Educazione sentimentale. Sintesi della proposta di leggecelestecostantino
La prevenzione contro il femminicidio, il bullismo e l'omofobia bisogna costruirla, uscendo dall'ottica securitaria, insegnando un'altra educazione civica, demolendo gli stereotipi, decostruendo i modelli dominanti nei media e nella società. Con la proposta di legge per l'introduzione dell'educazione sentimentale nelle scuole, di cui sono prima firmataria, vogliamo sistematizzare l'istruzione e i tanti esperimenti virtuosi già attivi in Italia. In Europa è già una realtà, in Italia siamo ancora in ritardo.
Chiediamo che la proposta sia discussa al più presto e che diventi quanto prima legge dello Stato. Firma anche tu la petizione su www.change.org/1oradamore
Il testo della legge: http://bit.ly/educazione-sentimentale
Info: www.celestecostantino.it/1oradamore
Dalla creazione dell'identità sessuale allo svilupparsi dell'affettività e delle sessualità nelle varie fasi del processo evolutivo.
Le azioni educative per la formazione degli operatori e la formazione personale nell'ambito dell'educazione sessuale da parte di esperti in sessuologia e psicologia sessuale.
Educazione sentimentale. Sintesi della proposta di leggecelestecostantino
La prevenzione contro il femminicidio, il bullismo e l'omofobia bisogna costruirla, uscendo dall'ottica securitaria, insegnando un'altra educazione civica, demolendo gli stereotipi, decostruendo i modelli dominanti nei media e nella società. Con la proposta di legge per l'introduzione dell'educazione sentimentale nelle scuole, di cui sono prima firmataria, vogliamo sistematizzare l'istruzione e i tanti esperimenti virtuosi già attivi in Italia. In Europa è già una realtà, in Italia siamo ancora in ritardo.
Chiediamo che la proposta sia discussa al più presto e che diventi quanto prima legge dello Stato. Firma anche tu la petizione su www.change.org/1oradamore
Il testo della legge: http://bit.ly/educazione-sentimentale
Info: www.celestecostantino.it/1oradamore
Dalla creazione dell'identità sessuale allo svilupparsi dell'affettività e delle sessualità nelle varie fasi del processo evolutivo.
Le azioni educative per la formazione degli operatori e la formazione personale nell'ambito dell'educazione sessuale da parte di esperti in sessuologia e psicologia sessuale.
Se un’azienda, per vendere un prodotto, lo associa senza nesso logico a un corpo femminile, si offendono al tempo stesso i due generi.
La donna perché è usata come valore aggiunto per il prodotto. L’uomo perché si sottovalutano la sua dignità e la sua intelligenza.
E questo accade ogni giorno, da anni, su tutti i muri d'Italia.
Presentazione in 33 slides sui fenomeni sociali dello stereotipo e del pregiudizio con riferimenti a: Teoria dell'Identità Sociale, Biases, esprimento di Duncan, esperimento di Robber Cave.
Nella linkografia sono indicati i siti da cui sono stati ripresi, rielaborandoli, i testi della presentazione.
LA FAKE "SLAVA"
Abbiamo subito passivamente il lavaggio del cervello dell’illustre storico Bossi.
Tutti Celti! Conformismo servile innato?
Cerco una spiegazione meno umiliante al link:
http://bit.ly/STORIA-RIVE-MUSON
Adesso tutti slavi? Certamente siamo parenti molto stretti degli Sloveni
Seguendo una direttrice costante nel flusso della civilizzazione, siamo venuti da est, per mare e per terra.
Nel secondo caso, con un flusso lento, secolare ed un profondo rimescolamento etnico-culturale nei territori attraversati.
Alcuni hanno proseguito, come i Veneti combattuti da Cesare nella Gallia.
In controtendenza, dal nord si è sempre verificato un flusso inverso, le “invasioni barbariche”.
In questo caso, popoli rozzi, ma militarmente vincenti, si appropriano delle ricchezze locali con un’assimilazione lenta e problematica.
Pensiamo ai Dori in Grecia, cioè alla spiccata individualità culturale degli Spartani, oppure ai Mocheni, ai Cimbri, a Bossi, isolatosi a Gemonio…
Longobardo o Celtico???
Diffidare degli storici “fai da te”, che confondono i due tipi di flusso e costruiscono strampalate ipotesi, arzigogolando su qualche vaga assonanza linguistica.
I VENETI, DISPOSTI A FARE BUONI AFFARI CON CHIUNQUE
Fin dall’antichità ci caratterizza una spiccata vocazione per il commercio, che Venezia ha esercitato con enorme successo per un millennio.
Quando Roma è uno sconosciuto villaggio del Lazio, Omero consacra la nostra fama, già consolidata, come insuperabili allevatori di cavalli, che piazziamo in tutto il mediterraneo.
VIRTÙ BELLICHE ZERO
Nessuna forma di resistenza contro l’espansione di Roma, alla quale spalanchiamo le porte, addirittura invitandola a mediare qualche nostra diatriba.
Venezia, al culmine del suo splendore, difende i suoi interessi soprattutto investendo sull’efficienza del suo arsenale, in grado di ricostruire rapidamente l’intera flotta.
Assolda gli slavi come soldati, i condottieri li compra, a peso d'oro, tra i migliori.
Non si fida mai di loro e se ne disfa in fretta, alcuni, come il Carmagnola, li decapitata.
REITA ED IL MATRIARCATO
Visitate il museo archeologico di Este, per capire la religiosità dei nostri antenati.
Reita ha molti punti in comune con la “grande madre mediterranea”.
Schematizzando un po’, si può dire che, fin dalla preistoria, i popoli dediti ad attività pacifiche, l’agricoltura p.e., davano la preminenza ad una divinità femminile.
Questa peculiarità comportava una maggior valorizzazione della donna nella gerarchia sociale: l’archeologia ha trovato significativi riscontri anche per i Veneti.
DA REITA A MARIA
Tra le divinità romane si avvicina maggiormente a Giunone, padrona di casa, moglie vigile ed arcigna di un Giove passionale, capriccioso, insomma inaffidabile.
La nostra religiosità è cambiata poco in tre millenni!
I luoghi di culto a Reita, coincidono spesso con un santuario mariano, molto frequentato anche oggi.
Se un’azienda, per vendere un prodotto, lo associa senza nesso logico a un corpo femminile, si offendono al tempo stesso i due generi.
La donna perché è usata come valore aggiunto per il prodotto. L’uomo perché si sottovalutano la sua dignità e la sua intelligenza.
E questo accade ogni giorno, da anni, su tutti i muri d'Italia.
Presentazione in 33 slides sui fenomeni sociali dello stereotipo e del pregiudizio con riferimenti a: Teoria dell'Identità Sociale, Biases, esprimento di Duncan, esperimento di Robber Cave.
Nella linkografia sono indicati i siti da cui sono stati ripresi, rielaborandoli, i testi della presentazione.
LA FAKE "SLAVA"
Abbiamo subito passivamente il lavaggio del cervello dell’illustre storico Bossi.
Tutti Celti! Conformismo servile innato?
Cerco una spiegazione meno umiliante al link:
http://bit.ly/STORIA-RIVE-MUSON
Adesso tutti slavi? Certamente siamo parenti molto stretti degli Sloveni
Seguendo una direttrice costante nel flusso della civilizzazione, siamo venuti da est, per mare e per terra.
Nel secondo caso, con un flusso lento, secolare ed un profondo rimescolamento etnico-culturale nei territori attraversati.
Alcuni hanno proseguito, come i Veneti combattuti da Cesare nella Gallia.
In controtendenza, dal nord si è sempre verificato un flusso inverso, le “invasioni barbariche”.
In questo caso, popoli rozzi, ma militarmente vincenti, si appropriano delle ricchezze locali con un’assimilazione lenta e problematica.
Pensiamo ai Dori in Grecia, cioè alla spiccata individualità culturale degli Spartani, oppure ai Mocheni, ai Cimbri, a Bossi, isolatosi a Gemonio…
Longobardo o Celtico???
Diffidare degli storici “fai da te”, che confondono i due tipi di flusso e costruiscono strampalate ipotesi, arzigogolando su qualche vaga assonanza linguistica.
I VENETI, DISPOSTI A FARE BUONI AFFARI CON CHIUNQUE
Fin dall’antichità ci caratterizza una spiccata vocazione per il commercio, che Venezia ha esercitato con enorme successo per un millennio.
Quando Roma è uno sconosciuto villaggio del Lazio, Omero consacra la nostra fama, già consolidata, come insuperabili allevatori di cavalli, che piazziamo in tutto il mediterraneo.
VIRTÙ BELLICHE ZERO
Nessuna forma di resistenza contro l’espansione di Roma, alla quale spalanchiamo le porte, addirittura invitandola a mediare qualche nostra diatriba.
Venezia, al culmine del suo splendore, difende i suoi interessi soprattutto investendo sull’efficienza del suo arsenale, in grado di ricostruire rapidamente l’intera flotta.
Assolda gli slavi come soldati, i condottieri li compra, a peso d'oro, tra i migliori.
Non si fida mai di loro e se ne disfa in fretta, alcuni, come il Carmagnola, li decapitata.
REITA ED IL MATRIARCATO
Visitate il museo archeologico di Este, per capire la religiosità dei nostri antenati.
Reita ha molti punti in comune con la “grande madre mediterranea”.
Schematizzando un po’, si può dire che, fin dalla preistoria, i popoli dediti ad attività pacifiche, l’agricoltura p.e., davano la preminenza ad una divinità femminile.
Questa peculiarità comportava una maggior valorizzazione della donna nella gerarchia sociale: l’archeologia ha trovato significativi riscontri anche per i Veneti.
DA REITA A MARIA
Tra le divinità romane si avvicina maggiormente a Giunone, padrona di casa, moglie vigile ed arcigna di un Giove passionale, capriccioso, insomma inaffidabile.
La nostra religiosità è cambiata poco in tre millenni!
I luoghi di culto a Reita, coincidono spesso con un santuario mariano, molto frequentato anche oggi.
2. Educazione Del Bambino
Presso Gli Egizi
• Per gli egizi era molto importante lasciare discendenti per poi
tramandare averi di generazione in generazione. Una donna egizia , in
media, partoriva dall'età di 15 ai 40 anni poiché la mortalità infantile
era frequente. il periodo di allattamento durava fino ai tre anni perchè
volevano essere sicure di dare la quantità giusta di nutrimento. i
medici annusavano il latte per definirne la qualità e se una donna non
aveva sufficiente latte ricorreva a riti magici o affidava il figlio a I
bambini delle classi sociali più povere giravano nudi anche fuori casa,
intraprendevano presto lavori specifici come la raccolta di semi di
papiro o radici. si nutrivano con lo stesso cibo degli adulti come pane
non lievitato e birra.nei disegni i bambini erano raffigurati tutti con
gli stessi tratti caratteristici. La nudità era utilizzata come segno
esterno dell'infanzia ed erano rappresentati con un dito in bocca a mò
di poppatoio.un tratto che li caratterizzava maggiormente era avere la
testa rasata con un lungo ciuffo sopra all'orecchio raccolto in una
treccia o a crocchio che si portava fino ai 10 anni.durante i primi anni
il bambino era sotto la responsabilità della madre,poi toccava al padre a
occuparsi della sua educazione. La formazione del bambino era molto
importante: il padre trasmetteva al figlio la conoscenza del proprio
mestiere e lo istruiva nei precetti morali.il bambino andava a scuola dai
5 ai 10 anni e in quest'arco di tempo imparava a scrivere
rigorosamente.i più colti potevano studiare la scienza e la religione.
3. L’Educazione Del Bambino
Presso i Greci
• Educazione dei giovani
La vita quotidiana e l'educazione, erano molto diverse a Sparta e ad Atene o nelle
altre città stato della Grecia antica. Con l'eccezione degli Ateniesi (gli Ateniesi si
credevano i migliori di tutti), i Greci delle altre città stato avevano un'ammirazione
invidiosa per gli Spartani. Essi non avrebbero voluto essere Spartani, ma certamente
avrebbero voluto che Sparta fosse dalla loro parte durante una guerra. Gli Spartani
erano guerrieri duri, ed i Greci antichi ammiravano la forza.
In grecia antica, lo scopo dell'educazione dei giovani era produrre cittadini addestrati
nelle arti, preparare cittadini per la pace e la guerra. Le ragazze non andavano a
scuola, ma molte imparavano a leggere e scrivere a casa, nel conforto del loro cortile.
Fino all' età di 6 o 7 anni, i ragazzi imparavano a casa dalla madre o da uno schiavo
maschio. Dall'età di 6 anni fino ai 14 andavano ad una scuola elementare di
quartiere o ad una scuola privata. I libri erano molto costosi e rari, così i pochi
disponibili per la scuola erano letti ad alta voce e gli allievi dovevano imparare tutto a
memoria. I ragazzi usavano tavolette di scrittura e regoli. Nella scuola elementare,
dovevano imparare due cose importanti - i versi di Omero, il poeta dell'Iliade e
dell'Odissea, suonare la lira, un strumento musicale. Il loro insegnante che era sempre
un uomo poteva scegliere liberamente materie suplementari insegnare. Spesso si
sceglieva di insegnare teatro, retorica, politica, arte, lettura, scrittura, matematica, ed
un altro strumento musicale molto popolare: il flauto.
Dopo le elementari alcuni ragazzi seguivano corsi di studio superiori x quattro anni.
Al compimento del 18° anno di età entravano nella scuola militare per altri due anni,
a 20 anni conseguivano la laurea.
4. I Ragazzi Greci
• BAMBINI GRECI I grecii antichi considerarono
i loro bambini figli "minori" fino all'età di 30
anni! Quando un bambino nasceva in una
famiglia greca antica, il padre nudo portava il
suo bambino, in un ballo rituale, attorno ai
parenti. Amici e parenti mandavano regali. La
famiglia decorava l'ingresso della casa con una
ghirlanda di olive (per un ragazzo) o I ragazzi
di Sparta erano spediti alla squola militare
all'età di 6 anni o 7. Loro vivevano si
addestravano e dormivano negli alloggi della
loro fratellanza. A scuola insegnavano loro
capacità di sopravvivere e le altre abilità
necessarie per fare un grande soldato. I corsi di
erano molto duri e spesso dolorosi. Anche se agli
studenti insegnavano a legere e scrivere, quelle
abilità non erano molto importanti per lo
Spartano antico. Solamente la guerra
importava. I ragazzi non erano alimentati
bene, e si diceva loro che era bene rubare cibo
finché non fossero presi per furto. Se venivano
presi erano puniti. I ragazzi marciarono senza
scarpe per diventare più forti. La scuola era un
periodo di addestramento brutale. Famosa è la
leggenda del fanciullo spartano che aveva
rubato una volpe viva, progettando di ucciderla
e mangiarla. Egli notò un soldato spartano che
si avvicinava e nascose la volpe
• una ghirlanda di lana (per una ragazza).
5. Educazione Del Bambino Nei
Romani
• Per i figli delle Gens di un certo peso, che ambivano ad entrare nell' Esercito, magari anche per
breve tempo, al fine di crearsi una carriera politica "nobile ed ideale" l' addestramento era affidato
a dei "maestri d' armi" che li crescevano fin da piccoli in maniera marziale.
L'allenamento verteva sia a pratiche a corpo libero, lotta greco romano nuoto e pugilato, che all'
uso delle armi, quali scudo, spada, coltello , lancia, , giavellotto, ed a volte arco, che all'
equitazione (w naturalmente al combattimento a cavallo, molti infatti entravano nell' Ordine
Equestre).
Non veniva trascurato, naturalmennte, nemmeno l' aspetto tattico-strategico dell' arte della
guerra.
Naturalmente questi insegnamenti costavano, ed ecco percè se li potevano permettere solo i
benestanti.
Ai poveri non rimaneva che aspettare i 18 anni per arruolarsi nelle Legioni e lì ricevere
l'addestramento adeguato (post Riforma di Gaio Mario naturalmente!).
Non esisteva QUINDI a Roma un' insegnamento "scolastico" dell'arte della guerra, inteso come
quello presente INVECE a Sparta, prova te ne dà il fatto che, durante il Periodo Repubblicano,
periodo in cui Cittadinanza ed Esercito erano formati "dalla medesima sostanza" (in periodo di
guerra i cittadini si armavano e andavano a a combattere) i meno abbienti, i reietti della società,
non venivano convocati.
Fù APUNTO al fatto di poter "reclutare" tale parte del popolo, e quindi di poter "intaccare " meno il
tessuto sociale produttivo dell' Urbe che pensò Mario nella sua Riforma.
Nella speranza di esserTi stato utile, ti abbraccio con affetto
6. Educazione Del Bambino Nel
Medioevo
Chi non ha provato alle notizie di abusi sui bambini un senso di disgusto e di orrore verso quell'istinto bestiale
che da sempre caratterizza l'essere umano, più di qualunque altro essere vivente? Non tutti sanno però che
questi eventi terrificanti erano all'ordine del giorno anche nel Medioevo; all'improvviso i bambini erano costretti
a concludere bruscamente quello che sarebbe stato il periodo più bello e sereno della propria vita, se quel "mostro"
non li avesse violati segnando per sempre la propria esistenza.
I bambini della ricca borghesia erano in genere protetti dai familiari o dai servitori senza essere costretti ad
entrare precocemente nel mondo del lavoro. I coetanei meno fortunati erano invece spesso costretti ad affrontare
una realtà lavorativa senza alcun accenno di protezione da parte dei familiari. Tra i pericoli principali, quello
dell'abuso era maggiormente presente, soprattutto sul luogo di lavoro. Numerosi sono i fatti di cronaca
riguardanti questo argomento: nel luglio 1428 una bambina di undici anni orfana e ospite in casa di parenti,
fu violentata presso Firenze, mentre tornava a casa dopo aver raccolto l'uva ed il suo aggressore fu condannato
ad una pena pecuniara che fu facilmente in grado di pagare; moltissimi erano i casi di giovani apprendisti
violentati dai loro maestri ai quali non sapevano o non potevano ribellarsi. Questi "mostri" sapevano che nella
maggior parte dei casi il loro gesto restava impunito per la fragilità della vittima o per la trascuratezza delle
leggi.
Spesso quando sentiamo questi avvenimenti, ci meravigliamo tantissimo, forse perché troppo spesso noi stessi
siamo soliti dimenticare che l'uomo è un animale, un animale che possiede delle capacità superiori agli altri
esseri viventi, che però, purtroppo, non sempre è in grado di utilizzare in modo positivo; anzi spesso resta egli
stesso imprigionato nei suoi desideri egoistici e nei suoi impulsi bestiali che lo fanno ricadere all'ultimo
gradino della tassonomia biologica.
7. GIOCHI e GIOCATTOLI
L'importanza del gioco nello sviluppo del bambino risale già dagli educatori medievali; anche nelle
sedi religiose veniva incoraggiata la pratica ludica. I giocattoli in uso in questo periodo ci sono ben
noti proprio grazie alla passione degli adulti per i giocattoli dei loro figli. Essi sono la
rappresentazione delle conoscenze tecniche nelle diverse epoche; ad esempio ricordiamo mulinelli ad
alette, scolpiti in una grossa noce o piccoli mulini a vento realizzati dagli stessi bambini, che
costruivano anche forni nei quali cucinavano il pranzetto per le loro bambole. A questo proposito, è
bene sottolineare che già in questo periodo esistevano le bambole, ognuna adatta ad una età diversa:
quelle destinate ai neonati erano modellate nell'argilla, riempite di biglie di terra che servivano come
sonagli che le nutrici agitavano sopra la culla; a due o tre anni i bambini si divertivano a fasciarle;
in ambito popolare c'erano due tipi di bambole: quelle vestite allo stesso modo delle loro proprietarie, e
rappresentazioni di adulti collocate su delle mensole che raffiguravano una casa in miniatura (la
"casa delle bambole"). Inoltre i bambini giocavano anche con ciottoli, conchiglie, fili d'erba, ciuffi di
lino o di canapa dai quali si ricavavano le bambole di pezza.
I giocattoli medievali non sono così fortemente "sessuati" come nella nostra società, infatti, tanto i
bambini quanto le bambine, giocavano con le bambole. Il gioco veniva utilizzato dagli adulti per
indirizzare i bambini verso la loro futura professione (ad esempio al futuro prete si regalavano degli
altari in miniatura; ai piccoli che vivevano nelle campagne si regalavano i carretti in legno
miniaturizzato da trascinare nel cortile della trattoria; al futuro guerriero piccole lance o il cavallo -
bastone che si cavalcava con il rischio di farsi male. Inoltre le preferenze dei bambini erano
indirizzate ai "peluches" in carne ed ossa, quali animali da compagnia (cani, gatti,…) per
maschietti, mentre per bambine scoiattoli addomesticati o uccelli in gabbia.
Quindi dalla presenza di questi vari tipi di giochi si può risalire all'attenzione che veniva attribuita
all'infanzia già in questo periodo.
8. L'INFANZIA
Per gli uomini del Medioevo l'età difficilmente era definita in termini quantitativi, ma si identificava con
categorie culturali.
Fu Isidoro di Siviglia nelle Etymologiae Origines (sec. VII) ad elaborare la classificazione più importante che
divideva la vita umana in cicli temporali diversi (sei età): l'infanzia, dalla nascita ai sette anni, la pueritia, da
sette a quattordici, l'adulescentia, da quattordici a ventotto anni, la iuventus, da ventotto a cinquant'anni, la
gravitas, da cinquanta a settant'anni, e infine la senectus, oltre i settanta.
L'infanzia era considerata da Isidoro una forma di incompletezza fisica e mentale superabile solo con l'età.
A partire dal secolo XIII alcuni trattati medici e pedagogici si occuparono specificamente del benessere del bambino,
mostrando un maggior rispetto per questa fascia di età, pur essendo destinati all'attenzione solo dei figli delle
classi più elevate ed, in particolar modo, ai maschi, mentre per le femmine gli accorgimenti erano minori.
La durata dell'infanzia delle bambine, infatti, era più breve rispetto a quella dei loro coetanei maschi.. Il diritto
romano e canonico fissavano il superamento della condizione infantile a 14 anni per i maschi e a 12 per le
femmine, che corrispondeva alla capacità minima richiesta per unirsi in matrimonio.
Fin dalla nascita erano previsti per le neonate regole igieniche particolari e norme dietetiche distinte da quelle dei
maschi (si consigliava ai genitori di dare da mangiare alle bambine solo lo stretto necessario per la
sopravvivenza!).
Una particolare attenzione si aveva per l'educazione femminile. Le fanciulle prive di ruoli sociali significativi non
necessitavano di cure particolari. Gli unici valori che si richiedevano fermamente erano: l'umiltà, il pudore ed il
timore verso il marito. Le attività ludiche consigliate per le fanciulle erano simulazioni di lavori domestici o del
ruolo di future mamme.
I loro giocattoli preferiti erano i bambolotti, che spesso rappresentavano Gesù. Raramente le bambine ebbero il
privilegio di essere indirizzate alla lettura, alla musica o alla danza. L'infanzia delle bambine spesso veniva
bruscamente interrotta da matrimoni precoci che segnavano per sempre la loro vita.
Un'altra pratica che segnava profondamente la vita dei bambini era l'oblazione, frequente soprattutto nella società
altomedievale. Essi, compiuti i sei-sette anni, erano consegnati dai genitori a un monastero con l'offerta di una
somma di denaro che doveva servire al loro mantenimento. L'oblazione segnava una scelta definitiva, dalla quale il
giovane poteva sottrarsi solo con la fuga.
9. Educazione Del Bambino Nel
Rinascimento
• Fin dall'antichità i neonati venivano fasciati strettamente come risulta da
queste statuette votive ritrovate in tombe etrusche. Nel Medioevo il bambino è
avvolto in un panno di lino (o di cotone per i meno ricchi) e poi in un drappo di
lana, il tutto fermato da un nastro.Nel 1240 i bimbi sono completamente
fasciati ma Francesco da Barberino ammonisce:
Il neonato, nel 500, era fasciato strettamente come una piccola mummia, era
questa un abitudine comune a tutti i paesi e a ogni classe sociale, cambiava
soltanto la ricchezza delle fasce. Una doppia fasciatura dalle spalle ai piedi,
permetteva al bambino di muovere solo la testa. Si pensava che così sarebbe
cresciuto diritto e robusto, mentre invece nei secoli passati, la corporatura era
molto più piccola e fragile dell'attuale.L'operazione della fasciatura nel 1600 cui
il piccolo veniva sottoposto sembra fosse dettata dal principio di salvaguardare la
forma delle membra (considerate fragilissime dai pericoli derivanti dalle
frequenti e necessarie manipolazioni che le avrebbero potute irreversibilmente
distorcere), di correggere la natura al bisogno o di rimediare ad eventuali danni
prodotti durante il parto. A fasciatura ultimata il neonato con il viso scoperto
doveva risultare sufficientemente rigido da poter essere sollevato e spostato senza
che nessun membro si piegasse. Le braccia e il capo dovevano liberarsi quasi
contemporaneamente dopo qualche mese dalla nascita mentre la parte sottostante
del corpo rimaneva racchiusa ancora per diverso tempo nel rigido involucro delle
fasce. Sappiamo che in altri paesi, cioè Francia e Inghilterra la fasciatura veniva
eseguita dalla balia seduta che utilizzava le proprie gambe tese come fasciatoio;
comunque avvenisse la complicata operazione, il risultato appare dai documenti
iconografici del tempo presso chè identico nei neonati d'oltralpe ed in quelli
italiani.
10. Il corredo era preparato per tempo; in genere la loro biancheria veniva cucita da monache, ma
anche in una casa regnante si cercava di riutilizzare parte di quello servito ai precedenti
fratelli.Questo dipinto risale al primo quarto del 1600 e raffigura una neonata votata al
chiostro o scampata a malattie, infatti si usava in entrambi i casi farle indossare velo
monacale e soggolo. Per un certo periodo i neonati erano usati come una sorta di ex voto
viventi. La bimba è incastrata in una seggiola, apposita, una specie di "infaseat" che le
permetteva, stando dritta, di partecipare con lo sguardo alla vita circostante. Questa bambina
è di un rango non privo d'importanza come testimonia il tendaggio.
Una polemica serrata investì per tutto il XIX secolo ed oltre un tema divenuto classico nelle
discussioni sull'allevamento dell'infanzia: quello delle fasce strettamente avvolte intorno al
corpo del bambino così da impedire ogni movimento.
Da "L'educazione fisica e morale dell'infante" di M. Carrara 1836: "Le fasce che stringono i
bambini, che negano ogni movimento alle loro membra, che si oppongono ai più necessari loro
bisogni, formano il vestito che (con sommo rammarico ci tocca pur dirlo) è usato ed
applaudito dalle nostre madri. A voi novelle madri, a voi che avete un animo sensibile
pieghevole alla verità dirigo le mie parole: abbandonate quest'uso, questo avanzo di un'antica
barbaria".
I figli delle contadine portavano una specie di berretto imbambagiato e trapuntato di
dimensione sproporzionata. Di fatto questi berretti non solamente favoriscono la traspirazione
, ma anche la ritenzione della materia esalata e sono causa di herpes, crosta lattea, tigna ed
altre malattie.
11. Educazione Nelle Scuole
Italiane
• Ormai tutti i paesi del mondo hanno
organizzato la scuola con un insieme di leggi,
regolamenti, istruzioni e disposizioni varie.
Questa organizzazione prende nel suo complesso
il nome di ordinamento scolastico.
• L'ordinamento scolastico in Italia corrente
comprende (tra parentesi sono indicati alcuni
nomi d'uso non più validi ufficialmente, ma
ancora normalmente usati):
12. •la scuola dell'infanzia (o scuola materna), non obbligatoria e
destinata ai bambini dall'età di 2½-3 anni all'età di 5½-6 anni
circa;
•primo ciclo (vedi: cicli di istruzione) formato da:
ola scuola primaria (o scuola elementare), che dura 5 anni;
ola scuola secondaria di primo grado (o scuola media
inferiore), che dura 3 anni;
•il secondo ciclo, che dura 4 o 5 anni e suddiviso in :
oIstruzione
ola Scuola secondaria di secondo grado (o scuola media
superiore), comprendente i licei, gli istituti tecnici
oFormazione
o gli istituti professionali (alcuni di durata ridotta);
centri di formazione professionale
13. Al termine di ciascuno dei due cicli è previsto un esame di stato. L'esame
di stato al termine del primo ciclo sostituisce il precedente esame di licenza
media.
L'ordinamento scolastico italiano è stato recentemente modificato dalla
riforma Moratti, la quale è già operativa per quanto riguarda il primo ciclo di
istruzione (scuola primaria e secondaria di I grado), mentre per la scuola
secondaria di II grado (o scuola media superiore) la riforma non è per il
momento entrata in ordinamento. È prevedibile che siano introdotte norme
diverse soprattutto in riferimento alla formazione professionale che, secondo
l'attuale schema, rappresenta una scuola destinata alle classi sociali più
deboli.
Le scuole dipendono dal Ministero della Pubblica Istruzione, con modalità
diverse secondo la forma giuridica (scuole pubbliche statali, scuole paritarie,
scuole private). La Formazione professionale dipende dalle regioni.
14. Educazione Nelle Scuole
Tedesche
• In Germania tutti i bambini sono soggetti all’obbligo scolastico. Le
disposizioni che vigono nei 16 Länder nel settore scolastico sono
diverse, tuttavia in tutti i Länder i bambini inizino la scuola
elementare generalmente a 6 anni. In determinate condizioni è
possibile presentare richiesta di anticipo o di proroga per il proprio
bambino. Per informazioni dettagliate rivolgersi ai locali
Provveditorati agli studi (“Schulämter”). In Germania l’anno
scolastico inizia dopo le vacanze estive. La maggioranza delle
scuole non offre il tempo pieno: quindi le lezioni si tengono per
mezza giornata, nei primi due anni di scuola il numero di ore è
generalmente ancora minore. Esistono però anche scuole che offrono
un servizio “a tempo pieno”. Se i bambini hanno bisogno di
programmi di sostegno, perché si trovano in Germania da poco
tempo, si possono chiedere informazioni alle scuole. Questo sostegno
supplementare si chiama “Förderunterricht”, “Nachhilfe” oppure
“Haushaufgaben-Hilfe”.