2. Evoluzione del concetto di Salute
La salute è quindi una condizione positiva relativa a 3 componenti:
• fisica che riguarda il buon funzionamento del corpo come assenza di malattie
• mentale che riguarda una soddisfacente attività intellettuale (lavoro, studio, hobby piacevoli e gratificanti)
• sociale che riguarda positive situazioni (famiglia, amicizie, ambienti di vita etc.)
3. Cause di malattia
• agenti biologici: infettive (virus, batteri, funghi e protozoi)
genetiche
fisiologiche
• agenti chimici: detersivi, medicine, veleni, polveri industriali,
pesticidi, coloranti etc.
• agenti fisici: calore, freddo, fuoco, radiazioni, elettricità etc.
• agenti meccanici: urti e azioni che procurano tagli, contusioni,
distorsioni, fratture
Si parla di malattia quando l’organismo non svolge correttamente le sue funzioni
6. Prevenzione
• igiene personale
• igiene ambientale
• alimentazione corretta
• stile di vita sano ed equilibrato
• vaccinazioni
• visite ed analisi periodiche
• educazione sanitaria
Adozione di misure che evitano l’insorgere e il diffondersi delle malattie
7. Igiene
• Oggetto del proprio interesse non è la persona malata, ma quella
sana, infatti ha come obiettivi la conquista, il mantenimento e la
difesa della salute
• l’ambito di interesse non è limitato al singolo individuo, ma è esteso
alla collettività
• gli interventi non riguardano solo la persona, ma anche l’ambiente
fisico, biologico e sociale in cui vive
Disciplina medica che ha come obiettivo quello di promuovere e conservare la salute
sia individuale, che della collettività, attraverso la prevenzione delle malattie
Igiene deriva da Igea, dea greca della salute a cui tutti si rivolgevano per mantenere più a lungo possibile il proprio stato di salute
8. Igiene
In dettaglio si occupa:
• della salubrità degli ambienti: aria, suolo, clima, abitazioni, ospedali, scuole, ambienti di lavoro
• dell’igiene individuale: igiene personale, alimentazione, lavoro, attività fisica, vestiario
• della lotta alle malattie infettive e sociali
9. Igiene personale
È il punto di partenza di qualsiasi norma igienica
• lavaggio delle mani
• igiene dei capelli (spazzolature e lavaggi
frequenti)
• igiene dei denti (uso quotidiano e corretto
dello spazzolino e del filo interdentale)
• igiene del vestiario (vanno preferiti tessuti
naturali )
10. Lavaggio delle mani
Quando:
• prima di mangiare e di preparare/servire alimenti
• dopo aver toccati cibi crudi (soprattutto carne)
• dopo essere andati in bagno o aver cambiato il pannolino ai bambini
• dopo aver toccato animali o il loro cibo o rifiuti di origine animale
• prima e dopo il trattamento di un taglio o di una ferita
• dopo aver soffiato il naso
• dopo aver toccato la spazzatura
• prima di mettere o togliere le lenti a contatto
• dopo aver frequentato luoghi pubblici
• quando sono visibilmente sporche
11. Lavaggio delle mani
e come:
• bagnare le mani con acqua corrente e chiudere il rubinetto
• usare sempre il sapone
• lavare accuratamente il dorso, il palmo, sotto le unghie e tra le dita
per almeno 20 secondi (durante questa operazione, per segnare il
tempo, si potrebbe insegnare ai bambini a recitare una filastrocca o
una della amate tabelline con la tipica cantilena)
• sciacquare le mani per eliminare il sapone sotto l’acqua corrente
• chiudere il rubinetto
• asciugare le mani con un asciugamano pulito o con un asciugatore
elettrico
Editor's Notes
Quando ci si ammala l’organismo presenta i sintomi della malattia: febbre, dolore, tosse, arrossamenti, gonfiori etc. sulla base dei sintomi e sulla storia di precedenti malattie dell’individuo malato e della sua famiglia (anamnesi personale), il medico formula una diagnosi, cioè stabilisce di che malattia si tratta. Se l’osservazione dei sintomi (esame obiettivo) non basta per formulare una diagnosi, si ricorre ad altre informazioni quali le analisi cliniche (analisi del sangue, radiografie, ecografie, elettrocardiogramma etc.). Formulata la diagnosi, il medico decide de curare direttamente il paziente o affidarlo alle cure di un medico specialista). Nel primo caso prescrive lui stesso la terapia, cioè la cura e fa una prognosi, cioè una previsione sull’evoluzione della malattia e della sua durata. Quando la malattia è grave e non è possibile fare una prognosi si parla di prognosi riservata.