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Ilva, chi la compra non sarà
punibile per illeciti. “Altrimenti
nessuno la vorrebbe”.
Si fanno le battute da soli.
GabrieleSozzani@twitter
Stampato in proprio
Je suis Charlie
Da una parte la storiella di Renzi
sull'aumento dell'occupazione e
le buone prospettive della
disoccupazione, dall'altra i dati
Istat che, mese per mese, la
smentiscono senza pietà.
Anche nel novembre 2014 il
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Repubblica se si esclude
l'immediato dopoguerra.
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regressive, tagli lineari e
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Non solo. Quando si guarda
alla salute del mercato del
lavoro è bene considerare
a c c a n t o a l t a s s o d i
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mentre non considerano gli
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discendente. Abbiamo
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quando vantava un aumento
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I dati Istat parlano chiaro:
nonostante sempre più
persone cerchino lavoro (per
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siano quindi ai minimi storici
(-312 mila rispetto al 2013), il
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mila unità).
In particolare da quando è
Renzi è Presidente del
Consiglio (febbraio-marzo
2014) gli occupati sono calati
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Sul fronte disoccupazione
giovanile (15-24 anni) ancora
malissimo con il tasso al
43,9%: +0,6% su ottobre (18
mila nuovi disoccupati) e
+2,5% rispetto al novembre
2 0 1 3 ( 6 3 m i l a n u o v i
disoccupati). Calano anche i
giovani occupati rispetto al
2013 (-0,9%).
I l G o v e r n o d e l l ' e u ro e
dell'austerità ha già scoccato le
tre frecce che considera
risolutive: decreto Poletti, Jobs
Act e decontribuzione per 3
anni sui lavoratori assunti a
tempo indeterminato.
La prima freccia, già a regime
da mesi insieme agli inutili 80
euro, non ha prodotto alcun
risultato, anzi.
Le altre due, senza investimenti
che rilancino domanda,
produttività e redditi da lavoro,
sono destinate a mancare del
tutto il bersaglio e il Jobs Act, in
particolare, ci restituirà un
mercato del lavoro ancor più
precario dopo anni di leggi
contro la stabilità del posto di
lavoro.
Gli investimenti però, non si
possono fare, altrimenti
Mamma Ue, con l'aiuto del
Fiscal Compact e dell'euro, ci
manda dietro alla lavagna a
suon di commissariamenti e
ulteriori tagli allo Stato sociale.
Una vergogna europea che
consente alla Germania di
mantenere un tasso di
disoccupazione relativamente
basso, mentre il Sud Europa, e
non solo, affoga nella miseria.
L'Europa dell'euro non
cambierà perché non può
cambiare. Fuori dall'euro,
d a i t r a t t a t i s u i c i d i e
dall'incubo Renzi.
Disoccupazione e occupazione:
la macelleria sociale di Renzi
Non sono poche le polemiche
che sin dall'inizio hanno
riguardato la famosa legge
delega lavoro, soprannominata
"jobs act" e di certo, con l'arrivo
dei decreti delegati, la
conflittualità non cesserà, anzi.
Con l'arrivo dei decreti delegati
del governo, infatti, la
confusione sulla riforma
cresce e questo perché
nemmeno in poche misere
pagine di decreto, il governo
riesce a chiarirne il vero scopo e il
contenuto.
L'unica cosa chiara è che con la
riforma i licenziamenti, siano
essi individuali che collettivi,
saranno molto più economici e,
dunque, maggiormente utilizzati
dalle aziende. C'è il reale rischio
che vi siano licenziamenti di
massa e che vengano eliminati
d'un colpo i diritti dei lavoratori.
Con i primi due decreti delegati
proposti dal Governo, infatti, è
sorto il dubbio che il contratto a
tempo indeterminato a tutele
crescenti, ovvero quello che
cancella i diritti dei lavoratori
s e n z a a u m e n t a r e
l'occupazione, possa essere
applicato anche nel settore del
pubblico impiego.
Nonostante il governo si sia
affrettato a negare questa
estensione, questo è il vero
obbiettivo della riforma. Tra l'altro
le ultime dichiarazioni di Renzi,
che vorrebbe rimettere al
Parlamento tale decisione
(Parlamento, lo ricordiamo, ridotto
a mero esecutore del governo),
confermano tale circostanza.
Lo schema dei decreti, infatti, fa
espresso riferimento ai "lavoratori
che rivestono la qualifica di operai,
impiegati o quadri, assunti con
contratto di lavoro subordinato"
senza che vi sia dunque l'esplicita
esclusione dei lavoratori pubblici.
Verso i quali si applicheranno
inevitabilmente le nuove norme
volute dal Governo.
Ma la cosa più grave è che i decreti
attuativi saranno applicabili anche
per tutti i licenziamenti che vengano
adottati nei confronti dei lavoratori
assunti precedentemente
all'introduzione della riforma.
Questo implica che gli effetti della
norma, ovvero la possibilità di
licenziare a fronte di un solo
corrispettivo economico, sono
retroattivi coinvolgendo anche i
lavoratori che oggi risultano assunti
con contratto a tempo indeterminato.
In sostanza gli attuali lavoratori
verrebbero a perdere tutti i loro
diritti per essere sottoposti alle
nuove norme volute dal Governo. Ci
saranno licenziamenti di massa e
collettivi prima ancora che vi siano le
nuove assunzioni solo prospettate
dal Governo.
Infine, nel testo di uno dei
decreti delegati vi è una norma
che esclude la possibilità per il
Giudice di valutare nel merito la
proporzione della gravità della
condotta del lavoratore con la
sanzione ricevuta dal datore
nell'ambito del licenziamento
disciplinare.
Tale circostanza non solo limita i
poteri dei Giudici, i quali devono
solo prendere atto dell'esistenza
del fatto materiale che ha
comportato il licenziamento, ma
lede anche il diritto di difesa del
lavoratore e rende la norma
incostituzionale.
In questo caso, infatti, qualora il
lavoratore si assenti anche solo
per un giorno dal posto di lavoro
o violi anche una semplice norma
del regolamento interno
aziendale, potrà comportare il
licenziamento immediato. Senza
c h e i l G i u d i c e p o s s a
effettivamente valutare la
proporzione tra il fatto commesso
(dal lavoratore) e la sanzione
subita (il licenziamento).
In pratica qualsiasi violazione
disciplinare (anche la più lieve)
consentirà al datore di lavoro di
disfarsi facilmente del
lavoratore, a fronte di un misero
indennizzo proporzionato al
numero di anni lavorati.
Stiamo assistendo ad una delle
peggiori pagine della storia dei
lavoratori, grazie al Governo.
M5S Parlamento
Jobs Act
cosa si nasconde
Parcheggi, of course. Nel
primo anno di mandato
presentazione di piano
operativo per la sosta
veicolare, che comprenda la
creazione di parcheggi di
interscambio nei piazzali
dello stadio di viale Kennedy
e dello Sporting di S.Agabio,
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della Vittoria, che li collega
al centro città con servizio
navetta.
Il piano prevederà anche la
riorganizzazione e il
potenziamento del sistema
dei parcheggi rimodulando
la tariffazione.
Questo dichiarato nel
programma elettorale del
sindaco Andrea Ballarè.
Siamo alla fine del mandato,
le elezioni saranno nel 2016,
e in notevole ritardo la giunta
pensa di mettere mano al
traffico. Finalmente, avrete
pensato come noi, ma si
parte dal capo sbagliato.
Anziché cominciare a
sviluppare parcheggi di
interscambio (mai se ne
sono visti, se ne è
parlato solo qui in un
programma elettorale) la
giunta pensa bene di
partire con “riorganizzare
e potenziare il sistema
dei parcheggi con la
necessaria rimodulazione”.
Quello che non ci avevano detto
in campagna elettorale è stato
c h e a v r e b b e r o d i f a t t o
r a d d o p p i a t o g l i s t a l l i a
pagamento con somma gioia di
tutti i cittadini che in questi giorni
stanno scrivendo simpatiche
critiche al sindaco che, come
i l s u o
mentore
fiorentino
o r a
impegnato
in viaggi di
stato tra
R o m a e
Aosta con
s c a l o a
Firenze, è
che quando annuncia qualcosa
bisogna sempre leggerlo al
contrario.
Quindi se leggete il programma
che il sindaco ha elaborato per
farsi eleggere, riuscendoci,
dovete capovolgerlo. Ecco che
allora tutto ha senso.
Per cui adesso, cari cittadini
n o v a r e s i , c i b e c c h i a m o
l’aumento spropositato di
parcheggi a pagamento.
Prossimamente (molto
p r o s s i m a m e n t e )
parleremo di parcheggi di
interscambio.
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s o n o n e m m e n o
considerate nel
P G T U , u n a
p a g i n e t t a
scarsa copiata
pari pari dal
p i a n o d e l
t r a f fi c o
precedente.
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questa giunta
ha aderito al
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questa città una città
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  • 1. Ilva, chi la compra non sarà punibile per illeciti. “Altrimenti nessuno la vorrebbe”. Si fanno le battute da soli. GabrieleSozzani@twitter Stampato in proprio Je suis Charlie
  • 2. Da una parte la storiella di Renzi sull'aumento dell'occupazione e le buone prospettive della disoccupazione, dall'altra i dati Istat che, mese per mese, la smentiscono senza pietà. Anche nel novembre 2014 il tasso di disoccupazione è cresciuto rispetto al mese precedente (+0,2%) e al novembre del 2013 (+0,9%), raggiungendo la vetta del 13,4%, più alto valore di sempre da quando esiste la Repubblica se si esclude l'immediato dopoguerra. I d i s o c c u p a t i u f f i c i a l i ammontano a 3 milioni e 457 mila unità (+40 mila unità da ottobre e +264 mila unità dal novembre 2013). Non c'è alcun segnale di un miglioramento nel 2015 e la finanziaria restrittiva di Renzi, c o n a u m e n t i d i t a s s e regressive, tagli lineari e investimenti invisibili, ci metterà di fronte ad un nuovo anno di record negativi per i lavoratori. Non solo. Quando si guarda alla salute del mercato del lavoro è bene considerare a c c a n t o a l t a s s o d i disoccupazione anche quello di occupazione, dato che entrambi i valori percentuali si calcolano sulla forza lavoro mentre non considerano gli inattivi, cioè coloro che hanno smesso di cercare un impiego (disoccupazione strutturale). Anche la parabola del tasso d i o c c u p a z i o n e è discendente. Abbiamo dovuto sopportare le menzogne di Renzi per mesi quando vantava un aumento notevole degli occupati, anche se la disoccupazione saliva. Nulla di più falso. I dati Istat parlano chiaro: nonostante sempre più persone cerchino lavoro (per disperazione) e gli inattivi siano quindi ai minimi storici (-312 mila rispetto al 2013), il tasso di occupazione diminuisce sia rispetto ad ottobre (-0,2% e -48 mila unità), sia rispetto al novembre 2013 (-0,2 e -42 mila unità). In particolare da quando è Renzi è Presidente del Consiglio (febbraio-marzo 2014) gli occupati sono calati di 77 mila unità. Sul fronte disoccupazione giovanile (15-24 anni) ancora malissimo con il tasso al 43,9%: +0,6% su ottobre (18 mila nuovi disoccupati) e +2,5% rispetto al novembre 2 0 1 3 ( 6 3 m i l a n u o v i disoccupati). Calano anche i giovani occupati rispetto al 2013 (-0,9%). I l G o v e r n o d e l l ' e u ro e dell'austerità ha già scoccato le tre frecce che considera risolutive: decreto Poletti, Jobs Act e decontribuzione per 3 anni sui lavoratori assunti a tempo indeterminato. La prima freccia, già a regime da mesi insieme agli inutili 80 euro, non ha prodotto alcun risultato, anzi. Le altre due, senza investimenti che rilancino domanda, produttività e redditi da lavoro, sono destinate a mancare del tutto il bersaglio e il Jobs Act, in particolare, ci restituirà un mercato del lavoro ancor più precario dopo anni di leggi contro la stabilità del posto di lavoro. Gli investimenti però, non si possono fare, altrimenti Mamma Ue, con l'aiuto del Fiscal Compact e dell'euro, ci manda dietro alla lavagna a suon di commissariamenti e ulteriori tagli allo Stato sociale. Una vergogna europea che consente alla Germania di mantenere un tasso di disoccupazione relativamente basso, mentre il Sud Europa, e non solo, affoga nella miseria. L'Europa dell'euro non cambierà perché non può cambiare. Fuori dall'euro, d a i t r a t t a t i s u i c i d i e dall'incubo Renzi. Disoccupazione e occupazione: la macelleria sociale di Renzi
  • 3. Non sono poche le polemiche che sin dall'inizio hanno riguardato la famosa legge delega lavoro, soprannominata "jobs act" e di certo, con l'arrivo dei decreti delegati, la conflittualità non cesserà, anzi. Con l'arrivo dei decreti delegati del governo, infatti, la confusione sulla riforma cresce e questo perché nemmeno in poche misere pagine di decreto, il governo riesce a chiarirne il vero scopo e il contenuto. L'unica cosa chiara è che con la riforma i licenziamenti, siano essi individuali che collettivi, saranno molto più economici e, dunque, maggiormente utilizzati dalle aziende. C'è il reale rischio che vi siano licenziamenti di massa e che vengano eliminati d'un colpo i diritti dei lavoratori. Con i primi due decreti delegati proposti dal Governo, infatti, è sorto il dubbio che il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, ovvero quello che cancella i diritti dei lavoratori s e n z a a u m e n t a r e l'occupazione, possa essere applicato anche nel settore del pubblico impiego. Nonostante il governo si sia affrettato a negare questa estensione, questo è il vero obbiettivo della riforma. Tra l'altro le ultime dichiarazioni di Renzi, che vorrebbe rimettere al Parlamento tale decisione (Parlamento, lo ricordiamo, ridotto a mero esecutore del governo), confermano tale circostanza. Lo schema dei decreti, infatti, fa espresso riferimento ai "lavoratori che rivestono la qualifica di operai, impiegati o quadri, assunti con contratto di lavoro subordinato" senza che vi sia dunque l'esplicita esclusione dei lavoratori pubblici. Verso i quali si applicheranno inevitabilmente le nuove norme volute dal Governo. Ma la cosa più grave è che i decreti attuativi saranno applicabili anche per tutti i licenziamenti che vengano adottati nei confronti dei lavoratori assunti precedentemente all'introduzione della riforma. Questo implica che gli effetti della norma, ovvero la possibilità di licenziare a fronte di un solo corrispettivo economico, sono retroattivi coinvolgendo anche i lavoratori che oggi risultano assunti con contratto a tempo indeterminato. In sostanza gli attuali lavoratori verrebbero a perdere tutti i loro diritti per essere sottoposti alle nuove norme volute dal Governo. Ci saranno licenziamenti di massa e collettivi prima ancora che vi siano le nuove assunzioni solo prospettate dal Governo. Infine, nel testo di uno dei decreti delegati vi è una norma che esclude la possibilità per il Giudice di valutare nel merito la proporzione della gravità della condotta del lavoratore con la sanzione ricevuta dal datore nell'ambito del licenziamento disciplinare. Tale circostanza non solo limita i poteri dei Giudici, i quali devono solo prendere atto dell'esistenza del fatto materiale che ha comportato il licenziamento, ma lede anche il diritto di difesa del lavoratore e rende la norma incostituzionale. In questo caso, infatti, qualora il lavoratore si assenti anche solo per un giorno dal posto di lavoro o violi anche una semplice norma del regolamento interno aziendale, potrà comportare il licenziamento immediato. Senza c h e i l G i u d i c e p o s s a effettivamente valutare la proporzione tra il fatto commesso (dal lavoratore) e la sanzione subita (il licenziamento). In pratica qualsiasi violazione disciplinare (anche la più lieve) consentirà al datore di lavoro di disfarsi facilmente del lavoratore, a fronte di un misero indennizzo proporzionato al numero di anni lavorati. Stiamo assistendo ad una delle peggiori pagine della storia dei lavoratori, grazie al Governo. M5S Parlamento Jobs Act cosa si nasconde
  • 4. Parcheggi, of course. Nel primo anno di mandato presentazione di piano operativo per la sosta veicolare, che comprenda la creazione di parcheggi di interscambio nei piazzali dello stadio di viale Kennedy e dello Sporting di S.Agabio, Ipercoop e Carrefour di corso della Vittoria, che li collega al centro città con servizio navetta. Il piano prevederà anche la riorganizzazione e il potenziamento del sistema dei parcheggi rimodulando la tariffazione. Questo dichiarato nel programma elettorale del sindaco Andrea Ballarè. Siamo alla fine del mandato, le elezioni saranno nel 2016, e in notevole ritardo la giunta pensa di mettere mano al traffico. Finalmente, avrete pensato come noi, ma si parte dal capo sbagliato. Anziché cominciare a sviluppare parcheggi di interscambio (mai se ne sono visti, se ne è parlato solo qui in un programma elettorale) la giunta pensa bene di partire con “riorganizzare e potenziare il sistema dei parcheggi con la necessaria rimodulazione”. Quello che non ci avevano detto in campagna elettorale è stato c h e a v r e b b e r o d i f a t t o r a d d o p p i a t o g l i s t a l l i a pagamento con somma gioia di tutti i cittadini che in questi giorni stanno scrivendo simpatiche critiche al sindaco che, come i l s u o mentore fiorentino o r a impegnato in viaggi di stato tra R o m a e Aosta con s c a l o a Firenze, è che quando annuncia qualcosa bisogna sempre leggerlo al contrario. Quindi se leggete il programma che il sindaco ha elaborato per farsi eleggere, riuscendoci, dovete capovolgerlo. Ecco che allora tutto ha senso. Per cui adesso, cari cittadini n o v a r e s i , c i b e c c h i a m o l’aumento spropositato di parcheggi a pagamento. Prossimamente (molto p r o s s i m a m e n t e ) parleremo di parcheggi di interscambio. Le piste ciclabili però non s o n o n e m m e n o considerate nel P G T U , u n a p a g i n e t t a scarsa copiata pari pari dal p i a n o d e l t r a f fi c o precedente. E p p u r e questa giunta ha aderito al PAES, si è impegnata a livello europeo per fare di questa città una città verde! Dimenticavo, scusate: bisogna sempre leggere al contrario le affermazioni del sindaco, come quelle dell’ex sindaco di Firenze: Renzi. TRAFFICO, MOBILITÀ E TRASPORTI di Gabriele Sozzani Attenzione ci troviamo sempre al venerdì dalle ore 21.00 In piazza Sacro Cuore 5. (zona viale Roma) Come sempre a Novara