Durante le operazioni manifatturiere dell’industria tessile, la filatura, la cardatura e il ritaglio dei modelli, vengono recuperati cascami e residui. Dopo essere stati eventualmente selezionati per colore, questi possono essere sottoposti a ulteriori lavorazioni (sfilacciatura, cardatura e successiva tessitura).
Il cotone ottenuto dagli scarti dell’industria tessile può essere integrato alla fibra di poliestere (derivante dalla fusione delle scaglie di bottiglie di plastica recuperate) per creare un nuovo filato.
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In alcuni casi le fibre rigenerate, anche recuperate post-consumo, vengono indirizzate alle cartiere. Da esse si otterrà una carta resistente allo strappo, poco assorbente, ben stampabile e dalla superficie compatta. È però costosa perché la separazione delle fibre di cellulosa è difficile.
Le fibre e gli scarti possono essere triturati e utilizzati per imbottiture di mobili e materassi.
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In alcuni casi le fibre rigenerate, anche recuperate post-consumo, vengono impiegate per la realizzazione di moquette e tappeti.
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Dopo l’uso, molti indumenti vengono gettati nei bidoni dei rifiuti indifferenziati. Sarebbe utile invece riporli negli appositi cassonetti per la raccolta degli abiti usati, oppure potrebbero essere venduti ai mercatini dell’usato o devoluti agli enti benefici che si occupano di distribuirli a chi ne ha bisogno.
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