1. “Intorno al concetto
e al termine di sviluppo motorio”
PROF. SALVATORE PIGNATO
Il Linguaggio del corpo
UNIVERSITA’ DELLA CALABRIA
A.A. 2013/2014
Corso aggiuntivo per le attività formative per gli alunni in situazione di
handicap nella scuola dell’infanzia (materna) e nella scuola primaria
(elementare)
2. Le aree dello sviluppo motorio
• area sociale (capacità di rispetto e di
collaborazione sotto la spinta motivazionale);
• area intellettuale (elaborazione degli input,
comprensione degli stimoli etc.);
• area affettiva (controllo dell’emotività,
motivazione alla risposta, senso della
competenza);
3. Area corporea
• (motricità, tendenza alla conservazione,
strutture specifiche).
Il comportamento di ogni singolo soggetto va man
mano modificandosi con lo sviluppo delle strutture
nervose (sinapsi), così come l’evoluzione della
motricità comporta il passaggio da azioni e
conoscenze motorie grossolane a fini e particolari.
Inoltre è importante sapere che l’apprendimento
motorio piramidale avviene in senso cranio-
caudale e prossimale-distale.
4. Classificazione dell’età dello sviluppo
• Periodo neonatale
Dal 1° al 15° giorno di vita
• Prima infanzia
Dal 16° giorno al 2° anno di vita
• Seconda infanzia o fanciullezza
Dai 2 ai 6 anni di vita
• Terza infanzia
Dai 6 anni alla crisi puberale:10-12 anni
• Pubertà
Dai 10-12 anni ai 15-17 anni
• Adolescenza
Fino al termine dell’accrescimento somatico (21 anni per le
femmine e 25 per i maschi)
5. Il bambino a 6 anni
• Sarà sicuro in bici e avrà migliorato la sua capacità in
volo.
• Riconosce la destra dalla sinistra, perfeziona i
concetti di ora, mattino, pomeriggio e sera. Bisognerà
stargli più vicino in quanto sentendosi più autonomo,
crederà di poter fare qualsiasi cosa, cresce il bisogno
di esplorare, e questo lo porterà ad essere imprudente
ed irruento.
6. Sviluppo motorio
dai 9 ai 10 anni
• Riesce meglio a combinare più schemi motori di base, ha
un modo personale di interpretare le cose e le capacità
coordinative si sviluppano pienamente.
• Ha un’idea molta più attenta di sé e del suo schema
corporeo.
• Riesce immedesimarsi in altri spazi o in altre persone
(spazio oggettivo euclideo), abbandonando quella fase di
assolutamente concreto che lo ha accompagnato sino ad
ora.
• L’egocentrismo va scomparendo. Il gioco è ora più che mai
divenuto sociale, da fare insieme agli altri suoi coetanei in
modo ragionato e creativo, anche con qualche riflesso
sportivo.
7. Sviluppo motorio
dai 10 agli 11 anni
• A questa età il soggetto è alla fine del suo periodo
migliore per l’apprendimento psicomotorio. L’idea di
spazio e tempo è precisa e circostanziata, è in grado
di costruire insiemi spaziali (spazio euclideo). Si
identifica anche sessualmente.
• Diventa importante il rapporto con i suoi coetanei, ha
bisogno di sentirsi facente parte di un gruppo. Il
ragionamento è di tipo induttivo e la personalità si
colora anche di contenuti morali.
8. Schema corporeo
• E’ l’immagine che ognuno di noi
ha di se stesso e dei propri
segmenti in rapporto allo spazio
circostante ed al tempo.
9. Le Capacità Motorie
• Sono quei prerequisiti presenti alla nascita in ogni
individuo e che se vi è un normale sviluppo
psicomotorio durante le varie fasi sensibili (sino agli
11 anni circa) ed oltre, porta all’acquisizione di varie
abilità motorie sempre più particolari e complesse.
• Le capacità motorie si suddividono in:
Condizionali e Coordinative, le prime prerequisiti
strutturali e le seconde prerequisiti funzionali.
10. Sviluppo delle capacità motorie
• Lo sviluppo delle abilità motorie comporta
un progressivo incremento delle relative
capacità motorie.
• Le varie abilità motorie poi verranno
combinate tra loro man mano che
l’individuo le fa proprie sino ad arrivare
ad automatizzare i movimenti.
11. Il movimento corporeo
• E’ una delle manifestazioni della personalità
dell’individuo, in quanto è espressione sia
dell’aspetto psicologico che organico.
• L’obiettivo dell’educazione motoria sarà quindi
quello di sviluppare quelle capacità che
permetteranno di assumere varie posture (schemi
posturali) e di poter compiere movimenti sempre
più complessi e controllati (schemi motori).
12. SCHEMI MOTORI E POSTURALI
DI BASE
• SCHEMI MOTORI DI BASE: strisciare, rotolare,
afferrare, portare, arrampicare, camminare, correre,
saltare, lanciare, calciare.
• SCHEMI POSTURALI DI BASE: flettere, piegare,
addurre, abdurre, ruotare, slanciare, elevare,
circondurre, torcere, etc.
Rappresentano gli elementi semplici o unità di base, del
movimento volontario finalizzato e sono chiamati di base
perché appaiono per primi nello sviluppo dell’individuo e
diventano patrimonio originario dell’adulto.
13. • Gli schemi motori rappresentano programmi di
movimento semplici che impegnano il bambino
nella fascia d’età 6 – 12 anni.
• Sono importanti anche perché impegnano le
capacità motorie coordinative e condizionali.
• Devono essere sviluppati secondo il criterio
della polivalenza e della multilateralità.
14. LE PRASSIE
Deriva dal greco praxìa, fare. Rappresenta la capacità di
fare un movimento pensato e finalizzato. E’ l'insieme di
associazioni neuromotorie ordinate per formulare piani di
azione finalizzati.
• Ci possono essere prassie naturali (camminare, correre,
gesticolare, afferrare...) o acquisite (attività collegate al
sapere fare, manipolare, costruire, montare o smontare
un oggetto …).
• Alcune prassie sono: equilibrio, coordinazione dinamica
generale, coordinazione oculo manuale, respirazione,
propriocettività specifica, attività artistico plastiche,
evoluzione del disegno, attività di pregrafismo, attività
espressivo mimica.
15. Feed-forward, feed-back e feed-
back a posteriori
• Ogni azione deve essere selezionata e la sequenza
deve essere assemblata e immagazzinata in
memoria (ordine e timing). Con la pratica, la
sequenza si consolida e diviene automatica.
• Il movimento è il risultato della rappresentazione
mentale dell'attività e della pianificazione degli atti
sequenziali elementari indispensabili per realizzarla
(controllo dell’azione mentre viene preparata) feed-
forward, seguita dal controllo (feed-back) nel corso
dell’esecuzione ad opera del sistema effettore e,
infine, dalla verifica del risultato (feed-back a
posteriori).
16. LE GNOSIE
• Gnosia è la interiorizzazione percettiva che
diviene stabile sul piano psichico cosciente
grazie alla spinta delle funzioni prassiche. Se la
prassia è il poter fare qualche cosa, la gnosia è
il saper fare.
• Alcune gnosie sono: schema corporeo,
interiorizzazioni relative alla lateralità,
interiorizzazioni spaziali.
• Il piano gnosico per eccellenza è lo schema
corporeo
17. Creazione dello schema corporeo
• Tutte le informazioni senso-percettive che arrivano al
cervello sono funzionali alla creazione del vissuto corporeo
e di conseguenza dello schema corporeo a livello grafico.
• I canali attraverso i quali arrivano le informazioni sono:
Esterocettori cutanei, visivi e uditivi.
Propriocettori, che trasmettono le informazioni
provenienti dai muscoli, dai tendini, dalle
articolazioni.
Interocettori, che consentono l’arrivo delle
informazioni attraverso la respirazione, gli organi
viscerali
18. Il test di Oseretzky-Guilmain
per valutare gli schemi corporei e motori
(Soggetti in ingresso alla scuola primaria)
• Equilibrio
Con gli occhi aperti stare sulla punta dei piedi tenendo le braccia lungo il
corpo e appoggiate ai fianchi
• Coordinazione oculo - manuale
Ad occhi chiusi, toccarsi la punta del naso prima con la mano destra e poi
con quella sinistra
Comporre un nodo semplice senza alcun aiuto
• Coordinazione dinamica generale
Saltare a piedi uniti e ginocchia flesse, senza rincorsa, al di sopra di una
corda tesa a 20 cm di altezza dal suolo
• Prove di velocità e di rapidità
19. Gli schemi posturali
• Possono essere essenzialmente di due tipi: statici e
statico-dinamici a seconda che tutto il corpo sia
fermo o che una parte di esso è ferma e l’altra si
muove (flettere, piegare, circondurre, etc.).
• C’è differenza tra flettere e piegare: in entrambi i
casi c’è un avvicinamento dei capi articolari, ma
quando tale esercizio viene effettuato in appoggio
ad una base stabile il movimento di flessione
diventa piegamento
20. Le diverse posture del corpo
• Il corpo assume diverse posture rispetto agli assi:
asse longitudinale, linea retta che divide verticalmente il
corpo umano in due distinte ed eguali parti;
asse trasversale, linea retta che taglia il corpo
trasversalmente da spalla a spalla
asse sagittale di quella retta che mostrerà il corpo umano
visto lateralmente.
• In rapporto allo spazio, il termine :
alto indica la porzione di spazio che c’è sopra la testa;
basso quella che sta sotto i piedi;
avanti indica lo spazio di fronte al corpo;
dietro indica lo spazio dietro le spalle;
21. Le Capacità Coordinative
• Sono delle capacità atte a regolare e controllare il movimento e sono
prerequisiti funzionali che, a loro volta, si suddividono in generali e
speciali.
• Quelle generali sono:
capacità di adattamento e trasformazione del movimento;
capacità del controllo motorio;
capacità dell’apprendimento motorio.
• Quelle speciali invece sono essenzialmente:
capacità di combinazione motoria, di equilibrio, di
differenziazione spazio-temporale, di orientamento, di
anticipazione motoria, di differenziazione dinamica, di
fantasia motoria, di ritmizzazione, di elasticità del movimento,
di memorizzazione motoria, ideo-senso-motoria, di destrezza
fine, di dinamica generale etc.
22. Adattamento e trasformazione
• Essere in grado di modificare o applicare a
situazioni nuove gesti già conosciuti.
Consiste nella capacità da parte del soggetto
di adattare o trasformare il programma
motorio prestabilito a mutamenti inattesi ed
improvvisi della situazione, quindi capacità di
interruzione del movimento di risposta già
programmato e prosecuzione per mezzo di
altri schemi e programmi motori ugualmente
efficaci.
23. Controllo motorio
• Consiste nella capacità di controllare il movimento in
funzione dello scopo previsto, ovvero di raggiungere
esattamente il risultato programmato del movimento.
• Scaturisce dal progetto di azione, dal programma
motorio, dalla comparazione tra obiettivo previsto e
conseguito, dalla percezione dell’errore e dalla necessità
di correzione e rimodulazione del progetto per riprendere il
processo.
• La complessità è proporzionale al numero dei movimenti
richiesti per effettuare la prestazione, dalla durata,
dall’intensità, dalla quantità di forza spesa, dalla capacità di
24. Apprendimento motorio
• In generale, potremmo definirlo come il
passaggio dal movimento volontario a quello
automatico.
Gli impulsi nervosi determinano una sorta di
traccia del percorso tra le cellule cerebrali. In
un successivo passaggio gli impulsi nervosi
ritrovano quella traccia che ripercorrono
determinando quello che si definisce
apprendimento.
25. Fasi dell’apprendimento motorio
• 1^ fase dell’apprendimento: acquisizione visiva del modello
tecnico da apprendere, mediante dimostrazione di un atleta o
visione di un filmato
• a. discriminare le componenti del gesto per capire cosa
si deve eseguire. Nel campo sportivo-motorio i canali
percettivi maggiormente interessati sono: tatto delle mani e
dei piedi, cinestesi (posizione delle articolazioni, grado di
forza applicata), equilibrio, senso del ritmo, orientamento
spaziale, percezione delle traiettorie.
• b. richiamare gli automatismi o gli schemi motori
coinvolti. Non si può apprendere da zero un gesto nuovo,
specie se complesso.
Occorre partire sempre da qualcosa di simile che già si
26. Automatismo grezzo
• Uno schema motorio è un automatismo grezzo. Le
condizioni di esecuzioni non sono ben definite e per
questo si conserva una traccia mnestica relativa alla
struttura generica del movimento, che essendo tale può
essere applicata da tutti in situazioni molto diverse tra
loro.
Esempio: Tutti sono capaci di lanciare la palla con le mani
(schema motorio = automatismo grezzo)
Non tutti sono abili a lanciare la palla a canestro con il terzo
tempo, perché richiede un automatismo specifico (limite) che
può determinare rigidità e scarsa trasferibilità.
27. TIMING
• 2^ fase dell’apprendimento: acquisizione della struttura ritmica (timing)
del movimento.
La capacità di percepire e sentire su se stessi il ritmo delle azioni è
fondamentale per la riuscita dell'apprendimento.
• Interiorizzare il modello da eseguire (allenamento ideomotorio).
“Il cervello non fa differenza tra una situazione realmente vissuta e una
immaginata molto vividamente”.
Ciò che rende la visualizzazione molto sintetica e legata in un tutt'uno
dinamico e realistico è il ritmo. La struttura ritmica del gesto da
apprendere, infatti funge da trama e conduce la mente nella
temporizzazione (timing) delle singole azioni degli arti (appoggi, slanci,
tiri ecc).
28. Interiorizzazione del modello motorio
• 3^ fase dell’apprendimento: cenestesi e
visione interna dell’allenamento ideomotorio
Interiorizzare un modello significa farlo proprio,
sentirlo aderente sul proprio corpo. Non si tratta di
memorizzare delle immagini e basta; significa vedersi
dal di dentro (e non dal di fuori) con tutte quelle
sensazioni (tattili, cinestesiche, uditive) che si
vivrebbero proprio come se si stesse eseguendo il
movimento.
29. La mobilità articolare
• E’ inserita tra le capacità condizionali e quelle
coordinative, avendo in sé sia aspetti funzionali che
strutturali, permette di far eseguire i movimenti in modo
coordinato ma allo stesso tempo con la massima
escursione articolare possibile.
• Aumenta l’economia del gesto e favorisce la precisione
esecutiva. Si distingue in
attiva, dovuta all’azione dei muscoli che distendono gli
antagonisti
passiva, quando avviene per inerzia, gravità o forza / supporto
esterno;
mista, come combinazione delle due precedenti modalità
30. Le capacità coordinative speciali
• Il controllo e l’affinamento motorio a livello della
coordinazione esecutiva si possono raggiungere
attraverso l’acquisizione di particolari e specifiche o
speciali capacità coordinative.
• Secondo Martin e Hirtz, le capacità coordinative
speciali da prendere in considerazione si sviluppano
soprattutto nell’età compresa tra i 6 ed i 12 anni.
31. Capacità di equilibrio
• Si sviluppa svolgendo un’attività motoria in difficili
condizioni di equilibrio che alterano l’esecuzione da
parte del soggetto. (Es. superficie di appoggio
limitata, forze esterne che disturbano l’esecuzione
programmata del soggetto, ecc.).
• Lo sviluppo di questa capacità è proporzionata
all’abilità di controllare e di orientare il corpo nello
spazio, traendo le corrette informazioni trasmesse dai
sistemi dei recettori cinestetici, visivi, statico-
dinamici a disposizione del soggetto.
32. Capacità di combinazione motoria
• Consiste ne combinare diversi sistemi motori in una
sequenza motoria unitaria. E’ tra le capacità più importanti
in quanto caratterizza la quotidianità del soggetto a tutti i tipi
di sport.
• Per sviluppare e promuovere l’acquisizione di tale capacità,
occorre organizzare percorsi misti che consistono nel
presentare al soggetto un numero limitato di compiti motori
da svolgere in successione e ad una distanza di circa 25 -
30 metri ciascuno. Il percorso misto è un valido strumento
didattico che, attraverso il gioco, rende l’apprendimento
motivante e interessante, favorendo la socializzazione.
33. Capacità di orientamento
• Rappresenta l’abilità del soggetto di muoversi nello
spazio in rapporto al contesto, al gruppo ed agli oggetti,
definendo anche una giusta collocazione del proprio
corpo. Questa capacità è strettamente connessa a
quella di controllo e di equilibrio e risente delle
informazioni ricevute dai recettori visivi, uditivi, cinestetici
e statico-dinamici.
• Tenuto conto che le sollecitazioni dell’ambiente sono
innumerevoli è necessario che il soggetto sia capace di
sviluppare una programmazione motoria di tipo flessibile.
34. Capacità di differenziazione spazio - temporale
• Consente di ordinare in sequenza spazio-temporale i movimenti
parziali e di trasformarli in un unico e complesso atto motorio.
• L’articolazione dei movimenti parziali si svolge nella dimensione del
prima, dopo, lento, veloce, simultaneo, presuppone che il soggetto
conosca i concetti topologici che gli permettono di stare nello spazio
in una posizione precisa rispetto gli oggetti ed alle persone fermi o
in movimento.
• Le sequenze fin qui esaminate per comodità didattica come se
fossero separate sono, invece, sequenze spazio-temporali che si
susseguono con rapidità fino alla loro completa integrazione.
35. Capacità di differenziazione dinamica
• E’ la capacità di distinguere le sensazioni che ci
provengono dal mondo esterno attraverso gli organi di
senso. Attivare nel soggetto tale capacità permette di
cogliere il proprio corpo nello spazio e di consentire lo
svolgimento di un’attività fisica e sportiva dove sono
richiesti movimenti automatici a ripetizione ricorrente.
• La qualità performativa dell’azione motoria dipende dal
livello di discriminare e di differenziare provenienti dalle
informazioni propriocettive che derivano dall’apparato
fisiologico.
36. Capacità di anticipazione
• Consente i percepire in anticipo, attraverso delle
supposizioni la qualità di un’azione prospettando, in
seguito, successive operazioni.
• La parola chiave di questa capacità è la prevedibilità,
ovvero la corretta interpretazione di un fenomeno
motorio che sta accadendo e di fronte al quale il
soggetto deve sapere mettere in atto le operazioni
motorie a suo tempo programmate.
• Occorre che il soggetto abbia buone capacità cognitive e
psicomotorie che gli permettano di preparare
adeguatamente una reazione motoria.
• Nel gioco di squadra è una delle capacità più importanti.
37. Capacità di fantasia motoria
• Consiste nello svolgimento originale e creativo del
compito motorio, ipotizzando schemi di azione sempre
nuovi. Ad essa è collegata la memoria motoria e
l’anticipazione.
• La memoria permette al soggetto di immaginare
programmazione ideo-motoria l’esecuzione del
movimento mai prima realizzato; l’anticipazione sviluppa
abilità predittive non soltanto dal punto di vista della
finalità motoria, ma anche dei risultati.
• L’alto sviluppo della memoria motoria e della capacità di
anticipazione è direttamente proporzionale allo crescita
della fantasia motoria.
38. Le Capacità Condizionali
• Le capacità condizionali sono
essenzialmente: forza, velocità e
resistenza.
Esse sono prerequisiti strutturali e
rappresentano quelle caratteristiche uniche
della morfologia umana, legate
inequivocabilmente ad un aspetto strutturale
del proprio corpo (muscoli, ossa, sistema
nervoso, etc.).
39. MEMORIA MOTORIA
• Quando si ripete più volte un movimento, il cervello
raccoglie un mix di informazioni:
la contrazione dei muscoli
la posizione di ogni parte del corpo
le diverse percezioni comunicate dai vari organi di senso.
• Tutti questi dati vengono elaborati senza che la persona
se ne renda conto, per poi essere registrati in modo
indelebile nel cervello, sotto forma di traccia motoria.
40. RICORDARE IL MOVIMENTO
• Le acquisizioni motorie possono essere
memorizzate. Ciò consente :
a) di scegliere il movimento o la sequenza di
movimenti più adeguata, per risolvere una
situazione già sperimentata;
b) di accedere alle informazioni di carattere
senso-percettivo che hanno accompagnato le
precedenti acquisizioni (impronta motoria).
45. I disturbi minori del movimento
• Sono disturbi minori che afferiscono all’area della
motricità e identificabili come disabilità concrete (Cottini,
2008).
• La loro caratteristica è quella di essere presenti in
soggetti del tutto normali dal punto di vista motorio
funzionale, ma di fronte a certe prassie dimostrano
disarmonia esecutiva.
Goffaggine
Maldestrezza
Instabilità motoria
46. Maldestrezza
• “Abituale imperfezione dei movimenti” (Wallon,
1928)
• Indica il disturbo di carattere coordinativo che
coinvolge i due emilati corporei durante
l’esecuzione di compiti più o meno sincronici,
evidenzia la difficoltà di modulare
adeguatamente i movimenti che richiedono
simultaneità spazio-temporale
47. GOFFAGGINE
• Delinea un’incertezza prassica relativa al
tono muscolarre che, non essendo
regolato, condiziona negativamente la
fluidità del movimento producendo atti
poco precisi, sbagli di traiettorie,
valutazioni balistiche incongrue
(Cottini, 2008, 119)
48. Instabilità psicomotoria
• E’ il disturbo dell’intelligenza percettivo-motoria che rende
difficile l’assunzione di informazione del registro percettivo
e che non permette al soggetto di comportarsi
adeguatamente nell’ambiente.
• Le risposte dell’informazione percettiva non esatta
produce una risposta motoria difficile e lenta ad adeguarsi
al contesto richiesto.
• La caratteristica prevalente dei soggetti con instabilità
motoria è la labilità attentiva, l’ipermotricità, le medesime
caratteristiche presenti nella goffaggine e nella
maldestrezza. In conseguenza i movimenti risultano
confusi e imprecisi.