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Il Melograno   Associazione socio-culturale Boscoreale Progetto  Scuole Aperte  2007/2008 “ E… Imparo a volare” 2° Circolo Didattico  Boscoreale Regione Campania
Scavi di  Oplonti   Adagiata sul mare, in una Baia dai tramonti spettacolari con la vista dello scoglio di Rovigliano e alle spalle il Vesuvio, Torre Annunziata custodisce nel suo sottosuolo le ville di Oplonti.
Origine  del  nome  “OPLONTI”  Significato della denominazione è stato riferito ai termini latino: "opulentia" (quindi "luogo opulento"),  "opla" (attrezzo da pesca, quindi "luogo di pescatori"),  "populus" (pioppio, ovvero "pioppeto" ove si lega la vite a spalliera).  In alternativa si è anche pensato a derivazioni dal greco: "oplon" (luogo di posta degli opliti, guerrieri dalle lunghe lance),  "apopolotes" (città distrutta).  Opliti
Il nome  Oplontis,  mai citato da alcuna fonte antica, lo si ritrova solo nella  Tabula Peutingeriana , una sorta di mappa stradale trasmessa attraverso copie fino ad età medioevale.  Oplontis  è rappresentata da un casolare con facciata cuspidata, una corte interna compluviata e pianta rettangolare, simbolo questo che appare sul territorio italico di frequente in quei luoghi con insediamenti termali.
[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object]
[object Object],- Thermae M. Crassi Frugi Aqua marina et baln(eum) Aqua dulci Januarius L(ibertus)  Iscrizione presso  Porta Ercolano
La posizione in cui è segnata Oplontis sulla Tabula rispetto ad Ercolano e Pompei, consente di ubicarla proprio in corrispondenza dell’attuale Torre Annunziata. Inoltre si deduce dalla Tabula che le acque del mare si sono arretrate da 500 a 1500 metri.  Secondo recenti studi, il simbolo succitato della Terma è stato accostato allo schema di Villa, spostando quindi il carattere di Oplontis da località termale a centro residenziale, costituito da un susseguirsi di ville.  Villa di otium (pittura)
Infatti l’area archeologica non riguarda la zona delle antiche terme, ma comprende un vasto quadrilatero in pieno centro cittadino, dove è stato riportato alla luce il grandioso complesso della Villa di Poppea.  Questa villa, scavata in parte in età borbonica a mezzo cunicoli di cui sono ancora ben chiare le tracce, comincia ad essere scavata nel 1964.  Raffigurazioni della villa
Lo scavo, proseguito quasi senza interruzione sino al 1984, ha fatto affiorare un’area di 110 m nel senso est/ovest e di 75 m nel senso nord/sud. Il complesso suburbano, scavato solo in parte, sia per la presenza del Canale del Sarno che ne ostruisce la parte sud, che per la strada dei Sepolcri e dello Spolettificio a ovest, è riemerso da una coltre terrosa di circa 6 m, di cui 2 m di lapilli e sabbia vulcanica risalenti all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.., e 4 m di conglomerati fangosi e strati vegetali.  Stratificazione  del terreno
La  villa   di  Poppea La villa di "Poppea“ venne costruita intorno alla metà del I secolo a.C. e poi ampliata in età claudia. Essa è stata attribuita a  Poppea Sabina , seconda moglie di Nerone, in base ad un’iscrizione dipinta su di un’anfora:  (SE) CUNDO POPPEAE  e cioè :  a Secondo (liberto) di  Poppea.  L’anfora  aveva cioè come destinatario Secundus, forse il liberto-procuratore di Poppea. In ogni caso essa doveva appartenere al ricchissimo patrimonio della famiglia imperiale che, come molti altri esponenti del patriziato romano, prediligeva la costa campana. La Villa era disabitata al momento dell'eruzione: non c'erano infatti suppellettili nelle stanze, né vasellame nella cucina. Molti oggetti rinvenuti, come colonne e lucerne, erano accantonati in poche stanze. Materiali edili e lavori in corso dimostrano che nella Villa si stavano riparando i danni  subiti dal disastroso terremoto del febbraio del 62d.C. che aveva scosso il territorio campano.
Essa si sviluppa con porticati che girano intorno al perimetro dell’edificio e l’ingresso colonnato che conduce dal gran salone al giardino dove si trova una vasta piscina circondata da statue.  La villa, circondata da ampi giardini, è dotata, fra l'altro, di un quartiere termale; non mancano gli ambienti produttivi, come quello dove si pigiava l'uva per la produzione del vino. Raffigurazione  della villa  con il giardino
 
La decorazione pittorica, con finte porte e colonne, è correlata all'architettura reale, creando così giochi prospettici, corrispondenze fra reale ed immaginario. Numerosi e di grande qualità i particolari delle decorazioni pittoriche, costituiti da maschere, cesti di frutta, fiaccole, uccelli. Le pitture di II stile sono da considerarsi infatti fra le migliori pervenute dal mondo romano; in perfetto stato di conservazione, possono essere ammirate nel sito.    Uccellino II stile Uccellino IV stile Le pitture della Villa
Affresco con melograni Affresco con fichi
Pittura III stile
La villa era originariamente adorna di numerose sculture (circa 45 pezzi), in prevalenza copie romane di originali ellenistici del III-II secolo a.C., destinate a ornamento dei giardini e della piscina.  Le sculture della Villa
Entrata   della  villa  di Poppea  vista  di  notte.
 
 
Era l'ambiente principale della casa, dove gli abitanti trascorrevano la maggior parte della giornata. Il soffitto (ricostruito) ha un'apertura centrale, il  compluvium ,  per il recupero dell'acqua piovana che, cadendo nella vasca sottostante l' impluvium ,  veniva raccolta in grandi cisterne per diversi usi.  Quando la villa ebbe l’impianto idrico con allacciamento all’Acquedotto del Serino o a qualche sorgente del luogo, l’ impluvium  perse la sua originaria importanza ed assunse semplice funzione ornamentale. L'atrio è di tipo tuscanico, molto diffuso e antico, con il tetto poggiante su robuste travature lignee; il pavimento, a mosaico di tessere bianche, presenta un meandro policromo attorno all' impluvium  .  Ciò che maggiormente colpisce il visitatore è la decorazione pittorica delle pareti, tra i migliori esempi di II stile pompeiano: tra lumi e ombreggiature, particolari pittorici e colori vivaci, l'illusionismo prospettico coinvolge colonnati, soffitti, vedute di santuari, paesaggi, città, che s'intravedono dietro porte spalancate e porticati. DESCRIZIONE  DELLA  VILLA ,[object Object]
Atrio   Atrio con impluvium
 
 
Fungeva da raccordo tra il nucleo centrale della villa ed il settore della piscina: pavimentato in cocciopesto presenta panche in muratura lungo la parete e finestroni in alto, con affreschi di IV stile a fondo rosso. Molto interessante il soffitto spiovente, ricostruito fedelmente dopo lo scavo, diviso da travature in pannelli: sono da notare i fori lasciati sulle pareti dovuti alle incastellature dei muratori e stuccatori antichi.  ,[object Object],Corridoio
I  cubicula  sono le stanze da letto e nella villa erano numerosi: sui lati del  cubiculum  si notano nicchie, con volte a botte, dove erano alloggiati i letti:  dal disegno del pavimento a mosaico si può pensare all’esistenza di un solo letto.  Il cubicolo è fornito di vano-finestra molto ampio chiuso da quattro ante lignee e spieghevoli, di cui è visibile solo il calco. L’apertura sulla parete ovest, che adduce all’ambiente adiacente, è dovuta ai lavori post-terremoto. Pitture di II stile e stucchi ornano con sobria eleganza le pareti e il soffitto. ,[object Object],Cubiculum
È il più importante tra gli ambienti di servizio.  La stanza, quasi buia, è pavimentata in cocciopesto. È ancora intatto l’ampio bancone in muratura con ripiano d'appoggio rivestito da mattoni, sul quale venivano cotti i cibi, e tre piccoli vani sottostanti ad apertura semicircolare, destinati a deposito di legna o carbone.  Sul lato destro vi è una vasca circolare interrata forse usata per lo scarico dei materiali liquidi, mentre sul lato sud due muretti dovevano sorreggere tavole per la preparazione delle pietanze. ,[object Object],Cucina
Il  viridarium  è una grande aiuola, dove si coltivavano alberi da frutto, circondata da una canaletta in cocciopesto per lo scolo dell'acqua.  Sulle tegole alla sommità delle pareti sono state ripristinate le originali cassette di gronda in terracotta ( sime ) con girali e gocciolatoi.  Al di sotto vi è una fascia in stucco con ovoli. Le pareti accolgono decorazioni da giardino a fondo nero e rosso, con piante e uccelli. La parete di fondo è aperta per consentire la visione di tutta la profondità della villa, secondo uno schema prospettico.   ,[object Object],Giardino
 
Le colonne in marmo, giacenti per terra, erano forse in attesa di essere messe in opera nel portico. Finestre che affacciano sulle serre
Affresco da giardino Le pareti delle serre erano affrescate con piante rigogliose ed uccelli beventi su vasche marmoree. Grazie ad alcune ricerche condotte in seguito al rinvenimento delle cavità naturali e del polline relativo alle piante curate dall’antico  topiarius  (giardiniere), sono state individuate molte varietà di piante: alberi da frutta come albicocco, alloro, melo, ciliegio, cedro, limone, noce, mandorlo, pesco; piante ornamentali come olivo, cipresso, pino, oleandro; fiori come edera, crisantemi, margherite e verdure da tavola.
Un grande portico a tre bracci raccorda un ampio spazio aperto, appartato e contrapposto col giardino a nord della villa.  Le colonne, dipinte in bianco, sono lisce nella parte inferiore, scanalate in quella superiore; le pareti affrescate sono attribuibili al IV stile. ,[object Object]
Peristilio
 
 
Peristilio
Questo peristilio presenta colonne lisce unite ad un muretto: all'interno, in una grande aiuola, vi è una fontana decorata come il muro all'interno, a fondo rosso con piante ed uccelli. Il pavimento è in cocciopesto con inserti di marmo.  Del controsoffitto è ricostruito il supporto ad incannucciata, così come era fatto in antico. Su questo peristilio affacciavano vari ambienti, alcuni dei quali destinati alla servitù: per tale motivo esso è stato definito "servile". ,[object Object]
 
 
La grande vasca o  natatio  (metri 61x17), destinata alle attività sportive, è pavimentata in cocciopesto e vi si accede mediante gradini presso l'angolo sud-est: le pareti sono decorate a riquadri rettangolari in stucco bianco.  La piscina era inserita in un lussureggiante ambiente naturale circondata da prati e alberi come platani, oleandri, limoni, tra pilastrini sorreggenti sculture in marmo bianco. Sul lato ovest, un porticato si estende parallelo alla vasca, per quasi tutta la sua lunghezza: luogo adatto al passeggio, è elemento di collegamento tra la piscina e i vari ambienti che  su di esso si affacciano, destinati al soggiorno  estivo. ,[object Object],Il colore chiaro della decorazione parietale col fondo bianco di IV stile, le eleganti colonne con capitelli corinzi in marmo, il pavimento a mosaico di tessere bianche con file nere e tasselli di marmo colorato danno un'impressione di grande, luminosità, accentuata dai riflessi di luce provenienti dalla piscina e dal giardino circostante.
I due porticati, sul lato nord della villa, con colonne rivestite di intonaco bianco con sottili scanalature, affiancano il corpo avanzato dell'  oecus  . Ai piedi delle colonne, nel terreno, corre la canaletta di scolo dell'acqua in cocciopesto. Il pavimento del porticato è a mosaico con tessere bianche, con striscia nera lungo le pareti.  La decorazione parietale è in IV stile: la zona inferiore è a fondo nero con decorazioni di piante con uccelli o vasellame; la zona mediana alterna pannelli rossi e gialli e decorazioni di strutture architettoniche prospettiche; la fascia superiore, a fondo bianco, presenta edicole e partizioni decorate con cornicette. In uno di tali porticati furono rinvenute le quattro statue dei Centauri e la statuetta del fanciullo con l'anatra, qui depositate in attesa di ricollocazione. ,[object Object],Porticati
Porticato con decorazione  parietale in IV stile
 
 
 
 
Due portici simmetrici raccordano gli ambienti a sud dell' edificio.  Il pavimento presenta un mosaico bianco con fasce laterali di tessere nere.  La parete è decorata da pannelli di IV stile (zoccolo nero, fascia mediana rossa, registro superiore bianco con ghirlande). Le colonne sono bianche e scanalate o decorate a squame bianche e rosse. I muri tra le colonne sono in  opus craticium  , opera muraria leggera costituita da cornici in legno riempite con blocchetti in pietra allettati dalla malta, entro i quali era inserito un cancello; tale tecnica consentiva la rapidità di esecuzione dei lavori, proteggendo gli ambienti retrostanti dall’eccessivo caldo in estate e dal freddo in inverno. ,[object Object],Portico
Questa grande e sontuosa sala da pranzo accoglieva lungo le pareti i letti su cui ci si stendeva per consumare i pasti, mentre al centro della stanza vi era la mensa: il mosaico pavimentale è a fondo bianco con rombi policromi. Le pareti sono affrescate in II stile , con colonnati prospettici, tempietti circolari cuspidati, passaggi chiusi da porte, un cancello oltre il quale vi è un giardino, forse un santuario. Nel dipinto ciascuna parete sembra rispecchiare l’altra frontale; le vistose colonne dorate sono cosparse di ghirlande metalliche con preziose gemme; vi sono inseriti altri elementi decorativi con statue, uccelli, arco con faretra e una natura morta di cestino ricolmo di fichi. ,[object Object],Cestino con fichi
 
 
Questo grande salone, esposto a nord sul giardino, presenta evidenti segni di ristrutturazione nella muratura in  opus reticolatum .  Le colonne in marmo, giacenti per terra, erano forse in attesa di essere messe in opera nel portico lungo la piscina. Gli intercolunni erano sbarrati con infissi lignei, come si può ancora notare dagli incavi per i cardini di bronzo o di ferro.  Il pavimento, parzialmente conservato, presenta un bell'esempio di  opus sectile , formato da piastrelle in marmo di vario tipo e colore. Due uscite laterali davano accesso ad ambienti perfettamente simmetrici ed uguali tra loro, con la medesima decorazione parietale e pavimentale: è probabile che fossero appartamenti destinati agli ospiti. ,[object Object],Salone
Questo grande ambiente, probabilmente un salone da pranzo, interrompe il porticato nord della villa, avanzando verso il giardino. L'  oecos ,  edificato insieme al porticato in una fase edilizia successiva rispetto al più antico nucleo dell'atrio, forse in età augustea, si presenta con due altissime colonne scanalate e rivestite di intonaco bianco. Lo spazio tra le colonne doveva essere chiuso da cancelli.  Il pavimento a mosaico del salone è realizzato a fondo in tessere bianche e doppia striscia nera lungo le pareti, con la presenza, negli spazi tra le colonne, di motivi vegetali stilizzati. ,[object Object],Soggiorno
Probabile sala per banchetti, è uno degli ambienti più maestosi ed eleganti della residenza oplontina, decorato da affreschi e con una splendida vista sul mare, anticamente visibile, grazie a un’ampia porta ed una finestra, della quale possiamo vedere il calco.  Il pavimento musivo in tessere bianche ha una fascia nera lungo le pareti e inserzioni di tasselli marmorei policromi.  ,[object Object]
La decorazione di II stile è ispirata a scenografie teatrali, come si evince dalla maschera raffigurata al centro del dipinto; sulla parete nord è raffigurato un vassoio di vetro con melograni e un cestino pieno di frutta coperto da un velo; sulla parete sud sono ben dipinti un grappolo d’uva e una cassata su di un vassoio d’argento o  ferculum;  sulla parete est vi è raffigurato il tempio di Apollo, divinità simboleggiata dal tripode delfico collocato al di là di una porta architravata con cancello, aperta tra due alte colonne poggianti su un podio. È raffigurato anche uno splendido pavone che compare di frequente in questa villa. La soglia di questo ambiente è in alabastro. Vassoio di vetro con melograni Maschera teatrale Vassoio con cassata
 
Affresco Tempio di Apollo
Affresco con pavone

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Scavi Di Oplonti

  • 1. Il Melograno Associazione socio-culturale Boscoreale Progetto Scuole Aperte 2007/2008 “ E… Imparo a volare” 2° Circolo Didattico Boscoreale Regione Campania
  • 2. Scavi di Oplonti Adagiata sul mare, in una Baia dai tramonti spettacolari con la vista dello scoglio di Rovigliano e alle spalle il Vesuvio, Torre Annunziata custodisce nel suo sottosuolo le ville di Oplonti.
  • 3. Origine del nome “OPLONTI” Significato della denominazione è stato riferito ai termini latino: "opulentia" (quindi "luogo opulento"), "opla" (attrezzo da pesca, quindi "luogo di pescatori"), "populus" (pioppio, ovvero "pioppeto" ove si lega la vite a spalliera). In alternativa si è anche pensato a derivazioni dal greco: "oplon" (luogo di posta degli opliti, guerrieri dalle lunghe lance), "apopolotes" (città distrutta). Opliti
  • 4. Il nome Oplontis, mai citato da alcuna fonte antica, lo si ritrova solo nella Tabula Peutingeriana , una sorta di mappa stradale trasmessa attraverso copie fino ad età medioevale. Oplontis è rappresentata da un casolare con facciata cuspidata, una corte interna compluviata e pianta rettangolare, simbolo questo che appare sul territorio italico di frequente in quei luoghi con insediamenti termali.
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  • 8. La posizione in cui è segnata Oplontis sulla Tabula rispetto ad Ercolano e Pompei, consente di ubicarla proprio in corrispondenza dell’attuale Torre Annunziata. Inoltre si deduce dalla Tabula che le acque del mare si sono arretrate da 500 a 1500 metri. Secondo recenti studi, il simbolo succitato della Terma è stato accostato allo schema di Villa, spostando quindi il carattere di Oplontis da località termale a centro residenziale, costituito da un susseguirsi di ville. Villa di otium (pittura)
  • 9. Infatti l’area archeologica non riguarda la zona delle antiche terme, ma comprende un vasto quadrilatero in pieno centro cittadino, dove è stato riportato alla luce il grandioso complesso della Villa di Poppea. Questa villa, scavata in parte in età borbonica a mezzo cunicoli di cui sono ancora ben chiare le tracce, comincia ad essere scavata nel 1964. Raffigurazioni della villa
  • 10. Lo scavo, proseguito quasi senza interruzione sino al 1984, ha fatto affiorare un’area di 110 m nel senso est/ovest e di 75 m nel senso nord/sud. Il complesso suburbano, scavato solo in parte, sia per la presenza del Canale del Sarno che ne ostruisce la parte sud, che per la strada dei Sepolcri e dello Spolettificio a ovest, è riemerso da una coltre terrosa di circa 6 m, di cui 2 m di lapilli e sabbia vulcanica risalenti all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.., e 4 m di conglomerati fangosi e strati vegetali. Stratificazione del terreno
  • 11. La villa di Poppea La villa di "Poppea“ venne costruita intorno alla metà del I secolo a.C. e poi ampliata in età claudia. Essa è stata attribuita a Poppea Sabina , seconda moglie di Nerone, in base ad un’iscrizione dipinta su di un’anfora: (SE) CUNDO POPPEAE e cioè : a Secondo (liberto) di Poppea. L’anfora aveva cioè come destinatario Secundus, forse il liberto-procuratore di Poppea. In ogni caso essa doveva appartenere al ricchissimo patrimonio della famiglia imperiale che, come molti altri esponenti del patriziato romano, prediligeva la costa campana. La Villa era disabitata al momento dell'eruzione: non c'erano infatti suppellettili nelle stanze, né vasellame nella cucina. Molti oggetti rinvenuti, come colonne e lucerne, erano accantonati in poche stanze. Materiali edili e lavori in corso dimostrano che nella Villa si stavano riparando i danni subiti dal disastroso terremoto del febbraio del 62d.C. che aveva scosso il territorio campano.
  • 12. Essa si sviluppa con porticati che girano intorno al perimetro dell’edificio e l’ingresso colonnato che conduce dal gran salone al giardino dove si trova una vasta piscina circondata da statue. La villa, circondata da ampi giardini, è dotata, fra l'altro, di un quartiere termale; non mancano gli ambienti produttivi, come quello dove si pigiava l'uva per la produzione del vino. Raffigurazione della villa con il giardino
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  • 14. La decorazione pittorica, con finte porte e colonne, è correlata all'architettura reale, creando così giochi prospettici, corrispondenze fra reale ed immaginario. Numerosi e di grande qualità i particolari delle decorazioni pittoriche, costituiti da maschere, cesti di frutta, fiaccole, uccelli. Le pitture di II stile sono da considerarsi infatti fra le migliori pervenute dal mondo romano; in perfetto stato di conservazione, possono essere ammirate nel sito.   Uccellino II stile Uccellino IV stile Le pitture della Villa
  • 15. Affresco con melograni Affresco con fichi
  • 17. La villa era originariamente adorna di numerose sculture (circa 45 pezzi), in prevalenza copie romane di originali ellenistici del III-II secolo a.C., destinate a ornamento dei giardini e della piscina. Le sculture della Villa
  • 18. Entrata della villa di Poppea vista di notte.
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  • 22. Atrio Atrio con impluvium
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  • 30. Le colonne in marmo, giacenti per terra, erano forse in attesa di essere messe in opera nel portico. Finestre che affacciano sulle serre
  • 31. Affresco da giardino Le pareti delle serre erano affrescate con piante rigogliose ed uccelli beventi su vasche marmoree. Grazie ad alcune ricerche condotte in seguito al rinvenimento delle cavità naturali e del polline relativo alle piante curate dall’antico topiarius (giardiniere), sono state individuate molte varietà di piante: alberi da frutta come albicocco, alloro, melo, ciliegio, cedro, limone, noce, mandorlo, pesco; piante ornamentali come olivo, cipresso, pino, oleandro; fiori come edera, crisantemi, margherite e verdure da tavola.
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  • 42. Porticato con decorazione parietale in IV stile
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  • 54. La decorazione di II stile è ispirata a scenografie teatrali, come si evince dalla maschera raffigurata al centro del dipinto; sulla parete nord è raffigurato un vassoio di vetro con melograni e un cestino pieno di frutta coperto da un velo; sulla parete sud sono ben dipinti un grappolo d’uva e una cassata su di un vassoio d’argento o ferculum; sulla parete est vi è raffigurato il tempio di Apollo, divinità simboleggiata dal tripode delfico collocato al di là di una porta architravata con cancello, aperta tra due alte colonne poggianti su un podio. È raffigurato anche uno splendido pavone che compare di frequente in questa villa. La soglia di questo ambiente è in alabastro. Vassoio di vetro con melograni Maschera teatrale Vassoio con cassata
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