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Anna che gioca
Enzo che picchia
IL DISEGNO DEL BAMBINO
COME CREATIVITA’ E COME
LINGUAGGIO
Dietro la visione del mondo esterno
impressa sul foglio si cela un sapere
che si esprime e che chiede di essere
conosciuto.
• Il disegno spontaneo è sicuramente una
delle manifestazioni più universali della
creatività umana.
• Un bambino che disegna è, in primo luogo,
un bambino che gioca e che, pertanto sta
facendo un’attività creativa.
• Creare è l’attività più naturale dell’uomo,
l’istinto primordiale della vita.
• Come rilevava Martin Buber (1948),
“sviluppare i poteri creativi dell’uomo è
condizione – prima - di ogni intervento
educativo.
• Nei primi due anni di vita il bambino utilizza
soprattutto i suoi sensi per conoscere la realtà:
il bambino conosce il mondo in quel che
apprende di sé e la prima conoscenza viene
dal sentire (Quaglia, 1996).
• Egli coglie immediatamente per conoscenza
diretta le qualità dell’ambiente che lo circonda
(Gardner, 1993).
In altre parole, il segno linguistico il cane evoca
nel bambino un’esperienza e non un “oggetto”,
esiste dunque una diversità di significato.
• Nella conoscenza del mondo il bambino
fa riferimento alle qualità dinamiche,
l’adulto invece alle qualità formali degli
oggetti.
• Prima di giungere a rappresentarsi il
mondo e a pensarlo secondo i processi
della logica formale, il bambino ha sentito
tutti i suoi temi fondamentali. Per studiare i
caratteri della creatività dovremmo forse
indagare ulteriormente sulle qualità del
mondo primitivo del bambino, un mondo
che può essere colorato, morbido, ritmico,
sonoro, gustoso oppure buio, duro,
disarmonico, muto, insipido.
• Dai due ai sei anni il bambino si appropria
dei simboli: egli è in grado di comprenderli e
di combinare in modo originale ed è
precisamente su questa sua originalità che
è utile soffermarsi.
• È infatti in questa fase dello sviluppo che si
gioca la creatività dell’individuo.
• La comunicazione tra adulto e
bambino è più apparente che
reale.
• Attribuiscono a stessi simboli
diversi “significati”.
• Il bambino riferisce il suo discorso
ad una realtà sentita, l’adulto ad
una realtà pensata.
• La realtà esterna è conosciuta dal bambino in quel
che, di essa, il bambino può immaginare di sentire.
Le parole sono segni di quanto egli sperimenta e
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• Il destino del bambino è sicuramente è divenire
adulto ma non è destinato, per questo ad impoverirsi
sul piano della creatività.
• Il problema è di comprendere cosa eventualmente
ostacoli e blocchi nel bambino nel periodo tra i sei e
quattordici/sedici anni, l’espressione assolutamente
unica del suo modo di conoscere e di concepire il
mondo.
• Accade che l’azione educativa tende soprattutto a
svalorizzare e quindi a scoraggiare come non valida,
una conoscenza sentita a favore di una conoscenza
pensata vale a dire basata unicamente sulle
categorie dei processi intellettuali.
• Eliminare la dimensione del sentimento dalla
conoscenza dell’uomo può portare ad un
proficuo utilizzo delle risorse del mondo, ma
non ad amare il mondo.
• Può portare alla costruzione di intelligenze
artificiali sempre più complesse ma, non a
rendere l’uomo più intelligente.
• Può portare ad una grande civiltà tecnologica
ma non ad una civiltà delle arti in cui il saper
fare si integri con il saper stare insieme con
gli altri (R. Quaglia, 2003).
CREATIVITA’:
• “appartiene al fatto di essere vivi,
appartiene alla maniera che ha l’individuo
di incontrarsi con la realtà esterna”
Winnicott, 1974
• “L’attività creativa è la facoltà di creare
immagini o azioni nuove”
Vygotskij, 1930
• con lo scarabocchio il bambino crea
forme e movimenti nuovi
LE CARATTERISTICHE DEL DISEGNO
INFANTILE:
• Non esiste la prospettiva: i disegni infantili
sono piatti e non hanno quelle linee di fuga che
danno l’idea della profondità. Molto spesso i
piedi dei personaggi non sono appoggiati al
pavimento.
• Gli oggetti rappresentati sono generalmente
privi di ombre poiché il bambino coglie solo
aspetti più forti ed evidenti della realtà e pertanto
vede solo la luce.
• Gli elaborati sono composti da
colori compatti con prevalenza dei
colori primari e con poche sfumature.
Ciò rende i disegni violenti sotto il
profilo cromatico.
• Figure contornate spesso le figure
sono contornate da un segno nero.
• Rappresentazioni semplificate di simboli:
i disegni sono molto spesso la sintesi di
raffigurazioni simboliche. Per esempio: una
bambina che disegna una figura femminile
con mani enormi produce, non un ritratto
materno fotografico ma simbolico, ossia gli
aspetti più importanti della sua mamma. Le
mani simbolo del calore, affetto materno.
4 anni
Michela: 5 anni e sei mesi Marco: 5 anni e sei mesi
6 anni
9 anni
TEORIA DI V. LOWENFELD
• Nella sua opera “Creatività e sviluppo
mentale” tiene conto, per l’analisi
dell’evoluzione del disegno infantile, di un
insieme vasto di variabili comportamentali,
mettendo insieme la componente
descrittivo - classificatoria con quella
motivazionale
PRIMO STADIO: Lo stadio dello
scarabocchio
• Distingue scarabocchio disordinato e
scarabocchio controllato.
• Occorre tuttavia chiarire, in questo delicato
passaggio che ci può essere qualche bambino
poco motivato allo scarabocchio o che mostra
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incoraggiarlo instaurando un rapporto di
reciproca fiducia, per presentare lo scarabocchio
come un’attraente attività.
SECONDO STADIO: lo stadio
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• Sta nascendo la vera rappresentazione, riferita
ovviamente agli oggetti visivi
• “il fatto di aver allacciato un rapporto con il
mondo visivo ha importanza ben maggiore che
non la qualità della produzione”
• “solitamente il primo simbolo che il bambino
riproduce è quello dell’uomo che appare come
un cerchio che rappresenta la testa e due linee
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• La rappresentazione dello spazio è
particolarmente interessante, il bambino
rispetta soltanto i rapporti cosiddetti
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sopra/sotto.
• In questo stadio il bambino è più
interessato al rapporto tra disegno e
oggetto che non a quello tra colore e
oggetto stesso e che la scelta che fa del
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emozionale.
TERZO STADIO: stadio
schematico (dai 7 ai nove anni)
• Dalla comparsa di schemi grafici ben definiti per
ciascun oggetto, che sono legati al concetto che
il bambino se ne fa. I vari schemi grafici sono
strettamente individuali e cambiano in relazione
allo sviluppo intellettuale. Un importante
elemento che caratterizza gli elementi di questa
fase è dato da una linea di base e dalla linea del
cielo, fenomeno universale che sta a significare
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consapevolezza dei rapporti con l’ambiente.
• Un altro mezzo per rappresentare lo
spazio in questo stadio è il cosiddetto
folding over (ripiegamento) secondo il
quale gli oggetti verticali sono come
proiettati al suolo quasi come se fossero
visti dall’alto.
4 anni e 9 mesi
• Altro fenomeno è “il disegno ai raggi X”,
consistente nel rappresentare da parte del
bambino alcuni elementi, come se quelli
da cui sono nascosti, divenuti trasparenti,
li rendessero visibili.
QUARTO STADIO: realismo
nascente (9-11 anni)
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• Rappresenta la figura umana in modo completo e ricco
• Rappresenta lo spazio in modo più naturalistico
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• Non usa più forme esagerate
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QUINTO STADIO: periodo
pseudonaturalistico e del ragionamento
• Periodo fra i più stimolanti, ultima
occasione in cui il ragazzo ha la possibilità
di ricevere un’educazione artistica.
• Problemi della pubertà della
preadolescenza
• Grandi cambiamenti da tutti i punti di vista
che trovano nella produzione artistica un
preciso riscontro
• È da notare che esiste una differenza:
“nelle reazioni sensitive dei fanciulli
nei confronti delle loro esperienze
artistiche. In certi fanciulli si rileva
evidentemente una preferenza per gli
stimoli visivi ad altri, interessa di più
l’interpretazione dell’esperienze
soggettive”
Lowenfeld
• Figura umana con caratteristiche
sessuali molto esasperate
• Tentano un maggior grado di
perfezione naturalistica
• Lo spazio: rimpicciolimento degli
oggetti che non sono in primo piano
• Uso del colore: l’adolescente
comincerà ad adattare i colori alle
proprie impressioni visive
SESTO STADIO: il periodo della
decisione (età dell’adolescenza)
• Due tipi di espressione artistica, il visivo e
l’aptico. Il primo prende le mosse dall’ambiente
che egli vive come un spettatore, i suoi
intermediari sono soprattutto gli occhi.
• Il secondo è invece interessato alle proprie
sensazioni corporee e alla esperienze
soggettive nelle quali si sente emozionalmente
compreso.
• La maggior parte dei soggetti si colloca fra
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Disegno bambino

  • 3. IL DISEGNO DEL BAMBINO COME CREATIVITA’ E COME LINGUAGGIO Dietro la visione del mondo esterno impressa sul foglio si cela un sapere che si esprime e che chiede di essere conosciuto.
  • 4. • Il disegno spontaneo è sicuramente una delle manifestazioni più universali della creatività umana. • Un bambino che disegna è, in primo luogo, un bambino che gioca e che, pertanto sta facendo un’attività creativa. • Creare è l’attività più naturale dell’uomo, l’istinto primordiale della vita. • Come rilevava Martin Buber (1948), “sviluppare i poteri creativi dell’uomo è condizione – prima - di ogni intervento educativo.
  • 5. • Nei primi due anni di vita il bambino utilizza soprattutto i suoi sensi per conoscere la realtà: il bambino conosce il mondo in quel che apprende di sé e la prima conoscenza viene dal sentire (Quaglia, 1996). • Egli coglie immediatamente per conoscenza diretta le qualità dell’ambiente che lo circonda (Gardner, 1993). In altre parole, il segno linguistico il cane evoca nel bambino un’esperienza e non un “oggetto”, esiste dunque una diversità di significato.
  • 6. • Nella conoscenza del mondo il bambino fa riferimento alle qualità dinamiche, l’adulto invece alle qualità formali degli oggetti.
  • 7. • Prima di giungere a rappresentarsi il mondo e a pensarlo secondo i processi della logica formale, il bambino ha sentito tutti i suoi temi fondamentali. Per studiare i caratteri della creatività dovremmo forse indagare ulteriormente sulle qualità del mondo primitivo del bambino, un mondo che può essere colorato, morbido, ritmico, sonoro, gustoso oppure buio, duro, disarmonico, muto, insipido.
  • 8. • Dai due ai sei anni il bambino si appropria dei simboli: egli è in grado di comprenderli e di combinare in modo originale ed è precisamente su questa sua originalità che è utile soffermarsi. • È infatti in questa fase dello sviluppo che si gioca la creatività dell’individuo.
  • 9. • La comunicazione tra adulto e bambino è più apparente che reale. • Attribuiscono a stessi simboli diversi “significati”. • Il bambino riferisce il suo discorso ad una realtà sentita, l’adulto ad una realtà pensata.
  • 10. • La realtà esterna è conosciuta dal bambino in quel che, di essa, il bambino può immaginare di sentire. Le parole sono segni di quanto egli sperimenta e vive del sentimento del mondo. • Il destino del bambino è sicuramente è divenire adulto ma non è destinato, per questo ad impoverirsi sul piano della creatività. • Il problema è di comprendere cosa eventualmente ostacoli e blocchi nel bambino nel periodo tra i sei e quattordici/sedici anni, l’espressione assolutamente unica del suo modo di conoscere e di concepire il mondo. • Accade che l’azione educativa tende soprattutto a svalorizzare e quindi a scoraggiare come non valida, una conoscenza sentita a favore di una conoscenza pensata vale a dire basata unicamente sulle categorie dei processi intellettuali.
  • 11. • Eliminare la dimensione del sentimento dalla conoscenza dell’uomo può portare ad un proficuo utilizzo delle risorse del mondo, ma non ad amare il mondo. • Può portare alla costruzione di intelligenze artificiali sempre più complesse ma, non a rendere l’uomo più intelligente. • Può portare ad una grande civiltà tecnologica ma non ad una civiltà delle arti in cui il saper fare si integri con il saper stare insieme con gli altri (R. Quaglia, 2003).
  • 12. CREATIVITA’: • “appartiene al fatto di essere vivi, appartiene alla maniera che ha l’individuo di incontrarsi con la realtà esterna” Winnicott, 1974 • “L’attività creativa è la facoltà di creare immagini o azioni nuove” Vygotskij, 1930 • con lo scarabocchio il bambino crea forme e movimenti nuovi
  • 13. LE CARATTERISTICHE DEL DISEGNO INFANTILE: • Non esiste la prospettiva: i disegni infantili sono piatti e non hanno quelle linee di fuga che danno l’idea della profondità. Molto spesso i piedi dei personaggi non sono appoggiati al pavimento. • Gli oggetti rappresentati sono generalmente privi di ombre poiché il bambino coglie solo aspetti più forti ed evidenti della realtà e pertanto vede solo la luce.
  • 14.
  • 15. • Gli elaborati sono composti da colori compatti con prevalenza dei colori primari e con poche sfumature. Ciò rende i disegni violenti sotto il profilo cromatico. • Figure contornate spesso le figure sono contornate da un segno nero.
  • 16.
  • 17.
  • 18. • Rappresentazioni semplificate di simboli: i disegni sono molto spesso la sintesi di raffigurazioni simboliche. Per esempio: una bambina che disegna una figura femminile con mani enormi produce, non un ritratto materno fotografico ma simbolico, ossia gli aspetti più importanti della sua mamma. Le mani simbolo del calore, affetto materno.
  • 20. Michela: 5 anni e sei mesi Marco: 5 anni e sei mesi
  • 23.
  • 24.
  • 25. TEORIA DI V. LOWENFELD • Nella sua opera “Creatività e sviluppo mentale” tiene conto, per l’analisi dell’evoluzione del disegno infantile, di un insieme vasto di variabili comportamentali, mettendo insieme la componente descrittivo - classificatoria con quella motivazionale
  • 26. PRIMO STADIO: Lo stadio dello scarabocchio • Distingue scarabocchio disordinato e scarabocchio controllato. • Occorre tuttavia chiarire, in questo delicato passaggio che ci può essere qualche bambino poco motivato allo scarabocchio o che mostra una certa paura. In questi casi occorre incoraggiarlo instaurando un rapporto di reciproca fiducia, per presentare lo scarabocchio come un’attraente attività.
  • 27. SECONDO STADIO: lo stadio prestematico • Sta nascendo la vera rappresentazione, riferita ovviamente agli oggetti visivi • “il fatto di aver allacciato un rapporto con il mondo visivo ha importanza ben maggiore che non la qualità della produzione” • “solitamente il primo simbolo che il bambino riproduce è quello dell’uomo che appare come un cerchio che rappresenta la testa e due linee o verticali o orizzontali che significano le gambe o il corpo
  • 28. 2 anni e 7 mesi
  • 31. • La rappresentazione dello spazio è particolarmente interessante, il bambino rispetta soltanto i rapporti cosiddetti topologici: dentro/fuori, vicino/lontano sopra/sotto. • In questo stadio il bambino è più interessato al rapporto tra disegno e oggetto che non a quello tra colore e oggetto stesso e che la scelta che fa del colore è secondo il suo significato emozionale.
  • 32. TERZO STADIO: stadio schematico (dai 7 ai nove anni) • Dalla comparsa di schemi grafici ben definiti per ciascun oggetto, che sono legati al concetto che il bambino se ne fa. I vari schemi grafici sono strettamente individuali e cambiano in relazione allo sviluppo intellettuale. Un importante elemento che caratterizza gli elementi di questa fase è dato da una linea di base e dalla linea del cielo, fenomeno universale che sta a significare il fatto che il bambino ha conseguito una precisa consapevolezza dei rapporti con l’ambiente.
  • 33.
  • 34. • Un altro mezzo per rappresentare lo spazio in questo stadio è il cosiddetto folding over (ripiegamento) secondo il quale gli oggetti verticali sono come proiettati al suolo quasi come se fossero visti dall’alto.
  • 35. 4 anni e 9 mesi
  • 36. • Altro fenomeno è “il disegno ai raggi X”, consistente nel rappresentare da parte del bambino alcuni elementi, come se quelli da cui sono nascosti, divenuti trasparenti, li rendessero visibili.
  • 37.
  • 38. QUARTO STADIO: realismo nascente (9-11 anni) • Consapevolezza • Socializzazione • Senso della giustizia • Interesse per le differenze di sesso • Rappresenta la figura umana in modo completo e ricco • Rappresenta lo spazio in modo più naturalistico • Scopre il piano • Fenomeno della sovrapposizione • Non usa più forme esagerate • Uso del colore: rigido rapporto oggetto - colore
  • 39. QUINTO STADIO: periodo pseudonaturalistico e del ragionamento • Periodo fra i più stimolanti, ultima occasione in cui il ragazzo ha la possibilità di ricevere un’educazione artistica. • Problemi della pubertà della preadolescenza • Grandi cambiamenti da tutti i punti di vista che trovano nella produzione artistica un preciso riscontro
  • 40. • È da notare che esiste una differenza: “nelle reazioni sensitive dei fanciulli nei confronti delle loro esperienze artistiche. In certi fanciulli si rileva evidentemente una preferenza per gli stimoli visivi ad altri, interessa di più l’interpretazione dell’esperienze soggettive” Lowenfeld
  • 41. • Figura umana con caratteristiche sessuali molto esasperate • Tentano un maggior grado di perfezione naturalistica • Lo spazio: rimpicciolimento degli oggetti che non sono in primo piano • Uso del colore: l’adolescente comincerà ad adattare i colori alle proprie impressioni visive
  • 42. SESTO STADIO: il periodo della decisione (età dell’adolescenza) • Due tipi di espressione artistica, il visivo e l’aptico. Il primo prende le mosse dall’ambiente che egli vive come un spettatore, i suoi intermediari sono soprattutto gli occhi. • Il secondo è invece interessato alle proprie sensazioni corporee e alla esperienze soggettive nelle quali si sente emozionalmente compreso. • La maggior parte dei soggetti si colloca fra questi due estremi, anche se solo in pochi soggetti si trovano eguali predisposizioni di tipo aptico e di tipo visivo.