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IVAN EVTYUKHIN
NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA
ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO
LA BORSA MARITTIMA DI SAN PIETROBURGO
E L’IDENTIFICAZIONE DEL SUO ARCHITETTO
ESTRATTO
da
ARCHITETTURA E IDENTITA` LOCALI
I
a cura di
LUUCCIIAA COORRRRAAIINN e FRRAANNCCEESSCCOO P. DII TEEOODDOORROO
Leo S. Olschki Editore
Firenze
BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM»
Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia
424
ARCHITETTURA
E
IDENTITA` LOCALI
I
a cura di
LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO
LEO S. OLSCHKI EDITORE
MMXIII In coperta: Miniatore degli inizi del sec. XVI, David.
Biblioteca Provinciale dell’Aquila ‘‘Salvatore Tom-
masi’’, Corale 4 (Salterio-Innario), iniziale istoriata
D(ixi), f. 40v.
B.A.R.
I
Vol. 424
LEO S.
OLSCHKI
ARCHITETTURAEIDENTITA`LOCALI–I
ISSN 0066-6807
ISBN 978 88 222 6283 7
BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM»
Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia
424
ARCHITETTURA
E
IDENTITA` LOCALI
I
a cura di
LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO
LEO S. OLSCHKI EDITORE
MMXIII In coperta: Miniatore degli inizi del sec. XVI, David.
Biblioteca Provinciale dell’Aquila ‘‘Salvatore Tom-
masi’’, Corale 4 (Salterio-Innario), iniziale istoriata
D(ixi), f. 40v.
B.A.R.
I
Vol. 424
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OLSCHKI
ARCHITETTURAEIDENTITA`LOCALI–I
ISSN 0066-6807
ISBN 978 88 222 6283 7
BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM»
Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia
424
ARCHITETTURA
E
IDENTITA` LOCALI
I
a cura di
LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO
Indici a cura di
EMANUELA VAI
LEO S. OLSCHKI EDITORE
MMXIII
Tutti i diritti riservati
CASA EDITRICE LEO S. OLSCHKI
Viuzzo del Pozzetto, 8
50126 Firenze
www.olschki.it
Pubblicazione realizzata con il contributo del Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-
versita` e della Ricerca (PRIN 2008), Politecnico di Torino, Politecnico di Milano,
Scuola Normale Superiore di Pisa, Universita` degli studi ‘‘G. d’Annunzio’’ di
Chieti-Pescara (Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali), Universita` del
Molise.
ISBN 978 88 222 6283 7
IVAN EVTYUKHIN
NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA
ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO
LA BORSA MARITTIMA DI SAN PIETROBURGO
E L’IDENTIFICAZIONE DEL SUO ARCHITETTO
E` ben nota l’opinione che Francesco Algarotti aveva espresso nel 1739
sull’architettura di San Pietroburgo:
Assai belle mostrano ancora di essere le Fabbriche di Pietroburgo, [per] chi ha negli
occhi i casamenti di Revel, e delle altre citta`di questo Settentrione. Ma il terreno su cui e`
fondata e` basso, paludoso: l’immenso bosco, dov’ella siede, non e` punto vivo, non gran
cosa buoni sono i materiali di che ella e` fabbricata; e i disegni delle fabbriche non sono
ni di un Inigo Jones, ni di un Palladio. Regna qui una maniera di architettura bastarda
tra la Italiana, la Francese e la Olandese. Domina pero` la Olandese.1
Settantacinque anni dopo Algarotti, nel 1814, un anonimo chirurgo della
flotta di Gran Bretagna descriveva l’architettura della capitale russa in un mo-
do diverso:
Other capitals may be larger or richer, but in beauty none for a moment can come in
competition with the Queen of the North. Hers is the triumph of Architecture (The style
of building in the Russian Capital resembles that of Waterloo Place, and throughout
that city, very little inferior to it-in all the public works much superior).[...] Regularity
pervades the whole; the parts are so well fitted and adapted to each other that we can
scarcely find any thing to condemn. It is a city of palaces rising in the midst of marshes.2
Sempre nell’anno 1814, quando l’ufficiale della flotta inglese era in visita a
San Pietroburgo, stavano per concludersi i lavori del cantiere che risulto` uno
1 F. ALGAROTTI, I Viaggi in Russia, Fondazione Pietro Bembo, 1991, pp. 58-59.
2 A voyage to St. Petersburg in 1814, with remarks on the Imperial Russian navy, Londra, Ri-
chard Philips & Co. 1822, p. 36.
— 549 —
dei piu` grandiosi e costosi in tutta la storia della citta`, cioe` della Borsa Marit-
tima,3
opera dell’architetto francese Thomas de Thomon. L’edificazione del-
l’insieme della nuova Borsa Marittima con il porto, iniziata nel 1805, diede
inizio alla creazione di tutta una serie di complessi architettonici che avrebbe-
ro strutturato il centro della citta` durante il regno di Alessandro I. Thomas de
Thomon, Andrej Voronikhin e Andrian Zakharov diedero il via a questo pro-
cesso, mentre Carlo Rossi, al termine delle guerre napoleoniche, lo porto` al
termine.
L’imperatore Alessandro I, salito al trono ancora molto giovane, nei primi
anni del suo regno fu pieno di zelo nel «riformare sistematicamente il brutto
edificio dell’amministrazione imperiale e di conferirgli delle garanzie offerte
dalla Costituzione regolata secondo il vero spirito della Nazione».4
Inoltre,
nel primo Ottocento lo Stato russo fu costretto ad affrontare un nuovo potere
europeo, finora mai visto. Al posto della vecchia Europa delle corti, era appar-
so un impero guidato dal ‘geniale’ Napoleone che in breve periodo riuscı` a
sottomettere quasi tutta l’Europa Occidentale e si avvicino` ai confini con la
Russia. In pochi anni, Alessandro I riuscı` a rafforzare lo Stato imperiale rea-
lizzando un’importante riforma amministrativa accompagnata da un grandio-
so programma di miglioramento delle finanze, del trasporto, del commercio,
dell’esercito sacrificando in gran misura le spese della corte nonche´ la costru-
3 Anzi, si potrebbe affermare che l’evoluzione dell’architettura bastarda di San Pietroburgo, de-
scritta da Algarotti, verso il trionfo della stessa, esaltato da un ufficiale inglese, coincide grosso modo
con il periodo della costruzione di due Borse Marittime di San Pietroburgo, quelle di Giacomo Qua-
renghi e di Thomas de Thomon, cioe` con il quarantennio tra 1780 e 1820. Dai documenti del co-
siddetto Gabinetto Imperiale risulta che gia` nel 1780 Giacomo Quarenghi, arrivato in Russia meno
di un anno prima, aveva ricevuto un pagamento per l’esecuzione del modello della Borsa. Il progetto
fu approvato dall’imperatrice Caterina II il 17 dicembre 1781, la costruzione della Borsa inizio` tre
anni dopo e ando` avanti per altri tre anni, finche´ Caterina con un ordine personale non fermo` prov-
visoriamente tutta l’edificazione statale a San Pietroburgo, viste le spese per la guerra russo-turca. In
quel periodo, l’edificio era gia` arrivato al livello della cornice, ma la sua costruzione non ando` mai piu`
avanti, benche´ al termine della guerra, tutte le altre opere di Quarenghi fossero state portate al com-
pimento. Nel 1803, un’ispezione organizzata dal Ministero del Commercio trovo` il cantiere dell’edi-
ficio in uno stato soddisfacente e presento` un preventivo di 208,800 rubli per concludere i lavori. Il
Ministro del Commercio, conte Nicolaj Rumiantsev, rapporto` quel risultato all’imperatore Alessan-
dro I menzionando anche la presenza di due progetti della Borsa elaborati da Thomas de Thomon. Il
primo progetto dell’architetto francese prevedeva la demolizione completa dell’edificio di Quarenghi
e, considerando anche il porto progettato accanto alla Borsa, aveva un preventivo di 1,025,640 rubli;
l’altro progetto prevedeva invece l’impiego parziale della struttura gia` esistente e aveva un preventivo
quasi due volte piu` economico – di 569,300 rubli. Il 24 febbraio del 1804, l’imperatore approvo` il piu`
costoso progetto della Borsa di de Thomon; l’edificio mai compiuto quarenghiano fu completamente
demolito. Secondo l’ordine personale dell’imperatore la costruzione della Borsa andava conclusa in
quattro anni, eppure si protrasse per piu` di dieci anni vista la mancanza dei fondi statali, provocata
da una serie di guerre antinapoleoniche.
4 A.N. PYPIN, Obssˇestvennoje dvizˇenie pri Alexandre I [Il movimento sociale sotto Alessandro I],
San-Pietroburgo, Stasjulevicˇ 1885, p. 34.
IVAN EVTYUKHIN
— 550 —
zione delle nuove residenze imperiali. Questo non venne a significare pero` che
l’edilizia statale nella capitale fu sospesa, anzi: proprio in quegli anni a San
Pietroburgo apparvero dei grandiosi monumenti pubblici mai visti nell’epoca
precedente. Sebbene Alessandro fosse il vero erede ed anche il prodotto del-
l’educazione impartitogli dalla nonna, il primo stile architettonico del suo re-
gno fu chiaramente diverso da quello di Caterina II. Al neoclassicismo di gu-
sto palladiano rappresentato soprattutto da Giacomo Quarenghi, l’architetto
preferito dell’imperatrice nell’ultimo ventennio del Settecento, subentro` uno
stile fortemente influenzato dalla ‘nuova’ architettura francese. Proprio la Bor-
sa pietroburghese rappresenta uno dei migliori esempi dell’impiego della ‘pro-
duzione avanguardista’ francese: si tratta soprattutto di quei progetti che,
apparsi nell’ultimo Settecento nell’ambito dei Concorsi dei Grand Prix del-
l’Acade´mie de l’Architecture di Parigi, per la maggior parte erano rimasti
su carta.5
Verso l’inizio dell’Ottocento, la nuova citta` di Pietroburgo, caratte-
rizzata da un centro ancora non del tutto definito architettonicamente, e do-
minata dallo spazio immenso della Neva che la divideva in tre parti, risponde-
va perfettamente all’aspirazione alla grandezza e all’universalita` degli architetti
francesi della fine del Settecento:
The style of the Rome Prize entries of the last quarter of the eighteenth century
may be called the first of the of the Neoclassical trends prevalent in St Petersburg
during the reign of Alexander I: the grandeur which seemed to look towards the fu-
ture, the clear geometrical lines, the abundance of colonnades fitted the architectural
scale of Russia’s capital. The architectural evolution of the Enlightenment era, inter-
rupted by the French Revolution, continued in Alexandrine St Petersburg, and
French architects’ ideas that under the ancient re´gime had existed only on paper
found realization at last.6
5 La Borsa di Thomas de Thomon unı` tutta una serie di progetti cartacei di diversi architetti
francesi della fine del Settecento, i quali avevano elaborato nuovi modelli di edificio pubblico e com-
merciale, successivamente trasformati e realizzati da Thomas de Thomon. Gia` all’inizio del Novecen-
to, la critica aveva notato il carattere compilativo del primo progetto di de Thomon per la Borsa pre-
sentato nel 1801 all’imperatore Alessandro (I. GRABAR’, Rannij Alexandrovsky klassizism i ego
franzuskie istochniki, in Istorija russkogo iskusstva V. 3 Peterburgskaja arxitektura v XVIII i XIX veke
[Storia dell’arte russa. Volume 3. Architettura di Pietroburgo nel Settecento e nell’Ottocento], Pietro-
burgo 1912). Infatti Thomas de Thomon aveva usato i progetti della Borsa di Pierre Bernard e di
Jean-Jacques Tardieu, che avevano ottenuto il Prix d’Emulation negli anni 1782 e 1786. Questi pro-
getti furono incisi e pubblicati da A.P. PRIEUR e P.L. VAN CLE´ EMPUTTE nella Collection des prix que la
ci-devant Acade´mie d’Architecture proposoit et couronnoit tous les ans, Paris 1787-96 (sui progetti dei
Grand Prix si veda: J.M. PEROUSE DE MONTCLOS, Les prix de Rome. Concours de l’Acade´mie Royale
d’architecture au XVIII sie`cle, Paris, Berger-Levrault 1984; H. ROSENAU, The Engravings of the Grand
Prix of the French Academy of Architecture, «Architectural History», III, 1960, pp. 15-180).
6 D. SHVIDKOVSKY, Russian Architecture and the West, New Haven-Londra, Yale University
Press 2007, p. 296.
36
— 551 —
NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO
Fu proprio la Borsa Marittima, opera dell’architetto francese Thomas de
Thomon, il monumento che aveva aperto questa nuova epoca dell’architettura
di San Pietroburgo. La Borsa (Fig. 1), oltre ad essere una struttura commer-
ciale, e` l’edificio che subito dopo la costruzione era divenuto uno dei simboli
visivi piu` importanti per l’immagine della capitale imperiale russa. Questa im-
portanza e` collegata soprattutto con il ruolo che l’edificio svolge nello spazio
urbano del centro di San Pietroburgo. La Borsa, collocata sul promontorio
dell’isola Vasilievskij che divide la Neva nel suo punto piu` largo in due potenti
flussi, domina il paesaggio architettonico della citta`, unendo la fortezza dei
Santi Pietro e Paolo a Nord, il promontorio dell’isola Vasiljevskij a Ovest e
il lungofiume del Palazzo a Sud in un unico sistema spaziale.
Nonostante il fatto che la figura di Thomas de Thomon (1759-1813) sia
cosı` importante nella storia dell’architettura russa e perfino di quella europea,
finora non e` stata intrapresa una ricerca sistematica e completa riguardante la
sua biografia. Mentre gli ultimi quattordici anni della sua vita passati in Russia
sono relativamente ben documentati, finora sono state rinvenute solo informa-
zioni frammentarie sui quarant’anni precedenti della vita di de Thomon in
Francia, in Italia e in Austria. La biografia di Thomas de Thomon fino al
Fig. 1. BENJAMIN PATERSEN, Veduta della Nuova Borsa di San Pietroburgo dal lungoneva Dvor-
zovaja, 1807, l’Ermitage, 49.2663.6 cm, incisione acquerellata.
IVAN EVTYUKHIN
— 552 —
1798, quando era arrivato in Russia, generalmente veniva basata sui dati ana-
grafici che egli stesso aveva fornito nel 1802 al momento dell’assunzione nel-
l’Accademia in qualita` di professore di ottica e di prospettiva. Il problema
principale dell’indagine sul percorso biografico dell’architetto consiste nel fat-
to che i suddetti dati anagrafici erano falsi.7
Secondo le informazioni presen-
tati da Thomas de Thomon alle autorita` russe, l’architetto sarebbe nato a Ber-
na il 1 aprile 1760, da dove suo padre, essendosi arruolato al Reggimento
Reale Svizzero, l’avrebbe portato a Parigi. Lo stesso discorso, oltre ai due libri
pubblicati dall’architetto, fece credere ai suoi biografi che avesse ottenuto il
cosiddetto Grand Prix di Roma, che avesse lavorato nell’Amministrazione
Reale e presso il conte d’Artois come ingegnere, architetto e pittore, nonche´
come Ispettore dei Palazzi Reali a Fontainebleau.
All’inizio del Novecento, Igor’ Grabar’ e Denis Roche, nel tentativo di tro-
vare testimonianze documentarie sugli studi di Thomas de Thomon nell’Ac-
cademia e nelle altre scuole di architettura a Parigi, non giunsero ad alcun ri-
sultato. Grabar’ constato`: «Si puo` dire con certezza che nell’Accademia Reale
di Architettura non c’era mai stato uno studente di nome Thomas de Tho-
mon».8
Non furono neanche trovate prove documentarie del fatto che avesse
esercitato le funzioni di Ispettore dei Palazzi Reali a Fontainebleau: e` noto in-
vece che negli anni ’80 del Settecento fu Nicolas-Marie Potain a ricoprire
quella carica.9
Per lungo tempo tali mistificazioni fecero sı` che la biografia
del maestro prima del suo arrivo in Russia rimanesse un mistero.
7 Fin dall’inizio degli studi su Thomas de Thomon nel primo ’900 la critica si basava per quanto
riguarda la sua biografia sul discorso funebre che il giorno del funerale di Thomon, il 1 settembre
1813, tenne Alexandr Labzin, il segretario dell’Accademia delle Belle Arti a San Pietroburgo Opisa-
nije torzˇestvennogo sobranija Imperatorskoj Akademii Xudozˇestv, byvsˇego sentjabrja 1-go dnja, 1813
goda: Pribavlenije k gazete «Sankt-Peterburgskije vedomosti» [Descrizione della riunione solenne del-
l’Accademia delle Belle Arti Imperiale, del 1 settembre 1813: Allegato al giornale «Sankt-Peterburg-
skije vedomosti»], LXXIV, 1813, p. 8, in G.D. OSˇ Cˇ EPKOV, Arxitektor Thomon [Thomon l’architetto],
Leningrado 1950, p. 151.
8 I risultati furono pubblicati da I. GRABAR’ nella sua opera fondamentale Istorija russkogo
iskusstva, III, Peterburgskaja arxitektura v XVIII i XIX veke [Storia dell’arte russa, III, Architettura
di Pietroburgo nel Settecento e nell’Ottocento], Pietroburgo, 1912, e molto piu` tardi completati ed
aggiornati nel capitolo Il classicismo precoce ‘di Alessandro’ e le sue fonti francesi [Rannij Aleksandrov-
skij klassitsizm i ego frantsuzskije istocˇniki] del libro O russkoj arxitekture [Dell’architettura russa],
Mosca, IAN 1969. Anche l’architetto pietroburghese Evgeny Baumgarten nei due articoli del
1914 menziona i suoi tentativi senza successo, nonche´ quelli di Concetto Pettinato, di trovare le trac-
ce della presenza di Thomas de Thomon in Francia nell’E´ cole nationale des ponts et des chausse´es,
nel Ministe`re des Beaux Arts e nei diversi archivi francesi (E. BAUMGARTEN, Thomas de Thomon,
«Architecturno-chudojestvenny ejenedelnik (Settimanale architettonico-artistico)», VIII, 1914,
pp. 75-86; ID., Thomas de Thomon, «Zodcy (Architetto)»; 1914, n. 24, pp. 283-287.
9 Y. BOTTINEAU, Pre´cisions sur le Fontainebleau de Louis XVI, «Gazette des beaux-arts», t. I,
Paris 1967, p. 139.
— 553 —
NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO
Solo negli anni Ottanta del Novecento, dopo aver consultato gli archivi
dell’Institut de France nonche´ i registri dell’Accademie Royale de l’Architec-
ture, lo studioso francese Boris Lossky avanzo` un’ipotesi secondo la quale il
misterioso Thomon sarebbe stato in realta` «Jean-Franc¸ois Thomas, ne´ a` Paris,
age´ de 18 ans, fils d’un bourgeois de Paris», iscritto nel 1777 all’Accademia al
corso del professore Julien-Davide le Roy. Questa ipotesi e` anche basata su
una nota nel diario di E´ lisabeth Vige´e-Lebrun redatta a Vienna nel 1794,10
dove era stato menzionato «M. Thomas, architecte» in rapporto ad un ritratto
a pastello, e sul contratto ufficiale ritrovato da uno studioso ungherese A. Val-
ko, firmato dall’architetto «Mr. Thomas de Thomon» e dal principe Nicola
Esterha´zy il 1 novembre 1794 sempre a Vienna.11
Basandosi sulla stessa ipo-
tesi, Lossky, nei due articoli,12
tento` di raccogliere tutti i dati presenti negli
studi di altri autori dedicati a Thomas (de Thomon) e nei documenti che egli
aveva trovato personalmente e riuscı` cosı` a tracciare il percorso biografico di
Jean-Franc¸ois Thomas in Francia, in Italia, e in Austria prima dell’arrivo in
Russia nel 1798.13
Gli studi di Lossky, anche se pieni di informazioni, non for-
niscono dati precisi riguardanti le origini di Thomas de Thomon, e l’ipotesi
secondo la quale «Mr. Thomas, architecte» e l’architetto «Mr. Thomas de
Thomon» sarebbero stati la stessa persona e` basata solo sulla coincidenza geo-
grafica e cronologica della presenza dei suddetti personaggi. Nel tentativo di
trovare ulteriori documenti pertinenti abbiamo fatto qualche passo avanti.
Osservando la bibliografia dedicata a Thomas de Thomon, bisogna notare
che manca ancora un esame della critica contemporanea su de Thomon, quasi
completamente sfuggita finora all’attenzione degli studiosi sia russi che stra-
nieri. Va detto che nonostante un continuo conflitto tra la Russia e la Francia
durante l’epoca delle guerre napoleoniche le opere russe di Thomas de Tho-
mon erano ben conosciute nella sua Patria e anzi esse vengono spesso citate,
nei numerosi articoli e trattati francesi dei primi anni dell’Ottocento, come
10 L.-E. VIGE´ E-LEBRUN, Souvenir de Mme Vige´e-Lebrun, Parigi, Albin Michel 1926, pp. 313,
370.
11 A. VALKO, Donne´es concernant l’activite´ de l’architecte Thomon en Hongrie, «Acta Historia
Artium», IV, 1957, pp. 363-367.
12 B. LOSSKY, Formation artistique et premie`res e´tapes de la carrie`re de l’architecte J.F. Thomas,
dit de Thomon, «Bulletin de la Socie´te´ de l’Histoire de l’Art franc¸ais», Parigi 1988, pp. 81-87; ID., Un
architecte franc¸ais en Russie a` l’aube du XIX sie`cle. J.F. Thomas, dit de Thomon, «Institut des e´tudes
slaves», Paris 1985, pp. 592-604.
13 Sappiamo che nel giugno 1781 Jean-Franc¸ois Thomas vinse il cosiddetto Prix d’Emulation.
Esistono prove documentarie dei suoi tentativi di ottenere il Grand Prix di Roma nel 1781, nel 1784
e anche nel 1785. Successivamente, sempre nel 1785, partı` per Roma, dove il suo soggiorno e` docu-
mentato fino al 1789. Nel 1793 apparve a Vienna e da qui, nel 1798, si trasferı` in Russia.
IVAN EVTYUKHIN
— 554 —
monumenti esemplari della scuola francese contemporanea. Di principale in-
teresse per noi sono quattro articoli, pubblicati dal famoso storico, critico del-
l’arte e pittore Charles-Paul Landon nelle riviste «Nouvelles des arts, peintu-
re, sculpture, architecture et gravure e Annales du Muse´e et de l’E´ cole
moderne des Beaux-Arts» e «Annales du Muse´e et de l’E´ cole moderne des
Beaux-Arts» negli anni 1802-1806. Questi testi contengono delle informazioni
importanti riguardo alle opere e la biografia di Thomas de Thomon. Landon,
gia` nel primo articolo del 1802 tre anni dopo l’arrivo di de Thomon a San Pie-
troburgo e quasi subito dopo della decisione dell’imperatore Alessandro I
d’affidare a lui una ricostruzione del teatro imperiale, pubblico` il seguente
passo nelle «Nouvelles des arts»:
On vient de construire une nouvelle salle de spectacle a` Saint-Pe´tersbourg, tre`s-ma-
gnifiquement de´core´e, sur les dessins de M. de Thomon, architecte de l’empereur, que
l’on annonce avoir e´te´ premier architecte du ci-devant comte d’Artois. Comme nous
n’avons connu en France d’Artiste de´core´ de ce titre que feu Boulle´e, et ensuite le cit.
Bellanger, nous avons pris quelques informations a` ce sujet, dont le re´sultat est que
M. de Thomon e´tait connu a`Paris avant la re´volution sous le nom de Thomas; que c’est
sous ce nom qu’il a remporte´le grand prix, et que par conse´quent il a donne´des preuves
de talent; qu’il dessine le genre pittoresque et le paysage avec une grande facilite´; qu’en
effet il a pu eˆtre attache´au comte d’Artois en pays e´trangers, et qu’il jouit maintenant en
Russie de la conside´ration que donnent les talens dans tous les pays civilise´s. D’apre`s ces
renseignemens certains, il n’est donc pas e´tonnant que cet architecte ait fait en Russie
une salle riche et belle, dont une lettre e´crite de Saint-Pe´tersbourg, en date du 16 sep-
tembre, nous donne la description suivante [segue poi una descrizione del progetto
della ricostruzione del teatro, N.d.A.].14
Il passo citato sopra potrebbe essere considerato come una conferma di-
retta dell’ipotesi di Lossky, finalmente emersa.15
Un altro documento che te-
stimonierebbe l’attendibilita` della versione di Lossky e` la nota manoscritta di
14 Sarebbe logico supporre che la lettera l’avesse scritta de Thomon stesso.
15 C.-P. LANDON, Nouvelles des arts, peinture, sculpture, architecture et gravure, 1802, II, Parigi,
L’imprimerie de Migneret, p. 79. Nelle altre tre pubblicazioni Landon parla di alcuni disegni e edifici
di de Thomon, riservando piu` attenzione al progetto del complesso della Borsa di San Pietroburgo
anche perche´, come specifica: «Au moment ou` l’on s’occupe des moyens de placer la Bourse de Paris
dans un local convenable, on ne verra pas sans inte´reˆt le magnifique e´difice destine´ a cet usage, qui s’e´-
le`ve actuellement a` Saint-Pe´tersbourg». Landon con molto pathos descrive la Borsa di de Thomon
come «un ensemble de composition des encadremens d’architecture que l’on n’avait jusqu’a` pre´sent
vu qu’en dessin dans la plupart de nos concours publics» del quale autore «notre France peut aussi s’e-
norgueillir d’avoir forme´ dans son e´cole l’architecte dont le ge´nie et les talens doivent embellir chaque
anne´e, par de nouvelles productions, une des plus grandes et des plus superbes villes de l’univers» (C.-P.
LANDON, «Annales du Muse´e et de l’E´ cole moderne des Beaux-Arts», XI, Parigi, l’imprimerie des
annales du Muse´e 1806, pp. 91-94).
— 555 —
NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO
Giacomo Quarenghi che accompagna un disegno evidentemente non della
sua mano, ma a lui appartenuto, intitolato Villa in un parco16
e conservato nel-
le collezioni del castello Sforzesco a Milano, che dice: «Projet de Mr. Tomon
autrement Thomas dessinateur». Qui e` opportuno citare l’opinione di Graziel-
la Colmuto Zanella: «L’annotazione da lui [Quarenghi] apposta al foglio, ri-
cevuto presumibilmente in dono dal francese poco dopo il suo arrivo in Rus-
sia quale biglietto di rappresentazione e scelto tra quelli ambientati in un
paesaggio di impronta mediterranea, intende sottolineare la reale qualifica
del neoarrivato». Quarenghi, grazie alle sue conoscenze nell’ambito romano,
avrebbe potuto avere informazioni precise su de Thomon, che fu presente a
Roma negli anni 1785-1789 e vi acquisto` una certa notorieta` come «Mr. Tho-
mas, dessinateur» che produceva numerose vedute soprattutto con rovine ro-
mane.
L’opinione su de Thomon come pittore piuttosto che architetto, o, anco-
ra, come quel parvenu che grazie alla sua destrezza riuscı` a sorpassare il gran-
de Quarenghi in concorrenza per l’attenzione dell’imperatore Alessandro I,
sembra essere diffusa nella comunita` italiana a San Pietroburgo ed e` espressa
ad esempio in un breve necrologo di de Thomon pubblicato da Antonio Fran-
cesco Spada: «Cet artistes, inge´nieux et plein de gouˆt, passione´ pour les Beaus-
Arts dans tous les genres, dessinait avec une facilite´ extreˆme les sites plus bril-
lans [...]. Plus habile Dessinateur que profond Architecte, il a laisse´ cependant
des titres qui prouvent sont talent pour l’architecture».17
Quest’opinione nega-
tiva finora diffusa non puo` essere accettata. L’importanza di de Thomon per
la storia dell’architettura pietroburghese e perfino europea e` data dal fatto
che, tra tutti i suoi compagni dell’Acade´mie d’Architecture, egli fu uno dei
pochi a realizzare le utopie architettoniche dei Grand Prix nel contesto di
una citta` esistente. Il compito di creare la Borsa Marittima e il porto, renden-
doli un punto nodale dello spazio urbanistico di Pietroburgo, fu talmente dif-
ficile da mettere in difficolta` perfino Giacomo Quarenghi, architetto che pos-
sedeva una cultura architettonica piu` raffinata. Fu pero` proprio Thomas de
Thomon, con la sua energia e la sua bravura, a risolvere il problema creando
la nuova identita` di San Pietroburgo.
16 Il disegno fa parte delle collezioni del castello Sforzesco (Inventario: 5443 D323 china a pen-
na, matita, acquerello grigio seppia e verde a pennello, su carta vergata), ed e` pubblicato in I disegni
di Giacomo Quarenghi al Castello Sforzesco, a cura di P. Angelini, Venezia, Marsilio 1998, p. 205,
tav. 195.
17 A.F. SPADA, «Ephe´me´rides russes politiques, litte´raires, historiques», III, San Pietroburgo,
H. Bonnet & Comp. 1816, p. 398.
IVAN EVTYUKHIN
— 556 —
INDICE
Introduzione di Lucia Corain e Francesco P. Di Teodoro . . . . . . Pag. V
CONSIDERAZIONI PRELIMINARI.
I TRATTATI, L’USO E IL RIUSO DELL’ANTICO
HOWARD BURNS, Architecture and Identity in Italy, 1000-1600: an
introduction and overview . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3
FRANCESCO P. DI TEODORO, Vitruvio volgarizzato e identita` locali:
prime indagini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39
BARBARA GALLI, Considerazioni sul manoscritto della traduzione vi-
truviana di Jean Martin alla Biblioteca Nazionale Universitaria
di Torino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 59
ELENA GRANUZZO, Il concetto vitruviano di ‘decor’ nella trattatisti-
ca architettonica rinascimentale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 73
MARTIN DISSELKAMP, Magnificenza pontaniana. Un concetto di co-
municazione tardo-quattrocentesco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 95
ANNA SIEKIERA, Identita` linguistica del Vasari «artefice». I. Due
Lezzioni di Benedetto Varchi alla vigilia della prima edizione
delle Vite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 113
ELIANA CARRARA, Itinerari e corrispondenti vasariani (1537-1550) » 125
FEDERICA ROSSI, Dallo ‘pseudogotico’ al dorico greco: progetti poli-
tici di Caterina II in architettura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 143
STEFANO MAGGI, Rovine e riusi nel Piemonte romano. . . . . . . . . » 159
SUSANNA CACCIA, Reimpiego e restauro dell’antico: l’anfiteatro di
Lucca nel palinsesto urbano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183
— 581 —
GEOGRAFIA DELL’IDENTITA` .
L’ITALIA DEL CENTRO-SUD
BIANCA DE DIVITIIS, Memoria storica, cultura antiquaria, commit-
tenza artistica: identita` sociali nei centri della Campania tra Me-
dioevo e prima eta` Moderna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 201
ISOTTA CORTESI, Horti Palatini Farnesiorum: immagine e identita` » 219
STEFANO CUSATELLI, Horti Palatini Farnesiorum: una memoria . . » 233
CRISTIANA PASQUALETTI, L’Aquila come Gerusalemme? Alle origini
di una tradizione storiografica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 255
FRANCESCO ZIMEI, Simbologia e identita` nei trattenimenti musicali
aquilani in onore di Margherita d’Austria . . . . . . . . . . . . . . . » 271
GIANLUIGI SIMONE, «Di legname piu` eccellenti che fusseno in Ro-
ma»: l’intagliatore Flaminio Boulanger e le maestranze attive
nei suoi cantieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 287
LORENA SAVINI, Un musicista fra Firenze e l’Aquila: prime ricerche
su Pasquale Tristabocca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 307
GEOGRAFIA DELL’IDENTITA` .
L’ITALIA DEL CENTRO-NORD
DARIO DONETTI, ‘‘Scultore et architetto fiorentino’’: Francesco da
Sangallo a Santa Croce. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 323
VANNA ARRIGHI – ELISABETTA INSABATO, Una fonte per lo studio
dei palazzi fiorentini: il «libro di muraglia». Primi risultati di
un censimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 341
MARIA ADRIANA GIUSTI, La torre e l’albero. Luoghi dell’identita` di
Lucca. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 355
LUCIA CORRAIN, I portici di Bologna tra immaginario e rappresenta-
zione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 371
MARIA BELTRAMINI, Questioni di stile? Francesco Sforza, Filarete
e l’Ospedale Maggiore di Milano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 393
PAOLO BOSSI, «Librum illum, quem urbis diœcesisque nostræ ec-
clesiis utilem necessariumque censemus, ad consuetudinem in-
troducimus». Condivisione di ideali e programmi tra l’archidio-
INDICE
— 582 —
cesi milanese e le diocesi sue suffraganee alla luce della pubbli-
cazione dei due libri. Instructionum Fabricæ et supellectilis ec-
clesiaticæ di Carlo Borromeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 405
GEOGRAFIA DELL’IDENTITA` .
FRA L’ITALIA E L’EUROPA
ENRICO LUSSO, La committenza architettonica dei marchesi di Saluz-
zo e di Monferrato nel tardo Quattrocento. Modelli mentali e
orientamenti culturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 423
CRISTINA CUNEO, Alle radici di un’identita`: Mondovı`e il Piemonte
sud-occidentale alla fine del XVI secolo. . . . . . . . . . . . . . . . . » 439
PAOLO CORNAGLIA, La costruzione dell’identita`‘‘italiana’’ del duca-
to di Savoia a cavallo tra XVI e XVII secolo: il ruolo dei giardini » 455
FAUSTO TESTA, La costruzione retorica dell’identita`politica nella fe-
sta di corte sabauda in eta` barocca: i «Simboli in fatto» dello
Stato nel banchetto del Dono del Re dell’Alpi (Rivoli 1645) . . » 477
DANIELA DEL PESCO, ‘‘Tutto il sapere di Borromini’’: l’ovale di San
Carlino e la geografia della pianta centrale. . . . . . . . . . . . . . . » 493
ANDREA DE MEO ARBORE, La cappella di Inigo Jones per l’Infanta di
Spagna: politica, architettura e mediazioni di identita` . . . . . . . » 509
CRISTIANO GUARNERI, Architettura per una nuova identita`: Pietro il
Grande e la costruzione di San Pietroburgo . . . . . . . . . . . . . . » 523
IVAN EVTYUKHIN, Nuova immagine della capitale russa all’inizio
dell’Ottocento. La Borsa Marittima di San Pietroburgo e l’iden-
tificazione del suo architetto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 549
Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 557
38
— 583 —
INDICE
FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI DICEMBRE 2013
BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM»
Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia
424
ARCHITETTURA
E
IDENTITA` LOCALI
I
a cura di
LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO
LEO S. OLSCHKI EDITORE
MMXIII In coperta: Miniatore degli inizi del sec. XVI, David.
Biblioteca Provinciale dell’Aquila ‘‘Salvatore Tom-
masi’’, Corale 4 (Salterio-Innario), iniziale istoriata
D(ixi), f. 40v.
B.A.R.
I
Vol. 424
LEO S.
OLSCHKI
ARCHITETTURAEIDENTITA`LOCALI–I
ISSN 0066-6807
ISBN 978 88 222 6283 7

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Evtyukhin. Architettura e identità

  • 1. IVAN EVTYUKHIN NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO LA BORSA MARITTIMA DI SAN PIETROBURGO E L’IDENTIFICAZIONE DEL SUO ARCHITETTO ESTRATTO da ARCHITETTURA E IDENTITA` LOCALI I a cura di LUUCCIIAA COORRRRAAIINN e FRRAANNCCEESSCCOO P. DII TEEOODDOORROO Leo S. Olschki Editore Firenze
  • 2. BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM» Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia 424 ARCHITETTURA E IDENTITA` LOCALI I a cura di LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO LEO S. OLSCHKI EDITORE MMXIII In coperta: Miniatore degli inizi del sec. XVI, David. Biblioteca Provinciale dell’Aquila ‘‘Salvatore Tom- masi’’, Corale 4 (Salterio-Innario), iniziale istoriata D(ixi), f. 40v. B.A.R. I Vol. 424 LEO S. OLSCHKI ARCHITETTURAEIDENTITA`LOCALI–I ISSN 0066-6807 ISBN 978 88 222 6283 7
  • 3. BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM» Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia 424 ARCHITETTURA E IDENTITA` LOCALI I a cura di LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO LEO S. OLSCHKI EDITORE MMXIII In coperta: Miniatore degli inizi del sec. XVI, David. Biblioteca Provinciale dell’Aquila ‘‘Salvatore Tom- masi’’, Corale 4 (Salterio-Innario), iniziale istoriata D(ixi), f. 40v. B.A.R. I Vol. 424 LEO S. OLSCHKI ARCHITETTURAEIDENTITA`LOCALI–I ISSN 0066-6807 ISBN 978 88 222 6283 7
  • 4.
  • 5. BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM» Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia 424 ARCHITETTURA E IDENTITA` LOCALI I a cura di LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO Indici a cura di EMANUELA VAI LEO S. OLSCHKI EDITORE MMXIII
  • 6. Tutti i diritti riservati CASA EDITRICE LEO S. OLSCHKI Viuzzo del Pozzetto, 8 50126 Firenze www.olschki.it Pubblicazione realizzata con il contributo del Ministero dell’Istruzione, dell’Uni- versita` e della Ricerca (PRIN 2008), Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Scuola Normale Superiore di Pisa, Universita` degli studi ‘‘G. d’Annunzio’’ di Chieti-Pescara (Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali), Universita` del Molise. ISBN 978 88 222 6283 7
  • 7. IVAN EVTYUKHIN NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO LA BORSA MARITTIMA DI SAN PIETROBURGO E L’IDENTIFICAZIONE DEL SUO ARCHITETTO E` ben nota l’opinione che Francesco Algarotti aveva espresso nel 1739 sull’architettura di San Pietroburgo: Assai belle mostrano ancora di essere le Fabbriche di Pietroburgo, [per] chi ha negli occhi i casamenti di Revel, e delle altre citta`di questo Settentrione. Ma il terreno su cui e` fondata e` basso, paludoso: l’immenso bosco, dov’ella siede, non e` punto vivo, non gran cosa buoni sono i materiali di che ella e` fabbricata; e i disegni delle fabbriche non sono ni di un Inigo Jones, ni di un Palladio. Regna qui una maniera di architettura bastarda tra la Italiana, la Francese e la Olandese. Domina pero` la Olandese.1 Settantacinque anni dopo Algarotti, nel 1814, un anonimo chirurgo della flotta di Gran Bretagna descriveva l’architettura della capitale russa in un mo- do diverso: Other capitals may be larger or richer, but in beauty none for a moment can come in competition with the Queen of the North. Hers is the triumph of Architecture (The style of building in the Russian Capital resembles that of Waterloo Place, and throughout that city, very little inferior to it-in all the public works much superior).[...] Regularity pervades the whole; the parts are so well fitted and adapted to each other that we can scarcely find any thing to condemn. It is a city of palaces rising in the midst of marshes.2 Sempre nell’anno 1814, quando l’ufficiale della flotta inglese era in visita a San Pietroburgo, stavano per concludersi i lavori del cantiere che risulto` uno 1 F. ALGAROTTI, I Viaggi in Russia, Fondazione Pietro Bembo, 1991, pp. 58-59. 2 A voyage to St. Petersburg in 1814, with remarks on the Imperial Russian navy, Londra, Ri- chard Philips & Co. 1822, p. 36. — 549 —
  • 8. dei piu` grandiosi e costosi in tutta la storia della citta`, cioe` della Borsa Marit- tima,3 opera dell’architetto francese Thomas de Thomon. L’edificazione del- l’insieme della nuova Borsa Marittima con il porto, iniziata nel 1805, diede inizio alla creazione di tutta una serie di complessi architettonici che avrebbe- ro strutturato il centro della citta` durante il regno di Alessandro I. Thomas de Thomon, Andrej Voronikhin e Andrian Zakharov diedero il via a questo pro- cesso, mentre Carlo Rossi, al termine delle guerre napoleoniche, lo porto` al termine. L’imperatore Alessandro I, salito al trono ancora molto giovane, nei primi anni del suo regno fu pieno di zelo nel «riformare sistematicamente il brutto edificio dell’amministrazione imperiale e di conferirgli delle garanzie offerte dalla Costituzione regolata secondo il vero spirito della Nazione».4 Inoltre, nel primo Ottocento lo Stato russo fu costretto ad affrontare un nuovo potere europeo, finora mai visto. Al posto della vecchia Europa delle corti, era appar- so un impero guidato dal ‘geniale’ Napoleone che in breve periodo riuscı` a sottomettere quasi tutta l’Europa Occidentale e si avvicino` ai confini con la Russia. In pochi anni, Alessandro I riuscı` a rafforzare lo Stato imperiale rea- lizzando un’importante riforma amministrativa accompagnata da un grandio- so programma di miglioramento delle finanze, del trasporto, del commercio, dell’esercito sacrificando in gran misura le spese della corte nonche´ la costru- 3 Anzi, si potrebbe affermare che l’evoluzione dell’architettura bastarda di San Pietroburgo, de- scritta da Algarotti, verso il trionfo della stessa, esaltato da un ufficiale inglese, coincide grosso modo con il periodo della costruzione di due Borse Marittime di San Pietroburgo, quelle di Giacomo Qua- renghi e di Thomas de Thomon, cioe` con il quarantennio tra 1780 e 1820. Dai documenti del co- siddetto Gabinetto Imperiale risulta che gia` nel 1780 Giacomo Quarenghi, arrivato in Russia meno di un anno prima, aveva ricevuto un pagamento per l’esecuzione del modello della Borsa. Il progetto fu approvato dall’imperatrice Caterina II il 17 dicembre 1781, la costruzione della Borsa inizio` tre anni dopo e ando` avanti per altri tre anni, finche´ Caterina con un ordine personale non fermo` prov- visoriamente tutta l’edificazione statale a San Pietroburgo, viste le spese per la guerra russo-turca. In quel periodo, l’edificio era gia` arrivato al livello della cornice, ma la sua costruzione non ando` mai piu` avanti, benche´ al termine della guerra, tutte le altre opere di Quarenghi fossero state portate al com- pimento. Nel 1803, un’ispezione organizzata dal Ministero del Commercio trovo` il cantiere dell’edi- ficio in uno stato soddisfacente e presento` un preventivo di 208,800 rubli per concludere i lavori. Il Ministro del Commercio, conte Nicolaj Rumiantsev, rapporto` quel risultato all’imperatore Alessan- dro I menzionando anche la presenza di due progetti della Borsa elaborati da Thomas de Thomon. Il primo progetto dell’architetto francese prevedeva la demolizione completa dell’edificio di Quarenghi e, considerando anche il porto progettato accanto alla Borsa, aveva un preventivo di 1,025,640 rubli; l’altro progetto prevedeva invece l’impiego parziale della struttura gia` esistente e aveva un preventivo quasi due volte piu` economico – di 569,300 rubli. Il 24 febbraio del 1804, l’imperatore approvo` il piu` costoso progetto della Borsa di de Thomon; l’edificio mai compiuto quarenghiano fu completamente demolito. Secondo l’ordine personale dell’imperatore la costruzione della Borsa andava conclusa in quattro anni, eppure si protrasse per piu` di dieci anni vista la mancanza dei fondi statali, provocata da una serie di guerre antinapoleoniche. 4 A.N. PYPIN, Obssˇestvennoje dvizˇenie pri Alexandre I [Il movimento sociale sotto Alessandro I], San-Pietroburgo, Stasjulevicˇ 1885, p. 34. IVAN EVTYUKHIN — 550 —
  • 9. zione delle nuove residenze imperiali. Questo non venne a significare pero` che l’edilizia statale nella capitale fu sospesa, anzi: proprio in quegli anni a San Pietroburgo apparvero dei grandiosi monumenti pubblici mai visti nell’epoca precedente. Sebbene Alessandro fosse il vero erede ed anche il prodotto del- l’educazione impartitogli dalla nonna, il primo stile architettonico del suo re- gno fu chiaramente diverso da quello di Caterina II. Al neoclassicismo di gu- sto palladiano rappresentato soprattutto da Giacomo Quarenghi, l’architetto preferito dell’imperatrice nell’ultimo ventennio del Settecento, subentro` uno stile fortemente influenzato dalla ‘nuova’ architettura francese. Proprio la Bor- sa pietroburghese rappresenta uno dei migliori esempi dell’impiego della ‘pro- duzione avanguardista’ francese: si tratta soprattutto di quei progetti che, apparsi nell’ultimo Settecento nell’ambito dei Concorsi dei Grand Prix del- l’Acade´mie de l’Architecture di Parigi, per la maggior parte erano rimasti su carta.5 Verso l’inizio dell’Ottocento, la nuova citta` di Pietroburgo, caratte- rizzata da un centro ancora non del tutto definito architettonicamente, e do- minata dallo spazio immenso della Neva che la divideva in tre parti, risponde- va perfettamente all’aspirazione alla grandezza e all’universalita` degli architetti francesi della fine del Settecento: The style of the Rome Prize entries of the last quarter of the eighteenth century may be called the first of the of the Neoclassical trends prevalent in St Petersburg during the reign of Alexander I: the grandeur which seemed to look towards the fu- ture, the clear geometrical lines, the abundance of colonnades fitted the architectural scale of Russia’s capital. The architectural evolution of the Enlightenment era, inter- rupted by the French Revolution, continued in Alexandrine St Petersburg, and French architects’ ideas that under the ancient re´gime had existed only on paper found realization at last.6 5 La Borsa di Thomas de Thomon unı` tutta una serie di progetti cartacei di diversi architetti francesi della fine del Settecento, i quali avevano elaborato nuovi modelli di edificio pubblico e com- merciale, successivamente trasformati e realizzati da Thomas de Thomon. Gia` all’inizio del Novecen- to, la critica aveva notato il carattere compilativo del primo progetto di de Thomon per la Borsa pre- sentato nel 1801 all’imperatore Alessandro (I. GRABAR’, Rannij Alexandrovsky klassizism i ego franzuskie istochniki, in Istorija russkogo iskusstva V. 3 Peterburgskaja arxitektura v XVIII i XIX veke [Storia dell’arte russa. Volume 3. Architettura di Pietroburgo nel Settecento e nell’Ottocento], Pietro- burgo 1912). Infatti Thomas de Thomon aveva usato i progetti della Borsa di Pierre Bernard e di Jean-Jacques Tardieu, che avevano ottenuto il Prix d’Emulation negli anni 1782 e 1786. Questi pro- getti furono incisi e pubblicati da A.P. PRIEUR e P.L. VAN CLE´ EMPUTTE nella Collection des prix que la ci-devant Acade´mie d’Architecture proposoit et couronnoit tous les ans, Paris 1787-96 (sui progetti dei Grand Prix si veda: J.M. PEROUSE DE MONTCLOS, Les prix de Rome. Concours de l’Acade´mie Royale d’architecture au XVIII sie`cle, Paris, Berger-Levrault 1984; H. ROSENAU, The Engravings of the Grand Prix of the French Academy of Architecture, «Architectural History», III, 1960, pp. 15-180). 6 D. SHVIDKOVSKY, Russian Architecture and the West, New Haven-Londra, Yale University Press 2007, p. 296. 36 — 551 — NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO
  • 10. Fu proprio la Borsa Marittima, opera dell’architetto francese Thomas de Thomon, il monumento che aveva aperto questa nuova epoca dell’architettura di San Pietroburgo. La Borsa (Fig. 1), oltre ad essere una struttura commer- ciale, e` l’edificio che subito dopo la costruzione era divenuto uno dei simboli visivi piu` importanti per l’immagine della capitale imperiale russa. Questa im- portanza e` collegata soprattutto con il ruolo che l’edificio svolge nello spazio urbano del centro di San Pietroburgo. La Borsa, collocata sul promontorio dell’isola Vasilievskij che divide la Neva nel suo punto piu` largo in due potenti flussi, domina il paesaggio architettonico della citta`, unendo la fortezza dei Santi Pietro e Paolo a Nord, il promontorio dell’isola Vasiljevskij a Ovest e il lungofiume del Palazzo a Sud in un unico sistema spaziale. Nonostante il fatto che la figura di Thomas de Thomon (1759-1813) sia cosı` importante nella storia dell’architettura russa e perfino di quella europea, finora non e` stata intrapresa una ricerca sistematica e completa riguardante la sua biografia. Mentre gli ultimi quattordici anni della sua vita passati in Russia sono relativamente ben documentati, finora sono state rinvenute solo informa- zioni frammentarie sui quarant’anni precedenti della vita di de Thomon in Francia, in Italia e in Austria. La biografia di Thomas de Thomon fino al Fig. 1. BENJAMIN PATERSEN, Veduta della Nuova Borsa di San Pietroburgo dal lungoneva Dvor- zovaja, 1807, l’Ermitage, 49.2663.6 cm, incisione acquerellata. IVAN EVTYUKHIN — 552 —
  • 11. 1798, quando era arrivato in Russia, generalmente veniva basata sui dati ana- grafici che egli stesso aveva fornito nel 1802 al momento dell’assunzione nel- l’Accademia in qualita` di professore di ottica e di prospettiva. Il problema principale dell’indagine sul percorso biografico dell’architetto consiste nel fat- to che i suddetti dati anagrafici erano falsi.7 Secondo le informazioni presen- tati da Thomas de Thomon alle autorita` russe, l’architetto sarebbe nato a Ber- na il 1 aprile 1760, da dove suo padre, essendosi arruolato al Reggimento Reale Svizzero, l’avrebbe portato a Parigi. Lo stesso discorso, oltre ai due libri pubblicati dall’architetto, fece credere ai suoi biografi che avesse ottenuto il cosiddetto Grand Prix di Roma, che avesse lavorato nell’Amministrazione Reale e presso il conte d’Artois come ingegnere, architetto e pittore, nonche´ come Ispettore dei Palazzi Reali a Fontainebleau. All’inizio del Novecento, Igor’ Grabar’ e Denis Roche, nel tentativo di tro- vare testimonianze documentarie sugli studi di Thomas de Thomon nell’Ac- cademia e nelle altre scuole di architettura a Parigi, non giunsero ad alcun ri- sultato. Grabar’ constato`: «Si puo` dire con certezza che nell’Accademia Reale di Architettura non c’era mai stato uno studente di nome Thomas de Tho- mon».8 Non furono neanche trovate prove documentarie del fatto che avesse esercitato le funzioni di Ispettore dei Palazzi Reali a Fontainebleau: e` noto in- vece che negli anni ’80 del Settecento fu Nicolas-Marie Potain a ricoprire quella carica.9 Per lungo tempo tali mistificazioni fecero sı` che la biografia del maestro prima del suo arrivo in Russia rimanesse un mistero. 7 Fin dall’inizio degli studi su Thomas de Thomon nel primo ’900 la critica si basava per quanto riguarda la sua biografia sul discorso funebre che il giorno del funerale di Thomon, il 1 settembre 1813, tenne Alexandr Labzin, il segretario dell’Accademia delle Belle Arti a San Pietroburgo Opisa- nije torzˇestvennogo sobranija Imperatorskoj Akademii Xudozˇestv, byvsˇego sentjabrja 1-go dnja, 1813 goda: Pribavlenije k gazete «Sankt-Peterburgskije vedomosti» [Descrizione della riunione solenne del- l’Accademia delle Belle Arti Imperiale, del 1 settembre 1813: Allegato al giornale «Sankt-Peterburg- skije vedomosti»], LXXIV, 1813, p. 8, in G.D. OSˇ Cˇ EPKOV, Arxitektor Thomon [Thomon l’architetto], Leningrado 1950, p. 151. 8 I risultati furono pubblicati da I. GRABAR’ nella sua opera fondamentale Istorija russkogo iskusstva, III, Peterburgskaja arxitektura v XVIII i XIX veke [Storia dell’arte russa, III, Architettura di Pietroburgo nel Settecento e nell’Ottocento], Pietroburgo, 1912, e molto piu` tardi completati ed aggiornati nel capitolo Il classicismo precoce ‘di Alessandro’ e le sue fonti francesi [Rannij Aleksandrov- skij klassitsizm i ego frantsuzskije istocˇniki] del libro O russkoj arxitekture [Dell’architettura russa], Mosca, IAN 1969. Anche l’architetto pietroburghese Evgeny Baumgarten nei due articoli del 1914 menziona i suoi tentativi senza successo, nonche´ quelli di Concetto Pettinato, di trovare le trac- ce della presenza di Thomas de Thomon in Francia nell’E´ cole nationale des ponts et des chausse´es, nel Ministe`re des Beaux Arts e nei diversi archivi francesi (E. BAUMGARTEN, Thomas de Thomon, «Architecturno-chudojestvenny ejenedelnik (Settimanale architettonico-artistico)», VIII, 1914, pp. 75-86; ID., Thomas de Thomon, «Zodcy (Architetto)»; 1914, n. 24, pp. 283-287. 9 Y. BOTTINEAU, Pre´cisions sur le Fontainebleau de Louis XVI, «Gazette des beaux-arts», t. I, Paris 1967, p. 139. — 553 — NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO
  • 12. Solo negli anni Ottanta del Novecento, dopo aver consultato gli archivi dell’Institut de France nonche´ i registri dell’Accademie Royale de l’Architec- ture, lo studioso francese Boris Lossky avanzo` un’ipotesi secondo la quale il misterioso Thomon sarebbe stato in realta` «Jean-Franc¸ois Thomas, ne´ a` Paris, age´ de 18 ans, fils d’un bourgeois de Paris», iscritto nel 1777 all’Accademia al corso del professore Julien-Davide le Roy. Questa ipotesi e` anche basata su una nota nel diario di E´ lisabeth Vige´e-Lebrun redatta a Vienna nel 1794,10 dove era stato menzionato «M. Thomas, architecte» in rapporto ad un ritratto a pastello, e sul contratto ufficiale ritrovato da uno studioso ungherese A. Val- ko, firmato dall’architetto «Mr. Thomas de Thomon» e dal principe Nicola Esterha´zy il 1 novembre 1794 sempre a Vienna.11 Basandosi sulla stessa ipo- tesi, Lossky, nei due articoli,12 tento` di raccogliere tutti i dati presenti negli studi di altri autori dedicati a Thomas (de Thomon) e nei documenti che egli aveva trovato personalmente e riuscı` cosı` a tracciare il percorso biografico di Jean-Franc¸ois Thomas in Francia, in Italia, e in Austria prima dell’arrivo in Russia nel 1798.13 Gli studi di Lossky, anche se pieni di informazioni, non for- niscono dati precisi riguardanti le origini di Thomas de Thomon, e l’ipotesi secondo la quale «Mr. Thomas, architecte» e l’architetto «Mr. Thomas de Thomon» sarebbero stati la stessa persona e` basata solo sulla coincidenza geo- grafica e cronologica della presenza dei suddetti personaggi. Nel tentativo di trovare ulteriori documenti pertinenti abbiamo fatto qualche passo avanti. Osservando la bibliografia dedicata a Thomas de Thomon, bisogna notare che manca ancora un esame della critica contemporanea su de Thomon, quasi completamente sfuggita finora all’attenzione degli studiosi sia russi che stra- nieri. Va detto che nonostante un continuo conflitto tra la Russia e la Francia durante l’epoca delle guerre napoleoniche le opere russe di Thomas de Tho- mon erano ben conosciute nella sua Patria e anzi esse vengono spesso citate, nei numerosi articoli e trattati francesi dei primi anni dell’Ottocento, come 10 L.-E. VIGE´ E-LEBRUN, Souvenir de Mme Vige´e-Lebrun, Parigi, Albin Michel 1926, pp. 313, 370. 11 A. VALKO, Donne´es concernant l’activite´ de l’architecte Thomon en Hongrie, «Acta Historia Artium», IV, 1957, pp. 363-367. 12 B. LOSSKY, Formation artistique et premie`res e´tapes de la carrie`re de l’architecte J.F. Thomas, dit de Thomon, «Bulletin de la Socie´te´ de l’Histoire de l’Art franc¸ais», Parigi 1988, pp. 81-87; ID., Un architecte franc¸ais en Russie a` l’aube du XIX sie`cle. J.F. Thomas, dit de Thomon, «Institut des e´tudes slaves», Paris 1985, pp. 592-604. 13 Sappiamo che nel giugno 1781 Jean-Franc¸ois Thomas vinse il cosiddetto Prix d’Emulation. Esistono prove documentarie dei suoi tentativi di ottenere il Grand Prix di Roma nel 1781, nel 1784 e anche nel 1785. Successivamente, sempre nel 1785, partı` per Roma, dove il suo soggiorno e` docu- mentato fino al 1789. Nel 1793 apparve a Vienna e da qui, nel 1798, si trasferı` in Russia. IVAN EVTYUKHIN — 554 —
  • 13. monumenti esemplari della scuola francese contemporanea. Di principale in- teresse per noi sono quattro articoli, pubblicati dal famoso storico, critico del- l’arte e pittore Charles-Paul Landon nelle riviste «Nouvelles des arts, peintu- re, sculpture, architecture et gravure e Annales du Muse´e et de l’E´ cole moderne des Beaux-Arts» e «Annales du Muse´e et de l’E´ cole moderne des Beaux-Arts» negli anni 1802-1806. Questi testi contengono delle informazioni importanti riguardo alle opere e la biografia di Thomas de Thomon. Landon, gia` nel primo articolo del 1802 tre anni dopo l’arrivo di de Thomon a San Pie- troburgo e quasi subito dopo della decisione dell’imperatore Alessandro I d’affidare a lui una ricostruzione del teatro imperiale, pubblico` il seguente passo nelle «Nouvelles des arts»: On vient de construire une nouvelle salle de spectacle a` Saint-Pe´tersbourg, tre`s-ma- gnifiquement de´core´e, sur les dessins de M. de Thomon, architecte de l’empereur, que l’on annonce avoir e´te´ premier architecte du ci-devant comte d’Artois. Comme nous n’avons connu en France d’Artiste de´core´ de ce titre que feu Boulle´e, et ensuite le cit. Bellanger, nous avons pris quelques informations a` ce sujet, dont le re´sultat est que M. de Thomon e´tait connu a`Paris avant la re´volution sous le nom de Thomas; que c’est sous ce nom qu’il a remporte´le grand prix, et que par conse´quent il a donne´des preuves de talent; qu’il dessine le genre pittoresque et le paysage avec une grande facilite´; qu’en effet il a pu eˆtre attache´au comte d’Artois en pays e´trangers, et qu’il jouit maintenant en Russie de la conside´ration que donnent les talens dans tous les pays civilise´s. D’apre`s ces renseignemens certains, il n’est donc pas e´tonnant que cet architecte ait fait en Russie une salle riche et belle, dont une lettre e´crite de Saint-Pe´tersbourg, en date du 16 sep- tembre, nous donne la description suivante [segue poi una descrizione del progetto della ricostruzione del teatro, N.d.A.].14 Il passo citato sopra potrebbe essere considerato come una conferma di- retta dell’ipotesi di Lossky, finalmente emersa.15 Un altro documento che te- stimonierebbe l’attendibilita` della versione di Lossky e` la nota manoscritta di 14 Sarebbe logico supporre che la lettera l’avesse scritta de Thomon stesso. 15 C.-P. LANDON, Nouvelles des arts, peinture, sculpture, architecture et gravure, 1802, II, Parigi, L’imprimerie de Migneret, p. 79. Nelle altre tre pubblicazioni Landon parla di alcuni disegni e edifici di de Thomon, riservando piu` attenzione al progetto del complesso della Borsa di San Pietroburgo anche perche´, come specifica: «Au moment ou` l’on s’occupe des moyens de placer la Bourse de Paris dans un local convenable, on ne verra pas sans inte´reˆt le magnifique e´difice destine´ a cet usage, qui s’e´- le`ve actuellement a` Saint-Pe´tersbourg». Landon con molto pathos descrive la Borsa di de Thomon come «un ensemble de composition des encadremens d’architecture que l’on n’avait jusqu’a` pre´sent vu qu’en dessin dans la plupart de nos concours publics» del quale autore «notre France peut aussi s’e- norgueillir d’avoir forme´ dans son e´cole l’architecte dont le ge´nie et les talens doivent embellir chaque anne´e, par de nouvelles productions, une des plus grandes et des plus superbes villes de l’univers» (C.-P. LANDON, «Annales du Muse´e et de l’E´ cole moderne des Beaux-Arts», XI, Parigi, l’imprimerie des annales du Muse´e 1806, pp. 91-94). — 555 — NUOVA IMMAGINE DELLA CAPITALE RUSSA ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO
  • 14. Giacomo Quarenghi che accompagna un disegno evidentemente non della sua mano, ma a lui appartenuto, intitolato Villa in un parco16 e conservato nel- le collezioni del castello Sforzesco a Milano, che dice: «Projet de Mr. Tomon autrement Thomas dessinateur». Qui e` opportuno citare l’opinione di Graziel- la Colmuto Zanella: «L’annotazione da lui [Quarenghi] apposta al foglio, ri- cevuto presumibilmente in dono dal francese poco dopo il suo arrivo in Rus- sia quale biglietto di rappresentazione e scelto tra quelli ambientati in un paesaggio di impronta mediterranea, intende sottolineare la reale qualifica del neoarrivato». Quarenghi, grazie alle sue conoscenze nell’ambito romano, avrebbe potuto avere informazioni precise su de Thomon, che fu presente a Roma negli anni 1785-1789 e vi acquisto` una certa notorieta` come «Mr. Tho- mas, dessinateur» che produceva numerose vedute soprattutto con rovine ro- mane. L’opinione su de Thomon come pittore piuttosto che architetto, o, anco- ra, come quel parvenu che grazie alla sua destrezza riuscı` a sorpassare il gran- de Quarenghi in concorrenza per l’attenzione dell’imperatore Alessandro I, sembra essere diffusa nella comunita` italiana a San Pietroburgo ed e` espressa ad esempio in un breve necrologo di de Thomon pubblicato da Antonio Fran- cesco Spada: «Cet artistes, inge´nieux et plein de gouˆt, passione´ pour les Beaus- Arts dans tous les genres, dessinait avec une facilite´ extreˆme les sites plus bril- lans [...]. Plus habile Dessinateur que profond Architecte, il a laisse´ cependant des titres qui prouvent sont talent pour l’architecture».17 Quest’opinione nega- tiva finora diffusa non puo` essere accettata. L’importanza di de Thomon per la storia dell’architettura pietroburghese e perfino europea e` data dal fatto che, tra tutti i suoi compagni dell’Acade´mie d’Architecture, egli fu uno dei pochi a realizzare le utopie architettoniche dei Grand Prix nel contesto di una citta` esistente. Il compito di creare la Borsa Marittima e il porto, renden- doli un punto nodale dello spazio urbanistico di Pietroburgo, fu talmente dif- ficile da mettere in difficolta` perfino Giacomo Quarenghi, architetto che pos- sedeva una cultura architettonica piu` raffinata. Fu pero` proprio Thomas de Thomon, con la sua energia e la sua bravura, a risolvere il problema creando la nuova identita` di San Pietroburgo. 16 Il disegno fa parte delle collezioni del castello Sforzesco (Inventario: 5443 D323 china a pen- na, matita, acquerello grigio seppia e verde a pennello, su carta vergata), ed e` pubblicato in I disegni di Giacomo Quarenghi al Castello Sforzesco, a cura di P. Angelini, Venezia, Marsilio 1998, p. 205, tav. 195. 17 A.F. SPADA, «Ephe´me´rides russes politiques, litte´raires, historiques», III, San Pietroburgo, H. Bonnet & Comp. 1816, p. 398. IVAN EVTYUKHIN — 556 —
  • 15. INDICE Introduzione di Lucia Corain e Francesco P. Di Teodoro . . . . . . Pag. V CONSIDERAZIONI PRELIMINARI. I TRATTATI, L’USO E IL RIUSO DELL’ANTICO HOWARD BURNS, Architecture and Identity in Italy, 1000-1600: an introduction and overview . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3 FRANCESCO P. DI TEODORO, Vitruvio volgarizzato e identita` locali: prime indagini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39 BARBARA GALLI, Considerazioni sul manoscritto della traduzione vi- truviana di Jean Martin alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 59 ELENA GRANUZZO, Il concetto vitruviano di ‘decor’ nella trattatisti- ca architettonica rinascimentale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 73 MARTIN DISSELKAMP, Magnificenza pontaniana. Un concetto di co- municazione tardo-quattrocentesco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 95 ANNA SIEKIERA, Identita` linguistica del Vasari «artefice». I. Due Lezzioni di Benedetto Varchi alla vigilia della prima edizione delle Vite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 113 ELIANA CARRARA, Itinerari e corrispondenti vasariani (1537-1550) » 125 FEDERICA ROSSI, Dallo ‘pseudogotico’ al dorico greco: progetti poli- tici di Caterina II in architettura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 143 STEFANO MAGGI, Rovine e riusi nel Piemonte romano. . . . . . . . . » 159 SUSANNA CACCIA, Reimpiego e restauro dell’antico: l’anfiteatro di Lucca nel palinsesto urbano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183 — 581 —
  • 16. GEOGRAFIA DELL’IDENTITA` . L’ITALIA DEL CENTRO-SUD BIANCA DE DIVITIIS, Memoria storica, cultura antiquaria, commit- tenza artistica: identita` sociali nei centri della Campania tra Me- dioevo e prima eta` Moderna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 201 ISOTTA CORTESI, Horti Palatini Farnesiorum: immagine e identita` » 219 STEFANO CUSATELLI, Horti Palatini Farnesiorum: una memoria . . » 233 CRISTIANA PASQUALETTI, L’Aquila come Gerusalemme? Alle origini di una tradizione storiografica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 255 FRANCESCO ZIMEI, Simbologia e identita` nei trattenimenti musicali aquilani in onore di Margherita d’Austria . . . . . . . . . . . . . . . » 271 GIANLUIGI SIMONE, «Di legname piu` eccellenti che fusseno in Ro- ma»: l’intagliatore Flaminio Boulanger e le maestranze attive nei suoi cantieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 287 LORENA SAVINI, Un musicista fra Firenze e l’Aquila: prime ricerche su Pasquale Tristabocca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 307 GEOGRAFIA DELL’IDENTITA` . L’ITALIA DEL CENTRO-NORD DARIO DONETTI, ‘‘Scultore et architetto fiorentino’’: Francesco da Sangallo a Santa Croce. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 323 VANNA ARRIGHI – ELISABETTA INSABATO, Una fonte per lo studio dei palazzi fiorentini: il «libro di muraglia». Primi risultati di un censimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 341 MARIA ADRIANA GIUSTI, La torre e l’albero. Luoghi dell’identita` di Lucca. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 355 LUCIA CORRAIN, I portici di Bologna tra immaginario e rappresenta- zione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 371 MARIA BELTRAMINI, Questioni di stile? Francesco Sforza, Filarete e l’Ospedale Maggiore di Milano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 393 PAOLO BOSSI, «Librum illum, quem urbis diœcesisque nostræ ec- clesiis utilem necessariumque censemus, ad consuetudinem in- troducimus». Condivisione di ideali e programmi tra l’archidio- INDICE — 582 —
  • 17. cesi milanese e le diocesi sue suffraganee alla luce della pubbli- cazione dei due libri. Instructionum Fabricæ et supellectilis ec- clesiaticæ di Carlo Borromeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 405 GEOGRAFIA DELL’IDENTITA` . FRA L’ITALIA E L’EUROPA ENRICO LUSSO, La committenza architettonica dei marchesi di Saluz- zo e di Monferrato nel tardo Quattrocento. Modelli mentali e orientamenti culturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 423 CRISTINA CUNEO, Alle radici di un’identita`: Mondovı`e il Piemonte sud-occidentale alla fine del XVI secolo. . . . . . . . . . . . . . . . . » 439 PAOLO CORNAGLIA, La costruzione dell’identita`‘‘italiana’’ del duca- to di Savoia a cavallo tra XVI e XVII secolo: il ruolo dei giardini » 455 FAUSTO TESTA, La costruzione retorica dell’identita`politica nella fe- sta di corte sabauda in eta` barocca: i «Simboli in fatto» dello Stato nel banchetto del Dono del Re dell’Alpi (Rivoli 1645) . . » 477 DANIELA DEL PESCO, ‘‘Tutto il sapere di Borromini’’: l’ovale di San Carlino e la geografia della pianta centrale. . . . . . . . . . . . . . . » 493 ANDREA DE MEO ARBORE, La cappella di Inigo Jones per l’Infanta di Spagna: politica, architettura e mediazioni di identita` . . . . . . . » 509 CRISTIANO GUARNERI, Architettura per una nuova identita`: Pietro il Grande e la costruzione di San Pietroburgo . . . . . . . . . . . . . . » 523 IVAN EVTYUKHIN, Nuova immagine della capitale russa all’inizio dell’Ottocento. La Borsa Marittima di San Pietroburgo e l’iden- tificazione del suo architetto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 549 Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 557 38 — 583 — INDICE
  • 18.
  • 19. FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI DICEMBRE 2013
  • 20. BIBLIOTECA DELL’ «ARCHIVUM ROMANICUM» Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia 424 ARCHITETTURA E IDENTITA` LOCALI I a cura di LUCIA CORRAIN e FRANCESCO P. DI TEODORO LEO S. OLSCHKI EDITORE MMXIII In coperta: Miniatore degli inizi del sec. XVI, David. Biblioteca Provinciale dell’Aquila ‘‘Salvatore Tom- masi’’, Corale 4 (Salterio-Innario), iniziale istoriata D(ixi), f. 40v. B.A.R. I Vol. 424 LEO S. OLSCHKI ARCHITETTURAEIDENTITA`LOCALI–I ISSN 0066-6807 ISBN 978 88 222 6283 7