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Torri di Quartesolo – 3° bimestre 2012
                                         Prof. Mauro Maruzzo




       TEATRO LATINO
     Plauto – Terenzio - Seneca


                     3^lezione
            Plauto, Il tema del doppio:
         Anfitrione, Bacchidi e Menechmi
Corso sul TEATRO LATINO
                                     Prof. Maruzzo Mauro

Il corso intende fornire gli elementi essenziali di base per comprendere il teatro in lingua
latina nel suo contesto antico; quindi si soffermerà sui tre principali autori e su alcuni passi
delle loro opere, cercando soprattutto di scoprire il loro valore di modelli per la storia della
cultura occidentale fino ai giorni nostri…

7 marzo Introduzione al teatro antico: l’origine greca, la specificità del contesto romano,
         organizzazione, occasioni e sedi delle rappresentazioni, generi. Curiosità e
         aneddoti davanti e dietro le scene.
14 marzo Plauto: il padre della commedia letteraria. Pseudolus: Lo schiavo, il poeta
21 marzo Plauto, Amphitruo: la nascita del sosia; Bacchides e Maenechmi: lo scambio di
               persona.
28 marzo Plauto, Aulularia: il prototipo dell’avaro; Miles gloriosus: il soldato spaccone
         (cattivi simpatici)
04 marzo Terenzio: il padre del “dramma borghese”
11 marzo Incontri, scontri e confronti tra generazioni nelle commedie di Terenzio: padri,
         figli… e suocere!
18 marzo Seneca: la tragedia ai tempi dell’Impero: horror ante litteram
TITO MACCIO PLAUTO

                               Praenomen – Nomen - Cognomen

                        Nome personale – nome gentilizio - soprannome


 Tito Maccio Plauto non ha nome gentilizio perché non è romano, né latino, bensì originario
 di Sarsina (allora in Umbria, oggi in Romagna)

 Plauto ha DUE SOPRANNOMI (COGNOMEN):
 - MACCIO, da MACCUS, maschera della Fabula Atellana = MATTO, SCIOCCO
 - PLAUTO, da PLOTUS = DAI PIEDI PIATTI, che recita A PIEDI NUDI

                   Nasce tra il 255 e il 250 a.C. e muore a Roma nel 184 a.C.

Tra il 225 e il 214 giunge a Roma come attore di farse (Sarsina conquistata dai Romani nel 222).
Varrone racconta che dopo aver perso nel commercio tutto il denaro guadagnato facendo l’attore ed
esser stato costretto a girare la macina in un mulino, proprio qui aveva cominciato a scrivere le prime
commedie.

 21 COMMEDIE ci sono giunte sicuramente a suo nome (tramite la selezione di Varrone)
TITO MACCIO PLAUTO


                                    POETA E SCHIAVO


                                  PSEUDOLO = mentitore

                     Protagonista della commedia omonima,
                     Rappresentata nel 191 ai Ludi Megalenses




                   Pseudolo è sulla scena l’alter ego del drammaturgo


Lo schiavo crea una vicenda per                          Il drammaturgo crea una
                                      METATEATRO
ottenere ciò che vuole                                   vicenda per dilettare il pubblico
TITO MACCIO PLAUTO


               IL DOPPIO


 TEMATICA CULTURALE ANTICA: DUPLICATI
DELL’INDIVIDUO IN SITUAZIONI PARTICOLARI:
    RITRATTO – STATUA – MASCHERA…


  MENAECHMI – BACCHIDES - AMPHITRUO




           TEATRO MODERNO
   (SHAKESPEARE – MOLIERE – GOLDONI)
AMPHITRUO
                                =
                            ANFITRIONE


           UNICA COMMEDIA PLAUTINA DI ARGOMENTO MITOLOGICO




                                                 ANFITRIONE          SOSIA
                                                Marito di Alcmena    Servo di
ALCMENA                                                             Anfitrione
 incinta
AMPHITRUO
                                         =
                                     ANFITRIONE


                    UNICA COMMEDIA PLAUTINA DI ARGOMENTO MITOLOGICO




 ZEUS        MERCURIO


     Trasformati
     nell’aspetto


ANFITRIONE          SOSIA




                                                          ANFITRIONE          SOSIA
                                                         Marito di Alcmena    Servo di
     ALCMENA                                                                 Anfitrione
AMPHITRUO
                                         =
                                     ANFITRIONE


                    UNICA COMMEDIA PLAUTINA DI ARGOMENTO MITOLOGICO




 ZEUS        MERCURIO


     Trasformati
     nell’aspetto


ANFITRIONE          SOSIA




                                                          ANFITRIONE          SOSIA
                                                         Marito di Alcmena    Servo di
     ALCMENA                                                                 Anfitrione
SOSIA

  Salvare la pelle, chi ci sperava più, io e tutta la squadra. E invece
  guardaci qui, sani e salvi, a casa nostra. La grande guerra Ë finita, il
  nemico è vinto e sterminato, e le legioni ritornano a casa, zum zum, con
  l'onore della vittoria. E la città nemica, quella che ci infliggeva tanti
  lutti, Ë finalmente caduta, espugnata dal coraggio e dalla forza dei
  nostri soldati, e soprattutto dal comando e dalla guida del mio signore
  Anfitrione. Terre, bottino, gloria, lui ne ha ingozzato i suoi
  concittadini, rinforzando pure il regno di Creonte a Tebe. Mi ha spedito
  avanti, dal porto, perché io racconti tutto a sua moglie: come ha condotto
  la campagna, con quale intuito, con quale strategia. Come glielo
  racconterò, quando sarò a casa? Ora faccio la prova, per quando sarò in
  sua presenza. Se mi scappa qualche bugia non è la fine del mondo, dato che
  ci sono abituato. Il guaio è che nel culmine della battaglia io ero al
  culmine della fuga. Be', farò finta di esserci stato, nella mischia, e
  racconterò quello che ho sentito. Ma come debbo parlare? Voglio pensarci
  un momentino. Ecco, comincerò così. (…) E adesso in casa, subito, a
  portare a termine il mio incarico.
MERCURIO Viene da questa parte, ma io gli taglio la strada. No, non glielo permetto, oggi, di
entrare in casa. La sua figura gliela ho presa io, dunque me lo posso rigirare come voglio. E poiché
ho assunto il suo aspetto e il suo stato, bisogna che gli assomigli anche nel modo di essere e di
fare. Dunque, sarò carogna, maligno, furbastro. Lo scaccerò dalla porta con la sua arma: la furbizia.
Ma cosa succede? Vediamo un po' cosa combina.
SOSIA Se mai c’è cosa che posso credere e tenere per certa, è che questa notte si è addormentato
sbronzo, il dio Notturno. In cielo non si muovono, le Orse, niente, e la Luna è sempre lÏ, dove è
spuntata, e Orione e le Pleiadi e Venere non si sognano di tramontare. Tutte le stelle sono ferme
lass˘, e la notte non vuole cedere al giorno.
MERCURIO Continua così che vai bene, Notte. Fagli questo piacere, al padre mio. Al buon dio
buon servizio e buona notte. Faglielo, il piacere, che non ci rimetterai.
SOSIA No, non l'ho mai vista una notte così lunga, tolta quella che non finiva mai, quando venni
appeso e bastonato. Accidenti, questa notte è più lunga anche di quella. Mi sa che il Sole dorme
della grossa, sbronzo fradicio. Sarebbe strano se non si fosse trattato bene a tavola.
MERCURIO Come ti permetti, pelle da frustate? Cosa ti credi, che gli dei siano tuoi pari? Ti sistemo
io, pendaglio da forca, per queste tue bestemmie. Su, bello, vieni avanti, che ti buschi del brusco.
SOSIA Voi che non volete dormire da soli, razza di puttanieri, dove siete? Questa notte è per voi.
C’è da sfiancare una puttana mal pagata.
MERCURIO A sentire quello, ora mio padre sta facendo tutta la sua parte. A letto con Alcmena,
l'abbraccia e l'ama e se la gode.
SOSIA Vado da Alcmena a raccontarle quello che Anfitrione ha comandato. Ma chi Ë
quel tipo che sta davanti alla casa a quest'ora di notte? Non mi piace.
MERCURIO Mai visto un fifone cosÏ.
SOSIA Mi sorge un dubbio: che voglia rifarmi nuovo il mantello?
MERCURIO L'uomo ci ha fifa. Adesso lo prendo per il bavero.
SOSIA I denti, mi prudono i denti. Sono fritto. Questo qui mi riserva un'accoglienza pugnace. Certo è un'anima
buona. Il mio padrone vuole che stia sveglio? E lui mi farà dormire a suon di sberle. Sono morto e sepolto. Dio mi
salvi, guarda che muscoli, che spalle!
MERCURIO Ora gli parlo forte, così mi sente bene e gli cresce la fifa. Avanti, pugni miei. Purtroppo tempo che
non date foraggio alla mia pancia. Quant’è, un secolo?, che ieri ne avete mandato quattro a far la nanna, nudi e
crudi?
SOSIA Povero me, qui mi cambio il nome. Quinto invece di Sosia. Dice che ne ha messi quattro a dormire. Che
tocchi a me di far crescere il numero?
MERCURIO Chiunque si presenti, si abbuffa di botte.
SOSIA E chi vuole abbuffarsi? A quest'ora, poi. Ho già cenato, io: tienila per chi ha fame, la tua cena.
MERCURIO Che stazza, questo pugno; niente male.
SOSIA Sta pesando il suo pugno, sono fritto.
MERCURIO E se lo accarezzassi, tanto da farlo addormentare?
SOSIA Mi faresti un piacere. Sono tre notti filate che non riesco a chiudere un occhio.
MERCURIO No, tutto sbagliato. Se io gli sgancio un gancio sulla guancia, mica può
essere uno sguincio. Il mio pugno, dove arriva, deve cambiare i connotati.
Basta che lo centri, io, e flash, la sua faccia si sfascia.
SOSIA Giuro che sta pensando di ridurmi come uno spezzatino. Via, via da questo squartatore! Se mi ha visto
sono un uomo morto.
MERCURIO Eh, sì, bisogna caricarlo di pugni.
SOSIA Caricare me? Il viaggio per mare mi ha distrutto, ci ho ancora la nausea, puh. Sto in piedi per scommessa
senza carico. Non pensarci nemmeno, che io possa andare in giro con il carico.
MERCURIO Eppure parla, questo non so chi.
SOSIA Sono salvo! Non mi vede. Dice che parla Nonsochi. Io mi chiamo Sosia.
MERCURIO Da qui, mi pare, ma sì, dalla mia destra, una voce colpisce il mio orecchio.
SOSIA La mia voce colpisce? Chissà le sue bastonate.
MERCURIO Ma bene! Eccolo che viene qui da me.
SOSIA Che fifa! Mi sento tutto di ghiaccio. Se qualcuno mi chiede dove sono, non lo so pi˘. Non mi posso
neanche muovere, per colpa della paura. Povero me! Che brutta fine per gli ordini del padrone e per Sosia! PerÚ,
perÚ, se gli vado incontro a muso duro, e gli parlo, puÚ darsi che mi prenda per un fusto e tenga gi˘ le sue
manacce.
MERCURIO Sei libero o schiavo?
SOSIA Come mi pare.
MERCURIO Ah sÏ?
SOSIA Proprio cosÏ.
MERCURIO Tu sei pelle da frustate.
SOSIA Pura menzogna, la tua.
MERCURIO Ci penso io, adesso, a farti sputare la verità
 SOSIA E che bisogno c’è?
MERCURIO Posso saperlo, allora, di dove vieni, e dove vai, e di chi sei?
SOSIA Vado là. Sono il servo del mio padrone. E adesso ne sai di più?
MERCURIO Io, adesso, ti inchiavardo quella linguaccia, carogna.
SOSIA Non puoi, è vergine e ben custodita.
MERCURIO Sei anche spiritoso? Che ci fai vicino a questa casa?
SOSIA E tu, che c'entri?
MERCURIO Il Re Creonte, di notte, mette guardie dinanzi alle case.
SOSIA Fa bene. Noi eravamo lontani, lui ci ha custodito la casa. Ma adesso vattene, da bravo, e digli che la
gente di famiglia è ritornata.
MERCURIO Io non lo so quanto sei di famiglia. Ma se non sparisci di colpo, caro familiare, farò che
l'accoglienza ti riesca poco familiare.
SOSIA Io abito qui, ti dico, e sono servo di casa.
MERCURIO La sai una cosa? Se non sparisci, io farò di te un uomo importante.
SOSIA E come?
MERCURIO Mica te ne andrai con i tuoi piedi, eh no, sarai portato via tu, se metto mano al bastone.
SOSIA Ma io te lo ripeto, che sono di casa in questa casa.
MERCURIO Guarda che le buschi presto, se non sloggi subito.
SOSIA Io ritorno da un viaggio e tu vuoi proibirmi di entrare?
MERCURIO Perché, è casa tua?
SOSIA Te l'ho detto, no?
MERCURIO Chi è il tuo padrone?
SOSIA Il generalissimo tebano, Anfitrione, sposo di Alcmena.
MERCURIO Cosa vai dicendo... Tu come ti chiami?
SOSIA A Tebe mi chiamavano Sosia, figlio di Davo.
MERCURIO Che monumento di faccia tosta! Tu sei capitato qui per tua disgrazia, con il tuo carico di frottole tessute di imbrogli.
SOSIA Di tessuto ci ho soltanto la camicia, con cui sono arrivato.
MERCURIO Bugie, sempre bugie. Con i piedi, sei arrivato, non con la camicia.
SOSIA Questo è vero.
MERCURIO Vero è che le buschi per le tue bugie.
SOSIA vero che non ci sto.
MERCURIO Vero è che le buschi lo stesso. Questo vero è vero e non una frottola. (Lo percuote.)
SOSIA Pietà, ti prego!
MERCURIO Hai il coraggio di dire che sei Sosia, quando Sosia sono io?
SOSIA Sono morto.
MERCURIO Morto? Vedrai quello che ti spetta. Di chi sei, ora?
SOSIA Tuo sono. Mi hai acquistato a suon di pugni. Aiuto, cittadini di Tebe!
MERCURIO Gridi anche, razza di boia? Avanti, confessa: perchÈ sei venuto?
SOSIA PerchÈ tu avessi qualcuno da pestare.
MERCURIO Di chi sei?
SOSIA Di Anfitrione, l'ho detto, e sono Sosia.
MERCURIO Parli a vanvera, eh? Allora ne buscherai di pi˘. Sosia sono io, non tu.
SOSIA Magari! Magari tu fossi Sosia e io ti bastonassi!
MERCURIO Cosa stai biascicando?
SOSIA Non parlo pi˘.
MERCURIO Il tuo padrone, chi Ë?
SOSIA Chi vuoi tu.
MERCURIO E dunque! Come ti chiami adesso?
SOSIA Io non ho altro nome che quello che vuoi tu.
MERCURIO Dicevi che sei il Sosia di Anfitrione
SOSIA Che sbaglio! Volevo dire socio.
MERCURIO Lo sapevo. Qui non c'Ë altro Sosia che me. Il cervello ti Ë andato in acqua.
SOSIA Fosse successo anche ai tuoi pugni!
MERCURIOSono io quel Sosia che poc'anzi dicevi di essere tu.
SOSIA Ti prego, posso parlarti in santa pace, senza paura di buscarle?
MERCURIO Se hai qualcosa da dirmi, facciamo un piccolo armistizio.
SOSIA ParlerÚ soltanto a pace fatta, dato che tu picchi pi˘ forte.
MERCURIO Avanti, parla. Non ti toccherÚ!
SOSIA Posso fidarmi?
MERCURIO Devi.
SOSIA E se mi bidoni?
MERCURIO Che l'ira di Mercurio ricada su Sosia.
SOSIA Dammi retta. Adesso che ho licenza di parlare, ti dirÚ che sono Sosia, servo di Anfitrione.
MERCURIO Ricominci?
SOSIA Ho fatto la pace, concluso il trattato, dico la verit‡.
MERCURIO Adesso le buschi.
SOSIA Fa' come ti pare e come ti piace, gi‡ che sei il pi˘ forte. Ma comunque tu faccia, io non tacerÚ la verit‡.
MERCURIO Tu oggi non mi impedirai mai di essere Sosia.
SOSIA E tu non mi impedirai di essere io. SÏ, qui di Sosia ce n'Ë uno solo, e sono io. Io, che me ne sono andato alla guerra con Anfitrione.
MERCURIO Quest'uomo Ë malato nella testa.
SOSIA Malato sarai tu. Accidenti, non sono io Sosia, il servo di Anfitrione? Non è arrivata qui, stanotte, dal porto Persico, la nostra nave, che mi ha
trasportato? Non mi ha mandato qui il mio padrone? E adesso non sono qui davanti alla nostra casa? Non ho in mano una lanterna? Non parlo? Non sono
sveglio? Quest'uomo non mi ha pestato poco fa? Mi ha picchiato, accidenti, e le mascelle mi fanno ancora male, povero me. E allora perchÈ dovrei
avere dei dubbi? E perchÈ non entro in casa nostra?
MERCURIO Come? Casa vostra?
SOSIA Proprio cosÏ.
MERCURIO Frottole. Tu hai raccontato un sacco di frottole. Sono io il Sosia di Anfitrione. Io. La nostra nave Ë salpata stanotte dal porto Persico, abbiamo
espugnato la citt‡ sulla quale PtÈrela regnava, abbiamo catturato, con la forza delle armi, le legioni dei Teleboi, Anfitrione in persona ha mozzato la testa di
PtÈrela nel vivo della battaglia
SOSIA Mi frega, con le sue risposte. Qui mi debbo cercare un altro nome. Chissà da dove le ha viste, certe cose. PerÚ io, adesso, lo metto a posto. perché io,
dentro la tenda, ci stavo da solo, e nessuno ha veduto quel che ho fatto e nessuno potr‡ mai raccontarlo. Se tu sei Sosia, dimmi un po' che cosa facevi nella
tenda mentre le legioni si scannavano. Se rispondi, mi arrendo.
MERCURIO C'era un orcio di vino. Io ne ho riempito un boccale.
SOSIA Ha cominciato bene.
MERCURIOMe lo sono scolato, schietto come mamma l'aveva fatto.
SOSIA Eh sÏ, me lo sono scolato, quel buon vino. PerÚ Ë strano. Che si fosse nascosto nel boccale?
MERCURIO E adesso? L'ho dimostrato o no che non sei Sosia?
SOSIA Tu dici che io non sono io?
MERCURIOE come potrei non dirlo, se Sosia sono io?
SOSIA Giuro su Giove che io sono io e non dico il falso.
 MERCURIO E io giuro su Mercurio che Giove non ti crede. Si fida pi˘ di me che dei tuoi giuramenti, anche se io non giuro.
SOSIA E io, allora, chi sono, se non sono Sosia? Te lo domando.
MERCURIO Quando non vorrÚ pi˘ essere Sosia, siilo pure tu. Ma mentre lo sono io, tu le buschi se non ti togli di mezzo, ignoto figlio di ignoti.
SOSIA Per Polluce! Quando lo guardo e vedo il mio aspetto, tale e quale, perché io sono uno che si specchia spesso, be', non c'Ë nulla di pi˘ simile a me.
Cappello e vestito, uguali. Gamba e piede, altezza, gli occhi e la tosata, labbra, naso, mascella, mento, barba, collo, tutto! Cosa posso dire? Se ci ha pure le
cicatrici sulla schiena, non c'Ë nulla di pi˘ simile. Ma che cosa sto a pensare? Io sono quello che sono sempre stato, non c'Ë dubbio. Il padrone lo conosco, la
nostra casa la conosco. Ci sento e ragiono, io. No, non gli do retta, a questo qui. Ora busso alla porta.
MERCURIO Dove vai?
SOSIA A casa.
MERCURIO Tu la farai franca, sÏ e no, soltanto se salterai sulla quadriga di Giove e taglierai la corda.
SOSIA Non glielo posso dire, alla mia padrona, quello che il padrone ha comandato?
MERCURIO Alla tua, tutto quello che vuoi. Alla mia qui, tu non ci arrivi, garantito. E bada che se perdo la pazienza, oggi ti porti via un lombifragio.
SOSIA Meglio tagliare la corda. DËi immortali, vi prego: dov'Ë che sono morto? Dov'Ë che mi sono trasformato? Dov'Ë che l'ho perduta la mia persona? Il mio
me, puÚ essere che io l'abbia lasciato laggi˘? Che io mi sia dimenticato? Di sicuro, proprio di sicuro, c'Ë che questo qui ha tutto l'aspetto che una volta era mio.
Da vivo mi tocca quello che da morto non avrÚ: l'onore di un ritratto. Adesso vado al porto e gli racconto tutto,al mio padrone. Sempre che non dica anche lui
che non mi riconosce. Magari! Magari Giove mi facesse la grazia! Me la toglierei, zic, zac,questa zazzera da schiavo, e metterei il berretto da uomo libero.
(Esce.)
AMPHITRUO
                                          =
                                      ANFITRIONE


                    UNICA COMMEDIA PLAUTINA DI ARGOMENTO MITOLOGICO




 ZEUS        MERCURIO


     Trasformati
     nell’aspetto


ANFITRIONE          SOSIA       DUE GEMELLI:
                                IFICLE, umano
                                ERACLE, semidivino

                                                          ANFITRIONE          SOSIA
                                                         Marito di Alcmena    Servo di
     ALCMENA                                                                 Anfitrione
AMPHITRUO
                                          =
                                      ANFITRIONE


                    UNICA COMMEDIA PLAUTINA DI ARGOMENTO MITOLOGICO
                                                             rifacimenti

                                                            MOLIERE (1668)
 ZEUS        MERCURIO                                       VON KLEIST (1807)


     Trasformati
     nell’aspetto


ANFITRIONE          SOSIA       DUE GEMELLI:
                                IFICLE, umano
                                ERACLE, semidivino

                                                          ANFITRIONE            SOSIA
                                                         Marito di Alcmena    Servo di
     ALCMENA                                                                 Anfitrione
BACCHIDES

       Unica commedia palutina di cui abbiamo
il modello di Menandro, il Dis Exapaton (parzialmente)


                                                         Crisalo,
   BACCHIDE I,                      MNESILOCO,
                                                         servo
   prostituta                       giovane
                                           amici
              Gemelle
              identiche


   BACCHIDE II,                     PISTOCLERO,
   prostituta                       giovane
                  Scambi di persona,
                  equivoci e inganni…




                      LIETOFINE
MENAECHMI
Da Siracusa…
MENECMO II,                        A Epidamno…
Gemello di Menecmo I
                                   MENECMO I,
                                   Smarrito dal padre
                                   naturale di Siracusa,      SPAZZOLA, il servo
                                   allevato da un
                                   mercante




                MOGLIE                                          EROZIA,
                                 Scambi di persona,            prostituta
                                 equivoci e inganni…



                         I due gemelli, stanchi delle donne se ne
                               tornano insieme a Siracusa
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3.teatro romano

  • 1. Torri di Quartesolo – 3° bimestre 2012 Prof. Mauro Maruzzo TEATRO LATINO Plauto – Terenzio - Seneca 3^lezione Plauto, Il tema del doppio: Anfitrione, Bacchidi e Menechmi
  • 2. Corso sul TEATRO LATINO Prof. Maruzzo Mauro Il corso intende fornire gli elementi essenziali di base per comprendere il teatro in lingua latina nel suo contesto antico; quindi si soffermerà sui tre principali autori e su alcuni passi delle loro opere, cercando soprattutto di scoprire il loro valore di modelli per la storia della cultura occidentale fino ai giorni nostri… 7 marzo Introduzione al teatro antico: l’origine greca, la specificità del contesto romano, organizzazione, occasioni e sedi delle rappresentazioni, generi. Curiosità e aneddoti davanti e dietro le scene. 14 marzo Plauto: il padre della commedia letteraria. Pseudolus: Lo schiavo, il poeta 21 marzo Plauto, Amphitruo: la nascita del sosia; Bacchides e Maenechmi: lo scambio di persona. 28 marzo Plauto, Aulularia: il prototipo dell’avaro; Miles gloriosus: il soldato spaccone (cattivi simpatici) 04 marzo Terenzio: il padre del “dramma borghese” 11 marzo Incontri, scontri e confronti tra generazioni nelle commedie di Terenzio: padri, figli… e suocere! 18 marzo Seneca: la tragedia ai tempi dell’Impero: horror ante litteram
  • 3. TITO MACCIO PLAUTO Praenomen – Nomen - Cognomen Nome personale – nome gentilizio - soprannome Tito Maccio Plauto non ha nome gentilizio perché non è romano, né latino, bensì originario di Sarsina (allora in Umbria, oggi in Romagna) Plauto ha DUE SOPRANNOMI (COGNOMEN): - MACCIO, da MACCUS, maschera della Fabula Atellana = MATTO, SCIOCCO - PLAUTO, da PLOTUS = DAI PIEDI PIATTI, che recita A PIEDI NUDI Nasce tra il 255 e il 250 a.C. e muore a Roma nel 184 a.C. Tra il 225 e il 214 giunge a Roma come attore di farse (Sarsina conquistata dai Romani nel 222). Varrone racconta che dopo aver perso nel commercio tutto il denaro guadagnato facendo l’attore ed esser stato costretto a girare la macina in un mulino, proprio qui aveva cominciato a scrivere le prime commedie. 21 COMMEDIE ci sono giunte sicuramente a suo nome (tramite la selezione di Varrone)
  • 4. TITO MACCIO PLAUTO POETA E SCHIAVO PSEUDOLO = mentitore Protagonista della commedia omonima, Rappresentata nel 191 ai Ludi Megalenses Pseudolo è sulla scena l’alter ego del drammaturgo Lo schiavo crea una vicenda per Il drammaturgo crea una METATEATRO ottenere ciò che vuole vicenda per dilettare il pubblico
  • 5. TITO MACCIO PLAUTO IL DOPPIO TEMATICA CULTURALE ANTICA: DUPLICATI DELL’INDIVIDUO IN SITUAZIONI PARTICOLARI: RITRATTO – STATUA – MASCHERA… MENAECHMI – BACCHIDES - AMPHITRUO TEATRO MODERNO (SHAKESPEARE – MOLIERE – GOLDONI)
  • 6.
  • 7. AMPHITRUO = ANFITRIONE UNICA COMMEDIA PLAUTINA DI ARGOMENTO MITOLOGICO ANFITRIONE SOSIA Marito di Alcmena Servo di ALCMENA Anfitrione incinta
  • 8. AMPHITRUO = ANFITRIONE UNICA COMMEDIA PLAUTINA DI ARGOMENTO MITOLOGICO ZEUS MERCURIO Trasformati nell’aspetto ANFITRIONE SOSIA ANFITRIONE SOSIA Marito di Alcmena Servo di ALCMENA Anfitrione
  • 9. AMPHITRUO = ANFITRIONE UNICA COMMEDIA PLAUTINA DI ARGOMENTO MITOLOGICO ZEUS MERCURIO Trasformati nell’aspetto ANFITRIONE SOSIA ANFITRIONE SOSIA Marito di Alcmena Servo di ALCMENA Anfitrione
  • 10. SOSIA Salvare la pelle, chi ci sperava più, io e tutta la squadra. E invece guardaci qui, sani e salvi, a casa nostra. La grande guerra Ë finita, il nemico è vinto e sterminato, e le legioni ritornano a casa, zum zum, con l'onore della vittoria. E la città nemica, quella che ci infliggeva tanti lutti, Ë finalmente caduta, espugnata dal coraggio e dalla forza dei nostri soldati, e soprattutto dal comando e dalla guida del mio signore Anfitrione. Terre, bottino, gloria, lui ne ha ingozzato i suoi concittadini, rinforzando pure il regno di Creonte a Tebe. Mi ha spedito avanti, dal porto, perché io racconti tutto a sua moglie: come ha condotto la campagna, con quale intuito, con quale strategia. Come glielo racconterò, quando sarò a casa? Ora faccio la prova, per quando sarò in sua presenza. Se mi scappa qualche bugia non è la fine del mondo, dato che ci sono abituato. Il guaio è che nel culmine della battaglia io ero al culmine della fuga. Be', farò finta di esserci stato, nella mischia, e racconterò quello che ho sentito. Ma come debbo parlare? Voglio pensarci un momentino. Ecco, comincerò così. (…) E adesso in casa, subito, a portare a termine il mio incarico.
  • 11. MERCURIO Viene da questa parte, ma io gli taglio la strada. No, non glielo permetto, oggi, di entrare in casa. La sua figura gliela ho presa io, dunque me lo posso rigirare come voglio. E poiché ho assunto il suo aspetto e il suo stato, bisogna che gli assomigli anche nel modo di essere e di fare. Dunque, sarò carogna, maligno, furbastro. Lo scaccerò dalla porta con la sua arma: la furbizia. Ma cosa succede? Vediamo un po' cosa combina. SOSIA Se mai c’è cosa che posso credere e tenere per certa, è che questa notte si è addormentato sbronzo, il dio Notturno. In cielo non si muovono, le Orse, niente, e la Luna è sempre lÏ, dove è spuntata, e Orione e le Pleiadi e Venere non si sognano di tramontare. Tutte le stelle sono ferme lass˘, e la notte non vuole cedere al giorno. MERCURIO Continua così che vai bene, Notte. Fagli questo piacere, al padre mio. Al buon dio buon servizio e buona notte. Faglielo, il piacere, che non ci rimetterai. SOSIA No, non l'ho mai vista una notte così lunga, tolta quella che non finiva mai, quando venni appeso e bastonato. Accidenti, questa notte è più lunga anche di quella. Mi sa che il Sole dorme della grossa, sbronzo fradicio. Sarebbe strano se non si fosse trattato bene a tavola. MERCURIO Come ti permetti, pelle da frustate? Cosa ti credi, che gli dei siano tuoi pari? Ti sistemo io, pendaglio da forca, per queste tue bestemmie. Su, bello, vieni avanti, che ti buschi del brusco. SOSIA Voi che non volete dormire da soli, razza di puttanieri, dove siete? Questa notte è per voi. C’è da sfiancare una puttana mal pagata. MERCURIO A sentire quello, ora mio padre sta facendo tutta la sua parte. A letto con Alcmena, l'abbraccia e l'ama e se la gode. SOSIA Vado da Alcmena a raccontarle quello che Anfitrione ha comandato. Ma chi Ë quel tipo che sta davanti alla casa a quest'ora di notte? Non mi piace. MERCURIO Mai visto un fifone cosÏ. SOSIA Mi sorge un dubbio: che voglia rifarmi nuovo il mantello? MERCURIO L'uomo ci ha fifa. Adesso lo prendo per il bavero.
  • 12. SOSIA I denti, mi prudono i denti. Sono fritto. Questo qui mi riserva un'accoglienza pugnace. Certo è un'anima buona. Il mio padrone vuole che stia sveglio? E lui mi farà dormire a suon di sberle. Sono morto e sepolto. Dio mi salvi, guarda che muscoli, che spalle! MERCURIO Ora gli parlo forte, così mi sente bene e gli cresce la fifa. Avanti, pugni miei. Purtroppo tempo che non date foraggio alla mia pancia. Quant’è, un secolo?, che ieri ne avete mandato quattro a far la nanna, nudi e crudi? SOSIA Povero me, qui mi cambio il nome. Quinto invece di Sosia. Dice che ne ha messi quattro a dormire. Che tocchi a me di far crescere il numero? MERCURIO Chiunque si presenti, si abbuffa di botte. SOSIA E chi vuole abbuffarsi? A quest'ora, poi. Ho già cenato, io: tienila per chi ha fame, la tua cena. MERCURIO Che stazza, questo pugno; niente male. SOSIA Sta pesando il suo pugno, sono fritto. MERCURIO E se lo accarezzassi, tanto da farlo addormentare? SOSIA Mi faresti un piacere. Sono tre notti filate che non riesco a chiudere un occhio. MERCURIO No, tutto sbagliato. Se io gli sgancio un gancio sulla guancia, mica può essere uno sguincio. Il mio pugno, dove arriva, deve cambiare i connotati. Basta che lo centri, io, e flash, la sua faccia si sfascia. SOSIA Giuro che sta pensando di ridurmi come uno spezzatino. Via, via da questo squartatore! Se mi ha visto sono un uomo morto. MERCURIO Eh, sì, bisogna caricarlo di pugni. SOSIA Caricare me? Il viaggio per mare mi ha distrutto, ci ho ancora la nausea, puh. Sto in piedi per scommessa senza carico. Non pensarci nemmeno, che io possa andare in giro con il carico. MERCURIO Eppure parla, questo non so chi. SOSIA Sono salvo! Non mi vede. Dice che parla Nonsochi. Io mi chiamo Sosia. MERCURIO Da qui, mi pare, ma sì, dalla mia destra, una voce colpisce il mio orecchio. SOSIA La mia voce colpisce? Chissà le sue bastonate. MERCURIO Ma bene! Eccolo che viene qui da me. SOSIA Che fifa! Mi sento tutto di ghiaccio. Se qualcuno mi chiede dove sono, non lo so pi˘. Non mi posso neanche muovere, per colpa della paura. Povero me! Che brutta fine per gli ordini del padrone e per Sosia! PerÚ, perÚ, se gli vado incontro a muso duro, e gli parlo, puÚ darsi che mi prenda per un fusto e tenga gi˘ le sue manacce.
  • 13. MERCURIO Sei libero o schiavo? SOSIA Come mi pare. MERCURIO Ah sÏ? SOSIA Proprio cosÏ. MERCURIO Tu sei pelle da frustate. SOSIA Pura menzogna, la tua. MERCURIO Ci penso io, adesso, a farti sputare la verità SOSIA E che bisogno c’è? MERCURIO Posso saperlo, allora, di dove vieni, e dove vai, e di chi sei? SOSIA Vado là. Sono il servo del mio padrone. E adesso ne sai di più? MERCURIO Io, adesso, ti inchiavardo quella linguaccia, carogna. SOSIA Non puoi, è vergine e ben custodita. MERCURIO Sei anche spiritoso? Che ci fai vicino a questa casa? SOSIA E tu, che c'entri? MERCURIO Il Re Creonte, di notte, mette guardie dinanzi alle case. SOSIA Fa bene. Noi eravamo lontani, lui ci ha custodito la casa. Ma adesso vattene, da bravo, e digli che la gente di famiglia è ritornata. MERCURIO Io non lo so quanto sei di famiglia. Ma se non sparisci di colpo, caro familiare, farò che l'accoglienza ti riesca poco familiare. SOSIA Io abito qui, ti dico, e sono servo di casa. MERCURIO La sai una cosa? Se non sparisci, io farò di te un uomo importante. SOSIA E come? MERCURIO Mica te ne andrai con i tuoi piedi, eh no, sarai portato via tu, se metto mano al bastone. SOSIA Ma io te lo ripeto, che sono di casa in questa casa. MERCURIO Guarda che le buschi presto, se non sloggi subito. SOSIA Io ritorno da un viaggio e tu vuoi proibirmi di entrare? MERCURIO Perché, è casa tua? SOSIA Te l'ho detto, no? MERCURIO Chi è il tuo padrone? SOSIA Il generalissimo tebano, Anfitrione, sposo di Alcmena. MERCURIO Cosa vai dicendo... Tu come ti chiami? SOSIA A Tebe mi chiamavano Sosia, figlio di Davo.
  • 14. MERCURIO Che monumento di faccia tosta! Tu sei capitato qui per tua disgrazia, con il tuo carico di frottole tessute di imbrogli. SOSIA Di tessuto ci ho soltanto la camicia, con cui sono arrivato. MERCURIO Bugie, sempre bugie. Con i piedi, sei arrivato, non con la camicia. SOSIA Questo è vero. MERCURIO Vero è che le buschi per le tue bugie. SOSIA vero che non ci sto. MERCURIO Vero è che le buschi lo stesso. Questo vero è vero e non una frottola. (Lo percuote.) SOSIA Pietà, ti prego! MERCURIO Hai il coraggio di dire che sei Sosia, quando Sosia sono io? SOSIA Sono morto. MERCURIO Morto? Vedrai quello che ti spetta. Di chi sei, ora? SOSIA Tuo sono. Mi hai acquistato a suon di pugni. Aiuto, cittadini di Tebe! MERCURIO Gridi anche, razza di boia? Avanti, confessa: perchÈ sei venuto? SOSIA PerchÈ tu avessi qualcuno da pestare. MERCURIO Di chi sei? SOSIA Di Anfitrione, l'ho detto, e sono Sosia. MERCURIO Parli a vanvera, eh? Allora ne buscherai di pi˘. Sosia sono io, non tu. SOSIA Magari! Magari tu fossi Sosia e io ti bastonassi! MERCURIO Cosa stai biascicando? SOSIA Non parlo pi˘. MERCURIO Il tuo padrone, chi Ë? SOSIA Chi vuoi tu. MERCURIO E dunque! Come ti chiami adesso? SOSIA Io non ho altro nome che quello che vuoi tu. MERCURIO Dicevi che sei il Sosia di Anfitrione SOSIA Che sbaglio! Volevo dire socio. MERCURIO Lo sapevo. Qui non c'Ë altro Sosia che me. Il cervello ti Ë andato in acqua. SOSIA Fosse successo anche ai tuoi pugni! MERCURIOSono io quel Sosia che poc'anzi dicevi di essere tu. SOSIA Ti prego, posso parlarti in santa pace, senza paura di buscarle? MERCURIO Se hai qualcosa da dirmi, facciamo un piccolo armistizio. SOSIA ParlerÚ soltanto a pace fatta, dato che tu picchi pi˘ forte. MERCURIO Avanti, parla. Non ti toccherÚ! SOSIA Posso fidarmi? MERCURIO Devi. SOSIA E se mi bidoni? MERCURIO Che l'ira di Mercurio ricada su Sosia. SOSIA Dammi retta. Adesso che ho licenza di parlare, ti dirÚ che sono Sosia, servo di Anfitrione.
  • 15. MERCURIO Ricominci? SOSIA Ho fatto la pace, concluso il trattato, dico la verit‡. MERCURIO Adesso le buschi. SOSIA Fa' come ti pare e come ti piace, gi‡ che sei il pi˘ forte. Ma comunque tu faccia, io non tacerÚ la verit‡. MERCURIO Tu oggi non mi impedirai mai di essere Sosia. SOSIA E tu non mi impedirai di essere io. SÏ, qui di Sosia ce n'Ë uno solo, e sono io. Io, che me ne sono andato alla guerra con Anfitrione. MERCURIO Quest'uomo Ë malato nella testa. SOSIA Malato sarai tu. Accidenti, non sono io Sosia, il servo di Anfitrione? Non è arrivata qui, stanotte, dal porto Persico, la nostra nave, che mi ha trasportato? Non mi ha mandato qui il mio padrone? E adesso non sono qui davanti alla nostra casa? Non ho in mano una lanterna? Non parlo? Non sono sveglio? Quest'uomo non mi ha pestato poco fa? Mi ha picchiato, accidenti, e le mascelle mi fanno ancora male, povero me. E allora perchÈ dovrei avere dei dubbi? E perchÈ non entro in casa nostra? MERCURIO Come? Casa vostra? SOSIA Proprio cosÏ. MERCURIO Frottole. Tu hai raccontato un sacco di frottole. Sono io il Sosia di Anfitrione. Io. La nostra nave Ë salpata stanotte dal porto Persico, abbiamo espugnato la citt‡ sulla quale PtÈrela regnava, abbiamo catturato, con la forza delle armi, le legioni dei Teleboi, Anfitrione in persona ha mozzato la testa di PtÈrela nel vivo della battaglia SOSIA Mi frega, con le sue risposte. Qui mi debbo cercare un altro nome. Chissà da dove le ha viste, certe cose. PerÚ io, adesso, lo metto a posto. perché io, dentro la tenda, ci stavo da solo, e nessuno ha veduto quel che ho fatto e nessuno potr‡ mai raccontarlo. Se tu sei Sosia, dimmi un po' che cosa facevi nella tenda mentre le legioni si scannavano. Se rispondi, mi arrendo. MERCURIO C'era un orcio di vino. Io ne ho riempito un boccale. SOSIA Ha cominciato bene. MERCURIOMe lo sono scolato, schietto come mamma l'aveva fatto. SOSIA Eh sÏ, me lo sono scolato, quel buon vino. PerÚ Ë strano. Che si fosse nascosto nel boccale? MERCURIO E adesso? L'ho dimostrato o no che non sei Sosia? SOSIA Tu dici che io non sono io? MERCURIOE come potrei non dirlo, se Sosia sono io? SOSIA Giuro su Giove che io sono io e non dico il falso. MERCURIO E io giuro su Mercurio che Giove non ti crede. Si fida pi˘ di me che dei tuoi giuramenti, anche se io non giuro. SOSIA E io, allora, chi sono, se non sono Sosia? Te lo domando. MERCURIO Quando non vorrÚ pi˘ essere Sosia, siilo pure tu. Ma mentre lo sono io, tu le buschi se non ti togli di mezzo, ignoto figlio di ignoti. SOSIA Per Polluce! Quando lo guardo e vedo il mio aspetto, tale e quale, perché io sono uno che si specchia spesso, be', non c'Ë nulla di pi˘ simile a me. Cappello e vestito, uguali. Gamba e piede, altezza, gli occhi e la tosata, labbra, naso, mascella, mento, barba, collo, tutto! Cosa posso dire? Se ci ha pure le cicatrici sulla schiena, non c'Ë nulla di pi˘ simile. Ma che cosa sto a pensare? Io sono quello che sono sempre stato, non c'Ë dubbio. Il padrone lo conosco, la nostra casa la conosco. Ci sento e ragiono, io. No, non gli do retta, a questo qui. Ora busso alla porta. MERCURIO Dove vai? SOSIA A casa. MERCURIO Tu la farai franca, sÏ e no, soltanto se salterai sulla quadriga di Giove e taglierai la corda. SOSIA Non glielo posso dire, alla mia padrona, quello che il padrone ha comandato? MERCURIO Alla tua, tutto quello che vuoi. Alla mia qui, tu non ci arrivi, garantito. E bada che se perdo la pazienza, oggi ti porti via un lombifragio. SOSIA Meglio tagliare la corda. DËi immortali, vi prego: dov'Ë che sono morto? Dov'Ë che mi sono trasformato? Dov'Ë che l'ho perduta la mia persona? Il mio me, puÚ essere che io l'abbia lasciato laggi˘? Che io mi sia dimenticato? Di sicuro, proprio di sicuro, c'Ë che questo qui ha tutto l'aspetto che una volta era mio. Da vivo mi tocca quello che da morto non avrÚ: l'onore di un ritratto. Adesso vado al porto e gli racconto tutto,al mio padrone. Sempre che non dica anche lui che non mi riconosce. Magari! Magari Giove mi facesse la grazia! Me la toglierei, zic, zac,questa zazzera da schiavo, e metterei il berretto da uomo libero. (Esce.)
  • 16. AMPHITRUO = ANFITRIONE UNICA COMMEDIA PLAUTINA DI ARGOMENTO MITOLOGICO ZEUS MERCURIO Trasformati nell’aspetto ANFITRIONE SOSIA DUE GEMELLI: IFICLE, umano ERACLE, semidivino ANFITRIONE SOSIA Marito di Alcmena Servo di ALCMENA Anfitrione
  • 17. AMPHITRUO = ANFITRIONE UNICA COMMEDIA PLAUTINA DI ARGOMENTO MITOLOGICO rifacimenti MOLIERE (1668) ZEUS MERCURIO VON KLEIST (1807) Trasformati nell’aspetto ANFITRIONE SOSIA DUE GEMELLI: IFICLE, umano ERACLE, semidivino ANFITRIONE SOSIA Marito di Alcmena Servo di ALCMENA Anfitrione
  • 18. BACCHIDES Unica commedia palutina di cui abbiamo il modello di Menandro, il Dis Exapaton (parzialmente) Crisalo, BACCHIDE I, MNESILOCO, servo prostituta giovane amici Gemelle identiche BACCHIDE II, PISTOCLERO, prostituta giovane Scambi di persona, equivoci e inganni… LIETOFINE
  • 19. MENAECHMI Da Siracusa… MENECMO II, A Epidamno… Gemello di Menecmo I MENECMO I, Smarrito dal padre naturale di Siracusa, SPAZZOLA, il servo allevato da un mercante MOGLIE EROZIA, Scambi di persona, prostituta equivoci e inganni… I due gemelli, stanchi delle donne se ne tornano insieme a Siracusa
  • 20.
  • 21.