Youtube: http://www.youtube.com/proformaweb