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Ictus e artrosi:
con le microvibrazioni
minor rischio cadute
Micro vibrazioni per "rimettere in moto" parti del cervello danneggiate da un ictus, o per risvegliare i muscoli
di una persona anziana, aumentando la sua autonomia e riducendo il rischio di cadute e fratture. Guido Maria
Filippi, il fisiologo dell`Università cattolica di Roma che ha messo a punto il metodo, le ha battezzate
"rMV" (Repeated Muscle Vibration): il trattamento, descritto in uno studio pubblicato sul Journal of Neurological
Science, prevede l`applicazione della micro vibrazione 3 volte al giorno, 10 minuti ogni volta, per 3 giorni
consecutivi, con una frequenza di 100 cicli per secondo. "Questa vibrazione localizzata a singoli muscoli –
spiega Filippi - è uno stimolo leggero, ma potente per le centinaia di sensori nervosi presenti nei muscoli".
Sensori che "leggono" i 100 cicli per secondo e li inviano ai centri nervosi che controllano il muscolo trattato. "La
frequenza impiegata costituisce un `codice` che, una volta trasmesso, potenzia le reti di controllo nervoso: il
sistema nervoso centrale diventa `più bravo` a controllare e coordinare i fasci muscolari", sottolinea il fisiologo.
Il risultati? I ricercatori della Cattolica affermano che il trattamento con rMV è in grado di "incrementare il
controllo motorio" di soggetti che, per un ictus o un trauma, abbiano subito un danno neurologico (senza però
perdere del tutto la capacità di movimento). Effetti positivi anche su chi ha problemi articolari: "Studi preliminari
hanno mostrato riduzioni del dolore in artrosici gravi pari al 50%, a sole 2 settimane dal trattamento",
spiegano ancora i ricercatori. E poi gli anziani: applicate ai muscoli della coscia, le vibrazioni hanno prodotto
"l`incremento della potenza pari al 70-75% e della stabilità del 30-35%". Che vuol dire, "una diminuzione del
rischio di cadute nell`83% dei soggetti".
Filippi spiega però che non devono essere alimentate speranze illusorie: "Occorre dire che il trattamento non
può né compiere miracoli, né sostituire la tradizionale riabilitazione. La rMV apre nuove e importanti porte alla
fisioterapia, che deve quindi intervenire in modo specialistico e adeguato al singolo paziente".
Data: 15-12-2008
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