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Christian Lovato - 17 maggio 2019
Un branco
Un branco
Source sopra: L’ordine mondiale di Bahaullah (Beppe Robiati); sotto: sito dell’Enciclopedia Olistica
Villaggio
Città
Nazione
vibrazioni, turbolenze e
situazioni di caos
Mondo
Source: http://www.onesky.ca/holarchy/
Biosfera
Umanità
Unione
Europea
Nazione
Provincia
Regione
Comune
Comune
…
Comune
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Olarchie
La sovranità appartiene al popolo
(Art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana)
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della Repubblica
Italiana
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Rep. Italiana
Organigram of the political system with the seven institutions of the Union in
blue, national / intergovernmental elements in orange
- Umanità
- (Confederazione)
europea
- Stato italiano
- Regione Veneto
- Comune Gazzo Veronese
- Famiglia Pallino
- Nome Pinco
- Umanità
- (Confederazione)
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Se funzionasse saremo a posto
 Il sommario del numero
di Limes 2/17, Chi
comanda il mondo,
dedicato ai poteri,
formali e non, che
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plasmare gli equilibri
mondiali.
Il nostro pianeta
è un campo di
battaglia dove si
compete per la
distribuzione del
potere relativo
agli scambi di
prodotti e servizi
a più alto valore
aggiunto. La
prevalenza delle
istituzioni
finanziarie e
delle banche
americane e
anglosassoni.
Pubblicato in: CHI COMANDA IL MONDO - n°2 - 2017
Share of wealth globally by year, as seen
by Oxfam, based on the net
worth[Wikipedia]
https://agensir.it/quotidiano/2019/1/21/disuguaglianze-
oxfam-in-26-hanno-quanto-la-meta-del-mondo-in-italia-il-5-
ha-quanto-il-90-piu-povero/
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Finanza
internazionale
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Fiducia
Denaro
Denaro
Ordini
Pensiero unico
Mauro Scardovelli:
 giurista, filosofo e
psicoterapeuta
 Fondatore di Aleph
Umanistica.
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 giurista, magistrato, ex
vicepresidente della
Corte Costituzionale,
 Fondatore di Attuare la
Costituzione
Media
Università
BCE &
Commissioni
Corruzione
Strategie &
Pensiero unico
Politiche
economiche
Media
Università
BCE &
Commissioni
Corruzione
Strategie &
Pensiero unico
Politiche
economiche
Media
Università
BCE &
Commissioni
Corruzione
Strategie &
Pensiero unico
Politiche
economiche
Media
Università
BCE &
Commissioni
Corruzione
Strategie &
Pensiero unico
Politiche
economiche
 Sono tutti livelli (più o meno) democratici
 Alcuni hanno bisogno di essere maggiormente
democraticizzati?
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L’organizzazione democratica: struttura di base e sfide contemporanee

Editor's Notes

  1. Buonasera, io sono Christian Lovato e ho studiato ingegneria elettronica. Vi dico questo perché sia alle superiori che all’università ho studiato alcune materie facendo uso della scienza dei sistemi. Mi sono accorto più avanti negli anni che questa scienza può aiutarci a comprendere in maniera intuitiva i sistemi naturali e quelli sociali nei quali siamo immersi. Perciò stasera vi parlerò di democrazia da una prospettiva un po’ diversa dal solito, cioè dalla prospettiva della scienza dei sistemi.
  2. Vediamoci da fuori, un po’ come se guardassimo la nostra società al microscopio.
  3. Questa è la situazione sul nostro pianeta. La nostra vita è qui… però noi non viviamo in un ambiente naturale. Se guardiamo la terra dal satellite, vediamo queste strutture umane. L’uomo è homo faber, e si organizza. E per questo costruisce delle strutture sociali. Noi abbiamo questa prerogativa. Ma noi siamo gli unici esseri viventi che si organizzano?
  4. Un branco
  5. Come altri animali sociali noi viviamo in comunità. Le formiche formano formicai, gli scimpanzé, i gorilla vivono in branchi Gli scienziati moderni chiamano queste strutture super-organismi. Cioè organismi fatti di organismi.
  6. Come altri animali sociali noi viviamo in comunità. Le formiche formano formicai, gli scimpanzé, i gorilla vivono in branchi Gli scienziati moderni chiamano queste strutture super-organismi. Cioè organismi fatti di organismi.
  7. Abbiamo la visione di un super organismo quando vediamo uno stormo di uccelli in volo. Esiste l’uccello o esiste lo stormo? La stessa cosa vale per noi, quando viviamo in comunità.
  8. Stormi, mandrie e greggi, branchi di pesci. Si muovono in maniera organizzata come fossero un tutt’uno. Anche noi quando siamo in comunità non viviamo solo come individui, ma come membri di un corpo di ordine superiore. Dal punto di vista giuridico, la Costituzione della Repubblica Italiana riconosce e tutela l’uomo sia come individuo che come membro di una società, e anzi, riconosce che il pieno sviluppo dell’essere umano avviene in società, non solo come individuo. (Art 2 Monica) La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Però a differenza degli uccelli, degli scimpanzé e delle formiche, che hanno comportamenti dettati dalla genetica, che si sono sviluppati nell’arco dei milioni di anni, noi ci evolviamo molto velocemente, dal punto di vista culturale, e quindi anche le nostre forme sociali cambiano in tempi relativamente veloci.
  9. -> Nel nostro sviluppo sociale ci siamo organizzati in forme di convivenza sempre più complesse, partendo dalle tribù nomadi, ai villaggi, alle città, agli stati nazionali, fino in prospettiva ad organizzarsi a livello mondiale. E’ un processo storico (necessario) che non dipende da noi, è «biologico» come è biologica la crescita degli individui, un bambino non può decidere di non diventare adulto, può solo vivere bene o male la crescita. Allo stesso modo noi (come umanità) non possiamo evitare la globalizzazione, possiamo governare il processo, prendendolo bene o male. Per rendere chiaro il fatto che il processo è in qualche maniera inesorabile, vorrei mostrarvi un altro processo analogo. Nella figura in basso è mostrata la sequenza dell’evoluzione dagli organismi monocellulari a quelli pluricellulari. Molti miliardi di anni fa la vita sulla terra era composta solamente da organismi monocellulari, finché alcuni hanno trovato il modo di associarsi e collaborare dandosi compiti specifici, alcune cellule sono andate a formare gli organi mobili, alcune cellule riuscivano a percepire la luce e sono andate a formare gli occhi, e così via. Tutta la vita che vediamo gli alberi, gli animali si è sviluppata in questa maniera, e infatti a scuola vi spiegano che il nostro organismo è fatto di cellule. Che sono le eredi naturali dei primi organismi. Noi esseri umani deriviamo dall’accordo di molti tipi di cellule, che lavorano in coordinamento. A nostra volta noi, insieme formiamo la società e le diverse strutture che la compongono. E’ chiaro il principio?
  10. -> Commento e lettura Noi come individui facciamo parte di un sistema democratico complesso, che si sviluppa dal micro al macro. Ogni elemento ha senso in sé, ma fa anche parte di un insieme di ordine superiore, e contribuisce a dare un senso al tutto.
  11. L’Italia è formata da venti regioni L'Unione europea è un'organizzazione internazionale politica ed economica a carattere sovranazionale, che comprende 28 paesi membri indipendenti e democratici. L’Europa, oltre ad essere un continente, è una delle organizzazioni sovranazionali territoriali costituite dall’umanità. A sua volta l’umanità è uno degli elementi della biosfera. Teniamolo a mente, che tutti insieme siamo su questo pianeta, e che senza biosfera non ci sarebbe l’umanità, e senza la nostra umanità non ci sarebbe nessuna di queste strutture. Giusto per relativizzare la prospettiva nella quale si svolgono le faccende umane. Quindi, le organizzazioni umane, come quelle naturali possono essere viste come comunità e comunità di comunità. Ma noi non viviamo in comunità strutturate a caso, viviamo in comunità che si sono date un’organizzazione ben specifica. Adesso vediamo una peculiarità delle nostre comunità-
  12. Come dicevo io vorrei dare una prospettiva «tecnica», non ideologica, in modo da mostrare in maniera semplice i «meccanismi» di una democrazia, basandomi sulla scienza dei sistemi. La prospettiva che vi offro è tecnica, ma è abbastanza intuitiva, perciò spero che vi aiuti a valutare con occhio critico le nostre istituzioni democratiche, dandovi un criterio per valutarne il funzionamento. Quale è la struttura di base di una democrazia <> quale è quella della nostra repubblica? Nel nostro caso:
  13. Democrazia significa che siamo tutti sullo stesso piano, abbiamo lo stesso valore. (a differenza per esempio della monarchia e dell’aristocrazia) DemosCratos governo del popolo, che si contrappone alla monarchia: il potere in mano ad una sola persona aristocrazia: il governo dei nobili (letteralmente "dei migliori") L'accesso ad esse non avviene per ereditarietà e per appartenenza dinastica, ma, appunto, per elezione, e la durata in carica non può mai essere vitalizia (se si esclude il caso particolare dei pochi senatori a vita) ma limitata ad un tempo fissato dalla legge, si tratti del Sindaco di un piccolo Comune o del Presidente della repubblica. Diventa chiaro, in questo modo, anche il significato etimologico della parola repubblica: lo Stato non è un patrimonio familiare e dinastico che si possa trasmettere ereditariamente come un bene qualsiasi, ma è invece una res publica, appunto una cosa di tutti. Coloro che sono temporaneamente chiamati a svolgervi un importante ruolo di direzione politica non ne sono i proprietari, ma i servitori. E, per converso, i governati non sono sudditi, ma cittadini che devono essere messi in condizione di esercitare la loro sovranità. Per questo l'articolo 1 stabilisce il carattere democratico della repubblica. Con esso, conformemente all'etimologia del termine democrazia (dal greco δῆμος, popolo, e -κρατία, potere), si intende che la sovranità, cioè il potere di comandare e di compiere le scelte politiche che riguardano la comunità, appartiene al popolo.
  14. Interagiscono
  15. Elegge (eligere) scegliere i migliori. Ci si attende che i cittadini siano informati, abbiano fatto le loro considerazioni e abbiano Notiamo che questo processo vale per la democrazia rappresentativa, ma può valere benissimo per la democrazia diretta. In questo caso (supportati dalle tecnologie della comunicazione, invece dei rappresentanti che fanno le leggi vengono scelte e votate direttamente delle proposte di legge).
  16. Questa che vi ho mostrato è uno degli aspetti organizzativi degli organismi viventi, abbiamo un corpo e un sistema di gestione centralizzato che organizza il funzionamento generale del corpo (lo governa) per cui abbiamo degli input dal corpo al centro, e delle direttive dal centro alla periferia. Ricordiamo che in questa struttura, i pallini gialli non sono i «capi», non c’è una vera e propria gerarchia, ma come ci insegna Monica, ci sono dei ministri, che significa dei nostri «servitori», dei funzionari. La cosa da capire, che è molto importante, è che rispetto ad altri sistemi organizzativi (come la monarchia) questo sistema di rappresentanza tramite elezioni è migliore in quanto il popolo può col tempo IMPARARE da chi vuole essere governato, anche tramite tentativi ed errori, e pertanto è un sistema più RESILIENTE (robusto ai cambiamenti), di uno più rigido. E questa è la spiegazione «naturale» del perché col tempo le democrazie hanno in tempi moderni sostituito le monarchie dei secoli scorsi.
  17. Oloni – Teniamo a mente che questo è uno schema di un’organizzazione comunitaria, non è GERARCHICO, i comuni sono comunità di persone, l’europa è una comunità di nazioni. Dopo vedremo un’altra modalità di visualizzazione dello schema
  18. Questo è lo schema di principio che definisce l’essenza di una organizzazione democratica, e serve a come modello per verificare se un sistema di governo è democratico o meno. Osservate un paio di caratteristiche generali del sistema. Abbiamo diversi livelli di organizzazione, e all’interno di ogni livello abbiamo diversi elementi che lavorano in parallelo ognuno nel suo livello di competenza. Come i cittadini erano tutti uguali davanti alla legge, qui gli elementi di ogni livello sono (dovrebbero essere) paritari. Osserviamo inoltre che in uno schema come questo quello che tiene insieme tutte le funzionalità non sono i livelli alti, ma quelli bassi. Ogni membro del popolo è coinvolto contemporaneamente a tutti i livelli. Mentre i vari livelli non potrebbero esistere senza che il popolo vi partecipasse o li costituisse. Lo schema di una gerarchia di dominio (per esempio di un esercito o di una monarchia) sarebbe diversa. Avremmo delle frecce di comando che scendono, ma gli elementi governativi sarebbero indipendenti dal volere del popolo. Ricordiamoci di questa differenza perché i sociologi che l’uomo è capace di costituire entrambe le forme organizzative, sia le gerarchie di dominio che le gerarchie di partecipazione. La nostra Costituzione, e il nostro sentire più elevato, ci invitano a costituire strutture di partecipazione. Questa è una curiosità. Osserviamo infine che ogni parte dello schema corrisponde allo schema in generale. Le strutture in cui la parte assomiglia al tutto si chiamano strutture frattali, e sono uno dei modi in cui la natura genera la complessità partendo da regole semplici. Se comprendiamo questo tipo di organizzazione possiamo poi appalicarla a tutti i livelli, dalla nostra famiglia ad un’eventuale organizzazione mondiale, perché il principio è sempre lo stesso, ed è di tipo circolare, da noi al centro organizzativo e ritorno.
  19. Poi all’atto pratico, tutti i sistemi democratici, come quello Europeo, sono più complessi perché si fondano su equilibri di pesi e contrappesi di diversa natura. Vediamo comunque che l’organigramma dell’Unione Europea (questo è uno schema preso da wikipedia in inglese) riprende in parte quello che vi ho mostrato. Abbiamo la base dei cittadini europei che eleggono il Parlamento, e il Parlamento, insieme ad altri organismi, contribuisce a formare le leggi. Qui abbiamo inoltre altri organi che sono formati direttamente dai capi di stato e dai capi di governo dei vari paesi membri. Oltre alle strutture democratiche c’è la Commissione europea, di cui parleremo un po’ meglio dopo. Ora Monica ci introdurrà nel dettaglio il sistema democratico della cittadinanza europea.
  20. Ora vorrei parlarvi di un paio di temi caldi, analizzati secondo la scienza dei sistemi. Conflitto tra europeisti ed antieuropeisti
  21. Riprendiamo il concetto di prima, dei vari livelli di organizzazione. Qui vediamo gli stessi schemi di prima, solo che ho rappresentato le identità dei vari livelli, per facilitare la comprensione. Inoltre ho sostituito alle frecce questi cerchi blu, che manifestano la partecipazione del popolo agli organi di cui si parla. Vi ricordo che, anche se ho messo l’Europa al di sopra dell’Italia e l’Italia al di sopra dei comuni. Qui non stiamo mostrando una catena di comando (anche se a volte succede) ma vari insiemi in cui i livelli organizzativi inferiori partecipano a quelli superiori, che sono da intendere come comunità di comunità. Ora ci chiediamo, come deve essere distribuito il potere ai vari livelli. Intanto notiamo che il problema del potere si manifesta nella parte discendente del flusso organizzativo. Cioè, mentre in teoria la sovranità apparterrebbe al popolo, che detiene in linea di principio la sovranità, accade che ognuno dei vari livelli di organizzazione tende ad accumulare potere in sé stesso. E quindi quelli che dovrebbero essere i ministri, cioè i servi, tendono ad accentrare il potere, andando a costituirsi come sovrani. Lo vediamo a tutti i livelli, è un rischio connaturato alla democrazia rappresentativa, e un motivo di destabilizzazione. Come si contrasta questo accumulo? Mediante soluzioni che sono di buon senso. Abbiamo innanzitutto il dovere dei cittadini di vigilare sul buon comportamento dei ministri e delle organizzazioni. Abbiamo che negli stati moderni vige un equilibrio che divide i poteri tra vari organi (potere legislativo, esecutivo, giudiziario). Infine abbiamo che perché funzioni tutto, deve esserci un equilibrio tra i vari livelli organizzativi. Cioè ogni livello dovrebbe agire in armonia con tutti gli altri livelli, cosa che spesso non succede. E qui allora siamo chiamati in causa noi come popolo, per organizzare meglio le cose. Ora vi faccio una domanda. Per noi cittadini quali livelli sono più naturali? Quali livelli ci viene meglio organizzare? Infatti, la natura ci ha dotati della capacità di organizzare senza pensarci troppo i livelli bassi, cioè a meno di patologie, il livello individuale, famigliare e comunitario funziona abbastanza bene. Di solito non ci uccidiamo tra di noi a livello famigliare (in percentuale). E’ successo però che i disastri grossi avvengono quando gli stati si fanno le guerre. Il nostro compito, come cittadini che vivono in quest’era, è di imparare a far funzionare bene i livelli organizzativi a livello superiore. Certo che se abbiamo imparato a far funzionare in armonia (secondo me questa è una parola chiave) i livelli inferiori, senza conflitti distruttivi e con una mentalità relazionale, ci verrà quasi naturale capire come far funzionare bene i livelli superiori. Adesso vediamo brevemente cosa succede al livello del contesto europeo e a livello regionale.
  22. Riprendiamo il concetto di prima, dei vari livelli di organizzazione. Qui vediamo gli stessi schemi di prima, solo che ho rappresentato le identità dei vari livelli, per facilitare la comprensione. Inoltre ho sostituito alle frecce questi cerchi blu, che manifestano la partecipazione del popolo agli organi di cui si parla. Vi ricordo che, anche se ho messo l’Europa al di sopra dell’Italia e l’Italia al di sopra dei comuni. Qui non stiamo mostrando una catena di comando (anche se a volte succede) ma vari insiemi in cui i livelli organizzativi inferiori partecipano a quelli superiori, che sono da intendere come comunità di comunità. Ora ci chiediamo, come deve essere distribuito il potere ai vari livelli. Intanto notiamo che il problema del potere si manifesta nella parte discendente del flusso organizzativo. Cioè, mentre in teoria la sovranità apparterrebbe al popolo, che detiene in linea di principio la sovranità, accade che ognuno dei vari livelli di organizzazione tende ad accumulare potere in sé stesso. E quindi quelli che dovrebbero essere i ministri, cioè i servi, tendono ad accentrare il potere, andando a costituirsi come sovrani. Lo vediamo a tutti i livelli, è un rischio connaturato alla democrazia rappresentativa, e un motivo di destabilizzazione. Come si contrasta questo accumulo? Mediante soluzioni che sono di buon senso. Abbiamo innanzitutto il dovere dei cittadini di vigilare sul buon comportamento dei ministri e delle organizzazioni. Abbiamo che negli stati moderni vige un equilibrio che divide i poteri tra vari organi (potere legislativo, esecutivo, giudiziario). Infine abbiamo che perché funzioni tutto, deve esserci un equilibrio tra i vari livelli organizzativi. Cioè ogni livello dovrebbe agire in armonia con tutti gli altri livelli, cosa che spesso non succede. E qui allora siamo chiamati in causa noi come popolo, per organizzare meglio le cose. Ora vi faccio una domanda. Per noi cittadini quali livelli sono più naturali? Quali livelli ci viene meglio organizzare? Infatti, la natura ci ha dotati della capacità di organizzare senza pensarci troppo i livelli bassi, cioè a meno di patologie, il livello individuale, famigliare e comunitario funziona abbastanza bene. Di solito non ci uccidiamo tra di noi a livello famigliare (in percentuale). E’ successo però che i disastri grossi avvengono quando gli stati si fanno le guerre. Il nostro compito, come cittadini che vivono in quest’era, è di imparare a far funzionare bene i livelli organizzativi a livello superiore. Certo che se abbiamo imparato a far funzionare in armonia (secondo me questa è una parola chiave) i livelli inferiori, senza conflitti distruttivi e con una mentalità relazionale, ci verrà quasi naturale capire come far funzionare bene i livelli superiori. Adesso vediamo brevemente cosa succede al livello del contesto europeo e a livello regionale.
  23. Tranne qualche eccezione (USA, Europa, Cina), non abbiamo sistemi «democrazia» a quel livello ma abbiamo sistemi di mercato. Abbiamo una globalizzazione del commercio e della finanza, ma la globalizzazione è disorganizzata (cioè ci sono guerre e lo strapotere delle multinazionali e gruppi più o meno legali come l’ISIS e la Monsanto) perché manca un sistema di democrazia e diritto globale. Siamo abbastanza d’accordo su come si deve commerciare, e scambiare informazioni, ma non siamo d’accordo su quali siano i diritti e i doveri di persone, stati e entità economiche a livello globale. Per questo ci sono paesi ricchi e poveri, cittadini sfruttati e territori sfruttati a beneficio di altri e paradisi fiscali. In questo contesto conflittuale e abbastanza caotico esiste l’Unione Europea, di cui facciamo parte.
  24. Un altro livello interessante (direi strategico) è quello delle regioni.
  25. In Europa esistono diversi movimenti autonomisti ed indipendentisti. Questa è una mappa che li rappresenta. Ora questo livello è importante, perché se da una parte abbiamo grossi superorganismi come gli stati nazionali e l’Europa, i cittadini sentono che gli sfugge il controllo sulle proprie vite, e per reazione, istintivamente, cercano di riprenderlo in mano. Perché hanno la sensazione, secondo me giusta, che agli alti livelli loro contano poco. Invece a livello regionale c’è la possibilità di democrazie più piccole, più a misura d’uomo, dove l’uomo possa sentirsi genuinamente cittadino. Delle «piccole patrie» come ha scritto Olivetti, al quale mi ispiro per queste considerazioni. Quindi vediamo che c’è uno stress tra i livelli alti e i livelli bassi.
  26. Perché è difficile mettersi d’accordo Secondo i movimenti per la pace e la nonviolenza, il potere dovrebbe essere distribuito dal basso verso l’alto, secondo il principio che le funzioni organizzative vitali per la società siano in mano ai cittadini, mentre ai livelli alti siano attribuite competenze di armonizzazione tra i livelli bassi, che non possono essere svolte ai livelli inferiori. Questo nella nostra Costituzione si chiama principio di sussidiarietà. Quindi, il messaggio che vorrei darvi è che il dibattito non è tanto Europa Si o Europa No, ma è come distribuire il POTERE tra i vari livelli presenti in Europa. Perché non ci sfugga dalle mani da una parte se è dato troppo lontano da noi, e perché non crei disorganizzazione e caos se è troppo frammentato. C’è un principio che è quello dell’unità nella diversità
  27. Come dicevamo prima, l’idea di una democrazia, di un popolo che si auto governa è l’obiettivo organizzativo migliore per esprimere al meglio le potenzialità umane, come è il proposito costituzionale. In questo stato di cose ideale i vari livelli collaborano al servizio dell’umanità. Purtroppo questo è un ideale, un progetto che deve essere fatto funzionare anche i presenza di disturbi e di possibilità di malfunzionamento, di malattie del sistema. Ed ora vediamo quello che, al giorno d’oggi, molti filosofi, giuristi ed economisti hanno individuato come il «nemico naturale» delle democrazie che abbiamo descritto sinora.
  28. Chi comanda il mondo? La settimana scorsa ero ad una conferenza di Riccardo Petrella, un economista che si occupa di beni comuni, e riportava questo aneddoto. Hanno intervistato i giovani facendo loro questa domanda: chi è che comanda nella società, chi è che decide le cose. Pochissimi hanno risposto che è «il parlamento» o «il governo». La maggioranza ha risposto «i ricchi» o «le multinazionali», credo qualcuno abbia detto anche i mercati… E secondo voi avevano ragione o torto? Cioè secondo voi chi comanda la nostra società? Bene… secondo voi questo articolo di Limes (è una rivista che si occupa di geopolitica) parla di governi o parla di banche e multinazionali?
  29. Quest’anno a Davos, non so se ricordate, è stata l’occasione in cui abbiamo conosciuto Greta, ci sono state altre associazioni che sono intervenute. Una è l’Oxfam, che a livello mondiale si occupa di ineguaglianza economica e lotta alla povertà. Cosa ci dice l’Oxfam? L’anno scorso, da soli, 26 ultramiliardari possedevano l’equivalente ricchezza della metà più povera del pianeta. È quanto denuncia oggi Oxfam diffondendo il nuovo rapporto “Bene pubblico o ricchezza privata?”, alla vigilia del meeting annuale del Forum economico mondiale di Davos. In una nota, Oxfam rileva la “concentrazione di enormi fortune nelle mani di pochi, che evidenzia l’iniquità sociale e l’insostenibilità dell’attuale sistema economico” A questo parametro sono collegati una serie di altri parametri quali il livello della democrazia, del welfare, della felicità percepita. Un esempio di posti in cui c’è una uguaglianza sono i paesi scandinavi, raccontava Petrella la scorsa settimana che le pensioni non sono equiparate allo stipendio ma sono molto vicine
  30. Il sistema economico finanziario internazionale funziona come un motore, una idrovora, che prende ricchezza reale dai terriotori (beni comuni, come ricchezze ambientali, libertà e diritti, salute) e se ne appropria, creando le condizioni per ottenere ancora più ricchezza.
  31. Paolo Maddalena, giurista, magistrato, ex vicepresidente della Corte Costituzionale Mauro Scardovelli è un giurista, filosofo e psicoterapeuta, fondatore di Aleph Umanistica. https://www.byoblu.com/2018/05/07/come-uscire-dallera-della-grande-menzogna-webtalk-1/
  32. Quindi abbiamo che l’Europa e le istituzioni democratiche sono in questo momento dei «campi di battaglia» tra chi promuove la democrazia e chi invece fa gli interessi del neoliberismo. Purtroppo sembra che le forze preponderanti siano quelle del neoliberismo e della finanza, però c’è il fatto che i popoli sti stanno col tempo ribellando e liberando, dando voce ai dissidenti nei confronti di questo ingiusto stato di cose A ognuno di noi è richiesto di fare la nostra parte per risollevare la condizione della civiltà e dei popoli.
  33. Quindi abbiamo che l’Europa e le istituzioni democratiche sono in questo momento dei «campi di battaglia» tra chi promuove la democrazia e chi invece fa gli interessi del neoliberismo. Purtroppo sembra che le forze preponderanti siano quelle del neoliberismo e della finanza, però c’è il fatto che i popoli sti stanno col tempo ribellando e liberando, dando voce ai dissidenti nei confronti di questo ingiusto stato di cose A ognuno di noi è richiesto di fare la nostra parte per risollevare la condizione della civiltà e dei popoli.
  34. Gli ultimi due livelli: tramite i media, che informano e formano la mentalità delle persone secondo le ideologie neoliberiste. E tramite la corruzione diretta. Cioè, essendo che l’elite finanziaria è ricchissima distribuisce denaro (legalmente o illegalmente) a chi fa i suoi interessi. Per capire chi fa gli interessi delle multinazionali si può seguire il metodo Falcone: «follow the money». Capite che per adesso i responsabili, quelli che hanno l’interesse e le maggiori possibilità di porre rimedio a questo stato di cose sono i cittadini. Molte istituzioni non sono ancora in grado di perseguire fino in fondo questi obiettivi di liberazione, anche se ci sono movimenti e associazioni che si oppongono a questi stato di cose, e abbiamo alleati come la nostra Costituzione. Quindi abbiamo che l’Europa e le istituzioni democratiche sono in questo momento dei «campi di battaglia» tra chi promuove la democrazia e chi invece fa gli interessi del neoliberismo. Purtroppo sembra che le forze preponderanti siano quelle del neoliberismo e della finanza, però c’è il fatto che i popoli sti stanno col tempo ribellando e liberando, dando voce ai dissidenti nei confronti di questo ingiusto stato di cose A ognuno di noi è richiesto di fare la nostra parte per risollevare la condizione della civiltà e dei popoli.