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IL CAFFÈ
Il caffè
È un alcaloide imparentato con
droghe come nicotina, morfina
e mescalina.
«La caffeina è un alcaloide naturale presente
nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e
mate, e nelle bevande da esse ottenute.
Viene a volte citata con i suoi sinonimi
guaranina e teina, chimicamente identificabili
nella stessa molecola…
… La caffeina è presente in foglie, semi e frutti
di queste e diverse piante, dove agisce come
insetticida naturale, paralizzante
(tetanizzante) o con effetto comunque tossico
per insetti e altri artropodi che le mangiano.»
(Fonte: Wikipedia, alla voce «caffeina»)
Semi di cacao
Il caffè non fornisce alcuna energia, ma rende
subito disponibile quella attinta dalle scorte
del fisico.
Quella stessa energia, una volta passato
l’effetto del caffè, viene a mancare e induce ad
una nuova assunzione di caffeina. È il
meccanismo tipico delle droghe.
Ragnatela con 30-
35 anelli circolari
di fili di seta
Somministrato al
ragno l’equivalente
di 2 tazzine di caffè
ESPERIMENTO
Dopo 24 h.
Dopo 48 h.
Dopo 72 h.
La ragnatela è tornata
normale dopo 96 h.
Rischi legati all’assunzione
regolare di caffè
• Predispone alle malattie cardiache.
• Diminuisce l’afflusso di sangue al fegato.
• Aumenta il colesterolo cosiddetto
“cattivo”.
• Interferisce con l’assorbimento di minerali
e vitamine importanti, come il calcio, il
ferro, la vit. E (che è un antiossidante,
quindi anti-invecchiamento). Si perdono
circa 10 mgr. di calcio per una tazzina di
caffè: si tratta di un danno notevole.
• Incide pesantemente sul sistema nervoso
centrale, innalzando temporaneamente il
tono psichico, ma deprimendolo a lungo
termine e favorendo le emicranie.
• Fortemente cancerogeno per vescica (due
tazze di caffè al giorno raddoppiano il
rischio per questo tipo di cancro), ovaie,
pancreas e grosso intestino (anche se
decaffeinato).
• Una sola tazzina di caffè causa un
temporaneo aumento della rigidità delle
pareti arteriose: gli studiosi lo ritengono
pericolosissimo anche in minime dosi per
chi soffre di pressione alta.
• Alza il tasso degli zuccheri nel sangue,
predisponendo al diabete.
• Provoca alterazioni fetali in percentuali
molto elevate in diverse specie di animali
da esperimento.
• Aumenta il rischio di aborto.
• Favorisce l’insorgere di artrite reumatoide
(anche se decaffeinato).
• Favorisce l’insorgere di ulcera gastrica.
Fonti per il caffè:
Dott. Vernon W. Foster , "NEW START! New Health,
New Energy, New Joy!" - Edito dal Weimar
Institute, pag. 133 (esperimento sui ragni condotto
alla Loma Linda University)
Dott. Glauco Facchini, "Alimenta il tuo star bene" -
Ed. AdV, pp. 334-338
Nico Valerio, “L’alimentazione naturale” - Ed. Oscar
Mondadori, pp. 281-282)
Bollettino AdN (Adventist News) del 31 maggio
2002
COME SOSTITUIRE
IL CAFFÈ?
Caffè d’orzo Latte di soia Latti vegetali
Per disabituarsi al caffè, è bene
consumare fiocchi d’avena a colazione.
Sono fonte di molta energia e danno una
sferzata al fisico simile a quella della
caffeina, senza però attingere alle nostre
scorte, ma fornendo reali nutrienti.
Utili sono anche
le docce calde-
fredde appena
alzati dal letto
(vedi
presentazione
del programma
New Start)
Comunque, come per tutte le droghe,
anche per disabituarsi al caffè occorre
essere disposti ad affrontare la crisi di
astinenza!
I GRASSI
L’OLIO DI OLIVA
Olio extra-vergine di oliva
spremuto a freddo
Più digeribile, più
resistente alla cottura
L’unico grasso che non
acidifica il sangue
Combatte il colesterolo
Attenzione!
L’olio extra-vergine d’oliva deve essere
conservato al buio, in bottiglie o
contenitori di vetro chiusi, perché si altera
facilmente.
Esistono 6 denominazioni diverse per
l’olio di oliva:
1. Olio extravergine di oliva
2. Olio vergine di oliva
3. Olio d'oliva rettificato
4. Olio di sansa e d'oliva
5. Olio di sansa
6. Olio di sansa rettificato
Il primo, l'olio extravergine di oliva, è quello di
qualità migliore, deve essere ottenuto solo ed
esclusivamente tramite procedimenti
meccanici a freddo.
Non deve subire manipolazioni chimiche, non
può contenere più dell'1% in peso di acidità.
Il secondo, l'olio
vergine di oliva, è
similare al primo,
differisce solo nel
grado di acidità che
può essere fino al 4%
del peso, ancora
comunque un buon
prodotto.
Il terzo, l'olio d'oliva rettificato, è
ottenuto attraverso un processo
chimico che rende commestibili gli
scarti. Da evitare!
Il quarto, l'olio di sansa e d'oliva, è ottenuto
dalla miscela d'olio di sansa rettificato con oli
vergini d'oliva. Ancora peggio dell'olio di oliva
rettificato!
È molto utilizzato dall'industria alimentare per
confezionare focacce e pizzette; è utilizzato
anche nei ristoranti.
Il quinto, l'olio di sansa, ottenuto da
un’ulteriore lavorazione degli scarti, è fra
i peggiori.
È per lo più utilizzato come mangime
per i bovini d'allevamento (e così arriva
sulla tavola di chi mangia carne).
Il sesto, l'olio di sansa d'oliva rettificato, è tra i
peggiori ingredienti, per quanto riguarda gli oli,
che possiamo trovare nei nostri alimenti e spesso
nei ristoranti e nelle mense.
Si tratta di olio estratto con solventi dalla sansa
d'oliva (gli scarti della prima lavorazione), con
aggiunta dell’acqua di lavaggio della sansa stessa.
Il tutto è reso commestibile attraverso il processo
seguito anche per l'olio d'oliva rettificato.
Negli ingredienti dei prodotti
industriali, non troviamo tutte queste
specifiche, ma solo un generico "olio
di oliva".
Dietro al termine olio di oliva si possono
nascondere tutte quelle miscele di olio di
oliva, anche raffinato-rettificato, e altri olii
vegetali in proporzioni variabili.
Solo per l'olio di sansa esiste l'obbligo di
scriverlo esplicitamente in etichetta.
Quando troviamo nella lista degli ingredienti un
generico oli vegetali o grassi vegetali, possiamo
essere certi che, verosimilmente, si tratti di olio
d'oliva rettificato, miscelato a qualche altro olio di
semi poco costoso ed estratto con solventi chimici.
Da non sottovalutare poi il problema degli
OGM che si diffondono sempre più. Dietro
all'ingrediente oli vegetali si possono
nascondere oli estratti da coltivazioni OGM
come l'olio di mais o la canola, olio derivato
dalla colza transgenica.
GLI ALTRI GRASSI
Il grasso che regge meglio la cottura, dopo
quello di oliva è l’olio di arachidi.
Attenzione, però, che l’olio di arachidi
contiene grassi saturi.
Gli altri oli di semi (girasole, soia, semi vari)
diventano tossici alle alte temperature.
Inoltre sono estratti e lavorati di solito
mediante processi chimici (a meno che non ci
sia la dicitura “spremuto a freddo”).
La raffinazione
prevede processi come
la deacidificazione per
ridurre il contenuto di
acidi grassi liberi (si
usa anche la soda
caustica a questo
scopo)…
… e altri processi del tutto inutili come la
decolorazione, che servono solo per rendere il
prodotto più bello da vedere.
L’olio di palma è uno dei grassi preferiti
dall’industria, perché si presta a numerosi
impieghi ed è economico.
È dunque estremamente diffuso, si trova
ovunque (anche nei cibi biologici):
prodotti da forno, panne vegetali, ecc.
In origine, l’olio di palma sarebbe ricco di
carotenoidi, che però si perdono
completamente durante il drastico processo
di raffinazione che prevede…
• L'eliminazione della parte
gommosa (per evitare
problemi di schiuma durante
la frittura).
• Lo sbiancamento per
abbattere la colorazione.
• La deodorizzazione per
eliminare alcune sostanze
maleodoranti che
renderebbero gli alimenti
poco appetibili.
Persi tutti i carotenoidi durante la
raffinazione ottenuta grazie ai numerosi
trattamenti chimici, l’olio di palma
conserva però l'alto contenuto di acidi
grassi saturi (tuttavia, regge meglio la
cottura del burro e degli altri oli di semi).
I grassi idrogenati
L'idrogenazione è un processo industriale che
trasforma i grassi liquidi (oli), in grassi solidi
più facilmente lavorabili dalle industrie e più
adatti a produrre diversi alimenti tra cui, per
esempio, la margarina.
L’idrogenazione produce acidi grassi di tipo
“cis” e acidi grassi di tipo trans; questi ultimi
sono estremamente dannosi per la salute.
Si tratta di composti industriali di sintesi
inventati all'inizio del secolo scorso; sono
largamente utilizzati dall'industria alimentare
a puro scopo di lucro.
L'Institute of Medicine (IOM) of the National
Academies of Sciences, Engineering, Medicine
and Research Council americano ha proposto
per i grassi trans una quantità tollerabile per
l'organismo, senza subire danni a breve o a
lungo termine, pari a ZERO.
In etichetta possiamo trovare i grassi trans
nascosti dietro alle diciture:
• grassi vegetali;
• grassi vegetali idrogenati;
• margarina vegetale;
• olio vegetale;
• olio di palma;
• olio di cocco.
(Fonte per gli oli:
Amos Boilini,
«L’inganno nel
cibo» - Mod. 1,
pp. 42-44)
Come tutti i grassi di origine animale, il burro
contiene grassi saturi e va quindi usato con
cautela.
IL BURRO
Il "punto di fumo" del burro è piuttosto basso,
ovvero non sopporta le alte temperature.
Se non lo vuoi eliminare del tutto, almeno
limita al minimo il burro crudo.
Elimina del tutto il burro cotto o fritto (è molto
dannoso).
I SEMI DI LINO
Ricchi di grassi omega 3
Contengono ALA (acido alfa-linolenico)
fino a 10-15 volte in più rispetto ai pesci
che ne sono più ricchi.
Dose giornaliera
2 cucchiaini di olio di semi di lino a crudo
(conservare in frigo e consumare entro un
mese).
6 cucchiaini di semi macinati in un grande bicchiere
d’acqua (macinarne pochi cucchiai alla volta e
conservare in frigo).
Oppure…
L’Omega 3 si trova anche nelle alghe e, in
piccole dosi, in spinaci, broccoli, lattuga, cavolo
verde, fagioli, piselli, lenticchie, ceci e,
soprattutto, la soia e i suoi derivati (come il
latte e il tofu).
L'assimilazione degli Omega 3 viene favorita
dalla riduzione del consumo di oli ricchi di
Omega 6, come ad esempio l'olio di semi di
mais o quello di semi di girasole.
ACETO O LIMONE?
Anche se il limone è un frutto, è bene condire
l’insalata con il suo succo, perché il ferro contenuto
negli alimenti vegetali viene assorbito con l’aiuto
della vitamina C.
L’aceto (di vino o di mele) è un prodotto
fermentato e per questo infiammante e
acidificante.
Meglio
evitarne l’uso
abituale.
Attenzione all’etichetta
dell’aceto balsamico!
Se trovi scritto: "Contiene
solfiti", meglio lasciar
perdere quell’aceto!
«Per solfiti si intende
diossido di zolfo o anidride
solforosa (E320)…
… È sconsigliato
vivamente alle donne
incinte o che allattano
bambini…
… Può provocare: iperattività, asma, orticaria,
insonnia, aumento del tasso di colesterolo nel
sangue, disturbi del metabolismo del fegato,
cancro. È stato proibito in Giappone.»
(Fonte: Amos Boilini, «L’inganno nel cibo» - Mod. 2, pag. 30)
I solfiti si formano naturalmente nel vino (e
sono ugualmente dannosi), ma possono
essere aggiunti a diversi prodotti come
conservanti, per prevenire l’ossidazione.
Si possono trovare in etichetta anche sotto le
diciture: Anidride solforosa, Bisolfito di
potassio, Bisolfito di sodio.
GLI INTEGRATORI
Dobbiamo fare
molta attenzione
con gli
integratori!
Quelli sintetici sono assolutamente da
evitare; ma anche con quelli naturali
dobbiamo stare attenti. Infatti…
«Poiché la nutrizione opera in quanto sistema
biochimico estremamente complesso che
coinvolge migliaia di sostanze chimiche e migliaia
di effetti sulla nostra salute, affermare che alcune
sostanze nutritive isolate assunte sotto forma di
integratori possono sostituire i cibi naturali non
ha molto senso e forse non ne ha affatto…
… Gli integratori non garantiscono la salute a
lungo termine e possono provocare effetti
collaterali imprevisti.»
(Colin Campbell, «The China Study» – Macro Ediz., pag. 216)
«Isolare le sostanze nutritive e cercare di
ottenere benefici pari a quelli dei cibi naturali
rivela ignoranza riguardo al modo in cui la
nutrizione opera nell’organismo. Un recente
articolo del New York Times documenta
l’insuccesso degli integratori alimentari come
fonte di accertati benefici per la salute.»
(Colin Campbell,
«The China Study»
Macro Ediz.,
pag. 216-217)
In pratica, siccome è
impossibile per noi stabilire
con esattezza il fabbisogno
personale di una data
sostanza, ci esponiamo al
rischio di mandare in
confusione i delicati
meccanismi che regolano
l’assorbimento degli specifici
nutrienti.
È quello che accade, per esempio, con il calcio.
Assumendo troppi latticini nel corso della vita
(il calcio del latte entra nel circolo sanguigno,
ma è difficilmente assorbibile dalle cellule)...
… e finendo poi con gli integratori di calcio
(soprattutto per le donne in menopausa), alla
fine mandiamo in tilt la capacità
dell’organismo di assorbire la quantità di
calcio necessaria.
(Vedi documentario «UN EQUILIBRO DELICATO» reperibile
su Youtube con doppiaggio in italiano – Durata 1h e 26")
Facciamo appunto l’esempio del
calcio e della carota…
«Se per assurdo assumessimo 25 kg. di
compresse di calcio, metteremmo a
disposizione del nostro organismo meno
calcio che mangiando una sola carota...
... Il calcio in pasticche viene assimilato
parzialmente ed è rintracciabile nel
sangue, ma, in quanto ione isolato,
penetra nelle cellule in quantità minime…
... La parte che non raggiunge l’obiettivo
non può essere metabolizzata ed è perciò
priva di valore per l’organismo.
Ora viene da chiedersi come mai queste
informazioni ci siano tenute nascoste…
... Una possibile risposta è che la vendita di
carote è molto meno remunerativa del
commercio di integratori alimentari, che per
inciso oggi in Italia supera un volume d’affari di
150 miliardi di euro.»
(Barbara Henel – Peter Ferreira, «Acqua & Sale» – Macro Ediz., pp. 23)
Vuoi degli integratori davvero efficaci?
Bevi
regolarmente
succhi di
verdura di 4-5
colori diversi
(1-2 bicchieri
al giorno),
oltre alla
verdura cruda
e cotta, non
al posto di
questa…
… Puoi farti occasionalmente anche dei
succhi di frutta, ma non consumarli
mescolati alla verdura o troppo vicino ai
pasti.
Considerato il costo esorbitante degli
integratori, che dovresti spendere nel tempo…
… ti conviene piuttosto un estrattore di frutta e
verdura a freddo, che conserva la maggioranza
dei nutrienti e degli enzimi.
Assumerai così regolarmente un complesso di
preziosissimi nutrienti, vitamine, sali minerali ed
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by Luciana

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5. i pericoli del glutine nel grano moderno
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4. cereali e pseudo cereali
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3. verdura
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2. Frutta
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1. acqua
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12. i veleni quotidiani 3 caffè, condimenti, integratori

  • 1.
  • 2.
  • 4. Il caffè È un alcaloide imparentato con droghe come nicotina, morfina e mescalina.
  • 5. «La caffeina è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e mate, e nelle bevande da esse ottenute. Viene a volte citata con i suoi sinonimi guaranina e teina, chimicamente identificabili nella stessa molecola…
  • 6. … La caffeina è presente in foglie, semi e frutti di queste e diverse piante, dove agisce come insetticida naturale, paralizzante (tetanizzante) o con effetto comunque tossico per insetti e altri artropodi che le mangiano.» (Fonte: Wikipedia, alla voce «caffeina») Semi di cacao
  • 7. Il caffè non fornisce alcuna energia, ma rende subito disponibile quella attinta dalle scorte del fisico. Quella stessa energia, una volta passato l’effetto del caffè, viene a mancare e induce ad una nuova assunzione di caffeina. È il meccanismo tipico delle droghe.
  • 8. Ragnatela con 30- 35 anelli circolari di fili di seta Somministrato al ragno l’equivalente di 2 tazzine di caffè ESPERIMENTO
  • 9. Dopo 24 h. Dopo 48 h. Dopo 72 h. La ragnatela è tornata normale dopo 96 h.
  • 10. Rischi legati all’assunzione regolare di caffè • Predispone alle malattie cardiache. • Diminuisce l’afflusso di sangue al fegato. • Aumenta il colesterolo cosiddetto “cattivo”.
  • 11. • Interferisce con l’assorbimento di minerali e vitamine importanti, come il calcio, il ferro, la vit. E (che è un antiossidante, quindi anti-invecchiamento). Si perdono circa 10 mgr. di calcio per una tazzina di caffè: si tratta di un danno notevole. • Incide pesantemente sul sistema nervoso centrale, innalzando temporaneamente il tono psichico, ma deprimendolo a lungo termine e favorendo le emicranie.
  • 12. • Fortemente cancerogeno per vescica (due tazze di caffè al giorno raddoppiano il rischio per questo tipo di cancro), ovaie, pancreas e grosso intestino (anche se decaffeinato). • Una sola tazzina di caffè causa un temporaneo aumento della rigidità delle pareti arteriose: gli studiosi lo ritengono pericolosissimo anche in minime dosi per chi soffre di pressione alta.
  • 13. • Alza il tasso degli zuccheri nel sangue, predisponendo al diabete. • Provoca alterazioni fetali in percentuali molto elevate in diverse specie di animali da esperimento. • Aumenta il rischio di aborto. • Favorisce l’insorgere di artrite reumatoide (anche se decaffeinato). • Favorisce l’insorgere di ulcera gastrica.
  • 14. Fonti per il caffè: Dott. Vernon W. Foster , "NEW START! New Health, New Energy, New Joy!" - Edito dal Weimar Institute, pag. 133 (esperimento sui ragni condotto alla Loma Linda University) Dott. Glauco Facchini, "Alimenta il tuo star bene" - Ed. AdV, pp. 334-338 Nico Valerio, “L’alimentazione naturale” - Ed. Oscar Mondadori, pp. 281-282) Bollettino AdN (Adventist News) del 31 maggio 2002
  • 15. COME SOSTITUIRE IL CAFFÈ? Caffè d’orzo Latte di soia Latti vegetali
  • 16. Per disabituarsi al caffè, è bene consumare fiocchi d’avena a colazione. Sono fonte di molta energia e danno una sferzata al fisico simile a quella della caffeina, senza però attingere alle nostre scorte, ma fornendo reali nutrienti.
  • 17. Utili sono anche le docce calde- fredde appena alzati dal letto (vedi presentazione del programma New Start)
  • 18. Comunque, come per tutte le droghe, anche per disabituarsi al caffè occorre essere disposti ad affrontare la crisi di astinenza!
  • 21. Olio extra-vergine di oliva spremuto a freddo Più digeribile, più resistente alla cottura L’unico grasso che non acidifica il sangue Combatte il colesterolo
  • 22. Attenzione! L’olio extra-vergine d’oliva deve essere conservato al buio, in bottiglie o contenitori di vetro chiusi, perché si altera facilmente.
  • 23. Esistono 6 denominazioni diverse per l’olio di oliva: 1. Olio extravergine di oliva 2. Olio vergine di oliva 3. Olio d'oliva rettificato 4. Olio di sansa e d'oliva 5. Olio di sansa 6. Olio di sansa rettificato
  • 24. Il primo, l'olio extravergine di oliva, è quello di qualità migliore, deve essere ottenuto solo ed esclusivamente tramite procedimenti meccanici a freddo. Non deve subire manipolazioni chimiche, non può contenere più dell'1% in peso di acidità.
  • 25. Il secondo, l'olio vergine di oliva, è similare al primo, differisce solo nel grado di acidità che può essere fino al 4% del peso, ancora comunque un buon prodotto.
  • 26. Il terzo, l'olio d'oliva rettificato, è ottenuto attraverso un processo chimico che rende commestibili gli scarti. Da evitare!
  • 27. Il quarto, l'olio di sansa e d'oliva, è ottenuto dalla miscela d'olio di sansa rettificato con oli vergini d'oliva. Ancora peggio dell'olio di oliva rettificato! È molto utilizzato dall'industria alimentare per confezionare focacce e pizzette; è utilizzato anche nei ristoranti.
  • 28. Il quinto, l'olio di sansa, ottenuto da un’ulteriore lavorazione degli scarti, è fra i peggiori. È per lo più utilizzato come mangime per i bovini d'allevamento (e così arriva sulla tavola di chi mangia carne).
  • 29. Il sesto, l'olio di sansa d'oliva rettificato, è tra i peggiori ingredienti, per quanto riguarda gli oli, che possiamo trovare nei nostri alimenti e spesso nei ristoranti e nelle mense. Si tratta di olio estratto con solventi dalla sansa d'oliva (gli scarti della prima lavorazione), con aggiunta dell’acqua di lavaggio della sansa stessa. Il tutto è reso commestibile attraverso il processo seguito anche per l'olio d'oliva rettificato.
  • 30. Negli ingredienti dei prodotti industriali, non troviamo tutte queste specifiche, ma solo un generico "olio di oliva".
  • 31. Dietro al termine olio di oliva si possono nascondere tutte quelle miscele di olio di oliva, anche raffinato-rettificato, e altri olii vegetali in proporzioni variabili. Solo per l'olio di sansa esiste l'obbligo di scriverlo esplicitamente in etichetta.
  • 32. Quando troviamo nella lista degli ingredienti un generico oli vegetali o grassi vegetali, possiamo essere certi che, verosimilmente, si tratti di olio d'oliva rettificato, miscelato a qualche altro olio di semi poco costoso ed estratto con solventi chimici.
  • 33. Da non sottovalutare poi il problema degli OGM che si diffondono sempre più. Dietro all'ingrediente oli vegetali si possono nascondere oli estratti da coltivazioni OGM come l'olio di mais o la canola, olio derivato dalla colza transgenica.
  • 35. Il grasso che regge meglio la cottura, dopo quello di oliva è l’olio di arachidi. Attenzione, però, che l’olio di arachidi contiene grassi saturi.
  • 36. Gli altri oli di semi (girasole, soia, semi vari) diventano tossici alle alte temperature. Inoltre sono estratti e lavorati di solito mediante processi chimici (a meno che non ci sia la dicitura “spremuto a freddo”).
  • 37. La raffinazione prevede processi come la deacidificazione per ridurre il contenuto di acidi grassi liberi (si usa anche la soda caustica a questo scopo)… … e altri processi del tutto inutili come la decolorazione, che servono solo per rendere il prodotto più bello da vedere.
  • 38. L’olio di palma è uno dei grassi preferiti dall’industria, perché si presta a numerosi impieghi ed è economico. È dunque estremamente diffuso, si trova ovunque (anche nei cibi biologici): prodotti da forno, panne vegetali, ecc.
  • 39. In origine, l’olio di palma sarebbe ricco di carotenoidi, che però si perdono completamente durante il drastico processo di raffinazione che prevede…
  • 40. • L'eliminazione della parte gommosa (per evitare problemi di schiuma durante la frittura). • Lo sbiancamento per abbattere la colorazione. • La deodorizzazione per eliminare alcune sostanze maleodoranti che renderebbero gli alimenti poco appetibili.
  • 41. Persi tutti i carotenoidi durante la raffinazione ottenuta grazie ai numerosi trattamenti chimici, l’olio di palma conserva però l'alto contenuto di acidi grassi saturi (tuttavia, regge meglio la cottura del burro e degli altri oli di semi).
  • 42. I grassi idrogenati L'idrogenazione è un processo industriale che trasforma i grassi liquidi (oli), in grassi solidi più facilmente lavorabili dalle industrie e più adatti a produrre diversi alimenti tra cui, per esempio, la margarina.
  • 43. L’idrogenazione produce acidi grassi di tipo “cis” e acidi grassi di tipo trans; questi ultimi sono estremamente dannosi per la salute. Si tratta di composti industriali di sintesi inventati all'inizio del secolo scorso; sono largamente utilizzati dall'industria alimentare a puro scopo di lucro.
  • 44. L'Institute of Medicine (IOM) of the National Academies of Sciences, Engineering, Medicine and Research Council americano ha proposto per i grassi trans una quantità tollerabile per l'organismo, senza subire danni a breve o a lungo termine, pari a ZERO.
  • 45. In etichetta possiamo trovare i grassi trans nascosti dietro alle diciture: • grassi vegetali; • grassi vegetali idrogenati; • margarina vegetale; • olio vegetale; • olio di palma; • olio di cocco. (Fonte per gli oli: Amos Boilini, «L’inganno nel cibo» - Mod. 1, pp. 42-44)
  • 46. Come tutti i grassi di origine animale, il burro contiene grassi saturi e va quindi usato con cautela. IL BURRO Il "punto di fumo" del burro è piuttosto basso, ovvero non sopporta le alte temperature.
  • 47. Se non lo vuoi eliminare del tutto, almeno limita al minimo il burro crudo. Elimina del tutto il burro cotto o fritto (è molto dannoso).
  • 48. I SEMI DI LINO Ricchi di grassi omega 3 Contengono ALA (acido alfa-linolenico) fino a 10-15 volte in più rispetto ai pesci che ne sono più ricchi.
  • 49. Dose giornaliera 2 cucchiaini di olio di semi di lino a crudo (conservare in frigo e consumare entro un mese). 6 cucchiaini di semi macinati in un grande bicchiere d’acqua (macinarne pochi cucchiai alla volta e conservare in frigo). Oppure…
  • 50. L’Omega 3 si trova anche nelle alghe e, in piccole dosi, in spinaci, broccoli, lattuga, cavolo verde, fagioli, piselli, lenticchie, ceci e, soprattutto, la soia e i suoi derivati (come il latte e il tofu).
  • 51. L'assimilazione degli Omega 3 viene favorita dalla riduzione del consumo di oli ricchi di Omega 6, come ad esempio l'olio di semi di mais o quello di semi di girasole.
  • 53. Anche se il limone è un frutto, è bene condire l’insalata con il suo succo, perché il ferro contenuto negli alimenti vegetali viene assorbito con l’aiuto della vitamina C.
  • 54. L’aceto (di vino o di mele) è un prodotto fermentato e per questo infiammante e acidificante. Meglio evitarne l’uso abituale.
  • 55. Attenzione all’etichetta dell’aceto balsamico! Se trovi scritto: "Contiene solfiti", meglio lasciar perdere quell’aceto! «Per solfiti si intende diossido di zolfo o anidride solforosa (E320)…
  • 56. … È sconsigliato vivamente alle donne incinte o che allattano bambini… … Può provocare: iperattività, asma, orticaria, insonnia, aumento del tasso di colesterolo nel sangue, disturbi del metabolismo del fegato, cancro. È stato proibito in Giappone.» (Fonte: Amos Boilini, «L’inganno nel cibo» - Mod. 2, pag. 30)
  • 57. I solfiti si formano naturalmente nel vino (e sono ugualmente dannosi), ma possono essere aggiunti a diversi prodotti come conservanti, per prevenire l’ossidazione. Si possono trovare in etichetta anche sotto le diciture: Anidride solforosa, Bisolfito di potassio, Bisolfito di sodio.
  • 59. Dobbiamo fare molta attenzione con gli integratori! Quelli sintetici sono assolutamente da evitare; ma anche con quelli naturali dobbiamo stare attenti. Infatti…
  • 60. «Poiché la nutrizione opera in quanto sistema biochimico estremamente complesso che coinvolge migliaia di sostanze chimiche e migliaia di effetti sulla nostra salute, affermare che alcune sostanze nutritive isolate assunte sotto forma di integratori possono sostituire i cibi naturali non ha molto senso e forse non ne ha affatto…
  • 61. … Gli integratori non garantiscono la salute a lungo termine e possono provocare effetti collaterali imprevisti.» (Colin Campbell, «The China Study» – Macro Ediz., pag. 216)
  • 62. «Isolare le sostanze nutritive e cercare di ottenere benefici pari a quelli dei cibi naturali rivela ignoranza riguardo al modo in cui la nutrizione opera nell’organismo. Un recente articolo del New York Times documenta l’insuccesso degli integratori alimentari come fonte di accertati benefici per la salute.» (Colin Campbell, «The China Study» Macro Ediz., pag. 216-217)
  • 63. In pratica, siccome è impossibile per noi stabilire con esattezza il fabbisogno personale di una data sostanza, ci esponiamo al rischio di mandare in confusione i delicati meccanismi che regolano l’assorbimento degli specifici nutrienti.
  • 64. È quello che accade, per esempio, con il calcio. Assumendo troppi latticini nel corso della vita (il calcio del latte entra nel circolo sanguigno, ma è difficilmente assorbibile dalle cellule)...
  • 65. … e finendo poi con gli integratori di calcio (soprattutto per le donne in menopausa), alla fine mandiamo in tilt la capacità dell’organismo di assorbire la quantità di calcio necessaria. (Vedi documentario «UN EQUILIBRO DELICATO» reperibile su Youtube con doppiaggio in italiano – Durata 1h e 26")
  • 66. Facciamo appunto l’esempio del calcio e della carota…
  • 67. «Se per assurdo assumessimo 25 kg. di compresse di calcio, metteremmo a disposizione del nostro organismo meno calcio che mangiando una sola carota...
  • 68. ... Il calcio in pasticche viene assimilato parzialmente ed è rintracciabile nel sangue, ma, in quanto ione isolato, penetra nelle cellule in quantità minime…
  • 69. ... La parte che non raggiunge l’obiettivo non può essere metabolizzata ed è perciò priva di valore per l’organismo. Ora viene da chiedersi come mai queste informazioni ci siano tenute nascoste…
  • 70. ... Una possibile risposta è che la vendita di carote è molto meno remunerativa del commercio di integratori alimentari, che per inciso oggi in Italia supera un volume d’affari di 150 miliardi di euro.» (Barbara Henel – Peter Ferreira, «Acqua & Sale» – Macro Ediz., pp. 23)
  • 71. Vuoi degli integratori davvero efficaci?
  • 72. Bevi regolarmente succhi di verdura di 4-5 colori diversi (1-2 bicchieri al giorno), oltre alla verdura cruda e cotta, non al posto di questa…
  • 73. … Puoi farti occasionalmente anche dei succhi di frutta, ma non consumarli mescolati alla verdura o troppo vicino ai pasti.
  • 74. Considerato il costo esorbitante degli integratori, che dovresti spendere nel tempo…
  • 75. … ti conviene piuttosto un estrattore di frutta e verdura a freddo, che conserva la maggioranza dei nutrienti e degli enzimi.
  • 76. Assumerai così regolarmente un complesso di preziosissimi nutrienti, vitamine, sali minerali ed enzimi insostituibili, che nessun integratore sarebbe in grado di fornirti nelle giuste proporzioni!