L’istituzione delle “città metropolitane” – e, quindi, anche della “città metropolitana di Napoli” – obbliga ad avviare una nuova fase nella riflessione sulle grandi città italiane e sul loro hinterland...
L’istituzione delle “città metropolitane” – e, quindi, anche della “città metropolitana di Napoli” – obbliga ad avviare una nuova fase nella riflessione sulle grandi città italiane e sul loro hinterland...
Il turismo ha sempre avuto e continuerà ad avere nel futuro un grandissimo potenziale dal punto di vista culturale, politico ed economico. In Italia, malgrado la numerosa letteratura specialistica e la ricchezza delle proprie risorse naturali e culturali, il turismo resta rilegato a un ruolo di secondo ordine tra le priorità dei policy maker e non riesce ad esercitare quella funzione di sviluppo che gli spetterebbe sia rispetto alla questione dei grandi poli turistici e culturali di attrazione sia e soprattutto rispetto al patrimonio diffuso nei territori c.d. minori. L’articolo intende suggerire i principali tratti di un percorso di sviluppo sostenibile attraverso l’analisi dei territori c.d. minori e/o lenti. Allontanandoci da una visione esclusivamente economicistica si possono, infatti, individuare nuove traiettorie di sviluppo sostenibile in cui le identità territoriali, la storia locale, il capitale sociale, il patrimonio culturale e umano, diventano fattori strategici ed innovativi di qualsiasi politica di sviluppo sostenibile. Tali fattori possono essere quindi le pre-condizioni in grado di generare innovazione e sviluppo in un territorio. In definitiva l’articolo propone l’ipotesi di un sentiero di sviluppo sostenibile da parte dei c.d. territori minori o lenti attraverso l’adesione ad un modello di sviluppo fondato sullo stretto legame tra heritage e turismo, tra valore della cultura e del territorio e rigenerazione socio-economica, tra tradizione ed innovazione in un approccio distrettuale in cui il territorio, con la sua storia, tradizioni, identità costituisce un valore competitivo difficilmente riproducibile
“L’ITALIA AL FUTURO. Città e paesaggi, economie e società” di Arturo Lanzani e Gabriele Pasqui, Franco Angeli, 2011. Presentazione di Maria Carla Baroni
http://www.francoangeli.it/ricerca/Scheda_libro.aspx?id=18963
ITERR-COST per la valorizzazione degli itinerari dell’architettura romanica dell’Alto Tirreno
Workshop
Itinerari culturali
dalla pianificazione alla valorizzazione e comunicazione
Venerdì 25 Marzo 2K11
Certosa Monumentale di Calci
L’Accordo di Programma Quadro presentato rappresenta una nuova concezione di policy collettiva di sviluppo territoriale: messa in rete degli spazi per la creatività, governance innovativa che coinvolge un consiglio di saggi di alto profilo e creativi che ragionano insieme alla Regione in modo strategico.
Per info: http://www.visioniurbanebasilicata.net/2009/03/13/un-passo-indietro/
Giorgio Ferraresi - Territorio Bene Comune Intervento al Congresso della Società dei Territorialisti/e Fonte http://produrreterritorio.wordpress.com/2012/01/27/territorio-bene-comune/ferraresi_intervento-congresso/
Strategie di rigenerazione del patrimonio industrialeRoberto Moretto
30 e 31 marzo 2017 Biella
L’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Biella, insieme a Ordine Ingegneri, l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, il DocBi – Centro Studi Biellesi, il Centro Interdipartimentale di innovazione ICxT dell’Università degli Studi di Torino, il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e L’Università degli Studi di Padova ha organizzato Strategie di rigenerazione del patrimonio industriale. Heritage telling, creative factory, temporary use, business model
Il turismo ha sempre avuto e continuerà ad avere nel futuro un grandissimo potenziale dal punto di vista culturale, politico ed economico. In Italia, malgrado la numerosa letteratura specialistica e la ricchezza delle proprie risorse naturali e culturali, il turismo resta rilegato a un ruolo di secondo ordine tra le priorità dei policy maker e non riesce ad esercitare quella funzione di sviluppo che gli spetterebbe sia rispetto alla questione dei grandi poli turistici e culturali di attrazione sia e soprattutto rispetto al patrimonio diffuso nei territori c.d. minori. L’articolo intende suggerire i principali tratti di un percorso di sviluppo sostenibile attraverso l’analisi dei territori c.d. minori e/o lenti. Allontanandoci da una visione esclusivamente economicistica si possono, infatti, individuare nuove traiettorie di sviluppo sostenibile in cui le identità territoriali, la storia locale, il capitale sociale, il patrimonio culturale e umano, diventano fattori strategici ed innovativi di qualsiasi politica di sviluppo sostenibile. Tali fattori possono essere quindi le pre-condizioni in grado di generare innovazione e sviluppo in un territorio. In definitiva l’articolo propone l’ipotesi di un sentiero di sviluppo sostenibile da parte dei c.d. territori minori o lenti attraverso l’adesione ad un modello di sviluppo fondato sullo stretto legame tra heritage e turismo, tra valore della cultura e del territorio e rigenerazione socio-economica, tra tradizione ed innovazione in un approccio distrettuale in cui il territorio, con la sua storia, tradizioni, identità costituisce un valore competitivo difficilmente riproducibile
“L’ITALIA AL FUTURO. Città e paesaggi, economie e società” di Arturo Lanzani e Gabriele Pasqui, Franco Angeli, 2011. Presentazione di Maria Carla Baroni
http://www.francoangeli.it/ricerca/Scheda_libro.aspx?id=18963
ITERR-COST per la valorizzazione degli itinerari dell’architettura romanica dell’Alto Tirreno
Workshop
Itinerari culturali
dalla pianificazione alla valorizzazione e comunicazione
Venerdì 25 Marzo 2K11
Certosa Monumentale di Calci
L’Accordo di Programma Quadro presentato rappresenta una nuova concezione di policy collettiva di sviluppo territoriale: messa in rete degli spazi per la creatività, governance innovativa che coinvolge un consiglio di saggi di alto profilo e creativi che ragionano insieme alla Regione in modo strategico.
Per info: http://www.visioniurbanebasilicata.net/2009/03/13/un-passo-indietro/
Giorgio Ferraresi - Territorio Bene Comune Intervento al Congresso della Società dei Territorialisti/e Fonte http://produrreterritorio.wordpress.com/2012/01/27/territorio-bene-comune/ferraresi_intervento-congresso/
Strategie di rigenerazione del patrimonio industrialeRoberto Moretto
30 e 31 marzo 2017 Biella
L’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Biella, insieme a Ordine Ingegneri, l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, il DocBi – Centro Studi Biellesi, il Centro Interdipartimentale di innovazione ICxT dell’Università degli Studi di Torino, il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e L’Università degli Studi di Padova ha organizzato Strategie di rigenerazione del patrimonio industriale. Heritage telling, creative factory, temporary use, business model
El documento describe la metodología empleada en el proyecto WP2 para mapear las cadenas de valor en la provincia de El Seibo en República Dominicana. El equipo realizó una fase de investigación previa, seguida de trabajo de campo que incluyó reuniones con productores locales y visitas a explotaciones agrícolas. Procesaron la información recopilada para crear materiales didácticos sobre las cadenas lácteas, cacao, hortofrutícola y turismo en la región. Validaron los resultados mediante
Este documento resume una reunión sobre un proyecto de seguridad alimentaria en República Dominicana. Se presentó el proyecto a miembros de una asociación local, quienes mostraron interés en las capacitaciones propuestas. Se discutieron las cadenas productivas locales como el cacao y la leche, así como oportunidades para fortalecer la agricultura a través de la capacitación universitaria. Los participantes apoyaron la iniciativa de integrar la enseñanza con el desarrollo territorial.
El documento analiza las fortalezas, debilidades, oportunidades y amenazas de varias cadenas productivas en El Seibo, República Dominicana. Identifica las cadenas del sector lácteo, turismo, frutas y cacao. En cada cadena se destacan aspectos como la falta de infraestructura, procesamiento y comercialización de productos, así como oportunidades para obtener créditos e ingresar a nuevos mercados.
El documento resume los criterios para seleccionar una cadena de valor piloto para un proyecto en Monte Plata, República Dominicana. Analiza las cadenas de valor existentes en la región, incluyendo apicultura, caña de azúcar, frutas, acuicultura, turismo y lácteos. Evalúa cada cadena según su análisis DOFA, nivel de asociatividad de productores, implementación de proyectos, y colaboraciones con otras organizaciones. El documento provee una base para seleccionar la cadena de valor más apropiada para
Este documento resume los criterios prioritarios para seleccionar una cadena de valor piloto en El Seibo. Analiza cuatro cadenas principales: lácteos, cacao, frutas y turismo. La cadena láctea es la más fuerte económicamente, mientras que el cacao y las frutas también son importantes. Proporciona datos detallados sobre la producción, empleo, organizaciones y colaboraciones relacionadas con cada cadena. Concluye recomendando desarrollar plenamente las cadenas láctea y de cacao, creando valor agregado
El documento presenta un análisis FODA de las principales cadenas productivas en cinco ADELs (Asociaciones de Desarrollo Local) de la República Dominicana. Resalta las fortalezas y debilidades, así como las oportunidades y amenazas de las cadenas del café, uva, leche, turismo, caña, y frutas en cada una de las ADELs.
Este documento presenta una tabla que muestra las cadenas de valor en las que se enfocan cinco Asociaciones de Empresas de Desarrollo Local (ADEL) en la República Dominicana. La tabla lista cadenas productivas como café, uva, lácteos, turismo, caña, frutas, acuicultura, apicultura, cacao, banano, hortalizas, forestal, piña y arroz, e indica en qué ADEL se enfoca cada cadena.
El documento describe los tipos de uso del suelo, infraestructura, recursos naturales y subdivisiones administrativas de seis provincias de la República Dominicana: Bahoruco, Dajabón, Valverde, Sánchez Ramírez, Monte Plata y El Seibo.
Este documento presenta el plan de negocios de la Agencia de Desarrollo Económico Local de Monte Plata para el año 2008. Describe brevemente la historia y perfil de la provincia de Monte Plata y analiza las principales cadenas de valor territorial como turismo, lácteos, caña, frutas, acuicultura, apicultura y cacao. Prioriza estas cadenas y los servicios de desarrollo empresarial para enfocar los esfuerzos de la Agencia durante los próximos 3 años a través de su estructura de servicios
Este documento presenta el plan de negocios de la Agencia de Desarrollo Económico Local de Bahoruco (ADELBAHO) para el período 2010-2012. Resume los principales aspectos del estudio de mercado, tamaño del proyecto, inversión inicial requerida, fuentes de financiamiento, ingresos proyectados, costos y gastos, y evaluación financiera. El plan demuestra que el proyecto es viable y rentable, con una tasa interna de retorno positiva y un valor actual neto favorable, lo que recomienda su
Este documento presenta un plan de negocios para la Agencia de Desarrollo Económico Territorial de El Seibo (ADET-Seibo) en República Dominicana. Describe los antecedentes de la ADET-Seibo y el perfil de la provincia de El Seibo. Identifica cuatro cadenas de valor clave: lácteos, cacao, frutas y turismo. Explica la estructura organizacional propuesta para la ADET-Seibo y su misión de facilitar el desarrollo económico local a través del apoyo a las caden
Este documento presenta el plan de negocios 2010-2015 de la Agencia de Desarrollo Económico Territorial de Dajabón (ADETDA). Describe las cadenas de valor prioritarias como la hortofrutícola, forestal, apícola, láctea y turismo. Explica la constitución y estructura de ADETDA, así como sus servicios. Propone fortalecer las cadenas productivas para generar empleos e ingresos en la provincia fronteriza de Dajabón.
Este documento presenta un plan de negocios para la Agencia de Desarrollo Económico Local de Valverde (ADELVA) para los próximos tres años. Se identifican cuatro cadenas de valor clave: hortalizas, lácteos, banano y turismo. El plan busca fortalecer la gestión de ADELVA para brindar servicios que impulsen la competitividad de estas cadenas y generen empleos e ingresos en la provincia de Valverde. Asimismo, el plan incluye mejorar el marketing territorial, establecer
Las provincias son las unidades territoriales superiores en el aspecto político en la República Dominicana. Cada provincia está dividida en varios municipios y distritos municipales. Los municipios son las segundas unidades territoriales más importantes y están representados por un alcalde y varios regidores. Los distritos municipales son unidades aún más pequeñas que pertenecen a los municipios. Existen varias leyes y decretos que establecen la organización territorial del país.
1. Agricoltura altra e consumo critico
nel Piacentino
Sabato 25 Giugno 2016
Loc. Caratta Maruffi 55, 29020 Caratta (PC)
Nuove forme di agricoltura contadina e territorio
Giorgio Ferraresi
Società dei Territorialisti OSTEMI
2. L’Osservatorio dei Territorialisti/e di
Milano (OSTEMI)
• OSTEMI dalla sua formazione nel marzo ‘15 (presentazione locale dei due primi
numeri della rivista SdT sul “Ritorno alla terra”) si è proposto come un “luogo
comune interattivo” tra ricerca territorialista e le esperienze di neoruralità
contadina dell’area milanese/lombarda.
• Questo lavoro comune si è sviluppato sino a dar luogo al seminario del
19/02/16 a Cascina Cuccagna a Milano: “Produrre e scambiare valore
territoriale tra Contadini e Complici: dopo le esperienze pioniere dare struttura
e corpo territoriale alle filiere della agricoltura contadina”.
• Si è cosi delineato un obiettivo condiviso in questa relazione, di natura
strutturale, che nutre le diverse esperienze e che in più le induce ad operare in
comune, per appunto “…dare struttura e corpo territoriale…” alla neoruralità
contadina ed al rapporto coi loro referenti sociali.
3. Dal seminario al “Laboratorio territoriale
plurimo e interattivo”
• un “Laboratorio territoriale plurimo e interattivo” basato su un
“patto” sottoscritto dagli attori di quelle esperienze che si sono
incrociate nel seminario e nel percorso precedente
• un “laboratorio tra laboratori” che “in autonomia” sviluppano i
propri diversi percorsi attorno all’obbiettivo condiviso suddetto
ma impegnandosi reciprocamente a comunicare ed interagire in
quell’ambiente comune che è il laboratorio
• il documento/ patto è sottoscritto da più di 30 soggetti che si
impegnano (o vogliono essere interessati ) alla interazione tra
questi diversi processi/laboratori in cui operano.
4. Una nuova geografia del locale nella mappa
delle pratiche neorurali e territoriali
• Nell’incontro dedicato a dare il via alla attivazione pratica del
“Laboratorio plurimo“ viene prodotta una mappa della loro
localizzazione sul territorio, su una cartografia paesistica a scala
regionale
• Questa prima mappa è un elemento sempre più rilevante di
riferimento: vi si leggono i segni in evoluzione di una strategica
“geografia del locale” alternativa alla dominante “geografia dei
flussi globali”
• Nella attivazione del laboratorio plurimo questa “mappatura” di
processi neorurali viene assunta come un passaggio essenziale del
riconoscere, rappresentare, comunicare la loro capacità di
costruire il locale e di connettersi in sistemi territoriali vasti
5.
6. La mappa come incontro di saperi
esperienziale ed ”esperto”
• Cogliere e riesprimere i caratteri propri di quei processi
neorurali in campo:
– forme economiche, produzioni contadine, struttura delle loro
filiere, forme sociali e civili,
– processi di valorizzazione di patrimoni territoriali nei contesti
specifici nella loro complessità locale.
– una azione non può che essere prodotta direttamente attorno
al tavolo dagli operatori territoriali (contadini e complici sociali)
nei luoghi e nelle filiere) che esprimono
• Un sapere esperienziale che forma la base prima di un
prezioso archivio di schede sui processi vivi in campo.
– si ritiene che questo materiale vivo, proprio per rimanere vivo e
comunicante, operabile in tempo reale, sia trattato in una
piattaforma informatica (disponibile nel laboratorio plurimo)
inteso come un servizio in mano a questi soggetti in campo.
7. La mappa come incontro di saperi
esperienziale ed ”esperto”
• Collocare e rileggere le esperienze nella relazione interattiva
con i sistemi ambientali e insediativi del contesto territoriale
vasto dell’area milanese e lombarda cogliendo come tali
socioeconomie neorurali posso costruire un “locale di
ordine superiore” o altre forme rilevanti di sviluppo locale
per nodi e reti, o processi di scambio di “valore territoriale”
– la base di sfondo che accoglie e interrela i processi neorurali
deve essere una cartografia regionale di natura “non
funzionalista” ma “valoriale”
– che si esprima in un linguaggio dialogante con la qualità locale di
quei processi ; e non può essere che proposta e gestita in prima
istanza da chi - ma che esprima un sapere disciplinare proprio di
processi di ricerca o di piano e progetto
8. La mappa: una interpretazione per il
progetto
• La mappatura che si va formando in questi termini assumerà un carattere
proattivo, non solo descrittivo/interpretativo, per affrontare elementi di
realizzazione della “bioregione agrourbana, definendo coralmente temi
emergenti di quello scenario:
– la nuova centralità (che rovesci quella metropolitana) delle “aree interne”,
ex marginali e periferiche che esprimono valore identitario
– la costruzione delle relazioni di queste e altre aree di “locale denso” con la
domanda urbana dei beni di qualità locale e ambientale che producono
– l’introdurre la biodiversità (“l’invasione del locale”) nelle piane
dell’agricoltura estensiva e della urbanizzazione diffusa.
•
9. Consapevolezza e Comunicazione
• Questa mappatura costituisce uno strumento di
avvio della pratica della relazioni sistematiche tra
chi opera in ”laboratori plurimi”, in un incontro
senza intermediazione tra chi esprime i saperi
esperienziali e disciplinari, costruendo
– un codice linguistico comune (meticcio)
– una comunicazione “esterna” con ulteriori soggetti
potenziali dello scambio di questa coscienza ed
esperienza locale e del valore territoriale