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Esso risale alla metà
del V secolo. All’esterno
l’edificio è molto semplice
grazie ai mattoni a vista.
Gli unici motivi decorativi
sono gli archetti cechi che
lo percorrono tutto intorno.
La cupola non è visibile
dall’esterno.
La costruzione presenta una pianta
irregolare e quasi a croce greca ,
con volte a botte sui quattro bracci e
una cupola all’incrocio di questi.
All’interno è ricco di decorazioni con
rivestimenti in marmi preziosi o di mosaici
splendenti dove predominano il blu e il
verde smeraldo. Lo spazio prospettico di
alcune scene,reso grazie ai colori
cangianti,simula altri ambienti che
sembrano dilatare le pareti.
La cupola copre il vano centrale,con un
mantello blu-notte cosparso di stelle
dorate. Sui 4 pennacchi sono raffigurati i
simboli apocalittici degli Evangelisti. Al
di sotto della cupola e nel braccio della
croce posto davanti all’ingresso ci sono
2 Santi . Nella lunetta sottostante
viene raffigurato il Santo martire
Lorenzo.
Venne costruita intorno al 505
da Teodorico per il culto ariano
della sua gente. Si tratta di una
cappella platina visto che ha tracce
architettoniche con il palazzo del re
ostrogoto.
La costruzione presenta una
pianta regolare. La basilica si
suddivide in tre navate. Quella
centrale è conclusa da un’abside
semicilindrica e gli archi a tutto
sesto che la delimitano sono sorretti da colonne.
Le decorazioni si dividono in tre fasce
distinte le pareti della navata centrale:
-Palazzo di Teodorico [1];
-Due processioni :
* Di Santi Martiri , a destra [2];
* Di Sante Vergini, a sinistra [3].
[1]
[2]
[3]
Fu costruito per accogliere le spoglie
di Teodorico. Esso è costruito in pietra
d’Istria. La sua realizzazione determina
Una rottura con le tecniche costruttive
Tradizionali basate sull’impiego del
Laterizio.
Presenta una pianta decagonale con
profonde arcate cieche(con
superficie cruciforme).
,si imposta il massiccio corpo
decagonale del piano superiore
All’aspetto imperiale e alle tecniche costruttive
romane,i conci archi e gli architravi sagomati [1],
si sovrappongono decorazioni barbariche, specie
nella cornice al sotto della calotta [2].
[1] [2]
Si tratta di semplici disegni geometrici in
successione con un motivo decorativo
detto tenaglia.
La Basilica di San Vitale è uno dei
monumenti più importanti dell'arte
paleocristiana in Italia, in particolar
modo per la bellezza dei suoi mosaici.
Fondata da Giuliano Argentario su
ordine del vescovo Ecclesio, la basilica
a pianta ottagonale fu consacrata nel
548 dall'arcivescovo Massimiano.
La pianta della chiesa di San Vitale
ha una costruzione principale
formata da due ottagoni regolari
concentrici ,quello più interno è
circondato da archi a tutto sesto.
L’entrata è composta da una
costruzione rettangolare con due
semicerchi posti ai lati minori. Ai lati
del l’abside ci sono due costruzioni circolari.
123
4
1 L’imperatore Giustiniano risalta perché è situato al centro
del mosaico, ha un abbigliamento ricco e appariscente
diverso dalla sua corte inoltre possiede l’aureola.
In mano tiene una patera d’oro.
2 I due dignitari di corte situati sinistra dell’imperatore
sono messi in secondo piano. Indossano entrambi
la stessa tunica.
3 I sei soldati che reggono ognuno una lancia sono messi
in disparte. I primi tre,messi in primo piano, sono a figura
intera e le loro gambe vengono coperte da un grande scudo,
mentre gli altri tre soldati,messi in secondo piano, si
intravedono soltanto. La posizione dei soldati,girati verso
destra, conferisce un senso di movimento al mosaico.
4 Il clero ,messo a destra dell’imperatore,è composto da
quattro personaggi: i tre, messi in primo piano , tengono
in mano ognuno un oggetto sacro(croce,libro,turibolo), il
quarto ,messo in secondo piano, è coperto
completamente tranne il volto;a destra è rappresentato
il vescovo Massimiano individuato dalla scritta posta
sopra il suo capo.
2
1
3 4
1 L’imperatrice Teodora ,messa in primo piano,si riconosce
perché è più alta,ha la veste ,dove nella parte inferiore
è decorato in oro con le immagini dei tre Re Magi,
e gioielli più ricchi inoltre indossa l’aureola.
In mano porta il calice d’oro.
2 I due dignitari situati a sinistra dell’imperatrice,messi
in secondo piano, sono entrambi vestiti di tunica bianca.
Il personaggio all'estrema sinistra scosta con una mano
una tenda.
3 Le due dame situate a destra dell’imperatrice sono messe
in secondo piano indossano due tuniche diverse.
4 Le cinque dame all'estrema destra, delle quali tre
in primo piano a figura intera e due di cui si intravedono
solo le teste. Gli sguardi sono rivolti in modo più o meno
diretto verso l'imperatrice, tranne quello della figura
all'estrema destra, che guarda in direzione opposta.
L’arte gotica si manifesta,
intorno alla metà del XII
secolo fino al XIV, nella
Francia-settentrionale
diventando un’arte
nazionale. Essa si diffuse
ben presto su tutta
l’Europa.
L’arte gotica nasce dai goti,ovvero quella popolazione barba
che sconfisse l’Impero romano d’Occidente.
L’arte gotica era l’arte barbarica che aveva cancellato
l’arte classica fino a che questa non aveva ripreso a
vivere .
LA DEPOSIZIONE
Il primo scultore gotico italiano fu Benedetto Antelami.
L’opera più importante che fece fu la Disposizione del Duomo di
Parma nel 1178. Quest’opera è un rilievo ,che rappresenta la
deposizione di Cristo, dove la presenza dei particolari scultorei
e decorativi riportano al mondo classico.
L’ARCHITETTURA GOTICA
L’architettura gotica è estremamente agile e
leggera ,la caratteristica principale è che sono
sviluppate verso l’alto quasi a sfidare il cielo.
Schema planimetrico di una chiesa gotica:
Le innovazioni tecniche che meglio
individuano il Gotico sono:
•L’arco a sesto acuto,che sostituisce
quello a tutto sesto;
•La volta a ogiva costolonata,che
sostituisce la volta a crociera;
•L’arco rampante,che sostituisce o
si aggiunge al contrafforte;
•Il pinnacolo,contribuisce alla
staticità degli edifici;
•L’esiguo spessore delle mura,che
sono anche sostituite da vetrate
colorate.
LE INNOVAZIONI
IL DISEGNO TECNICO
D’ARCHITETTURA
In un primo momento i
disegni venivano tracciati
a grandezza naturale sulle
pareti delle cattedrali in
costruzione o venivano
incisi sulle pietre dei muri e
dei pavimenti degli stessi
edifici.
Le novità sperimentate nei cantieri si trasformavano in
modelli disegnati negli album dagli architetti. Il più noto è
il Carnet dell’architetto Villiard Hounnecourt ,vissuto
nel XIII secolo. Gli architetti gotici disegnavano con le
proiezioni ortogonali.
CARNET
Esso è un taccuino composto da 33 fogli scritti e disegnati
anteriormente e posteriormente al foglio. In esso Villard ha raccolto
dati tecnici e grafici relativi all’arte gotica del costruire e del modo di
eseguire i disegni.
Foglio 1,verso Foglio 14,verso
Foglio 18,verso
LE NUOVE CATTEDRALI
Sugar nel XII secolo ristrutturò l’abbazia reale di
Saint-denis,vicino a Parigi,seguendo le nuove
tecniche costruttive gotiche.
Suger riteneva che la luminosità delle vetrate
multicolori e il riflesso delle gemme e degli ori
costituissero una via per arrivare a Dio,in quanto
immgini terrene e visibili della luce divina.
LA CATTEDRALE DI NOTRE-
DAME A PARIGI
Essa iniziò ad essere costruita nel 1160 e venne terminata nel 1163.
L’edificio si compone di un ampio corpo longitudinale a cinque navate
e di un coro concluso da un doppio ambulacro. Attorno al XII secolo il
coro fu dotato di lunghi archi rampanti che danno l’impressione di
tanti ciclopici remi per il vascello-cattedrale che sembra navigare.
LA CATTEDRALE DI NOTRE-
DAME DI CHARTRES
Nel 1194 la cattedrale fu distrutta da
un incendio. Essa conservava
un’importante reliquia,la Tunica della
Vergine ,per tale ragione era meta di
moltissimi pellegrini. I lavori di
ricostruzione della cattedrale dettero
vita alla più nota delle chiese gotiche
di Francia.
L’edificio è a tre navate con il transetto
terminante sulle testate con due enormi
pareti vetrate. Il presbiterio,ampio e
profondo,è caratterizzato da un doppio
ambulacro. L’interno mostra un forte
verticalismo.
LA SAINTE-CHAPELLE DI PARIGI
La massima espressione del Gotico rayonnant è
rappresentata dalla Sainte-Chapelle edificata a
Parigi tra il 1241-1246,e consacrata nel 1248.
La cappella fu pensata come un prezioso scrigno
monumentale reliquiario per ospitare la corona
di spine e altre reliquie relative alla passione di
Cristo.
La cappella deve la sua disposizione su
due piani. Quello inferiore avevano
accesso solo i servi,in quello superiore
solo il re e la corte.
IL ROMANICO
Dopo l’anno Mille l’Europa occidentale conosce un periodo di
straordinario fermento innovativo.
Le numerosissime e variegate esperienze artistiche europee
manifestatesi tra il Mille e la fine del XII secolo sono
convenzionalmente definite Romaniche. Le chiese romaniche
furono un elemento di primaria importanza nel paesaggio
medievale.
Le tipologie adottate sono quelle basilicali consuete, a croce
latina con tre o eccezionalmente cinque navate, transetto e
cripta seminterrata.Ad esse si aggiunge anche il presbiterio
rialzato, dovuto al fatto che le volte della cripta superano
spesso il livello del pavimento della navata.
INNOVAZIONI
Nelle costruzioni romaniche il matroneo,
che abbiamo visto essere stato già
ampiamente impiegato anche in alcune
architetture paleocristiane, bizantine e
alto medioevali, diventa un elemento
distintivo e quasi sempre presente.
Esso consiste, in genere, in una galleria
collocata sopra le volte delle navate
laterali, che affaccia sulla navata
centrale mediante arconi a tutto sesto o
altri tipi di aperture a bifora, a trìfora o a
quadrìfora. Riservato inizialmente alle
sole donne, come il nome stesso
suggerisce, diventò in seguito un
elemento architettonico autonomo, la
cui funzione era anche quella di
innalzare la navata centrale e di
contribuire a irrigidire l’intero edificio.
Fra le innovazioni tecniche e le
caratteristiche architettoniche
del Romanico:
• La volta a crociera, che
sostituisce vantaggiosamente le
più deperibili strutture a capriate
in legno e le troppo pesanti volte
a botte in muratura.
• Il pilastro, che sostituisce o si
affianca alla colonna.
• Il contrafforte esterno, che
contrasta le spinte generate dalle
volte a crociera.
• Il forte spessore delle murature
perimetrali, che conferisce alla
costruzioni la necessaria
solidità.
1. Prima volta a botte.
2. Seconda volta a botte
perpendicolare
3. Campata
4. Vela
La volta a crociera è un sistema
di copertura in muratura .
Dal punto di vista geometrico,
una volta a crociera è generata
da due volte a botte uguali che
si intersecano, una perpendicolarmente
all’altra.
Lo spazio quadrato coperto
da ciascuna crociera prende
il nome di campata ed è delimitato, ai quattro vertici, da altrettanti
massicci pilastre in muratura.
Le quattro porzioni di volte a botte risultanti dalla loro avvenuta
intersezione prendono il nome di vele,in quanto la loro forma richiama
proprio quella di una vela triangolare gonfiata dal vento.
La stabilità di una volta a crociera impone di adottare particolari
accorgimenti costruttivi.
VOLTE A CROCIERA
L’ARCHITETTURA ROMANICA IN ITALIA
Nascono i comuni, “città-stato” autonome. Le case si
sviluppano in altezza, perché il territorio edificabile era
limitato dalle mura, che tuttavia venivano spesso abbattute e
ricostruite con maggiore ampiezza. Iniziano ad essere
costruite anche le prime Basiliche.
.
Essa nasce precisamente
in Francia e poi
diffondendosi in Europa
fino in Italia. L’arte
romanica si sviluppa nel X
secolo principalmente
all’interno dei territori
unificati dall’impero
romano. Le città e i
cittadini ,borghesi,
acquistano molta
importanza in questo
periodo.
SANT’AMBROGIO A MILANO
La chiesa è stata
edificata ricostruendo
e ampliando una
precedente basilica
fondata nel IV secolo
da Ambrogio vescovo
di Milano, e dedicata
ai martiri perché
costruita sul luogo
dove erano stati
sepolti i cristiani
martirizzati a causa
della loro fede.
.
L’INTERNO
L’edificio è composto da
due volumi distinti: il primo
è il quadriportico, ,il
secondo è la chiesa vera e
propria, a cui si affiancano
due campanili. Le uniche
aperture verso l’esterno
sono le porte di accesso al
quadriportico. Questo è
costituito da una corte a
cielo aperto delimitata su
tre lati da portici, mentre il
quarto lato corrisponde alla
facciata della chiesa.
Il quadriportico serve poi a dar riparo ai pellegrini. La
facciata a due spioventi, detta per questo “a capanna”, è
composta da un portico a grandi arcate sormontato da una
loggia; da questa il vescovo era solito benedire la gente .La
basilica ha una pianta rettangolare.
LA PIANTA
È divisa in tre navate; quella centrale è larga il doppio delle laterali.
L’edificio è sviluppato in larghezza e lunghezza piuttosto che in altezza,
dando così l’impressione di essere una struttura massiccia, attaccata al
terreno All’interno la luce è scarsa; penetra solo attraverso i finestroni
della facciata, percorre la navata centrale e lascia nel buio quelle laterali,
facilitando la preghiera e la meditazione.
IL BATTISTERO DI FIRENZE
Il battistero ricostruito nel
1059 su un edifico già
esistente dell’VIII secolo,un
tempio romano dedicato a
Marte,presenta una semplice
base ottagonale tipica della
tradizione bizantina. La
copertura è doppia.
Ciascuna delle facce esterne
si presenta Suddivisa in 3
fasce separate da 2
trabeazioni. La divisione in
verticale è ottenuta grazie al
doppio ordine di paraste che
sorreggono 3 archi ciechi i
quali inquadrano 3 finestre a
edicola.
L’INTERNO LA PIANTA
All’interno vi è
un’altra cupola
a padiglione
a sesto acuto
costituita da 8
spicchi coperti
di mosaici.
La sommità
dell’edificio si
conclude con
una lanterna
di marmo
bianco. La
copertura è
sostenuta da 8
colonnine
e 8 facce
vetrate.
Ciascuna delle 8 pareti è tripartita
da colonne con fusto liscio
sormontate da capitelli dorati.
Questi sorreggono una trabeazione
perimetrale che sostiene l’aggetto
di un loggiato. Esso corrisponde
alle trifore intarsiate all’esterno
delle
8 facce,è scandito all’interno di
colonne a fusto liscio coronate da
capitelli ionici con l’abaco
composto da un pulvino a gola e di
lesene scanalate.
PITTURA MEDIEVALE
IN ITALIA XIII XIV
SECOLO D.C.
CIMABUE
Cimabue nacque a Firenze nel 1240 circa. Presente
a Roma nel 1272; incaricato di realizzare un cartone per il
mosaico del catino absidale del Duomo di Pisa il 1º
novembre 1301; morto a Pisa nel 1302. Da queste pochissime
informazioni i critici e gli storici dell'arte hanno ricostruito,
non senza controversie e incertezze, il catalogo delle opere.
Inoltre è stato il maestro di Giotto.
LA MAESTÀ DEL LOUVRE
Essa è stata creata nel 1280 nella
chiesa di San Francesco a Pisa.
In questa opera è amplificata la
maestosità, tramite un più
ampio campo attorno alla
Madonna Il trono è disegnato
con un'assonometria e quindi
collocato nello spazio, anche se
rimane poco profondo e gli
angeli sono disposti
ritmicamente attorno alla
divinità secondo precisi schemi,
senza interesse ad una reale
disposizione nello spazio, infatti
levitano l'uno sopra l'altro.
I CROCIFISSI
Cimabue riprese laCrocifissione con
il Christus patiens dipinte verso
il 1250 da Giunta Pisano, ma aggiornò
l'iconografia arcuando il corpo del Cristo.
Usò filamenti distesi con il pennello per la
resa degli incarnati, realizzando un vigore
muscolare. Un'altra novità rispetto al
modello fu l'uso delle striature d'oro.
La posa del Cristo è più sinuosa, dove la figura
intera è ancora più grave e sprofonda verso il
basso trascinata dal suo stesso peso. A
differenza della precedente il corpo non è
diviso in aree circoscritte i passaggi tra le varie
aree del corpo avviene sempre con passaggi
graduali. Il chiaroscuro crea un volume più
realistico.
Il Crocifisso di Arezzo
1270
Il Crocifisso di Santa Croce
1272
GIOTTO
Nacque da una famiglia di contadini, nel 1267 circa, a Colle di
Vespignano non lontano da Firenze. E' noto che il suo maestro
fu Cimabue, con il quale Giotto collaborò in alcune sue opere,
anche se il racconto. Importante per la sua formazione fu il
viaggio a Roma che intraprese prima di entrare a far parte del
cantiere di Assisi. A Roma si sviluppava a quel tempo
un'importante scuola pittorica. Dopo quest'esperienza Giotto
lavorò al cantiere di Assisi.
La Basilica di san
Francesco ad Assisi
si presenta a Giotto
come un
grande cantiere in
fermento, vero tempio
dell'arte, in cui si sta
realizzando una
perfetta integrazione
tra le strutture
architettoniche, le
vetrate e le
decorazioni
pittoriche. Per Giotto
quella è stata una
grande occasione per
portare avanti la sua
formazione lavorando
insieme e imparando
anche dalle opere
lasciate da chi vi
aveva lavorato prima.
LA BASILICA DI SAN
FRANCESCO D’ASSISI
LA RINUNCIA AGLI AVERI
Fu dipinta verosimilmente
tra il 1295 e il 1299. La
scena, che nella realtà si
svolse in piazza del Duomo
a Foligno, è organizzata
secondo uno schema molto
efficace di due fasce
verticali intervallate dallo
sfondo neutro: a sinistra
Pietro Bernardone, il
padre di Francesco.
Dall'altra parte san
Francesco spogliato che
prega asceticamente verso
la mano di Dio benedicente
che appare tra le nuvole.
LA CROCE DI SANTA MARIA NOVELLA
È il primo soggetto che Giotto affronta in
maniera rivoluzionaria, in contrasto con
l'iconografia ormai canonizzata da
Giunta Pisano . Giotto invece dipinse
il corpo morto in maniera verticale,
con le gambe piegate che ne fanno
intuire tutto il peso. La forma non più
nobilitata dai consueti stilemi divenne
così assolutamente umana e popolare.
Solo l'aureola ricorda la sua natura
divina, ma mostra le sembianze di un
uomo umile realmente sofferente,
con il quale l'osservatore potesse
confrontare le sue pene.
CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI
Enrico Scrovegni, banchiere di
Padova, acquistò il terreno
dell'antica arena romana
e nel 1301 cominciò la
costruzione di un sontuoso
Palazzo, di cui la cappella era
l'oratorio privato, destinato un
giorno ad accogliere la tomba
sua e di sua moglie. Giotto
dipinse l'intera superficie con
un progetto iconografico e
decorativo unitario, ispirato
da un teologo agostiniano di
raffinata competenza.
COMPIANTO SUL CRISTO
MORTO
La scena, la più drammatica dell'intero
ciclo e una delle più celebri. Gesù è
adagiato in basso a sinistra, stretto
dalla madre che avvicina il proprio viso
a quello del figlio. Tutta una serie di
linee di sguardi e di forza dirigono
l'attenzione dello spettatore su questo
angolo. L'unico addolcimento è dato dal
concerto di colori pastello,
estremamente raffinato, che orchestra i
toni delle vesti, con una diversa
incidenza luminosa che arriva, negli
esempi più eclatanti, ad effetti di
cangiantismo cromatico: tali finezze
testimoniano come questa scena,
pressoché al centro della parete, fosse
una delle più curate del ciclo.
MADONNA DI OGNISSANTI
La Madonna e il Bambino hanno
un volume solido, ben sviluppato
in plasticità, dal netto contrasto
tra ombre e lumeggiature. Raffinati
sono i colori, come il bianco
madreperlaceo della veste, il blu
di lapislazzuli del manto, il rosso
intenso della fodera. Maria è una
matrona che, in maniera del tutto
originale, accenna quasi un sorriso,
dischiudendo appena le labbra e
mostrando da uno spiraglio i denti
bianchi. Le figure sono incorniciate da
un raffinato trono cuspidato, creato
secondo una prospettiva intuitiva ma
efficace, che accentua la profondità
spaziale, nonostante il fondo oro.
SIMONE MARTINI
Simone Martini nacque a Siena nel 1284 circa. a presenza nella pittura di
Simone, già nelle sue opere più precoci giunte sino a noi, anche di elementi
non ducceschi lascia presumere che il tirocinio del pittore sia stato
arricchito anche da esperienze diverse. Innanzitutto, in Simone si coglie
una particolare sensibilità per la resa plastica delle figure umane,
sicuramente maggiore di quanto non fosse nella coeva pittura senese e in
quella di Duccio in particolare, il che rende ipotizzabile un contatto, già in
età giovanile, con le novità giottesche.
LA MAESTÀ DEL PALAZZO
PUBBLICO DI SIENA
L’affresco dipinto nel 1312-1315 nella sala del Consiglio del Palazzo
Pubblico di Siena, è una sorta di omaggio alla Maestà del Duomo di Duccio
di Buoninsegna, dalla quale riprende l'impostazione, l'uso di una fonte di
luce unica per la resa dei chiaroscuri, l'uso di una prospettiva diretta
piuttosto che inversa, e l'angolazione variabile con cui sono rappresentati i
personaggi ,caratteristiche queste ultime che Duccio stesso aveva ripreso
da Giotto. In quest'opera Simone mostra di differenziarsi in maniera
dalla pittura a lui precedente. La Madonna è più austera, aristocraticamente
distaccata e non guarda lo spettatore. Tutti i volti hanno un realismo mai
visto prima, Le dita delle mani sono differenziate ingentilendone il tocco. Le
aureole sono rese in rilievo con la novità della punzonatura.
L'ANNUNCIAZIONE
L'ultima opera del periodo senese di Simone Martini nel 1333 eseguita
assieme al cognato Lippo Memmi. delle opere più vicine al gotico
transalpino. L'immagine si svolge tutta in un raffinato gioco di linee
sinuose in superficie. La Vergine si ritrae chiudendosi il manto. L'angelo ha
un movimento slanciato, concentrato sul messaggio che sta consegnando
alla Vergine. la tavola è impreziosita da particolari di rara bellezza, come il
vaso dorato .Lo spazio è come compresso nella terza dimensione, uno
spazio alluso che è un nuovo elemento del linguaggio di quest'artista.
AMBROGIO
LORENZETTI
Ambrogio Lorenzetti nato a
Siena nel 1290 circa e morto a
Siena nel 1348 è stato un pittore
italiano. Fu uno dei maestri
della scuola senese del Trecento.
Fratello minore di Pietro Lorenzetti, fu
attivo dal 1319 al 1348 e si distinse
soprattutto per la forte
componente allegorica e
complessa simbologia delle sue opere
mature e per la profonda umanità dei
soggetti rappresentati e dei loro
rapporti.
BUONO GOVERNO
Dipinta nel 1338-1339 nella Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena Sulla
parete di fondo della sala si trova l'Allegoria del Buon Governo dove ogni
aspetto del governo e le virtù loro ispiratrici sono rappresentati da figure
umane. Tutte queste figure interagiscono secondo un preciso ordine a
rappresentare una scena assai complessa. Sulla parete di destra è presente
l'Allegoria degli Effetti del Buon Governo in Città e Campagna, con una
rappresentazione allegorica del lavoro produttivo. Sulla parete sinistra è
presente l'Allegoria del Cattivo Governo, con personificazioni degli aspetti
del malgoverno e dei vizi e dei suoi effetti in città e campagna.
ANNUNCIAZIONE
è un dipinto a tempera e oro su tavola firmato e datato al 1344, e
conservato nella Pinacoteca Nazionale di Siena. l'artista sceglie
di rappresentare il momento emotivamente più profondo
discostandosi dalla rappresentazione convenzionale
dell’Annunciazione. la spiegazione dell'Angelo su come il
concepimento potesse avvenire, l'accettazione di Maria e il
concepimento stesso. Egli costruisce una prospettiva con un
punto di fuga unico.
I volti dell’Angelo e
di Maria sono rese secondo le
inconfondibili fisionomie di
quest'artista. I chiaroscuri dei
volti e del panneggio
mostrano le influenze
giottesche che Ambrogio
Lorenzetti aveva acquisito
negli anni di permanenza a
Firenze (prima del 1332).
SCULTURA TRA MEDIOEVO
E RINASCIMENTO
DONATELLO
Donato di Niccolò di Betto Bardi, meglio noto come Donatello,
nasce a Firenze nel 1386. Scultore, orafo e anche disegnatore, è
considerato uno dei padri del Rinascimento italiano, insieme con
l'amico Filippo Brunelleschi e con il Masaccio, oltre che creatore
e massimo rappresentante del classicismo umanistico fiorentino.
Della sua formazione si può affermare che nel 1403 è alle
dipendenze dell'orafo e scultore Lorenzo Ghiberti, nella sua
bottega. Nel 1407 lo scultore lavora al fianco di Nanni di Banco,
per committenza dell'Opera del Duomo, ad una serie di statue in
cui è evidente il tentativo da parte di entrambi di superare e
rinnovare il linguaggio gotico e tardo-gotico allora imperante
nell'arte fiorentina.
Gli anni che vanno tra
il 1404 e il 1408 sono
molto importanti per
l'artista fiorentino.
Oltre a prendere parte
ai lavori architettonici e
scultorei del Duomo
fiorentino, del
Campanile e
dell'Orsanmichele,
compie dei fruttuosi
viaggi a Roma insieme
con Filippo
Brunelleschi. Entrambi
rimangono affascinati
dall'arte e antica. Tra i
due si andava
instaurando un intenso
rapporto di amicizia ed
il soggiorno romano fu
cruciale per le vicende
artistiche di entrambi.
Essi poterono
osservare i copiosi
resti antichi, copiarli e
studiarli per trarre
ispirazione.
DUOMO FIORENTINO
SAN GIOVANNI EVANGELISTA
E una scultura di Donatello in marmo
scolpita per l'antica facciata
del Duomo di Firenze ed oggi
custodita nel Museo dell'Opera del
Duomo. Risale al 1408-1415 e fu, con
la sua carica di energia trattenuta, il
modello più diretto per
il Mosè di Michelangelo. Il santo è
rappresentato seduto, con il tipico
attributo del libro tenuto in piedi su una
gamba dalla mano sinistra. Il
panneggio crea forti effetti
di chiaroscuro, con ampie pieghe,
soprattutto nella parte inferiore, che
accrescono il senso del volume. Le
spalle sono curve, le braccia sono
inerti, il busto è costituito da una
calotta semicircolare. Risaltano le
potenti mani,scolpite al punto da
essere vere.
La testa, barbuta e con i capelli ricci, chinata verso destra
con uno sguardo fisso e intenso, creando un senso di energia
trattenuta tipico delle migliori opere di Donatello, come il San Marco
e il San Giorgio, scolpite proprio in quegli anni. La posizione delle folte
sopracciglia creano un'espressione contratta e concentrata sottolineata
anche dalla profonda ruga orizzontale sulla fronte e dalla bocca serrata.
CROCIFISSO DI SANTA CROCE
Il Cristo raffigurato
nel Crocifisso che si
trova nella Basilica di
Santa Croce a Firenze
è chiamato anche
Cristo contadino per
via del suo crudo
realismo. Infatti, Filippo
Brunelleschi che criticò
l’eccessivo realismo
direttamente a
Donatello.La tecnica è
ancora quella
medioevale del legno
dipinto policromo.
Il volto ha un’espressione sgraziata e i lineamenti
contratti,la bocca dischiusa e le palpebre semiaperte
contribuiscono a rendere il senso di sofferenza.
Non sono rispettate nemmeno le proporzioni classiche
infatti la testa risulta leggermente sovradimensionata.
Il modellato del corpo è molto sviluppato.
Pare che la contrazione di un corpo
morente lo stia inarcando sacrificando una
resa più armonica e classica del
soggetto. Le braccia forti e muscolose
avvertono la tensione della posizione del
corpo.
Le gambe forti si tendono in avanti.
Nell’insieme il corpo non possiede una
linearità idealizzata e elegante come nello
stile tardo gotico del quale fu esponente
Ghiberti.
CONFRONTO CROCIFISSO
 E attento alle proporzioni,
all’eleganza, alla nobiltà
dell’uomo cioè una concezione
intellettuale in cui l’uomo è al
centro del mondo.
 Decide di studiare l’uomo
partendo dalla vita terrena.
 L’utilizzo di dettagli rendono il
crocifisso più attento alla realtà,
all’anatomia.
BRUNELESCHI DONATELLO
ORSANMICHELE
L' edificio di Orsanmichele a Firenze, di origine medievale, era un
antico mercato cittadino. Agli inizi del '400 la Signoria di Firenze decise
di trasformarlo nella chiesa rappresentativa delle corporazioni. Ogni
Arte venne incaricata di costruire una nicchia sul fianco dell'edificio e
ornarla con un tabernacolo contenente la statue del rispettivo santo
patrono. Donatello fu incaricato di eseguire alcune statue per
Orsanmichele, tra le quali il San Marco e San Giorgio.Le statue, oltre
al significato religioso, funzionavano anche come una sorta di
"pubblicità" per i prodotti dell'Arte.
 Il San Giorgio, è il patrono
dei corazzai e degli spadai:
quindi rappresentato
in armatura e nella mano
sinistra doveva reggere
una spada.
 Il San Marco come riferimento
ai linaioli è rappresentato in
piedi sopra un cuscino.
SAN GIORGIO SAN MARCO
DONATELLO A PADOVA
Nel 1443 egli era costretto a lasciare la sua bottega
fiorentina, poiché situata nel quartiere mediceo, dove stava
per sorgere il palazzo Medici, che ne richiese la demolizione
.L'ipotesi è che Donatello si fosse trasferito a Padova,
quell’anno, su invito del ricco banchiere fiorentino in
esilio Palla Strozzi.
CROCIFISSO BRONZEO
Realizzato nel 1447, nella chiesa di S.Antonio , viene considerato come il
primo nudo a grandezza naturale del Rinascimento ed è uno dei crocifissi più
belli mai realizzati.
Donatello interpreta il tema della crocifissione in modo
audace: Cristo è nudo, a grandezza naturale e
rappresentato con un profondo sentimento umano,
agonizzante sulla croce. Lo stato di sofferenza ,molto
intenso, rappresenta una componente anticlassica che
deriva dalla tradizione gotica, ma alle perfette proporzioni
e alla bellezza anatomica che ricorda la scultura greca si
ricompone secondo un equilibrio classico. L'inclinazione
al realismo e al senso della tragedia viene attenuato
dall’armonia che nobilita l'immagine di Cristo.
In questo corpo perfetto appeso alla croce si
coglie il contrasto con i capelli scompigliati, il
capo reclinato e l'espressione di spossatezza
che precede la morte.
ALTARE DI SANT'ANTONIO
Era un complesso formato da un'edicola architettonica, statue e rilievi
realizzati in bronzo, pietre, dorature e mosaici creato nel 1450. Le
statue a tutto tondo sono la Madonna col Bambino, i
santi Francesco, Antonio, Giustina, Daniele, Ludovico e Pros
docimo. A queste si aggiungono i quattro rilievi con Episodi della vita di
sant'Antonio e alcuni rilievi minori, quali le formelle dei quattro simboli
degli Evangelisti e i dodici putti.
Il gruppo centrale della Madonna col Bambino forma
l'asse della composizione e ad esso si riferisce la
disposizione di tutte le altre statue dei santi.
L'immagine della Madonna deriva dall'iconografia
bizantina della in cui il bambino veniva mostrato
simbolicamente ancora nel grembo della madre e offerto
al sacrificio.
La Madonna col Bambino è assisa in trono ed è
impostata secondo una rigida frontalità che richiama la
tradizione medievale Essa è colta nel momento in cui sta
per alzarsi e mostrare il Bambino ai fedeli, che allunga una
manina benedicente. È incoronata da cherubini e festoni
con due sfingi ai lati e un rilievo di Adamo ed Eva sullo
schienale: la Vergine è come una seconda Eva che,
generando il Redentore, libera dal peccato originale.
LA MADONNA COL BAMBINO
MONUMENTO EQUESTRE AL GATTAMELATA
Nel 1443, alcuni mesi prima
dell'arrivo a Padova,morì Erasmo
da Narni, eroico condottiero
dell'esercito della
Serenissima,noto con il
soprannome Gattamelata.
Donatello venne incaricato di
realizzare il suo monumento
equestre.
Si distaccò dai tradizionali
esempi gotici delle arche
scaligere presenti in Veneto e si
riferì al Monumento romano
di Marco Aurelio, mentre per il
cavallo si ispirò agli esempi
romani dei Cavalli di San
Marco a Venezia.
Ha un'espressione concentrata, le
sopracciglia aggrottate tradiscono la
preoccupazione di chi deve guidare i suoi
uomini verso un destino incerto, ma le
mascelle e le labbra serrate indicano
anche la profonda consapevolezza e forte
determinazione di un consumato
condottiero. Le guance e le tempie
scavate, i capelli cortissimi e scompigliati
sono le caratteristiche di un uomo d'azione
energico, rude e fiero.
Il cavallo è il tipico destriero da battaglia, la
tipica andatura dell'animale è suggerita
visivamente dalle linee curve del corpo: lo
scultore lo rappresenta mentre sembra
fermarsi un attimo con uno degli zoccoli in
equilibrio su una palla di cannone.
Il monumento innalzato
su un'ala base appare
grandioso, secondo una
volontà di celebrare l'eroe
come esempio di valore,
ma riesce comunque a
mantenere un carattere
umano, soprattutto per il
forte realismo e l'assenza
di qualsiasi abbellimento
o idealizzazione.
L'insieme si iscrive in un quadrato e la linea formata dal bastone
del comando e dalla spada formano una diagonale perfetta,
mentre la mole del cavallo forma un triangolo rettangolo. La scelta
di forme così regolari determinano un'immagine di chiarezza,
rigore e razionalità.
ULTIMI ANNI A PADOVA(1453-1466)
Nel 1454 Donatello era tornato a Firenze. Il 15 novembre di quell'anno affittò una
casa con annessa bottega a magazzini in piazza del Duomo, angolo via de' Servi
dove oggi si trova una lapide.
Tra il 1453 e il 1455 realizzò la Maddalena
penitente, opera lignea del Museo
dell'Opera del Duomo verso un
superamento espressionistico del
classicismo.
Del 1453-1457 circa è il gruppo con Giuditta e
Oloferne. Il gruppo bronzeo
rappresenta Giuditta velata, che dopo aver
fatto ubriacare Oloferne, si appresta a
decapitarlo La statua, iniziata per
la Cattedrale di Siena, venne posta nel
giardino del palazzo Medici infine sistemata
a palazzo Vecchio.
VALENTINA EVANGELISTA
3F

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Architettura di ravenna (2)

  • 1.
  • 2. Esso risale alla metà del V secolo. All’esterno l’edificio è molto semplice grazie ai mattoni a vista. Gli unici motivi decorativi sono gli archetti cechi che lo percorrono tutto intorno. La cupola non è visibile dall’esterno. La costruzione presenta una pianta irregolare e quasi a croce greca , con volte a botte sui quattro bracci e una cupola all’incrocio di questi.
  • 3. All’interno è ricco di decorazioni con rivestimenti in marmi preziosi o di mosaici splendenti dove predominano il blu e il verde smeraldo. Lo spazio prospettico di alcune scene,reso grazie ai colori cangianti,simula altri ambienti che sembrano dilatare le pareti. La cupola copre il vano centrale,con un mantello blu-notte cosparso di stelle dorate. Sui 4 pennacchi sono raffigurati i simboli apocalittici degli Evangelisti. Al di sotto della cupola e nel braccio della croce posto davanti all’ingresso ci sono 2 Santi . Nella lunetta sottostante viene raffigurato il Santo martire Lorenzo.
  • 4. Venne costruita intorno al 505 da Teodorico per il culto ariano della sua gente. Si tratta di una cappella platina visto che ha tracce architettoniche con il palazzo del re ostrogoto. La costruzione presenta una pianta regolare. La basilica si suddivide in tre navate. Quella centrale è conclusa da un’abside semicilindrica e gli archi a tutto sesto che la delimitano sono sorretti da colonne.
  • 5. Le decorazioni si dividono in tre fasce distinte le pareti della navata centrale: -Palazzo di Teodorico [1]; -Due processioni : * Di Santi Martiri , a destra [2]; * Di Sante Vergini, a sinistra [3]. [1] [2] [3]
  • 6. Fu costruito per accogliere le spoglie di Teodorico. Esso è costruito in pietra d’Istria. La sua realizzazione determina Una rottura con le tecniche costruttive Tradizionali basate sull’impiego del Laterizio. Presenta una pianta decagonale con profonde arcate cieche(con superficie cruciforme). ,si imposta il massiccio corpo decagonale del piano superiore
  • 7. All’aspetto imperiale e alle tecniche costruttive romane,i conci archi e gli architravi sagomati [1], si sovrappongono decorazioni barbariche, specie nella cornice al sotto della calotta [2]. [1] [2] Si tratta di semplici disegni geometrici in successione con un motivo decorativo detto tenaglia.
  • 8. La Basilica di San Vitale è uno dei monumenti più importanti dell'arte paleocristiana in Italia, in particolar modo per la bellezza dei suoi mosaici. Fondata da Giuliano Argentario su ordine del vescovo Ecclesio, la basilica a pianta ottagonale fu consacrata nel 548 dall'arcivescovo Massimiano. La pianta della chiesa di San Vitale ha una costruzione principale formata da due ottagoni regolari concentrici ,quello più interno è circondato da archi a tutto sesto. L’entrata è composta da una costruzione rettangolare con due semicerchi posti ai lati minori. Ai lati del l’abside ci sono due costruzioni circolari.
  • 10. 1 L’imperatore Giustiniano risalta perché è situato al centro del mosaico, ha un abbigliamento ricco e appariscente diverso dalla sua corte inoltre possiede l’aureola. In mano tiene una patera d’oro. 2 I due dignitari di corte situati sinistra dell’imperatore sono messi in secondo piano. Indossano entrambi la stessa tunica. 3 I sei soldati che reggono ognuno una lancia sono messi in disparte. I primi tre,messi in primo piano, sono a figura intera e le loro gambe vengono coperte da un grande scudo, mentre gli altri tre soldati,messi in secondo piano, si intravedono soltanto. La posizione dei soldati,girati verso destra, conferisce un senso di movimento al mosaico. 4 Il clero ,messo a destra dell’imperatore,è composto da quattro personaggi: i tre, messi in primo piano , tengono in mano ognuno un oggetto sacro(croce,libro,turibolo), il quarto ,messo in secondo piano, è coperto completamente tranne il volto;a destra è rappresentato il vescovo Massimiano individuato dalla scritta posta sopra il suo capo.
  • 12. 1 L’imperatrice Teodora ,messa in primo piano,si riconosce perché è più alta,ha la veste ,dove nella parte inferiore è decorato in oro con le immagini dei tre Re Magi, e gioielli più ricchi inoltre indossa l’aureola. In mano porta il calice d’oro. 2 I due dignitari situati a sinistra dell’imperatrice,messi in secondo piano, sono entrambi vestiti di tunica bianca. Il personaggio all'estrema sinistra scosta con una mano una tenda. 3 Le due dame situate a destra dell’imperatrice sono messe in secondo piano indossano due tuniche diverse. 4 Le cinque dame all'estrema destra, delle quali tre in primo piano a figura intera e due di cui si intravedono solo le teste. Gli sguardi sono rivolti in modo più o meno diretto verso l'imperatrice, tranne quello della figura all'estrema destra, che guarda in direzione opposta.
  • 13.
  • 14. L’arte gotica si manifesta, intorno alla metà del XII secolo fino al XIV, nella Francia-settentrionale diventando un’arte nazionale. Essa si diffuse ben presto su tutta l’Europa. L’arte gotica nasce dai goti,ovvero quella popolazione barba che sconfisse l’Impero romano d’Occidente. L’arte gotica era l’arte barbarica che aveva cancellato l’arte classica fino a che questa non aveva ripreso a vivere .
  • 15. LA DEPOSIZIONE Il primo scultore gotico italiano fu Benedetto Antelami. L’opera più importante che fece fu la Disposizione del Duomo di Parma nel 1178. Quest’opera è un rilievo ,che rappresenta la deposizione di Cristo, dove la presenza dei particolari scultorei e decorativi riportano al mondo classico.
  • 16. L’ARCHITETTURA GOTICA L’architettura gotica è estremamente agile e leggera ,la caratteristica principale è che sono sviluppate verso l’alto quasi a sfidare il cielo. Schema planimetrico di una chiesa gotica:
  • 17. Le innovazioni tecniche che meglio individuano il Gotico sono: •L’arco a sesto acuto,che sostituisce quello a tutto sesto; •La volta a ogiva costolonata,che sostituisce la volta a crociera; •L’arco rampante,che sostituisce o si aggiunge al contrafforte; •Il pinnacolo,contribuisce alla staticità degli edifici; •L’esiguo spessore delle mura,che sono anche sostituite da vetrate colorate. LE INNOVAZIONI
  • 18. IL DISEGNO TECNICO D’ARCHITETTURA In un primo momento i disegni venivano tracciati a grandezza naturale sulle pareti delle cattedrali in costruzione o venivano incisi sulle pietre dei muri e dei pavimenti degli stessi edifici. Le novità sperimentate nei cantieri si trasformavano in modelli disegnati negli album dagli architetti. Il più noto è il Carnet dell’architetto Villiard Hounnecourt ,vissuto nel XIII secolo. Gli architetti gotici disegnavano con le proiezioni ortogonali.
  • 19. CARNET Esso è un taccuino composto da 33 fogli scritti e disegnati anteriormente e posteriormente al foglio. In esso Villard ha raccolto dati tecnici e grafici relativi all’arte gotica del costruire e del modo di eseguire i disegni. Foglio 1,verso Foglio 14,verso Foglio 18,verso
  • 20. LE NUOVE CATTEDRALI Sugar nel XII secolo ristrutturò l’abbazia reale di Saint-denis,vicino a Parigi,seguendo le nuove tecniche costruttive gotiche. Suger riteneva che la luminosità delle vetrate multicolori e il riflesso delle gemme e degli ori costituissero una via per arrivare a Dio,in quanto immgini terrene e visibili della luce divina.
  • 21. LA CATTEDRALE DI NOTRE- DAME A PARIGI Essa iniziò ad essere costruita nel 1160 e venne terminata nel 1163. L’edificio si compone di un ampio corpo longitudinale a cinque navate e di un coro concluso da un doppio ambulacro. Attorno al XII secolo il coro fu dotato di lunghi archi rampanti che danno l’impressione di tanti ciclopici remi per il vascello-cattedrale che sembra navigare.
  • 22. LA CATTEDRALE DI NOTRE- DAME DI CHARTRES Nel 1194 la cattedrale fu distrutta da un incendio. Essa conservava un’importante reliquia,la Tunica della Vergine ,per tale ragione era meta di moltissimi pellegrini. I lavori di ricostruzione della cattedrale dettero vita alla più nota delle chiese gotiche di Francia. L’edificio è a tre navate con il transetto terminante sulle testate con due enormi pareti vetrate. Il presbiterio,ampio e profondo,è caratterizzato da un doppio ambulacro. L’interno mostra un forte verticalismo.
  • 23. LA SAINTE-CHAPELLE DI PARIGI La massima espressione del Gotico rayonnant è rappresentata dalla Sainte-Chapelle edificata a Parigi tra il 1241-1246,e consacrata nel 1248. La cappella fu pensata come un prezioso scrigno monumentale reliquiario per ospitare la corona di spine e altre reliquie relative alla passione di Cristo. La cappella deve la sua disposizione su due piani. Quello inferiore avevano accesso solo i servi,in quello superiore solo il re e la corte.
  • 24. IL ROMANICO Dopo l’anno Mille l’Europa occidentale conosce un periodo di straordinario fermento innovativo. Le numerosissime e variegate esperienze artistiche europee manifestatesi tra il Mille e la fine del XII secolo sono convenzionalmente definite Romaniche. Le chiese romaniche furono un elemento di primaria importanza nel paesaggio medievale. Le tipologie adottate sono quelle basilicali consuete, a croce latina con tre o eccezionalmente cinque navate, transetto e cripta seminterrata.Ad esse si aggiunge anche il presbiterio rialzato, dovuto al fatto che le volte della cripta superano spesso il livello del pavimento della navata.
  • 25. INNOVAZIONI Nelle costruzioni romaniche il matroneo, che abbiamo visto essere stato già ampiamente impiegato anche in alcune architetture paleocristiane, bizantine e alto medioevali, diventa un elemento distintivo e quasi sempre presente. Esso consiste, in genere, in una galleria collocata sopra le volte delle navate laterali, che affaccia sulla navata centrale mediante arconi a tutto sesto o altri tipi di aperture a bifora, a trìfora o a quadrìfora. Riservato inizialmente alle sole donne, come il nome stesso suggerisce, diventò in seguito un elemento architettonico autonomo, la cui funzione era anche quella di innalzare la navata centrale e di contribuire a irrigidire l’intero edificio.
  • 26. Fra le innovazioni tecniche e le caratteristiche architettoniche del Romanico: • La volta a crociera, che sostituisce vantaggiosamente le più deperibili strutture a capriate in legno e le troppo pesanti volte a botte in muratura. • Il pilastro, che sostituisce o si affianca alla colonna. • Il contrafforte esterno, che contrasta le spinte generate dalle volte a crociera. • Il forte spessore delle murature perimetrali, che conferisce alla costruzioni la necessaria solidità. 1. Prima volta a botte. 2. Seconda volta a botte perpendicolare 3. Campata 4. Vela
  • 27. La volta a crociera è un sistema di copertura in muratura . Dal punto di vista geometrico, una volta a crociera è generata da due volte a botte uguali che si intersecano, una perpendicolarmente all’altra. Lo spazio quadrato coperto da ciascuna crociera prende il nome di campata ed è delimitato, ai quattro vertici, da altrettanti massicci pilastre in muratura. Le quattro porzioni di volte a botte risultanti dalla loro avvenuta intersezione prendono il nome di vele,in quanto la loro forma richiama proprio quella di una vela triangolare gonfiata dal vento. La stabilità di una volta a crociera impone di adottare particolari accorgimenti costruttivi. VOLTE A CROCIERA
  • 28. L’ARCHITETTURA ROMANICA IN ITALIA Nascono i comuni, “città-stato” autonome. Le case si sviluppano in altezza, perché il territorio edificabile era limitato dalle mura, che tuttavia venivano spesso abbattute e ricostruite con maggiore ampiezza. Iniziano ad essere costruite anche le prime Basiliche. . Essa nasce precisamente in Francia e poi diffondendosi in Europa fino in Italia. L’arte romanica si sviluppa nel X secolo principalmente all’interno dei territori unificati dall’impero romano. Le città e i cittadini ,borghesi, acquistano molta importanza in questo periodo.
  • 29. SANT’AMBROGIO A MILANO La chiesa è stata edificata ricostruendo e ampliando una precedente basilica fondata nel IV secolo da Ambrogio vescovo di Milano, e dedicata ai martiri perché costruita sul luogo dove erano stati sepolti i cristiani martirizzati a causa della loro fede. .
  • 30. L’INTERNO L’edificio è composto da due volumi distinti: il primo è il quadriportico, ,il secondo è la chiesa vera e propria, a cui si affiancano due campanili. Le uniche aperture verso l’esterno sono le porte di accesso al quadriportico. Questo è costituito da una corte a cielo aperto delimitata su tre lati da portici, mentre il quarto lato corrisponde alla facciata della chiesa. Il quadriportico serve poi a dar riparo ai pellegrini. La facciata a due spioventi, detta per questo “a capanna”, è composta da un portico a grandi arcate sormontato da una loggia; da questa il vescovo era solito benedire la gente .La basilica ha una pianta rettangolare.
  • 31. LA PIANTA È divisa in tre navate; quella centrale è larga il doppio delle laterali. L’edificio è sviluppato in larghezza e lunghezza piuttosto che in altezza, dando così l’impressione di essere una struttura massiccia, attaccata al terreno All’interno la luce è scarsa; penetra solo attraverso i finestroni della facciata, percorre la navata centrale e lascia nel buio quelle laterali, facilitando la preghiera e la meditazione.
  • 32. IL BATTISTERO DI FIRENZE Il battistero ricostruito nel 1059 su un edifico già esistente dell’VIII secolo,un tempio romano dedicato a Marte,presenta una semplice base ottagonale tipica della tradizione bizantina. La copertura è doppia. Ciascuna delle facce esterne si presenta Suddivisa in 3 fasce separate da 2 trabeazioni. La divisione in verticale è ottenuta grazie al doppio ordine di paraste che sorreggono 3 archi ciechi i quali inquadrano 3 finestre a edicola.
  • 33. L’INTERNO LA PIANTA All’interno vi è un’altra cupola a padiglione a sesto acuto costituita da 8 spicchi coperti di mosaici. La sommità dell’edificio si conclude con una lanterna di marmo bianco. La copertura è sostenuta da 8 colonnine e 8 facce vetrate. Ciascuna delle 8 pareti è tripartita da colonne con fusto liscio sormontate da capitelli dorati. Questi sorreggono una trabeazione perimetrale che sostiene l’aggetto di un loggiato. Esso corrisponde alle trifore intarsiate all’esterno delle 8 facce,è scandito all’interno di colonne a fusto liscio coronate da capitelli ionici con l’abaco composto da un pulvino a gola e di lesene scanalate.
  • 34. PITTURA MEDIEVALE IN ITALIA XIII XIV SECOLO D.C.
  • 35. CIMABUE Cimabue nacque a Firenze nel 1240 circa. Presente a Roma nel 1272; incaricato di realizzare un cartone per il mosaico del catino absidale del Duomo di Pisa il 1º novembre 1301; morto a Pisa nel 1302. Da queste pochissime informazioni i critici e gli storici dell'arte hanno ricostruito, non senza controversie e incertezze, il catalogo delle opere. Inoltre è stato il maestro di Giotto.
  • 36. LA MAESTÀ DEL LOUVRE Essa è stata creata nel 1280 nella chiesa di San Francesco a Pisa. In questa opera è amplificata la maestosità, tramite un più ampio campo attorno alla Madonna Il trono è disegnato con un'assonometria e quindi collocato nello spazio, anche se rimane poco profondo e gli angeli sono disposti ritmicamente attorno alla divinità secondo precisi schemi, senza interesse ad una reale disposizione nello spazio, infatti levitano l'uno sopra l'altro.
  • 37. I CROCIFISSI Cimabue riprese laCrocifissione con il Christus patiens dipinte verso il 1250 da Giunta Pisano, ma aggiornò l'iconografia arcuando il corpo del Cristo. Usò filamenti distesi con il pennello per la resa degli incarnati, realizzando un vigore muscolare. Un'altra novità rispetto al modello fu l'uso delle striature d'oro. La posa del Cristo è più sinuosa, dove la figura intera è ancora più grave e sprofonda verso il basso trascinata dal suo stesso peso. A differenza della precedente il corpo non è diviso in aree circoscritte i passaggi tra le varie aree del corpo avviene sempre con passaggi graduali. Il chiaroscuro crea un volume più realistico. Il Crocifisso di Arezzo 1270 Il Crocifisso di Santa Croce 1272
  • 38. GIOTTO Nacque da una famiglia di contadini, nel 1267 circa, a Colle di Vespignano non lontano da Firenze. E' noto che il suo maestro fu Cimabue, con il quale Giotto collaborò in alcune sue opere, anche se il racconto. Importante per la sua formazione fu il viaggio a Roma che intraprese prima di entrare a far parte del cantiere di Assisi. A Roma si sviluppava a quel tempo un'importante scuola pittorica. Dopo quest'esperienza Giotto lavorò al cantiere di Assisi.
  • 39. La Basilica di san Francesco ad Assisi si presenta a Giotto come un grande cantiere in fermento, vero tempio dell'arte, in cui si sta realizzando una perfetta integrazione tra le strutture architettoniche, le vetrate e le decorazioni pittoriche. Per Giotto quella è stata una grande occasione per portare avanti la sua formazione lavorando insieme e imparando anche dalle opere lasciate da chi vi aveva lavorato prima. LA BASILICA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI
  • 40. LA RINUNCIA AGLI AVERI Fu dipinta verosimilmente tra il 1295 e il 1299. La scena, che nella realtà si svolse in piazza del Duomo a Foligno, è organizzata secondo uno schema molto efficace di due fasce verticali intervallate dallo sfondo neutro: a sinistra Pietro Bernardone, il padre di Francesco. Dall'altra parte san Francesco spogliato che prega asceticamente verso la mano di Dio benedicente che appare tra le nuvole.
  • 41. LA CROCE DI SANTA MARIA NOVELLA È il primo soggetto che Giotto affronta in maniera rivoluzionaria, in contrasto con l'iconografia ormai canonizzata da Giunta Pisano . Giotto invece dipinse il corpo morto in maniera verticale, con le gambe piegate che ne fanno intuire tutto il peso. La forma non più nobilitata dai consueti stilemi divenne così assolutamente umana e popolare. Solo l'aureola ricorda la sua natura divina, ma mostra le sembianze di un uomo umile realmente sofferente, con il quale l'osservatore potesse confrontare le sue pene.
  • 42. CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI Enrico Scrovegni, banchiere di Padova, acquistò il terreno dell'antica arena romana e nel 1301 cominciò la costruzione di un sontuoso Palazzo, di cui la cappella era l'oratorio privato, destinato un giorno ad accogliere la tomba sua e di sua moglie. Giotto dipinse l'intera superficie con un progetto iconografico e decorativo unitario, ispirato da un teologo agostiniano di raffinata competenza.
  • 43. COMPIANTO SUL CRISTO MORTO La scena, la più drammatica dell'intero ciclo e una delle più celebri. Gesù è adagiato in basso a sinistra, stretto dalla madre che avvicina il proprio viso a quello del figlio. Tutta una serie di linee di sguardi e di forza dirigono l'attenzione dello spettatore su questo angolo. L'unico addolcimento è dato dal concerto di colori pastello, estremamente raffinato, che orchestra i toni delle vesti, con una diversa incidenza luminosa che arriva, negli esempi più eclatanti, ad effetti di cangiantismo cromatico: tali finezze testimoniano come questa scena, pressoché al centro della parete, fosse una delle più curate del ciclo.
  • 44. MADONNA DI OGNISSANTI La Madonna e il Bambino hanno un volume solido, ben sviluppato in plasticità, dal netto contrasto tra ombre e lumeggiature. Raffinati sono i colori, come il bianco madreperlaceo della veste, il blu di lapislazzuli del manto, il rosso intenso della fodera. Maria è una matrona che, in maniera del tutto originale, accenna quasi un sorriso, dischiudendo appena le labbra e mostrando da uno spiraglio i denti bianchi. Le figure sono incorniciate da un raffinato trono cuspidato, creato secondo una prospettiva intuitiva ma efficace, che accentua la profondità spaziale, nonostante il fondo oro.
  • 45. SIMONE MARTINI Simone Martini nacque a Siena nel 1284 circa. a presenza nella pittura di Simone, già nelle sue opere più precoci giunte sino a noi, anche di elementi non ducceschi lascia presumere che il tirocinio del pittore sia stato arricchito anche da esperienze diverse. Innanzitutto, in Simone si coglie una particolare sensibilità per la resa plastica delle figure umane, sicuramente maggiore di quanto non fosse nella coeva pittura senese e in quella di Duccio in particolare, il che rende ipotizzabile un contatto, già in età giovanile, con le novità giottesche.
  • 46. LA MAESTÀ DEL PALAZZO PUBBLICO DI SIENA L’affresco dipinto nel 1312-1315 nella sala del Consiglio del Palazzo Pubblico di Siena, è una sorta di omaggio alla Maestà del Duomo di Duccio di Buoninsegna, dalla quale riprende l'impostazione, l'uso di una fonte di luce unica per la resa dei chiaroscuri, l'uso di una prospettiva diretta piuttosto che inversa, e l'angolazione variabile con cui sono rappresentati i personaggi ,caratteristiche queste ultime che Duccio stesso aveva ripreso da Giotto. In quest'opera Simone mostra di differenziarsi in maniera dalla pittura a lui precedente. La Madonna è più austera, aristocraticamente distaccata e non guarda lo spettatore. Tutti i volti hanno un realismo mai visto prima, Le dita delle mani sono differenziate ingentilendone il tocco. Le aureole sono rese in rilievo con la novità della punzonatura.
  • 47. L'ANNUNCIAZIONE L'ultima opera del periodo senese di Simone Martini nel 1333 eseguita assieme al cognato Lippo Memmi. delle opere più vicine al gotico transalpino. L'immagine si svolge tutta in un raffinato gioco di linee sinuose in superficie. La Vergine si ritrae chiudendosi il manto. L'angelo ha un movimento slanciato, concentrato sul messaggio che sta consegnando alla Vergine. la tavola è impreziosita da particolari di rara bellezza, come il vaso dorato .Lo spazio è come compresso nella terza dimensione, uno spazio alluso che è un nuovo elemento del linguaggio di quest'artista.
  • 48. AMBROGIO LORENZETTI Ambrogio Lorenzetti nato a Siena nel 1290 circa e morto a Siena nel 1348 è stato un pittore italiano. Fu uno dei maestri della scuola senese del Trecento. Fratello minore di Pietro Lorenzetti, fu attivo dal 1319 al 1348 e si distinse soprattutto per la forte componente allegorica e complessa simbologia delle sue opere mature e per la profonda umanità dei soggetti rappresentati e dei loro rapporti.
  • 49. BUONO GOVERNO Dipinta nel 1338-1339 nella Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena Sulla parete di fondo della sala si trova l'Allegoria del Buon Governo dove ogni aspetto del governo e le virtù loro ispiratrici sono rappresentati da figure umane. Tutte queste figure interagiscono secondo un preciso ordine a rappresentare una scena assai complessa. Sulla parete di destra è presente l'Allegoria degli Effetti del Buon Governo in Città e Campagna, con una rappresentazione allegorica del lavoro produttivo. Sulla parete sinistra è presente l'Allegoria del Cattivo Governo, con personificazioni degli aspetti del malgoverno e dei vizi e dei suoi effetti in città e campagna.
  • 50. ANNUNCIAZIONE è un dipinto a tempera e oro su tavola firmato e datato al 1344, e conservato nella Pinacoteca Nazionale di Siena. l'artista sceglie di rappresentare il momento emotivamente più profondo discostandosi dalla rappresentazione convenzionale dell’Annunciazione. la spiegazione dell'Angelo su come il concepimento potesse avvenire, l'accettazione di Maria e il concepimento stesso. Egli costruisce una prospettiva con un punto di fuga unico. I volti dell’Angelo e di Maria sono rese secondo le inconfondibili fisionomie di quest'artista. I chiaroscuri dei volti e del panneggio mostrano le influenze giottesche che Ambrogio Lorenzetti aveva acquisito negli anni di permanenza a Firenze (prima del 1332).
  • 51. SCULTURA TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO
  • 52. DONATELLO Donato di Niccolò di Betto Bardi, meglio noto come Donatello, nasce a Firenze nel 1386. Scultore, orafo e anche disegnatore, è considerato uno dei padri del Rinascimento italiano, insieme con l'amico Filippo Brunelleschi e con il Masaccio, oltre che creatore e massimo rappresentante del classicismo umanistico fiorentino. Della sua formazione si può affermare che nel 1403 è alle dipendenze dell'orafo e scultore Lorenzo Ghiberti, nella sua bottega. Nel 1407 lo scultore lavora al fianco di Nanni di Banco, per committenza dell'Opera del Duomo, ad una serie di statue in cui è evidente il tentativo da parte di entrambi di superare e rinnovare il linguaggio gotico e tardo-gotico allora imperante nell'arte fiorentina.
  • 53. Gli anni che vanno tra il 1404 e il 1408 sono molto importanti per l'artista fiorentino. Oltre a prendere parte ai lavori architettonici e scultorei del Duomo fiorentino, del Campanile e dell'Orsanmichele, compie dei fruttuosi viaggi a Roma insieme con Filippo Brunelleschi. Entrambi rimangono affascinati dall'arte e antica. Tra i due si andava instaurando un intenso rapporto di amicizia ed il soggiorno romano fu cruciale per le vicende artistiche di entrambi. Essi poterono osservare i copiosi resti antichi, copiarli e studiarli per trarre ispirazione. DUOMO FIORENTINO
  • 54. SAN GIOVANNI EVANGELISTA E una scultura di Donatello in marmo scolpita per l'antica facciata del Duomo di Firenze ed oggi custodita nel Museo dell'Opera del Duomo. Risale al 1408-1415 e fu, con la sua carica di energia trattenuta, il modello più diretto per il Mosè di Michelangelo. Il santo è rappresentato seduto, con il tipico attributo del libro tenuto in piedi su una gamba dalla mano sinistra. Il panneggio crea forti effetti di chiaroscuro, con ampie pieghe, soprattutto nella parte inferiore, che accrescono il senso del volume. Le spalle sono curve, le braccia sono inerti, il busto è costituito da una calotta semicircolare. Risaltano le potenti mani,scolpite al punto da essere vere.
  • 55. La testa, barbuta e con i capelli ricci, chinata verso destra con uno sguardo fisso e intenso, creando un senso di energia trattenuta tipico delle migliori opere di Donatello, come il San Marco e il San Giorgio, scolpite proprio in quegli anni. La posizione delle folte sopracciglia creano un'espressione contratta e concentrata sottolineata anche dalla profonda ruga orizzontale sulla fronte e dalla bocca serrata.
  • 56. CROCIFISSO DI SANTA CROCE Il Cristo raffigurato nel Crocifisso che si trova nella Basilica di Santa Croce a Firenze è chiamato anche Cristo contadino per via del suo crudo realismo. Infatti, Filippo Brunelleschi che criticò l’eccessivo realismo direttamente a Donatello.La tecnica è ancora quella medioevale del legno dipinto policromo.
  • 57. Il volto ha un’espressione sgraziata e i lineamenti contratti,la bocca dischiusa e le palpebre semiaperte contribuiscono a rendere il senso di sofferenza. Non sono rispettate nemmeno le proporzioni classiche infatti la testa risulta leggermente sovradimensionata. Il modellato del corpo è molto sviluppato. Pare che la contrazione di un corpo morente lo stia inarcando sacrificando una resa più armonica e classica del soggetto. Le braccia forti e muscolose avvertono la tensione della posizione del corpo. Le gambe forti si tendono in avanti. Nell’insieme il corpo non possiede una linearità idealizzata e elegante come nello stile tardo gotico del quale fu esponente Ghiberti.
  • 58. CONFRONTO CROCIFISSO  E attento alle proporzioni, all’eleganza, alla nobiltà dell’uomo cioè una concezione intellettuale in cui l’uomo è al centro del mondo.  Decide di studiare l’uomo partendo dalla vita terrena.  L’utilizzo di dettagli rendono il crocifisso più attento alla realtà, all’anatomia. BRUNELESCHI DONATELLO
  • 59. ORSANMICHELE L' edificio di Orsanmichele a Firenze, di origine medievale, era un antico mercato cittadino. Agli inizi del '400 la Signoria di Firenze decise di trasformarlo nella chiesa rappresentativa delle corporazioni. Ogni Arte venne incaricata di costruire una nicchia sul fianco dell'edificio e ornarla con un tabernacolo contenente la statue del rispettivo santo patrono. Donatello fu incaricato di eseguire alcune statue per Orsanmichele, tra le quali il San Marco e San Giorgio.Le statue, oltre al significato religioso, funzionavano anche come una sorta di "pubblicità" per i prodotti dell'Arte.
  • 60.  Il San Giorgio, è il patrono dei corazzai e degli spadai: quindi rappresentato in armatura e nella mano sinistra doveva reggere una spada.  Il San Marco come riferimento ai linaioli è rappresentato in piedi sopra un cuscino. SAN GIORGIO SAN MARCO
  • 61. DONATELLO A PADOVA Nel 1443 egli era costretto a lasciare la sua bottega fiorentina, poiché situata nel quartiere mediceo, dove stava per sorgere il palazzo Medici, che ne richiese la demolizione .L'ipotesi è che Donatello si fosse trasferito a Padova, quell’anno, su invito del ricco banchiere fiorentino in esilio Palla Strozzi.
  • 62. CROCIFISSO BRONZEO Realizzato nel 1447, nella chiesa di S.Antonio , viene considerato come il primo nudo a grandezza naturale del Rinascimento ed è uno dei crocifissi più belli mai realizzati. Donatello interpreta il tema della crocifissione in modo audace: Cristo è nudo, a grandezza naturale e rappresentato con un profondo sentimento umano, agonizzante sulla croce. Lo stato di sofferenza ,molto intenso, rappresenta una componente anticlassica che deriva dalla tradizione gotica, ma alle perfette proporzioni e alla bellezza anatomica che ricorda la scultura greca si ricompone secondo un equilibrio classico. L'inclinazione al realismo e al senso della tragedia viene attenuato dall’armonia che nobilita l'immagine di Cristo. In questo corpo perfetto appeso alla croce si coglie il contrasto con i capelli scompigliati, il capo reclinato e l'espressione di spossatezza che precede la morte.
  • 63. ALTARE DI SANT'ANTONIO Era un complesso formato da un'edicola architettonica, statue e rilievi realizzati in bronzo, pietre, dorature e mosaici creato nel 1450. Le statue a tutto tondo sono la Madonna col Bambino, i santi Francesco, Antonio, Giustina, Daniele, Ludovico e Pros docimo. A queste si aggiungono i quattro rilievi con Episodi della vita di sant'Antonio e alcuni rilievi minori, quali le formelle dei quattro simboli degli Evangelisti e i dodici putti.
  • 64. Il gruppo centrale della Madonna col Bambino forma l'asse della composizione e ad esso si riferisce la disposizione di tutte le altre statue dei santi. L'immagine della Madonna deriva dall'iconografia bizantina della in cui il bambino veniva mostrato simbolicamente ancora nel grembo della madre e offerto al sacrificio. La Madonna col Bambino è assisa in trono ed è impostata secondo una rigida frontalità che richiama la tradizione medievale Essa è colta nel momento in cui sta per alzarsi e mostrare il Bambino ai fedeli, che allunga una manina benedicente. È incoronata da cherubini e festoni con due sfingi ai lati e un rilievo di Adamo ed Eva sullo schienale: la Vergine è come una seconda Eva che, generando il Redentore, libera dal peccato originale. LA MADONNA COL BAMBINO
  • 65. MONUMENTO EQUESTRE AL GATTAMELATA Nel 1443, alcuni mesi prima dell'arrivo a Padova,morì Erasmo da Narni, eroico condottiero dell'esercito della Serenissima,noto con il soprannome Gattamelata. Donatello venne incaricato di realizzare il suo monumento equestre. Si distaccò dai tradizionali esempi gotici delle arche scaligere presenti in Veneto e si riferì al Monumento romano di Marco Aurelio, mentre per il cavallo si ispirò agli esempi romani dei Cavalli di San Marco a Venezia.
  • 66. Ha un'espressione concentrata, le sopracciglia aggrottate tradiscono la preoccupazione di chi deve guidare i suoi uomini verso un destino incerto, ma le mascelle e le labbra serrate indicano anche la profonda consapevolezza e forte determinazione di un consumato condottiero. Le guance e le tempie scavate, i capelli cortissimi e scompigliati sono le caratteristiche di un uomo d'azione energico, rude e fiero. Il cavallo è il tipico destriero da battaglia, la tipica andatura dell'animale è suggerita visivamente dalle linee curve del corpo: lo scultore lo rappresenta mentre sembra fermarsi un attimo con uno degli zoccoli in equilibrio su una palla di cannone.
  • 67. Il monumento innalzato su un'ala base appare grandioso, secondo una volontà di celebrare l'eroe come esempio di valore, ma riesce comunque a mantenere un carattere umano, soprattutto per il forte realismo e l'assenza di qualsiasi abbellimento o idealizzazione. L'insieme si iscrive in un quadrato e la linea formata dal bastone del comando e dalla spada formano una diagonale perfetta, mentre la mole del cavallo forma un triangolo rettangolo. La scelta di forme così regolari determinano un'immagine di chiarezza, rigore e razionalità.
  • 68. ULTIMI ANNI A PADOVA(1453-1466) Nel 1454 Donatello era tornato a Firenze. Il 15 novembre di quell'anno affittò una casa con annessa bottega a magazzini in piazza del Duomo, angolo via de' Servi dove oggi si trova una lapide. Tra il 1453 e il 1455 realizzò la Maddalena penitente, opera lignea del Museo dell'Opera del Duomo verso un superamento espressionistico del classicismo. Del 1453-1457 circa è il gruppo con Giuditta e Oloferne. Il gruppo bronzeo rappresenta Giuditta velata, che dopo aver fatto ubriacare Oloferne, si appresta a decapitarlo La statua, iniziata per la Cattedrale di Siena, venne posta nel giardino del palazzo Medici infine sistemata a palazzo Vecchio.