Questa presentazione vuole essere la sintesi degli studi eseguiti sulla stabilità dei ravaneti condotti a partire dal 1995 dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Pisa, in collaborazione con i geologi del Comune di Carrara.I dati esposti sono contenuti in tre pubblicazioni a cui si rimanda per un approfondimento:
Baroni C., Bruschi G. & Ribolini A. (2000): Human-induced hazardous debris flows in Carrara Marble Basins (Tuscany, Italy). Earth Surf. Proc. Land., 25, 93-103.
Baroni C., Bruschi G., Criscuolo A. & Ribolini A. (2001) – Il rischio geomorfologico indotto dall’attività estrattiva nei Bacini Marmiferi Apuani (Alpi Apuane, Toscana). Atti Soc. Tosc. Sc. Nat. Memorie, Serie A, 107 (2000), 87-96.
Baroni C., Bruschi G., Criscuolo A., Mandrone G. & Ribolini A. (2003):
Complete grain-size analyses on debris-flows source area in the Carrara Marble Basins, Apuane Alps, Italy . Proceeding of 3th International Conference on "Debris-Flow Hazards Mitigation: Mechanics, Prediction, and Assessment", Davos, Switzerland, 12 pp. Rickenmann & Chen Eds. Millpress, Rotterdam.
Il caso Messina - la gestione dell’emergenza a due mesi dal disastro del 1 ot...Ricercazione
Geol. Gian Vito Graziano (Presidente dell’Ordine dei Geologi della Sicilia)
“Difesa del Suolo e Valorizzazione delle Aree Montane:
prevenzione del rischio idrogeologico e cooperazione istituzionale per un territorio fragile”
Urbino, 18 dicembre 2009
Apuane: escavazione sostenibile? Intervento di Mauro ChessaEros Tetti
Intervento di Mauro Chessa al Convegno Nazionale per le Alpi Apuane
La quantità di materiale è enorme: dalle cave escono soprattutto detriti, è consentito, in ragione della particolare qualità che deve avere la pietra ornamentale, che il 75% del materiale estratto sia di scarto (Elaborato 2 del P.R.A.E.R.).
Le Apuane soffrono di una cava ogni 3 chilometri quadrati e nel comune di Carrara si tocca la sorprendente densità di 7 cave per chilometro quadrato.
Considerazioni sulla frana lungo l’autostrada Savona-Torino del 24 novembre e...GeologiaSenzaFrontie
Novembre 2019 rimarrà nella memoria come uno tra i più piovosi e critici dal punto di vista degli eventi geo-idrologici. Il bilancio di danni e vittime legate a frane e inondazioni appare anche inferiore a quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Sarà stata la fortuna, l’effetto di un avvio lento della stagione piovosa (le piogge sono iniziate, più debolmente, fin da ottobre) o quello delle misure di mitigazione che (nonostante tutto) si stanno realizzando? È difficile da dire. Ad ogni modo, proviamo a fare qualche ragionamento a mente fredda sul “dissesto idrogeologico”, dopo quel breve momento di clamore che il tema ha suscitato in seguito all’ennesimo evento eccezionale avvenuto in area ligure: la frana avvenuta il 24 novembre che ha determinato il crollo del viadotto sull’A6 Torino- Savona, in corrispondenza della Madonna del Monte, in prossimità di Savona.
L'innalzamento della Falda a Milano e le Acque Parassite - Andrea Zelioli Ser...Andrea Zelioli
Nei primi dieci anni del 2000, grazie al costante controllo,
la situazione della falda è rimasta pressoché stazionaria
pur rimanendo su livelli piuttosto alti ma, causa il
concentrarsi delle piogge o probabilmente il cambiamento
climatico ormai in atto, la situazione in questi ultimi
anni si è ulteriormente aggravata.
Michele Lupo, Gianfranco Vincenzo Pandiscia
Evoluzione della fascia costiera jonica fra i fiumi Bradano e Basento attraverso l'analisi di cartografia e orto immagini storiche e recenti
Convegno Annuale A.I.C., Gorizia, 5-7 maggio 2010
Comuni di Gorno, Oneta, Oltre il Colle, Promoserio
Convegno, "Il distretto minerario Riso-Parina. Studi, valorizzazione e sviluppo"
Gorno BG, 22 marzo 2014
Diego Marsetti, Ecogeo srl, "Inquadramento geomorfologico e proposte riutilizzo miniere dismesse"
Programma: dl.dropboxusercontent.com/u/21632223/Convegno%20miniere%20Gorno%202014/Depliant%20bassa%20sensibile.pdf
Fotografie: picasaweb.google.com/117290793877692021380/IlDistrettoMinerarioRisoParina?authuser=0&feat=directlink
Ecomuseo delle miniere di Gorno: ecomuseominieredigorno.it/cms/
2016 Environmental Technologies: Fundamentals in Biosphere Knowledge. Soil, S...Luca Marescotti
2016 Environmental Technologies: Fundaqmentals in Biosphere Knowledge. Soil, Support and Feeding - Tecnologie ambientali: le basi nella conoscenza della biosfera. Il suolo, sostegno e nutrizione
Legge sulla partecipazione della Regione ToscanaEros Tetti
Slide illustrative che spiegano molto bene la legge della Regione Toscana per la partecipazione, strumento molto importante per difendere i territori da progetti calati dall' alto. A ta proposito abbiamo creato un gruppo whatsapp dove fare rete tra cittadini, comitati, associazioni che ritengono la partecipazione un elemento importante.
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Fotografie: picasaweb.google.com/117290793877692021380/IlDistrettoMinerarioRisoParina?authuser=0&feat=directlink
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Fenomeni di instabilità sui Fenomeni di instabilità sui ravaneti Carrara G. Bruschi
1. 1
Fenomeni di instabilità sui
ravaneti
(Bacini Marmiferi di Carrara)
G. Bruschi
Questa presentazione vuole essere la sintesi degli studi eseguiti sulla
stabilità dei ravaneti condotti a partire dal 1995 dal Dipartimento di
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geomorfologico indotto dall’attività estrattiva nei Bacini Marmiferi Apuani
(Alpi Apuane, Toscana). Atti Soc. Tosc. Sc. Nat. Memorie, Serie A, 107
(2000), 87-96.
Baroni C., Bruschi G., Criscuolo A., Mandrone G. & Ribolini A. (2003):
Complete grain-size analyses on debris-flows source area in the Carrara
Marble Basins, Apuane Alps, Italy . Proceeding of 3th International
Conference on "Debris-Flow Hazards Mitigation: Mechanics, Prediction,
and Assessment", Davos, Switzerland, 12 pp. Rickenmann & Chen Eds.
Millpress, Rotterdam.
2. 2
Classificazione del fenomeno
Debris flows
- rapidi colamenti
di una miscela di
detrito, acqua e
aria che si
muove come un
fluido viscoso
- Argini ben
definiti e
depositi lobati
(Brundsen,
1979)
Negli studi sulla stabilità dei versanti la prima cosa da definire, ed anche la
più importante, riguarda la classificazione del dissesto e quindi i
meccanismi di innesco e di movimento.
Sui ravaneti sono stati rilevati negli ultimi anni numerosi trasporti in massa
di materiale detritico che, nel caso particolare, vengono definiti come
colate di detriti (debris flows). I debris flows sono rapidi movimenti di una
miscela di detrito, acqua e aria che si muove come un fluido viscoso. Il
loro tipo di movimento differisce da quello delle frane, in cui una massa
rigida scivola lungo una superficie di taglio.
Le colate di debris flows sono riconoscibili da una serie di caratteristiche
geomorfologiche determinate dalla reologia del flusso. In particolare si
osserva a valle dell’area di innesco una zona ad argini deposti (in rilavato
rispetto alla superficie del ravaneto) ed una zona terminale a forma lobata.
3. 3
Evento del 13/11/02
Sui ravaneti di Carrara, oltre a numerosi debris flows di piccole e medie
dimensioni, in alcuni casi si sono mobilizzate porzioni rilevanti di ravaneto,
che hanno portato all’interruzione della viabilità comunale di fondovalle: il
caso riportato in figura è riferito all’evento del 13/11/02 nella zona dei
Canaloni di Colonnata.
4. 4
Caratteristiche zone di innesco
- Presenza di materiale fine (terre, marmettola etc.)
- Presenza di tagli orizzontali ed impluvi
- Elevata acclività del ravaneto
La zona di innesco è caratterizzata da una sovrapposizione di strati a
differente composizione granulometrica, derivanti dal susseguirsi di
differenti tecniche estrattive.
In una sezione ideale attraverso un ravaneto troveremo gli strati più
profondi e più antichi costituiti da blocchi grossolani con scarsa matrice
per lo più sabbiosa, seguiti da livelli a pezzatura uniforme (testa d’uomo)
tipici del periodo a cavallo tra l’800 ed il ‘900, mentre gli strati più
superficiali risultano invece costituiti oltre che da blocchi e massi di
dimensioni eterogenee anche da una grande quantità di materiale fine
(limi) che diminuisce la permeabilità dell’accumulo.
Questo strato superficiale (circa 2 m) dei ravaneti è costituito dagli scarti
derivanti dall’utilizzo del filo diamantato che produce una notevole quantità
di marmettola (polvere di marmo con la granulometria dei limi);
recentemente, nei ravaneti sono state riversate anche le terre derivanti
dalle operazioni di grigliatura dei clasti recuperati per la produzione di
CaCO3.
Queste operazioni, in special modo la grigliatura degli scarti di
lavorazione, hanno determinato un notevole incremento della frazione fine
dei ravaneti diminuendo drasticamente la soglia di saturazione.
5. 5
Caratteristiche granulometriche
ravaneti stabili ed instabili
I fattori predisponenti i dissesti sui ravaneti sono da ricercare nell’elevata
concentrazione di matrice fine presente negli scarti messi in posto
recentemente.
Nei grafici delle curve granulometriche sono stati indicati con la lettera M i
ravaneti recenti in cui sono state registrate colate di debris flows, e con la
lettera A i ravaneti più vecchi nei quali non sono stati registrati rilevanti
fenomeni di dissesto.
Dai grafici si può osservare la sensibile differenza granulometrica
specialmente per quanto riguarda la percentuale di frazione fine tra le due
famiglie di ravaneti.
6. 6
Rappresentazione schematiche dei debris
flows rilevati nei ravaneti
In figura è riportato uno schema che riassume le principali caratteristiche
dei debris flows rilevati sui ravaneti:
La zona di innesco, come abbiamo già visto è caratterizzata dalla
sovrapposizione di strati a differente composizione granulometrica
derivanti dal susseguirsi di differenti tecniche estrattive. Nel caso in esame
i debris flows si mobilizzano come frane superficiali a causa dell’aumento
di peso dello strato superficiale con abbondante matrice che tende a
saturarsi prima dello strato profondo; successivamente la massa in
movimento perde velocemente coesione trasformandosi in debris flow.
7. 7
Soglie di attivazione rilevate prima del
23/09/03
140
130
120
110
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5
Time (h)
Precipitation (mm)
80
70
60
50
40
30
20
10
0
10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23
Time (h)
Precipitation (mm)
„ 06-07/11/97 (Colonnata)
„ 24/10/99 (Torano)
Risulta particolarmente importante alla luce dell’evento alluvionale del
23/09/03 vedere quali sono state le soglie di attivazione di alcuni dissesti
rilevati nei bacini marmiferi.
I dati esposti nella figura evidenziano una soglia estremamente bassa per
l’attivazione di debris flows di medie dimensioni nei bacini di Carrara. La
soglia di attivazione più bassa tra quelle riportate è relativa all’evento del
24/10/99, in cui un lobo di medie dimensioni si è fermato nelle vicinanze
del paese di Miseglia. In occasione di quest’evento sono piovuti circa 60
mm in 5 ore con un massimo di soli 14 mm dalle 19 alle 20. Altri eventi
sono caratterizzati da una maggiore intensità di pioggia in ristretti intervalli
temporali, come avvenuto il 6/11/97.
8. 8
I maggiori eventi del 23/09/03
Con il pallino giallo sono state indicate le aree più colpite dall’evento
alluvionale del 23/09/03, ed in particolare la fascia che corrisponde al
fianco rovescio della sinclinale di Carrara ed alcune zone localizzate nei
Canaloni di Colonnata e nell’area di Ravaccione.
9. 9
Ravaneto Calocara Est
Area di innesco del debris flows del ravaneto di Calocara Est.
Si osserva l’accumulo di materiale fine corrispondente all’area di innesco
della colata in cui sono visibili anche solchi di ruscellamento concentrato.
Nella parte bassa dell’immagine si notano gli argini deposizionali della
colata.
11. 11
Ravaneto Pulcinacchia
Ravaneto di Pulcinacchia.
L’area di innesco è stata rilevata in corrispondenza della zona più scura
del ravaneto dovuta alla presenza di terre.
12. 12
Ravaneto Ravaccione
Lobo deposizionale di debris-flow sul ravaneto di Ravaccione.
L’area di innesco alla data della fotografia era già stata risistemata, anche
se è indubbia la sua ubicazione nell’area ricca di materiale fine a monte
del lobo.