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Agnosia
Definizione: con il termine agnosia, s’intende
parlare dei disturbi di riconoscimento degli
oggetti che non possono essere spiegati sulla
base di un difetto sensoriale, come per esempio
un’acuità visiva ridotta o un più generale
deterioramento mentale.
Lissauer 1890

Agnosia Appercettiva : compromissione dello
stadio in cui si avrebbe l’integrazione dei dati
sensoriali elementari in forme visive complesse
e strutturate.
Agnosia associativa : nello stadio
associativo, si avrebbero le informazioni a
livello rappresentazionale relative alla forma e
funzione di un oggetto
Una teoria cognitivista computazionale:
la teoria di Marr

3 livelli di descrizione:
Sketch Primario…visione di livello basso (low
level)
Sketch 2-1/2D …visione di livello intermedio
(intermediate)
Modello 3D ……visione di livello alto (high level)
Sketch Primario.
Costruzione di un’immagine in termini di valore di
intensità di ogni suo punto.
Poi estrazione di primitivi: linee, contorni, angoli
Costruzione di una descrizione dell’oggetto cellule del
sistema visivo primario: sensibili a variazioni di intensità
della stimolazione sulla retina.
Teoria di Marr 2
II.Sketch 2D ½
A questo livello moduli indipendenti.
Se l’osservatore è in movimento, abbozzo a 2 dimensioni e mezzo.
Forniscono informazione su distanza e orientamento delle superfici
rispetto all’osservatore -> insieme di coordinate centrate
sull’osservatore.
III.Modello 3D
Risolve il problema della visione di livello alto: riconoscimento
degli oggetti.
Costanza dell’oggetto: non cambia con il punto di vista.
Implica un quadro di riferimento basato sull’oggetto
Modello di Humphreys e Riddoch
(1984)

Verifica in ambito clinico dell’ipotesi di
Marr (estrazione asse principale come caratteristica

fondamentale per riconoscimento oggetti).
Situazione sperimentale con presentazione di figure in
prospettive convenzionali e non:
esempio: una saliera dall’alto in cui non era visibile
l’asse principale ma le caratteristiche distintive
dell’oggetto si
e saliera in cui le caratteristiche distintive erano
mascherate, ma l’asse principale era visibile.
Agnosia trasformazionale
Caratterizzata dall’incapacità di identificare un
oggetto, quando è visto in prospettiva non
convenzionale
Pazienti non in grado di passare dal modello 2
1/2D al 3 D secondo il modello di Marr.
Pazienti invece che riuscivano a fare il
passaggio al 3d, non elaborando le
caratteristiche globali in base all’asse principale
ma in base alle caratteristiche strutturali
distintive
Possibili Agnosie nel modello di
Humphreys e Riddoch (1988)
Agnosia trasformazionale : caratterizzata dall’incapacità di
identificare un oggetto quando è visto in prospettiva non
convenzionale.
Agnosia della forma : difficoltà ad analizzare le forme nel loro
complesso, i pz non possono tracciare i contorni degli stimoli,
accoppiare per uguaglianza forme uguali, discriminare anche
semplici forme (compromessa la via di elaborazione globale della
forma)
Agnosia integrativa : incapacità ad integrare i diversi dettagli che
compongono l’oggetto, come se il pz, fosse impossibilitato a
tradurre le informazioni locali, in un’unica struttura globale. il
paziente non risulta in grado di:distinguere forme vere da false e
riconosce meglio le silouette. (alterazione della via di elaborazione
delle cratteristiche distintive.)
Riconoscimento visuo-spaziale
Kosslyn
Secondo tale modello dei processi visivi superiori, si ha
primariamente:
analisi delle informazioni relative a:
orientamento, profondità, contorno, immagine
tali informazioni, verrebbero convogliate in un buffer visivo, simile ad
un magazzino di memoria a che breve termine che corrisponderebbe
al modello 2 1/2D SI Marr
il contenuto di questo magazzino, sarebbe assimilabile all’immagine
retinica, piuttosto che essere riferito allo spazio

Elaborazioni successive nei sistemi What
e Where
che ne riconoscono la collocazione nello spazio e
le parti costituenti
Where: via del dove, termina nel lobo
parietale inferiore ed è deputata
soprattutto all’elaborazione spaziale
degli stimoli.
Sottosistemi:
mappaggio spazio-topico: passaggio dalla
rappresentazione retinotopica a quella tridimensionale.
Qui vengono elaborate la localizzazione, l’orientamento
e le dimensioni dello stimolo.
Il sistema del Where pertanto, viene utilizzato non solo
per la localizzazione degli oggetti nello spazio esterno
ma anche per le relazioni spaziali, esistenti all’interno di
uno stesso oggetto
Where 2
Altri sottosistemi del Where sono:
sistema di codifica delle relazioni
categoriali : individua i rapporti spaziali tra gli
elementi di uno stesso oggetto in termini
topologici quali:sopra/sotto, a fianco di, senza
tenere conto della distanza.
sistema di codifica delle relazioni
coordinate: è invece preposto alla valutazione
dell’esatta distanza fra due regioni
Due vie fondamentali nella
visione
What: via del cos’è, parte dal lobo occipitale ed
arriva al lobo temporale
analizza forma e colore

sottosistemi:
preprocessuale:
di identificazione delle caratteristiche
di attivazione degli schemi strutturali
Sintetizzando
In questo modello il processo di
riconoscimento degli oggetti e ciclico:
analisi dei dati provenienti dall’immagine
confronto con i depositi in memoria
generazione di aspettative su quanto
percepito.
Riconoscimento dei volti
modello di Bruce e Young (1986)
Secondo tale modello l’elaborazione di volti familiari e di
volti mai visti in precedenza, si svolge in parallelo e
dipende da meccanismi in parte distinti.
Prima parte in comune per entrambi i processi :
Codificazione strutturale: costruzione dell’immagine
e loro distribuzione geometrica centrata sull’osservatore.
Per i volti familiari:
Unità di riconoscimento dei volti
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Riconoscimento volti non
familiari
Il modello include una componente chiamata di
elaborazione visiva diretta :cattura e
memorizza le caratteristiche distintive di un
volto non familiare
Analisi dell’espressione : cattura i segnali
emotivi espressi dal volto
Analisi del linguaggio facciale : analizza i
movimenti della bocca e della faccia
Possibili disfunzioni nel processo di
analisi del volto
A livello della codificazione strutturale, viene in
genere compromesso l’intero processo di
elaborazione dei volti, i pz non sono nemmeno in grado di
decidere se due volti sono uguali o diversi.

a livello dell’elaborazione dell’elaborazione delle
caratteristiche emotive
a livello dell’elaborazione delle caratteristiche
facciali
Attenzione
..Definizione:
Capacità di selezionare le informazioni utili, ignorando quelle che non lo
sono.
William James: attenzione = capacità di resistere alla distrazione.
Possiamo considerare l’attenzione, come una funzione che regola i
processi mentali, filtrando e organizzando le informazioni provenienti
dall’ambiente allo scopo di emettere una risposta immediata.
Il processo di elaborazione delle informazioni, è infatti estremamente
flessibile, cioè sceglie di volta in volta quali informazioni elaborare e
come elaborarle. Questa possibilità di selezionare il materiale informativo,
avviene proprio in base a meccanismi di tipo attentivo.
Attenzione spaziale
Un tipo di attenzione selettiva: l’attenzione
spaziale
L’oggetto della selezione attentiva è la
posizione nello spazio.
Attenzione spaziale
Per studiare l’attenzione spaziale è necessario.
Separare lo sguardo dall’attenzione.
Una situazione sperimentale di che dimostra
come sia possibile orientare l’attenzione nello
spazio in assenza di movimenti oculari.
E i benefici e costi attentivi che ne conseguono.
Orientamento automatico e
volontario dell’attenzione
Criteri di distinzione dei due tipi di attenzione:
l’orientamento automatico, non può essere
interrotto
non dipende dalla probabilità che la prova risulti
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non è soggetto ad interferenza da parte di un
compito secondario.

Quindi dipendono da meccanismi
indipendenti
Attenzione come fuoco
Metafore: più recenti:
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Come si muove il fuoco dell’attenzione nello spazio?.
Le dimensioni del fuoco dell’attenzione sono variabili?
Esiste una relazione inversa dimensioni del fuoco
dell’attenzione e ed efficienza di processamento degli stimoli
che cadono al suo interno?
Situazione sperimentale
624543.perc

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  • 1. Agnosia Definizione: con il termine agnosia, s’intende parlare dei disturbi di riconoscimento degli oggetti che non possono essere spiegati sulla base di un difetto sensoriale, come per esempio un’acuità visiva ridotta o un più generale deterioramento mentale.
  • 2. Lissauer 1890 Agnosia Appercettiva : compromissione dello stadio in cui si avrebbe l’integrazione dei dati sensoriali elementari in forme visive complesse e strutturate. Agnosia associativa : nello stadio associativo, si avrebbero le informazioni a livello rappresentazionale relative alla forma e funzione di un oggetto
  • 3. Una teoria cognitivista computazionale: la teoria di Marr 3 livelli di descrizione: Sketch Primario…visione di livello basso (low level) Sketch 2-1/2D …visione di livello intermedio (intermediate) Modello 3D ……visione di livello alto (high level)
  • 4.
  • 5. Sketch Primario. Costruzione di un’immagine in termini di valore di intensità di ogni suo punto. Poi estrazione di primitivi: linee, contorni, angoli Costruzione di una descrizione dell’oggetto cellule del sistema visivo primario: sensibili a variazioni di intensità della stimolazione sulla retina.
  • 6. Teoria di Marr 2 II.Sketch 2D ½ A questo livello moduli indipendenti. Se l’osservatore è in movimento, abbozzo a 2 dimensioni e mezzo. Forniscono informazione su distanza e orientamento delle superfici rispetto all’osservatore -> insieme di coordinate centrate sull’osservatore. III.Modello 3D Risolve il problema della visione di livello alto: riconoscimento degli oggetti. Costanza dell’oggetto: non cambia con il punto di vista. Implica un quadro di riferimento basato sull’oggetto
  • 7.
  • 8.
  • 9. Modello di Humphreys e Riddoch (1984) Verifica in ambito clinico dell’ipotesi di Marr (estrazione asse principale come caratteristica fondamentale per riconoscimento oggetti). Situazione sperimentale con presentazione di figure in prospettive convenzionali e non: esempio: una saliera dall’alto in cui non era visibile l’asse principale ma le caratteristiche distintive dell’oggetto si e saliera in cui le caratteristiche distintive erano mascherate, ma l’asse principale era visibile.
  • 10. Agnosia trasformazionale Caratterizzata dall’incapacità di identificare un oggetto, quando è visto in prospettiva non convenzionale Pazienti non in grado di passare dal modello 2 1/2D al 3 D secondo il modello di Marr. Pazienti invece che riuscivano a fare il passaggio al 3d, non elaborando le caratteristiche globali in base all’asse principale ma in base alle caratteristiche strutturali distintive
  • 11.
  • 12. Possibili Agnosie nel modello di Humphreys e Riddoch (1988) Agnosia trasformazionale : caratterizzata dall’incapacità di identificare un oggetto quando è visto in prospettiva non convenzionale. Agnosia della forma : difficoltà ad analizzare le forme nel loro complesso, i pz non possono tracciare i contorni degli stimoli, accoppiare per uguaglianza forme uguali, discriminare anche semplici forme (compromessa la via di elaborazione globale della forma) Agnosia integrativa : incapacità ad integrare i diversi dettagli che compongono l’oggetto, come se il pz, fosse impossibilitato a tradurre le informazioni locali, in un’unica struttura globale. il paziente non risulta in grado di:distinguere forme vere da false e riconosce meglio le silouette. (alterazione della via di elaborazione delle cratteristiche distintive.)
  • 13.
  • 14. Riconoscimento visuo-spaziale Kosslyn Secondo tale modello dei processi visivi superiori, si ha primariamente: analisi delle informazioni relative a: orientamento, profondità, contorno, immagine tali informazioni, verrebbero convogliate in un buffer visivo, simile ad un magazzino di memoria a che breve termine che corrisponderebbe al modello 2 1/2D SI Marr il contenuto di questo magazzino, sarebbe assimilabile all’immagine retinica, piuttosto che essere riferito allo spazio Elaborazioni successive nei sistemi What e Where che ne riconoscono la collocazione nello spazio e le parti costituenti
  • 15. Where: via del dove, termina nel lobo parietale inferiore ed è deputata soprattutto all’elaborazione spaziale degli stimoli. Sottosistemi: mappaggio spazio-topico: passaggio dalla rappresentazione retinotopica a quella tridimensionale. Qui vengono elaborate la localizzazione, l’orientamento e le dimensioni dello stimolo. Il sistema del Where pertanto, viene utilizzato non solo per la localizzazione degli oggetti nello spazio esterno ma anche per le relazioni spaziali, esistenti all’interno di uno stesso oggetto
  • 16. Where 2 Altri sottosistemi del Where sono: sistema di codifica delle relazioni categoriali : individua i rapporti spaziali tra gli elementi di uno stesso oggetto in termini topologici quali:sopra/sotto, a fianco di, senza tenere conto della distanza. sistema di codifica delle relazioni coordinate: è invece preposto alla valutazione dell’esatta distanza fra due regioni
  • 17. Due vie fondamentali nella visione What: via del cos’è, parte dal lobo occipitale ed arriva al lobo temporale analizza forma e colore sottosistemi: preprocessuale: di identificazione delle caratteristiche di attivazione degli schemi strutturali
  • 18. Sintetizzando In questo modello il processo di riconoscimento degli oggetti e ciclico: analisi dei dati provenienti dall’immagine confronto con i depositi in memoria generazione di aspettative su quanto percepito.
  • 19.
  • 20. Riconoscimento dei volti modello di Bruce e Young (1986) Secondo tale modello l’elaborazione di volti familiari e di volti mai visti in precedenza, si svolge in parallelo e dipende da meccanismi in parte distinti. Prima parte in comune per entrambi i processi : Codificazione strutturale: costruzione dell’immagine e loro distribuzione geometrica centrata sull’osservatore. Per i volti familiari: Unità di riconoscimento dei volti Nodi di identità personale Generazione del nome
  • 21.
  • 22. Riconoscimento volti non familiari Il modello include una componente chiamata di elaborazione visiva diretta :cattura e memorizza le caratteristiche distintive di un volto non familiare Analisi dell’espressione : cattura i segnali emotivi espressi dal volto Analisi del linguaggio facciale : analizza i movimenti della bocca e della faccia
  • 23. Possibili disfunzioni nel processo di analisi del volto A livello della codificazione strutturale, viene in genere compromesso l’intero processo di elaborazione dei volti, i pz non sono nemmeno in grado di decidere se due volti sono uguali o diversi. a livello dell’elaborazione dell’elaborazione delle caratteristiche emotive a livello dell’elaborazione delle caratteristiche facciali
  • 24. Attenzione ..Definizione: Capacità di selezionare le informazioni utili, ignorando quelle che non lo sono. William James: attenzione = capacità di resistere alla distrazione. Possiamo considerare l’attenzione, come una funzione che regola i processi mentali, filtrando e organizzando le informazioni provenienti dall’ambiente allo scopo di emettere una risposta immediata. Il processo di elaborazione delle informazioni, è infatti estremamente flessibile, cioè sceglie di volta in volta quali informazioni elaborare e come elaborarle. Questa possibilità di selezionare il materiale informativo, avviene proprio in base a meccanismi di tipo attentivo.
  • 25. Attenzione spaziale Un tipo di attenzione selettiva: l’attenzione spaziale L’oggetto della selezione attentiva è la posizione nello spazio.
  • 26. Attenzione spaziale Per studiare l’attenzione spaziale è necessario. Separare lo sguardo dall’attenzione. Una situazione sperimentale di che dimostra come sia possibile orientare l’attenzione nello spazio in assenza di movimenti oculari. E i benefici e costi attentivi che ne conseguono.
  • 27.
  • 28. Orientamento automatico e volontario dell’attenzione Criteri di distinzione dei due tipi di attenzione: l’orientamento automatico, non può essere interrotto non dipende dalla probabilità che la prova risulti valida non è soggetto ad interferenza da parte di un compito secondario. Quindi dipendono da meccanismi indipendenti
  • 29. Attenzione come fuoco Metafore: più recenti: fascio di luce, fuoco di una lente. Come si muove il fuoco dell’attenzione nello spazio?. Le dimensioni del fuoco dell’attenzione sono variabili? Esiste una relazione inversa dimensioni del fuoco dell’attenzione e ed efficienza di processamento degli stimoli che cadono al suo interno? Situazione sperimentale