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Plaça dels Àngels è
il regno degli skater,
che si dedicano alle loro
evoluzioni davanti
al MACBA, il Museu d’Art
Contemporani disegnato
da Richard Meier.
Gli appassionati di questa
disciplina arrivano in
città da tutta Europa.
Dal bikesharing al coworking, Barcellona sperimenta
nuove forme di convivenza e di sviluppo. E per sentirsi ancora
più europea rivoluziona tempi e orari
di R o b e r t a B o s c o
LA CITTÀ SOCIAL
PROVE
DI FUTURO
PROVE
DI FUTURODal bikesharing al coworking, Barcellona sperimenta
nuove forme di convivenza e di sviluppo. E per sentirsi ancora
più europea rivoluziona tempi e orari
Poliedrica e cosmopolita,Barcellona
è una città che fa tendenza, ma con
un suo stile ben preciso, diverso da
quello delle altre metropoli interna-
zionali. Sarà per lo spirito indipen-
dentista, sempre più forte anche tra
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dal resto della Spagna. O, forse, per
il carattere camaleontico e l’innata
capacità di reinventarsi, offrendo
sempre nuovi motivi d’interesse a
chi la visita e a chi ci vive.Come dice
una celebre canzone, “todo depen-
de del cristal con que se mira”, tut-
to dipende dalla prospettiva da cui
si osserva. Barcellona è la città del
Romanico e del Modernismo, ma
anche dell’arte contemporanea; la
mecca degli appassionati di calcio,
che fanno tappa al Museo del Barça
(il più visitato della città), e pure de-
gli skater, che arrivano da tutta Eu-
ropa. È poi la capitale del design,
della moda, della nuova gastrono-
mia e così via, con un modo tutto
suo di rispondere alle aspettative e
ai desideri di chi la visita.
Turisti non per caso
Nel 2015 Barcellona ha registrato
oltre otto milioni di visitatori allog-
giati negli hotel, il 5,4 per cento in
più rispetto all’anno precedente, ai
quali si devono sommare tutti quel-
li che scelgono altre sistemazioni e
che incrementano il totale di almeno
altri quattro milioni. La cifra, che in
qualsiasi altra città economicamen-
te basata sul turismo sarebbe moti-
vo di orgoglio, nella capitale catala-
na si sussurra con un certo senso di
colpa da quando il nuovo sindaco,
Ada Colau, ha scatenato polemi-
che veementi sul modello turistico
della città. Proiettato, secondo la
visione della alcadessa, alla soste-
nibilità, a regolamentare l’afflusso,
a sanzionare l’abusivismo. Nono-
stante la moratoria sull’apertura di
nuove strutture di accoglienza (ho-
tel, ristoranti e quant’altro), che ha
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controversia, Barcellona continua a
essere una città perfetta per una va-
canza, romantica o culturale, lunga
o breve, da soli o con la famiglia e
in qualsiasi epoca dell’anno, grazie
a un calendario di eventi che non
conosce soste e a un clima sempre
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ti ventilate e piogge scarse.
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ropeizzazione degli orari, imposta
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di ozio, favorisce anche gli stranieri
che, dopo l’entusiasmo iniziale per
i negozi aperti fino a notte inoltrata,
tendono rapidamente a soffrire la
differenza oraria. Il processo, che si
annuncia lento e complesso, passa
per la ridefinizione del concetto di
mezzogiorno. Finora si è sempre
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ma dal 2018, per legge, si allineerà
all’ora reale. Nel frattempo i ritmi
sono ancora dilatati, ma la maggio-
ranza delle manifestazioni notturne,
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pa e, cosa impensabile fino a pochi
anni fa, è sempre più facile trovare
ristoranti aperti già a mezzogiorno.
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che ne moltiplicano la fama interna-
zionale, come il Mobile World Con-
gress, la più grande fiera di telefonia
mobile del mondo, finalmente Bar-
cellona si allinea anche per quanto
riguarda la coscienza ecologica,
con una serie di iniziative dirette a
sviluppare un modello più sosteni-
bile che minimizzi l’impatto dell’e-
norme flusso turistico. All’efficiente
e capillare rete della metropolitana,
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le località della cintura (alcune in
piena evoluzione, come L’Hospi-
talet, con il nuovo polo artistico),
si sono affiancati un po’ ovunque
numerosi parcheggi di Bicing,il no-
stro bikesharing (il circuito di bici
in affitto), che consente di lasciare
il veicolo al punto di destinazione.
Il sistema è comodo e conveniente,
11
In alto, l’Hotel Porta Fira
e la Torre Realia BCN,
nel quartiere periferico,
ma in pieno sviluppo,
dell’Hospitalet. In basso,
a sinistra, tapas. Nulla
scalfisce il rituale del
pellegrinaggio serale
da un locale all’altro per
degustarle. A destra,
le bici del bikesharing,
sempre più diffuso.
dagli autobus turistici. Sono ar-
rivate anche le grandi agenzie di
comunicazione, che girano qui i fil-
mati pubblicitari di multinazionali e
aziende automobilistiche.
La movida, un fenomeno comun-
que più madrileno che barcellonese,
ha fatto la sua epoca, ma continua
invariato il rituale del tapeo, il pel-
legrinaggio serale da un bar all’altro
in cerca dei famosi bocconcini, mil-
le volte reinterpretati. Per quanto si
moltiplichino i tentativi di impor-
tare altri formati, non c’è apericena
che tenga: a Barcellona la tradizione
delle tapas è solida. Anche il tenta-
tivo di convertire le splendide ter-
razze dei grandi hotel in luoghi di
ritrovo per l’aperitivo o il dopoce-
na, sull’esempio di altre metropoli,
stenta ad affermarsi. Forse l’Hotel
Omm è l’unico riuscito davvero a
imporsi, ma soprattutto tra gli ingle-
si, non certo fra gli spagnoli. È una
delle tante idiosincrasie di una città
che vive un perpetuo sentimento di
amore-odio per lo straniero e per le
abitudini e le mode importate.
In compenso, spopolano i centri di
coworking, per offrire nuove pos-
sibilità professionali a una genera-
zione di designer, stilisti, architetti e
creativi, che non può permettersi i
costi fissi di un affitto commerciale,
soprattutto a inizio carriera.
A loro, ma anche a studenti e perso-
ne di passaggio, questi spazi offro-
no una serie di strutture e servizi:
computer, stampanti tridimensio-
nali, connessioni wi-fi, librerie, bar
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settore è Cecilia Tham, cinese, cre-
sciuta a New York, che ha aperto il
primo Makers of Barcelona MOB
(Bailèn 11). Tham organizza anche
fiere di maker, creatori di diverse
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i loro progetti, approfittando delle
nuove tecnologie e di spazi, come
appunto MOB, dove si possono
utilizzare apparecchiature costose a
prezzi veramente accessibili.
ma all’incremento delle due ruo-
te non corrisponde ancora quello
delle corsie ciclabili. Comunque
i taxi sono realmente economici e
la città si gira bene anche a piedi.
Camminando è più facile percepire
le atmosfere del quartiere gotico,
dove passeggiava Jean Genet mentre
scriveva il suo Diario di un ladro, e
riconoscere gli scenari in cui si muo-
vono il detective Pepe Carvalho e l’i-
spettrice di polizia Petra Delicado,
i protagonisti dei romanzi gialli di
due autori molto amati dagli italiani,
Manuel Vázquez Moltalbán e Alicia
Giménez-Bartlett.
La strada è il set
Chi ha letto La Cattedrale del Mare
di Ildefonso Falcones non potrà evi-
tare di sommergersi tra le ombre di
Santa Maria del Mar, la chiesa ro-
manica più bella di Barcellona. I fan
di Carlos Ruiz Zafón non rinunce-
ranno a cercare il Cimitero dei Libri
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a ritrovare la Barcellona decadente,
ferita dalla guerra civile e dal fran-
chismo de L’Ombra del Vento, in
questa città ottimista e sempre in
cerca di nuovi orizzonti.
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città-set. Non contenta di essere
un’inesauribile fonte d’ispirazione
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già da alcuni anni Barcellona punta
sul cinema, arrivando ad accogliere
una media di oltre 2 mila riprese
all’anno, tra film, videoarte, docu-
mentari e, soprattutto, spot pub-
blicitari. L’eco internazionale delle
produzioni (Tutto su mia madre di
Pedro Almodóvar, Manuale d’amo-
re 2 di Giovanni Veronesi,Vicky Cri-
stina Barcelona di Woody Allen),
insieme alle facilitazioni che offre il
Comune, hanno acceso i riflettori
sul capoluogo catalano. Da segna-
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Iñárritu (Oscar 2016 per la regia
di The Revenant) che in Biutiful
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In alto, il parco naturale
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2016 DOVE Corriere della sera - Guida alla nuova Barcellona - "La città social: Prove di futuro"

  • 1. 9 Plaça dels Àngels è il regno degli skater, che si dedicano alle loro evoluzioni davanti al MACBA, il Museu d’Art Contemporani disegnato da Richard Meier. Gli appassionati di questa disciplina arrivano in città da tutta Europa. Dal bikesharing al coworking, Barcellona sperimenta nuove forme di convivenza e di sviluppo. E per sentirsi ancora più europea rivoluziona tempi e orari di R o b e r t a B o s c o LA CITTÀ SOCIAL PROVE DI FUTURO PROVE DI FUTURODal bikesharing al coworking, Barcellona sperimenta nuove forme di convivenza e di sviluppo. E per sentirsi ancora più europea rivoluziona tempi e orari
  • 2. Poliedrica e cosmopolita,Barcellona è una città che fa tendenza, ma con un suo stile ben preciso, diverso da quello delle altre metropoli interna- zionali. Sarà per lo spirito indipen- dentista, sempre più forte anche tra i giovani, che la fa sentire differente dal resto della Spagna. O, forse, per il carattere camaleontico e l’innata capacità di reinventarsi, offrendo sempre nuovi motivi d’interesse a chi la visita e a chi ci vive.Come dice una celebre canzone, “todo depen- de del cristal con que se mira”, tut- to dipende dalla prospettiva da cui si osserva. Barcellona è la città del Romanico e del Modernismo, ma anche dell’arte contemporanea; la mecca degli appassionati di calcio, che fanno tappa al Museo del Barça (il più visitato della città), e pure de- gli skater, che arrivano da tutta Eu- ropa. È poi la capitale del design, della moda, della nuova gastrono- mia e così via, con un modo tutto suo di rispondere alle aspettative e ai desideri di chi la visita. Turisti non per caso Nel 2015 Barcellona ha registrato oltre otto milioni di visitatori allog- giati negli hotel, il 5,4 per cento in più rispetto all’anno precedente, ai quali si devono sommare tutti quel- li che scelgono altre sistemazioni e che incrementano il totale di almeno altri quattro milioni. La cifra, che in qualsiasi altra città economicamen- te basata sul turismo sarebbe moti- vo di orgoglio, nella capitale catala- na si sussurra con un certo senso di colpa da quando il nuovo sindaco, Ada Colau, ha scatenato polemi- che veementi sul modello turistico della città. Proiettato, secondo la visione della alcadessa, alla soste- nibilità, a regolamentare l’afflusso, a sanzionare l’abusivismo. Nono- stante la moratoria sull’apertura di nuove strutture di accoglienza (ho- tel, ristoranti e quant’altro), che ha generato forti critiche e inasprito la controversia, Barcellona continua a essere una città perfetta per una va- canza, romantica o culturale, lunga o breve, da soli o con la famiglia e in qualsiasi epoca dell’anno, grazie a un calendario di eventi che non conosce soste e a un clima sempre più benevolo, con inverni miti, esta- ti ventilate e piogge scarse. Al di là dell’aspetto romantico, l’eu- ropeizzazione degli orari, imposta per facilitare le relazioni economi- che e ottimizzare i ritmi di lavoro e di ozio, favorisce anche gli stranieri che, dopo l’entusiasmo iniziale per i negozi aperti fino a notte inoltrata, tendono rapidamente a soffrire la differenza oraria. Il processo, che si annuncia lento e complesso, passa per la ridefinizione del concetto di mezzogiorno. Finora si è sempre identificato con le 2 del pomeriggio, ma dal 2018, per legge, si allineerà all’ora reale. Nel frattempo i ritmi sono ancora dilatati, ma la maggio- ranza delle manifestazioni notturne, spettacoli e concerti, si è adeguata alle consuetudini del resto d’Euro- pa e, cosa impensabile fino a pochi anni fa, è sempre più facile trovare ristoranti aperti già a mezzogiorno. Senza rinunciare ai grandi eventi che ne moltiplicano la fama interna- zionale, come il Mobile World Con- gress, la più grande fiera di telefonia mobile del mondo, finalmente Bar- cellona si allinea anche per quanto riguarda la coscienza ecologica, con una serie di iniziative dirette a sviluppare un modello più sosteni- bile che minimizzi l’impatto dell’e- norme flusso turistico. All’efficiente e capillare rete della metropolitana, che collega tutti i quartieri e anche le località della cintura (alcune in piena evoluzione, come L’Hospi- talet, con il nuovo polo artistico), si sono affiancati un po’ ovunque numerosi parcheggi di Bicing,il no- stro bikesharing (il circuito di bici in affitto), che consente di lasciare il veicolo al punto di destinazione. Il sistema è comodo e conveniente, 11 In alto, l’Hotel Porta Fira e la Torre Realia BCN, nel quartiere periferico, ma in pieno sviluppo, dell’Hospitalet. In basso, a sinistra, tapas. Nulla scalfisce il rituale del pellegrinaggio serale da un locale all’altro per degustarle. A destra, le bici del bikesharing, sempre più diffuso.
  • 3. dagli autobus turistici. Sono ar- rivate anche le grandi agenzie di comunicazione, che girano qui i fil- mati pubblicitari di multinazionali e aziende automobilistiche. La movida, un fenomeno comun- que più madrileno che barcellonese, ha fatto la sua epoca, ma continua invariato il rituale del tapeo, il pel- legrinaggio serale da un bar all’altro in cerca dei famosi bocconcini, mil- le volte reinterpretati. Per quanto si moltiplichino i tentativi di impor- tare altri formati, non c’è apericena che tenga: a Barcellona la tradizione delle tapas è solida. Anche il tenta- tivo di convertire le splendide ter- razze dei grandi hotel in luoghi di ritrovo per l’aperitivo o il dopoce- na, sull’esempio di altre metropoli, stenta ad affermarsi. Forse l’Hotel Omm è l’unico riuscito davvero a imporsi, ma soprattutto tra gli ingle- si, non certo fra gli spagnoli. È una delle tante idiosincrasie di una città che vive un perpetuo sentimento di amore-odio per lo straniero e per le abitudini e le mode importate. In compenso, spopolano i centri di coworking, per offrire nuove pos- sibilità professionali a una genera- zione di designer, stilisti, architetti e creativi, che non può permettersi i costi fissi di un affitto commerciale, soprattutto a inizio carriera. A loro, ma anche a studenti e perso- ne di passaggio, questi spazi offro- no una serie di strutture e servizi: computer, stampanti tridimensio- nali, connessioni wi-fi, librerie, bar e ristoranti. Una delle più attive nel settore è Cecilia Tham, cinese, cre- sciuta a New York, che ha aperto il primo Makers of Barcelona MOB (Bailèn 11). Tham organizza anche fiere di maker, creatori di diverse discipline che sperimentano nuovi sistemi per finanziare e diffondere i loro progetti, approfittando delle nuove tecnologie e di spazi, come appunto MOB, dove si possono utilizzare apparecchiature costose a prezzi veramente accessibili. ma all’incremento delle due ruo- te non corrisponde ancora quello delle corsie ciclabili. Comunque i taxi sono realmente economici e la città si gira bene anche a piedi. Camminando è più facile percepire le atmosfere del quartiere gotico, dove passeggiava Jean Genet mentre scriveva il suo Diario di un ladro, e riconoscere gli scenari in cui si muo- vono il detective Pepe Carvalho e l’i- spettrice di polizia Petra Delicado, i protagonisti dei romanzi gialli di due autori molto amati dagli italiani, Manuel Vázquez Moltalbán e Alicia Giménez-Bartlett. La strada è il set Chi ha letto La Cattedrale del Mare di Ildefonso Falcones non potrà evi- tare di sommergersi tra le ombre di Santa Maria del Mar, la chiesa ro- manica più bella di Barcellona. I fan di Carlos Ruiz Zafón non rinunce- ranno a cercare il Cimitero dei Libri Dimenticati, ma avranno difficoltà a ritrovare la Barcellona decadente, ferita dalla guerra civile e dal fran- chismo de L’Ombra del Vento, in questa città ottimista e sempre in cerca di nuovi orizzonti. Uno di questi è la riconversione in città-set. Non contenta di essere un’inesauribile fonte d’ispirazione per scrittori, poeti e drammaturghi, già da alcuni anni Barcellona punta sul cinema, arrivando ad accogliere una media di oltre 2 mila riprese all’anno, tra film, videoarte, docu- mentari e, soprattutto, spot pub- blicitari. L’eco internazionale delle produzioni (Tutto su mia madre di Pedro Almodóvar, Manuale d’amo- re 2 di Giovanni Veronesi,Vicky Cri- stina Barcelona di Woody Allen), insieme alle facilitazioni che offre il Comune, hanno acceso i riflettori sul capoluogo catalano. Da segna- lare anche la pellicola di Alejandro Iñárritu (Oscar 2016 per la regia di The Revenant) che in Biutiful (2010) racconta i luoghi ignorati In alto, il parco naturale alle porte della città, nato dalla riconversione di una gigantesca discarica: un progetto dello studio Battle i Roig. In basso, la terrazza dell’Hotel Omm, ritrovo per l’aperitivo e il dopo cena. 13