"Scopri di più" mi ha sempre turbato. Non ho mai capito che cosa dovessi scoprire di più, quando me lo chiedeva un brand attraverso uno sponsored post di Facebook, ad esempio. Peggiore però è il ricordo legato alla frustrazione subita quando, dopo aver avuto un problema di log-in, mi veniva chiesto, asetticamente, di compilare un form. Possibile che le marche, oggi, dopo anni e anni di teoria sulla relazione one-to-one, venduta come la panacea di tutti mali, non riescano a comunicare diversamente? Da qui è partita la mia indagine.
Azienda, proposta di valore, user experience, web strategies, è sempre una qu...Michele Dell'Edera
Ho messo al centro delle mie riflessioni rispetto al lavoro da mettere in campo in un’attività che veda protagonista la rete come strumento di comunicazione, relazione o vendita, le persone. Un’Azienda quando decide di sbarcare o potenziare il suo business su web, non può che avere bene in mente i suoi obiettivi di business e la proposta di valore che vuole offrire ai suoi clienti. Avere bene in mente le persone che compongono la squadra aziendale, l’esperienza che si vuole offrire ai propri clienti nel processo decisionale che li porterà a scegliere o a vivere l’esperienza d’acquisto, le strategie da mettere in campo sul web.
In tutti questi processi, le persone sono protagoniste ed entrano in relazione.
Introduzione al Social Media Listening - update 2016Andrea Alfieri
Breve presentazione introduttiva al modello del Listening applicato ai Social Media per aziende e progetti. LISTENING è una tecnica di Social Media Marketing utilizzata per definire strategie digitali. Aiuta a pianificare una strategia 2.0 ascoltando e monitorando le conversazioni online, posizionando il brand e la concorrenza, identificando opinion leader. Aiuta a comprendere le caratteristiche specifiche posizionamento di un brand e dei suoi concorrenti online, gli attori coinvolti, gli strumenti ed il metodo per la raccolta dati ed il monitoraggio.
L'organizzazione "social-driven": i social media a supporto della strategia d...Simone Moriconi
Come i social media diventano uno strumento strategico per le decisioni di marketing: social analysis, individuazione bisogni latenti, segmentazione, personas, social customer care.
Quanto conta per te promuovere il Brand, individuare potenziali clienti e fidelizzarli? Umbria Business Group e Pagine Sì! ne hanno discusso in un evento sul Social Selling, con diversi interventi e case study a supporto. Si è parlato di Personal Branding, Prospecting Online e Nurturing.
Azienda, proposta di valore, user experience, web strategies, è sempre una qu...Michele Dell'Edera
Ho messo al centro delle mie riflessioni rispetto al lavoro da mettere in campo in un’attività che veda protagonista la rete come strumento di comunicazione, relazione o vendita, le persone. Un’Azienda quando decide di sbarcare o potenziare il suo business su web, non può che avere bene in mente i suoi obiettivi di business e la proposta di valore che vuole offrire ai suoi clienti. Avere bene in mente le persone che compongono la squadra aziendale, l’esperienza che si vuole offrire ai propri clienti nel processo decisionale che li porterà a scegliere o a vivere l’esperienza d’acquisto, le strategie da mettere in campo sul web.
In tutti questi processi, le persone sono protagoniste ed entrano in relazione.
Introduzione al Social Media Listening - update 2016Andrea Alfieri
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Webinar lunch federico vitiello - social media marketing per il businessFederico Vitiello
Inbound Marketing, cos'è e come usarlo per vendere
Le 6C della comunicazione: Un nuovo modo di fare inbound marketing che nasce dall'incontro con il mondo della Lean Startup
Conosci e batti l'algoritmo di Facebook, Instagram, Linkedin. Fai sì che i tuoi post vengano visti
BTO11 - Che ruolo hanno le emozioni quando cerchiamo, valutiamo e prenotiamo ...Buy Tourism Online
21 marzo [Day TWO]
09:15 - 11:00 [ 105 min ]
#3 Scientific Hall
21 marzo [Day TWO]
09:15 - 11:00 [ 105 min ]
#3 Scientific Hall
Robert Piattelli, Luca Vescovi
Inbound Marketing, Content Marketing, Web Marketing, quali sono le differenze principali e perché oggi è importante conoscerle? In questa presentazione cerchiamo di capire come fare per attrarre, convertire, vendere e fidelizzare i nostri clienti attraverso il mondo online.
Una breve presentazione sul nuovo ruolo dei consumatori nell'era di Internet. Le differenze tra consumer e prosumer e come va trattato quest'ultimo da parte del venditore.
E' la versione ultima del 2014 presentata nelle varie tappe di Smau delle slide dedicate alle strategie per il web, al valore dei contenuti. A Napoli abbiamo finalizzato meglio il "come si parte"... rispetto a un progetto on line... Nel 2015 qualcosa di ancora più articolato e approfondito proprio su come si mette in campo un progetto on line
Strategia Digitale in 50 minuti Che cos’è, a che cosa serve e perché porta r...Venturini.biz
SMAU 2014: Giuliana Laurita e Roberto Venturini parlano del loro libro "Strategia Digitale" e di cosa sono e perché sono importanti le strategie - con highlight su alcuni punti fondamentali per un corretto sviluppo di una strategia digitale
Tu sei il brand! Professionalità, personal branding e successo per l’impresa ...Alessandra Salimbene
Tu sei il brand! Professionalità, personal branding e successo per l’impresa commerciale nell’era dei social media
Obiettivo del workshop è quello di focalizzare l’importanza dell’imprenditore o dello store manager come perno del posizionamento di marketing e della notorietà dell’impresa commerciale. Oggi la comunicazione è, in particolare nei social media, fortemente caratterizzata dalle conversazioni e, in un mercato ipercompetitivo reso ancor più problematico dalla crisi, comunicare in modo costante, personale e coerente con il cliente è diventato fondamentale. Ma nell’era del mobile marketing e dei social media non possono essere le insegne a comunicare, ma devono essere le persone: sono le persone che si devono mettere in gioco, diventando guru e portavoce del valore aggiunto della propria insegna portando avanti un dialogo che inizia in negozio, prosegue sui online e si completa a livello individuale nelle strategie di CRM (customer relationship management).
Alla scoperta di neuromarketing e neurobrandingKEA s.r.l.
Neuromarketing è un neologismo creato nel 2002 dallo studioso olandese Ale Smidts per definire l’applicazione al marketing di conoscenze e pratiche proprie delle neuroscienze con l’obiettivo di creare artefatti comunicazionali persuasivi, perché decodificabili facilmente e velocemente dagli interlocutori tipici e in grado di toccarne le corde istintuali e affettive.
Invito alla lettura di Mariano Diotto, Neurobranding. Il neuromarketing nell’advertising e nelle strategie di brand per i marketer, Hoepli, Milano, 2020
Articolo listening per Interceptor Marketing di Benedetto MotisiAndrea Alfieri
Cosa si intende per Listening nei social media? Fare attività di Marketing sui Social Media oggi significa: Scegliere le conversazioni pertinenti, Ascoltare cosa dicono gli utenti, clienti, concorrenti, visitatori; Posizionare i prodotti e i servizi all'interno delle conversazioni; Ascoltare, interagire e reagire ai feedback.
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E' la versione ultima del 2014 presentata nelle varie tappe di Smau delle slide dedicate alle strategie per il web, al valore dei contenuti. A Napoli abbiamo finalizzato meglio il "come si parte"... rispetto a un progetto on line... Nel 2015 qualcosa di ancora più articolato e approfondito proprio su come si mette in campo un progetto on line
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Cosa si intende per Listening nei social media? Fare attività di Marketing sui Social Media oggi significa: Scegliere le conversazioni pertinenti, Ascoltare cosa dicono gli utenti, clienti, concorrenti, visitatori; Posizionare i prodotti e i servizi all'interno delle conversazioni; Ascoltare, interagire e reagire ai feedback.
4. Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Premessa
Questo report è il risultato di una indagine che ho
condotto a dicembre 2018, con lo scopo di
investigare gli aspetti della relazione tra utente e
call-to-action.
Il rapporto si articola in 4 sezioni:
• metodo
• analisi quantitativa
• analisi qualitativa
• approccio strategico
Che cos’è questo report
Emanuela Goldoni
?
6. L’attività di editing dei copy dei messaggi di
errore dell’interfaccia utente di una app per
un progetto del settore “assicurazioni”, mi ha
fornito degli spunti interessanti, che mi hanno
portato ad interrogarmi sull’impatto emotivo
delle call -to-action.
La domanda da cui è partita la mia
riflessione è stata: “Come posso rendere più
umana l’interazione/relazione tra l’utente e i
touchpoint digitali di una marca?”
Perché questo report
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Obiettivo
8. Ho utilizzato la versione gratuita dello strumento
SurveyMonkey per costruire il sondaggio.
L’indagine si compone di 8 domande in tutto:
7 domande a risposta multipla e 1 domanda
chiusa.
Il campione è di 100 utenti (il limite massimo di
persone che hanno potuto partecipare
all’indagine).
L’indagine prende in esame le call-to-action
più utilizzate nelle campagne di Facebook,
che sono - per analogia - usate anche in altre
contesti.
Come ho condotto questa analisi
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente Metodo
10. Quale call-to-action ricordi di aver
visto recentemente?
RicordoQuesta domanda si
basa sulla percezione del
ricordo e sulla percezione
della frequenza.
Scopri di più
È la call-to-action che
l’utente ricorda di aver
visto recentemente.Iscriviti 69%
Acquista ora 74%
Scopri di più 78%
Call-to-action
78%
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
11. Quale call-to-action non ricordi di
aver visto recentemente?
Ricordo Questa domanda si
basa sulla percezione del
ricordo e sulla percezione
della frequenza. Vai a menù 31%
Ascolta subito 36%
Richiedi un orario 46%
Call-to-action
Richiedi un orario
È la call-to-action che
l’utente non ricorda di
aver visto recentemente
46%
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
12. Quale call-to-action clicchi più di
frequente?
Ricordo Questa domanda si
basa sulla percezione del
ricordo e sulla percezione
della frequenza.
Acquista ora
38%
Iscriviti
42%
Scopri di più 56%
Call-to-action
56%
Scopri di più
È la call-to-action più
cliccata
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
13. La call-to-action migliore è quella
che…
Anticipa le informazioni
20%
Non fa perdere tempo
25%
Facilita la navigazione 39%
Emozione
39%
Facilita la navigazione
E quello che l’utente si
augura
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
Funzione Questa domanda
si basa sulla consapevolezza
della funzione della call-to-
action.
14. Quale call-to-action non vuole dire
nulla?
Ricevi l’offerta
30%
Vai al menù
32%
Scopri di più 35%
Call-to-action
35%
Scopri di più
È la call-to-action che non
aggiunge alcun
vantaggio per l’utente.
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
Funzione Questa domanda
si basa sulla consapevolezza
della funzione della call-to-
action.
15. Quale call-to-action ti infastidisce di
più?
EmozioniQuesta domanda
si basa sull’effetto emotivo
provocato da un messaggio.
Ricevi l’offerta
29%
Prenota subito
29%
Installa subito 38%
Call-to-action
38%
Installa subito
È la call-to-action che
infastidisce
maggiormente.
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
16. Quale sensazione ti deve comunicare
una call-to-action?
EmozioniQuesta domanda
si basa sull’effetto emotivo
provocato da un messaggio.
Sicurezza
10%
Fiducia
14%
Chiarezza 67%
Sensazione
67%
Chiarezza
È la sensazione che
vorrebbe percepire
l’utente da una call-to-
action.
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
17. Che cosa dovrei scoprire di più, esattamente?
Tanto usata, poco utile
Scopri di più è la call-to-action più inflazionata, la più cliccata
(anche perché l’utente non ha altra scelta), ma anche quella
che non aggiunge né un’ informazione vantaggiosa e rilevante
per l’utente, né una motivazione che lo aiuti nel processo
decisionale. Per questo viene percepita come call-to-action
usata impropriamente.
Come “Scopri di più, anche “Mostra altro” o “Molto altro
ancora”.
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
Scopri di più!
Scopri di più!
Scopri di più!
18. Una spinta gentile per convertire
Meno robotese, più cortese
Mi fai questo, per favore? Più un copy suona umano e “gentile” e più
l’utente sarà spinto ad accettare di dialogare con una piattaforma
digitale e fare esattamente ciò che un brand gli chiede di fare.
Le forme imperative e poco empatiche che non rispettano i tempi
dell’utente sono controproducenti.
Stiamo parlando di frasi come: “Ricevi l’offerta”, “Acquista Ora”, “Scarica
Ora”.
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
Ricevi l’offerta
Scarica Ora!
Acquista!
19. Perché devo farlo proprio ora
Un passo alla volta, come nelle relazioni umane
Ora o mai più? Ci sono call-to-action che anziché pretendere dall’utente
un’azione immediata, lo mettono nella condizione di poter scegliere
deliberatamente la decisione che gli sembra più vantaggiosa. Sono
messaggi che accompagnano in più passaggi l’utente alla conversione.
Non a caso, si tratta di microcopy meno vincolanti , come “Prova” o
“Richiedi un orario” o “Ascolta”, che gli utenti vedono meno di frequente.
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
Subito!
Adesso
Ora!
20. Patti chiari e amicizia lunga
La chiarezza genera fiducia
Errare humanum est Secondo gli utenti, un messaggio deve essere
chiaro. Chiaro non significa “dire bene una cosa”, ma manifestare
chiaramente la propria presenza, informando puntualmente l’utente
rispetto a quello che accadrà a seguito di una sua azione. È quello che
accade coi messaggi di errore.
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
!!hheheh
1r6chh!
É’99see
22. Audience
Tutti gli interlocutori.
Dipendenti, clienti, fornitori,
stakeholder, shareholder,
influencer.
Brand
Linguaggio
del brand
Posizionamento attuale
Come voglio essere
percepito oggi
all’esterno?
Tono di voce
Comunicare
coerentemente rispetto
a quello che sono e
rappresento per la mia
community.
Valori
In che cosa credo? Come
manifesto l’aderenza a
questi valori?
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
23. Luisa Carrada, lo definisce così: “Poche parole giuste, al momento giusto”. Stiamo parlando del significato di
“microcopy” e quindi anche delle call-to-action. L’utente vi entra in contatto ogni volta che interagisce
digitalmente con un brand. Spesso si sottovaluta quanto la conversione e l'intera customer journey siano
strettamente legate a questi microtesti. Il microcopy che rispetta le convenzioni sociali che regolano il rapporto tra le
persone è quello che tiene per mano l’utente, non lo lascia mai solo e lo motiva a prendere la decisione migliore.
Per progettare un microcopy human-oriented occorre tenere in considerazione il brand e gli aspetti cognitivi,
funzionali ed emotivi, che sono alla base di una interazione umana. L’esperienza migliore e l’esperienza peggiore
hanno in comune una cosa: la facilità con cui sono ricordate.
[FUNZIONI] Descrizione dei
vantaggi di ogni singola
call-to-action.
[EMOZIONI] Mappatura delle
emozioni a seconda degli
stimoli: così come accade nel
reale.
[PROCESSO COGNITIVO]
Definizione del processo
cognitivo nell’interazione.
[BRAND] Progettazione
della call-to-action in base
al brand.
Design di una call-to-action human-oriented
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
24. Processo cognitivo
01 02 03 04
CONOSCENZA PROVA RISPETTO FIDUCIA
Conosciamoci Così come nelle
interazioni umane esistono delle
convenzioni sociali (ad esempio:
salutarsi, ringraziarsi, dispiacersi,
gioire)che determinano la
costruzione di una relazione, allo
stesso modo replicare le stesse
convenzioni nelle CTA aiuta il
cliente a fargli vivere una
esperienza positiva e più umana.
Dimostrami che posso
fidarmi di te Le persone
sono diffidenti per natura.
Sui canali digitali lo sono
ancora di più, per questo
hanno bisogno
continuamente di essere
rassicurate.
Aspettami, non sono
ancora sicuro L’utente
non prende decisioni
automaticamente e
soprattutto non le prende
quando glielo dice un
brand. Occorre rispettare i
suoi tempi.
OK, mi hai convinto: mi
fido di te Siamo solo a
metà. Ora che abbiamo
conquistato la fiducia
dell’utente, dobbiamo
consolidarla.
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
25. Funzione
Promessa motivata e
vantaggio dichiarato
Promessa non
rilevante
Promessa dichiarata
ma non mantenuta
Promessa motivata
e vantaggio
dichiarato
Promessa non
dichiarata
:(
:(
:(
:)
Che cosa ci guadagno?
Nella CTA non spiego perché
per l’utente è vantaggioso
cliccare il pulsante.
Mi hai convinto
Nella CTA ho dichiarato il motivo per
cui all’utente conviene interagire
proprio con noi, cliccando sul quel
bottone.
Ok, e quindi?
Nella CTA ho dichiarato
un vantaggio che non
corrisponde al desiderio
dell’utente.
Sto ancora aspettando una risposta
Nella CTA ho promesso un vantaggio che
poi non sono stato in grado di mantenere.
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Analisi
26. Emozioni
Promessa motivata e
vantaggio dichiarato
:(
Piacere
Rabbia
Frustrazione
Gioia
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Approccio strategico
So come ti senti
Costruire una mappatura
delle emozioni (sia positive,
che negative) aiuterà a
formulare la CTA in maniera
puntuale, rispettando il
processo di interazione
umana.
27. Esempio
Gioia
Piacere
Rabbia
Frustrazione
Aiuto, non riesco ad
accedere!
Come cambia un messaggio
di risposta del brand in
funzione dell’emozione
C’è un problema.
Riprova più tardi.
C’è un problema.
Compila questo
form.
Ci spiace,
ma non riusciamo
A riconoscerti.
Inserisci di nuovo la
tua password.
Ci spiace, sembra
proprio che tu non
riesca ad accedere.
Grazie per la segnalazione.
Entro 48 ore ti
contatteremo
per aiutarti.
Errore, forse non hai
Inserito il tuo nome
correttamente.
Emanuela Goldoni
Che cosa dovrei scoprire di più esattamente? Approccio strategico