Carlo e Giani Stuparich due volontari triestini nel 1915_Stringher_Udine_elio...Elio Varutti
Carlo e Giani Stuparich, due volontari triestini nella Prima guerra mondiale. Elaborato del Laboratorio di Storia dell'istituto Stringher di Udine. Progetto "Il Secolo breve in Friuli Venezia Giulia", cofinanziato dalla Fondazione CRUP. Classe 5^ D Ristorazione, anno scolastico 2013-2014. Dirigente scolastico: Anna Maria Zilli. Coordinamento didattico: professoresse Carla Maffeo (Italiano e Storia), Cinzia Lodolo (Sostegno). Networking: prof. Elio Varutti, Economia e Tecnica dell’Azienda Turistica.
Lavoro realizzato dalla Terza C as. 2015-16 in occasione dei 70 anni della Repubblica e del primo voto delle donne italiane. Insegnante: Cristina Maggioni
Carlo e Giani Stuparich due volontari triestini nel 1915_Stringher_Udine_elio...Elio Varutti
Carlo e Giani Stuparich, due volontari triestini nella Prima guerra mondiale. Elaborato del Laboratorio di Storia dell'istituto Stringher di Udine. Progetto "Il Secolo breve in Friuli Venezia Giulia", cofinanziato dalla Fondazione CRUP. Classe 5^ D Ristorazione, anno scolastico 2013-2014. Dirigente scolastico: Anna Maria Zilli. Coordinamento didattico: professoresse Carla Maffeo (Italiano e Storia), Cinzia Lodolo (Sostegno). Networking: prof. Elio Varutti, Economia e Tecnica dell’Azienda Turistica.
Lavoro realizzato dalla Terza C as. 2015-16 in occasione dei 70 anni della Repubblica e del primo voto delle donne italiane. Insegnante: Cristina Maggioni
Il 1943 a Bassano del Grappa, dalla caduta del regime fascista all'8 settembre.
Le drammatiche vicende legate al rastrellamento del Grappa hanno sempre concentrato l’attenzione e le ricerche degli storici: gli innumerevoli atti di violenza, le fucilazioni, le case saccheggiate e messe a fuoco, il terrore sistematicamente portato in tutto il territorio circostante il massiccio, fino alla tragica impiccagione di 31 giovani lungo i viali più belli di Bassano del Grappa sono stati, già dall’immediato dopoguerra, oggetto di appassionate ricostruzioni e meticolose indagini; queste ricerche, tuttavia, hanno finito col porre in secondo piano l'approfondimento di quanto accadeva nella città ai piedi del Grappa, durante i venti lunghi mesi della guerra di liberazione.
A gettare nuova luce su quanto accadeva in città dal 7 ottobre 1943 alla tragica estate del 1944, è però arrivata nel settembre 2011 la pubblicazione del diario del giovane bassanese Lino Camonico, che ha permesso di illuminare in modo del tutto immediato ed assolutamente diretto la vita quotidiana e gli eventi salienti di una Bassano diventata, in pochi mesi, un centro nevralgico del sistema di potere della R.S.I. ed arroventata da un clima di diffidenza ed intimidazioni crescenti; particolarmente prezioso, perché del tutto inedito, il diario ha permesso di delineare con precisione una fitta rete di relazioni personali, appuntamenti, confidenze, commenti, timori ed attese condivisi da un'intera generazione, così come i luoghi di ritrovo cittadini, le letture, il cinema e l’ascolto delle emittenti radio; il quadro della città, puntualmente descritto nel diario, lascia intravedere nettamente in che modo il castello di illusioni propagandistiche, minuziosamente costruito dal regime fascista, fosse definitivamente crollato anche a Bassano e come al suo posto, tra mille incertezze e domande quotidiane, cominciasse a costruirsi un’alternativa, non ancora politica, ma sicuramente già di ordine morale e civile. Il presente lavoro riprende proprio tale quadro, cercando di approfondirne soprattutto il contesto generale e l'evoluzione locale, per mettere al centro dell'indagine il dipanarsi delle principali vicende cittadine e ricostruire il mutare di prospettive ed attese; si concentra però solo sugli eventi relativi al 1943, in considerazione del Settantesimo anniversario del loro accadere: la caduta del regime fascista, l'8 settembre, l’occupazione tedesca della città, il ritorno del fascismo, le prime manifestazioni della Resistenza. Tenendo conto dell'ampio apparato di note che aveva accompagnato la pubblicazione del diario di Lino Camonico, sono state ulteriormente analizzate le pagine del Prealpe, il principale periodico cittadino, ed è stata scandagliata la ricca documentazione dell'Archivio Storico del Comune di Bassano del Grappa.
Cronache degli eventi bellici della Grande Guerra in relazione a Venezia e all'opera di difesa della città da parte della marina militare italiana (1° Volume).
Testo della lezione di Annamaria Vinci, tenuta a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale
Cronache degli eventi bellici della Grande Guerra in relazione a Venezia e all'opera di difesa della città da parte della marina militare italiana (1° Volume).
Trascrizione della lezione di Enzo Collotti pronunciata a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale.
Don Janni Sabucco, vessato dai titini, esule da Fiume a Pisa, 1948Elio Varutti
The works and days of Monsignor Janni Sabucco in Fiume from 1939 to 1948 in the parish of the Most Holy Redeemer, with Don Luigi Polano. Arrested and tortured by the OZNA, to the point of ruining his sight, Don Sabucco is in exile in Pisa, with Monsignor Ugo Camozzo, the last Italian bishop of Fiume. His pastoral activity comes to light thanks to the documents kept by his relatives in Friuli, Canada and data from the authority of the Archdiocese of Pisa. The project is by the historical-scientific working group of the ANVGD of Udine, to which the ANVGD of Arezzo and that of Tuscany have collaborated.
Dalla Monarchia alla RepubblicaUna storia di Cittadinanza. Un viaggio nel 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia 1861-2011.
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO ALBERTO MARVELLI
CLASSE 3C
RIMINI
Il 1943 a Bassano del Grappa, dalla caduta del regime fascista all'8 settembre.
Le drammatiche vicende legate al rastrellamento del Grappa hanno sempre concentrato l’attenzione e le ricerche degli storici: gli innumerevoli atti di violenza, le fucilazioni, le case saccheggiate e messe a fuoco, il terrore sistematicamente portato in tutto il territorio circostante il massiccio, fino alla tragica impiccagione di 31 giovani lungo i viali più belli di Bassano del Grappa sono stati, già dall’immediato dopoguerra, oggetto di appassionate ricostruzioni e meticolose indagini; queste ricerche, tuttavia, hanno finito col porre in secondo piano l'approfondimento di quanto accadeva nella città ai piedi del Grappa, durante i venti lunghi mesi della guerra di liberazione.
A gettare nuova luce su quanto accadeva in città dal 7 ottobre 1943 alla tragica estate del 1944, è però arrivata nel settembre 2011 la pubblicazione del diario del giovane bassanese Lino Camonico, che ha permesso di illuminare in modo del tutto immediato ed assolutamente diretto la vita quotidiana e gli eventi salienti di una Bassano diventata, in pochi mesi, un centro nevralgico del sistema di potere della R.S.I. ed arroventata da un clima di diffidenza ed intimidazioni crescenti; particolarmente prezioso, perché del tutto inedito, il diario ha permesso di delineare con precisione una fitta rete di relazioni personali, appuntamenti, confidenze, commenti, timori ed attese condivisi da un'intera generazione, così come i luoghi di ritrovo cittadini, le letture, il cinema e l’ascolto delle emittenti radio; il quadro della città, puntualmente descritto nel diario, lascia intravedere nettamente in che modo il castello di illusioni propagandistiche, minuziosamente costruito dal regime fascista, fosse definitivamente crollato anche a Bassano e come al suo posto, tra mille incertezze e domande quotidiane, cominciasse a costruirsi un’alternativa, non ancora politica, ma sicuramente già di ordine morale e civile. Il presente lavoro riprende proprio tale quadro, cercando di approfondirne soprattutto il contesto generale e l'evoluzione locale, per mettere al centro dell'indagine il dipanarsi delle principali vicende cittadine e ricostruire il mutare di prospettive ed attese; si concentra però solo sugli eventi relativi al 1943, in considerazione del Settantesimo anniversario del loro accadere: la caduta del regime fascista, l'8 settembre, l’occupazione tedesca della città, il ritorno del fascismo, le prime manifestazioni della Resistenza. Tenendo conto dell'ampio apparato di note che aveva accompagnato la pubblicazione del diario di Lino Camonico, sono state ulteriormente analizzate le pagine del Prealpe, il principale periodico cittadino, ed è stata scandagliata la ricca documentazione dell'Archivio Storico del Comune di Bassano del Grappa.
Cronache degli eventi bellici della Grande Guerra in relazione a Venezia e all'opera di difesa della città da parte della marina militare italiana (1° Volume).
Testo della lezione di Annamaria Vinci, tenuta a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale
Cronache degli eventi bellici della Grande Guerra in relazione a Venezia e all'opera di difesa della città da parte della marina militare italiana (1° Volume).
Trascrizione della lezione di Enzo Collotti pronunciata a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale.
Don Janni Sabucco, vessato dai titini, esule da Fiume a Pisa, 1948Elio Varutti
The works and days of Monsignor Janni Sabucco in Fiume from 1939 to 1948 in the parish of the Most Holy Redeemer, with Don Luigi Polano. Arrested and tortured by the OZNA, to the point of ruining his sight, Don Sabucco is in exile in Pisa, with Monsignor Ugo Camozzo, the last Italian bishop of Fiume. His pastoral activity comes to light thanks to the documents kept by his relatives in Friuli, Canada and data from the authority of the Archdiocese of Pisa. The project is by the historical-scientific working group of the ANVGD of Udine, to which the ANVGD of Arezzo and that of Tuscany have collaborated.
Dalla Monarchia alla RepubblicaUna storia di Cittadinanza. Un viaggio nel 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia 1861-2011.
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO ALBERTO MARVELLI
CLASSE 3C
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LA PIATTAFORMA PER FAR VIVERE I TUOI LUOGHI
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La piattaforma tecnologica Real Chamber si basa su un motore unico, derivato da Unity3D, concepito per il divertimento e l’e-learning, la cui complessità di realizzazione e il costante aggiornamento ne permettono l’uso per qualunque fine di edutainment.
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Realizzazione della classe 5a F del Liceo Classico "Cairoli" di Varese, coordinata dai docenti Brochetta e Guerraggio: una panoramica completa del primo conflitto mondiale dal punto di vista storico, artistico e letterario precede la lettura della guerra in funzione della memoria del passato (art. 9 della Costituzione italiana) per ricostruire la propria identità di cittadino in rapporto all'art.11 della Costituzione.
Scritti di G.Dainelli, T. De Bacci Venuti, P.L. Rambaldi, A.Dudan, E.G.Parodi, A.Cippico, A. Orefici, P.Foscari, A.Tamaro sull'italianità della Dalmazia ed il suo valore per la libertà d'Italia nel Mar Adriatico.
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO "Salvemini - Virgilio" Sede C.T.P. e C.R.I.T
Brindisi .
PON- Competenze in Media Education: didattica e metodologia
A.s. 2011-2012
Similar to Gabriele D'Annunzio - Prima e dopo il Trattato di Rapallo (1921) (20)
Raccolta di scritti di Carlo Cattaneo, dettati tra il 1860 ed il 1862, riguardo le terre irredente di Trentino, Istria, Savoia, Nizza e Canton Ticino. La raccolta venne pubblicata nel 1920, fatto evidente anche dalla rilettura politica degli scritti che F.Arieli opera nella prefazione alla raccolta, esigenza dettata dalle mutate condizioni geopolitiche dell'Europa del 1920 rispetto a quella del 1860.
Conferenza (tenuta dapprima al Circolo filologico di Milano, poi alla Società di Cultura di Bergamo e alla Società di Letture di Genova) con note e documenti inediti, curata da Alessandro Luzio, relativa alla figura, le gesta ed il pensiero di Giuseppe Mazzini.
Diario di D'Annunzio relativo alla Beffa di Buccari del 10 Febbraio 1918 con, in aggiunta, la Canzone del Quarnaro, il catalogo dei Trenta di Buccari, il cartello manoscritto e due carte marine, edito a Milano nel 1918.
Documento riportante il discorso del Duce del 14 Maggio 1935 al Senato del Regno e del sottosegretario Lessona alla Camera dei Deputati ed al Senato del Regno del 7 Maggio 1935, riguardo i diritti e gli interessi dell'Italia in Africa Orientale in seguito alla crisi dei rapporti con l'Abissinia.
Numero di Gennaio-Febbraio 1941 della Rivista mensile di studi sulla guerra e di problemi giuliani e dalmati, edita a Trieste dalla Società Editrice Volontari e Mutilati.
Numero di Gennaio-Febbraio-Marzo 1940 della Rivista mensile di studi sulla guerra e di problemi giuliani e dalmati, edita a Trieste dalla Società Editrice Volontari e Mutilati.
Numero di Gennaio-Febbraio 1939 della Rivista mensile di studi sulla guerra e di problemi giuliani e dalmati, edita a Trieste dalla Società Editrice Volontari e Mutilati.
Cronache e documenti dell'Ufficio storico del Ministero della Marina in merito alle operazioni, le missioni, le perdite dei sommergibili italiani e dei sommergibili alleati alla dipendenza delle forze armate italiane nel corso della prima guerra mondiale.
Saggio di Luigi Federzoni sul Trattato di Rapallo del 1920 che assegnò la Venezia Giulia, Cherso, Lussino, Lagosta, Pelagosa e Zara all'Italia, la Dalmazia al Regno dei Serbi-Croati-Sloveni e costituì Fiume in stato libero.
Saggio di Mario Alberti sull'irredentismo giuliano ed in particolar modo triestino, nei suoi esponenti principali e nei vari aspetti storici, culturali, nazionali e nei rapporti tra questo, la massoneria, gli stati nazionali e la politica internazionale dell'epoca.
Cronache delle operazioni della Regia Marina italiana nell'Adriatico negli ultimi mesi di guerra del 1918, redatte da Maffio Maffii e pubblicate nel 1919.
Saggio sull'ordinamento adriatico, l'economia adriatica, i traffici marittimi e commerciali, la geopolitica adriatica ed i rapporti tra le varie nazioni coinvolte nella questione adriatica, sia dal punto di vista storico che dal punto di vista dell'attualità dell'epoca.
Mario Griffini - Saggio sull'ordinamento adriatico (1926)
Gabriele D'Annunzio - Prima e dopo il Trattato di Rapallo (1921)
1. Cimbali
Gabriele d'Annunzio prima e dopo
Trattato di Rapallo;
la
il
commemorando
partecipazione dell'Italia alla
guerra nel terzo anno dopo la pace.
3. EDUARDO piMBALI
Pkofessore Ordinario
di
Diritto Inteunazionalk
NELLA R. Università
di
Catania
GABRIELE D'ANNUNZIO
PRIMA E DOPO
TRATTATO
IL
Commemoranbo
alla
t)ClV IFtalia
anno òopo
la
RAPALLO
DI
la
partecipa3ione
guccra
pace
^^
CATANIA
Cav.
ISTiCOOT.ò
I-IBKAIO
Gì ANNOTTA, Editore
DELLA KKAL CASA
1921.
^
nel
tec30
5i(
^ ^
7. EDUARDO CIMBALI
Professore Ordinario
di Diritto
/
Internazionale
NELLA R. Università di Catania
'
.
GABRIELE D'ANNUNZIO
PRIMA E DOPO
IL
TRATTATO
Gommemorant)o
J)eir "irtalia
anno Dopo
alla
la
RAPALLO
DI
la
partecipajione
guerra
pace
5^
CATAN^IA
Cav.
]S]'iocolò
GiANNOTTA, Editore
LIBU*IO DELLA RKAL CASA
1921.
nel
ter^o
^ ^ ^ ^
'
8. rp(i
^A
PROPRIETÀ LETTKRAKIA
Officine di Arti Grafiche dell' Editore
nel Keal'e Ospizio di Beneficenza in Catania
Cav. Vincenzo Giannotta
—
via Crociferi, i5 (1921).
9. At
QUATTORDICI DEPUTATI ED
AI
VENTIDUE SENATÒRI
CHE
AVENDO VOTATO CONTRO
IL
DELITTO
DEL
TRATTATO
DI
DIMOSTRARONO
I
SOLI DEPUTATI ED
RAPALLO
DI
I
ESSERE
SOLI SENATORI
ITALIANI
Nota
—
I deputati che votarono Contro
di Rapallo furono gli onorevoli
V approvazione del Trattato
:
—
Colonna di Cesarò — D'Ayala — De Capitani — Dorè — Feder— Maury — Muzi Saturnino — Nunziante — Pietravalle — Sandrini — Sarrocchi — Scialoja — Siciliani.
Benelli
zoni
e i
senatori gli onorevoli
:
— Di Brazzà — Faldella — Gavazzi —
— Mangiagalli — Marietti — Mazziotti — Piccoli — Pullè — Tamassia — Tecchio — Thaon di Revel — Tivaroni —
Torrigiani Luigi — Valerio — Vitelli — Ziliotto — Zupelli.
Bennati
—
De Cupis
Ghiglianovich
—
—
Del
Lucchini
Lungo
10.
11. "
Fiume
Nella difesa di
memorazione degna
del
dell' Italia alla
Magna
24 Maggio,,. Con
commemorazione
parole iniziai, la mia
zione
la
tali
com-
precise
della partecipa-
guerra, pronunciata in questa Aula
primo anno dopo
il
Dalmazia è
e della
Con
vittoria.
la
cise parole diedi principio e termine alla
pre-
tali
commemora^
zione dello stesso grande avvenimento, pronunciata in
questa stessa Aula
vittoria.
(1)
Con
"
testualmente
Magna
il
parole
stesse
le
secondo anno dopo
por termine
nel
la
vittoria
.
—
nirò tutte le
Fiume
bili
e
la
'
"
con
le
il
dichiaravo
secondo anno dopo
stesse parole
commemorazioni
—
mia commemora-
alla
zione dello scorso anno, che fu
„
la
comincerò e
fi-
degli anni venturi, finché
Dalmazia non saranno sacre ed
'inviola-
terre italiane „.
* *
Sono
—
nel
terzo
anno dopo
ed inviolabili terre italiane Fiume e
(1)
la vittoria
la
Vedi Eduardo Cime ali, Nella difesa di Fiume
commemorazione degna
del 24
maggio.— Catania,
—
sacre
Dalmazia? Lungi
e della
Dalmazia
é
la
Giannetta, Editore, 1920.
12. -
8
esse sono in condizioni assai, assai peg-
dall' esserlo,
cui furono
giori di quelle
in
quelle
avrebbero
cui
in
prima della guerra
continuato
e
di
trovarsi se la
a
—
guerra, anziché vittoria di Vittorio Veneto
la vit-
toria che fu esclusivamente vittoria dell'eroico e glo-
rioso
esercito
italiano
—
fosse
stata
sconfìtta di
la
Caporetto.
È
vero che Fiume, se non è ancora terra
è terra
Fiumani.
dei
Ma
d'Italia,
Fiume
se la volontà di
di
essere d'Italia a qualunque costo e a prezzo dei più
—
eroici sacrifizi
trovare
tutti
i
dei sacrifizi dei quali è impossibile
eguali
gli
nella
di tutti
i
tempi e
luoghi; dei sacrifizi dei quali l'Italia
strata assolutamente e
tale volontà,
nescamente
potrà
Storia
di
sanguinosamente sopraffatta,
— se
la
sua condizione
nessuno
non
sia
quella anteriore alla guerra e di quella che
sarebbe* stata se
la
guerra
con Vittorio Veneto, fosse
Quanto
mo-
è stata e continua ad essere tiran-
dico,
e
è
spregevolmente indegna
mai affermare che
peggiore
si
di
alla
d'Italia,
finita
invece che finire
con Caporetto.
Dalmazia, con a capo
la
martire e santa
Zara, bisogna avere un' anima di abbietti e luridi jugoslavi,
piangere
per
il
non vedere, per non
miserando stato
pressione a cui
il
di
sentire e per
asservimento e
di
non
op-
Trattato di Rapallo l'ha brutalmente
condannata.
Anima
di
luridi
e di abbietti jugoslavi,
non
d'ita-
13. è stata l'anima di tutti coloro
liani,
terra italiana,
modo
abbiano, in qualsiasi
contribuito
siasi veste,
quali,
i
concezione e
alla
e
in libera
con qualperpe-
alla
trazione di quello che definii e che non mi stancherò
mai
Rapallo
definire Delitto di
di
capo
con a
tutta
la
Dalmazia,
Zara
—
così detta redenta
.Ah!
e santa
martire
la
fu assoggettata,
—
mai
non m'indurrò
no,
chiamare col
e
delitto col quale
umi-
ed oltraggiata.
liata
dui
—
il
:
civile
governanti
e
—
no
non operarono mai
mente necessario
nome
e glorioso
o
tutto
considerare
a
a
indivi-
d'italiani,
quali
i
e
non concepirono
che era assoluta-
quello
doveroso per impedire, ad ogni
costo e con qualsiasi mezzo, che anche
collettività d' italiani della
la
menoma
Dalmazia divenisse asservita
ed oppressa collettività jugoslava.
Fin dai primi
istanti
italiana di Vittorio
in
Veneto
—
cui
—
la
sentimento
il
cominciava a trasformarsi
italiani
dopo
in
vittoria
di
molti
sentimento jugo-
slavo, rendendosi, così, possibile lo scandalo e la ver-
gogna
di cominciarsi a parlare di rinunzie e di ripudi di
popolazioni della Dalmazia
in
un
articolo intitolato
—
il
10 dicembre 1918
"I doveri dell' Italia redenta
VERSO la Dalmazia Italiana irredenta
(U Vedi
i
giornali
nache Nazionali
„,
"
La
—
Sicilia „, Catania,
Palermo, 16 febbraio 1919.
„,
(1) scrivevo:
IO dicembre 1918 e
"
Cro-
14. —
"
La
—
10
gioia delle rivendicazioni italiane contro l'Au-
stria-Ungheria, non sarà la completa e vera gioia,
fin-
ché un sol comune italiano della Dalmazia sarà ob-
maggior supplizio
bligato al
e
alla
maggiore onta
una tirannica dominazione straniera che non
di
è più la
tirannica dominazione straniera austro-ungarica.
Maggiore supplizio
"
maggiore onta dell'abbattuta
e
dominazione straniera austro-ungarica
tirannica
è
il
supplizio e l'onta della sorgente tirannica dominazione
jugoslava
!
Ebbene
"
nessuna
—
:
umiliazione
per
v' è,
nessuna vergogna,
sublime vinci-
Italia,
l'
dell'Impero austro-ungarico, maggiore di
trice
sopportare, anche per
di
—
soggiungevo
menoma comunione
sotto
un solo
italiana
istante,
che
quella
benché
la
Dalmazia rimanga
della
nuovo giogo straniero ed oppressore
il
dei ju-
goslavi.
"
poteva
Si
cauta
— dichiaravo —
far l'onore
concessione
favore
a
dei
di
jugoslavi,
qualche
allorché,
tiranneggiandosi, sotto la tirannìa aus^fo-ungarica,
popolazioni
si
gementi sotto
italiane,
poteva avere
Ma
ora
che
tismo contro tutte
zia
—
superiore
perpetrato
da
sovranità,
è
le
a
loro,
—
per
ti-
tutta opera austro-ungarica.
concepire a loro
concessione
stessa tirannìa,
generosità di credere che tale
la
ranneggiamento fosse
"
la
le
il
favore la
benché
menoma
loro feroce e barbaro despo-
popolazioni italiane della Dalmaquello
e
nel
ogni
austro-ungarico
—
vien
pieno esercizio della loro
italiano
degno
del
nome
15. —
.
—
italiano
e
rale
—
11
discendere ad un grado di abhiezione mo-
politica
infinitamente
basso
più
di
quello in
cui era caduto nel trentennale ed ignominioso periodo
soggezione
della
ad un grado
Sì,
finitamente più
disceso
era
dominio delia Triplice Alleanza
abbiezione morale e politica
di
basso
di
al
„.
in-
ogni
italiano
ignominioso
quello
periodo
cui
in
ed
trentennale
nel
soggezione
della
al
dominio del trattato della Triplice
Alleanza, sono ora discesi, nel brevissimo periodo di
tempo corso
al
Trattato
di
modo
siasi
dalla vittoria italiana di Vittorio
Veneto
Rapallo, tutti gti italiani, che, in qual-
e sotto
qualsiasi
abbiano
veste,
parteci-
pato alla concezione e alla perpetrazione di tale anti-
ed antiumanitario
italiano
A
Alleanza,
terla,
si
si
trentennale dominio della Triplice
potrà
sempre affermare che, per iscuo-
sarebbe
dovuto
correre
una guerra contro due
mondo,
coi quali
allearci,
il
rischio di affron-
dei piiì potenti imperi del
avevamo commesso
ed
litto
di
soli
a combatterla,
il
a giustificare, T abbiezione sop-
il
durante
portata
tare
non
spiegare, se
delitto.
i
cui risultati,
non avrebbero
l'antitaliano de-
se fossimo
rimasti
potuto essere che
nostro totale annientamento.
Ma
nessuna affermazione
ne e consacrazione
di
— che
suprema
mai, non dico giustificare,
ma
non
sia espressio-
vigliaccheria
spiegare,
la
— potrà
superiore
16. —
12
—
del brevissimo
ed inaudita
abbiezione
nunzie e
ripudi corso dalla vittoria di Vittorio
neto
"
di
Nessuna
secondo
pietà
— continuavo
„
pubblicato
articolo,
contro un altro dei tanti
negatori d'italiani (1)
—
ad affermare
15 gennaio
il
Ve-
un
fulminea-
jugoslavi rinunciatori e rin-
in
"
in
1919
del
italiani trasformatisi
scandalosamente
e
nessuna pietà verso popola-
nel lungo e doloroso servaggio della nostra
zioni che,
con
riuscirono,
Patria,
ri-
Trattato di Rapallo.
al
mente
periodo di
Stati dai quali
protezione
delittuosa
la
dipendevano, a usurpare
degli
a tiranneg-
e
giare territorii originariamente e legittimamente italiani.
''
Si
compirebbe
peggiore e
la
tutte le nazionali vigliaccherie,
paura
di
provocare
toriamente
le ire
usurpatrici e
nunziare
alla
stenza e
di
citato e
— affermavo —
sopraffattrici,
indipendenza
di
tutti
per
i
il
dovesse
si
diritti
ri-
di esi-
nostri fratelli abi-
quelle popolazioni
continuano ad esercitare
patore e sopraffattore
se,
popolazioni straniere, no-
di
sospirata rivendicazione dei
territori nei quali
tanti
più detestabile di
la
hanno
eser-
dominio usur-
loro
„.
*
X-
La peggiore
nali
(1)
fu
"
e
Il
più detestabile di tutte
la
—
vigliaccherie
citato articolo sotto
pubblicato sui giornali
Cronache Nazionali
„.
•5«-
"
la
il
vigliaccheria
titolo
La
"
Bissolati
Sicilia
„,
?
della
Eccolo
Catania,
Palermo, 25 marzo 1919.
le
rinunzia e
Giolitti
15
nazio-
secondo!
gennaio 1919
„
e
17. —
—
ripudio del sacro
del
dovere della rivendicazione dei
Dalmazia, contro
delle popolazioni italiane della
diritti
la
—
13
quale ero insorto con tutte
forze dell'
le
anima mia
pur troppo, ahimè! fu perpetrata e sancita nel
delitto
antitaliano del Trattato di Rapallo.
Ma
popolazioni jugoslave, contro di noi,
le ire delle
per paura delle quali la vigliaccheria fu perpetrata e
sancita, lungi dall' essersi
mente
Le
sono selvaggia-
evitate, si
ringagliardite.
sevizie, gli oltraggi, le sopraffazioni,
italiane della
Dalmazia son selvaggiamente
cui le genti
man ma-
dalle straniere ed usurpatrici orde jugoslave,
no che
la
nostra
sgomberandole, ripu-
vigliaccheria,
dia le sacre lor terre
—
che per se
e
segno
fatte
sole,
se altre più
fondamentali ne mancassero, sarebbero potenti e santissime ragioni per darci tutto
all'
istante
il
Trattato creatore
di
più manifesta che quelle
acuiscono e
si
ire,
di fare
a pezzi
quelle sevizie, di que-
oltraggi e di quelle sopraffazioni
gli
si
diritto
il
lungi
— sono
dallo
la
prova
estinguersi,
perpetueranno.
*
Le
giati
giuste e sante ire dei
nelle loro
denza, devono
vili,
popoli violati ed oltrag-
giuste e sante
tutti
gli
Stati,
aspirazioni
d'
indipen-
veramente grandi
e
ci-
sforzarsi costantemente ed universalmente di evi-
tare e di eliminare,
non
di popoli aspiranti
ad usurpazioni e a sopraffazioni.
le
ire
delittuose ed esecrande
18. —
Punizioni
tori
— esemplari
non
rinunzie,
e redentrici punizioni
mazia
—
altrui
diritti
essere
non
di altrui
diritti delle italiane
inviolabili diritti.
diritti
— sono
dei sacri
sopraffattori di
vogliono
e
stati
—
popolazioni della Dal-
che usurpatori e
nuli' altro
continuare
ad
popoli jugoslavi in Dalmazia.
i
—
—
dunque
Punizioni,
zioni
sacri ed
altrui
di
Usurpatori e sopraffattori
ed inviolabili
— non
son doverose verso popoli usurpa-
ripudi,
e sopraffattori
—
14
son doverose
esemplari e
verso
che
ripudii di quella
era»,
per sempre l'adempimento
non
loro,
di
puni-
redentrici
deve e
rinunzie,
dovrà essere
della più elementare mis-
sione di difesa e di protezione verso popolazioni italiane di
terra,
di
sangue,
di
lingua, di religione
e di
mia
vita,
sentimento.
*
Non
e
v'è
prima
e
dopo
hanno mai
di
in
tutti
gli
rispondere a
italiani
della
Trattato di Rapallo, in cui non mi
il
gli
minio della Dahnazia"?
Ed
v'è istante
non mi rivolga questa dimanda:
sia rivolta e
le titolo
non
stato e
jugoslavi
che avevano
possesso e
Qua-
al
do-
„
istanti
me
al
"
non ho cessato
stesso
il
:
"
La
e
non cesso
viltà di tutti
quegli
sacro ed inviolabile dovere di
difendere e di proteggere ogni individuo, o aggregato
di individui,
italiano
di
religione, di sentimento
terra,
„.
di
sangue,
di
lingua, di
19. —
15
Invano
lazioni
tutti
rinunziatori e ripudiatori delle popo-
i
italiane della
dei loro sentimenti,
continuamente che
affermano
vi
la viltà
ragione delle loro rinunzie e dei loro ripudi è
la
spetto
le
Dalmazia, per nascondere
della nazionalità e della volontà del-
ai principii
popolazioni
della
Dalmazia
:
nazionalità
e volontà
"
che, a loro avviso, sono a favore dei jugoslavi.
plebiscito „
—
—
declama
si
non darebbe che
un
"
plebiscito,
favorevoli
risultati
all'
nascente Stato jugoslavo e non mai
ha
si
né
zionalità,
diritto
lia
—
nulla,
la
quale
annessione
al
all' Italia „.
parlare in Dalmazia ne di na-
di
né
di volontà,
che considerasi
al
Un
Dalmazia fossero sottoposte,
tutte le popolazioni della
Non
ri-
il
di
quando quella
plebisciti,
Madre-Patria della Dalmazia
—
l'Ita-
assolutamente nulla, ha fatto per documen-
tare e far valere la nazionalità e la volontà delle po-
polazioni della Dalmazia intorno alla loro sorte.
L'Italia dei falsi
tutto
di
il
mondo,
di voler rinunziare,
volere rinnegare,
mazia,
ha gridato,
italiani
aperto bocca
scere in qualsiasi
modo
zioni italiane della
Dalmazia
sivamente esse,
volontà
Lungi
tal
dal
il
diritto
sacro ed inviolabile
con
voler ripudiare,
di manifestare esse, esclu-
di
decidere della loro sorte.
diritto,
l'
per far ricono-
delle stesse popola-
riconoscerlo e dal farlo
e fatto calpestare
innanzi a
popolazioni italiane della Dal-
le
ma non ha mai
la
di
sì,
l'
Italia
riconoscere,
l'
un
ha calpestato
avere antitalianamente ed an-
20. —
omesso
tinternazionalmente
—
16
far sancire
di
nell' antita-
liano ed antinternazionale Trattato di Rapallo
nessuno aggregato
cipio che
e
Dalma-
della
senza prima esprimere
zia diventasse jugoslavo
ramente
d' individui
prin-
il
spontaneamente
la
sua volontà con
libe-
tutelati
plebisciti.
E quando
mazia,
parlo di aggregati di individui della Dal-
e di lor diritti al
plebiscito,
rirmi ad aggregati d' italiani,
"
I
plebisciti „
miei articoli
—
"
— ho
prerogativa degli aventi
in
non mai ad orde
rife-
slave.
citati
son sacra ed inviolabile
diritto,
non mai
degli usurpa-
degli aventi diritto.
tori
"
intendo
affermato nel primo dei
plebisciti
i
io
In Dalmazia
— soggiungevo
e concludevo,
qualsiasi altra sacra terra che
si
— come
trovi nelle stesse
tristissime condizioni della Dalmazia, gli aventi diritto
al
plebiscito
sono
i
legittimi possessori ed
i
legittimi
discendenti dei legittimi possessori della Dalmazia
italiani
ed
i
discendenti di
—
italiani
:
gli
non già
gli
usurpatori e discendenti degli usurpatori e calpestatori
dei diritti degli italiani
autentici jugoslavi,
jugoslavi
Di
siano,
i
jugoslavi
essi,
:
—
siano,
essi,
austriaci travestiti
da
,,.
tutti
negando
—
la
coloro che, rinunziando, ripudiando
qualità
di
veri e dignitosi italiani,
e
rin-
rinun-
21. -- 17
-
ziarono, ripudiarono e rinnegarono
popolazioni
le
liane della Dalmazia, condannandole,
ita-
con pubblico ed
ignominioso Trattato internazionale, ad essere asservite
oppresse
ed
popolazioni jugoslave,
costoro,
tutti
di
non ve ne ha uno che, precedentemente, non
dico,
sia stato fervente sostenitore di
guerre e
per la conquista ora dell'Eritrea e
dell'
di
armamenti
Abissìnia, ora
San Mun, ora
della Somalia, ora
della Tripolitania e della Cirenaica,
ora del Dodecan-
della baia cinese di
neso
e
ora di
dell'Albania,
Smirne, ora di questo o
queir altro paese di ogni altra parte del mondo.
Dunque, costoro, mentiscono,
e
mentiscono nel modo
più sfacciato e più spregevole, quando affermano che
la
ragione delle
loro
rinnegamenti
Dalmazia, non è
ed
il
loro
verso
la
dei loro ripudi e dei
rinunzie,
le
popolazioni italiane della
loro viltà,
o la rinunzia,
rinnegamento dei sentimenti
italiani,
ma
il
rispetto ai
Singolare
rispetto
dei
principi della
volontà dei popoli, quello
principi
di
nazionalità e
Dalmazia.
di
nazionalità
sine,
mai
anelano e aneleranno per sempre
arabe,
somale,
cinesi,
e
di
gente che ha voluto che
fossero italiane per forza popolazioni che
lato,
ripudio
veri e dignitosi
di
della volontà delle popolazioni della
il
di
hanno aneessere abis-
greche, albanesi, e non
italiane!
*
Rinunziando all'annessione
italiani
per forza
—
di popoli
rinunziando cioè
che
si
vogliano
al delitto
contro
22. —
altrui
gli
diritti
di
all'
della
e
lità
italiane di terra,
già rinunziando
—
barbaro
tutte le
comune
terra,
di
il
religione,
essere
sono e tengono
volontà;
di
non
— non
—
nemmeno popolo
v' è
non senta
dovere
al
di
adempierlo con
non permettere
di
in
individui, e aggregati di individui, di
comune
comune sentimento,
sotto
ad
oltre
più elementare e al più sacro dei
della terra che
sue forze
che,
sentimento e
dovere che
modo che
alcun
di
al
di
al
dà sincera e
non già rinunziando
popoli,
di lingua, di
ad essere italiane
doveri
dei
popolazioni,
di
si
rispetto ai principi della naziona-
volontà
annessione
—
indipendenza
di
manifesta prova
—
18
comune
lingua, di
di
comune
religione,
volontà, giacciano
dominio straniero e sopraffattore
gente che
di
detestano.
Sinceramente ed immutabilmente
ho sinceramente'
verità,
tutti
gli
uomini
convinto
di
tale
costantemente combattuto
e
— governanti
o no
— che,
con guerre
ed armamenti, han dissanguato, immiserito e disonorato
nostra Patria per la
la
per forza popoli
italiani
mondo,
follìa
come
che,
non hanno avuto
e
di
volere qua e
tutti
i
non avranno
là
popoli del
altra aspi-
razione che quella di essere di sé stessi.
Ma
con
la
stessa sincerità
ho combattuto
nuerò a combattere costantemente
mio paese, che, dopo
ostinati
e
di
tutti gli
e conti-
uomini del
essere stati in ogni
malvagi sostenitori
di
quelle
tempo
guerre
e di
23. —
armamenti
quelli
— che
—
19
son
le
guerre e
gli
—
eterna fonte di guerre di armamenti
armamenti
per un falso
—
ed improvvisato odio alla guerra e agli armamenti
hanno condannato
sotto
più
il
ad
essere
e
feroce ed insopportabile giogo straniero,
popolazioni
italiane
religione,
sentimento,
di
per forza,
straniere
terra,
di
di
lingua, di sangue, di
volontà.
di
*
*
X-
Uomini ed avvenimenti miranti
e alla difesa di italiani
la
menoma
benché
né
territori
e
ai quali, dalla
a^^uesto
e'
—
proposito
nunzio
uomini
e gli
ho espresso
la
mia
tutta la
(1).
Ed uno
avvenimenti
Veneto
della
mia ammirazione
questi pochissimi
di
Ronchi
di
eroica
e la
nella
Questa parte del mio
il
18
marzo
di
.Ronchi avesse con-
scritto è la riproduzione fedele
quest'anno
—
onomastico
e
organiz-
e
dotto all'italiano ed altissimo fine cui mirava
(1)
D'An-
avvenimenti
impresa concepita
zata perché la geniale marcia
fermai
fino
difesa.
marcia
é stato la trionfale
sconfitta
di
—
e di sì
questi pochissimi uomini é Gabriele
di
gloriosa
gli
e a
italiani
programma
fatto
vittoria italiana di Vittorio
istante,
senza
italiani,
ad individui
pretesa
di. sì
sono
consacrata tutta
Uno
di
rivendicazione
né aspiranti ad essere
italiani
uomini ed avvenimenti
fatto
terre
di
rapace
alla
di
di
:
la
com-
quanto af-
Gabriele D'Annunzio
—
Conferenza che, per invito della Sezione Catanese dei Legionari Fiu-
mani, pronunziai nella Sede del Fascio catanese di cowbaltimento.
24. —
20
—
Fiume
pietà redenzione e la sospirata annessione di
Dalmazia
della
comune Madre
alla
Patria:
e
all' Italia.
*
* *
Non posso
nunzio
su
e
una sola parola su Gabriele D'An-
dire
1'
eroica e gloriosa sua sconfitta, senza
ricordare quello che
affermai
20 settembre
il
Teatro Pacini
al
dello scorso
Catania
di
nel
anno
commemo-
rare la geniale e trionfale marcia di Ronchi.
Onore
"
e
gloria alla eroica e grande impresa „
affermavo nella data
nel luogo citati
e
—
"
onore
gloria alla eroica e grande impresa, alla quale
esclusivamente se
—
falmente evitato che
da
la
prima
—
dopo
minia
evitò
si
di
Caporetto
ed
all'
provvisoria colonia
definitiva
in
in
colonia jugoslava
Italia
dover essere
condannata
infinitamente
Veneto
di Vittorio
piia
in
l'i
gnò-
ad una
pace
ignominiosa della Capo-
immeritatamente condannata
guerra.
"
E
maggiore onore,
e
maggiore
ed eroico autore della impresa,
Vittorio Veneto,
la
deve
martire ed eroica città di Fiume,
retto 'alla quale era stata
in
si
e
avere risolutamente e trion-
trasformata
città libera, fosse
britannica
coli'
—
dignità
nicamente
senza
la
è
la
geniale
sola,
dopo
calpestati e vilipesi ci-
sistematicamente, con Ja
e detestabile
in tutte le
che
al
quale abbia rivendicato l'onore e
della nostra Patria,
e
gloria,
colpevole
presenza dei nostri capi
di
pre-
governo,
conferenze che cominciano da Parigi e ar-
25. —
Remo:
rivano a S.
che seminatrici
di
di
che continuano a
nelle conferenze
ma
della pace,
dirsi
-
21
che non
nuove
nuove
e
cause
essere
guerre,
di
conflagrazioni e di armamenti.
"
—
Gabriele D' Annunzio, dopo Vittorio Veneto,
dichiaravo
—
è
solo grande Italiano innanzi al quale
il
ogni vero italiano deve inchinarsi;
liano verso
e
sieri
quale devono essere
il
tutti
i
il
rivolti tutti
italiani;
solo
il
dal quale possa soltanto sperarsi che
conferenze
delle
nitivi
solo grande ita-
della nazione
grande
italiano
della pace siano
dette
defi-
risultati
i
degni
quale diede agli alleati ed associati
la
che pose istantaneamente termine
vittoria
pen-
i
sentimenti di coloro che abbiano davvero
pensieri e sentimenti
la
ad
continuano
alla
con-
flagrazione.
Senza Fiume
"
l'Italia
^ne
sarà la
di
e
senza
grande
la
Dalmazia
sfortunata
Caporetto, non mai
e
— affermavo
grande
la
na-
sopraffatta
vincitrice e
ri-
spettata nazione di Vittorio Veneto.
"
Alla sublime gesta di Ronchi
guita da Gabriele D'
sia stata
messa
vincitrice
e
rispettata di Vittorio
e
ed ese-
— dobbiamo se
nella via di essere la
grande sfortunata
^" Con
Annunzio
— concepita
l'Italia
grande nazione
Veneto
e
non più
la
sopraffatta nazione di Caporetto.
Gabriele D'Annunzio
biamo solennemente giurare
di
— conchiudevo — dobessere,
con
tutte
le
nostre forze, quanti teniamo davvero che l'Italia nostra
—
r Italia italiana,
e
non jugoslava
nazione vincitrice e rispettata
di Vittorio
—
Veneto
sia
e
la
non
26. —
la
22
nazione sventurata e sopraffatta
solenne
questo
—
di
Ronchi
si
proclama
—
momento
indipendenza
l'
essere sempre con
in
cui,
per opera
D'Annunzio
(1).
„
dovevano essere con Ga-
di
Fiume
in
lui,
ora suprema e solenne
nell'
lui,
realizzare quello che
loro
il
la
si
su-
Veneto c'im-
vergognosa incapacità
e la più insuperabile viltà di tutti
aveva rinunziato, rinnegano
Fiume,
da
di Vittorio
realizzare, e che la
di
e
nostro diritto e
il
blime ed insuperabile vittoria
ponevano
in
Annunzio, ed avevano solennemente giurato
di
doveva
Fiume
di
Ma, ahimè! coloro che
briele D'
—
anniversario della gesta
per opera di Gabriele
cui
in
Caporetto
di
nostri governanti
i
giuramento
e di-
sertano, antitalianamente e ad eterna loro ignominia,
il
loro posto di sacro e doveroso combattimento.
Si deve a siffatto antitaliano ed ignominioso rinS-
gamento
—
sante
delle
martiri
e
Dalmazia non
completamente
mente annesse
(1)
e
tobre
Roma,
redente
La mia conferenza
nelle
mazia
sue conseguenze
„,
7
Il
fu
in
liinnovamenh
Novembre 1920.
la
se la sorte
Fiume
doveva
sorte
liberamente
e
e
„,
che do-
popolazioni
di
spontanea-
e
:
all' Italia.
parte pubblicata dai giornali:
—
e della
L' impresa di Ronciii nelle- sue
"
intitolata
„
:
di
—
comune Madre-Patria
Zara, 7 ottobre 1920;
1920;—"
quella che
essere
alla
esso
popolazioni
stata
è
assolutamente
vrà
ad
esclusivamente
"
La
"
cause
La Dal-
Vedetta d' Italia „, Fiume, 31 ot-
Adernò, 10 ottobre 1920;—" L'Eco
„.
27. —
Fu
-
23
per siffatto antitaliano ed ignominioso rinnega-
—
mento
rinnegamento
il
l'eguale nella Storia di tutti
ghi
e
— che
fughe
mento
torio
menomo
benché
tempi e
:
—
di
—
tutti
cui paure
le
foglie
di
son
fa-
antitaliano
piti
il
luo-
i
guerriero ostacolatore del consegui-
il
del giusto
Veneto;
stormir
un guerriero
divenne
guerrieri
dei
i
r attuale capo di governo
al
—
mose
è impossibile trovare
cui
di
sacro premio della vittoria di Vit-
e
premio della completa redenzione ed
il
unificazione delle popolazioni italiane asservite ed op-
presse
premio
il
;
gramma
che costituiva
e costituirà
pro-
il
Gabriele D' Annunzio.
di
*
Quando,
è stato
all'
momento che
gravità del
d'
indovinare quale
dell'ammiraglio Millo, io
lenne
e decisivo
si
tutti
me
di
sull'
stato
esclamavo:
"
angosciosa
contegno
il
È
questo
un uomo
se V
di
mazia redenta, volevano, vedere un modello
mento
e,
fatto
giuramento
mazia
—
io
quindi,
un segno
a D'Annunzio e
di
essere con D'
rispondevo
so-
il
am-
ventre
„.
suo governatorato della Dal-
a coloro che, nel
natorato,
sforza-
si
in cui si vedrà,
Storia o
che
miei discepoli
i
attraversava, e
sarebbe
momento
un uomo
miraglio è
E
—
con
discutevano
—
antitaliano
delitto
Trattato di Rapallo
il
ed ex-discepoli
vano
indomani del
:
" Il
della
al
di
gover-
fedeltà al
giura-
popolo
Annunzio
di
e
Zara
per
—
la
suo governatorato
al
Dal-
—
co-
28. —
—
me
tutti
scialato
"
*'
governatorati
i
—
24
—
non
che
è stato
un pa-
„.
Se r ammiraglio
sarà un
uomo
governatorato
si
„
— soggiungevo
concludevo
e
Storia o di ventre, non
di
dovrà
ma
rilevare,
dal
suo
dal
mantenimento
dal rinnegamento del fatto giuramento
„.
*
I
come
li
han
fatti
tanti altri
— che
che
dimostrato
ammiragli
che
— non fu
un uomo
mento
col
che
nale
il
impedirono che,
la
diritto,
di
valore
ma nuW altro
1'
eterna ignominia
lui e
a quanti
altri
rinnegamento del solenne giurain
Fiume
duce supremo Gabriele D'Annunzio,
lo
genera-
di ventre.
d' Italia
quali,
fatto,
coraggio e
— eterna ignominia —
—a
Storia
d' Italia e della
i
di
di Storia,
un compassionevole uomo
lui,
tanti altri
—
pure, durante tutta la nostra grande guerra,
Ignominia
con
ammiraglio Millo
come
e
avevano date manifeste prove
militare
l'
vittoria,
1'
e
da Fiume,
l'Italia
fosse quel-
onore e
la
dignità nazio-
imponevano assolutamente che fosse!
*
E non mi
ammiragli
si
ripeta la solita ciancia
e generali
—
:
la
ciancia,
vincolati o no da precedenti e
solenni giuramenti verso Gabriele
D'Annunzio
battendo Gabriele D' Annunzio ed eseguendo
ni della
suprema
che
— comgli
ordi-
autorità governativa contro Gabriele
29. D'Annunzio
— non
fecero altro che dar prova di do-
verosa disciplina.
Quando sono
ritti
Patria,
della
causa
in
e
vi
più sacri ed intangibili di-
i
sia conflitto
fra
lottano per la rivendicazione e la difesa di
e
che, pur
cittadini
tano, nel
modo
avendo
nerali,
—
si
non
sia
si
governo
diritti
tali
ca disciplina che
non
sia o
no
—
te,
per
quale
il
la
lot-
vincolati
sia
si
ammiragli o ge-
da precedenti e
io
si
—
sola ed uni-
la
conosca, e innanzi alla quale mi
— abbia o non
la
Patria e verso
abbia
il
governo
qual-
ma-
in
instancabilmente ed unicamen-
lotti, lotti
rivendicazione e
tangibili diritti
mano,
sia
è la disciplina verso
cittadino
siasi
diritti,
da una qualsiasi Po-
solenni giuramenti verso chicchessia
inchini,
in
tali
più cinicamente manifesto, per far so-
praffare e vilipendere
tenza straniera
il
che
cittadini
la difesa
ed
dei più sacri
in-
della Patria.
X-
— esecrandi colpevoli — colpevoli
sciplinatezza verso
Patria — sono
— ammiragli o non ammiragli, generali o non geColpevoli
d' indi-
la
stati
tutti
colo-
ro
nerali,
non
vincolati o
lenni giuramenti
vincolati
verso
da precedenti
chicchessia
•
—
i'
osato rivolgere, l'arma antitaliàna contro
ciò,
contro
il
primo ed
che abbia concepito e
lizzare
il
grande ed
il
quali
il
solo
e so-
hanno
e,
per
più grande cittadino italiano
fatti
italiano
i
più eroici sforzi per rea-
disegno della completa
ri-
30. —
vendicazione e difesa dei
26
—
più sacri ed
intangibili
di-
della Patria.
ritti
*
E non
la
mi
D'Annunzio ed
ciancia che, seguendosi
disegno,
liano
La
il
suo
italiano,
tezza che
nevano,
—
sacri
i
tanto
la
suo
—
ita-
fatal-
ad una nuova guerra.
invece,
verità,
il
sarebbe andato incontro,
si
mente incontro
ed
neppure, una seconda ciancia:
ripeta,
si
è,
che,
seguendosi D' Annunzio
disegno, con la generale disciplinae
supremi
temuta
diritti
guerra
della Patria impo-
sarebbe davvero
si
evitata.
L'irredentismo
di
—
Trento e Trieste
l'
irredentismo
imposto e perpetuato dalla delinquenza straniera
causa della partecipazione
la principale
dell' Italia
—
fu
alla
conflagrazione.
L' irredentismo di
Fiume
e della
—
Dalmazia
l'
ir-
redentismo imposto non già dalla delinquenza straniera
ma
ni
— sarà
da
italiani
la
indegni di portare
causa della guerra
di
il
nome
di
italia-
dimani.
¥:
E
non mi
ciancia
:
la
una Stampa
nato e
pa
di
si
ciancia di
— che
Stampa
Jugoslavia
inoltre,
ripeta,
io
una Camera,
terza ed
di
ultima
un Senato
e di
non chiamerò mai Camera, Se-
d'Italia,
—
una
la
ma Camera,
ciancia che,
Senato
e
Stam-
dopo stipulato
il
31. —
-
-
27
—
Trattato rinnegatore e sopraffattore dei sacri ed intangibili
diritti
popolazioni
le
Camera
della
Fiume
di
stampa fosse quello
Alla Camera,
Senato
al
con
rispondo
d'Italia,
gli
mese
quarto
tutti
coloro
che, in gran parte,
sostengono
l'
rimanere
sono
le
l'
le
e,
quindi,
del
fianco
—
:
degno
che è
Alleanza
dovere
il
il
degli
a coloro,
persone
stesse
a
intangibilità del
neutrale
intangibilità
Trattato della Triplice
con
e
rispondevo
o a partecipare alla guerra a
Imperi Centrali o a
ora
—
che allora sostenevano
Trattato della Triplice Alleanza,
dell'Italia
dei jugoslavi
22 Novembre 1914
il
conflagrazione
della
obbligo
difenderlo.
di
argomenti
stessi
stesse precise parole coi quali
—
approvarlo
di
Stampa
e alla
—
d'Italia,
Dalmazia
e della
Senato fosse quello
e del
obbligo della
e
popolazioni più italiane
delle
le
quali
del
figlio
Trattato di
Rapallo.
"Non
intitolavo
pugnavo
vi
il
e
sono doveri internazionali
saggio nel quale,
propagavo
1'
ignobili „ (1)
che
piià
nullità,
la
—
pro-
assoluta inesistenza morale e
giuridica del Trattato della Triplice Alleanza nei rapporti verso l'Italia.
''
E
si
cessi „
— gridavo-—
"
si
cessi,
vergognosa ed umi-
volta,
dal continuare a mettere in
liante
mostra quello che vuole essere
gomento per obbligare
(1)
La
l'
Italia
all'
una buona
il
massimo
ar-
assoluta e perpetua
Vedi Eduardo Cimbali, / miei quattordici anni di campagna contro
Triplice Alleanza, pp.
13-16;
Campobasso,
Colitti,
Editore,
1917.
32. —
neutralità,
che
invece,
è,
guerra contro l'Austria e
noi
nia,
verremmo
gesuitesco e
piij
mente stipulato
e
sua complice Germa-
la
a compiere una immorale, antigiu-
violazione
e scellerata
ridica
il
argomenti: l'argomento, cioè, che, muovendo
vile degli
in
non
e
—
28
piià
di
un Trattato solenne-
volte rapidamente rinnovato, che
ci
impone
di
essere fedeli e perpetui alleati
sacro ed inviolabile dovere internazionale
il
dell'
Austria e della
Germania.
"
Rispondo
nella
data
nella
Storia
degli
Stati,
subito
citati
dei
—
„
"
—
affermavo
rispondo
rapporti
subito
saggio
che
e
spesso,
dei popoli e
internazionali
sono violazioni di Trattati che sono
vi
infinitamente più necessarie,
fiche,
nel
piiì
doverose, più
bene-
èacre e più venerabili che non qualunque
più
stipulazione e replicata rinnovazione.
"
nali
Sono, esse, tutte
violazioni di Trattati internazio-
immoralmente, antigiuridicamente
inviolabili
e
sacrilegamente
eternamente ed universalmente sacri ed
violatori degli
"
le
d'
diritti
indipendenza dei popoli.
Trattato internazionale immoralmente, antigiuridi-
camente
sacrilegamente
e
violatore
sacro ed inviolabile diritto
lazioni
italiane
ad affermare
leanza,
con
sciagurato
assoggettate
—
il
è stato
quale
momento
mentare sentimento
impegnata
di
d'
l'
di
di
garetìtire
il
dell'
eternamente
indipendenza delle popo-
all'
Austria
— continuavo
Trattato della Triplice Al-
Italia
redenta,
in
un lungo
completo arresto del più
maternità,
alla
si
e
ele-
era ignobilmente
straniera tirannia austro-
33. —
—
ungherese
di
l'
eterna
schiavitù
—
e
eterna
l'
oppressione
popolazioni, che erano, sono, e
sventurate
quelle
29
saranno per sempre,
italiane
terra, di
di
sangue,
di
lingua e di volontà.
"
Non
vi
sono doveri internazionali ignobili
„
—
gri-
davo.
"
"
il
Dovere internazionale ignobile
più
ignobile
quello con
ostinarsi
fede
ad
violatore
dei
doveri
cui l'Italia
sarebbe
internazionali,
redenta volesse continuare ad
colpevolmente
ed ignobilmente a mantener
un Trattato apertamente
del più
— concludevo —
„
elementare
e
e
scandalosamente
sacro
di
diritto
stenza e di indipendenza dì più di un milione
figli
esi-
di
suoi
„'
*
"Dovere internazionale
riprèndendo
1914 contro
il
la
mio pensiero
— soggiungo
ribadito
il
oggi,
22 Novembre
pretesa intangibilità del Trattato della
Triplice Alleanza
"
ignobile,,
— padre
del Trattato di Rapallo
dovere internazionale ignobile,
il
—
più ignobile dei do-
veri internazionali, sarebbe quello con cui l'Italia, vincitrice
di Vittorio
Veneto, volesse continuare ad
narsi colpevolmente
osti-
ed ignobilmente a mantener fede
ad un Trattato apertamante e scandalosamente violatore del
d'
più elementare e sacro diritto di esistenza e
indipendenza delle popolazioni più italiane
delle popolazioni di
Fiume
e
della
d' Italia
Dalmazia
„.
34. —
—
30
*
* *
Trattato degno
il
Trattato
Il
è
Trattato
di
di
Caporetto non
di Vittorio
Veneto
Rapallo.
degno
Veneto dovrà ancor
Vittorio
di
venire e dovrà assolutamente venire.
Esso sarà quello
in cui tutte
polazioni italiane di
Fiume
redente e lasciate arbitre
martiri e sante po-
le
e della
Dalmazia saranno
comune
congiungersi alla
di
Madre-Patria.
* *
In attesa di
viva
la
tale
Trattato,
protesta contro tutti
mantenendo sempre
e
governi, non italiani
i
jugoslavi, che, col Trattato rinnegatore
zioni italiane d'Italia,
delle
hanno disonorato
la
ma
popola-
vittoria di
Vittorio Veneto, e con essa, gli eroici e gloriosi suoi
_
artefici,
che per
redenzione
la
di tutti
i
popoli oppressi
vinsero e non già per far
della terra
combatterono
passare
oppresse popolazioni italiane
le
e
giogo straniero ad un altro
sopportabilmente esoso,
co,
in attesa
con
la
di
sublime marcia
esemplare governatorato
di
in-
tale Trattato, di-
nelle
Conferenze della
verno davvero italiano
Vittorio Veneto.
e
di
Ronchi
Fiume, insegnò
jugoslavi d'Italia quale doveva
di
barbaramente ed
piià
teniamoci strettamente uniti e compatti attorno a
colui che,
e
da un esoso
pace
essere nei
il
compito
davvero degno
e col
ai
suo
governi
Congressi
di
un go-
della vittoria
35. —
31
Tenendoci strettamente
uniti
Gabriele D' Annunzio, noi
guire quello che
gnità
viltà
ci
dei
il
Diritto,
avevano assegnato,
nostri governanti,
—
e
compatti
attorno a
potremo aspirare a consela vittoria,
e che la
1'
onore
viltà,
soltanto la
ha caparbiamente
legamente rinunziato, ripudiato
'^'^^ff^^^sr
e
e la di-
rinnegato.
e sacri-
36.
37. APPENDICI
I.
La mia protesta
Alla prima notizia del Trattato di Rapallo
Innanzi
la
Bandiera del 146o Reggimento Fanteria
Di ritorno dalla celebrazione della vittoria
(12
Bacio
la
Novembre
1920).
santa ed immortale Bandiera, che vide
patrio
sacro suolo
dalla
ignominia
la
che liberò
la vittoria
più pura delle vittorie militari:
il
(1)
invasione
dell'
"
straniera.
Onore
Reggimento che,
e gloria al
coi più duri sa-
con insuperabile eroismo, contribuì decisivamente a tale pura e sublime vittoria, santificando ed
crifizi
e
immortalando
pre,
la
dobbiamo
Bandiera
alla
quale
inchinarci colla
tutti,
ora e sem-
maggiore devozione
e
venerazione.
(1)
Il
Cimbali
fra calorose,
pronunciò
incessanti e
studenti universitarii,
i
la
di
Via Etnea,
per insistenti, richieste
degli
quali, alla vista del loro Maestro, si fermarano, per
ascoltarne la parola, insieme
ricevere ed
sua protesta dal suo balcone
generali ovazioni,
accompagnare
all'
immenso corteo che
alla sua sede
fanteria. (Nota dell' Editore).
la
Bandiera
si
del
era costituito per
146°
Reggimento
38. 34
Ed onore
e
gloria,
pure, a
tutti
superstiti
i
della
guerra che, coscienti dell'immenso valore della vittoeh' è stata vittoria del loro
ria,
smo,
si
sangye
e del loro eroi-
sono giustamente e fieramente
ed indegni
italiani
— governanti
o no
vano criminosamente complottato
di
ribellati
—
i
È
quali ave-
privare la nostra
tradita e sventurata Patria dei più preziosi
vittoria.
ai vili
frutti della
merito loro, esclusivamente merito loro,
il
nazionale e benefico movimento di questi ultimi giorni
eh' è valso,
giulio
e
per sé solo, ad assicurarci
la
sacra
redenzione
sacro confine
il
martire
della
santa
e
Fiume.
Ma
dai giornali
di
una
stamane apprendo
che rinnova nel mio animo
notizia
l'inesprimibile
d'italiano
tormento del -luttuoso periodo della generale ed
rinunzia ai
italiana
nostri
piiì
sacri ed
anti-
irrinunziabili
doveri di rivendicazione e di difesa di tutto quello che
neir Adriatico è sacra terra ed
anima
italiana.
Dalle notizie di stamane apprendo. che nel delittuoso
nemmeno
Santa Margherita Ligure
complotto
di
chissimo
della
sventurata
il
Dalmazia garentitoci
podal
Patto di Londra è stato salvato.
—
'Sebenico, l'italiana Sebenico
terra
d'uno
dei
più
grandi
nazionale, la terra di Nicolò
italiani
l'italiana
del
Tommaseo
e
—
è stata con-
dannata ad essere asservita ed oppressa colonia
nuova dominazione
vaggia
striaca
della
:
straniera più
sacra
Risorgimento
d'
una
tirannica e più sel-
vecchia ed abbattuta
dominazione
au-
colonia della delinquente e selvaggia domina-
zione jugoslava.
Compiacciamoci
della redenzione di
mo
con
della conseguita
Fiume,
tutte le nostre
ma
frontiera
giulia e
protestiamo, protestia-
forze, contro l'annunziato de-
39. —
35
—
Santa Margherita, e proponiamoci risolutamen-
litto di
d'impedire a qualunque costo che l'antitaliano de-
te
abbia
litto
La
tile
tico
sua esecuzjone.
la
vittoria di
di tutte
Vittorio
anima
è terra ed
Veneto sarebbe
più inu-
la
se tutto quello che nell'Adria-
vittorie,
le
italiana
non sarà
sottratto al
disonore ed alla vergogna di vecchi e di nuovi dominatori stranieri.
IL
La mia niiova protesta contro
Nel salutare
il
Trattato
Rapallo
di
ritorno del Quarto Regg'iiuento Fanteria,
(23
M'
il
Gennaio 1921)
inchino con sentimento della
vozione innanzi
ai
fi)
Reggimento Fanteria, che
così
completa de-
piiì
superstiti dell' eroico
e glorioso
potentemente
e
4°
deci-
sivamente contribuì ad eliminare dalla scena del mondo
un Lnpero, negazione
dei diritti dei popoli e
manità, che costituiva
il
primo ed
il
più
dell'u-
formidabile
ostacolo, alla cessazione dell'immane cataclisma.
Per
che
sola
ciò
la
non mi stancherò mai
vittoria italiana di Vittorio
ed
termine
io
autentica
alla
vittoria
(1)
Quest'altro discorso,
in
gridare
Veneto
"
è
forte,
stata la
che pose istantaneamente
sanguinosa conflagrazione, che
dicavano e definivano
corteo
di
tutti
giu-
interminabile conflagrazione
per invito
degli studenti e di altri del
„.
nuovo
onore del Quarto Reggimento, fu pronunciato dal Cimbali dallo
stesso luogo dal quale aveva pronunciato quello precedente. Vedi
pag. 33 (Nota deU' Editore).
Nota
di
40. —
Per ciò
tutto
non mi stancherò mai
io
che
forte,
più
gridare
di
Esercito italiano di Vittorio Veneto aveva
1'
pretendere che, nelle successive con-
di
diritto
il
—
36
ferenze della pace, tutte
per cui combattè e vinse
aspirazioni
sacre
sante e
le
fossero fatte valere senza
si
senza
paura, senza tergiversazioni, senza discussioni,
transazioni.
Oh
se
!
Veneto, anziché vittoria
Vittorio
fosse stata vittoria francese.
nare
irrefrenabili
le
italiana,
Chi avrebbe potuto
ambizioni
imperialistiche
fre-
della
Francia?
Nelle nostre mani,
Veneto divenne
M' inchino
la
invece,
m' inginocchio innanzi
e
che diedero
alleati,
la
Ma
all' Italia,
grande
più.
Storia di tutti
i
protesto,
di
Vittorio
sconfitta di Caporetto.
mila -nostri cari morti e agli
lati,
vittoria
la
e ai
tempi
e
di
cinquecento-
gloriosi
muti-
e indegni
nostri
e
eroici
vittoria
ai
falsi
militare che ricordi la
tutti
luoghi.
i
protesto con tutte
le
forze dell'animo
mio, protesterò per sempre, protesterò sino all'ultimo
mio
Go-
respiro, contro tutti gli uomini, di Stato e di
verno, che
ci
imposero
la
piiì
ignominiosa
tutte
di
paci diplomatiche.
le
E
in
mezzo a tanta
tica,
io
non posso
ignominia
diploma-
politica e
resistere al vivo e profondo
bisogno
mandare un caldo e riverente saluto di ammirazione ai 14 Deputati ed ai 22 Senatori che, avendo
di
avuto r eroico coraggio
Trattato
Deputati e
i
pensassero
di
gio
alla
Veneto.
di
votare contro
il
delitto del
Rapallo, dimostrarono di essere stati
di
soli
Senatori
rendere
insuperabile
italiani,
i
soli-
che sentissero e
doveroso
il
meritato e
e
sublime vittoria
di
omagVittorio
41. -
37
-
IH.
Contro
Bolscevismo e contro
il
(Dalla Conferenza tenuta
l'
uomo
posto
sia rivendicazione e difesa dei
dei popoli,
e
ivi
convinto, che, senza
spetto di
sacri
tali
è
Catanese
diritti del-
mio naturale ed ambito
il
perchè sono
combattimento,
di
al Fasci<»
Combattimento)
di
Dovunque
Trattato di Rapallo
marzo 1921
13
il
il
profondamente
parmanente ed universale
il
ed inviolabili
diritti,
ri-
nessuna solu-
zione di problemi sociali o economici sarà mai possibile
secondo
giuste e sante
le
aspirazioni dei popoli
e degli uomini.
Sono
in
piena e malvagia malafede o in preda alla
più crassa e compassionevole
ignoranza,
tutti
coloro
predicano regimi sociali
ed economici
basati sull' abolizione degli eternamente
inabolibili di-
che sognano
ritti
e
dell'uomo
dei popoli.
e
Regime basato
bolibili
iniziato
sull'abolizione degli eternamente ina-
dell'
diritti
e crollato
uomo
e dei popoli è
Ungheria;
in
sto e boccheggiante in Russia;
Ungheresi ed
di
Bela
loro
di
ma
Kun
i
Russi
e di
d' Italia,
Lenin,
Giuseppe Mazzini,
esclusivamente
il
vergogna
il
Le
il
di
e
bolscevismo
bolscevismo impo-
bolscevismo che
da sudditi
gli
fedelissimi
volevano imporre nella non
nostra sacra ed adorata Patria
—
nella Patria
Giuseppe Garibaldi,
Cavour e di Vittorio Emanuele
Onore e gloria al FASCISMO
la
il
il
gran merito
di
di
Camillo
II.
italiano al quale spetta
avere impedito da noi
disonore di tale barbarie asiatica.
eroiche e gloriose schiere, che, a costo di qua-
lunque
sacrificio,
vollero
e seppero
impedire
che
la
42. -
38
—
nostra Patria divenisse una oppressa e sfruttata colo-
non potevano
nia austro-tedesca,
mettere che coloro, proprio coloro
la
in
i
alcun
nostra grande guerra, fecero tutto
rendere colonia austro-tedesca
la
modo
per-
durante tutta
quali,
per
possibile
il
Patria, dive-
nostra
nissero col ferro e col fuoco tirannici e sanguinari palibertà
della
droni della vita,
averi
e degli
ogni
di
classe di cittadini d' Italia.
Lotta, eroica e gloriosa lotta, per la difesa della vi-
averi dei cittadini d' ogni classe
ta, della libertà e degli
che, in questo difficile
d'Italia, è la lotta
la vita
nazionale, combattono in Italia
i
momento
Fasci
del-
com-
di
battimento.
*
•3fr
Fasci
I
di
italiani
combattimento
han
quello
fatto
che doveva essere sacro ed imperioso compito
un
di
qualsiasi governo.
Ma
da governi,
unico nella Storia
di
avevano rinnegato
doli
con esempio
che,
i
tutti
i
tempi e
migliori loro
volontariamente e cinicamente
di
assolutamente
tutti
luoghi,
abbandonan-
figli,
alla
i
tirannìa
della
pili
crudele e barbara dominazione straniera, per ser-
vile
ed ignominioso omaggio a coloro che avevan fatto
di tutto
per rendere
la
nostra Patria asservita e sfrut-
tata colonia austro-tedesca,
era possibile sperare
un
da
tali
atto della
governi, dico, non
benché
menoma
di-
fesa della vita, della libertà e degli averi di ogni clas-
se di onesti cittadini d'Italia contro gl'ignobili attentati
di
quelli
che
Per questo,
i
io
la
chiamo
gli
stranieri d' Italia.
riconoscenza e l'ammirazione verso
Fasci di combattimento
d' Italia
devono essere
pari
43. —
a quelle che noi e tutte
39
le
—
generazioni future dovremo
mantenere sacre ed eterne verso
i
vincitori di Vittorio
Veneto.
* *
La
la
militari
che
registri la Storia,
dovuto essere, proprio
un regime
istante,
barbara antichità:
in
Veneto, —
la
tesa alla
grazione,
che
termine
—
io
„
violenza
anche per un solo
più
della
primitiva e
Russia.
italiana di Vitto-
tutti
definivano,
ebbe istantaneamente
e
e tutta la
Fiume
e
confla-
interminabile
il
sospirato suo
non potrò mai frenare
tutto
mia avversione contro
dovuto mai
pleta e doverosa rivendicazione
di
la
"
non avrebbe dovuto essere che
popolazioni
morto
già
asiatico
la vittoria
Trattato che o non. avrebbe
esistendo,
in
risultato avesse
deve esclusivamente se
non posso
mio sdegno
e
le vittorie
sola vittoria di tutti gli Stati dell' Insi
allora,
conflagrazione
suo
il
bolscevismo
poiché ho ricordato
quale
il
di
il
se
in Italia,
Ungheria ed agonizzante
E
rio
Veneto sarebbe stata
vittoria italiana di Vittorio
più calamitosa e la più detestabile di tutte
delle
la
più
miartiri e
della Dalmazia.
'""'"'^l^'^"'"'
esistere,
un
o,
comsante
44.
45. IL
NUOVO DIRITTO INTERNAZIONALE
DI
EDUARDO CIMBALI
l^JELLA
MENTE DI
GIACOMO NOVICOW
(Dalle Lettere ad Eduardo Cimbali).
I.
Bellagio, 7 settembre
M. Moch mi ha comunicato
"
Dello stato
ritto
„
Staio che osa
proclamare che
forza non sono persone
mi
di
gli
Prolusione
della
Diritto Internazionale.
in
Dovreste tradurre
tedesco ed inviarla
forza brutale.
osano
così degenerati,
sì
soli
che sono
alzare la
il
vostri
una
bella
proclamati
nobile
innanzi a cotali tedeschi, che
brutalmente
ai
sono tanto ado-
Sarebbe questa
lezione per essi. Questi Latini,
del Diritto
fondati sulla
Stati
colleghi delle Università tedesche, che
ratori
di
del vostro coraggio!
felicito
vostra
del Di-
una Università
di
Sapete che cosa dovreste fare?
la
progressi
pronunciata a Macerata.
Finalmente! Vi è un professore
Io
vostra Prolusione
la
presente e dei futuri
Internazionale
1897.
bandiera
proclamano
predominio della carneficina.
Vostro
J.
Novicow
46. —
—
42
II.
Odessa, Il giugno 1904.
Ho
ricevuto
un
cessità di
allo
Della ne-
Diritto, Internazionale
nuovo
conforme
Ad
questa mattina.
letta
vato delle vere scosse
fettamente giusto!
è di
queste.-
una precisione
e di
lo
trove-
Benissimo! Per-
che voi
principio
Il
„.
ogni istante ho pro-
mio esemplare,
il
come
reste coperto di note
civiltà
piacere.
di
Se voi poteste vedere
volontà —
Prolusione
nuovi tempi e della vera
spirito dei
L'ho
"
vostra
la
ieri
—
ponete
:
una chiarezza
la
per-
fetta.
Io trovo
Prolusione
vostra
la
da
tutto quello che dipenderà
Farò
notevolissima.
me
per propagarla più
che mi sarà possibile.
Quali singolari combinazioni in questo mondo!
È
vaggia, che
pivi
Sardegna, che
nell'isola di
pensiero giuridico
il
avanzato che in
Europa
Se
vi
e di
degli Stati Uniti
in
tutto
il
barbara
internazionale
e selè
il
resto dei paesi civili di
America.
dicessi
bellamente
si dice
che idee
!
!
Cè
'^
mi giungono dalla capitale
da stupire, come voi
dite
sì
italiano.
Con profonda devozione.
Vostro
J.
Novicow
III.
Odessa, l-VII-907.
Vi ringrazio per:
L'ho
letta
col
Quanto sono
"
piìi
stato
La Sardegna
è in Italia?,,.
grande interesse.
felice
di
vedere affermare an-
47. —
—
43
Cora una volta con coraggio
conquista
la
un
è
delitto
(p.
sì
netto e
ardito che
sì
46)!
Quello che voi dite della colonizzazione è inattaccabile
quando
:
Quando è
Ah! se
essa è legittima e benefica.
è naturale,
violenta, essa è infame, degradante e stupida.
vostri
i
colleghi professori di Diritto Inter-
nazionale delle Università tedesche avessero
La
idee!
deschi,
l'Europa
l'
faccia
e
tengono
con
le
vostre
mondo sarebbe cambiata!
del
intanto,
le
nelle
mani
loro
loro idee medievali
i
Te-
I
destini del-
conducono
ci
al-
abisso.
Come mi
adiro tutte
le
veggo
volte che
Scienza
la
italiana assumere delle arie modèste e servili dinanzi
alla
Scienza tedesca
Le vostre
!
idee sul Diritto Internazionale
superiori a quella di Hegel quanto
Bracciolini erano superiori nel
oscuri umanisti della
gli
Sono
XV
idee di
che dovrebbero andare a Sassari
non
secolo a quelle de-
ad
gli studenti italiani
a Berlino per ascoltare
e
ascoltare
nome
applaudito con tutte
italiano
zione degna
simo sempre
di
andare a Vienna
:
che portiamo
"
le
Non saremmo
se,
il
termini).
mie forze
delineando
voto
il
degni
la
na-
proclamarsi civile e moderna, non aves-
e
calorosamente espresso
questa prima e benemerita nazione del
essere
Eduardo
professori che basano
i
che voi esprimete a pag. 46
del
Vienna
di
diritto sidla violenza (pura contraddizione in
Ho anche
Poggio
Germania barbara.
studenti tedeschi di Berlino
gli
Cinibali e
le
sono tanto
1'
augurio, che
mondo debba
l'Italia „.
Ah! possa
la
vostra nobile Patria realizzare questo
magnifico progresso, che
testa delle
Nazioni!
la
metterebbe
di
nuovo
alla,
48. 44
Rinunziare per sempre alla conquista è
considero
come
la salute
ciamento del perìodo
in
umanità, come
dell'
cui
ciò .che Ìo
uomo
l'
comin-
il
cesserà di essere
un animale per diventare veramente una creatura
ci-
vilizzata.
'
Malgrado
la
vostra
triste
ho un gran
descrizione, io
desiderio di vedere la Sardegna.
Oh! se ne avrò
tem.po
il
!
Cordialissimamente.
Vostro
Novicow
J.
* *
[Da una
lettera
ad Ugo
Fioretti).
Odessa, 20 febbraio 1905.
Scusatemi se
bile
vi ringrazio
La vostra
invio.
risposta a
M.
Pillet
delle informazioni dalle quali io trarrò
e che
sono per
me
Voi sapete che
Eduardo Cimbali.
di
tutti
mi ha recato
molto profìtto
molto preziose.
sono un fervente ammiratore
io
Io trovo che
egli
marcia
resterà eternamente una vana
e la gloria
di
di
paijrosamente
quali la civiltà
ha
umana
parola. Egli avrà l'onore
mostrato
avere
lungo tempo prima
le
di
testa
alla
professori di Diritto Internazionale. Egli
i
formulato delle verità, senza
restano
ama-
così tardi, del vostro
la
verità
nuda
tutta
centinaia dei suoi colleghi, che
nelle
idee
assurde
ed
invec-
chiate del medioevo.
Molto cordialmente ed ancora una volta grazie del
vostro amabile invio.
J.
(Dal giornale
"
Modernità
„
,
Roma, 27 gennaio 1907).
Novicow
49. —
45
* *
(Da una
ad Ettore
lettera
Felix).
Odessa,
Ho
"
ricevuto
Pacifismo
Il
Io sono, voi lo sapete,
1909.
luglio
7
Teodoro Moneta
di
un profondo ammiratore
„.
del
Cimbali. Egli vede la verità.
Infatti
quista.
all'
Quando
interesse
sarà
si
aggira intorno alla
compie,
la
e la questione
è
il
mantenimento
mato
il
mondo
umano sarà
faccia del
sociale sarà risolta.
L' aberrazione di Machiavelli
tuffato
fa
federazione del genere
la
mondo
e
l'
Il
della politica
fine
espansione dello
Quando
chilometrile.
"
Stato
quella malattia che io
in
noi ne
saremo
dall'
oggi
Voler fondare
al
chia-
guariti,
il
le
loro
dimani.
Diritto
il
ha
„
ho
masse popolari diseredate vedranno aumentare
benessere
con-
contraria
riconosciuta funesta,
chi
di
sarà cambiata,
realizzata,
umano
genere
il
Internazionale sulla forza
una pura contraddizione in termini.
Fondare il Diritto sulla negazione del
forza
è un colmo.
è'
Diritto
—
Per
ciò io
sono con Cimhali, contro
deschi, inglesi,
.
.
.
io
sono con
lui
i
—
professori
contro
il
Cordialissimamente
Vostro
(Dalla Rivista Abruzzese, Teramo, Settembre-Ottobre
1909).
te-
mondo
intero.
J.
la
Novicow
50. 46
*
s *
(Da
ad Ernesto
lina tetterà
Ardizzoni).
Odessa, li febbraio 1910.
Ho
massimo piacere
ricevuto e letto col
Conferenza su Eduardo CinibaU.
la
vostra
.
Voi avete perfettamente ragione.
con piede sicuro ed ardito,
// Ciuibali,
si è
lanciato
nella via del vero Diritto Internazionale.
Quello che fino
nome
sto
oggi è stato qualificato con que-
negazione del Diritto Internazionale.
Cimbali rappresenta
Il
tesi favorite
il
Li
è
nd
:
che, cioè,
primato nelle
l'
la
conferma
Italia
di
una
delle
riprenderà assai presto
discipline mentali. ^Gli italiani
fulgido
come
spirito
si
lasciano deviare nel retto
il
hanno
sole del loro paese. Essi
lo
mie
cammino
dalle
non
nebbie del
misticismo.
Io
lia.
fondo
Io
le pili
grandi speranze sopra la nuova Ita-
penso che essa saprà liberare l'Europa dall'ab-
bietta e funesta adorazione della forza brutale.
za brutale è
la
morte
:
la
forza mentale è
Vogliate gradire, caro Signore,
ti,
e
i
for-
vita.
miei ringraziamen-
l'espressione dei miei sentimenti più devoti.
J.
^
la
La
Dal Corriere di Catatsia, 4 marzo 1910).
Novicow
51.
52.
53.
54. CATANIA
—
Cav.
NICCOLÒ GIANNOTTA, Editore
RECENTISSIME PUBBLICAZIONI:
EDUARDO CIMBALI
Nella Difesa di Fiume e della Dalmazia è la commemorazione
degna
del
24 Maggio
— Un
voi.
in
8°,
Prezzo L.
3.
IL
La
ini a dichiarazione
Società Universale degli Stali
della
24 anni prima della conflagrazione
zioni del Presidente
Wilson — Un
e la Società delle
na-
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Intesa Vittoriosa ?
—
voi.
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111.
Processo a Guglielmo o ai Capi
Un
voi.
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dell'
3.
fe^
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