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Sostanze e prodotti pericolosi
in edilizia



   Ovvero: AGENTI CHIMICI PERICOLOSI




             Giuliano Degl'Innocenti ingegnere
Inquadramento normativo.D.L.vo81/2008
Titolo IX.   Sostanze pericolose
  Capo I (Artt. 221-232)- Protezione da
  agenti chimici.
  Capo II (Artt. 233-245)- Protezione
  da agenti cancerogeni e mutageni.
  Capo III (Art. 246-261)- Protezione
  da rischi connessi all’esposizione
  all’amianto.
  Capo IV (Artt. 262-265)- Sanzioni.
Articolo 221 - Campo di applicazione
  1. Il presente capo determina i requisiti
  minimi per la protezione dei lavoratori
  contro i rischi per la salute e la sicurezza
  che derivano, o possono derivare, dagli
  effetti di agenti chimici presenti sul luogo di
  lavoro o come risultato di ogni attività
  lavorativa che comporti la presenza di
  agenti chimici.
  2. I requisiti individuati dal presente capo si
  applicano a tutti gli agenti chimici pericolosi
  che sono presenti sul luogo di lavoro ……
Articolo 221 - Campo di applicazione
  3. Le disposizioni del presente capo si
  applicano altresì al trasporto di agenti
  chimici pericolosi …
  4. Le disposizioni del presente capo
  non si applicano alle attività
  comportanti esposizione ad amianto
  che restano disciplinate dalle norme
  contenute al capo III del presente
  titolo.
Articolo 222 - Definizioni
1. Ai fini del presente capo si intende per:
a) agenti chimici: tutti gli elementi o
composti chimici, sia da soli sia nei loro
miscugli, allo stato naturale o ottenuti,
utilizzati o smaltiti, compreso lo
smaltimento come rifiuti, mediante
qualsiasi attività lavorativa, siano essi
prodotti intenzionalmente o no e siano
immessi o no sul mercato;
Articolo 222 - Definizioni
b) agenti chimici pericolosi:
 1) agenti chimici classificati come sostanze
pericolose ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio
1997, n. 52, Sono escluse le sostanze pericolose
solo per l’ambiente;
2) agenti chimici classificati come preparati
pericolosi ai sensi del decreto legislativo 14 marzo
2003, n. 65,. Sono esclusi i preparati pericolosi solo
per l’ambiente;
3) agenti chimici che, pur non essendo classificabili
come pericolosi, in base ai numeri 1) e 2), possono
comportare un rischio per la sicurezza e la salute
dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-
fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui
sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, ….
In altre parole gli agenti chimici
pericolosi si possono definire così:
 Ogni elemento o composto, sia
 singolo che in miscela, (sia presente
 in natura o come prodotto intermedio
 o finale di una attività di lavoro),
 comunque presente nei luoghi di
 lavoro, che provocano o possono
 provocare rischi per la salute e la
 sicurezza anche con la sola presenza.
Articolo 222 - Definizioni
c) attività che comporta la presenza
di agenti chimici: ogni attività
lavorativa in cui sono utilizzati agenti
chimici, o se ne prevede l’utilizzo, in
ogni tipo di procedimento, compresi
la produzione, la manipolazione,
l’immagazzinamento, il trasporto o
l’eliminazione e il trattamento dei
rifiuti, o che risultino da tale attività
lavorativa;
Articolo 222 - Definizioni
d) valore limite di esposizione
professionale: se non diversamente
specificato, il limite della
concentrazione media ponderata nel
tempo di un agente chimico nell’aria
all’interno della zona di respirazione
di un lavoratore in relazione ad un
determinato periodo di riferimento;
un primo elenco di tali valori è
riportato nell’ ALLEGATO XXXVIII
Articolo 222 - Definizioni
e) valore limite biologico: il limite
della concentrazione del relativo
agente, di un suo metabolita, o di un
indicatore di effetto, nell’appropriato
mezzo biologico; un primo elenco di
tali valori è riportato nell’ ALLEGATO
XXXIX;
Articolo 222 - Definizioni
f) sorveglianza sanitaria: la valutazione
dello stato di salute del singolo lavoratore
in funzione dell’esposizione ad agenti
chimici sul luogo di lavoro;
g) pericolo: la proprietà intrinseca di un
agente chimico di poter produrre effetti
nocivi;
h) rischio: la probabilità che si raggiunga il
potenziale nocivo nelle condizioni di
utilizzazione o esposizione.
Articolo 223- Valutazione dei rischi.
 E’ un articolo importante in quanto
 amplia le indicazioni relative alle
 modalità di effettuazione della
 valutazione dei rischi indicate
 nell’articolo 29.
 Può servire come guida nella
 valutazione di ogni rischio, non solo
 quelli di natura chimica.
Vediamo ora quali sostanze e prodotti
pericolosi si utilizzano in edilizia.
Adesivi ( adesivi per pavimenti, adesivi
per pareti e soffitti)
Additivi per calcestruzzi e malte
cementizie
acceleranti, aeranti, plasticizzanti,
ritardanti.
Detergenti per murature
 antialghe, antimuffa,svernicianti,
 detergenti per prodotti grassi (catrami,
 asfalto, ecc.)
Prodotti pericolosi in edilizia

Trattamenti protettivi e decorativi delle
murature
 prodotti e membrane impermeabilizzanti, prodotti
antimuffa,
Trattamenti protettivi e decorativi dei metalli
Primer, pitture antiruggine, mani di fondo
Trattamenti protettivi e decorativi del legno
mani di finitura e mani di fondo, prodotti svernicianti
primer, vernici per interni ed esterni
Trattamenti di finitura per pavimenti
 Membrane impermeabilizzanti, vernici a finire,
 induritori, spiananti, turapori e trattamenti
 antipolvere
Prodotti pericolosi in edilizia


Trattamenti delle casserature
pitture per casseforme, disarmanti,
ritardanti superficiali
Intonaci
 a base di resine, a base di silicati
Isolanti a base di schiume
Solventi
Classificazione

I PREPARATI pericolosi hanno una
classificazione differente a seconda
della concentrazione delle SOSTANZE
pericolose che li compongono.
Esempio
Secondo il Regolamento CE n. 1272/2008
Concentrazione   Classificazione   Simboli   Frasi di rischio


C>= 10%          Corrosivo                   EUH031
                                             H314
5%<C<10 Irritante                            EUH031
                                             H315 H319
C<5%               ====             ====      ====
Le nuove frasi di rischio.
  Nell’esempio visto:
EUH031 A contatto con acidi libera gas tossici
H314 Provoca gravi ustioni cutanee e gravi
       lesioni oculari
H315 Provoca irritazione cutanea
H319 Provoca grave irritazione oculare
Classificazione degli agenti chimici
  AEROSOL
  Fibre
  Polveri Ø 1÷100 µm Materiale allo stato
  solido
  Fumi Ø 0,1÷5 µm Sospensione di particelle
  solide fini in un gas
  Nebbie Ø = 0,25 µm Sospensione di
  particelle liquide in un gas
  AERODISPERSI:Gas          Solo
                    Vapori Gas + fase liquida
AEROSOL
 Fibre:corpo solido allungato a forma
 di filamento presente in ogni prodotto,
 sostanza o materiale di origine
 naturale, artificiale o sintetico.
 Per convenzione, a fini di interesse
 igienistico, si definiscono fibre quelle
 che sono contraddistinte da un
 rapporto lunghezza/diametro uguale
 o maggiore di 3.
AEROSOL
 Polveri: particelle solide di
 dimensioni micrometriche che si
 formano durante la manipolazione
 meccanica o manuale del corpo di
 partenza, o che si formano per
 particolari fenomeni fisici.
 Fino a 4÷5 microm polveri inalabili,
 fino a 100 microm polveri respirabili.
 (convenzione ACGIH)
AEROSOL
 Fumi:particelle solide di dimensioni
 inferiori a quelle delle polveri, che si
 formano dalla condensazione di solidi
 precedentemente evaporati dopo
 essere stati allo stato di fusione,
 oppure derivano da reazioni chimiche,
 quali quelle di combustione.
AEROSOL
 Nebbie:goccioline micrometriche che si formano dalla
 condensazione della fase vapore di una sostanza
 originariamente allo stato liquido.

 AERODISPERSI
 Gas: aeriformi che, alla temperatura ambiente
 (convenzionalmente fissata a 25 °C), non possono essere
 condensati per semplice aumento di pressione: essi quindi,
 alla temperatura ambiente, non possono mai essere in
 presenza della propria fase liquida o solida.

 Vapori: aeriformi che possono coesistere, alla temperatura
 ambiente, con la propria fase liquida o solida.
POLVERI       Parte di materiale allo stato solido
che si origina nei processi di frantumazione sia
naturale che artificiale.

   Polveri Inerti
  “non alterano la struttura dell’apparato
   respiratorio, non determinano insorgenza di
   malattie organiche significative né effetti
   tossici specifici, possono dar luogo a
   modificazioni tessutali potenzialmente
   reversibili”:broncopneumopatie aspecifiche
   Es: Calcare, caolino, gesso, ecc.
N.B.   Per broncopneumopatia cronica ostruttiva in campo medico, si
       intende una condizione cronica e solo parzialmente reversibile delle
       vie aeree, lentamente progressiva, causata da un'infiammazione
       cronica delle vie aeree e del tessuto polmonare.
POLVERI
  Polveri Fibrogene
 “possono alterare permanentemente
  l’architettura degli alveoli, possono dare
  reazioni con i tessuti di gravità variabile,
  non consentono la reversibilità
  dell’alterazione, creano stati di
  aggravamento anche dopo la cessazione
 dell’esposizione”.
 Es: Polveri contenenti silice libera cristallina.
Polveri non silicotigene – Inerti

  NATURA (Contenuto di SiO2 < all’1%)
  Sabbia o pietrisco utilizzati per il calcestruzzo
  Polvere di gesso o di calce
  ESPOSIZIONE
  Operazioni di demolizione
  Preparazioni di intonaci
  Taglio di pannelli prefabbricati
  Svuotamento manuale di sacchi di cemento
  PATOLOGIA
  Bronchiti - Pneumoconiosi non evolutive
  PREVENZIONE
  Lavorazioni ad umido
  Aspirazione localizzata
  D.P.I. - Maschere per polveri
Polveri Silicotigene
Contenenti silice libera cristallina (SiO2)



   NATURA: materiali argillosi, cemento.
   ESPOSIZIONE:
   Opere di demolizione nei manufatti
   Uso di strumenti vibranti su cemento
   e calcestruzzo
   Sabbiatura di superfici
   Lavori di scavo delle gallerie
Polveri Silicotigene
Contenenti silice libera cristallina (SiO2)

   PATOLOGIA: Silicosi
   Dispnea (difficoltà a respirare) con
   tosse e catarro (associata con
   bronchite)
   Noduli polmonari confluenti
   Insufficienza respiratoria
   Insufficienza cardio-respiratoria
   Scompenso cardiaco
Polveri Silicotigene
Contenenti silice libera cristallina (SiO2)

   PREVENZIONE
   Bagnare il materiale in lavorazione.
   Usare utensili a bassa velocità.
   Aspirazione localizzata della polvere.
   Usare dispositivi di protezione
   individuali D.P.I. (maschere per
   polveri).
   Evitare di usare materiale ad alto
   contenuto di silice.
Polveri di legno

  ESPOSIZIONE
 Lavorazioni di carpenteria
 Nella posa di pavimenti in legno
  PATOLOGIA
 Irritanti per gli occhi e per le prime vie
  aeree
 Sanguinamento nasale, riniti, asma
  PREVENZIONE
 Impianto di aspirazione localizzata
 D.P.I. - maschere per polveri
Polveri di lana di vetro

  Materiali coibentanti
  ESPOSIZIONE
 Taglio di materiali che contengono lana di
  vetro
 Durante demolizioni
  PATOLOGIA
 Irritazioni cutanee
 Se inalate irritazione delle prime vie aeree
  PREVENZIONE
 Aspirazione localizzata
 D.P.I. maschere
Bitumi, catrami e peci
Presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)


   ESPOSIZIONE
  Utilizzati nelle operazioni a caldo di
   impermeabilizzazione e asfaltatura
   PATOLOGIA
  Dermatiti
  Tumori delle pelle e dei polmoni
   PREVENZIONE
  Sostituzione dei bitumi e catrami
  Evitare dove possibile l’applicazione a caldo
  D.P.I. maschere, guanti e abiti idonei
Oli disarmanti
 ESPOSIZIONE
 Nella preparazione di casseforme metalliche e in
 legno per getti di calcestruzzo (disarmo rapido)
 Oli vegetali, Oli con solventi organici, Oli con
 metalli, Oli esausti con PCB ( policlorobifenile ),
 Oli esausti con IPA (idrocarburi policiclici
 aromatici). IPA e PCB sono cancerogeni.
 ASSORBIMENTO
 Per inalazione nell’applicazione a spruzzo
 Per contatto nell’applicazione a pennello
 PATOLOGIA
 Tumori cutanei e polmonari
 Dermatiti da contatto
Oli disarmanti
 PREVENZIONE
 Evitare l’uso di oli esausti
 Applicare a pennello
 D.P.I. maschere per vapori nebbie e
 fumi tossici
 Uso di aspirazione localizzata
Cementi
 PATOLOGIA
 Eczema da contatto
 Dermatite allergica che colpisce le parti
 scoperte degli arti, mani e braccia.
 È provocata dalla presenza di sali di cobalto e
 cromo.
 È una forma recidivante e molto spesso si
 cronicizza.
 PREVENZIONE
 Utilizzo di cementi a basso contenuto di cromo
 Uso di mezzi meccanici per movimentare
 D.P.I.. guanti e creme barriera
Agenti cancerogeni
 I cancerogeni chimici sono etichettati, secondo la
  normativa comunitaria come R45 (può provocare il
  cancro) o come R49 ( può provocare cancro per
  inalazione) oggi H350 (può provocare il cancro).
  Actinolite (roccia metamorfica);
  Amianto;
  Distillati (petrolio) frazioni nafteniche leggere e pesanti;
  Distillati (petrolio) frazioni paraffiniche leggere e pesanti;
  Polveri di legno;
  Radon e suoi prodotti di decadimento.
Agenti cancerogeni
Agente              Utilizzo
                    Pigmento per ceramiche e vernici,
Cromato di calcio
                    utilizzato per le cromature,
                    anticorrosivo, agente ossidante, per
                    rivestimenti leghe leggere.

Cromo triossido     Smalto per ceramiche

                    Pigmento per pitture, vernici (per
Zinco cromato
                    rivestimenti resistenti alla
                    corrosione).


Cromato di piombo       Pigmento inorganico (detto
                    giallo cromo) per vernici da
                    legno e metallo
Pitture e vernici
 Presenza di:
 solventi (benzolo, stirolo, xilolo formaldeide, ecc.)
 pigmenti (cromati)
 metalli (piombo, cadmio, zinco, ecc.)
 plasticanti (ftalati)
 resine (epossidiche, poliuretaniche)
 ESPOSIZIONE
 Utilizzate nei lavori di sigillatura,verniciatura, stuccatura
 PATOLOGIA
 Irritazioni cutanee e delle mucose oculari e respiratorie
 Sensibilizzazione cutanea e respiratoria
 Tossicità per fegato, reni e sistema nervoso centrale
 Tumori
Pitture e vernici
 PREVENZIONE
 Uso di vernici con benzolo (<1%) e
 xilolo e toluolo (<45%)
 Ambienti ben aerati
 Aspirazione localizzata
 D.P.I. maschere con filtri, guanti
 occhiali
Pitture e vernici
 Lo Xilolo ed il Toluolo sono irritanti per le vie
  respiratorie, ma una volta entrati in circolo
  nel sangue attraverso la respirazione
  oppure attraversando la barriera cutanea,
  vengono metabolizzati dal fegato e
  vengono espulsi dalle urine.
 Ma la funzione del fegato è quella di
  sciogliere i grassi, quindi a lungo andare
  finirebbe per non funzionare più bene
  (steatosi epatica cioè fegato grasso che
  potrebbe evolversi verso la cirrosi).
Prodotti adesivi
  Sono prodotti che vengono comunemente
  utilizzati dagli addetti alla posa di moquette,
  di pavimenti in ceramica, in legno o di
  pannelli per pareti e soffitti.
 Si tratta in genere di prodotti costituiti da
  varie sostanze chimiche le principali:
  emulsioni di acetati, di bitumi o di gomme
  sintetiche
  resine epossidiche
  resine poliuretaniche
  resine poliestere
Prodotti adesivi
 PATOLOGIA
 Patologie irritative e da
 sensibilizzazione per cute e vie aeree
 PREVENZIONE
 Buona ventilazione dell’ambiente
 D.P.I. Guanti, occhiali
 Maschere con filtri idonei
 Fare uso di creme barriere
Resine poliuretaniche

 Usate come schiume poliuretaniche nella coibentazione
  di fondazioni, muri, intercapedini di tetti, solai, ecc.
  PATOLOGIA
 Alveoliti allergiche ( si tratta di una patologia polmonare in cui
  non sono colpite le vie respiratorie primarie, bensì gli alveoli polmonari
  e il tessuto circostante).

 Asma bronchiale
 Irritazione delle mucose
  PREVENZIONE
 Aspirazione localizzata
 D.P.I. Maschere con filtri
 Ambienti aerati
Fumi di saldatura

 Durante la saldatura ad arco elettrico o con
 fiamma ossiacetilenica nei lavori di carpenteria
 metallica
 PATOLOGIA
 Irritazioni oculari
 Irritazioni vie aeree
 Inalazioni sostanze tossiche (CO, O3, NOx, Fe,
 Ni e Cr)
 PREVENZIONE
 Aspirazione localizzata
 D.P.I. Maschere e indumenti idonei
Acidi
Utilizzati per operazioni di pulizia
     PATOLOGIA
  Ustioni della pelle ed occhi
  Edema polmonare (*)
     PREVENZIONE
  Diluizione
  Ventilazione dell’ambiente
  Aspirazione localizzata
  D.P.I. Guanti, maschere e indumenti protettivi
(*) L'edema polmonare è una sorta di annegamento dei polmoni causato
     dall'eccessivo passaggio di liquido sieroso dai capillari sanguigni agli alveoli
     che vengono così riempiti di liquido e non sono più in grado di svolgere la
     loro attività respiratoria.
Come prevenire il rischio.
 L’utilizzatore per rendersi conto dei rischi ha
  a disposizione due strumenti: l’etichetta,
  applicata al contenitore della sostanza o del
  preparato chimico e la scheda di sicurezza.
  La prima (vedi esempio) deve contenere
  oltre il simbolo di pericolo:
  La denominazione chimica della sostanza
  Il nome e l’indirizzo del
  produttore/venditore
  Una o più Frasi R di rischio
  Una o più Frasi S di sicurezza
Esempio di etichetta.
Scheda di sicurezza
La scheda di sicurezza contiene 16
sezioni nelle quali sono indicate tutte
le notizie necessarie ed utili per
permettere l’utilizzo corretto ed in
sicurezza della sostanza chimica o del
preparato.
Il Venditore è tenuto a fornire la
scheda di sicurezza (predisposta dal
produttore) per ogni prodotto che
mette in vendita (D.L.vo 52/1997).
Frasi di rischio:
R45 Può provocare il cancro
R49 Può provocare il cancro per inalazione
Nuova frase di rischio: H350 Può provocare il
cancro
Esempi di cancerogeni in edilizia
Polvere di legno
Amianto
Idrocarburi policiclici aromatici
Silice
Frasi di rischio:
H335 Può irritare le vie respiratorie
La polvere di legno duro
Rientra nell’Allegato XLII del D.Lgs. 81/08
Determina l’insorgenza di un raro tipo di
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84 sostanze e prodotti pericolosi

  • 1. Sostanze e prodotti pericolosi in edilizia Ovvero: AGENTI CHIMICI PERICOLOSI Giuliano Degl'Innocenti ingegnere
  • 2. Inquadramento normativo.D.L.vo81/2008 Titolo IX. Sostanze pericolose Capo I (Artt. 221-232)- Protezione da agenti chimici. Capo II (Artt. 233-245)- Protezione da agenti cancerogeni e mutageni. Capo III (Art. 246-261)- Protezione da rischi connessi all’esposizione all’amianto. Capo IV (Artt. 262-265)- Sanzioni.
  • 3. Articolo 221 - Campo di applicazione 1. Il presente capo determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano, o possono derivare, dagli effetti di agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o come risultato di ogni attività lavorativa che comporti la presenza di agenti chimici. 2. I requisiti individuati dal presente capo si applicano a tutti gli agenti chimici pericolosi che sono presenti sul luogo di lavoro ……
  • 4. Articolo 221 - Campo di applicazione 3. Le disposizioni del presente capo si applicano altresì al trasporto di agenti chimici pericolosi … 4. Le disposizioni del presente capo non si applicano alle attività comportanti esposizione ad amianto che restano disciplinate dalle norme contenute al capo III del presente titolo.
  • 5. Articolo 222 - Definizioni 1. Ai fini del presente capo si intende per: a) agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato;
  • 6. Articolo 222 - Definizioni b) agenti chimici pericolosi: 1) agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, Sono escluse le sostanze pericolose solo per l’ambiente; 2) agenti chimici classificati come preparati pericolosi ai sensi del decreto legislativo 14 marzo 2003, n. 65,. Sono esclusi i preparati pericolosi solo per l’ambiente; 3) agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, in base ai numeri 1) e 2), possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico- fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, ….
  • 7. In altre parole gli agenti chimici pericolosi si possono definire così: Ogni elemento o composto, sia singolo che in miscela, (sia presente in natura o come prodotto intermedio o finale di una attività di lavoro), comunque presente nei luoghi di lavoro, che provocano o possono provocare rischi per la salute e la sicurezza anche con la sola presenza.
  • 8. Articolo 222 - Definizioni c) attività che comporta la presenza di agenti chimici: ogni attività lavorativa in cui sono utilizzati agenti chimici, o se ne prevede l’utilizzo, in ogni tipo di procedimento, compresi la produzione, la manipolazione, l’immagazzinamento, il trasporto o l’eliminazione e il trattamento dei rifiuti, o che risultino da tale attività lavorativa;
  • 9. Articolo 222 - Definizioni d) valore limite di esposizione professionale: se non diversamente specificato, il limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico nell’aria all’interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione ad un determinato periodo di riferimento; un primo elenco di tali valori è riportato nell’ ALLEGATO XXXVIII
  • 10. Articolo 222 - Definizioni e) valore limite biologico: il limite della concentrazione del relativo agente, di un suo metabolita, o di un indicatore di effetto, nell’appropriato mezzo biologico; un primo elenco di tali valori è riportato nell’ ALLEGATO XXXIX;
  • 11. Articolo 222 - Definizioni f) sorveglianza sanitaria: la valutazione dello stato di salute del singolo lavoratore in funzione dell’esposizione ad agenti chimici sul luogo di lavoro; g) pericolo: la proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti nocivi; h) rischio: la probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni di utilizzazione o esposizione.
  • 12. Articolo 223- Valutazione dei rischi. E’ un articolo importante in quanto amplia le indicazioni relative alle modalità di effettuazione della valutazione dei rischi indicate nell’articolo 29. Può servire come guida nella valutazione di ogni rischio, non solo quelli di natura chimica.
  • 13. Vediamo ora quali sostanze e prodotti pericolosi si utilizzano in edilizia. Adesivi ( adesivi per pavimenti, adesivi per pareti e soffitti) Additivi per calcestruzzi e malte cementizie acceleranti, aeranti, plasticizzanti, ritardanti. Detergenti per murature antialghe, antimuffa,svernicianti, detergenti per prodotti grassi (catrami, asfalto, ecc.)
  • 14. Prodotti pericolosi in edilizia Trattamenti protettivi e decorativi delle murature prodotti e membrane impermeabilizzanti, prodotti antimuffa, Trattamenti protettivi e decorativi dei metalli Primer, pitture antiruggine, mani di fondo Trattamenti protettivi e decorativi del legno mani di finitura e mani di fondo, prodotti svernicianti primer, vernici per interni ed esterni Trattamenti di finitura per pavimenti Membrane impermeabilizzanti, vernici a finire, induritori, spiananti, turapori e trattamenti antipolvere
  • 15. Prodotti pericolosi in edilizia Trattamenti delle casserature pitture per casseforme, disarmanti, ritardanti superficiali Intonaci a base di resine, a base di silicati Isolanti a base di schiume Solventi
  • 16. Classificazione I PREPARATI pericolosi hanno una classificazione differente a seconda della concentrazione delle SOSTANZE pericolose che li compongono.
  • 18. Secondo il Regolamento CE n. 1272/2008 Concentrazione Classificazione Simboli Frasi di rischio C>= 10% Corrosivo EUH031 H314 5%<C<10 Irritante EUH031 H315 H319 C<5% ==== ==== ====
  • 19. Le nuove frasi di rischio. Nell’esempio visto: EUH031 A contatto con acidi libera gas tossici H314 Provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari H315 Provoca irritazione cutanea H319 Provoca grave irritazione oculare
  • 20. Classificazione degli agenti chimici AEROSOL Fibre Polveri Ø 1÷100 µm Materiale allo stato solido Fumi Ø 0,1÷5 µm Sospensione di particelle solide fini in un gas Nebbie Ø = 0,25 µm Sospensione di particelle liquide in un gas AERODISPERSI:Gas Solo Vapori Gas + fase liquida
  • 21. AEROSOL Fibre:corpo solido allungato a forma di filamento presente in ogni prodotto, sostanza o materiale di origine naturale, artificiale o sintetico. Per convenzione, a fini di interesse igienistico, si definiscono fibre quelle che sono contraddistinte da un rapporto lunghezza/diametro uguale o maggiore di 3.
  • 22. AEROSOL Polveri: particelle solide di dimensioni micrometriche che si formano durante la manipolazione meccanica o manuale del corpo di partenza, o che si formano per particolari fenomeni fisici. Fino a 4÷5 microm polveri inalabili, fino a 100 microm polveri respirabili. (convenzione ACGIH)
  • 23. AEROSOL Fumi:particelle solide di dimensioni inferiori a quelle delle polveri, che si formano dalla condensazione di solidi precedentemente evaporati dopo essere stati allo stato di fusione, oppure derivano da reazioni chimiche, quali quelle di combustione.
  • 24. AEROSOL Nebbie:goccioline micrometriche che si formano dalla condensazione della fase vapore di una sostanza originariamente allo stato liquido. AERODISPERSI Gas: aeriformi che, alla temperatura ambiente (convenzionalmente fissata a 25 °C), non possono essere condensati per semplice aumento di pressione: essi quindi, alla temperatura ambiente, non possono mai essere in presenza della propria fase liquida o solida. Vapori: aeriformi che possono coesistere, alla temperatura ambiente, con la propria fase liquida o solida.
  • 25. POLVERI Parte di materiale allo stato solido che si origina nei processi di frantumazione sia naturale che artificiale. Polveri Inerti “non alterano la struttura dell’apparato respiratorio, non determinano insorgenza di malattie organiche significative né effetti tossici specifici, possono dar luogo a modificazioni tessutali potenzialmente reversibili”:broncopneumopatie aspecifiche Es: Calcare, caolino, gesso, ecc. N.B. Per broncopneumopatia cronica ostruttiva in campo medico, si intende una condizione cronica e solo parzialmente reversibile delle vie aeree, lentamente progressiva, causata da un'infiammazione cronica delle vie aeree e del tessuto polmonare.
  • 26. POLVERI Polveri Fibrogene “possono alterare permanentemente l’architettura degli alveoli, possono dare reazioni con i tessuti di gravità variabile, non consentono la reversibilità dell’alterazione, creano stati di aggravamento anche dopo la cessazione dell’esposizione”. Es: Polveri contenenti silice libera cristallina.
  • 27. Polveri non silicotigene – Inerti NATURA (Contenuto di SiO2 < all’1%) Sabbia o pietrisco utilizzati per il calcestruzzo Polvere di gesso o di calce ESPOSIZIONE Operazioni di demolizione Preparazioni di intonaci Taglio di pannelli prefabbricati Svuotamento manuale di sacchi di cemento PATOLOGIA Bronchiti - Pneumoconiosi non evolutive PREVENZIONE Lavorazioni ad umido Aspirazione localizzata D.P.I. - Maschere per polveri
  • 28. Polveri Silicotigene Contenenti silice libera cristallina (SiO2) NATURA: materiali argillosi, cemento. ESPOSIZIONE: Opere di demolizione nei manufatti Uso di strumenti vibranti su cemento e calcestruzzo Sabbiatura di superfici Lavori di scavo delle gallerie
  • 29. Polveri Silicotigene Contenenti silice libera cristallina (SiO2) PATOLOGIA: Silicosi Dispnea (difficoltà a respirare) con tosse e catarro (associata con bronchite) Noduli polmonari confluenti Insufficienza respiratoria Insufficienza cardio-respiratoria Scompenso cardiaco
  • 30. Polveri Silicotigene Contenenti silice libera cristallina (SiO2) PREVENZIONE Bagnare il materiale in lavorazione. Usare utensili a bassa velocità. Aspirazione localizzata della polvere. Usare dispositivi di protezione individuali D.P.I. (maschere per polveri). Evitare di usare materiale ad alto contenuto di silice.
  • 31. Polveri di legno ESPOSIZIONE Lavorazioni di carpenteria Nella posa di pavimenti in legno PATOLOGIA Irritanti per gli occhi e per le prime vie aeree Sanguinamento nasale, riniti, asma PREVENZIONE Impianto di aspirazione localizzata D.P.I. - maschere per polveri
  • 32. Polveri di lana di vetro Materiali coibentanti ESPOSIZIONE Taglio di materiali che contengono lana di vetro Durante demolizioni PATOLOGIA Irritazioni cutanee Se inalate irritazione delle prime vie aeree PREVENZIONE Aspirazione localizzata D.P.I. maschere
  • 33. Bitumi, catrami e peci Presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) ESPOSIZIONE Utilizzati nelle operazioni a caldo di impermeabilizzazione e asfaltatura PATOLOGIA Dermatiti Tumori delle pelle e dei polmoni PREVENZIONE Sostituzione dei bitumi e catrami Evitare dove possibile l’applicazione a caldo D.P.I. maschere, guanti e abiti idonei
  • 34. Oli disarmanti ESPOSIZIONE Nella preparazione di casseforme metalliche e in legno per getti di calcestruzzo (disarmo rapido) Oli vegetali, Oli con solventi organici, Oli con metalli, Oli esausti con PCB ( policlorobifenile ), Oli esausti con IPA (idrocarburi policiclici aromatici). IPA e PCB sono cancerogeni. ASSORBIMENTO Per inalazione nell’applicazione a spruzzo Per contatto nell’applicazione a pennello PATOLOGIA Tumori cutanei e polmonari Dermatiti da contatto
  • 35. Oli disarmanti PREVENZIONE Evitare l’uso di oli esausti Applicare a pennello D.P.I. maschere per vapori nebbie e fumi tossici Uso di aspirazione localizzata
  • 36. Cementi PATOLOGIA Eczema da contatto Dermatite allergica che colpisce le parti scoperte degli arti, mani e braccia. È provocata dalla presenza di sali di cobalto e cromo. È una forma recidivante e molto spesso si cronicizza. PREVENZIONE Utilizzo di cementi a basso contenuto di cromo Uso di mezzi meccanici per movimentare D.P.I.. guanti e creme barriera
  • 37. Agenti cancerogeni I cancerogeni chimici sono etichettati, secondo la normativa comunitaria come R45 (può provocare il cancro) o come R49 ( può provocare cancro per inalazione) oggi H350 (può provocare il cancro). Actinolite (roccia metamorfica); Amianto; Distillati (petrolio) frazioni nafteniche leggere e pesanti; Distillati (petrolio) frazioni paraffiniche leggere e pesanti; Polveri di legno; Radon e suoi prodotti di decadimento.
  • 38. Agenti cancerogeni Agente Utilizzo Pigmento per ceramiche e vernici, Cromato di calcio utilizzato per le cromature, anticorrosivo, agente ossidante, per rivestimenti leghe leggere. Cromo triossido Smalto per ceramiche Pigmento per pitture, vernici (per Zinco cromato rivestimenti resistenti alla corrosione). Cromato di piombo Pigmento inorganico (detto giallo cromo) per vernici da legno e metallo
  • 39. Pitture e vernici Presenza di: solventi (benzolo, stirolo, xilolo formaldeide, ecc.) pigmenti (cromati) metalli (piombo, cadmio, zinco, ecc.) plasticanti (ftalati) resine (epossidiche, poliuretaniche) ESPOSIZIONE Utilizzate nei lavori di sigillatura,verniciatura, stuccatura PATOLOGIA Irritazioni cutanee e delle mucose oculari e respiratorie Sensibilizzazione cutanea e respiratoria Tossicità per fegato, reni e sistema nervoso centrale Tumori
  • 40. Pitture e vernici PREVENZIONE Uso di vernici con benzolo (<1%) e xilolo e toluolo (<45%) Ambienti ben aerati Aspirazione localizzata D.P.I. maschere con filtri, guanti occhiali
  • 41. Pitture e vernici Lo Xilolo ed il Toluolo sono irritanti per le vie respiratorie, ma una volta entrati in circolo nel sangue attraverso la respirazione oppure attraversando la barriera cutanea, vengono metabolizzati dal fegato e vengono espulsi dalle urine. Ma la funzione del fegato è quella di sciogliere i grassi, quindi a lungo andare finirebbe per non funzionare più bene (steatosi epatica cioè fegato grasso che potrebbe evolversi verso la cirrosi).
  • 42. Prodotti adesivi Sono prodotti che vengono comunemente utilizzati dagli addetti alla posa di moquette, di pavimenti in ceramica, in legno o di pannelli per pareti e soffitti. Si tratta in genere di prodotti costituiti da varie sostanze chimiche le principali: emulsioni di acetati, di bitumi o di gomme sintetiche resine epossidiche resine poliuretaniche resine poliestere
  • 43. Prodotti adesivi PATOLOGIA Patologie irritative e da sensibilizzazione per cute e vie aeree PREVENZIONE Buona ventilazione dell’ambiente D.P.I. Guanti, occhiali Maschere con filtri idonei Fare uso di creme barriere
  • 44. Resine poliuretaniche Usate come schiume poliuretaniche nella coibentazione di fondazioni, muri, intercapedini di tetti, solai, ecc. PATOLOGIA Alveoliti allergiche ( si tratta di una patologia polmonare in cui non sono colpite le vie respiratorie primarie, bensì gli alveoli polmonari e il tessuto circostante). Asma bronchiale Irritazione delle mucose PREVENZIONE Aspirazione localizzata D.P.I. Maschere con filtri Ambienti aerati
  • 45. Fumi di saldatura Durante la saldatura ad arco elettrico o con fiamma ossiacetilenica nei lavori di carpenteria metallica PATOLOGIA Irritazioni oculari Irritazioni vie aeree Inalazioni sostanze tossiche (CO, O3, NOx, Fe, Ni e Cr) PREVENZIONE Aspirazione localizzata D.P.I. Maschere e indumenti idonei
  • 46. Acidi Utilizzati per operazioni di pulizia PATOLOGIA Ustioni della pelle ed occhi Edema polmonare (*) PREVENZIONE Diluizione Ventilazione dell’ambiente Aspirazione localizzata D.P.I. Guanti, maschere e indumenti protettivi (*) L'edema polmonare è una sorta di annegamento dei polmoni causato dall'eccessivo passaggio di liquido sieroso dai capillari sanguigni agli alveoli che vengono così riempiti di liquido e non sono più in grado di svolgere la loro attività respiratoria.
  • 47. Come prevenire il rischio. L’utilizzatore per rendersi conto dei rischi ha a disposizione due strumenti: l’etichetta, applicata al contenitore della sostanza o del preparato chimico e la scheda di sicurezza. La prima (vedi esempio) deve contenere oltre il simbolo di pericolo: La denominazione chimica della sostanza Il nome e l’indirizzo del produttore/venditore Una o più Frasi R di rischio Una o più Frasi S di sicurezza
  • 49. Scheda di sicurezza La scheda di sicurezza contiene 16 sezioni nelle quali sono indicate tutte le notizie necessarie ed utili per permettere l’utilizzo corretto ed in sicurezza della sostanza chimica o del preparato. Il Venditore è tenuto a fornire la scheda di sicurezza (predisposta dal produttore) per ogni prodotto che mette in vendita (D.L.vo 52/1997).
  • 50. Frasi di rischio: R45 Può provocare il cancro R49 Può provocare il cancro per inalazione Nuova frase di rischio: H350 Può provocare il cancro Esempi di cancerogeni in edilizia Polvere di legno Amianto Idrocarburi policiclici aromatici Silice
  • 51. Frasi di rischio: H335 Può irritare le vie respiratorie La polvere di legno duro Rientra nell’Allegato XLII del D.Lgs. 81/08 Determina l’insorgenza di un raro tipo di tumore del naso e dei seni paranasali Nella popolazione: 1 caso ogni milione Nei falegnami: 5 - 9 casi ogni 10.000 lavoratori