L’infezione da HPV è estremamente frequente nella popolazione generale: si stima, infatti, che almeno il 75% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della propria vita con un virus HPV.
L’Istituto Superiore di Sanità stima che il 65-70% dei soggetti di sesso maschile contrae un’infezione con uno o più ceppi di HPV (oncogeni o non).
Nei decenni numerosi farmaci e vaccini sono stati introdotti e ritirati a seguito delle avversioni riscontrate; molte volte la dimostrazione della loro dannosità è avvenuta dopo anni di lotte e di preconcetti istituzionali.
Per questo motivo esistono dei dubbi sui vaccini infantili che meritano un'attenta ed approfondita valutazione.
Se i casi di gravi reazioni ai vaccini sono presenti in Italia come in tutto il mondo, perché le aziende che li producono non ci avvisano dei possibili rischi attraverso i foglietti illustrativi o informando i pediatri?
Se sono necessari, perché risultano obbligatori solo in Italia a differenza degli altri paesi nel mondo?
Perché le aziende ASL toscane mettono pressioni con numerosi solleciti affinchè si eseguano le vaccinazioni, mancando di informare che non sono più obbligatorie?
Perchè le aziende farmaceutiche hanno declinato ogni responsabilità penale sui vaccini prodotti, scaricandola di fatto sullo Stato?
Uso ed abuso dei farmaci - Aderenza alla terapia nell'utilizzo dei vacciniDigital for Academy
Il seminario dello scorso 17 Aprile 2015 ha affrontato i temi dell’aderenza alla terapia e dell’appropriatezza prescrittiva toccando, tra le varie specialità aziendali, l’antibiotico terapia, i vaccini, la farmacogenetica e il suo uso nelle cure psichiatriche. Sono state inoltre analizzate delle possibili strategie digitali che consentano a medici, farmacisti e aziende di scegliere la cura più adatta per una determinata patologia e che agevolino il paziente nel seguirla al meglio.
Presentazione del dott. José Alfredo Lapinet, Medical Director Vaccines - GlaxoSmithKline Italy.
MST - Malattie sessualmente trasmesse - Piccolo Manuale - Provincia di Romavideo_roma
Un magazine rivolto agli studenti delle superiori per dare informazioni sull' Aids e le malattie sessualmente trasmesse e per dare spunti di riflessione per una sessualità consapevole.
Lezione 4.3 del Progetto "L'Ospedale Va a Scuola" a cura dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con l'Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente.
4.1.1 la scienza ha avviato la risoluzione della pandemiaLOspedaleVaaScuola
Lezione 4.1.1 del Progetto "L'Ospedale Va a Scuola" a cura dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con l'Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente.
Lezione numero 4.2 del progetto "L'Ospedale Va a Scuola" a cura dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con l'Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente.
L’infezione da HPV è estremamente frequente nella popolazione generale: si stima, infatti, che almeno il 75% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della propria vita con un virus HPV.
L’Istituto Superiore di Sanità stima che il 65-70% dei soggetti di sesso maschile contrae un’infezione con uno o più ceppi di HPV (oncogeni o non).
Nei decenni numerosi farmaci e vaccini sono stati introdotti e ritirati a seguito delle avversioni riscontrate; molte volte la dimostrazione della loro dannosità è avvenuta dopo anni di lotte e di preconcetti istituzionali.
Per questo motivo esistono dei dubbi sui vaccini infantili che meritano un'attenta ed approfondita valutazione.
Se i casi di gravi reazioni ai vaccini sono presenti in Italia come in tutto il mondo, perché le aziende che li producono non ci avvisano dei possibili rischi attraverso i foglietti illustrativi o informando i pediatri?
Se sono necessari, perché risultano obbligatori solo in Italia a differenza degli altri paesi nel mondo?
Perché le aziende ASL toscane mettono pressioni con numerosi solleciti affinchè si eseguano le vaccinazioni, mancando di informare che non sono più obbligatorie?
Perchè le aziende farmaceutiche hanno declinato ogni responsabilità penale sui vaccini prodotti, scaricandola di fatto sullo Stato?
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Il seminario dello scorso 17 Aprile 2015 ha affrontato i temi dell’aderenza alla terapia e dell’appropriatezza prescrittiva toccando, tra le varie specialità aziendali, l’antibiotico terapia, i vaccini, la farmacogenetica e il suo uso nelle cure psichiatriche. Sono state inoltre analizzate delle possibili strategie digitali che consentano a medici, farmacisti e aziende di scegliere la cura più adatta per una determinata patologia e che agevolino il paziente nel seguirla al meglio.
Presentazione del dott. José Alfredo Lapinet, Medical Director Vaccines - GlaxoSmithKline Italy.
MST - Malattie sessualmente trasmesse - Piccolo Manuale - Provincia di Romavideo_roma
Un magazine rivolto agli studenti delle superiori per dare informazioni sull' Aids e le malattie sessualmente trasmesse e per dare spunti di riflessione per una sessualità consapevole.
Lezione 4.3 del Progetto "L'Ospedale Va a Scuola" a cura dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con l'Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente.
4.1.1 la scienza ha avviato la risoluzione della pandemiaLOspedaleVaaScuola
Lezione 4.1.1 del Progetto "L'Ospedale Va a Scuola" a cura dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con l'Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente.
Lezione numero 4.2 del progetto "L'Ospedale Va a Scuola" a cura dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con l'Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente.
X. laevis è un importante organismo modello in biologia evolutiva dello sviluppo, tossicologia, etologia, neurobiologia, endocrinologia e biologia dei tumori; grazie alle recenti tecniche di Genome editing, ha acquisito una posizione rilevante anche nel campo della Genetica.
L’analisi della viremia e del pro virus dell’HIV-1 rivelano una nuova fonte d...Hiv Forum
C’è voluto un bel po’ ma la traduzione del monumentale articolo di Brennan et al. (Siliciano lo si cita solo perché è famoso, ma credo abbia contribuito veramente poco…) è terminata.
Voglio ringraziare Dora&Gexgex, che hanno contribuito con generosità alla revisione, permettendo che la traduzione fosse in buon italiano e aggiungendo un po’ di commenti utilissimi ([i]non a me, che tanto non ci capirò nulla lo stesso[/i]).
Per farla breve: cosa dice l’articolone? Ecco un riassunto stringatissimo:
Il successo nel trattamento antiretrovirale ad alta attività (HAART) dell’HIV riduce il virus libero nel sangue a livelli non determinabili dai più sensibili test clinici. Nondimeno, l’HIV persiste come pro virus latente, all’interno dei CD4 memoria quiescenti e forse in altri tipi di cellule.
La prima affermazione degli autori è che i pro virus presenti nelle cellule CD4 circolanti attivate e quiescenti appartengono a una popolazione mista, ossia che i pro virus dei CD4 fanno parte della “stessa famiglia”.
Purtroppo però, c’è una sorpresa: i dati dei test condotti sulla struttura genetica dei vari campioni suggeriscono che la viremia residua (il virus libero nel sangue) includa una o più popolazioni virali geneticamente distinte dai pro virus nelle cellule CD4 quiescenti.
Questo studio, come altri che l’hanno preceduto, ha alcuni problemi: innanzitutto i campioni di virus sono ottenuti in tempi diversi, il che non esclude che il virus stesso “ci inganni” con le sue mutazioni, inoltre questi campioni, complice l’efficacia della HAART, sono veramente ridotti, e quindi (per parlare da salumieri) danno troppo poco materiale su cui lavorare, e il rischio di errori è amplificato (un errore su cento è l’1%, un errore su uno è il 100%)
C’era solo un paziente (il “paziente 154”) per il quale la qualità e quantità di campioni era tale da consentire un’analisi “affidabile”, ossia aveva una buona quantità di virus attivo (cioè senza errori) per poterlo confrontare con il virus della viremia residua. E l’analisi ha mostrato che in questo paziente, il virus plasmatico era significativamente differente dal pro virus derivato dai CD4 sia attivati sia quiescenti. Lo studio di questo paziente cioè indicherebbe che ci sono due popolazioni distinte di virus.
Che la maggior parte del virus plasmatico possa essere derivato da alcune fonti cellulari ancora non identificate ha diverse importanti implicazioni cliniche rispetto alla gestione della HAART, al fallimento terapeutico, alla moltiplicazione della viremia associata all’interruzione del trattamento ed alle strategie tese all’eradicazione.
Numerosi laboratori stanno attivamente seguendo diverse strategie di eradicazione, la maggior parte delle quali comprende alcune attività di bersaglio e ripulitura dei reservoir latenti nei CD4 memoria quiescenti. Se la maggior parte della viremia residua nei pazienti trattati con la HAART provenisse da altri reservoir o compartimenti, come qui suggerito, allora, per essere efficaci, le strategie di eradicazione dovrebbero includere vie per bersagliare e ripulire anche questi altri reservoir.
Cosa succede quando una biologa guarda un film di fantascienza? Gira un altro film, nella sua testa.
Ispirata dalla serie di videogiochi e film "Resident Evil" mi sono chiesta : "potranno mai gli zombie essere reali?"
Per scoprirlo, occorre applicare le nozioni scientifiche in possesso, con un po' di ironia.
Mi piacerebbe conoscere il Vostro punto di vista sul tema. Ulteriori argomentazioni o discussioni potrebbero rivelarsi molto interessanti!
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3. VETTORI LENTIVIRALI Diversi tipi di vettori virali sono stati utilizzati per veicolare materiale genetico. Ad esempio gli Adenovirus, che hanno il limite di essere altamente immunogenici e di poter infettare solo cellule in attiva divisione. I lentivirus, della famiglia dei retrovirus possono infettare molti tipi cellulari,anche non replicanti (!) Il genoma è formato da due eliche di RNA identici. Contiene le sequenze gag per le proteine del capside che lo circonda, env per l’envelop e glicoproteico, pol per gli enzimi transcrittasi inversa e per la replicazione. La sequenza Ψ è il segnale per il packaging. I vettori lentivirali sono basati sul virus dell’HIV-1 che normalmente infetta i linfociti CD-4 positivi del sistema immunitario.
4. PRODUZIONE DI VETTORI LENTIVIRALI TRANSFER PLASMID Contiene: ilcostrutto shRNA a valle del promotore forte U6 per la polimerasi III ; sequenza Ψ ; regioni LTR per l’intergazione; origine di replicazione nei batteri; resistenza di selezione; numerosi siti restrizione. PACKAGING PLASMID Contiene: Sequenze Gag ; sequenze Pol ed enzimi per la replicazione; nessuna sequenza Ψ di packaging ENVELOPE PLASMID Contiene: sequenze per la produzione di glicoproteine dell’envelope VSV-G ad ampio spettro. Separando le sequenze per la produzione della particella virale in tre plasmidi separati si produce un virus self-inactivate, che ha perso la capacità di autoreplicarsi nell’ospite.
5.
6. Short harping RNA Si ripiegano su se stessi una volta trascritti dall’RNA polimerasiIII , guidata dal promotore umano U6 . Per migliorare il silenziamento genico si costruiscono vettori che esprimono multipli shRNA contro uno specifico target, ad esempio contro diverse sequenze conservate. Questi vettori portano un vero e proprio set terapeutico nel paziente, che punta a sopprimere l’effetto biologico della patologia da più punti di vista contemporaneamente attraverso l’RNA interference.
7. Inhibition of cervical cancer cell growth in vitro and in vivo with lentiviral-vector delivered short hairping RNA targeting human papillomavirus E6 and E7 oncogenes W.gu, L Putral, kHengst,K Minto, NA Saunders, G Leggatt and NAJ McMillan Cancer Gene Therapy 2006 Human Papillomavirus (HPV) è un virus a dsDNA che infetta gli epiteli ed è associato all’espressione degli oncogeni E6 ed E7 responsabili del carcinoma della cervice uterina. Si producono lentivirus esprimenti shRNA contro due sequenze dell’mRNA di E6-E7 allo scopo di inibire la crescita tumorale indotta dalla loro espressione. Citometria delle cellule Hela infettate con i due vettori diversi contro E6 –E7 e il controllo PLL. Tutti esprimono GFP e l’efficienza di infezione è alta .
8. Si dimostra tramite analisi biochimiche di western blot che soltanto il vettore LV18E6-1 sopprime effettivamente l’espressione di E7. Si infettano cellule HeLa con dosi crescenti di LV18E6-1 e si dimostra che all’aumentare della dose aumenta l’effetto di soppressione di E7 L’effetto è dose dipendente. Siccome E6 e E7 sono trascritte in modo bicistronico la degradazione del mRNA sotto effetto di shRNA risulta in una diminuzione anche dei livelli di E7. Per verificare se l’effetto di soppressione da shRNA è effettivamente stabile nel tempo si monitorano i livelli di E7 ad 1 e 2 settimane dopo l’infezione. La soppressione è stabile
9. Si osserva che le cellule HeLa infettate con alte dosi di LV18E6-1 vanno in apoptosi, infatti l’attività di caspasi 3/7 aumenta. Questo si può spiegare come effetto della soppressione di E7 nella cellula, ma anche come risposta citotossica all’infezione virale massiccia , soprattutto quando copie multiple di genoma virale si integrano in una stessa cellula provocando danni che la inducono al suicidio. Per testare l’efficienza del vettore LV186-1 e 2 in vivo , si iniettano cellule HeLa infettate con LVs nella parte subcutanea del collo dell’utero di femmine si topo RAG-/- Il 21esimo giorno si preleva il tumore e si compara con il controllo. La crescita del tumore è stata inibita dal vettore Lv186-1. I risultati in vitro sono confermati.
10. Viene testata l’efficacia di Lv18E6-1 in un modello in cui un tumore ai polmoni , creato per iniezione endovenosa di HeLa non infettate, è stablizzato e il vettore virale viene somministrato sucessivamente. Esami istologici su sezioni di polmone differentemente trattate: Rispetto al controllo, c’è una diminuzione dei noduli nei gruppi di topi iniettati con LV18E6-1 . In conclusione, questi dati dimostrano che shRNA veicolati da Lentivirus di terza generazione sopprimono specificamente l’espressione degli oncogeni E6-E7 nelle cellule del cancro della cervice, HeLa. Inoltre in vivo è inibita la crescita tumorale e in un modello di cancro del polmone l’inoculo di LVshRNA porta ad una significante riduzione del tumore in stato già avanzato, supportando l’impiego dell’RNA interference e degli LVshRNA come trattamento terapeutico del cancro da HPV . WT MICE WITH TUMOR INJECTED WITH PLL INJECTED WITH 18E6-1
11. Lentivector-mediated RNAi efficiently suppresses prion protein and prolongs survival of scrapie-infected mice Alexander Pfeifer,Sabina Eigenbrod,Saba Al-Khadra, Andreas Hofmann,Gerda Mitteregger,Markus Moser, Uwe Bertsch,, and Hans Kretzschmar The journal of Clinical investigation 2006 L’encefalopatite spongiforme trasmissibile (TSE)è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale. E’ causata dall’accumulo di una isoforma resistente alle proteasi chiamata PrPsc derivante dallo scorretto folding della proteina prionica PrPc. Il suo accumulo causa disfunzionamento e morte neuronale. Si costruiscono vettori lentivirali ad shRNA contro la proteina PrPc e si testano sulle cellule di neuroblastoma muirino N2a. Il reporter gene EGFP, inserito nella cassetta dello short harping, permette di valutare l’efficienza di trasfezione: il 90% delle cellule N2a hanno incorporato il virus
12. Wester blotting su cellule N2a per PrPc rivela che solo una delle sei sequenze shRNA è funzionale per la downregolazione della proteina. Il costrutto casuale shscr (scramble) non è efficace. LVsh512 riduce l’espressione di PrPc più del 90% Si dimostra l’effetto di LVsh512 anche in cellule neuronali primarie 72 ore dopo l’infezione Effetto di Lvsh512 contro PrPsc in cellule N2a infettate cronicamente con PrPsc(scN2a ) . Il vettore lentivirale ad shRNA silenzia l’espressione di PrPc e l’accumulo di PrPsc in cellule neuronali dove è già presente l’infezione prionica
13. LVsh512 e LVshscr vengono iniettati, per via intracranica, nel cervello di topi transgenici che portano 60 copie del gene per PrPc. Tre settimane dopo l’iniezione si esaminano i valori di EGFP e di PrPc per immunoistochimica. Esperimenti in vivo LVshscr LVsh512 Soltanto nei topi iniettati con LVsh512 si ha una riduzione dell’accumulo di PrPc.
14. Knock down di PrPc in topi chimerici per shRNA : Vengono infettate cellule ES con LVsh512 e inserite in una blastocisti wilde tipe per produrre delle chimere. Più è alto il livello di chimericità del topo transgenico più l’espressione di PrPc è downregolata Sezioni dell’ hippocampo analizzate per immunoistochimica. Il wilde tipe ha elevati livelli di PrPc (in rosso). Nella chimera si vede una chiara riduzione della proteina coincidente con le regioni in cui EGFP è espressa, quindi la soppressione è dipendente dall’shRNA. PrPc in WT EGFP in WT PrPc in trans EGFP in trans
15. Attraverso i vettori lentivirali shRNA sono in grado di sopprimere l’espressione di PrPc in vitro e in vivo nelle cellule neuronali, anche in quelle infettate con PrPsc. Adesso si vuole testare l’effetto degli LVshRNA sulla patologia . Si inetta nel cervello dei topi chimerici-Lvsh512 una sospensione di cervello proveniente da topi affetti da scrapie, l’equivalente delle TSE umana. In questo modo si induce la malattia, che è infettiva. Come controllo: chimera contenente EGFP nella cassetta sh( GFP3); topo WT(129sv); chimera C57x129sv Il 64% dei trangenici LVsh512 sopravvive più di 174 giorni dopo l’inoculazione di scrapie, quelli con alta chimericità fino a 231 giorni. Questo studio dimostra che è possibile una terapia genica dei prioni basata sull’Rna interference e sui lentivirus ad shRNA. E’ da considerare che soltanto ristrette zone del sistema nervoso centrale sono state iniettate, ma con una apertura farmacologica della barriera cerebrale al passaggio di vettori virali sarebbe possibile trattare ogni zona del cervello potenzialmente infetta. Non solo, questo sistema, oltre ad avere rilevanza biomedica per l’uomo, si può applicare anche agli animali, riducendo il rischio di trasmissione all’uomo. L’RNAi e la terapia genica con lentivirus ad shRNA promettono di essere una razionale alternativa al gene targeting