1. Le cisterne
L’acqua è un elemento essenziale per la sopravvivenza di quasi tutte le specie viventi. Lo
sappiamo oggi come lo sapevano i nostri antenati, che si ingegnarono per escogitare
qualunque sistema in grado di raccogliere e conservare l’acqua.Con l’avvento
dell’agricoltura divenne indispensabile avere una riserva costante d’acqua per irrigare i
campi, per cuocere i prodotti della terra e per far fronte alle necessità idriche di
un’urbanizzazione sempre crescente. Questo rese necessario escogitare un sistema in
grado di raccogliere e immagazzinare l’unica sorgente d’acqua pulita a disposizione: la
pioggia.
La cisterna è un contenitore per i liquidi, ideato prima di tutto per raccogliere l'acqua, ma il
cui uso si è successivamente esteso anche ad altri fluidi, per scopi alimentari o tecnologici.
Sin dai tempi più remoti le cisterne hanno ricoperto un ruolo essenziale per la sopravvivenza
delle popolazioni, specialmente in regioni prive di corsi d'acqua o in vasi naturali perenni
che assicurassero agli abitanti la disponibilità costante di questo bene fondamentale per la
vita umana. Esse sono state costruite allo scopo di intercettare e raccogliere le acque
piovane per costituire una riserva cui attingere durante l'anno, oppure, nel caso di cisterne
localizzate nei pressi di masserie o di frantoi, per il tempo necessario allo svolgimento delle
attività produttive. Poiché gli apporti di acque meteoriche non sono costanti da un anno
all'altro, le cisterne assumevano anche la funzione di volano accumulando al loro interno le
eccedenze di un anno particolarmente piovoso che andavano a costituire riserva da tenere
in serbo per gli anni più siccitosi, in maniera tale da assicurare una fornitura il più possibile
costante nel tempo. L'acqua veniva accumulata nelle cisterne per essere usata per
molteplici scopi, dalla cucina, all'irrigazione, alle operazioni di lavaggio e pulizia domestica
in genere, ma, oltre al liquido vitale, le cisterne erano adatte anche a contenere e
immagazzinare anche altre derrate alimentari, sia liquide (olio, vino) che solide (grano e
cereali in genere, legumi e comunque tutti quei beni che fossero utili, se non necessari per
la sopravvivenza di una comunità o del singolo nucleo familiare). Ovviamente le cisterne per
le derrate alimentari solide erano di dimensioni molto minori rispetto a quelle necessarie per
l'acqua.
L’uso di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana risale almeno al Neolitico. Intorno al 4000
a.C. emersero i primi sistemi di gestione dell’acqua con la costruzione di cisterne in cui
veniva accumulata la pioggia o la poca acqua disponibile in determinati periodi dell’anno. I
primi insediamenti nella Valle dell’ Indo, emersi tra il 3000 e il 1500 a.C., hanno lasciato
numerose tracce scritte sui sistemi di raccolta dell’acqua piovana. Dholavira, uno dei siti
fondamentali per lo studio delle culture dell’ Indo, ospita ancora oggi i resti di numerose
cisterne per l’accumulo dell’acqua piovana, cisterne visibili anche a Mohanjodaro e
Harappa. L’acqua piovana era immagazzinata in bacini sotterranei chiamati Tanka, Kund o
Kundis. Nel villaggio di Vadi-Ka-Melan esiste ancora oggi una cisterna kund costruita nel
1607, cisterna che consentì per secoli di superare i periodi di siccità che si verificano
ciclicamente nella regione. Tra il 1011 e il 1037 d.C. in India, nel distretto di Tamil Nadu, fu
costruita una cisterna per l’acqua piovana chiamata Viranam. L’acqua raccolta da questa
enorme cisterna, lunga 16 km e dalla capacità di 41 milioni di metri cubi d’acqua, era
impiegata per l’irrigazione o come acqua da bere.