Cascinale in pietra da ristrutturare immerso nella natura delle colline bergamasche.
Testimonianze storiche raccontano che un tempo questa fu la dimora estiva del celebre compositore Puccini.
Possibilità di acquistare terreno attiguo per ampliare la proprietà
Progetto Archivio: percorso ciclopedonale Leno/Milzanello ; Presentazione a cura della classe 3^ B Cat dell'Istituto Vincenzo Capirola di Leno, a.s. 2015/2016
File del Concorso "Classe Turistica" promosso da Touring Club Italia.
Volantino sulla cittadina di Finale Ligure costruito dalla 2^C dell'I.P.S.I.A. "Leonardo Da Vinci".
Il “Verdeaqua Village” è un nuovo complesso residenziale composto da 16 appartamenti. La costruzione si sviluppa su 2 livelli per quanto riguarda gli spazi abitativi, e con un piano interrato per quanto riguarda gli spazi dedicati a locali tecnici, box e cantine.
Il complesso, adiacente alla pista ciclabile della Valle Camonica, sorge in una posizione soleggiata e dalla vista suggestiva: la zona si affaccia infatti sulla splendida cornice dell’Adamello, a 500 metri dal lago d’Iseo e del relativo porticciolo; dal suggestivo centro storico di Pisogne;<br> dalla stazione ferroviaria; da banche, negozi e ristoranti e da tutti<br> i servizi offerti dal centro commerciale.
Il verde in cui è immerso ne fa il posto ideale per chi ama stare all’aria aperta.
La varietà delle soluzioni abitative proposte si adatta sia alle esigenze dei single che a quelle delle famiglie.
PROGETTO MEDI@PLAY - Presentazione della propria città realizzata dagli alunni della classe IV Primaria dell'Istituto "M. Ausiliatrice" di Ottaviano per la classe gemella di Sava (TA)
Cascinale in pietra da ristrutturare immerso nella natura delle colline bergamasche.
Testimonianze storiche raccontano che un tempo questa fu la dimora estiva del celebre compositore Puccini.
Possibilità di acquistare terreno attiguo per ampliare la proprietà
Progetto Archivio: percorso ciclopedonale Leno/Milzanello ; Presentazione a cura della classe 3^ B Cat dell'Istituto Vincenzo Capirola di Leno, a.s. 2015/2016
File del Concorso "Classe Turistica" promosso da Touring Club Italia.
Volantino sulla cittadina di Finale Ligure costruito dalla 2^C dell'I.P.S.I.A. "Leonardo Da Vinci".
Il “Verdeaqua Village” è un nuovo complesso residenziale composto da 16 appartamenti. La costruzione si sviluppa su 2 livelli per quanto riguarda gli spazi abitativi, e con un piano interrato per quanto riguarda gli spazi dedicati a locali tecnici, box e cantine.
Il complesso, adiacente alla pista ciclabile della Valle Camonica, sorge in una posizione soleggiata e dalla vista suggestiva: la zona si affaccia infatti sulla splendida cornice dell’Adamello, a 500 metri dal lago d’Iseo e del relativo porticciolo; dal suggestivo centro storico di Pisogne;<br> dalla stazione ferroviaria; da banche, negozi e ristoranti e da tutti<br> i servizi offerti dal centro commerciale.
Il verde in cui è immerso ne fa il posto ideale per chi ama stare all’aria aperta.
La varietà delle soluzioni abitative proposte si adatta sia alle esigenze dei single che a quelle delle famiglie.
PROGETTO MEDI@PLAY - Presentazione della propria città realizzata dagli alunni della classe IV Primaria dell'Istituto "M. Ausiliatrice" di Ottaviano per la classe gemella di Sava (TA)
The document shares a Chinese proverb about money not being able to buy important things like a home, time, sleep, knowledge, good health, respect, or love. It then claims that forwarding the proverb via copies or online within 4 days will bring good luck, including stories of people winning the lottery or their sick child recovering after sharing the proverb. It encourages the reader to forward copies to at least 20 others within 96 hours for good fortune.
La Valle Strona, Valle a Nord ovest di Omegna è particolarmente importante per il VCO anche se spesso viene sottovalutata. In queste slide si cerca di descrivere le eccellenze di questa valle!
Festival dell'ospitalita 2016: il borgo diffuso di Eco BelmonteEvermind
L'albergo diffuso – ECOBELMONTE- di Belmonte Calabro e costituito ad oggi da 13 casette completamente arredate ed autonome (44 posti letto) restaurate affidando i lavori (molte delle casette erano disabitate da decenni e decenni) ad esperti artigiani locali, che hanno utilizzato materiali tipici,
mantenendo le originali caratteristiche degli interni delle case calabresi e nello stesso tempo seguendo le indicazioni della bioarchitettura e della bioedilizia più attuali.
Partecipazione delle classi 1^B e 1^G dell'Istituto Comprensivo di Leno, Scuola secondaria di I grado, al progetto didattico 2013-14 "Dall'archivio, alla scuola, al territorio". insegnanti Daniela Bigi, Eleonora Lorandi, Mirella Cremonesi, Claudio Bertolini
Intellettuali Stranieri a Roma dal Grand Tour al XIX Secolo - 3a partePortante Andrea
Note e foto di accompagnamento per la passeggiata del Club del territorio di Roma (Touring Club), da Piazza del Popolo a Piazza Barberini. Focus su inglesi, tedeschi e russi. Non è, se non in minima parte, un lavoro "originale" ma una compilazione di testi, editati per convenienza, da diverse fonti web. Quindi un mero strumento di supporto ad una passeggiata e nulla di più.
Los estudiantes de una escuela primaria en Italia decidieron crear un objeto artístico con tapas de botellas de aluminio recicladas. Eligieron hacer un sistro, un sonajero usado en el antiguo Egipto. Recolectaron las tapas y herramientas como martillos y clavos y trabajaron afuera golpeando y aplanando las tapas de aluminio. Finalmente lograron preparar las tapas y las clavaron a una base de madera para completar su versión del sistro egipcio.
The document discusses a classroom project to create objects out of recycled paper and cardboard. The students decided to make trays for holding carnival sweets using recycled materials. They began by drawing diagrams and finding images in old magazines to use as inspiration. Each student chose their favorite designs to cut out and glue onto the trays. Finally, the trays were given a coat of transparent paint. The finished recycled paper trays were ready for the carnival celebration.
Interpretazione del testo di G:Zavalloni "I diritti naturali delle bambine e dei bambini", realizzato da una classe 5 della Scuola Primaria di Maniago (PN)
3. LEGENDA Casa Centa Negozio di verdura Panificio Coassin Casa Mauro Casa Pilon Condomini Casa Bertoli LO SPAZIO ATTUALE
4. In questo punto era situata la fontana A nord il palazzo Centa A est la casa dei Mauro A sud Via C. Battisti e i condomini di Via degli Eroi A ovest Via Piave
5. Il luogo dove era situata la fontana ha acquisito con il trascorrere del tempo vari nomi. Il più antico è “Piazzetta dei Caporali”, successivamente il nome cambierà in “la campana”. In una fotografia risulta la denominazione Piazzetta Umberto I. Il Luogo si trova nella zona centrale di Maniago, all’incrocio tra Via Umberto I, Via Cesare Battisti, Viale degli Eroi, Via Piave. E’ uno slargo circondato da edifici antichi di tipo diverso e condomini. Via Piave
6. PIAZZETTA DEI CAPORAI La testimonianza orale che riporta tale nome, afferma che erano i “veci, veci, veci..” a chiamare in quel modo lo slargo. Il fatto può risalire agli inizi del 1800, quando nelle nostre zone c’era la presenza sia dell’esercito napoleonico che di quello austro - ungarico. Cercando notizie sulla formazione dei due eserciti abbiamo trovato che: nell’esercito austriaco c’erano i caporali che avevano il compito di usare e curare i cannoni; nell’esercito napoleonico c’erano i caporali che facevano parte dei “dragoni montati”, cioè a cavallo. L’ipotesi più probabile è che il nome si riferisca a un fatto avvenuto durante la presenza di Napoleone nelle nostre terre. I TOPONIMI
7. Campagna napoleonica del marzo 1797 Itinerario di Napoleone Itinerario di Massena (Generale di Napoleone)
8. Tra il 1808 e il 1850 una casa è stata demolita. Il terreno così ricavato viene adibito a campo. E’ probabile che la fontana sia stata costruita dopo la demolizione della casa, avvenuta per questi possibili motivi: c’era stato un terremoto, un incendio , un abbandono in seguito ad un periodo di carestia (che si verificò in Friuli tra il 1816 e il 1821) o di epidemia (come quella di colera del 1833). La casa, in disuso, lascia il posto a terreno coltivabile e alla fontana, necessaria per gli usi agricoli e domestici. Carta del catasto napoleonico 1808 Carta del catasto austriaco 1850 Casa Campo
9. LA CAMPANA In seguito alla demolizione della casa, la forma della piazza cambia: ci sono meno incroci, è più larga, non ci sono gli angoli. La piazza acquista una forma nuova: a campana. Il nome della piazza e della fontana deriva quindi dalla forma del luogo. La piazza nel 1808 La piazza nel 1850
10. I NOMI DELLE STRADE ADIACENTI Via Umberto I era chiamata: dalla casa Pitton al Teatro Verdi “ RIBA DI FUGON”.
11. Era chiamata Riba di Fugon perché nella casa situata dove oggi c’è il negozio “Sogno di Cupido”, abitava una famiglia chiamata i FUGON. Erano carbonai venuti giù dalle montagne di Erto. Vendevano il carbone e tutti andavano a prenderlo da loro. Il nome Fugon può essere una trasformazione di “fumon o fogheron”. I carbonai producevano il carbone facendo bruciare cataste di legna poi ricoperte di terra. Il fuoco continuava lentamente a bruciare e produceva molto fumo. Quella che oggi è un piccolo innalzamento della strada, in origine era una collinetta, da qui il nome RIBA (salita). Il rugo che vi scorreva durante le piene straripava e portava giù materiale che depositava e colmava la riba. E’ stata abbassata di 60 cm. quando è stata fatta la piazza di Largo S. Carlo, che era chiamata “placiuta da li Grisis”.
12. La località dove oggi c’è il Teatro Verdi veniva chiamato: “ALLA FILANDA”, perché c’era la Filanda Zecchin. Via Umberto I - 1910
13. La strada che oggi è Via De Amicis, era la vecchia Via Balarina (dalla britola). Bravo artigiano per la balarina era il “vecio Balarin”, marito di una maestra, padre di Gigi Marinar (marittimo a Venezia). L’attuale Via Cesare Battisti era una strada, non più larga di 2 metri (consentiva il passaggio di un carro) che scendeva diretta verso Pordenone. Via Piave era chiamata Via di Mezzo.
14. LA FONTANA La Piazza era molto più piccola. Non c’erano i marciapiedi.
15. Il muro correva dalla casa dei Bertoli (su Via Piave) sormontato da una ringhiera, si trovava subito la fontana e poi il muro risaliva ad arco per congiungersi con la colonna che sosteneva un monumentale cancello in ferro battuto (ringhiera e cancello erano opera dei Mauro , artigiani del ferro battuto) per poi formare un angolo e proseguire con un muro.
16. La fontana era di forma rettangolare in pietra, con il “bucchignol” da cui zampillava l’acqua, il braccio per pompare l’acqua e la vasca sempre piena. Sul lato sinistro (verso il cancello) c’era lo scarico. L’acqua scaricata scorreva sottoterra e usciva lungo il muro nel RUGO. Il rugo proseguiva fino in fondo oltre l’attuale ferrovia e si chiamava Rugo de Cadel. Il Rugo circondava il BROLO De Cadel, grande campo di proprietà della famiglia Cadel.
17. IL PALAZZO DEI CENTA Il Palazzo risale alla fine del 1700. Viene anche chiamato il “palazzo delle tre C” per via delle famiglie proprietarie: Centazzo, Cadel, Centa. I primi proprietari furono i CENTAZZO, poi è stato acquistato dai CADEL, grande famiglia di proprietari terrieri, i quali possedevano anche i campi che stavano sul davanti del palazzo (BROLO DE CADEL) oltre a molte altre proprietà alla Tiepola, in Fratta, e nel resto del paese.
18. Antonio Giuseppe Cadel, oriundo della Germania, pare sia stato un operaio che aveva fatto fortuna. A Maniago la famiglia Cadel costruisce la Filanda di Via Colvera, compera terreni e proprietà, le migliori e le più costose. Dopo alterne vicende le figlie muoiono e rimane Carlo Cadel, il figlio. La Filanda subisce una grave crisi dopo il 1929. Cadel resta a terra e si trasferisce a Vittorio Veneto abbandonando il Palazzo. Il palazzo era una grande azienda agricola ad economia chiusa. Al suo interno si produceva tutto quanto poteva servire, dal latte al formaggio, all’allevamento degli animali, alla produzione di foraggio, granoturco, frutta ed ortaggi. Nel 1934 è stato acquistato dalla famiglia Centa.
19. Il palazzo è stato più volte rifatto e restaurato e, pur mantenendo la forma originaria, ha perso gli elementi che lo caratterizzavano. La facciata era interamente affrescata. Sul lato interno due scale a specchio con gradini in pietra bianca salivano al piano superiore lungo la facciata. Molti dei pavimenti sono stati demoliti e rifatti, così come i soffitti e le pareti di molte stanze. Gli edifici interni adibiti ad abitazione degli affittuari, a fienili, stalle e pertinenze per l’attività agricola sono per lo più demoliti. Attualmente è ben conservato il pavimento dell’ingresso in cotto e altri due pavimenti in due stanze adiacenti, sempre al piano terra, uno in granito pepe - sale e uno in pietra nera e grigia a incastri. All’esterno rimane visibile la struttura a cortile degli edifici adibiti ad uso agricolo e una costruzione originaria.
20. Lo spazio del cortile interno, che in origine era usato per le attività agricole (deposito attrezzi, movimenti dei carri, piccoli animali, orto …), è ora trasformato in giardino.
21. LA CASA MAURO La casa Mauro, 1813, era della Famiglia Metz di Venezia. Una Metz aveva sposato un Mauro e così la casa è rimasta poi alla famiglia.
22. La casa dei Mauro conserva la forma originaria e l’arco con il portone autentici.
23. Nella casa Mauro, al piano terra c’era la vecchia Osteria “Alla Campana”. Era il ritrovo della gente del circondario. Le bestie stavano legate alla fontana dove potevano abbeverarsi, mentre i proprietari bevevano un “gotut di vin” Tabella originaria dell’Osteria
24. Proprietaria dell’Osteria era la “Cuta”. A quel tempo nelle case non c’erano molte cose e l’osteria era il ritrovo della gente. Nell’osteria si vendevano anche: burro, conserva, olio, pane e “clinton” che arrivava da Rauscedo. Alla sera i vecchi “stracs” si trovavano e “i fasevin la partiduta fin ca era ora da si a durmì”. Di domenica nell’osteria si ritrovavano le famiglie con i “canais” a comperare i “pandoli”. I pandoli erano dei pani dolci a forma di otto un po’ più grossi di un grissino. Li facevano ad Andreis quelli del “CIT”. (Nella parlata maniaghese il termine “pandoli” designa un ragazzo buono e ingenuo, che si fa facilmente prendere in giro)
25. Il lunedì, giorno di mercato, la gente veniva giù da Barcis, Andreis, Claut, arrivava da Giais, Montereale, Grizzo, Vivaro... Se non c’era acqua nel Cellina passavano lungo il guado, altrimenti facevano il giro per il Ponte Giulio. Quelli di Giais raccoglievano stracci e avevano il deposito dei sacchi dalla “Cuta”. Si fermavano all’osteria per mangiare qualcosa e poi ripartire. Alla sera si salutavano tutti: quelli di Vivaro scendevano a Vivaro, quelli di Basaldella a Basaldella, quelli della Val Cellina su in montagna e così via. C’era tanta allegria e armonia e la piazza era piena di cavalli e carretti. Il mercato del lunedì
26. La vigilia di Natale, dopo la messa di mezzanotte, all’Osteria alla Campana si trovava sempre un po’ di cioccolata per i più giovani e le trippe per i più vecchi, il “morar” che bruciava allegro nel “fogher” e si stava tutti seduti accocolati intorno al fuoco contenti. L’indomani, giorno di Natale, tutti “rincuras” si andava a messa grande. Poi ci si fermava a bere un goccio di vino all’Osteria e poi a mangiare. Alla sera si ritornava e intanto l’inverno passava.
27. Racconta Mauro Vittorio che durante la prima guerra i tedeschi avevano le cucine dentro dai Plateo (vecchia casa dei MEI). Lui e uno dei Mei andavano a curiosare e i tedeschi li chiamavano: “KINDER BROT” (bambini pane). Loro correvano e i soldati gli dicevano: “TU DIRE: VIVA AUSTRIA, ITALIA KAPUT”. I bambini correvano via e dicevano invece: “VIVA ITALIA, AUSTRIA KAPUT”. Occupazione austriaca 1917
28. LA CASA PILON La casa Pilon era in origine formata da due stanze. Alla fine del 1800 i Pilon vendono la loro proprietà in Valpiccola e comperano. Un po’ alla volta hanno ampliato e costruito, fino a come la si vede oggi. Seminato a stella di uno dei pavimenti interni