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Cimbali
Gabriele d'Annunzio prima e dopo
Trattato di Rapallo;
la

il

commemorando

partecipazione dell'Italia alla

guerra nel terzo anno dopo la pace.
(^l
EDUARDO piMBALI
Pkofessore Ordinario

di

Diritto Inteunazionalk

NELLA R. Università

di

Catania

GABRIELE D'ANNUNZIO
PRIMA E DOPO

TRATTATO

IL

Commemoranbo
alla

t)ClV IFtalia

anno òopo

la

RAPALLO

DI

la

partecipa3ione

guccra

pace

^^

CATANIA
Cav.

ISTiCOOT.ò
I-IBKAIO

Gì ANNOTTA, Editore

DELLA KKAL CASA

1921.

^

nel

tec30

5i(

^ ^
GABRIELE

D'

ANNUNZIO

PRIMA E DOPO IL TRATTATO DI RAPALLO
^
'•'*M

,.

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«

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'4

i

%.

CONFERENZA
Pronunciata

il

24 Maggio 1921 nelV Aula

della R.

Università di Catania,

Magna
EDUARDO CIMBALI
Professore Ordinario

di Diritto

/

Internazionale

NELLA R. Università di Catania

'

.

GABRIELE D'ANNUNZIO
PRIMA E DOPO

IL

TRATTATO

Gommemorant)o
J)eir "irtalia

anno Dopo

alla
la

RAPALLO

DI

la

partecipajione

guerra

pace

5^

CATAN^IA
Cav.

]S]'iocolò

GiANNOTTA, Editore

LIBU*IO DELLA RKAL CASA

1921.

nel

ter^o

^ ^ ^ ^

'
rp(i

^A

PROPRIETÀ LETTKRAKIA

Officine di Arti Grafiche dell' Editore
nel Keal'e Ospizio di Beneficenza in Catania

Cav. Vincenzo Giannotta

—

via Crociferi, i5 (1921).
At

QUATTORDICI DEPUTATI ED

AI

VENTIDUE SENATÒRI

CHE

AVENDO VOTATO CONTRO

IL

DELITTO

DEL

TRATTATO

DI

DIMOSTRARONO
I

SOLI DEPUTATI ED

RAPALLO
DI

I

ESSERE

SOLI SENATORI

ITALIANI

Nota

—

I deputati che votarono Contro

di Rapallo furono gli onorevoli

V approvazione del Trattato

:

—

Colonna di Cesarò — D'Ayala — De Capitani — Dorè — Feder— Maury — Muzi Saturnino — Nunziante — Pietravalle — Sandrini — Sarrocchi — Scialoja — Siciliani.

Benelli

zoni

e i

senatori gli onorevoli

:

— Di Brazzà — Faldella — Gavazzi —
— Mangiagalli — Marietti — Mazziotti — Piccoli — Pullè — Tamassia — Tecchio — Thaon di Revel — Tivaroni —
Torrigiani Luigi — Valerio — Vitelli — Ziliotto — Zupelli.

Bennati

—

De Cupis

Ghiglianovich

—

—

Del

Lucchini

Lungo
"

Fiume

Nella difesa di

memorazione degna

del

dell' Italia alla

Magna

24 Maggio,,. Con

commemorazione

parole iniziai, la mia

zione

la

tali

com-

precise

della partecipa-

guerra, pronunciata in questa Aula

primo anno dopo

il

Dalmazia è

e della

Con

vittoria.

la

cise parole diedi principio e termine alla

pre-

tali

commemora^

zione dello stesso grande avvenimento, pronunciata in

questa stessa Aula
vittoria.

(1)

Con

"

testualmente

Magna

il

parole

stesse

le

secondo anno dopo

por termine

nel

la

vittoria

.

—

nirò tutte le

Fiume
bili

e

la

'

"

con

le

il

dichiaravo

secondo anno dopo

stesse parole

commemorazioni

—

mia commemora-

alla

zione dello scorso anno, che fu

„

la

comincerò e

fi-

degli anni venturi, finché

Dalmazia non saranno sacre ed

'inviola-

terre italiane „.

* *

Sono

—

nel

terzo

anno dopo

ed inviolabili terre italiane Fiume e

(1)

la vittoria

la

Vedi Eduardo Cime ali, Nella difesa di Fiume

commemorazione degna

del 24

maggio.— Catania,

—

sacre

Dalmazia? Lungi

e della

Dalmazia

é

la

Giannetta, Editore, 1920.
-

8

esse sono in condizioni assai, assai peg-

dall' esserlo,

cui furono

giori di quelle

in

quelle

avrebbero

cui

in

prima della guerra

continuato

e

di

trovarsi se la

a

—

guerra, anziché vittoria di Vittorio Veneto

la vit-

toria che fu esclusivamente vittoria dell'eroico e glo-

rioso

esercito

italiano

—

fosse

stata

sconfìtta di

la

Caporetto.

È

vero che Fiume, se non è ancora terra

è terra

Fiumani.

dei

Ma

d'Italia,

Fiume

se la volontà di

di

essere d'Italia a qualunque costo e a prezzo dei più

—

eroici sacrifizi

trovare
tutti

i

dei sacrifizi dei quali è impossibile

eguali

gli

nella

di tutti

i

tempi e

luoghi; dei sacrifizi dei quali l'Italia

strata assolutamente e
tale volontà,

nescamente
potrà

Storia

di

sanguinosamente sopraffatta,

— se

la

sua condizione

nessuno

non

sia

quella anteriore alla guerra e di quella che

sarebbe* stata se

la

guerra

con Vittorio Veneto, fosse

Quanto

mo-

è stata e continua ad essere tiran-

dico,
e

è

spregevolmente indegna

mai affermare che

peggiore

si

di

alla

d'Italia,
finita

invece che finire

con Caporetto.

Dalmazia, con a capo

la

martire e santa

Zara, bisogna avere un' anima di abbietti e luridi jugoslavi,

piangere

per
il

non vedere, per non
miserando stato

pressione a cui

il

di

sentire e per

asservimento e

di

non
op-

Trattato di Rapallo l'ha brutalmente

condannata.

Anima

di

luridi

e di abbietti jugoslavi,

non

d'ita-
è stata l'anima di tutti coloro

liani,

terra italiana,

modo

abbiano, in qualsiasi

contribuito

siasi veste,

quali,

i

concezione e

alla

e

in libera

con qualperpe-

alla

trazione di quello che definii e che non mi stancherò

mai

Rapallo

definire Delitto di

di

capo

con a

tutta

la

Dalmazia,

Zara

—

così detta redenta

.Ah!

e santa

martire

la

fu assoggettata,

—

mai

non m'indurrò

no,

chiamare col

e

delitto col quale

umi-

ed oltraggiata.

liata

dui

—

il

:

civile

governanti

e

—

no

non operarono mai

mente necessario

nome

e glorioso

o

tutto

considerare

a

a

indivi-

d'italiani,

quali

i

e

non concepirono

che era assoluta-

quello

doveroso per impedire, ad ogni

costo e con qualsiasi mezzo, che anche
collettività d' italiani della

la

menoma

Dalmazia divenisse asservita

ed oppressa collettività jugoslava.

Fin dai primi

istanti

italiana di Vittorio

in

Veneto

—

cui

—

la

sentimento

il

cominciava a trasformarsi

italiani

dopo

in

vittoria
di

molti

sentimento jugo-

slavo, rendendosi, così, possibile lo scandalo e la ver-

gogna

di cominciarsi a parlare di rinunzie e di ripudi di

popolazioni della Dalmazia
in

un

articolo intitolato

—

il

10 dicembre 1918

"I doveri dell' Italia redenta

VERSO la Dalmazia Italiana irredenta

(U Vedi

i

giornali

nache Nazionali

„,

"

La

—

Sicilia „, Catania,

Palermo, 16 febbraio 1919.

„,

(1) scrivevo:

IO dicembre 1918 e

"

Cro-
—
"

La

—

10

gioia delle rivendicazioni italiane contro l'Au-

stria-Ungheria, non sarà la completa e vera gioia,

fin-

ché un sol comune italiano della Dalmazia sarà ob-

maggior supplizio

bligato al

e

alla

maggiore onta

una tirannica dominazione straniera che non

di

è più la

tirannica dominazione straniera austro-ungarica.

Maggiore supplizio

"

maggiore onta dell'abbattuta

e

dominazione straniera austro-ungarica

tirannica

è

il

supplizio e l'onta della sorgente tirannica dominazione

jugoslava

!

Ebbene

"

nessuna

—

:

umiliazione

per

v' è,

nessuna vergogna,
sublime vinci-

Italia,

l'

dell'Impero austro-ungarico, maggiore di

trice

sopportare, anche per

di

—

soggiungevo

menoma comunione
sotto

un solo

italiana

istante,

che

quella

benché

la

Dalmazia rimanga

della

nuovo giogo straniero ed oppressore

il

dei ju-

goslavi.
"

poteva

Si

cauta

— dichiaravo —

far l'onore

concessione

favore

a

dei

di

jugoslavi,

qualche
allorché,

tiranneggiandosi, sotto la tirannìa aus^fo-ungarica,

popolazioni
si

gementi sotto

italiane,

poteva avere

Ma

ora

che

tismo contro tutte
zia

—

superiore

perpetrato

da

sovranità,

è

le

a

loro,

—

per

ti-

tutta opera austro-ungarica.

concepire a loro

concessione

stessa tirannìa,

generosità di credere che tale

la

ranneggiamento fosse
"

la

le

il

favore la

benché

menoma

loro feroce e barbaro despo-

popolazioni italiane della Dalmaquello
e

nel

ogni

austro-ungarico

—

vien

pieno esercizio della loro
italiano

degno

del

nome
—

.

—

italiano

e

rale

—

11

discendere ad un grado di abhiezione mo-

politica

infinitamente

basso

più

di

quello in

cui era caduto nel trentennale ed ignominioso periodo

soggezione

della

ad un grado

Sì,

finitamente più

disceso

era

dominio delia Triplice Alleanza
abbiezione morale e politica

di

basso

di

al

„.

in-

ogni

italiano

ignominioso

quello

periodo

cui

in

ed

trentennale

nel

soggezione

della

al

dominio del trattato della Triplice

Alleanza, sono ora discesi, nel brevissimo periodo di

tempo corso
al

Trattato

di

modo

siasi

dalla vittoria italiana di Vittorio

Veneto

Rapallo, tutti gti italiani, che, in qual-

e sotto

qualsiasi

abbiano

veste,

parteci-

pato alla concezione e alla perpetrazione di tale anti-

ed antiumanitario

italiano

A

Alleanza,
terla,

si

si

trentennale dominio della Triplice

potrà

sempre affermare che, per iscuo-

sarebbe

dovuto

correre

una guerra contro due

mondo,

coi quali
allearci,

il

rischio di affron-

dei piiì potenti imperi del

avevamo commesso
ed

litto

di

soli

a combatterla,

il

a giustificare, T abbiezione sop-

il

durante

portata

tare

non

spiegare, se

delitto.

i

cui risultati,

non avrebbero

l'antitaliano de-

se fossimo

rimasti

potuto essere che

nostro totale annientamento.

Ma

nessuna affermazione

ne e consacrazione

di

— che

suprema

mai, non dico giustificare,

ma

non

sia espressio-

vigliaccheria

spiegare,

la

— potrà
superiore
—

12

—

del brevissimo

ed inaudita

abbiezione

nunzie e

ripudi corso dalla vittoria di Vittorio

neto
"

di

Nessuna

secondo

pietà

— continuavo

„

pubblicato

articolo,

contro un altro dei tanti

negatori d'italiani (1)

—

ad affermare

15 gennaio

il

Ve-

un

fulminea-

jugoslavi rinunciatori e rin-

in

"

in

1919

del

italiani trasformatisi

scandalosamente

e

nessuna pietà verso popola-

nel lungo e doloroso servaggio della nostra

zioni che,

con

riuscirono,

Patria,

ri-

Trattato di Rapallo.

al

mente

periodo di

Stati dai quali

protezione

delittuosa

la

dipendevano, a usurpare

degli

a tiranneg-

e

giare territorii originariamente e legittimamente italiani.
''

Si

compirebbe

peggiore e

la

tutte le nazionali vigliaccherie,

paura

di

provocare

toriamente

le ire

usurpatrici e

nunziare

alla

stenza e

di

citato e

— affermavo —

sopraffattrici,

indipendenza

di

tutti

per

i

il

dovesse

si

diritti

ri-

di esi-

nostri fratelli abi-

quelle popolazioni

continuano ad esercitare

patore e sopraffattore

se,

popolazioni straniere, no-

di

sospirata rivendicazione dei

territori nei quali

tanti

più detestabile di

la

hanno

eser-

dominio usur-

loro

„.

*
X-

La peggiore
nali

(1)

fu
"

e

Il

più detestabile di tutte

la

—

vigliaccherie

citato articolo sotto

pubblicato sui giornali

Cronache Nazionali

„.

•5«-

"

la

il

vigliaccheria

titolo

La

"

Bissolati

Sicilia

„,

?

della

Eccolo

Catania,

Palermo, 25 marzo 1919.

le

rinunzia e

Giolitti

15

nazio-

secondo!

gennaio 1919

„

e
—
—
ripudio del sacro

del

dovere della rivendicazione dei
Dalmazia, contro

delle popolazioni italiane della

diritti

la

—

13

quale ero insorto con tutte

forze dell'

le

anima mia

pur troppo, ahimè! fu perpetrata e sancita nel

delitto

antitaliano del Trattato di Rapallo.

Ma

popolazioni jugoslave, contro di noi,

le ire delle

per paura delle quali la vigliaccheria fu perpetrata e
sancita, lungi dall' essersi

mente

Le

sono selvaggia-

evitate, si

ringagliardite.

sevizie, gli oltraggi, le sopraffazioni,

italiane della

Dalmazia son selvaggiamente

cui le genti

man ma-

dalle straniere ed usurpatrici orde jugoslave,

no che

la

nostra

sgomberandole, ripu-

vigliaccheria,

dia le sacre lor terre

—

che per se

e

segno

fatte

sole,

se altre più

fondamentali ne mancassero, sarebbero potenti e santissime ragioni per darci tutto
all'

istante

il

Trattato creatore

di

più manifesta che quelle

acuiscono e

si

ire,

di fare

a pezzi

quelle sevizie, di que-

oltraggi e di quelle sopraffazioni

gli

si

diritto

il

lungi

— sono
dallo

la

prova

estinguersi,

perpetueranno.

*

Le
giati

giuste e sante ire dei
nelle loro

denza, devono
vili,

popoli violati ed oltrag-

giuste e sante
tutti

gli

Stati,

aspirazioni

d'

indipen-

veramente grandi

e

ci-

sforzarsi costantemente ed universalmente di evi-

tare e di eliminare,

non

di popoli aspiranti

ad usurpazioni e a sopraffazioni.

le

ire

delittuose ed esecrande
—
Punizioni

tori

— esemplari

non

rinunzie,

e redentrici punizioni

mazia

—

altrui

diritti

essere

non

di altrui

diritti delle italiane

inviolabili diritti.
diritti

— sono

dei sacri

sopraffattori di

vogliono

e

stati

—

popolazioni della Dal-

che usurpatori e

nuli' altro

continuare

ad

popoli jugoslavi in Dalmazia.

i

—

—

dunque

Punizioni,
zioni

sacri ed

altrui

di

Usurpatori e sopraffattori
ed inviolabili

— non

son doverose verso popoli usurpa-

ripudi,

e sopraffattori

—

14

son doverose

esemplari e

verso

che

ripudii di quella

era»,

per sempre l'adempimento

non

loro,

di

puni-

redentrici

deve e

rinunzie,

dovrà essere

della più elementare mis-

sione di difesa e di protezione verso popolazioni italiane di

terra,

di

sangue,

di

lingua, di religione

e di

mia

vita,

sentimento.

*

Non
e

v'è

prima

e

dopo

hanno mai

di

in

tutti

gli

rispondere a

italiani

della

Trattato di Rapallo, in cui non mi

il

gli

minio della Dahnazia"?

Ed

v'è istante

non mi rivolga questa dimanda:

sia rivolta e
le titolo

non

stato e

jugoslavi

che avevano

possesso e

Qua-

al

do-

„

istanti

me

al

"

non ho cessato

stesso
il

:

"

La

e

non cesso

viltà di tutti

quegli

sacro ed inviolabile dovere di

difendere e di proteggere ogni individuo, o aggregato
di individui,

italiano

di

religione, di sentimento

terra,
„.

di

sangue,

di

lingua, di
—

15

Invano
lazioni

tutti

rinunziatori e ripudiatori delle popo-

i

italiane della

dei loro sentimenti,

continuamente che

affermano

vi

la viltà

ragione delle loro rinunzie e dei loro ripudi è

la

spetto
le

Dalmazia, per nascondere

della nazionalità e della volontà del-

ai principii

popolazioni

della

Dalmazia

:

nazionalità

e volontà
"

che, a loro avviso, sono a favore dei jugoslavi.
plebiscito „

—

—

declama

si

non darebbe che

un

"

plebiscito,

favorevoli

risultati

all'

nascente Stato jugoslavo e non mai

ha

si

né

zionalità,

diritto

lia

—

nulla,

la

quale

annessione

al

all' Italia „.

parlare in Dalmazia ne di na-

di

né

di volontà,

che considerasi

al

Un

Dalmazia fossero sottoposte,

tutte le popolazioni della

Non

ri-

il

di

quando quella

plebisciti,

Madre-Patria della Dalmazia

—

l'Ita-

assolutamente nulla, ha fatto per documen-

tare e far valere la nazionalità e la volontà delle po-

polazioni della Dalmazia intorno alla loro sorte.
L'Italia dei falsi

tutto
di

il

mondo,

di voler rinunziare,

volere rinnegare,

mazia,

ha gridato,

italiani

aperto bocca

scere in qualsiasi

modo

zioni italiane della

Dalmazia

sivamente esse,

volontà

Lungi
tal

dal

il

diritto

sacro ed inviolabile

con

voler ripudiare,

di manifestare esse, esclu-

di

decidere della loro sorte.

diritto,
l'

per far ricono-

delle stesse popola-

riconoscerlo e dal farlo

e fatto calpestare

innanzi a

popolazioni italiane della Dal-

le

ma non ha mai

la

di

sì,

l'

Italia

riconoscere,
l'

un

ha calpestato

avere antitalianamente ed an-
—

omesso

tinternazionalmente

—

16

far sancire

di

nell' antita-

liano ed antinternazionale Trattato di Rapallo

nessuno aggregato

cipio che

e

Dalma-

della

senza prima esprimere

zia diventasse jugoslavo

ramente

d' individui

prin-

il

spontaneamente

la

sua volontà con

libe-

tutelati

plebisciti.

E quando
mazia,

parlo di aggregati di individui della Dal-

e di lor diritti al

plebiscito,

rirmi ad aggregati d' italiani,
"

I

plebisciti „

miei articoli

—

"

— ho

prerogativa degli aventi

in

non mai ad orde

rife-

slave.
citati

son sacra ed inviolabile

diritto,

non mai

degli usurpa-

degli aventi diritto.

tori
"

intendo

affermato nel primo dei

plebisciti

i

io

In Dalmazia

— soggiungevo

e concludevo,

qualsiasi altra sacra terra che

si

— come

trovi nelle stesse

tristissime condizioni della Dalmazia, gli aventi diritto
al

plebiscito

sono

i

legittimi possessori ed

i

legittimi

discendenti dei legittimi possessori della Dalmazia
italiani

ed

i

discendenti di

—

italiani

:

gli

non già

gli

usurpatori e discendenti degli usurpatori e calpestatori
dei diritti degli italiani

autentici jugoslavi,

jugoslavi

Di

siano,

i

jugoslavi

essi,

:

—

siano,

essi,

austriaci travestiti

da

,,.

tutti

negando

—

la

coloro che, rinunziando, ripudiando
qualità

di

veri e dignitosi italiani,

e

rin-

rinun-
-- 17

-

ziarono, ripudiarono e rinnegarono

popolazioni

le

liane della Dalmazia, condannandole,

ita-

con pubblico ed

ignominioso Trattato internazionale, ad essere asservite
oppresse

ed

popolazioni jugoslave,

costoro,

tutti

di

non ve ne ha uno che, precedentemente, non

dico,

sia stato fervente sostenitore di

guerre e

per la conquista ora dell'Eritrea e

dell'

di

armamenti

Abissìnia, ora

San Mun, ora

della Somalia, ora

della Tripolitania e della Cirenaica,

ora del Dodecan-

della baia cinese di

neso

e

ora di

dell'Albania,

Smirne, ora di questo o

queir altro paese di ogni altra parte del mondo.

Dunque, costoro, mentiscono,

e

mentiscono nel modo

più sfacciato e più spregevole, quando affermano che
la

ragione delle

loro

rinnegamenti

Dalmazia, non è
ed

il

loro

verso
la

dei loro ripudi e dei

rinunzie,
le

popolazioni italiane della

loro viltà,

o la rinunzia,

rinnegamento dei sentimenti

italiani,

ma

il

rispetto ai

Singolare

rispetto

dei

principi della

volontà dei popoli, quello

principi
di

nazionalità e

Dalmazia.

di

nazionalità

sine,

mai

anelano e aneleranno per sempre
arabe,

somale,

cinesi,

e

di

gente che ha voluto che

fossero italiane per forza popolazioni che
lato,

ripudio

veri e dignitosi

di

della volontà delle popolazioni della

il

di

hanno aneessere abis-

greche, albanesi, e non

italiane!
*

Rinunziando all'annessione
italiani

per forza

—

di popoli

rinunziando cioè

che

si

vogliano

al delitto

contro
—
altrui

gli

diritti

di

all'

della

e

lità

italiane di terra,

già rinunziando

—

barbaro
tutte le

comune

terra,

di

il

religione,

essere

sono e tengono
volontà;

di

non

— non

—

nemmeno popolo

v' è

non senta
dovere

al

di

adempierlo con

non permettere

di

in

individui, e aggregati di individui, di

comune

comune sentimento,

sotto

ad

oltre

più elementare e al più sacro dei

della terra che

sue forze

che,

sentimento e

dovere che

modo che

alcun

di

al

di

al

dà sincera e

non già rinunziando

popoli,

di lingua, di

ad essere italiane

doveri

dei

popolazioni,

di

si

rispetto ai principi della naziona-

volontà

annessione

—

indipendenza

di

manifesta prova

—

18

comune

lingua, di

di

comune

religione,

volontà, giacciano

dominio straniero e sopraffattore

gente che

di

detestano.

Sinceramente ed immutabilmente

ho sinceramente'

verità,
tutti

gli

uomini

convinto

di

tale

costantemente combattuto

e

— governanti

o no

— che,

con guerre

ed armamenti, han dissanguato, immiserito e disonorato

nostra Patria per la

la

per forza popoli

italiani

mondo,

follìa

come

che,

non hanno avuto

e

di

volere qua e
tutti

i

non avranno

là

popoli del
altra aspi-

razione che quella di essere di sé stessi.

Ma

con

la

stessa sincerità

ho combattuto

nuerò a combattere costantemente

mio paese, che, dopo
ostinati

e

di

tutti gli

e conti-

uomini del

essere stati in ogni

malvagi sostenitori

di

quelle

tempo

guerre

e di
—
armamenti

quelli

— che

—

19

son

le

guerre e

gli

—

eterna fonte di guerre di armamenti

armamenti

per un falso

—

ed improvvisato odio alla guerra e agli armamenti

hanno condannato
sotto

più

il

ad

essere

e

feroce ed insopportabile giogo straniero,

popolazioni

italiane

religione,

sentimento,

di

per forza,

straniere

terra,

di

di

lingua, di sangue, di

volontà.

di

*
*

X-

Uomini ed avvenimenti miranti
e alla difesa di italiani
la

menoma

benché
né

territori

e

ai quali, dalla

a^^uesto
e'

—

proposito

nunzio

uomini

e gli

ho espresso
la

mia

tutta la

(1).

Ed uno

avvenimenti

Veneto

della

mia ammirazione

questi pochissimi
di

Ronchi

di

eroica

e la

nella

Questa parte del mio
il

18

marzo

di

.Ronchi avesse con-

scritto è la riproduzione fedele

quest'anno

—

onomastico

e

organiz-

e

dotto all'italiano ed altissimo fine cui mirava

(1)

D'An-

avvenimenti

impresa concepita

zata perché la geniale marcia

fermai

fino

difesa.

marcia

é stato la trionfale

sconfitta

di

—

e di sì

questi pochissimi uomini é Gabriele

di

gloriosa

gli

e a

italiani

programma

fatto

vittoria italiana di Vittorio

istante,

senza

italiani,

ad individui

pretesa

di. sì

sono

consacrata tutta

Uno

di

rivendicazione

né aspiranti ad essere

italiani

uomini ed avvenimenti
fatto

terre

di

rapace

alla

di

di

:

la

com-

quanto af-

Gabriele D'Annunzio

—

Conferenza che, per invito della Sezione Catanese dei Legionari Fiu-

mani, pronunziai nella Sede del Fascio catanese di cowbaltimento.
—

20

—
Fiume

pietà redenzione e la sospirata annessione di

Dalmazia

della

comune Madre

alla

Patria:

e

all' Italia.

*
* *

Non posso
nunzio

su

e

una sola parola su Gabriele D'An-

dire
1'

eroica e gloriosa sua sconfitta, senza

ricordare quello che

affermai

20 settembre

il

Teatro Pacini

al

dello scorso

Catania

di

nel

anno

commemo-

rare la geniale e trionfale marcia di Ronchi.

Onore

"

e

gloria alla eroica e grande impresa „

affermavo nella data

nel luogo citati

e

—

"

onore

gloria alla eroica e grande impresa, alla quale

esclusivamente se

—

falmente evitato che

da

la

prima

—

dopo
minia

evitò

si

di

Caporetto

ed
all'

provvisoria colonia

definitiva

in

in

colonia jugoslava

Italia

dover essere

condannata

infinitamente

Veneto

di Vittorio

piia

in

l'i

gnò-

ad una

pace

ignominiosa della Capo-

immeritatamente condannata

guerra.
"

E

maggiore onore,

e

maggiore

ed eroico autore della impresa,
Vittorio Veneto,
la

deve

martire ed eroica città di Fiume,

retto 'alla quale era stata
in

si

e

avere risolutamente e trion-

trasformata

città libera, fosse

britannica

coli'

—

dignità

nicamente
senza

la

è

la

geniale

sola,

dopo

calpestati e vilipesi ci-

sistematicamente, con Ja

e detestabile

in tutte le

che

al

quale abbia rivendicato l'onore e

della nostra Patria,
e

gloria,

colpevole

presenza dei nostri capi

di

pre-

governo,

conferenze che cominciano da Parigi e ar-
—
Remo:

rivano a S.

che seminatrici
di

di

che continuano a

nelle conferenze

ma

della pace,

dirsi

-

21

che non

nuove

nuove

e

cause

essere

guerre,

di

conflagrazioni e di armamenti.
"

—

Gabriele D' Annunzio, dopo Vittorio Veneto,

dichiaravo

—

è

solo grande Italiano innanzi al quale

il

ogni vero italiano deve inchinarsi;
liano verso
e

sieri

quale devono essere

il

tutti

i

il

rivolti tutti

italiani;

solo

il

dal quale possa soltanto sperarsi che

conferenze

delle

nitivi

solo grande ita-

della nazione

grande

italiano

della pace siano

dette

defi-

risultati

i

degni

quale diede agli alleati ed associati

la

che pose istantaneamente termine

vittoria

pen-

i

sentimenti di coloro che abbiano davvero

pensieri e sentimenti

la

ad

continuano

alla

con-

flagrazione.

Senza Fiume

"

l'Italia

^ne

sarà la

di

e

senza

grande

la

Dalmazia

sfortunata

Caporetto, non mai

e

— affermavo

grande

la

na-

sopraffatta
vincitrice e

ri-

spettata nazione di Vittorio Veneto.
"

Alla sublime gesta di Ronchi

guita da Gabriele D'
sia stata

messa

vincitrice

e

rispettata di Vittorio
e

ed ese-

— dobbiamo se

nella via di essere la

grande sfortunata

^" Con

Annunzio

— concepita

l'Italia

grande nazione

Veneto

e

non più

la

sopraffatta nazione di Caporetto.

Gabriele D'Annunzio

biamo solennemente giurare

di

— conchiudevo — dobessere,

con

tutte

le

nostre forze, quanti teniamo davvero che l'Italia nostra

—

r Italia italiana,

e

non jugoslava

nazione vincitrice e rispettata

di Vittorio

—

Veneto

sia

e

la

non
—
la

22

nazione sventurata e sopraffatta
solenne

questo

—

di

Ronchi

si

proclama

—

momento

indipendenza

l'

essere sempre con

in

cui,

per opera

D'Annunzio
(1).

„

dovevano essere con Ga-

di

Fiume

in

lui,

ora suprema e solenne

nell'

lui,

realizzare quello che

loro

il

la

si

su-

Veneto c'im-

vergognosa incapacità

e la più insuperabile viltà di tutti

aveva rinunziato, rinnegano

Fiume,

da

di Vittorio

realizzare, e che la

di

e

nostro diritto e

il

blime ed insuperabile vittoria

ponevano

in

Annunzio, ed avevano solennemente giurato

di

doveva

Fiume

di

Ma, ahimè! coloro che
briele D'

—

anniversario della gesta

per opera di Gabriele

cui

in

Caporetto

di

nostri governanti

i

giuramento

e di-

sertano, antitalianamente e ad eterna loro ignominia,
il

loro posto di sacro e doveroso combattimento.

Si deve a siffatto antitaliano ed ignominioso rinS-

gamento

—

sante

delle

martiri

e

Dalmazia non

completamente

mente annesse

(1)
e

tobre

Roma,

redente

La mia conferenza

nelle

mazia

sue conseguenze
„,

7

Il

fu

in

liinnovamenh

Novembre 1920.

la

se la sorte

Fiume

doveva

sorte

liberamente

e

e

„,

che do-

popolazioni

di

spontanea-

e
:

all' Italia.

parte pubblicata dai giornali:

—

e della

L' impresa di Ronciii nelle- sue

"

intitolata
„

:

di

—

comune Madre-Patria

Zara, 7 ottobre 1920;

1920;—"

quella che

essere

alla

esso

popolazioni

stata

è

assolutamente

vrà

ad

esclusivamente

"

La

"

cause

La Dal-

Vedetta d' Italia „, Fiume, 31 ot-

Adernò, 10 ottobre 1920;—" L'Eco

„.
—
Fu

-

23

per siffatto antitaliano ed ignominioso rinnega-

—

mento

rinnegamento

il

l'eguale nella Storia di tutti

ghi
e

— che

fughe

mento
torio

menomo

benché

tempi e

:

—

di

—

tutti

cui paure

le

foglie

di

son

fa-

antitaliano

piti

il

luo-

i

guerriero ostacolatore del consegui-

il

del giusto

Veneto;

stormir

un guerriero

divenne

guerrieri

dei

i

r attuale capo di governo

al

—

mose

è impossibile trovare

cui

di

sacro premio della vittoria di Vit-

e

premio della completa redenzione ed

il

unificazione delle popolazioni italiane asservite ed op-

presse

premio

il

;

gramma

che costituiva

e costituirà

pro-

il

Gabriele D' Annunzio.

di

*

Quando,
è stato

all'

momento che

gravità del
d'

indovinare quale

dell'ammiraglio Millo, io

lenne

e decisivo

si

tutti

me

di

sull'

stato

esclamavo:

"

angosciosa

contegno

il

È

questo

un uomo

se V

di

mazia redenta, volevano, vedere un modello

mento

e,

fatto

giuramento

mazia

—

io

quindi,

un segno

a D'Annunzio e
di

essere con D'

rispondevo

so-

il

am-

ventre

„.

suo governatorato della Dal-

a coloro che, nel

natorato,

sforza-

si

in cui si vedrà,

Storia o

che

miei discepoli

i

attraversava, e

sarebbe

momento

un uomo

miraglio è

E

—
con

discutevano

—

antitaliano

delitto

Trattato di Rapallo

il

ed ex-discepoli

vano

indomani del

:

" Il

della
al

di

gover-

fedeltà al

giura-

popolo

Annunzio

di

e

Zara
per

—

la

suo governatorato

al

Dal-

—

co-
—
—
me

tutti

scialato
"
*'

governatorati

i

—

24

—

non

che

è stato

un pa-

„.

Se r ammiraglio

sarà un

uomo

governatorato

si

„

— soggiungevo

concludevo

e

Storia o di ventre, non

di

dovrà

ma

rilevare,

dal

suo

dal

mantenimento

dal rinnegamento del fatto giuramento

„.

*

I

come
li

han

fatti

tanti altri

— che

che

dimostrato

ammiragli

che

— non fu

un uomo

mento

col

che

nale

il

impedirono che,

la

diritto,

di

valore

ma nuW altro

1'

eterna ignominia

lui e

a quanti

altri

rinnegamento del solenne giurain

Fiume

duce supremo Gabriele D'Annunzio,
lo

genera-

di ventre.

d' Italia

quali,

fatto,

coraggio e

— eterna ignominia —
—a
Storia

d' Italia e della
i

di

di Storia,

un compassionevole uomo

lui,

tanti altri

—

pure, durante tutta la nostra grande guerra,

Ignominia

con

ammiraglio Millo

come

e

avevano date manifeste prove
militare

l'

vittoria,

1'

e

da Fiume,

l'Italia

fosse quel-

onore e

la

dignità nazio-

imponevano assolutamente che fosse!
*

E non mi
ammiragli

si

ripeta la solita ciancia

e generali

—

:

la

ciancia,

vincolati o no da precedenti e

solenni giuramenti verso Gabriele

D'Annunzio

battendo Gabriele D' Annunzio ed eseguendo
ni della

suprema

che

— comgli

ordi-

autorità governativa contro Gabriele
D'Annunzio

— non

fecero altro che dar prova di do-

verosa disciplina.

Quando sono
ritti

Patria,

della

causa

in

e

vi

più sacri ed intangibili di-

i

sia conflitto

fra

lottano per la rivendicazione e la difesa di
e

che, pur

cittadini

tano, nel

modo

avendo

nerali,

—

si

non

sia

si

governo

diritti

tali

ca disciplina che

non

sia o

no

—

te,

per

quale

il

la

lot-

vincolati

sia

si

ammiragli o ge-

da precedenti e

io

si

—

sola ed uni-

la

conosca, e innanzi alla quale mi

— abbia o non

la

Patria e verso

abbia

il

governo

qual-

ma-

in

instancabilmente ed unicamen-

lotti, lotti

rivendicazione e

tangibili diritti

mano,

sia

è la disciplina verso

cittadino

siasi

diritti,

da una qualsiasi Po-

solenni giuramenti verso chicchessia

inchini,

in

tali

più cinicamente manifesto, per far so-

praffare e vilipendere

tenza straniera

il

che

cittadini

la difesa

ed

dei più sacri

in-

della Patria.

X-

— esecrandi colpevoli — colpevoli
sciplinatezza verso
Patria — sono
— ammiragli o non ammiragli, generali o non geColpevoli

d' indi-

la

stati

tutti

colo-

ro

nerali,

non

vincolati o

lenni giuramenti

vincolati

verso

da precedenti

chicchessia

•

—

i'

osato rivolgere, l'arma antitaliàna contro
ciò,

contro

il

primo ed

che abbia concepito e
lizzare

il

grande ed

il

quali
il

solo

e so-

hanno
e,

per

più grande cittadino italiano

fatti

italiano

i

più eroici sforzi per rea-

disegno della completa

ri-
—
vendicazione e difesa dei

26

—

più sacri ed

intangibili

di-

della Patria.

ritti

*

E non
la

mi

D'Annunzio ed

ciancia che, seguendosi

disegno,

liano

La
il

suo

italiano,

tezza che

nevano,

—

sacri

i

tanto

la

suo

—

ita-

fatal-

ad una nuova guerra.

invece,

verità,

il

sarebbe andato incontro,

si

mente incontro

ed

neppure, una seconda ciancia:

ripeta,

si

è,

che,

seguendosi D' Annunzio

disegno, con la generale disciplinae

supremi

temuta

diritti

guerra

della Patria impo-

sarebbe davvero

si

evitata.

L'irredentismo

di

—

Trento e Trieste

l'

irredentismo

imposto e perpetuato dalla delinquenza straniera

causa della partecipazione

la principale

dell' Italia

—

fu

alla

conflagrazione.

L' irredentismo di

Fiume

e della

—

Dalmazia

l'

ir-

redentismo imposto non già dalla delinquenza straniera

ma

ni

— sarà

da

italiani
la

indegni di portare

causa della guerra

di

il

nome

di

italia-

dimani.

¥:

E

non mi

ciancia

:

la

una Stampa
nato e

pa

di

si

ciancia di

— che

Stampa
Jugoslavia

inoltre,

ripeta,

io

una Camera,

terza ed
di

ultima

un Senato

e di

non chiamerò mai Camera, Se-

d'Italia,

—

una

la

ma Camera,
ciancia che,

Senato

e

Stam-

dopo stipulato

il
—

-

-

27

—

Trattato rinnegatore e sopraffattore dei sacri ed intangibili

diritti

popolazioni

le

Camera

della

Fiume

di

stampa fosse quello

Alla Camera,

Senato

al

con

rispondo

d'Italia,

gli

mese

quarto
tutti

coloro

che, in gran parte,

sostengono

l'

rimanere

sono

le

l'

le

e,

quindi,

del

fianco

—

:

degno

che è

Alleanza

dovere

il

il

degli

a coloro,

persone

stesse

a

intangibilità del

neutrale

intangibilità

Trattato della Triplice

con

e

rispondevo

o a partecipare alla guerra a

Imperi Centrali o a

ora

—

che allora sostenevano

Trattato della Triplice Alleanza,
dell'Italia

dei jugoslavi

22 Novembre 1914

il

conflagrazione

della

obbligo

difenderlo.

di

argomenti

stessi

stesse precise parole coi quali

—

approvarlo

di

Stampa

e alla

—

d'Italia,

Dalmazia

e della

Senato fosse quello

e del

obbligo della

e

popolazioni più italiane

delle

le

quali
del

figlio

Trattato di

Rapallo.

"Non
intitolavo

pugnavo

vi
il

e

sono doveri internazionali
saggio nel quale,

propagavo

1'

ignobili „ (1)

che

piià

nullità,

la

—

pro-

assoluta inesistenza morale e

giuridica del Trattato della Triplice Alleanza nei rapporti verso l'Italia.
''

E

si

cessi „

— gridavo-—

"

si

cessi,

vergognosa ed umi-

volta,

dal continuare a mettere in

liante

mostra quello che vuole essere

gomento per obbligare

(1)

La

l'

Italia

all'

una buona

il

massimo

ar-

assoluta e perpetua

Vedi Eduardo Cimbali, / miei quattordici anni di campagna contro

Triplice Alleanza, pp.

13-16;

Campobasso,

Colitti,

Editore,

1917.
—
neutralità,

che

invece,

è,

guerra contro l'Austria e
noi

nia,

verremmo

gesuitesco e

piij

mente stipulato

e

sua complice Germa-

la

a compiere una immorale, antigiu-

violazione

e scellerata

ridica

il

argomenti: l'argomento, cioè, che, muovendo

vile degli
in

non

e

—

28

piià

di

un Trattato solenne-

volte rapidamente rinnovato, che

ci

impone

di

essere fedeli e perpetui alleati

sacro ed inviolabile dovere internazionale

il

dell'

Austria e della

Germania.
"

Rispondo

nella

data

nella

Storia

degli

Stati,

subito

citati

dei

—

„
"

—

affermavo

rispondo

rapporti

subito

saggio

che

e

spesso,

dei popoli e

internazionali

sono violazioni di Trattati che sono

vi

infinitamente più necessarie,
fiche,

nel

piiì

doverose, più

bene-

èacre e più venerabili che non qualunque

più

stipulazione e replicata rinnovazione.
"

nali

Sono, esse, tutte

violazioni di Trattati internazio-

immoralmente, antigiuridicamente

inviolabili

e

sacrilegamente

eternamente ed universalmente sacri ed

violatori degli

"

le

d'

diritti

indipendenza dei popoli.

Trattato internazionale immoralmente, antigiuridi-

camente

sacrilegamente

e

violatore

sacro ed inviolabile diritto
lazioni

italiane

ad affermare
leanza,

con

sciagurato

assoggettate

—
il

è stato

quale

momento

mentare sentimento

impegnata

di

d'

l'

di
di

garetìtire

il

dell'

eternamente

indipendenza delle popo-

all'

Austria

— continuavo

Trattato della Triplice Al-

Italia

redenta,

in

un lungo

completo arresto del più
maternità,
alla

si

e

ele-

era ignobilmente

straniera tirannia austro-
—
—
ungherese
di

l'

eterna

schiavitù

—
e

eterna

l'

oppressione

popolazioni, che erano, sono, e

sventurate

quelle

29

saranno per sempre,

italiane

terra, di

di

sangue,

di

lingua e di volontà.
"

Non

vi

sono doveri internazionali ignobili

„

—

gri-

davo.
"
"

il

Dovere internazionale ignobile
più

ignobile

quello con
ostinarsi

fede

ad

violatore

dei

doveri

cui l'Italia

sarebbe

internazionali,

redenta volesse continuare ad

colpevolmente

ed ignobilmente a mantener

un Trattato apertamente
del più

— concludevo —

„

elementare

e

e

scandalosamente

sacro

di

diritto

stenza e di indipendenza dì più di un milione
figli

esi-

di

suoi

„'

*

"Dovere internazionale
riprèndendo

1914 contro

il

la

mio pensiero

— soggiungo

ribadito

il

oggi,

22 Novembre

pretesa intangibilità del Trattato della

Triplice Alleanza
"

ignobile,,

— padre

del Trattato di Rapallo

dovere internazionale ignobile,

il

—

più ignobile dei do-

veri internazionali, sarebbe quello con cui l'Italia, vincitrice

di Vittorio

Veneto, volesse continuare ad

narsi colpevolmente

osti-

ed ignobilmente a mantener fede

ad un Trattato apertamante e scandalosamente violatore del
d'

più elementare e sacro diritto di esistenza e

indipendenza delle popolazioni più italiane

delle popolazioni di

Fiume

e

della

d' Italia

Dalmazia

„.
—

—

30
*
* *

Trattato degno
il

Trattato

Il

è

Trattato

di

di

Caporetto non

di Vittorio

Veneto

Rapallo.

degno

Veneto dovrà ancor

Vittorio

di

venire e dovrà assolutamente venire.

Esso sarà quello

in cui tutte

polazioni italiane di

Fiume

redente e lasciate arbitre

martiri e sante po-

le

e della

Dalmazia saranno

comune

congiungersi alla

di

Madre-Patria.

* *

In attesa di

viva

la

tale

Trattato,

protesta contro tutti

mantenendo sempre

e

governi, non italiani

i

jugoslavi, che, col Trattato rinnegatore
zioni italiane d'Italia,

delle

hanno disonorato

la

ma

popola-

vittoria di

Vittorio Veneto, e con essa, gli eroici e gloriosi suoi
_

artefici,

che per

redenzione

la

di tutti

i

popoli oppressi

vinsero e non già per far

della terra

combatterono

passare

oppresse popolazioni italiane

le

e

giogo straniero ad un altro
sopportabilmente esoso,
co,

in attesa

con

la

di

sublime marcia

esemplare governatorato

di

in-

tale Trattato, di-

nelle

Conferenze della

verno davvero italiano
Vittorio Veneto.

e

di

Ronchi

Fiume, insegnò

jugoslavi d'Italia quale doveva

di

barbaramente ed

piià

teniamoci strettamente uniti e compatti attorno a

colui che,

e

da un esoso

pace

essere nei
il

compito

davvero degno

e col

ai

suo

governi

Congressi
di

un go-

della vittoria
—

31

Tenendoci strettamente

uniti

Gabriele D' Annunzio, noi
guire quello che
gnità
viltà

ci

dei

il

Diritto,

avevano assegnato,
nostri governanti,

—
e

compatti

attorno a

potremo aspirare a consela vittoria,

e che la

1'

onore

viltà,

soltanto la

ha caparbiamente

legamente rinunziato, ripudiato

'^'^^ff^^^sr

e

e la di-

rinnegato.

e sacri-
APPENDICI
I.

La mia protesta
Alla prima notizia del Trattato di Rapallo

Innanzi

la

Bandiera del 146o Reggimento Fanteria

Di ritorno dalla celebrazione della vittoria
(12

Bacio

la

Novembre

1920).

santa ed immortale Bandiera, che vide

patrio

sacro suolo

dalla

ignominia

la

che liberò

la vittoria

più pura delle vittorie militari:
il

(1)

invasione

dell'

"

straniera.

Onore

Reggimento che,

e gloria al

coi più duri sa-

con insuperabile eroismo, contribuì decisivamente a tale pura e sublime vittoria, santificando ed

crifizi

e

immortalando
pre,

la

dobbiamo

Bandiera

alla

quale

inchinarci colla

tutti,

ora e sem-

maggiore devozione

e

venerazione.

(1)

Il

Cimbali

fra calorose,

pronunciò

incessanti e

studenti universitarii,

i

la

di

Via Etnea,

per insistenti, richieste

degli

quali, alla vista del loro Maestro, si fermarano, per

ascoltarne la parola, insieme
ricevere ed

sua protesta dal suo balcone

generali ovazioni,

accompagnare

all'

immenso corteo che

alla sua sede

fanteria. (Nota dell' Editore).

la

Bandiera

si

del

era costituito per

146°

Reggimento
34

Ed onore

e

gloria,

pure, a

tutti

superstiti

i

della

guerra che, coscienti dell'immenso valore della vittoeh' è stata vittoria del loro

ria,

smo,

si

sangye

e del loro eroi-

sono giustamente e fieramente

ed indegni

italiani

— governanti

o no

vano criminosamente complottato

di

ribellati

—

i

È

quali ave-

privare la nostra

tradita e sventurata Patria dei più preziosi
vittoria.

ai vili

frutti della

merito loro, esclusivamente merito loro,

il

nazionale e benefico movimento di questi ultimi giorni
eh' è valso,
giulio

e

per sé solo, ad assicurarci

la

sacra

redenzione

sacro confine

il

martire

della

santa

e

Fiume.

Ma

dai giornali

di

una

stamane apprendo

che rinnova nel mio animo

notizia

l'inesprimibile

d'italiano

tormento del -luttuoso periodo della generale ed
rinunzia ai

italiana

nostri

piiì

sacri ed

anti-

irrinunziabili

doveri di rivendicazione e di difesa di tutto quello che
neir Adriatico è sacra terra ed

anima

italiana.

Dalle notizie di stamane apprendo. che nel delittuoso

nemmeno

Santa Margherita Ligure

complotto

di

chissimo

della

sventurata

il

Dalmazia garentitoci

podal

Patto di Londra è stato salvato.

—

'Sebenico, l'italiana Sebenico
terra

d'uno

dei

più

grandi

nazionale, la terra di Nicolò

italiani

l'italiana

del

Tommaseo

e

—

è stata con-

dannata ad essere asservita ed oppressa colonia

nuova dominazione
vaggia
striaca

della
:

straniera più

sacra

Risorgimento

d'

una

tirannica e più sel-

vecchia ed abbattuta

dominazione

au-

colonia della delinquente e selvaggia domina-

zione jugoslava.

Compiacciamoci
della redenzione di

mo

con

della conseguita

Fiume,

tutte le nostre

ma

frontiera

giulia e

protestiamo, protestia-

forze, contro l'annunziato de-
—

35

—

Santa Margherita, e proponiamoci risolutamen-

litto di

d'impedire a qualunque costo che l'antitaliano de-

te

abbia

litto

La
tile

tico

sua esecuzjone.

la

vittoria di

di tutte

Vittorio

anima

è terra ed

Veneto sarebbe

più inu-

la

se tutto quello che nell'Adria-

vittorie,

le

italiana

non sarà

sottratto al

disonore ed alla vergogna di vecchi e di nuovi dominatori stranieri.

IL

La mia niiova protesta contro
Nel salutare

il

Trattato

Rapallo

di

ritorno del Quarto Regg'iiuento Fanteria,
(23

M'

il

Gennaio 1921)

inchino con sentimento della

vozione innanzi

ai

fi)

Reggimento Fanteria, che

così

completa de-

piiì

superstiti dell' eroico

e glorioso

potentemente

e

4°

deci-

sivamente contribuì ad eliminare dalla scena del mondo

un Lnpero, negazione

dei diritti dei popoli e

manità, che costituiva

il

primo ed

il

più

dell'u-

formidabile

ostacolo, alla cessazione dell'immane cataclisma.

Per
che
sola

ciò

la

non mi stancherò mai

vittoria italiana di Vittorio

ed

termine

io

autentica
alla

vittoria

(1)

Quest'altro discorso,
in

gridare

Veneto

"

è

forte,

stata la

che pose istantaneamente

sanguinosa conflagrazione, che

dicavano e definivano

corteo

di

tutti

giu-

interminabile conflagrazione

per invito

degli studenti e di altri del

„.

nuovo

onore del Quarto Reggimento, fu pronunciato dal Cimbali dallo

stesso luogo dal quale aveva pronunciato quello precedente. Vedi

pag. 33 (Nota deU' Editore).

Nota

di
—
Per ciò

tutto

non mi stancherò mai

io

che

forte,

più

gridare

di

Esercito italiano di Vittorio Veneto aveva

1'

pretendere che, nelle successive con-

di

diritto

il

—

36

ferenze della pace, tutte

per cui combattè e vinse

aspirazioni

sacre

sante e

le

fossero fatte valere senza

si

senza

paura, senza tergiversazioni, senza discussioni,
transazioni.

Oh

se

!

Veneto, anziché vittoria

Vittorio

fosse stata vittoria francese.

nare

irrefrenabili

le

italiana,

Chi avrebbe potuto

ambizioni

imperialistiche

fre-

della

Francia?
Nelle nostre mani,

Veneto divenne

M' inchino

la

invece,

m' inginocchio innanzi

e

che diedero

alleati,

la

Ma

all' Italia,

grande

più.

Storia di tutti

i

protesto,

di

Vittorio

sconfitta di Caporetto.

mila -nostri cari morti e agli
lati,

vittoria

la

e ai

tempi

e

di

cinquecento-

gloriosi

muti-

e indegni

nostri

e

eroici

vittoria

ai

falsi

militare che ricordi la

tutti

luoghi.

i

protesto con tutte

le

forze dell'animo

mio, protesterò per sempre, protesterò sino all'ultimo

mio

Go-

respiro, contro tutti gli uomini, di Stato e di

verno, che

ci

imposero

la

piiì

ignominiosa

tutte

di

paci diplomatiche.

le

E

in

mezzo a tanta

tica,

io

non posso

ignominia

diploma-

politica e

resistere al vivo e profondo

bisogno

mandare un caldo e riverente saluto di ammirazione ai 14 Deputati ed ai 22 Senatori che, avendo

di

avuto r eroico coraggio
Trattato

Deputati e

i

pensassero

di

gio

alla

Veneto.

di

votare contro

il

delitto del

Rapallo, dimostrarono di essere stati

di

soli

Senatori

rendere

insuperabile

italiani,

i

soli-

che sentissero e

doveroso

il

meritato e

e

sublime vittoria

di

omagVittorio
-

37

-

IH.

Contro

Bolscevismo e contro

il

(Dalla Conferenza tenuta

l'

uomo

posto

sia rivendicazione e difesa dei

dei popoli,

e

ivi

convinto, che, senza
spetto di

sacri

tali

è

Catanese

diritti del-

mio naturale ed ambito

il

perchè sono

combattimento,

di

al Fasci<»

Combattimento)

di

Dovunque

Trattato di Rapallo

marzo 1921

13

il

il

profondamente

parmanente ed universale

il

ed inviolabili

diritti,

ri-

nessuna solu-

zione di problemi sociali o economici sarà mai possibile

secondo

giuste e sante

le

aspirazioni dei popoli

e degli uomini.

Sono

in

piena e malvagia malafede o in preda alla

più crassa e compassionevole

ignoranza,

tutti

coloro

predicano regimi sociali

ed economici

basati sull' abolizione degli eternamente

inabolibili di-

che sognano

ritti

e

dell'uomo

dei popoli.

e

Regime basato
bolibili

iniziato

sull'abolizione degli eternamente ina-

dell'

diritti

e crollato

uomo

e dei popoli è

Ungheria;

in

sto e boccheggiante in Russia;

Ungheresi ed
di

Bela

loro
di

ma

Kun

i

Russi

e di

d' Italia,

Lenin,

Giuseppe Mazzini,

esclusivamente

il

vergogna

il

Le

il

di

e

bolscevismo

bolscevismo impo-

bolscevismo che

da sudditi

gli

fedelissimi

volevano imporre nella non

nostra sacra ed adorata Patria

—

nella Patria

Giuseppe Garibaldi,

Cavour e di Vittorio Emanuele
Onore e gloria al FASCISMO
la

il

il

gran merito

di

di

Camillo

II.

italiano al quale spetta

avere impedito da noi

disonore di tale barbarie asiatica.

eroiche e gloriose schiere, che, a costo di qua-

lunque

sacrificio,

vollero

e seppero

impedire

che

la
-

38

—

nostra Patria divenisse una oppressa e sfruttata colo-

non potevano

nia austro-tedesca,

mettere che coloro, proprio coloro
la

in
i

alcun

nostra grande guerra, fecero tutto

rendere colonia austro-tedesca

la

modo

per-

durante tutta

quali,

per

possibile

il

Patria, dive-

nostra

nissero col ferro e col fuoco tirannici e sanguinari palibertà

della

droni della vita,

averi

e degli

ogni

di

classe di cittadini d' Italia.
Lotta, eroica e gloriosa lotta, per la difesa della vi-

averi dei cittadini d' ogni classe

ta, della libertà e degli

che, in questo difficile

d'Italia, è la lotta
la vita

nazionale, combattono in Italia

i

momento
Fasci

del-

com-

di

battimento.

*

•3fr

Fasci

I

di

italiani

combattimento

han

quello

fatto

che doveva essere sacro ed imperioso compito

un

di

qualsiasi governo.

Ma

da governi,

unico nella Storia

di

avevano rinnegato
doli

con esempio

che,

i

tutti

i

tempi e

migliori loro

volontariamente e cinicamente

di

assolutamente
tutti

luoghi,

abbandonan-

figli,

alla

i

tirannìa

della

pili

crudele e barbara dominazione straniera, per ser-

vile

ed ignominioso omaggio a coloro che avevan fatto

di tutto

per rendere

la

nostra Patria asservita e sfrut-

tata colonia austro-tedesca,

era possibile sperare

un

da

tali

atto della

governi, dico, non

benché

menoma

di-

fesa della vita, della libertà e degli averi di ogni clas-

se di onesti cittadini d'Italia contro gl'ignobili attentati
di

quelli

che

Per questo,
i

io
la

chiamo

gli

stranieri d' Italia.

riconoscenza e l'ammirazione verso

Fasci di combattimento

d' Italia

devono essere

pari
—
a quelle che noi e tutte

39

le

—

generazioni future dovremo

mantenere sacre ed eterne verso

i

vincitori di Vittorio

Veneto.

* *

La
la

militari

che

registri la Storia,

dovuto essere, proprio

un regime

istante,

barbara antichità:
in

Veneto, —

la

tesa alla

grazione,

che

termine

—

io

„

violenza

anche per un solo
più

della

primitiva e

Russia.
italiana di Vitto-

tutti

definivano,

ebbe istantaneamente
e

e tutta la

Fiume

e

confla-

interminabile

il

sospirato suo

non potrò mai frenare

tutto

mia avversione contro
dovuto mai

pleta e doverosa rivendicazione
di

la

"

non avrebbe dovuto essere che

popolazioni

morto

già

asiatico

la vittoria

Trattato che o non. avrebbe
esistendo,

in

risultato avesse

deve esclusivamente se

non posso

mio sdegno

e

le vittorie

sola vittoria di tutti gli Stati dell' Insi

allora,

conflagrazione

suo

il

bolscevismo

poiché ho ricordato

quale

il

di
il

se

in Italia,

Ungheria ed agonizzante

E
rio

Veneto sarebbe stata

vittoria italiana di Vittorio

più calamitosa e la più detestabile di tutte

delle

la

più

miartiri e

della Dalmazia.

'""'"'^l^'^"'"'

esistere,

un
o,

comsante
IL

NUOVO DIRITTO INTERNAZIONALE
DI

EDUARDO CIMBALI
l^JELLA

MENTE DI

GIACOMO NOVICOW
(Dalle Lettere ad Eduardo Cimbali).

I.

Bellagio, 7 settembre

M. Moch mi ha comunicato
"

Dello stato

ritto

„

Staio che osa

proclamare che

forza non sono persone

mi

di

gli

Prolusione

della

Diritto Internazionale.

in

Dovreste tradurre

tedesco ed inviarla

forza brutale.

osano

così degenerati,

sì

soli

che sono

alzare la

il

vostri

una

bella

proclamati

nobile

innanzi a cotali tedeschi, che

brutalmente

ai

sono tanto ado-

Sarebbe questa

lezione per essi. Questi Latini,

del Diritto

fondati sulla

Stati

colleghi delle Università tedesche, che
ratori

di

del vostro coraggio!

felicito

vostra

del Di-

una Università

di

Sapete che cosa dovreste fare?
la

progressi

pronunciata a Macerata.

Finalmente! Vi è un professore

Io

vostra Prolusione

la

presente e dei futuri

Internazionale

1897.

bandiera

proclamano

predominio della carneficina.
Vostro
J.

Novicow
—

—

42

II.

Odessa, Il giugno 1904.

Ho

ricevuto

un

cessità di
allo

Della ne-

Diritto, Internazionale

nuovo

conforme

Ad

questa mattina.

letta

vato delle vere scosse

fettamente giusto!
è di

queste.-

una precisione

e di

lo

trove-

Benissimo! Per-

che voi

principio

Il

„.

ogni istante ho pro-

mio esemplare,

il

come

reste coperto di note

civiltà

piacere.

di

Se voi poteste vedere

volontà —

Prolusione

nuovi tempi e della vera

spirito dei

L'ho

"

vostra

la

ieri

—

ponete

:

una chiarezza

la

per-

fetta.

Io trovo

Prolusione

vostra

la

da

tutto quello che dipenderà

Farò

notevolissima.

me

per propagarla più

che mi sarà possibile.
Quali singolari combinazioni in questo mondo!

È

vaggia, che
pivi

Sardegna, che

nell'isola di

pensiero giuridico

il

avanzato che in

Europa
Se

vi

e di

degli Stati Uniti
in

tutto

il

barbara

internazionale

e selè

il

resto dei paesi civili di

America.

dicessi

bellamente

si dice

che idee
!

!

Cè

'^

mi giungono dalla capitale
da stupire, come voi

dite

sì

italiano.

Con profonda devozione.
Vostro
J.

Novicow

III.

Odessa, l-VII-907.

Vi ringrazio per:

L'ho

letta

col

Quanto sono

"

piìi

stato

La Sardegna

è in Italia?,,.

grande interesse.
felice

di

vedere affermare an-
—

—

43

Cora una volta con coraggio

conquista

la

un

è

delitto

(p.

sì

netto e

ardito che

sì

46)!

Quello che voi dite della colonizzazione è inattaccabile

quando

:

Quando è
Ah! se

essa è legittima e benefica.

è naturale,

violenta, essa è infame, degradante e stupida.
vostri

i

colleghi professori di Diritto Inter-

nazionale delle Università tedesche avessero

La

idee!

deschi,

l'Europa
l'

faccia

e

tengono

con

le

vostre

mondo sarebbe cambiata!

del

intanto,

le

nelle

mani

loro

loro idee medievali

i

Te-

I

destini del-

conducono

ci

al-

abisso.

Come mi

adiro tutte

le

veggo

volte che

Scienza

la

italiana assumere delle arie modèste e servili dinanzi
alla

Scienza tedesca

Le vostre

!

idee sul Diritto Internazionale

superiori a quella di Hegel quanto
Bracciolini erano superiori nel

oscuri umanisti della

gli

Sono

XV

idee di

che dovrebbero andare a Sassari

non

secolo a quelle de-

ad

gli studenti italiani

a Berlino per ascoltare

e

ascoltare

nome

applaudito con tutte

italiano

zione degna

simo sempre

di

andare a Vienna

:

che portiamo

"

le

Non saremmo
se,

il

termini).

mie forze

delineando

voto

il

degni
la

na-

proclamarsi civile e moderna, non aves-

e

calorosamente espresso

questa prima e benemerita nazione del
essere

Eduardo

professori che basano

i

che voi esprimete a pag. 46
del

Vienna

di

diritto sidla violenza (pura contraddizione in

Ho anche

Poggio

Germania barbara.

studenti tedeschi di Berlino

gli

Cinibali e

le

sono tanto

1'

augurio, che

mondo debba

l'Italia „.

Ah! possa

la

vostra nobile Patria realizzare questo

magnifico progresso, che
testa delle

Nazioni!

la

metterebbe

di

nuovo

alla,
44

Rinunziare per sempre alla conquista è
considero

come

la salute

ciamento del perìodo

in

umanità, come

dell'

cui

ciò .che Ìo

uomo

l'

comin-

il

cesserà di essere

un animale per diventare veramente una creatura

ci-

vilizzata.
'

Malgrado

la

vostra

triste

ho un gran

descrizione, io

desiderio di vedere la Sardegna.

Oh! se ne avrò

tem.po

il

!

Cordialissimamente.
Vostro

Novicow

J.

* *

[Da una

lettera

ad Ugo

Fioretti).
Odessa, 20 febbraio 1905.

Scusatemi se
bile

vi ringrazio

La vostra

invio.

risposta a

M.

Pillet

delle informazioni dalle quali io trarrò

e che

sono per

me

Voi sapete che

Eduardo Cimbali.
di

tutti

mi ha recato

molto profìtto

molto preziose.

sono un fervente ammiratore

io

Io trovo che

egli

marcia

resterà eternamente una vana
e la gloria

di

di

paijrosamente

quali la civiltà

ha

umana

parola. Egli avrà l'onore

mostrato

avere

lungo tempo prima

le

di

testa

alla

professori di Diritto Internazionale. Egli

i

formulato delle verità, senza

restano

ama-

così tardi, del vostro

la

verità

nuda

tutta

centinaia dei suoi colleghi, che
nelle

idee

assurde

ed

invec-

chiate del medioevo.

Molto cordialmente ed ancora una volta grazie del
vostro amabile invio.
J.
(Dal giornale

"

Modernità

„

,

Roma, 27 gennaio 1907).

Novicow
—

45

* *

(Da una

ad Ettore

lettera

Felix).

Odessa,

Ho

"

ricevuto

Pacifismo

Il

Io sono, voi lo sapete,

1909.

luglio

7

Teodoro Moneta

di

un profondo ammiratore

„.

del

Cimbali. Egli vede la verità.
Infatti

quista.
all'

Quando

interesse

sarà

si

aggira intorno alla

compie,

la

e la questione

è

il

mantenimento

mato

il

mondo
umano sarà

faccia del

sociale sarà risolta.

L' aberrazione di Machiavelli

tuffato

fa

federazione del genere

la

mondo

e

l'

Il

della politica

fine

espansione dello

Quando

chilometrile.

"

Stato

quella malattia che io

in

noi ne

saremo

dall'

oggi

Voler fondare

al

chia-

guariti,
il

le

loro

dimani.

Diritto

il

ha

„

ho

masse popolari diseredate vedranno aumentare
benessere

con-

contraria

riconosciuta funesta,

chi

di

sarà cambiata,
realizzata,

umano

genere

il

Internazionale sulla forza

una pura contraddizione in termini.
Fondare il Diritto sulla negazione del
forza
è un colmo.
è'

Diritto

—

Per

ciò io

sono con Cimhali, contro

deschi, inglesi,

.

.

.

io

sono con

lui

i

—

professori

contro

il

Cordialissimamente
Vostro

(Dalla Rivista Abruzzese, Teramo, Settembre-Ottobre

1909).

te-

mondo

intero.

J.

la

Novicow
46
*
s *

(Da

ad Ernesto

lina tetterà

Ardizzoni).

Odessa, li febbraio 1910.

Ho

massimo piacere

ricevuto e letto col

Conferenza su Eduardo CinibaU.

la

vostra

.

Voi avete perfettamente ragione.
con piede sicuro ed ardito,

// Ciuibali,

si è

lanciato

nella via del vero Diritto Internazionale.

Quello che fino

nome

sto

oggi è stato qualificato con que-

negazione del Diritto Internazionale.

Cimbali rappresenta

Il

tesi favorite
il

Li

è

nd

:

che, cioè,

primato nelle

l'

la

conferma

Italia

di

una

delle

riprenderà assai presto

discipline mentali. ^Gli italiani

fulgido

come

spirito

si

lasciano deviare nel retto

il

hanno

sole del loro paese. Essi

lo

mie

cammino

dalle

non

nebbie del

misticismo.
Io
lia.

fondo

Io

le pili

grandi speranze sopra la nuova Ita-

penso che essa saprà liberare l'Europa dall'ab-

bietta e funesta adorazione della forza brutale.

za brutale è

la

morte

:

la

forza mentale è

Vogliate gradire, caro Signore,
ti,

e

i

for-

vita.

miei ringraziamen-

l'espressione dei miei sentimenti più devoti.
J.

^

la

La

Dal Corriere di Catatsia, 4 marzo 1910).

Novicow
CATANIA

—

Cav.

NICCOLÒ GIANNOTTA, Editore

RECENTISSIME PUBBLICAZIONI:

EDUARDO CIMBALI

Nella Difesa di Fiume e della Dalmazia è la commemorazione

degna

del

24 Maggio

— Un

voi.

in

8°,

Prezzo L.

3.

IL

La

ini a dichiarazione

Società Universale degli Stali

della

24 anni prima della conflagrazione
zioni del Presidente

Wilson — Un

e la Società delle

na-

Prezzo L.

4.

Intesa Vittoriosa ?

—

voi.

in

S**,

111.

Processo a Guglielmo o ai Capi

Un

voi.

in

8°,

Prezzo L.

dell'

3.

fe^

Prezzo del presente volume

L. 3.
University of

Connecticut

Libraries

39153020602134
Gabriele D'Annunzio - Prima e dopo il Trattato di Rapallo (1921)

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Maffio Maffii - La Vittoria sull'Adriatico (1919)
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Mario Griffini - Saggio sull'ordinamento adriatico (1926)
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Gabriele D'Annunzio - Prima e dopo il Trattato di Rapallo (1921)

  • 1. Cimbali Gabriele d'Annunzio prima e dopo Trattato di Rapallo; la il commemorando partecipazione dell'Italia alla guerra nel terzo anno dopo la pace.
  • 2. (^l
  • 3. EDUARDO piMBALI Pkofessore Ordinario di Diritto Inteunazionalk NELLA R. Università di Catania GABRIELE D'ANNUNZIO PRIMA E DOPO TRATTATO IL Commemoranbo alla t)ClV IFtalia anno òopo la RAPALLO DI la partecipa3ione guccra pace ^^ CATANIA Cav. ISTiCOOT.ò I-IBKAIO Gì ANNOTTA, Editore DELLA KKAL CASA 1921. ^ nel tec30 5i( ^ ^
  • 4.
  • 5. GABRIELE D' ANNUNZIO PRIMA E DOPO IL TRATTATO DI RAPALLO
  • 6. ^ '•'*M ,. •, ' « -'• '4 i %. CONFERENZA Pronunciata il 24 Maggio 1921 nelV Aula della R. Università di Catania, Magna
  • 7. EDUARDO CIMBALI Professore Ordinario di Diritto / Internazionale NELLA R. Università di Catania ' . GABRIELE D'ANNUNZIO PRIMA E DOPO IL TRATTATO Gommemorant)o J)eir "irtalia anno Dopo alla la RAPALLO DI la partecipajione guerra pace 5^ CATAN^IA Cav. ]S]'iocolò GiANNOTTA, Editore LIBU*IO DELLA RKAL CASA 1921. nel ter^o ^ ^ ^ ^ '
  • 8. rp(i ^A PROPRIETÀ LETTKRAKIA Officine di Arti Grafiche dell' Editore nel Keal'e Ospizio di Beneficenza in Catania Cav. Vincenzo Giannotta — via Crociferi, i5 (1921).
  • 9. At QUATTORDICI DEPUTATI ED AI VENTIDUE SENATÒRI CHE AVENDO VOTATO CONTRO IL DELITTO DEL TRATTATO DI DIMOSTRARONO I SOLI DEPUTATI ED RAPALLO DI I ESSERE SOLI SENATORI ITALIANI Nota — I deputati che votarono Contro di Rapallo furono gli onorevoli V approvazione del Trattato : — Colonna di Cesarò — D'Ayala — De Capitani — Dorè — Feder— Maury — Muzi Saturnino — Nunziante — Pietravalle — Sandrini — Sarrocchi — Scialoja — Siciliani. Benelli zoni e i senatori gli onorevoli : — Di Brazzà — Faldella — Gavazzi — — Mangiagalli — Marietti — Mazziotti — Piccoli — Pullè — Tamassia — Tecchio — Thaon di Revel — Tivaroni — Torrigiani Luigi — Valerio — Vitelli — Ziliotto — Zupelli. Bennati — De Cupis Ghiglianovich — — Del Lucchini Lungo
  • 10.
  • 11. " Fiume Nella difesa di memorazione degna del dell' Italia alla Magna 24 Maggio,,. Con commemorazione parole iniziai, la mia zione la tali com- precise della partecipa- guerra, pronunciata in questa Aula primo anno dopo il Dalmazia è e della Con vittoria. la cise parole diedi principio e termine alla pre- tali commemora^ zione dello stesso grande avvenimento, pronunciata in questa stessa Aula vittoria. (1) Con " testualmente Magna il parole stesse le secondo anno dopo por termine nel la vittoria . — nirò tutte le Fiume bili e la ' " con le il dichiaravo secondo anno dopo stesse parole commemorazioni — mia commemora- alla zione dello scorso anno, che fu „ la comincerò e fi- degli anni venturi, finché Dalmazia non saranno sacre ed 'inviola- terre italiane „. * * Sono — nel terzo anno dopo ed inviolabili terre italiane Fiume e (1) la vittoria la Vedi Eduardo Cime ali, Nella difesa di Fiume commemorazione degna del 24 maggio.— Catania, — sacre Dalmazia? Lungi e della Dalmazia é la Giannetta, Editore, 1920.
  • 12. - 8 esse sono in condizioni assai, assai peg- dall' esserlo, cui furono giori di quelle in quelle avrebbero cui in prima della guerra continuato e di trovarsi se la a — guerra, anziché vittoria di Vittorio Veneto la vit- toria che fu esclusivamente vittoria dell'eroico e glo- rioso esercito italiano — fosse stata sconfìtta di la Caporetto. È vero che Fiume, se non è ancora terra è terra Fiumani. dei Ma d'Italia, Fiume se la volontà di di essere d'Italia a qualunque costo e a prezzo dei più — eroici sacrifizi trovare tutti i dei sacrifizi dei quali è impossibile eguali gli nella di tutti i tempi e luoghi; dei sacrifizi dei quali l'Italia strata assolutamente e tale volontà, nescamente potrà Storia di sanguinosamente sopraffatta, — se la sua condizione nessuno non sia quella anteriore alla guerra e di quella che sarebbe* stata se la guerra con Vittorio Veneto, fosse Quanto mo- è stata e continua ad essere tiran- dico, e è spregevolmente indegna mai affermare che peggiore si di alla d'Italia, finita invece che finire con Caporetto. Dalmazia, con a capo la martire e santa Zara, bisogna avere un' anima di abbietti e luridi jugoslavi, piangere per il non vedere, per non miserando stato pressione a cui il di sentire e per asservimento e di non op- Trattato di Rapallo l'ha brutalmente condannata. Anima di luridi e di abbietti jugoslavi, non d'ita-
  • 13. è stata l'anima di tutti coloro liani, terra italiana, modo abbiano, in qualsiasi contribuito siasi veste, quali, i concezione e alla e in libera con qualperpe- alla trazione di quello che definii e che non mi stancherò mai Rapallo definire Delitto di di capo con a tutta la Dalmazia, Zara — così detta redenta .Ah! e santa martire la fu assoggettata, — mai non m'indurrò no, chiamare col e delitto col quale umi- ed oltraggiata. liata dui — il : civile governanti e — no non operarono mai mente necessario nome e glorioso o tutto considerare a a indivi- d'italiani, quali i e non concepirono che era assoluta- quello doveroso per impedire, ad ogni costo e con qualsiasi mezzo, che anche collettività d' italiani della la menoma Dalmazia divenisse asservita ed oppressa collettività jugoslava. Fin dai primi istanti italiana di Vittorio in Veneto — cui — la sentimento il cominciava a trasformarsi italiani dopo in vittoria di molti sentimento jugo- slavo, rendendosi, così, possibile lo scandalo e la ver- gogna di cominciarsi a parlare di rinunzie e di ripudi di popolazioni della Dalmazia in un articolo intitolato — il 10 dicembre 1918 "I doveri dell' Italia redenta VERSO la Dalmazia Italiana irredenta (U Vedi i giornali nache Nazionali „, " La — Sicilia „, Catania, Palermo, 16 febbraio 1919. „, (1) scrivevo: IO dicembre 1918 e " Cro-
  • 14. — " La — 10 gioia delle rivendicazioni italiane contro l'Au- stria-Ungheria, non sarà la completa e vera gioia, fin- ché un sol comune italiano della Dalmazia sarà ob- maggior supplizio bligato al e alla maggiore onta una tirannica dominazione straniera che non di è più la tirannica dominazione straniera austro-ungarica. Maggiore supplizio " maggiore onta dell'abbattuta e dominazione straniera austro-ungarica tirannica è il supplizio e l'onta della sorgente tirannica dominazione jugoslava ! Ebbene " nessuna — : umiliazione per v' è, nessuna vergogna, sublime vinci- Italia, l' dell'Impero austro-ungarico, maggiore di trice sopportare, anche per di — soggiungevo menoma comunione sotto un solo italiana istante, che quella benché la Dalmazia rimanga della nuovo giogo straniero ed oppressore il dei ju- goslavi. " poteva Si cauta — dichiaravo — far l'onore concessione favore a dei di jugoslavi, qualche allorché, tiranneggiandosi, sotto la tirannìa aus^fo-ungarica, popolazioni si gementi sotto italiane, poteva avere Ma ora che tismo contro tutte zia — superiore perpetrato da sovranità, è le a loro, — per ti- tutta opera austro-ungarica. concepire a loro concessione stessa tirannìa, generosità di credere che tale la ranneggiamento fosse " la le il favore la benché menoma loro feroce e barbaro despo- popolazioni italiane della Dalmaquello e nel ogni austro-ungarico — vien pieno esercizio della loro italiano degno del nome
  • 15. — . — italiano e rale — 11 discendere ad un grado di abhiezione mo- politica infinitamente basso più di quello in cui era caduto nel trentennale ed ignominioso periodo soggezione della ad un grado Sì, finitamente più disceso era dominio delia Triplice Alleanza abbiezione morale e politica di basso di al „. in- ogni italiano ignominioso quello periodo cui in ed trentennale nel soggezione della al dominio del trattato della Triplice Alleanza, sono ora discesi, nel brevissimo periodo di tempo corso al Trattato di modo siasi dalla vittoria italiana di Vittorio Veneto Rapallo, tutti gti italiani, che, in qual- e sotto qualsiasi abbiano veste, parteci- pato alla concezione e alla perpetrazione di tale anti- ed antiumanitario italiano A Alleanza, terla, si si trentennale dominio della Triplice potrà sempre affermare che, per iscuo- sarebbe dovuto correre una guerra contro due mondo, coi quali allearci, il rischio di affron- dei piiì potenti imperi del avevamo commesso ed litto di soli a combatterla, il a giustificare, T abbiezione sop- il durante portata tare non spiegare, se delitto. i cui risultati, non avrebbero l'antitaliano de- se fossimo rimasti potuto essere che nostro totale annientamento. Ma nessuna affermazione ne e consacrazione di — che suprema mai, non dico giustificare, ma non sia espressio- vigliaccheria spiegare, la — potrà superiore
  • 16. — 12 — del brevissimo ed inaudita abbiezione nunzie e ripudi corso dalla vittoria di Vittorio neto " di Nessuna secondo pietà — continuavo „ pubblicato articolo, contro un altro dei tanti negatori d'italiani (1) — ad affermare 15 gennaio il Ve- un fulminea- jugoslavi rinunciatori e rin- in " in 1919 del italiani trasformatisi scandalosamente e nessuna pietà verso popola- nel lungo e doloroso servaggio della nostra zioni che, con riuscirono, Patria, ri- Trattato di Rapallo. al mente periodo di Stati dai quali protezione delittuosa la dipendevano, a usurpare degli a tiranneg- e giare territorii originariamente e legittimamente italiani. '' Si compirebbe peggiore e la tutte le nazionali vigliaccherie, paura di provocare toriamente le ire usurpatrici e nunziare alla stenza e di citato e — affermavo — sopraffattrici, indipendenza di tutti per i il dovesse si diritti ri- di esi- nostri fratelli abi- quelle popolazioni continuano ad esercitare patore e sopraffattore se, popolazioni straniere, no- di sospirata rivendicazione dei territori nei quali tanti più detestabile di la hanno eser- dominio usur- loro „. * X- La peggiore nali (1) fu " e Il più detestabile di tutte la — vigliaccherie citato articolo sotto pubblicato sui giornali Cronache Nazionali „. •5«- " la il vigliaccheria titolo La " Bissolati Sicilia „, ? della Eccolo Catania, Palermo, 25 marzo 1919. le rinunzia e Giolitti 15 nazio- secondo! gennaio 1919 „ e
  • 17. — — ripudio del sacro del dovere della rivendicazione dei Dalmazia, contro delle popolazioni italiane della diritti la — 13 quale ero insorto con tutte forze dell' le anima mia pur troppo, ahimè! fu perpetrata e sancita nel delitto antitaliano del Trattato di Rapallo. Ma popolazioni jugoslave, contro di noi, le ire delle per paura delle quali la vigliaccheria fu perpetrata e sancita, lungi dall' essersi mente Le sono selvaggia- evitate, si ringagliardite. sevizie, gli oltraggi, le sopraffazioni, italiane della Dalmazia son selvaggiamente cui le genti man ma- dalle straniere ed usurpatrici orde jugoslave, no che la nostra sgomberandole, ripu- vigliaccheria, dia le sacre lor terre — che per se e segno fatte sole, se altre più fondamentali ne mancassero, sarebbero potenti e santissime ragioni per darci tutto all' istante il Trattato creatore di più manifesta che quelle acuiscono e si ire, di fare a pezzi quelle sevizie, di que- oltraggi e di quelle sopraffazioni gli si diritto il lungi — sono dallo la prova estinguersi, perpetueranno. * Le giati giuste e sante ire dei nelle loro denza, devono vili, popoli violati ed oltrag- giuste e sante tutti gli Stati, aspirazioni d' indipen- veramente grandi e ci- sforzarsi costantemente ed universalmente di evi- tare e di eliminare, non di popoli aspiranti ad usurpazioni e a sopraffazioni. le ire delittuose ed esecrande
  • 18. — Punizioni tori — esemplari non rinunzie, e redentrici punizioni mazia — altrui diritti essere non di altrui diritti delle italiane inviolabili diritti. diritti — sono dei sacri sopraffattori di vogliono e stati — popolazioni della Dal- che usurpatori e nuli' altro continuare ad popoli jugoslavi in Dalmazia. i — — dunque Punizioni, zioni sacri ed altrui di Usurpatori e sopraffattori ed inviolabili — non son doverose verso popoli usurpa- ripudi, e sopraffattori — 14 son doverose esemplari e verso che ripudii di quella era», per sempre l'adempimento non loro, di puni- redentrici deve e rinunzie, dovrà essere della più elementare mis- sione di difesa e di protezione verso popolazioni italiane di terra, di sangue, di lingua, di religione e di mia vita, sentimento. * Non e v'è prima e dopo hanno mai di in tutti gli rispondere a italiani della Trattato di Rapallo, in cui non mi il gli minio della Dahnazia"? Ed v'è istante non mi rivolga questa dimanda: sia rivolta e le titolo non stato e jugoslavi che avevano possesso e Qua- al do- „ istanti me al " non ho cessato stesso il : " La e non cesso viltà di tutti quegli sacro ed inviolabile dovere di difendere e di proteggere ogni individuo, o aggregato di individui, italiano di religione, di sentimento terra, „. di sangue, di lingua, di
  • 19. — 15 Invano lazioni tutti rinunziatori e ripudiatori delle popo- i italiane della dei loro sentimenti, continuamente che affermano vi la viltà ragione delle loro rinunzie e dei loro ripudi è la spetto le Dalmazia, per nascondere della nazionalità e della volontà del- ai principii popolazioni della Dalmazia : nazionalità e volontà " che, a loro avviso, sono a favore dei jugoslavi. plebiscito „ — — declama si non darebbe che un " plebiscito, favorevoli risultati all' nascente Stato jugoslavo e non mai ha si né zionalità, diritto lia — nulla, la quale annessione al all' Italia „. parlare in Dalmazia ne di na- di né di volontà, che considerasi al Un Dalmazia fossero sottoposte, tutte le popolazioni della Non ri- il di quando quella plebisciti, Madre-Patria della Dalmazia — l'Ita- assolutamente nulla, ha fatto per documen- tare e far valere la nazionalità e la volontà delle po- polazioni della Dalmazia intorno alla loro sorte. L'Italia dei falsi tutto di il mondo, di voler rinunziare, volere rinnegare, mazia, ha gridato, italiani aperto bocca scere in qualsiasi modo zioni italiane della Dalmazia sivamente esse, volontà Lungi tal dal il diritto sacro ed inviolabile con voler ripudiare, di manifestare esse, esclu- di decidere della loro sorte. diritto, l' per far ricono- delle stesse popola- riconoscerlo e dal farlo e fatto calpestare innanzi a popolazioni italiane della Dal- le ma non ha mai la di sì, l' Italia riconoscere, l' un ha calpestato avere antitalianamente ed an-
  • 20. — omesso tinternazionalmente — 16 far sancire di nell' antita- liano ed antinternazionale Trattato di Rapallo nessuno aggregato cipio che e Dalma- della senza prima esprimere zia diventasse jugoslavo ramente d' individui prin- il spontaneamente la sua volontà con libe- tutelati plebisciti. E quando mazia, parlo di aggregati di individui della Dal- e di lor diritti al plebiscito, rirmi ad aggregati d' italiani, " I plebisciti „ miei articoli — " — ho prerogativa degli aventi in non mai ad orde rife- slave. citati son sacra ed inviolabile diritto, non mai degli usurpa- degli aventi diritto. tori " intendo affermato nel primo dei plebisciti i io In Dalmazia — soggiungevo e concludevo, qualsiasi altra sacra terra che si — come trovi nelle stesse tristissime condizioni della Dalmazia, gli aventi diritto al plebiscito sono i legittimi possessori ed i legittimi discendenti dei legittimi possessori della Dalmazia italiani ed i discendenti di — italiani : gli non già gli usurpatori e discendenti degli usurpatori e calpestatori dei diritti degli italiani autentici jugoslavi, jugoslavi Di siano, i jugoslavi essi, : — siano, essi, austriaci travestiti da ,,. tutti negando — la coloro che, rinunziando, ripudiando qualità di veri e dignitosi italiani, e rin- rinun-
  • 21. -- 17 - ziarono, ripudiarono e rinnegarono popolazioni le liane della Dalmazia, condannandole, ita- con pubblico ed ignominioso Trattato internazionale, ad essere asservite oppresse ed popolazioni jugoslave, costoro, tutti di non ve ne ha uno che, precedentemente, non dico, sia stato fervente sostenitore di guerre e per la conquista ora dell'Eritrea e dell' di armamenti Abissìnia, ora San Mun, ora della Somalia, ora della Tripolitania e della Cirenaica, ora del Dodecan- della baia cinese di neso e ora di dell'Albania, Smirne, ora di questo o queir altro paese di ogni altra parte del mondo. Dunque, costoro, mentiscono, e mentiscono nel modo più sfacciato e più spregevole, quando affermano che la ragione delle loro rinnegamenti Dalmazia, non è ed il loro verso la dei loro ripudi e dei rinunzie, le popolazioni italiane della loro viltà, o la rinunzia, rinnegamento dei sentimenti italiani, ma il rispetto ai Singolare rispetto dei principi della volontà dei popoli, quello principi di nazionalità e Dalmazia. di nazionalità sine, mai anelano e aneleranno per sempre arabe, somale, cinesi, e di gente che ha voluto che fossero italiane per forza popolazioni che lato, ripudio veri e dignitosi di della volontà delle popolazioni della il di hanno aneessere abis- greche, albanesi, e non italiane! * Rinunziando all'annessione italiani per forza — di popoli rinunziando cioè che si vogliano al delitto contro
  • 22. — altrui gli diritti di all' della e lità italiane di terra, già rinunziando — barbaro tutte le comune terra, di il religione, essere sono e tengono volontà; di non — non — nemmeno popolo v' è non senta dovere al di adempierlo con non permettere di in individui, e aggregati di individui, di comune comune sentimento, sotto ad oltre più elementare e al più sacro dei della terra che sue forze che, sentimento e dovere che modo che alcun di al di al dà sincera e non già rinunziando popoli, di lingua, di ad essere italiane doveri dei popolazioni, di si rispetto ai principi della naziona- volontà annessione — indipendenza di manifesta prova — 18 comune lingua, di di comune religione, volontà, giacciano dominio straniero e sopraffattore gente che di detestano. Sinceramente ed immutabilmente ho sinceramente' verità, tutti gli uomini convinto di tale costantemente combattuto e — governanti o no — che, con guerre ed armamenti, han dissanguato, immiserito e disonorato nostra Patria per la la per forza popoli italiani mondo, follìa come che, non hanno avuto e di volere qua e tutti i non avranno là popoli del altra aspi- razione che quella di essere di sé stessi. Ma con la stessa sincerità ho combattuto nuerò a combattere costantemente mio paese, che, dopo ostinati e di tutti gli e conti- uomini del essere stati in ogni malvagi sostenitori di quelle tempo guerre e di
  • 23. — armamenti quelli — che — 19 son le guerre e gli — eterna fonte di guerre di armamenti armamenti per un falso — ed improvvisato odio alla guerra e agli armamenti hanno condannato sotto più il ad essere e feroce ed insopportabile giogo straniero, popolazioni italiane religione, sentimento, di per forza, straniere terra, di di lingua, di sangue, di volontà. di * * X- Uomini ed avvenimenti miranti e alla difesa di italiani la menoma benché né territori e ai quali, dalla a^^uesto e' — proposito nunzio uomini e gli ho espresso la mia tutta la (1). Ed uno avvenimenti Veneto della mia ammirazione questi pochissimi di Ronchi di eroica e la nella Questa parte del mio il 18 marzo di .Ronchi avesse con- scritto è la riproduzione fedele quest'anno — onomastico e organiz- e dotto all'italiano ed altissimo fine cui mirava (1) D'An- avvenimenti impresa concepita zata perché la geniale marcia fermai fino difesa. marcia é stato la trionfale sconfitta di — e di sì questi pochissimi uomini é Gabriele di gloriosa gli e a italiani programma fatto vittoria italiana di Vittorio istante, senza italiani, ad individui pretesa di. sì sono consacrata tutta Uno di rivendicazione né aspiranti ad essere italiani uomini ed avvenimenti fatto terre di rapace alla di di : la com- quanto af- Gabriele D'Annunzio — Conferenza che, per invito della Sezione Catanese dei Legionari Fiu- mani, pronunziai nella Sede del Fascio catanese di cowbaltimento.
  • 24. — 20 — Fiume pietà redenzione e la sospirata annessione di Dalmazia della comune Madre alla Patria: e all' Italia. * * * Non posso nunzio su e una sola parola su Gabriele D'An- dire 1' eroica e gloriosa sua sconfitta, senza ricordare quello che affermai 20 settembre il Teatro Pacini al dello scorso Catania di nel anno commemo- rare la geniale e trionfale marcia di Ronchi. Onore " e gloria alla eroica e grande impresa „ affermavo nella data nel luogo citati e — " onore gloria alla eroica e grande impresa, alla quale esclusivamente se — falmente evitato che da la prima — dopo minia evitò si di Caporetto ed all' provvisoria colonia definitiva in in colonia jugoslava Italia dover essere condannata infinitamente Veneto di Vittorio piia in l'i gnò- ad una pace ignominiosa della Capo- immeritatamente condannata guerra. " E maggiore onore, e maggiore ed eroico autore della impresa, Vittorio Veneto, la deve martire ed eroica città di Fiume, retto 'alla quale era stata in si e avere risolutamente e trion- trasformata città libera, fosse britannica coli' — dignità nicamente senza la è la geniale sola, dopo calpestati e vilipesi ci- sistematicamente, con Ja e detestabile in tutte le che al quale abbia rivendicato l'onore e della nostra Patria, e gloria, colpevole presenza dei nostri capi di pre- governo, conferenze che cominciano da Parigi e ar-
  • 25. — Remo: rivano a S. che seminatrici di di che continuano a nelle conferenze ma della pace, dirsi - 21 che non nuove nuove e cause essere guerre, di conflagrazioni e di armamenti. " — Gabriele D' Annunzio, dopo Vittorio Veneto, dichiaravo — è solo grande Italiano innanzi al quale il ogni vero italiano deve inchinarsi; liano verso e sieri quale devono essere il tutti i il rivolti tutti italiani; solo il dal quale possa soltanto sperarsi che conferenze delle nitivi solo grande ita- della nazione grande italiano della pace siano dette defi- risultati i degni quale diede agli alleati ed associati la che pose istantaneamente termine vittoria pen- i sentimenti di coloro che abbiano davvero pensieri e sentimenti la ad continuano alla con- flagrazione. Senza Fiume " l'Italia ^ne sarà la di e senza grande la Dalmazia sfortunata Caporetto, non mai e — affermavo grande la na- sopraffatta vincitrice e ri- spettata nazione di Vittorio Veneto. " Alla sublime gesta di Ronchi guita da Gabriele D' sia stata messa vincitrice e rispettata di Vittorio e ed ese- — dobbiamo se nella via di essere la grande sfortunata ^" Con Annunzio — concepita l'Italia grande nazione Veneto e non più la sopraffatta nazione di Caporetto. Gabriele D'Annunzio biamo solennemente giurare di — conchiudevo — dobessere, con tutte le nostre forze, quanti teniamo davvero che l'Italia nostra — r Italia italiana, e non jugoslava nazione vincitrice e rispettata di Vittorio — Veneto sia e la non
  • 26. — la 22 nazione sventurata e sopraffatta solenne questo — di Ronchi si proclama — momento indipendenza l' essere sempre con in cui, per opera D'Annunzio (1). „ dovevano essere con Ga- di Fiume in lui, ora suprema e solenne nell' lui, realizzare quello che loro il la si su- Veneto c'im- vergognosa incapacità e la più insuperabile viltà di tutti aveva rinunziato, rinnegano Fiume, da di Vittorio realizzare, e che la di e nostro diritto e il blime ed insuperabile vittoria ponevano in Annunzio, ed avevano solennemente giurato di doveva Fiume di Ma, ahimè! coloro che briele D' — anniversario della gesta per opera di Gabriele cui in Caporetto di nostri governanti i giuramento e di- sertano, antitalianamente e ad eterna loro ignominia, il loro posto di sacro e doveroso combattimento. Si deve a siffatto antitaliano ed ignominioso rinS- gamento — sante delle martiri e Dalmazia non completamente mente annesse (1) e tobre Roma, redente La mia conferenza nelle mazia sue conseguenze „, 7 Il fu in liinnovamenh Novembre 1920. la se la sorte Fiume doveva sorte liberamente e e „, che do- popolazioni di spontanea- e : all' Italia. parte pubblicata dai giornali: — e della L' impresa di Ronciii nelle- sue " intitolata „ : di — comune Madre-Patria Zara, 7 ottobre 1920; 1920;—" quella che essere alla esso popolazioni stata è assolutamente vrà ad esclusivamente " La " cause La Dal- Vedetta d' Italia „, Fiume, 31 ot- Adernò, 10 ottobre 1920;—" L'Eco „.
  • 27. — Fu - 23 per siffatto antitaliano ed ignominioso rinnega- — mento rinnegamento il l'eguale nella Storia di tutti ghi e — che fughe mento torio menomo benché tempi e : — di — tutti cui paure le foglie di son fa- antitaliano piti il luo- i guerriero ostacolatore del consegui- il del giusto Veneto; stormir un guerriero divenne guerrieri dei i r attuale capo di governo al — mose è impossibile trovare cui di sacro premio della vittoria di Vit- e premio della completa redenzione ed il unificazione delle popolazioni italiane asservite ed op- presse premio il ; gramma che costituiva e costituirà pro- il Gabriele D' Annunzio. di * Quando, è stato all' momento che gravità del d' indovinare quale dell'ammiraglio Millo, io lenne e decisivo si tutti me di sull' stato esclamavo: " angosciosa contegno il È questo un uomo se V di mazia redenta, volevano, vedere un modello mento e, fatto giuramento mazia — io quindi, un segno a D'Annunzio e di essere con D' rispondevo so- il am- ventre „. suo governatorato della Dal- a coloro che, nel natorato, sforza- si in cui si vedrà, Storia o che miei discepoli i attraversava, e sarebbe momento un uomo miraglio è E — con discutevano — antitaliano delitto Trattato di Rapallo il ed ex-discepoli vano indomani del : " Il della al di gover- fedeltà al giura- popolo Annunzio di e Zara per — la suo governatorato al Dal- — co-
  • 28. — — me tutti scialato " *' governatorati i — 24 — non che è stato un pa- „. Se r ammiraglio sarà un uomo governatorato si „ — soggiungevo concludevo e Storia o di ventre, non di dovrà ma rilevare, dal suo dal mantenimento dal rinnegamento del fatto giuramento „. * I come li han fatti tanti altri — che che dimostrato ammiragli che — non fu un uomo mento col che nale il impedirono che, la diritto, di valore ma nuW altro 1' eterna ignominia lui e a quanti altri rinnegamento del solenne giurain Fiume duce supremo Gabriele D'Annunzio, lo genera- di ventre. d' Italia quali, fatto, coraggio e — eterna ignominia — —a Storia d' Italia e della i di di Storia, un compassionevole uomo lui, tanti altri — pure, durante tutta la nostra grande guerra, Ignominia con ammiraglio Millo come e avevano date manifeste prove militare l' vittoria, 1' e da Fiume, l'Italia fosse quel- onore e la dignità nazio- imponevano assolutamente che fosse! * E non mi ammiragli si ripeta la solita ciancia e generali — : la ciancia, vincolati o no da precedenti e solenni giuramenti verso Gabriele D'Annunzio battendo Gabriele D' Annunzio ed eseguendo ni della suprema che — comgli ordi- autorità governativa contro Gabriele
  • 29. D'Annunzio — non fecero altro che dar prova di do- verosa disciplina. Quando sono ritti Patria, della causa in e vi più sacri ed intangibili di- i sia conflitto fra lottano per la rivendicazione e la difesa di e che, pur cittadini tano, nel modo avendo nerali, — si non sia si governo diritti tali ca disciplina che non sia o no — te, per quale il la lot- vincolati sia si ammiragli o ge- da precedenti e io si — sola ed uni- la conosca, e innanzi alla quale mi — abbia o non la Patria e verso abbia il governo qual- ma- in instancabilmente ed unicamen- lotti, lotti rivendicazione e tangibili diritti mano, sia è la disciplina verso cittadino siasi diritti, da una qualsiasi Po- solenni giuramenti verso chicchessia inchini, in tali più cinicamente manifesto, per far so- praffare e vilipendere tenza straniera il che cittadini la difesa ed dei più sacri in- della Patria. X- — esecrandi colpevoli — colpevoli sciplinatezza verso Patria — sono — ammiragli o non ammiragli, generali o non geColpevoli d' indi- la stati tutti colo- ro nerali, non vincolati o lenni giuramenti vincolati verso da precedenti chicchessia • — i' osato rivolgere, l'arma antitaliàna contro ciò, contro il primo ed che abbia concepito e lizzare il grande ed il quali il solo e so- hanno e, per più grande cittadino italiano fatti italiano i più eroici sforzi per rea- disegno della completa ri-
  • 30. — vendicazione e difesa dei 26 — più sacri ed intangibili di- della Patria. ritti * E non la mi D'Annunzio ed ciancia che, seguendosi disegno, liano La il suo italiano, tezza che nevano, — sacri i tanto la suo — ita- fatal- ad una nuova guerra. invece, verità, il sarebbe andato incontro, si mente incontro ed neppure, una seconda ciancia: ripeta, si è, che, seguendosi D' Annunzio disegno, con la generale disciplinae supremi temuta diritti guerra della Patria impo- sarebbe davvero si evitata. L'irredentismo di — Trento e Trieste l' irredentismo imposto e perpetuato dalla delinquenza straniera causa della partecipazione la principale dell' Italia — fu alla conflagrazione. L' irredentismo di Fiume e della — Dalmazia l' ir- redentismo imposto non già dalla delinquenza straniera ma ni — sarà da italiani la indegni di portare causa della guerra di il nome di italia- dimani. ¥: E non mi ciancia : la una Stampa nato e pa di si ciancia di — che Stampa Jugoslavia inoltre, ripeta, io una Camera, terza ed di ultima un Senato e di non chiamerò mai Camera, Se- d'Italia, — una la ma Camera, ciancia che, Senato e Stam- dopo stipulato il
  • 31. — - - 27 — Trattato rinnegatore e sopraffattore dei sacri ed intangibili diritti popolazioni le Camera della Fiume di stampa fosse quello Alla Camera, Senato al con rispondo d'Italia, gli mese quarto tutti coloro che, in gran parte, sostengono l' rimanere sono le l' le e, quindi, del fianco — : degno che è Alleanza dovere il il degli a coloro, persone stesse a intangibilità del neutrale intangibilità Trattato della Triplice con e rispondevo o a partecipare alla guerra a Imperi Centrali o a ora — che allora sostenevano Trattato della Triplice Alleanza, dell'Italia dei jugoslavi 22 Novembre 1914 il conflagrazione della obbligo difenderlo. di argomenti stessi stesse precise parole coi quali — approvarlo di Stampa e alla — d'Italia, Dalmazia e della Senato fosse quello e del obbligo della e popolazioni più italiane delle le quali del figlio Trattato di Rapallo. "Non intitolavo pugnavo vi il e sono doveri internazionali saggio nel quale, propagavo 1' ignobili „ (1) che piià nullità, la — pro- assoluta inesistenza morale e giuridica del Trattato della Triplice Alleanza nei rapporti verso l'Italia. '' E si cessi „ — gridavo-— " si cessi, vergognosa ed umi- volta, dal continuare a mettere in liante mostra quello che vuole essere gomento per obbligare (1) La l' Italia all' una buona il massimo ar- assoluta e perpetua Vedi Eduardo Cimbali, / miei quattordici anni di campagna contro Triplice Alleanza, pp. 13-16; Campobasso, Colitti, Editore, 1917.
  • 32. — neutralità, che invece, è, guerra contro l'Austria e noi nia, verremmo gesuitesco e piij mente stipulato e sua complice Germa- la a compiere una immorale, antigiu- violazione e scellerata ridica il argomenti: l'argomento, cioè, che, muovendo vile degli in non e — 28 piià di un Trattato solenne- volte rapidamente rinnovato, che ci impone di essere fedeli e perpetui alleati sacro ed inviolabile dovere internazionale il dell' Austria e della Germania. " Rispondo nella data nella Storia degli Stati, subito citati dei — „ " — affermavo rispondo rapporti subito saggio che e spesso, dei popoli e internazionali sono violazioni di Trattati che sono vi infinitamente più necessarie, fiche, nel piiì doverose, più bene- èacre e più venerabili che non qualunque più stipulazione e replicata rinnovazione. " nali Sono, esse, tutte violazioni di Trattati internazio- immoralmente, antigiuridicamente inviolabili e sacrilegamente eternamente ed universalmente sacri ed violatori degli " le d' diritti indipendenza dei popoli. Trattato internazionale immoralmente, antigiuridi- camente sacrilegamente e violatore sacro ed inviolabile diritto lazioni italiane ad affermare leanza, con sciagurato assoggettate — il è stato quale momento mentare sentimento impegnata di d' l' di di garetìtire il dell' eternamente indipendenza delle popo- all' Austria — continuavo Trattato della Triplice Al- Italia redenta, in un lungo completo arresto del più maternità, alla si e ele- era ignobilmente straniera tirannia austro-
  • 33. — — ungherese di l' eterna schiavitù — e eterna l' oppressione popolazioni, che erano, sono, e sventurate quelle 29 saranno per sempre, italiane terra, di di sangue, di lingua e di volontà. " Non vi sono doveri internazionali ignobili „ — gri- davo. " " il Dovere internazionale ignobile più ignobile quello con ostinarsi fede ad violatore dei doveri cui l'Italia sarebbe internazionali, redenta volesse continuare ad colpevolmente ed ignobilmente a mantener un Trattato apertamente del più — concludevo — „ elementare e e scandalosamente sacro di diritto stenza e di indipendenza dì più di un milione figli esi- di suoi „' * "Dovere internazionale riprèndendo 1914 contro il la mio pensiero — soggiungo ribadito il oggi, 22 Novembre pretesa intangibilità del Trattato della Triplice Alleanza " ignobile,, — padre del Trattato di Rapallo dovere internazionale ignobile, il — più ignobile dei do- veri internazionali, sarebbe quello con cui l'Italia, vincitrice di Vittorio Veneto, volesse continuare ad narsi colpevolmente osti- ed ignobilmente a mantener fede ad un Trattato apertamante e scandalosamente violatore del d' più elementare e sacro diritto di esistenza e indipendenza delle popolazioni più italiane delle popolazioni di Fiume e della d' Italia Dalmazia „.
  • 34. — — 30 * * * Trattato degno il Trattato Il è Trattato di di Caporetto non di Vittorio Veneto Rapallo. degno Veneto dovrà ancor Vittorio di venire e dovrà assolutamente venire. Esso sarà quello in cui tutte polazioni italiane di Fiume redente e lasciate arbitre martiri e sante po- le e della Dalmazia saranno comune congiungersi alla di Madre-Patria. * * In attesa di viva la tale Trattato, protesta contro tutti mantenendo sempre e governi, non italiani i jugoslavi, che, col Trattato rinnegatore zioni italiane d'Italia, delle hanno disonorato la ma popola- vittoria di Vittorio Veneto, e con essa, gli eroici e gloriosi suoi _ artefici, che per redenzione la di tutti i popoli oppressi vinsero e non già per far della terra combatterono passare oppresse popolazioni italiane le e giogo straniero ad un altro sopportabilmente esoso, co, in attesa con la di sublime marcia esemplare governatorato di in- tale Trattato, di- nelle Conferenze della verno davvero italiano Vittorio Veneto. e di Ronchi Fiume, insegnò jugoslavi d'Italia quale doveva di barbaramente ed piià teniamoci strettamente uniti e compatti attorno a colui che, e da un esoso pace essere nei il compito davvero degno e col ai suo governi Congressi di un go- della vittoria
  • 35. — 31 Tenendoci strettamente uniti Gabriele D' Annunzio, noi guire quello che gnità viltà ci dei il Diritto, avevano assegnato, nostri governanti, — e compatti attorno a potremo aspirare a consela vittoria, e che la 1' onore viltà, soltanto la ha caparbiamente legamente rinunziato, ripudiato '^'^^ff^^^sr e e la di- rinnegato. e sacri-
  • 36.
  • 37. APPENDICI I. La mia protesta Alla prima notizia del Trattato di Rapallo Innanzi la Bandiera del 146o Reggimento Fanteria Di ritorno dalla celebrazione della vittoria (12 Bacio la Novembre 1920). santa ed immortale Bandiera, che vide patrio sacro suolo dalla ignominia la che liberò la vittoria più pura delle vittorie militari: il (1) invasione dell' " straniera. Onore Reggimento che, e gloria al coi più duri sa- con insuperabile eroismo, contribuì decisivamente a tale pura e sublime vittoria, santificando ed crifizi e immortalando pre, la dobbiamo Bandiera alla quale inchinarci colla tutti, ora e sem- maggiore devozione e venerazione. (1) Il Cimbali fra calorose, pronunciò incessanti e studenti universitarii, i la di Via Etnea, per insistenti, richieste degli quali, alla vista del loro Maestro, si fermarano, per ascoltarne la parola, insieme ricevere ed sua protesta dal suo balcone generali ovazioni, accompagnare all' immenso corteo che alla sua sede fanteria. (Nota dell' Editore). la Bandiera si del era costituito per 146° Reggimento
  • 38. 34 Ed onore e gloria, pure, a tutti superstiti i della guerra che, coscienti dell'immenso valore della vittoeh' è stata vittoria del loro ria, smo, si sangye e del loro eroi- sono giustamente e fieramente ed indegni italiani — governanti o no vano criminosamente complottato di ribellati — i È quali ave- privare la nostra tradita e sventurata Patria dei più preziosi vittoria. ai vili frutti della merito loro, esclusivamente merito loro, il nazionale e benefico movimento di questi ultimi giorni eh' è valso, giulio e per sé solo, ad assicurarci la sacra redenzione sacro confine il martire della santa e Fiume. Ma dai giornali di una stamane apprendo che rinnova nel mio animo notizia l'inesprimibile d'italiano tormento del -luttuoso periodo della generale ed rinunzia ai italiana nostri piiì sacri ed anti- irrinunziabili doveri di rivendicazione e di difesa di tutto quello che neir Adriatico è sacra terra ed anima italiana. Dalle notizie di stamane apprendo. che nel delittuoso nemmeno Santa Margherita Ligure complotto di chissimo della sventurata il Dalmazia garentitoci podal Patto di Londra è stato salvato. — 'Sebenico, l'italiana Sebenico terra d'uno dei più grandi nazionale, la terra di Nicolò italiani l'italiana del Tommaseo e — è stata con- dannata ad essere asservita ed oppressa colonia nuova dominazione vaggia striaca della : straniera più sacra Risorgimento d' una tirannica e più sel- vecchia ed abbattuta dominazione au- colonia della delinquente e selvaggia domina- zione jugoslava. Compiacciamoci della redenzione di mo con della conseguita Fiume, tutte le nostre ma frontiera giulia e protestiamo, protestia- forze, contro l'annunziato de-
  • 39. — 35 — Santa Margherita, e proponiamoci risolutamen- litto di d'impedire a qualunque costo che l'antitaliano de- te abbia litto La tile tico sua esecuzjone. la vittoria di di tutte Vittorio anima è terra ed Veneto sarebbe più inu- la se tutto quello che nell'Adria- vittorie, le italiana non sarà sottratto al disonore ed alla vergogna di vecchi e di nuovi dominatori stranieri. IL La mia niiova protesta contro Nel salutare il Trattato Rapallo di ritorno del Quarto Regg'iiuento Fanteria, (23 M' il Gennaio 1921) inchino con sentimento della vozione innanzi ai fi) Reggimento Fanteria, che così completa de- piiì superstiti dell' eroico e glorioso potentemente e 4° deci- sivamente contribuì ad eliminare dalla scena del mondo un Lnpero, negazione dei diritti dei popoli e manità, che costituiva il primo ed il più dell'u- formidabile ostacolo, alla cessazione dell'immane cataclisma. Per che sola ciò la non mi stancherò mai vittoria italiana di Vittorio ed termine io autentica alla vittoria (1) Quest'altro discorso, in gridare Veneto " è forte, stata la che pose istantaneamente sanguinosa conflagrazione, che dicavano e definivano corteo di tutti giu- interminabile conflagrazione per invito degli studenti e di altri del „. nuovo onore del Quarto Reggimento, fu pronunciato dal Cimbali dallo stesso luogo dal quale aveva pronunciato quello precedente. Vedi pag. 33 (Nota deU' Editore). Nota di
  • 40. — Per ciò tutto non mi stancherò mai io che forte, più gridare di Esercito italiano di Vittorio Veneto aveva 1' pretendere che, nelle successive con- di diritto il — 36 ferenze della pace, tutte per cui combattè e vinse aspirazioni sacre sante e le fossero fatte valere senza si senza paura, senza tergiversazioni, senza discussioni, transazioni. Oh se ! Veneto, anziché vittoria Vittorio fosse stata vittoria francese. nare irrefrenabili le italiana, Chi avrebbe potuto ambizioni imperialistiche fre- della Francia? Nelle nostre mani, Veneto divenne M' inchino la invece, m' inginocchio innanzi e che diedero alleati, la Ma all' Italia, grande più. Storia di tutti i protesto, di Vittorio sconfitta di Caporetto. mila -nostri cari morti e agli lati, vittoria la e ai tempi e di cinquecento- gloriosi muti- e indegni nostri e eroici vittoria ai falsi militare che ricordi la tutti luoghi. i protesto con tutte le forze dell'animo mio, protesterò per sempre, protesterò sino all'ultimo mio Go- respiro, contro tutti gli uomini, di Stato e di verno, che ci imposero la piiì ignominiosa tutte di paci diplomatiche. le E in mezzo a tanta tica, io non posso ignominia diploma- politica e resistere al vivo e profondo bisogno mandare un caldo e riverente saluto di ammirazione ai 14 Deputati ed ai 22 Senatori che, avendo di avuto r eroico coraggio Trattato Deputati e i pensassero di gio alla Veneto. di votare contro il delitto del Rapallo, dimostrarono di essere stati di soli Senatori rendere insuperabile italiani, i soli- che sentissero e doveroso il meritato e e sublime vittoria di omagVittorio
  • 41. - 37 - IH. Contro Bolscevismo e contro il (Dalla Conferenza tenuta l' uomo posto sia rivendicazione e difesa dei dei popoli, e ivi convinto, che, senza spetto di sacri tali è Catanese diritti del- mio naturale ed ambito il perchè sono combattimento, di al Fasci<» Combattimento) di Dovunque Trattato di Rapallo marzo 1921 13 il il profondamente parmanente ed universale il ed inviolabili diritti, ri- nessuna solu- zione di problemi sociali o economici sarà mai possibile secondo giuste e sante le aspirazioni dei popoli e degli uomini. Sono in piena e malvagia malafede o in preda alla più crassa e compassionevole ignoranza, tutti coloro predicano regimi sociali ed economici basati sull' abolizione degli eternamente inabolibili di- che sognano ritti e dell'uomo dei popoli. e Regime basato bolibili iniziato sull'abolizione degli eternamente ina- dell' diritti e crollato uomo e dei popoli è Ungheria; in sto e boccheggiante in Russia; Ungheresi ed di Bela loro di ma Kun i Russi e di d' Italia, Lenin, Giuseppe Mazzini, esclusivamente il vergogna il Le il di e bolscevismo bolscevismo impo- bolscevismo che da sudditi gli fedelissimi volevano imporre nella non nostra sacra ed adorata Patria — nella Patria Giuseppe Garibaldi, Cavour e di Vittorio Emanuele Onore e gloria al FASCISMO la il il gran merito di di Camillo II. italiano al quale spetta avere impedito da noi disonore di tale barbarie asiatica. eroiche e gloriose schiere, che, a costo di qua- lunque sacrificio, vollero e seppero impedire che la
  • 42. - 38 — nostra Patria divenisse una oppressa e sfruttata colo- non potevano nia austro-tedesca, mettere che coloro, proprio coloro la in i alcun nostra grande guerra, fecero tutto rendere colonia austro-tedesca la modo per- durante tutta quali, per possibile il Patria, dive- nostra nissero col ferro e col fuoco tirannici e sanguinari palibertà della droni della vita, averi e degli ogni di classe di cittadini d' Italia. Lotta, eroica e gloriosa lotta, per la difesa della vi- averi dei cittadini d' ogni classe ta, della libertà e degli che, in questo difficile d'Italia, è la lotta la vita nazionale, combattono in Italia i momento Fasci del- com- di battimento. * •3fr Fasci I di italiani combattimento han quello fatto che doveva essere sacro ed imperioso compito un di qualsiasi governo. Ma da governi, unico nella Storia di avevano rinnegato doli con esempio che, i tutti i tempi e migliori loro volontariamente e cinicamente di assolutamente tutti luoghi, abbandonan- figli, alla i tirannìa della pili crudele e barbara dominazione straniera, per ser- vile ed ignominioso omaggio a coloro che avevan fatto di tutto per rendere la nostra Patria asservita e sfrut- tata colonia austro-tedesca, era possibile sperare un da tali atto della governi, dico, non benché menoma di- fesa della vita, della libertà e degli averi di ogni clas- se di onesti cittadini d'Italia contro gl'ignobili attentati di quelli che Per questo, i io la chiamo gli stranieri d' Italia. riconoscenza e l'ammirazione verso Fasci di combattimento d' Italia devono essere pari
  • 43. — a quelle che noi e tutte 39 le — generazioni future dovremo mantenere sacre ed eterne verso i vincitori di Vittorio Veneto. * * La la militari che registri la Storia, dovuto essere, proprio un regime istante, barbara antichità: in Veneto, — la tesa alla grazione, che termine — io „ violenza anche per un solo più della primitiva e Russia. italiana di Vitto- tutti definivano, ebbe istantaneamente e e tutta la Fiume e confla- interminabile il sospirato suo non potrò mai frenare tutto mia avversione contro dovuto mai pleta e doverosa rivendicazione di la " non avrebbe dovuto essere che popolazioni morto già asiatico la vittoria Trattato che o non. avrebbe esistendo, in risultato avesse deve esclusivamente se non posso mio sdegno e le vittorie sola vittoria di tutti gli Stati dell' Insi allora, conflagrazione suo il bolscevismo poiché ho ricordato quale il di il se in Italia, Ungheria ed agonizzante E rio Veneto sarebbe stata vittoria italiana di Vittorio più calamitosa e la più detestabile di tutte delle la più miartiri e della Dalmazia. '""'"'^l^'^"'"' esistere, un o, comsante
  • 44.
  • 45. IL NUOVO DIRITTO INTERNAZIONALE DI EDUARDO CIMBALI l^JELLA MENTE DI GIACOMO NOVICOW (Dalle Lettere ad Eduardo Cimbali). I. Bellagio, 7 settembre M. Moch mi ha comunicato " Dello stato ritto „ Staio che osa proclamare che forza non sono persone mi di gli Prolusione della Diritto Internazionale. in Dovreste tradurre tedesco ed inviarla forza brutale. osano così degenerati, sì soli che sono alzare la il vostri una bella proclamati nobile innanzi a cotali tedeschi, che brutalmente ai sono tanto ado- Sarebbe questa lezione per essi. Questi Latini, del Diritto fondati sulla Stati colleghi delle Università tedesche, che ratori di del vostro coraggio! felicito vostra del Di- una Università di Sapete che cosa dovreste fare? la progressi pronunciata a Macerata. Finalmente! Vi è un professore Io vostra Prolusione la presente e dei futuri Internazionale 1897. bandiera proclamano predominio della carneficina. Vostro J. Novicow
  • 46. — — 42 II. Odessa, Il giugno 1904. Ho ricevuto un cessità di allo Della ne- Diritto, Internazionale nuovo conforme Ad questa mattina. letta vato delle vere scosse fettamente giusto! è di queste.- una precisione e di lo trove- Benissimo! Per- che voi principio Il „. ogni istante ho pro- mio esemplare, il come reste coperto di note civiltà piacere. di Se voi poteste vedere volontà — Prolusione nuovi tempi e della vera spirito dei L'ho " vostra la ieri — ponete : una chiarezza la per- fetta. Io trovo Prolusione vostra la da tutto quello che dipenderà Farò notevolissima. me per propagarla più che mi sarà possibile. Quali singolari combinazioni in questo mondo! È vaggia, che pivi Sardegna, che nell'isola di pensiero giuridico il avanzato che in Europa Se vi e di degli Stati Uniti in tutto il barbara internazionale e selè il resto dei paesi civili di America. dicessi bellamente si dice che idee ! ! Cè '^ mi giungono dalla capitale da stupire, come voi dite sì italiano. Con profonda devozione. Vostro J. Novicow III. Odessa, l-VII-907. Vi ringrazio per: L'ho letta col Quanto sono " piìi stato La Sardegna è in Italia?,,. grande interesse. felice di vedere affermare an-
  • 47. — — 43 Cora una volta con coraggio conquista la un è delitto (p. sì netto e ardito che sì 46)! Quello che voi dite della colonizzazione è inattaccabile quando : Quando è Ah! se essa è legittima e benefica. è naturale, violenta, essa è infame, degradante e stupida. vostri i colleghi professori di Diritto Inter- nazionale delle Università tedesche avessero La idee! deschi, l'Europa l' faccia e tengono con le vostre mondo sarebbe cambiata! del intanto, le nelle mani loro loro idee medievali i Te- I destini del- conducono ci al- abisso. Come mi adiro tutte le veggo volte che Scienza la italiana assumere delle arie modèste e servili dinanzi alla Scienza tedesca Le vostre ! idee sul Diritto Internazionale superiori a quella di Hegel quanto Bracciolini erano superiori nel oscuri umanisti della gli Sono XV idee di che dovrebbero andare a Sassari non secolo a quelle de- ad gli studenti italiani a Berlino per ascoltare e ascoltare nome applaudito con tutte italiano zione degna simo sempre di andare a Vienna : che portiamo " le Non saremmo se, il termini). mie forze delineando voto il degni la na- proclamarsi civile e moderna, non aves- e calorosamente espresso questa prima e benemerita nazione del essere Eduardo professori che basano i che voi esprimete a pag. 46 del Vienna di diritto sidla violenza (pura contraddizione in Ho anche Poggio Germania barbara. studenti tedeschi di Berlino gli Cinibali e le sono tanto 1' augurio, che mondo debba l'Italia „. Ah! possa la vostra nobile Patria realizzare questo magnifico progresso, che testa delle Nazioni! la metterebbe di nuovo alla,
  • 48. 44 Rinunziare per sempre alla conquista è considero come la salute ciamento del perìodo in umanità, come dell' cui ciò .che Ìo uomo l' comin- il cesserà di essere un animale per diventare veramente una creatura ci- vilizzata. ' Malgrado la vostra triste ho un gran descrizione, io desiderio di vedere la Sardegna. Oh! se ne avrò tem.po il ! Cordialissimamente. Vostro Novicow J. * * [Da una lettera ad Ugo Fioretti). Odessa, 20 febbraio 1905. Scusatemi se bile vi ringrazio La vostra invio. risposta a M. Pillet delle informazioni dalle quali io trarrò e che sono per me Voi sapete che Eduardo Cimbali. di tutti mi ha recato molto profìtto molto preziose. sono un fervente ammiratore io Io trovo che egli marcia resterà eternamente una vana e la gloria di di paijrosamente quali la civiltà ha umana parola. Egli avrà l'onore mostrato avere lungo tempo prima le di testa alla professori di Diritto Internazionale. Egli i formulato delle verità, senza restano ama- così tardi, del vostro la verità nuda tutta centinaia dei suoi colleghi, che nelle idee assurde ed invec- chiate del medioevo. Molto cordialmente ed ancora una volta grazie del vostro amabile invio. J. (Dal giornale " Modernità „ , Roma, 27 gennaio 1907). Novicow
  • 49. — 45 * * (Da una ad Ettore lettera Felix). Odessa, Ho " ricevuto Pacifismo Il Io sono, voi lo sapete, 1909. luglio 7 Teodoro Moneta di un profondo ammiratore „. del Cimbali. Egli vede la verità. Infatti quista. all' Quando interesse sarà si aggira intorno alla compie, la e la questione è il mantenimento mato il mondo umano sarà faccia del sociale sarà risolta. L' aberrazione di Machiavelli tuffato fa federazione del genere la mondo e l' Il della politica fine espansione dello Quando chilometrile. " Stato quella malattia che io in noi ne saremo dall' oggi Voler fondare al chia- guariti, il le loro dimani. Diritto il ha „ ho masse popolari diseredate vedranno aumentare benessere con- contraria riconosciuta funesta, chi di sarà cambiata, realizzata, umano genere il Internazionale sulla forza una pura contraddizione in termini. Fondare il Diritto sulla negazione del forza è un colmo. è' Diritto — Per ciò io sono con Cimhali, contro deschi, inglesi, . . . io sono con lui i — professori contro il Cordialissimamente Vostro (Dalla Rivista Abruzzese, Teramo, Settembre-Ottobre 1909). te- mondo intero. J. la Novicow
  • 50. 46 * s * (Da ad Ernesto lina tetterà Ardizzoni). Odessa, li febbraio 1910. Ho massimo piacere ricevuto e letto col Conferenza su Eduardo CinibaU. la vostra . Voi avete perfettamente ragione. con piede sicuro ed ardito, // Ciuibali, si è lanciato nella via del vero Diritto Internazionale. Quello che fino nome sto oggi è stato qualificato con que- negazione del Diritto Internazionale. Cimbali rappresenta Il tesi favorite il Li è nd : che, cioè, primato nelle l' la conferma Italia di una delle riprenderà assai presto discipline mentali. ^Gli italiani fulgido come spirito si lasciano deviare nel retto il hanno sole del loro paese. Essi lo mie cammino dalle non nebbie del misticismo. Io lia. fondo Io le pili grandi speranze sopra la nuova Ita- penso che essa saprà liberare l'Europa dall'ab- bietta e funesta adorazione della forza brutale. za brutale è la morte : la forza mentale è Vogliate gradire, caro Signore, ti, e i for- vita. miei ringraziamen- l'espressione dei miei sentimenti più devoti. J. ^ la La Dal Corriere di Catatsia, 4 marzo 1910). Novicow
  • 51.
  • 52.
  • 53.
  • 54. CATANIA — Cav. NICCOLÒ GIANNOTTA, Editore RECENTISSIME PUBBLICAZIONI: EDUARDO CIMBALI Nella Difesa di Fiume e della Dalmazia è la commemorazione degna del 24 Maggio — Un voi. in 8°, Prezzo L. 3. IL La ini a dichiarazione Società Universale degli Stali della 24 anni prima della conflagrazione zioni del Presidente Wilson — Un e la Società delle na- Prezzo L. 4. Intesa Vittoriosa ? — voi. in S**, 111. Processo a Guglielmo o ai Capi Un voi. in 8°, Prezzo L. dell' 3. fe^ Prezzo del presente volume L. 3.