2. Le PMI in Italia
• L’Italia è il Paese europeo con più
alto numero di PMI (4 milioni)
• Le PMI rappresentano più del 99%
delle aziende italiane e producono
circa il 70% del fatturato.
• In particolare, il 95% delle imprese ha
meno di 10 addetti e impiega il 47%
dell’occupazione totale.
(Fonte Istat)
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3. Le PMI e l’ ICT
• In Italia, solo il 22% delle piccole ed il
42% delle medie imprese presenta in
organico una figura preposta alla
gestione dell’ICT.
• Circa il 70% delle PMI è presente
online con il proprio sito Internet
(aumento rispetto al 2013).
• Si tratta in molti casi di siti vetrina in
cui vengono riportati: il catalogo
prodotti ed il listino prezzi, l’informativa
sulla privacy, i contatti per l’assistenza
post vendita.
(Fonte Google/Doxa)
PMI e Information Technology
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4. PMI, B2B e B2C
• Ancora poco utilizzati invece, sono i
servizi dedicati alla personalizzazione
dei prodotti, alla tracciabilità degli
ordini online e alla gestione del
rapporto con clienti e fornitori (B2B).
(Fonte Google/Doxa)
• Solo il 4% delle aziende italiane si
avvale del commercio elettronico
come canale addizionale di vendita o di
acquisto (B2C).
(Fonte NetComm)
• Nell’ultimo anno l’e-commerce italiano
è cresciuto dell’ 8%. Nel mondo del
22%.
(Fonte Casaleggio Associati)
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PMI, B2B e B2C
5. • Esiste una relazione diretta e
positiva tra digitalizzazione,
internazionalizzazione ed
esportazione nelle PMI italiane
• La percentuale di piccole imprese
digitalizzate che intrattengono
relazioni con l’estero è quattro volte
superiore alla percentuale di
aziende non digitalizzate
• La percentuale di medie imprese
digitalizzate che hanno relazioni
con l’estero cresce più del 50%
rispetto a quelle non digitalizzate.
(Fonte Google/Doxa)
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PMI, B2B e B2CPMI, B2B e B2C
6. E’ chiaro che le aziende non sfruttano
in pieno le opportunità offerte
da internet e ICT in generale,
quindi gli italiani sono un popolo
che apprezza poco l’ high tech
e non passa molto tempo online.
Siamo proprio sicuri che sia così?
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PMI, B2B e B2CLa tecnologia e gli italiani
7. FB
• Gli italiani invece sono fra le
popolazioni che trascorrono più
tempo online a livello mondiale
• In Italia ci sono più 26 milioni di
utenti attivi su Facebook
(fonti vincos.it e wired.it)
• L’utilizzo del mezzo internet per
finalità ludiche è molto più
diffusa che per migliorare le
attività lavorative esistenti e
cogliere nuove opportunità di
business
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Social Italy
8. Resistenze
• Nonostante un massiccio utlizzo di smartphone e tablet fuori dall’ambito
lavorativo, quando si parla di e-commerce le PMI mostrano un
approccio diffidente, anche (ma non solo) per la paura di frodi e
raggiri.
• Inoltre la piccola impresa italiana è quasi sempre poco strutturata:
raramente all'interno dell'azienda esiste una politica commerciale e di
marketing, perché non ha risorse da dedicarvi.
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Sullo smartphone si, in azienda
no
• Culturalmente spesso manca
la capacità di rapportarsi con
i nuovi strumenti digitali
• Per molte realtà è difficile dare
una corretta valutazione ai costi
da sostenere rispetto alle reali
esigenze dell’azienda
(Fonte NetComm)
9. Resistenze
1 - Tutto quello che si trova nel mondo alla tua
nascita è dato per scontato.
2 - Tutto quello che viene inventato tra la tua
nascita e i tuoi trent’anni è incredibilmente
eccitante e creativo e se hai fortuna puoi
costruirci sopra la tua carriera.
3 - Tutto quello che viene inventato dopo i tuoi
trent’anni è un’offesa all’ordine naturale delle
cose, è l’inizio della fine della civiltà e solo dopo
essere stato in circolazione per almeno dieci
anni torna a essere abbastanza normale.
(Le tre leggi fondamentali della “Percezione del Progresso” – Douglas Adams)
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Resistenze e percezione del
progesso
Le resistenze in azienda possono venire da figure con forti influenze sulla
proprietà, spesso con potere decisionale ed amministrativo.
10. Resistenze
• L'e-Commerce quindi viene
percepito come un problema in
più da risolvere invece di
un'opportunità di crescita.
• Per lo stesso motivo non vengono
considerati esso altri strumenti
informatici per lo sviluppo del
business come CRM e Business
Intelligence, ma ci si limita alla
digitalizzione
dell’indispensabile (ovvero il
gestionale).
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E-Commerce? Meglio di no!
11. • Nel 2014/2015 il mercato
e-commerce nel mondo
è cresciuto del 22%.
• Nel 2014 in Italia il
fatturato dell’ e-
commerce è stato di
24,2 miliardi di euro, +
8% rispetto all’anno
precedente.
• Il settore con più alta
crescita è quello dei centri
commerciali on line (es.
Amazon e Ebay) che ha
visto aumentare del 55% il
proprio fatturato, seguito
dalla moda (+30%).
(Fonte Casaleggio Associati)
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Il progesso non aspetta nessuno
12. I settori “Made in Italy”cresciuti
maggiormente nel 2014:
•Moda 30%
•Editoria 15%
•Tempo libero 15%
I margini di crescita più interessanti
sono segnati dai centri commerciali
online, come Amazon ed Ebay, che
hanno aumentato del 55% le proprie
vendite.
(Fonte Casaleggio Associati)
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Il “Made In Italy”
che cresce di più online
13. • Nessario cambiare l'approccio, perché se l'impresa non valuta
investimenti nel digitale e nell'e-business può rischiare di perdere
quote di mercato anche nei canali tradizionali e consolidati.
• La digitalizzazione dell’esitente, come nel passaggio di fine anni
‘70/inizio anni ’80 che vide l’introduzione di software gestionali al
posto degli archivi cartacei, oggi non basta più.
• Internet è decisivo anche per gli acquisti fatti offline, perché
molti prima si informano online, confrontano prezzi e offerte e magari
concludono il loro acquisto in un punto di vendita fisico. Attenzione!
Adesso il processo avviene anche al contrario.
• Si tratta del concetto di multicanalità, per cui internet non
sostituisce i canali di vendita tradizionali, ma rappresenta un’ulteriore
opportunità di business.
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A change would do you good
14. MB - manticasolution.com
Cosa fare e non fare / 1
• Sito istituzionale: partire da una grafica responsive,
adattabile per tutti i dispositivi con contenuti e immagine
aziendale mirata. Diffidare dall’ “amico che sa fare i siti”, a
meno che non sia un professionista: il sito oggi è la prima
vetrina sul mondo per una qualsiasi azienda o attività e non
può essere realizzato da chi non ha chiare le best pratictes
del mondo online.
• Presenza sui social costante: le attività di vendita online e
offline possono essere influenzate dalla presenza e
soprattutto dal tipo di comunicazione svolta su questi canali.
Anche qui, vale quanto detto sopra: la facilità d’accesso
non significa che tutti siano bravi a fare marketing
attraverso i social. Esistono corsi di ottimi professionisti
che insegnano a capire come avere una buona presenza
sui social formando il personale interno: è necessario
avere strategia e non scoraggiarsi se all’inizio si ha la
sensazione di essere come da soli.
15. • Non correre dietro le mode se non si è pronti o non si è valutata a fondo la
presenza online del proprio prodotto e il relativo bacino d’utenza: in
assenza di un sito professionale e di una buona strategia sui social, un
eventuale e-commerce sarebbe una cattedrale nel deserto.
• Essere coscienti della propria dimensione: se si è un negozio o un’attività
locale, il sito e i social sono necessari (magari con l’investimento di budget in
campagne sul territorio) ma per la vendita online perché fare un sito di e-
commerce? Sarebbe forse il caso di approcciare alla vendita online valutando
un’affiliazione a Marketplace come Amazon o Google (che non è da escludere
neppure per le aziende).
• Un modulo di e-commerce proposto a basso costo su qualche buon CMS non
dà la garanzia di essere visibili e vendere online: prima è necessario avere
chiare le caratteristiche del prodotto che si vuol mostrare online e svolgere
un’analisi della concorrenza.
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Cosa fare e non fare / 2
16. • Product is the imperator: l’azienda/attività
deve essere sicura del proprio prodotto.
L’online smaschera subito la bassa
qualità, perchè il consumatore internet è
molto esigente, abituato a svolgere paragoni
su prezzi e servizi e sa riconoscere ad
esempio una buona organizzazione
logistica (cioè spedizioni e resi veloci) e un
customer care professionale.
• Se il prodotto è valido, l’online diventa un
canale in grado di dare risultati importanti,
in termini di vendita e di informazioni che
gli utenti possono dare all’azienda con i
loro acquisti, commenti e interazioni.
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B2C: Product is the imperator
17. • Per un’azienda produttrice, le opportunità di avere online il proprio
catalogo di prodotti è unica per essere visibili nei confronti di potenziali
compratori. Ad esempio, nei paesi in cui l’utilizzo di internet è un fenomeno
di massa, la qualità del Made in Italy viene ricercata molto online, oltre alle
fiere di settore.
• Inserire foto e descrizioni complete
anche di prototipi.
• Devono essere strumenti dalla
grafica accattivante e responsive
anche se utilizzati dalla
rete vendita.
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B2B: rafforzare la rete vendita
18. • Uno dei vantaggi di un approccio di vendita web oriented è quello di avere un dato
già strutturato rispetto (ad esempio) alla telefonata o al fax.
• Questo permette di “inserire tutto in un grande contenitore” ed avere la possibilità di
fare statistica, incrociando i dati delle vendite online con altri dati aziendali e
addirittura open data.
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BI: l’importanza delle statistiche
• Con i moderni di sistemi di
business intelligence si può
sapere in tempo reale quasi
tutto, con un semplice click.
• Questo può dare un
vantaggio competitivo
altissimo per chi prende
decisioni in azienda,
soprattutto di carattere
commerciale e sul prodotto,
specie nel fashion.
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La sindrome da eterna promessa
Siamo tutti certi che prima o poi la
svolta digitale per le aziende
dovrà avvenire.
Ecco che si presenta
la sindrome da eterna promessa
che porta alla solita domanda:
Si, ok, ma quanto dovremo aspettare
per arrivare alla maturazione?
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Una risposta per la moda
• Forse non dovremo aspettare molto in realtà, visto che si
prospetta un +30% per il settore moda nel 2015, fra retailer
esteri che entreranno nel mercato italiano, e-commerce
aziendali sempre più frequenti e posizionamento dei
prodotti delle aziende italiane sui marketplace.
(Fonte Casaleggio Associati)
• Se penso al mio campo di battaglia quotidiano, non posso
negare che alcune cose dall'anno scorso siano cambiate
in meglio: quando ci proponiamo alle aziende incontriamo
ancora vari Fred Flinstone o arcigni difensori dell'ancien
regime, ma in generale nelle PMI si percepisce una
maggior preparazione sui temi digitali.
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Le nuove professioni del web
• Stanno nascendo nuovi lavori orientati ai social media e
all’online, come ad esempio i fotografi per e-commerce o
addetti alle vendite B2B e B2C.
• Dotatevi di figure professionali, il lavoro su Facebook non
deve essere fatto a tempo perso!
• I mezzi vanno utilizzati: non vanno messi l’ perché “fa figo” o
magari si trovano formule ragionevoli di investimento.
22. MB - manticasolution.com
Perché io no?
Provateci, per voi e per le
nuove generazioni di nativi
digitali che potrebbero non
ritrovare nel mondo del
lavoro la stessa facilità di
accesso alla tecnologia
che hanno a portata di
mano tutti i giorni.
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Su di me
MARCO BIANCALANI
Imprenditore
La mia azienda “dot-com”, Mantica Srl, ha sede a Bologna,
città in cui ho studiato. Attiva dal 2009, ha come prodotto di
punta FASHION DESK, applicativo per il Fashion rivolto allo
sviluppo del business via web, premiato nel 2013 da
IBM,Unicredit e Resto del Carlino come migliore idea per il
rilancio dell’economia sul territorio.
Sviluppatore Web
Ho iniziato facendo piccoli siti aziendali: oggi sono Front-
End Developer di e-commerce e dirigo gruppi di
programmatori. Sono ossessionato dalla compatibilità e
dall’usabilità dei prodotti online.
Blogger
La mia esperienza di ogni giorno sul campo la racconto nel
mio blog.
FASHION DESK by MANTICA
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