1. ICTUS: TECNICA RECUPERO MOTORIO
L'hanno messa a punto ricercatori della Cattolica di Roma
(ANSA) - ROMA, 27 OTT –
Nuove possibilità di recupero motorio per far fronte
alle spasticità provocate da ictus arrivano da una tecnologia
messa a punto da ricercatori dell' Università Cattolica di Roma
e sperimentata in collaborazione con l'Università la Sapienza.
L'apparecchio che utilizza vibrazioni muscolari ripetitive riesce
a sollecitare aree del cervello del controllo motorio che sono
rimaste sane ottenendo risultati prima quasi impossibili.
I dati sulla sperimentazione della tecnologia, frutto di 12 anni di studi, è stata presentata oggi nel corso
di un convegno all'ospedale S. Maria Goretti di Latina da parte dei professori Guido Filippi, neurofisiologo della
Cattolica e Filippo Camerota, neurofisiatra del Policlinico Umberto I .
Le applicazioni del trattamento in gruppi selezionati di pazienti con spasticità da ictus e in bambini
affetti da spasticità degli arti inferiori, hanno provocato una riduzione dei disturbi motori e aumentato la
coordinazione muscolare.
Questo dato, ha spiegato Filippi, appare particolarmente significativo, dando evidenza di quanto
riabilitatori e medici ritengono da tempo: le capacità di recupero del nostro sistema nervoso vanno molto oltre
quanto comunemente si crede: l'asserita impossibilità di recuperare in ictus ormai cronici è probabilmente da
ridiscutere.
''Si tratta di risultati molto confortanti per la riduzione della spasticità - hanno spiegato i ricercatori - che
si concretizza in un miglioramento quantitativo della deambulazione''.
La tecnologia si avvale di un piccolo apparecchio grande quanto un forno a microonde, che emette
stimoli vibratori, solamente meccanici, i quali fanno oscillare i muscoli interessati; in questo modo, spiega
Filippi, lo studioso da cui e' partita la prima intuizione, i recettori muscolari inviano segnali in codice al cervello
che permetto una riprogrammazione delle reti nervose deputate al controllo muscolare e articolare,
ottimizzandone così tutte le potenzialità. Le possibilità di applicazione per la riabilitazione neurologica,
ortopedica, per la terza età e per lo sport, dicono gli esperti, superata la fase di verifica clinica, possono giungere
alla pratica riabilitativa.