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Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze: ruoli e compiti 
Dr. Rosario Falanga 
Mmg, Polcenigo (PN) 
Coordinatore Nord Italia AMFE 
Workshop su: “La Medicina Generale nelle Catastrofi” 
Auditorium della Regione, Udine, 8 novembre 2014
Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze (www.amfeonlus.it ) 
•L’ associazione nasce nell’ottobre del 2011, sotto il patrocinio della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), quale struttura atta a garantire il supporto professionale dei Medici di Famiglia nella massima efficacia ed efficienza in interventi emergenziali sul territorio nazionale ed internazionale in caso di calamità naturali o indotte ed in ogni intervento di protezione civile, in stretta collaborazione con la Protezione Civile nazionale e locale e con le associazioni di volontariato.
Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze (www.amfeonlus.it ) 
•L’organizzazione prevede un coordinamento nazionale e coordinatori locali su tutto il territorio nazionale. 
•L’ufficio di Presidenza Nazionale oltre al Presidente e allargato all’esecutivo nazionale composto da tre consiglieri eletti che hanno il compito di coordinatori delle tre macrozone, Nord, Centro e Sud Italia. 
•Con nota del 20/12/2013 è stata comunicata dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile l’iscrizione dell’AMFE nell’Elenco Centrale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile.
Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze (www.amfeonlus.it ) 
•Obiettivi : 
Far conoscere la nostra Associazione affinchè possono associarsi quanto più Mmg motivati e adeguatamente formati per creare in ogni regione una Task Force in grado di mobilizzarsi in casi di catastrofi per una corretta governance in collaborazione con gli organi istituzionali, la P.C. e le organizzazioni di volontariato. 
 Attivare percorsi di formazione specifica, esercitazioni sul campo con simulazione degli eventi in collaborazione con tutti gli attori coinvolti (vedi delibera Regione Abruzzo su formazione obbligatoria per i Mmg). 
Essendo privi di supporto logistico, ma potendo mettere a disposizione il nostro “know-how “, stipulare opportuni protocolli di intesa con la PC regionale e/o organizzazioni di volontariato (Croce Rossa, ANA, CIVES, ANPAS, etc.)
Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze (www.amfeonlus.it ) 
•Obiettivi : 
Realizzare una banca data alfanumerica e cartografica dei soggetti fragili sul territorio da monitorare, periodicamente aggiornata dai MMG (georeferenziazione ) attraverso progetti incentivati. 
Realizzare sistemi informatizzati che consentano in caso di catastrofi la disponibilità dei dati sanitari essenziali dei pazienti fragili. 
Tutelare e garantire una adeguata assistenza ai soggetti fragili sul territorio e/o in trattamento con apparecchiature elettromedicali in caso di black out e in tutte le situazioni emergenziali.
La Medicina Generale nelle catastrofi 
•In occasione del terremoto in Abruzzo e in Emilia la Medicina Generale allora, ha dovuto inventarsi una nuova organizzazione per assicurare la continuità assistenziale, in un territorio privo delle strutture distrettuali e della logistica degli ambulatori dei Medici di Famiglia resi inagibili dal sisma.
La Medicina Generale nelle catastrofi 
•Senza un modello assistenziale di riferimento, i Mmg si sono integrati, per quanto possibile all’interno del sistema Protezione Civile, pur rimanendone al di fuori, non essendone organicamente inseriti in modo organizzato nella struttura Dipartimentale.
La Medicina Generale nelle catastrofi 
•Fermo restando il ruolo importante e insostituibile che gli organi istituzionali di soccorso sanitario e la C.O. 118 hanno nell’ambito della PC nelle immediate ore successive alle catastrofi, esiste un ruolo tuttora scoperto ma ugualmente essenziale, di pertinenza esclusiva della MG che si estrinseca lungo il corso delle settimane successive, quando è necessaria la presa in carico dei pazienti cronici (diabetici, ipertesi, bronchitici cronici, etc.) che non hanno più l’abituale riferimento nel proprio medico di famiglia.
La Medicina Generale nelle catastrofi 
•Il grosso delle prestazioni richieste già all’indomani della catastrofe riguarda competenze proprie della Medicina Generale o eventualmente di specialità non strettamente legate all’urgenza.
La Medicina Generale nelle catastrofi 
•Pertanto risulta necessario un piano di intervento organizzato e strutturato della Medicina Generale accreditato e integrato nella realtà dei soccorsi locali, nell’ambito della PC, che preveda logistica, tempi e modalità di intervento in casi di catastrofi, per assicurare la necessaria continuità assistenziale nel territorio disastrato.
Ai PASS è affidato il perseguimento delle seguenti finalità: 
•dotare il Servizio Sanitario di una Regione/PA colpita da catastrofe, di una struttura ove, in caso di inagibilità o insufficienza delle strutture preposte per via ordinaria, il personale sanitario possa espletare l’assistenza sanitaria di base e socio sanitaria 
•integrare, su richiesta del Servizio Sanitario di una Regione/PA colpita da catastrofe, i servizi sanitari territoriali, con personale sanitario qualificato per l’assistenza sanitaria di base e l’assistenza sociosanitaria 
•Le modalità ed i tempi di impiego dei PASS sono definiti dal Servizio Sanitario Regionale competente per territorio, nell’ambito della struttura di coordinamento di protezione civile, d’intesa con il Dipartimento della Protezione Civile e la Regione/PA, Ente o Associazione titolare del PASS 
Posto di Assistenza Socio Sanitaria (PASS)
•Il PASS è una struttura campale che funge da poliambulatorio di base, viene allestita nel teatro della catastrofe con tempi di attivazione adeguati, ma non tempestivi come il PMA. 
•Struttura modulare, costituita da tende o da shelters, dotata di servizi igienici adatti per disabili anziani e bambini, ben identificata con opportuna segnaletica, ben accessibile da un punto di vista di viabilità per gli automezzi di soccorso, illuminata e climatizzata, dotata di frigo, un lavello con acqua corrente potabile, autoclave, un apparecchio per le comunicazioni radio e computer collegato alla rete internet e stampante, arredata e equipaggiata con le dotazioni minime di uno studio di medicina generale 
Posto di Assistenza Socio Sanitaria (PASS)
Posto di Assistenza Socio Sanitaria (PASS) 
•La versione base deve avere un’area di gestione e coordinamento, un’area di accoglienza-registrazione pazienti, nonché di ambulatori per l’attività di Medicina Generale, Pediatra di libera scelta, Infermieristica, Psicologia e Assistenza Sociale 
•Il personale sanitario arruolato su base volontaria, possibilmente debitamente formato per un “modus operandi” comune 
•Operatori di associazioni iscritte all’albo della PC, per godere di tutti i benefici di legge in caso di precettazione.
•Un discorso a parte va fatto per garantire la fornitura di farmaci, materiale di medicazione e ausili, che sarà a carico della farmacia dell’ASL, già pianificato e predisposto in tempo di “pace” 
•Naturalmente per un buon funzionamento questa struttura deve prevedere in anticipo un organigramma, una scala gerarchica, che fin dopo l’allertamento, una volta data la disponibilità, deve assumersi la responsabilità di portare avanti l’assistenza come prefigurata. 
Posto di Assistenza Socio Sanitaria (PASS)
•È necessario individuare un referente che coordini le attività sanitarie della struttura e sia il tramite con gli altri operatori sanitari nel teatro della catastrofe. 
•Dovrà istituire una apposita turnazione H24 del personale sanitario e logistico della struttura sanitaria campale per assicurare la funzionalità del presidio. 
•Naturalmente per poter essere allestite e mantenute attive queste strutture necessitano di personale logistico ad hoc, reperito tra le forze istituzionali e/o del volontariato, debitamente formato per montare tende, allacciamenti idrici, elettrici e fognari, collegamenti radiotelefonici e internet 
Posto di Assistenza Socio Sanitaria (PASS)
Criticità emerse nel terremoto d’Abruzzo nell’ambito delle cure primarie 
•Carenza di coordinamento dei soccorsi sanitari, mancando un’unica regia, le iniziative si sono sovrapposte per mancanza di comunicazione tra PC, CO 118, ASL, CRI, e organizzazioni di volontariato 
•Carenza di coordinamento informatico-informativo nella continuità assistenziale 
•Mancanza di adeguate strutture logistiche per i sanitari soccoritori (alloggi e servizi igienici) 
•Carenza relativa a informazioni cliniche delle persone assistite 
•Carenza di farmaci di primo impiego (disinfettanti, garze, paracetamolo, creme) e presidi sanitari 
•Mancanza di procedure standard, che dovrebbero essere impostate, diffuse e conosciute già prima dell’evento straordinario 
•Carenza organizzativa nella turnazione dei sanitari con discontinuità nell’assistenza e relativo sovraccarico di lavoro per alcuni di essi. 
Gioia F. 2009
Conclusioni 
•La nuova concezione del “disaster management” comprende non solo il soccorso e la gestione dell’emergenza, ma anche la formazione della comunità locale, affinchè possieda strumenti e metodologie per la propria protezione 
•Di fondamentale importanza quindi risulta l’organizzazione di periodiche esercitazioni di protezione civile con la popolazione e i soccorritori, necessarie per codificare un comune “modus operandi” affinchè tra i soccorritori si parli una “lingua comune” quando sono chiamati ad operare congiuntamente.
Conclusioni 
•Il Mmg, risulta essere una figura capillare nel SSN, buon conoscitore dei luoghi e delle necessità sanitarie della popolazione 
•In ogni Comune sarebbe opportuno che venga individuato un Mmg con adeguata formazione e esperienza sul campo da inserire nella catena di comando e controllo nella “Funzione Sanità” nei Centri Operativi Comunali (COC) e nei Centri Operativi Misti Intercomunali (COM-I ) 
•Altri Mmg potrebbero operare, su base volontaria, all’interno dei PASS (Posti di Assistenza Socio Sanitaria), sempre previa adeguata formazione 
•Utile che i sanitari volontari legalmente riconosciuti e accreditati nel sistema di Protezione Civile vengano adeguatamente addestrati e ben equipaggiati per ben operare in condizioni difficili, con una adeguata copertura assicurativa attivata ad hoc
Conclusioni 
•La direttiva sui PASS pubblicata sulla G.U. l’anno scorso, colma i “gap” evidenziati in passato. 
•Adesso spetta a tutti gli attori coinvolti mettere in atto le disposizioni che questo strumento legislativo ci da 
•È dunque necessario che nelle emergenze sia il tempo di passare da una medicina eroica ad una medicina che non ha bisogno di eroi, ma di specifiche professionalità ben integrate tra loro.
Grazie per l’attenzione 
Dott. Rosario Falanga 
MMG, Polcenigo (PN) 
Coordinatore AMFE Nord Italia 
Email: rfalanga@tin.it

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  • 1. Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze: ruoli e compiti Dr. Rosario Falanga Mmg, Polcenigo (PN) Coordinatore Nord Italia AMFE Workshop su: “La Medicina Generale nelle Catastrofi” Auditorium della Regione, Udine, 8 novembre 2014
  • 2. Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze (www.amfeonlus.it ) •L’ associazione nasce nell’ottobre del 2011, sotto il patrocinio della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), quale struttura atta a garantire il supporto professionale dei Medici di Famiglia nella massima efficacia ed efficienza in interventi emergenziali sul territorio nazionale ed internazionale in caso di calamità naturali o indotte ed in ogni intervento di protezione civile, in stretta collaborazione con la Protezione Civile nazionale e locale e con le associazioni di volontariato.
  • 3. Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze (www.amfeonlus.it ) •L’organizzazione prevede un coordinamento nazionale e coordinatori locali su tutto il territorio nazionale. •L’ufficio di Presidenza Nazionale oltre al Presidente e allargato all’esecutivo nazionale composto da tre consiglieri eletti che hanno il compito di coordinatori delle tre macrozone, Nord, Centro e Sud Italia. •Con nota del 20/12/2013 è stata comunicata dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile l’iscrizione dell’AMFE nell’Elenco Centrale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile.
  • 4.
  • 5. Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze (www.amfeonlus.it ) •Obiettivi : Far conoscere la nostra Associazione affinchè possono associarsi quanto più Mmg motivati e adeguatamente formati per creare in ogni regione una Task Force in grado di mobilizzarsi in casi di catastrofi per una corretta governance in collaborazione con gli organi istituzionali, la P.C. e le organizzazioni di volontariato.  Attivare percorsi di formazione specifica, esercitazioni sul campo con simulazione degli eventi in collaborazione con tutti gli attori coinvolti (vedi delibera Regione Abruzzo su formazione obbligatoria per i Mmg). Essendo privi di supporto logistico, ma potendo mettere a disposizione il nostro “know-how “, stipulare opportuni protocolli di intesa con la PC regionale e/o organizzazioni di volontariato (Croce Rossa, ANA, CIVES, ANPAS, etc.)
  • 6. Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze (www.amfeonlus.it ) •Obiettivi : Realizzare una banca data alfanumerica e cartografica dei soggetti fragili sul territorio da monitorare, periodicamente aggiornata dai MMG (georeferenziazione ) attraverso progetti incentivati. Realizzare sistemi informatizzati che consentano in caso di catastrofi la disponibilità dei dati sanitari essenziali dei pazienti fragili. Tutelare e garantire una adeguata assistenza ai soggetti fragili sul territorio e/o in trattamento con apparecchiature elettromedicali in caso di black out e in tutte le situazioni emergenziali.
  • 7. La Medicina Generale nelle catastrofi •In occasione del terremoto in Abruzzo e in Emilia la Medicina Generale allora, ha dovuto inventarsi una nuova organizzazione per assicurare la continuità assistenziale, in un territorio privo delle strutture distrettuali e della logistica degli ambulatori dei Medici di Famiglia resi inagibili dal sisma.
  • 8. La Medicina Generale nelle catastrofi •Senza un modello assistenziale di riferimento, i Mmg si sono integrati, per quanto possibile all’interno del sistema Protezione Civile, pur rimanendone al di fuori, non essendone organicamente inseriti in modo organizzato nella struttura Dipartimentale.
  • 9. La Medicina Generale nelle catastrofi •Fermo restando il ruolo importante e insostituibile che gli organi istituzionali di soccorso sanitario e la C.O. 118 hanno nell’ambito della PC nelle immediate ore successive alle catastrofi, esiste un ruolo tuttora scoperto ma ugualmente essenziale, di pertinenza esclusiva della MG che si estrinseca lungo il corso delle settimane successive, quando è necessaria la presa in carico dei pazienti cronici (diabetici, ipertesi, bronchitici cronici, etc.) che non hanno più l’abituale riferimento nel proprio medico di famiglia.
  • 10. La Medicina Generale nelle catastrofi •Il grosso delle prestazioni richieste già all’indomani della catastrofe riguarda competenze proprie della Medicina Generale o eventualmente di specialità non strettamente legate all’urgenza.
  • 11. La Medicina Generale nelle catastrofi •Pertanto risulta necessario un piano di intervento organizzato e strutturato della Medicina Generale accreditato e integrato nella realtà dei soccorsi locali, nell’ambito della PC, che preveda logistica, tempi e modalità di intervento in casi di catastrofi, per assicurare la necessaria continuità assistenziale nel territorio disastrato.
  • 12.
  • 13. Ai PASS è affidato il perseguimento delle seguenti finalità: •dotare il Servizio Sanitario di una Regione/PA colpita da catastrofe, di una struttura ove, in caso di inagibilità o insufficienza delle strutture preposte per via ordinaria, il personale sanitario possa espletare l’assistenza sanitaria di base e socio sanitaria •integrare, su richiesta del Servizio Sanitario di una Regione/PA colpita da catastrofe, i servizi sanitari territoriali, con personale sanitario qualificato per l’assistenza sanitaria di base e l’assistenza sociosanitaria •Le modalità ed i tempi di impiego dei PASS sono definiti dal Servizio Sanitario Regionale competente per territorio, nell’ambito della struttura di coordinamento di protezione civile, d’intesa con il Dipartimento della Protezione Civile e la Regione/PA, Ente o Associazione titolare del PASS Posto di Assistenza Socio Sanitaria (PASS)
  • 14. •Il PASS è una struttura campale che funge da poliambulatorio di base, viene allestita nel teatro della catastrofe con tempi di attivazione adeguati, ma non tempestivi come il PMA. •Struttura modulare, costituita da tende o da shelters, dotata di servizi igienici adatti per disabili anziani e bambini, ben identificata con opportuna segnaletica, ben accessibile da un punto di vista di viabilità per gli automezzi di soccorso, illuminata e climatizzata, dotata di frigo, un lavello con acqua corrente potabile, autoclave, un apparecchio per le comunicazioni radio e computer collegato alla rete internet e stampante, arredata e equipaggiata con le dotazioni minime di uno studio di medicina generale Posto di Assistenza Socio Sanitaria (PASS)
  • 15. Posto di Assistenza Socio Sanitaria (PASS) •La versione base deve avere un’area di gestione e coordinamento, un’area di accoglienza-registrazione pazienti, nonché di ambulatori per l’attività di Medicina Generale, Pediatra di libera scelta, Infermieristica, Psicologia e Assistenza Sociale •Il personale sanitario arruolato su base volontaria, possibilmente debitamente formato per un “modus operandi” comune •Operatori di associazioni iscritte all’albo della PC, per godere di tutti i benefici di legge in caso di precettazione.
  • 16. •Un discorso a parte va fatto per garantire la fornitura di farmaci, materiale di medicazione e ausili, che sarà a carico della farmacia dell’ASL, già pianificato e predisposto in tempo di “pace” •Naturalmente per un buon funzionamento questa struttura deve prevedere in anticipo un organigramma, una scala gerarchica, che fin dopo l’allertamento, una volta data la disponibilità, deve assumersi la responsabilità di portare avanti l’assistenza come prefigurata. Posto di Assistenza Socio Sanitaria (PASS)
  • 17. •È necessario individuare un referente che coordini le attività sanitarie della struttura e sia il tramite con gli altri operatori sanitari nel teatro della catastrofe. •Dovrà istituire una apposita turnazione H24 del personale sanitario e logistico della struttura sanitaria campale per assicurare la funzionalità del presidio. •Naturalmente per poter essere allestite e mantenute attive queste strutture necessitano di personale logistico ad hoc, reperito tra le forze istituzionali e/o del volontariato, debitamente formato per montare tende, allacciamenti idrici, elettrici e fognari, collegamenti radiotelefonici e internet Posto di Assistenza Socio Sanitaria (PASS)
  • 18. Criticità emerse nel terremoto d’Abruzzo nell’ambito delle cure primarie •Carenza di coordinamento dei soccorsi sanitari, mancando un’unica regia, le iniziative si sono sovrapposte per mancanza di comunicazione tra PC, CO 118, ASL, CRI, e organizzazioni di volontariato •Carenza di coordinamento informatico-informativo nella continuità assistenziale •Mancanza di adeguate strutture logistiche per i sanitari soccoritori (alloggi e servizi igienici) •Carenza relativa a informazioni cliniche delle persone assistite •Carenza di farmaci di primo impiego (disinfettanti, garze, paracetamolo, creme) e presidi sanitari •Mancanza di procedure standard, che dovrebbero essere impostate, diffuse e conosciute già prima dell’evento straordinario •Carenza organizzativa nella turnazione dei sanitari con discontinuità nell’assistenza e relativo sovraccarico di lavoro per alcuni di essi. Gioia F. 2009
  • 19. Conclusioni •La nuova concezione del “disaster management” comprende non solo il soccorso e la gestione dell’emergenza, ma anche la formazione della comunità locale, affinchè possieda strumenti e metodologie per la propria protezione •Di fondamentale importanza quindi risulta l’organizzazione di periodiche esercitazioni di protezione civile con la popolazione e i soccorritori, necessarie per codificare un comune “modus operandi” affinchè tra i soccorritori si parli una “lingua comune” quando sono chiamati ad operare congiuntamente.
  • 20. Conclusioni •Il Mmg, risulta essere una figura capillare nel SSN, buon conoscitore dei luoghi e delle necessità sanitarie della popolazione •In ogni Comune sarebbe opportuno che venga individuato un Mmg con adeguata formazione e esperienza sul campo da inserire nella catena di comando e controllo nella “Funzione Sanità” nei Centri Operativi Comunali (COC) e nei Centri Operativi Misti Intercomunali (COM-I ) •Altri Mmg potrebbero operare, su base volontaria, all’interno dei PASS (Posti di Assistenza Socio Sanitaria), sempre previa adeguata formazione •Utile che i sanitari volontari legalmente riconosciuti e accreditati nel sistema di Protezione Civile vengano adeguatamente addestrati e ben equipaggiati per ben operare in condizioni difficili, con una adeguata copertura assicurativa attivata ad hoc
  • 21. Conclusioni •La direttiva sui PASS pubblicata sulla G.U. l’anno scorso, colma i “gap” evidenziati in passato. •Adesso spetta a tutti gli attori coinvolti mettere in atto le disposizioni che questo strumento legislativo ci da •È dunque necessario che nelle emergenze sia il tempo di passare da una medicina eroica ad una medicina che non ha bisogno di eroi, ma di specifiche professionalità ben integrate tra loro.
  • 22. Grazie per l’attenzione Dott. Rosario Falanga MMG, Polcenigo (PN) Coordinatore AMFE Nord Italia Email: rfalanga@tin.it