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News 23/SSL/2017
Lunedì, 05 giugno 2017
Testo unico sicurezza sul lavoro versione maggio 2017.
ROMA – Testo Unico sicurezza sul lavoro. È stata pubblicata sul sito dell’Ispettorato
nazionale del lavoro il 25 maggio 2017 la nuova edizione integrata del Decreto
Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 che riporta tutti gli aggiornamenti derivanti da
circolari, accordi Stato Regioni, provvedimenti amministrativi.
Versione maggio 2017
L’aggiornamento è datato maggio 2017. Molte le novità inserite nell’ultima revisione.
Tra queste citiamo: Accordo Stato Regioni rep 128/CSR del 7 luglio 2016, il Decreto
25 maggio 2016, n. 183 sul funzionamento del SINP, il recente decreto
interdirettoriale per il rinnovo provvisorio per l’abilitazione alle verifiche periodiche, le
“modifiche agli articoli 18, comma 1-bis e 53, comma 6, nonché all’entrata in vigore
dell’obbligo dell’abilitazione all’uso delle machine agricole, ai sensi dell’Accordo
Stato-Regioni del 22/02/2012, introdotte dal Decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244
(in G.U. 30/12/2016, n.304)“. (Articolo di Corrado De Paolis)
Info: Testo Unico sicurezza sul lavoro revisione maggio 2017
Fonte: quotidianosicurezza.it
La contaminazione microbiologica di ospedali e ambienti sanitari.
Riguardo alla contaminazione microbiologica negli ambienti lavorativi una
pubblicazione indica che il 20/40% delle infezioni ospedaliere è attribuibile a
infezioni trasmesse attraverso mani e/o guanti del personale sanitario.
Roma, 31 Mag – Non solo l’aria ma anche le superfici di attrezzature, piani,
apparecchiature e indumenti di lavoro, parti del corpo, “possono rappresentare
importanti veicoli di contaminazione microbiologica e potenziali fonti di trasmissione
di agenti infettivi”. E le caratteristiche microbiologiche che facilitano la trasmissione
di patogeni presenti su superfici ambientali, secondo alcune ricerche e con
particolare riferimento all’ambito sanitario, sono:
- “sopravvivenza per lunghi periodi di tempo su superfici ambientali;
- capacità di mantenere la propria virulenza nell’ambiente;
- frequente contaminazione dell’ambiente ospedaliero;
- capacità di colonizzare pazienti (Acitenobacter spp., MRSA, VRE, Clostridium
difficile);
- capacità di colonizzare in via transitoria le mani degli operatori sanitari;
- trasmissione attraverso le mani contaminate degli operatori sanitari;
- bassa dose infettante (Clostridium difficile, norovirus);
- resistenza ai disinfettanti usati sulle superfici ambientali (Clostridium difficile,
norovirus)”.
Queste sono alcune indicazioni tratte dal recente documento Inail - frutto di una
collaborazione tra Contarp e Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del
Lavoro e Ambientale (Dimeila) – dal titolo “La contaminazione microbiologica delle
superfici negli ambienti lavorativi”; un documento che ha l’obiettivo di individuare
criteri ed elaborare strumenti operativi utili alla “valutazione del rischio di esposizione
ad agenti biologici negli ambienti di lavoro”.
Ci soffermiamo oggi su quanto indicato relativamente alla contaminazione di alcuni
ambienti di lavoro con particolare riferimento agli ambienti sanitari.
La pubblicazione ricorda che i risultati degli studi e i dati di letteratura relativi alla
diffusione di agenti infettivi responsabili di patologie a carico di pazienti e operatori
sanitari, mostrano che le “superfici hanno un ruolo preminente nella diffusione dei
microrganismi in ambito nosocomiale”, negli ambienti ospedalieri.
Uno studio (Spaulding, 1968) distinse in particolare “tre tipologie di superfici
ambientali (critiche, semicritiche e non critiche) in ambito nosocomiale, ai fini
dell’individuazione dei requisiti di pulizia o di sterilità delle stesse in funzione del loro
impiego (assistenza, diagnosi e terapia) e, dunque, dell’entità del rischio di infezione
(CDC, 2008)”.
Si indica che negli ultimi dieci anni “il ruolo dell’ambiente nella trasmissione di
microrganismi multi-resistenti negli ospedali è diventato sempre più importante a
seguito di un aumento dell’incidenza delle infezioni nosocomiali”: le infezioni
ospedaliere “insorgono durante il ricovero in ospedale o in alcuni casi dopo che il
paziente è stato dimesso, non essendo le stesse presenti al momento del ricovero”.
E proprio il Comitato per la lotta contro le Infezioni Ospedaliere (“istituito presso ogni
presidio ospedaliero a seguito della circolare del Ministero della sanità n. 52/85 e del
d.m. del 13 settembre 1988 «Determinazione degli standard del personale
ospedaliero» - art. 2) ha il “compito specifico di prevenire e controllare queste
infezioni, garantendo la qualità dell’assistenza sanitaria fornita”.
Il documento si sofferma in particolare anche sul “ruolo dell’ambiente inanimato
nell’epidemiologia delle infezioni causate da agenti patogeni quali Staphylococcus
aureus meticillina resistente (MRSA), Enterococcus spp. vancomicina resistenti (VRE),
Clostridium difficile, Acinetobacter spp. e norovirus”: questi microrganismi sono,
infatti, “in grado di sopravvivere nell’ambiente per ore o giorni (e in alcuni casi per
mesi), contaminando superfici non critiche di arredi, attrezzature, oggetti, ecc.
(Dancer, 2009)”.
Si sottolinea poi che malgrado la trasmissione di agenti patogeni da un paziente
infetto a un altro si verifichi frequentemente attraverso le mani del personale
sanitario, “anche le superfici contaminate, le attrezzature mediche e le matrici
ambientali come l’acqua e l’aria possono essere direttamente o indirettamente
coinvolte nel meccanismo di trasmissione”.
Infatti il ruolo svolto dalle superfici nella trasmissione di patogeni a pazienti “è stato
confermato in base a:
1) rilievo della presenza di agenti patogeni responsabili di infezioni nosocomiali sulle
superfici ambientali della stanza di degenza dei pazienti infettati;
2) riscontro che la pulizia e la disinfezione delle superfici sanitarie riducono
l’incidenza delle infezioni nosocomiali;
3) altre evidenze che dimostrano il ruolo della contaminazione delle superfici
ambientali nella trasmissione degli agenti infettivi negli ambienti sanitari”.
Nel documento, che vi invitiamo a visionare integralmente, una tabella riporta
indicazioni sulle “evidenze che supportano il ruolo della contaminazione delle
superfici nella trasmissione di patogeni associati agli ambienti sanitari”.
Il documento indica poi che “nonostante la principale fonte di patogeni
nosocomiali sia rappresentata dalla flora endogena del paziente, il 20% - 40% delle
infezioni ospedaliere è stato attribuito a infezioni trasmesse attraverso mani e/o
guanti del personale sanitario contaminate dal contatto diretto con il paziente o con
superfici ambientali”.
Sono riportati, a questo proposito, diversi studi.
Ne citiamo solo alcuni:
- uno studio svolto in un ospedale messicano ha isolato da “superfici ambientali
diversi batteri appartenenti al genere Klebsiella, Pseudomonas e E. coli e funghi
appartenenti ai generi Cladosporium, Microsporum, Aspergillus, Penicillium. La
presenza di questi microrganismi è stata rilevata su tavoli, attrezzature di lavoro e
mani dello staff medico. Gli autori sottolineano che il livello di contaminazione
ambientale si riduceva notevolmente dopo un lavaggio accurato delle mani degli
operatori prima e dopo il contatto con i pazienti e con le superfici, pratica questa
che risultava essere disattesa in più del 50% dei reparti esaminati (Garzia-Cruz, 2012
a)”;
- uno studio ha “campionato 113 superfici di una sala operatoria e reparti
ospedalieri: nel 70-76% dei casi, dopo le normali operazioni di pulizia, il livello di
contaminazione microbica non risultava accettabile. I siti maggiormente
contaminati erano quelli delle cucine e nei bagni, aree normalmente implicate
nella diffusione delle malattie ospedaliere”.
Si indica in definitiva che “gli aspetti di cui tener conto nella valutazione e gestione
della contaminazione microbiologica degli ambienti sanitari sono diversi; tra questi,
rivestono particolare importanza l’origine della contaminazione microbica e la
sopravvivenza dei microrganismi nell’ambiente”. Infatti “agenti patogeni in grado di
persistere nell’ambiente nosocomiale e sulle attrezzature medicali possono causare
focolai epidemici essendo possibile la loro trasmissione dall’ambiente, attraverso il
personale sanitario, al paziente e da questo ad altre persone o direttamente dalle
superfici o dalle attrezzature medicali (più raramente, da acqua e aria) ai pazienti”.
E abbiamo riportato, in apertura di articolo, i fattori che concorrono alla trasmissione
di specifici patogeni da superfici contaminate all’uomo sono diversi, tra cui la
“capacità di colonizzare le superfici e i pazienti, la bassa dose infettante (Clostridium
difficile, norovirus), la sopravvivenza nell’ambiente del microrganismo per lunghi
periodi di tempo, mantenendo la propria virulenza”.
Si segnala, infine, che per valutare e controllare il rischio di infezione negli ambienti
sanitari, “normalmente vengono realizzati monitoraggi microbiologici di matrici (aria,
acqua) e superfici ambientali di sale operatorie, reparti ospedalieri, unità di
emodialisi, terapie intensive ecc. Le indagini ambientali relative alle superfici sono,
tuttavia, generalmente limitate alla carica batterica totale e/o alla ricerca di
specifiche specie batteriche comunemente responsabili di infezioni nosocomiali”.
Concludiamo ricordando che il documento Inail si sofferma anche sulla possibile
contaminazione microbiologica delle superfici anche negli ambienti non sanitari, un
tema a cui accenneremo in un prossimo articolo del nostro giornale.
Inail – Contarp - Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale, “ La
contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi”, documento a cura di
Raffaella Giovinazzo (Contarp centrale), autori: Simona Barca, Luigi Caradonna, Genoveffa
Giaquinta, Raffaella Giovinazzo, Elena Guerrera, Marina Mameli, Gabriella Marena, Teresa
Mastromartino e Daniela Sarto (Contarp), Antonella Mansi e Paola Tomao (Dimeila), con la
collaborazione di Annalaura Carducci e Marco Verani (Laboratorio di Igiene e Virologia Ambientale
dell’Università di Pisa) e Anna Molinari e Eleonora Masala (Laboratorio di Prevenzione dell’Agenzia
della Tutela della Salute della Brianza), edizione 2017 (formato PDF, 1.34 MB).
Fonte: puntosicuro.it
Assegno nucleo familiare Anf 2017-2018, redditi e importi.
ROMA – ANF. Sono stati rilasciati da Inps con circolare n.87 del 18 maggio 2017 livelli
reddituali e importi per l’Assegno al nucleo familiare Anf 1° luglio 2017 – 30 giugno
2018.
Info: Inps, livelli e importi Anf 2017-2018
Fonte: quotidianosicurezza.it
Strutture turistico-ricettive: la sicurezza degli addetti alle cucine.
Una lista di controllo si sofferma sulla compilazione delle procedure standardizzate
per l’effettuazione della valutazione dei rischi nelle strutture turistico-ricettive. Focus
sui rischi e sulle misure di prevenzione per gli addetti alle cucine.
Firenze, 30 Mag – Benché sia evidente l’importanza per l’economia italiana del
comparto turistico alberghiero, non sono molti nel nostro paese i documenti che
affrontano il tema della salute e sicurezza nelle strutture alberghiere per i tanti
lavoratori che ci operano.
Per questo motivo torniamo oggi a parlare di una lista di controllo, prodotta dall’
Azienda USL 10 Firenze, che permette di analizzare la sicurezza delle strutture
ricettive in termini organizzativi, dal punto di vista dei requisiti tecnici di igiene e
sicurezza richiesti dalla normativa e con esplicito riferimento all’elaborazione di
procedure standardizzate per la valutazione dei rischi.
Stiamo parlando della “Lista di controllo per la compilazione delle procedure
standardizzate per l’effettuazione della valutazione dei rischi nelle strutture turistico-
ricettive”, un documento che si sofferma anche sui rischi derivanti dalle mansioni
lavorative tipiche del settore alberghiero.
Dopo aver parlato in un precedente articolo dei rischi e delle misure di prevenzione
per gli addetti ai piani, oggi ci soffermiamo sulla sicurezza degli addetti alla cucina,
lavoratori incaricati della preparazione e del servizio dei pasti,
Riguardo a questa tipologia di lavoratori, la lista di controllo chiede innanzitutto di
verificare che i pavimenti siano antiscivolo e adeguati alle condizioni lavorative.
Infatti per migliorare la prevenzione dei tanti infortuni per cadute in piano, i
pavimenti del locale “devono avere caratteristiche antiscivolo in considerazione
della possibilità molto frequente di caduta di acqua e sostanze scivolose (olio da
cucina, ecc.)”.
Veniamo ai rischi derivanti dall’utilizzo di attrezzature da cucina.
Il documento indica che, riguardo ai requisiti di sicurezza generali, tutte le
attrezzature di lavoro, quali tritacarne, affettatrice, impastatrice, frullatori, segaossa,
pelapatate, tritaverdura devono essere oggetto di valutazione dei rischi.
Altre indicazioni:
- “usare solo macchine dotate di dichiarazione di conformità CE;
- in albergo devono essere presenti i manuali d’uso e manutenzione di tutte le
attrezzature presenti e devono essere rispettate le indicazioni in esso contenute”;
- deve essere verificato regolarmente il funzionamento dei dispositivi di protezione”.
La lista si sofferma in particolare su alcuni strumenti di lavoro chiedendo di
verificarne la sicurezza, la conformità normativa e riportando alcune indicazioni per
la prevenzione.
Ad esempio si segnala che il tritacarne con apertura di carico o di imbocco di
diametro fino a 56 mm “deve possedere le seguenti caratteristiche:
a) l’altezza effettiva del collo di alimentazione non inferiore a 110 millimetri;
b) il collo di alimentazione, che va considerato quale organo di protezione in
quanto impedisce di fatto l’accessibilità agli organi lavoratori in movimento, è fisso e
solidale con il corpo del tritacarne”.
Mentre il tritacarne con apertura di carico o di imbocco con diametro superiore ai
56 millimetri “deve possedere le seguenti caratteristiche:
a) l’altezza effettiva del collo di alimentazione non inferiore ai 110 mm;
b) è solidale con il corpo del tritacarne;
c) il collo di alimentazione è munito di protezione inamovibile;
d) uno o più fori ai quali si possa circoscrivere un cerchio di diametro non superiore a
56 mm;
e) è concepito in modo che la distanza dal suo spigolo inferiore alla tramoggia,
impedisca il contatto con la coclea (tale distanza, in ogni caso, non dovrà risultare
superiore a 45 mm);
f) il diametro interno della protezione risulta non inferiore al valore di 1,5 volte il
diametro massimo del collo di alimentazione”.
Dopo aver presentato un’immagine esemplificativa dei dispositivi di sicurezza
dell’affettatrice, il documento si sofferma sull’impastatrice e indica che “le
impastatrici utilizzate sia per la lavorazione della carne macinata che per la
preparazione dell'impasto della pasta devono essere provviste di un riparo
amovibile atto ad impedire il contatto delle mani del lavoratore con gli organi
lavoratori. Detta protezione amovibile deve essere provvista di un dispositivo di
blocco collegato con gli organi di messa in moto e di movimento della macchina”.
Il documento si sofferma poi sulla caldaia (i dispositivi di sicurezza di pentole
ribaltabili, bagnomaria, steamer devono essere controllati periodicamente) e sulla
friggitrice.
Riguardo a quest’ultima si indica che in prossimità della friggitrice deve essere
presente una coperta antifiamma “abbastanza grande da coprire tutta la persona
(minimo 180 x 120 cm.)”.
Riportiamo infine alcune indicazioni relative a:
- coltelli: i coltelli presenti in cucina devono soddisfare i principi ergonomici (ad es.
impugnatura ergonomica) e dopo l’affilatura si deve controllare lo spessore della
lama. In particolare “al momento dell’acquisto deve essere presa in considerazione
la conformazione dell’impugnatura per evitare che la mano scivoli sulla lama”. E un
coltello è “considerato troppo appuntito quando la larghezza della lama, misurata
a partire da 15 mm dalla punta, è inferiore a 8 mm”;
- cella frigorifera: “le porte devono potersi aprire sempre dall’interno. Deve essere
installato un sistema di allarme collegato con l’impianto di allarme generale”;
- cappa aspirante: “la cappa aspirante deve essere pulita regolarmente per farla
lavorare con la massima efficienza. La pulizia della cappa aspirante consente di
eliminare i grassi carichi di fumi e vapori dalle zone di cottura, contribuendo a
regolare la temperatura della cucina e mantenere la sua atmosfera igienicamente
integra. Le zone che non vengono pulite possono facilmente diventare un rischio di
incendio e mettono a forte rischio l'igiene, con conseguenti odori sgradevoli,
incremento di presenza di parassiti e rischi per l'efficienza meccanica”;
- forno: “i piani di appoggio interni devono essere conformati in maniera tale da
consentire una movimentazione sicura. Devono essere previste delle tecniche di
movimentazione adeguate con successiva azione di informazione e formazione
degli addetti”.
Rimandando alla lettura integrale del documento, concludiamo segnalando che la
lista di controllo si sofferma anche sui dispositivi di protezione per gli operatori e sulla
sicurezza degli addetti alla lavanderia/stireria e dei lavoratori degli uffici e della
portineria.
Azienda USL 10 Firenze, “ Lista di controllo per la compilazione delle procedure standardizzate per
l’effettuazione della valutazione dei rischi nelle strutture turistico-ricettive”, a cura del Dipartimento di
Prevenzione dell’Azienda USL 10 Firenze (formato PDF, 592 kB).
Fonte: puntosicuro.it
Contributi 2017 coltivatori e imprenditori agricoli, circolare Inps.
ROMA – Coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli. Sono state
pubblicate da Inps con circolare n.96 del 31 maggio le indicazioni per i contributi
obbligatori per il 2017, contribuzione Ivs, maternità, Inail e agevolazioni.
La circolare riporta informazioni sulle aliquote a partire dal reddito medio
convenzionale che per il 2017 è di Euro 56,83, tabelle per aliquota di finanziamento
e di computo, zona normale e zona svantaggiata, riduzioni per gli agricoltori che
abbiano meno di 21 anni.
Per quanto riguarda la maternità, il contributo per ciascuna unità attiva in Gestione
speciale per l’anno 2017 “è fissato nella misura di € 7,49”. Per Inail nel 2017 resta nella
misura capitaria annua di 768,50 euro e di 532,18 euro per i territori montani e le zone
svantaggiate.
Scadenze per i pagamenti F24: 17 luglio, il 18 settembre, il 16 novembre 2017 e il 16
gennaio 2018.
La circolare riporta infine indicazioni per esonero Ivs e contributo addizionale ex art.1
commi 344 e 345 della Legge 11 dicembre 2016 n.232, per chi ha meno di 40 anni
con iscrizioni nel 2017 e per chi ha meno di 40 anni e un’azienda in zone montane o
svantaggiate e che si è iscritto nel 2016. Ovvero i casi trattati in dettaglio nella
circolare n.85 dell’11 maggio 2017. (Articolo di Corrado De Paolis)
Info: Inps circolare n.96 del 31 maggio 2017
Fonte: quotidianosicurezza.it
La sicurezza nei caseifici: i rischi nella trasformazione del latte.
Un progetto multimediale si sofferma sulla tutela della salute e della sicurezza nei
caseifici. Focus sui rischi correlati a macchine e impianti nella trasformazione di latte
pastorizzato: stoccaggio, trattamento, cagliatura e taglio.
Bologna, 29 mag – Nelle scorse settimane ci siamo soffermati sulla tutela della salute
e della sicurezza dei lavoratori impegnati nei caseifici, dove ha luogo la
trasformazione del latte in burro e formaggio.
E ne abbiamo parlato attraverso uno dei documenti correlati al progetto Impresa
Sicura, un progetto multimediale - elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche,
Regione Emilia-Romagna e Inail - che è stato validato dalla Commissione Consultiva
Permanente come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013 e che ha
affrontato il tema della sicurezza in vari ambiti del settore agroalimentare con
particolare riferimento a caseifici, lavorazione della carne, acetifici e lavorazione
della pasta all’uovo.
In particolare il documento “ Settore agroalimentare_I caseifici” permette di
analizzare, per ciascuna fase delle varie tipologie di lavorazione nel caseificio,
macchine, attrezzature e impianti impiegati in caseificio “individuando per ognuna
di esse i principali fattori di rischio per la sicurezza e le relative misure di prevenzione”.
Riguardo alla trasformazione di latte pastorizzato, si ricorda che nella fase di
approvvigionamento e stoccaggio del latte, il latte proveniente dall’autocisterna
può seguire un percorso attraverso vari impianti quali:
- “degasatore in linea, che ha lo scopo di eliminare odori e gas estranei al latte e
rendere più accurata la sua misurazione;
- filtro a maglie, per l’eliminazione di eventuale sporcizia grossolana dal latte;
- misuratore volumetrico del latte di tipo meccanico o elettromagnetico;
- serbatoio intermedio (opzionale), che ha lo scopo di fare da polmone per il silos;
- scambiatore termico (opzionale), che ha lo scopo di effettuare il trattamento
termico e/o la refrigerazione del latte;
- cisterne di stoccaggio del latte, che possono essere una o più. Si tratta di serbatoi
di acciaio inox termicamente isolati e refrigerati, aventi la forma di silos verticali o
orizzontali. Di regola i serbatoi sono ubicati all’esterno dello stabilimento produttivo,
nelle immediate adiacenze del reparto dove avviene il trattamento preliminare del
latte. Le moderne cisterne sono dotate di un dispositivo di agitazione (lenta ma
continua) che previene la separazione per gravità della parte cremosa dal plasma
del latte. La temperatura del latte viene mantenuta inferiore a 6 °C grazie ad un
sistema di raffreddamento collegato ad un termostato. I silos sono dotati di
strumentazione per il controllo di livello, pressione interna, temperatura. La quantità
di latte stoccata in un caseificio è in genere circa tre volte il volume di latte lavorato
in un giorno”.
Queste alcune possibili attività/situazioni di rischio che coinvolgono macchine,
attrezzature o impianti:
- investimento: “il transito delle autocisterne per il rifornimento del latte nei piazzali
esterni dello stabilimento produttivo (dal cancello di ingresso fino al punto di
riempimento dei serbatoi e viceversa), può comportare il rischio di investimento dei
lavoratori del caseificio”. Riguardo alla prevenzione è bene “predisporre e
segnalare percorsi separati per pedoni ed automezzi. Gestire con apposite
procedure o formazione le misure tecniche e organizzative intraprese”;
- caduta dall’alto: “le eventuali operazioni di manutenzione agli impianti e ai
serbatoi di stoccaggio possono comportare la necessità di raggiungere postazioni in
altezza, con conseguente rischio di caduta dall’alto. Anche per le operazioni di
prelievo di campioni di prodotto e la successiva pulizia, ove l’addetto acceda alla
sommità della autocisterna, è presente il rischio di caduta dall’alto”. Per la
prevenzione “predisporre accessi sicuri alle postazioni in altezza ai serbatoi di
stoccaggio con gradini stabili e antiscivolo, parapetti, fascia fermapiedi, ecc…
come prescritto dalle norme vigenti. Anche l’accesso alla parte superiore della
autocisterna deve essere reso sicuro, ad esempio con una scaletta robusta dotata
di gradini stabili e antiscivolo, e dotando il camminamento lungo la cisterna di
corrimano e parapetto reclinabili, che l’operatore possa alzare prima di accedere
al camminamento, anch’esso antiscivolo realizzato ad esempio tramite un grigliato.
Nel caso in cui il parapetto reclinabile sia presente su entrambi i lati del
camminamento grigliato, l’operatore dovrà porre in posizione tali apprestamenti
prima di salire definitivamente sul camminamento stesso”.
Si segnala che nel caso in cui il parapetto reclinabile sia invece presente su un solo
lato del camminamento, “l’operatore dovrà far uso di idonei D.P.I. anticaduta, oltre
alle calzature antiscivolo di sicurezza. Il D.P.I. anticaduta a fronte di una caduta
controllata dovrà essere di tipo completo e non dovrà essere dotato di dispositivo di
dissipazione dell’energia a condizione che il cordino di collegamento con la linea
vita installata alla base del parapetto reclinabile sia il più corto possibile. L’aggancio
dovrà essere di tipo scorrevole in modo da consentire all’operatore di muoversi su
tutta la lunghezza del camminamento rimanendo ancorato e in buon grado di
sicurezza anticaduta”.
Veniamo alla fase di trattamento preliminare del latte dove sono possibili
attività/situazioni a rischio che coinvolgono le seguenti macchine, attrezzature o
impianti:
- pulitrice: “centrifuga ermetica ad alta velocità, realizzata in acciaio inossidabile,
che ha lo scopo di separare le impurità dal latte, basandosi sull’allontanamento
delle particelle di dimensioni superiori a globulo di grasso;
- impianto di pastorizzazione: particolari apparecchiature in acciaio inossidabile
dove avviene la pastorizzazione del latte tramite scambiatori termici a piastre, che
riscaldano il latte ad una temperatura di 71°-72°C per 30 secondi”.
Questi i possibili rischi per la sicurezza:
- lavoro in prossimità di superfici calde: “nell’area di pastorizzazione gli addetti
possono essere esposti al rischio di ustioni di varie parti del corpo con dovuto al
contatto con parti calde dell’impianto”. Per la prevenzione è opportuno “prevedere
protezioni fisse (o munite di dispositivo di blocco); ove sia necessario mantenere la
visibilità, possono essere eventualmente realizzate con griglie, o barre distanziatrici
idonee ad impedire che gli arti degli addetti possano raggiungere le parti
meccaniche in movimento”.
Concludiamo con qualche cenno alla sicurezza nelle fasi di fermentazione,
cagliatura, taglio, pressatura, formatura, stufatura, rivoltamento.
In queste fasi sono possibili attività/situazioni a rischio che coinvolgono le seguenti
macchine, attrezzature o impianti:
- caldaie polivalenti;
- sistema pneumatico per lo scarico della cagliata;
- sistema automatico per il ribaltamento degli stampi;
- tavoli pressa porzionatori (“si tratta di tavoli rettangolari dotati di pareti di altezza
sufficientemente elevata e di un fondo sul quale scorre un nastro trasportatore
perforato”).
Rimandando alla lettura integrale del documento, che riporta nel dettaglio le
caratteristiche di ogni macchina e impianto, veniamo ad alcuni possibili rischi per la
sicurezza relativi a queste ultime fasi:
- transito su pavimenti resi scivolosi;
- lavoro in prossimità di organi meccanici in movimento: “in questo reparto gli
addetti possono essere esposti al rischio di impigliamento, presa e trascinamento,
schiacciamento dovuto a varie parti dell’impianto, principalmente: agitatori-
taglierine delle caldaie polivalenti ed i relativi bracci meccanici e organi di
trasmissione del moto; organi di trasmissione del moto al tamburo rotante perforato,
utilizzato per il pre-drenaggio del siero dalla cagliata prima della formatura; sistema
automatico di avanzamento, impilamento e ribaltamento degli stampi pieni; sistemi
automatici per la movimentazione degli stampi entro e fuori dalla camera di
stufatura, ad esempio trenini elettrici (robot); sistemi automatici per l’apertura e
chiusura delle porte della camera di stufatura”.
Ci soffermiamo, infine, sulla prevenzione degli infortuni correlati al lavoro in
prossimità di organi meccanici in movimento.
Si indica che per quanto riguarda gli agitatori-taglierine e gli organi di trasmissione
del moto, “è opportuno prevedere protezioni fisse (o munite di dispositivo di blocco);
ove sia necessario mantenere la visibilità, possono essere eventualmente realizzate
con griglie, o barre distanziatrici idonee ad impedire che gli arti degli addetti
possano raggiungere le parti meccaniche in movimento”.
Inoltre durante eventuali manutenzioni “tutto l’impianto deve essere posto in
sicurezza; in particolare vanno predisposte procedure di sicurezza che impediscano
la possibilità di mettere in moto l’impianto durante le fasi di manutenzione o
revisione. A tale scopo, prima di iniziare le operazioni di manutenzione, si dovrà
attuare una procedura tecnico-organizzativa che preveda la segnalazione dei
lavori in corso. Tale procedura potrebbe prevedere l’apertura dell’interruttore
generale di macchina o di impianto, o altri blocchi che impediscano il riavviamento
indesiderato. A tale scopo si potrebbero prevedere interruttori lucchettabili da parte
degli addetti. I lucchetti e le relative chiavi dovranno essere in possesso unicamente
degli addetti individuati, i quali dovranno provvedere personalmente alla posa e
alla rimozione dei blocchi installati”.
Si indica poi che le paratie ad apertura e chiusura automatica della camera di
stufatura, ove presenti, “devono essere protette contro il rischio di schiacciamento,
ad esempio:
- per la fase di chiusura, la paratia può essere dotata di barra sensibile sul bordo
che, in caso di urto, ne blocchi la corsa;
- per la fase di apertura, se la paratia va ad occupare una porzione di spazio
accessibile ai lavoratori, può essere utilizzato un sistema analogo al precedente,
oppure la zona operativa può essere resa inaccessibile ad esempio tramite una
adeguata recinzione, conformata in modo tale che non sia possibile che un arto
resti a contrasto tra la paratia mobile e la protezione fissa”.
Concludiamo ricordando che queste attività possono comportare anche rischi per
la salute e segnalando che il documento si sofferma anche sui rischi e la
prevenzione nelle attività di:
- salatura;
- stagionatura;
- marchiatura, confezionamento ed etichettatura;
- stoccaggio prodotti finiti e consegna al cliente.
Il sito “ Impresa Sicura”: l’accesso via internet è gratuito e avviene tramite una registrazione al sito.
Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro - Buone Prassi -Documento
approvato nella seduta del 27 novembre 2013 – Impresa Sicura
Tiziano Menduto
Fonte: puntosicuro.it

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  • 1. News 23/SSL/2017 Lunedì, 05 giugno 2017 Testo unico sicurezza sul lavoro versione maggio 2017. ROMA – Testo Unico sicurezza sul lavoro. È stata pubblicata sul sito dell’Ispettorato nazionale del lavoro il 25 maggio 2017 la nuova edizione integrata del Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 che riporta tutti gli aggiornamenti derivanti da circolari, accordi Stato Regioni, provvedimenti amministrativi. Versione maggio 2017 L’aggiornamento è datato maggio 2017. Molte le novità inserite nell’ultima revisione. Tra queste citiamo: Accordo Stato Regioni rep 128/CSR del 7 luglio 2016, il Decreto 25 maggio 2016, n. 183 sul funzionamento del SINP, il recente decreto interdirettoriale per il rinnovo provvisorio per l’abilitazione alle verifiche periodiche, le “modifiche agli articoli 18, comma 1-bis e 53, comma 6, nonché all’entrata in vigore dell’obbligo dell’abilitazione all’uso delle machine agricole, ai sensi dell’Accordo Stato-Regioni del 22/02/2012, introdotte dal Decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244 (in G.U. 30/12/2016, n.304)“. (Articolo di Corrado De Paolis) Info: Testo Unico sicurezza sul lavoro revisione maggio 2017 Fonte: quotidianosicurezza.it La contaminazione microbiologica di ospedali e ambienti sanitari. Riguardo alla contaminazione microbiologica negli ambienti lavorativi una pubblicazione indica che il 20/40% delle infezioni ospedaliere è attribuibile a infezioni trasmesse attraverso mani e/o guanti del personale sanitario. Roma, 31 Mag – Non solo l’aria ma anche le superfici di attrezzature, piani, apparecchiature e indumenti di lavoro, parti del corpo, “possono rappresentare importanti veicoli di contaminazione microbiologica e potenziali fonti di trasmissione di agenti infettivi”. E le caratteristiche microbiologiche che facilitano la trasmissione di patogeni presenti su superfici ambientali, secondo alcune ricerche e con particolare riferimento all’ambito sanitario, sono:
  • 2. - “sopravvivenza per lunghi periodi di tempo su superfici ambientali; - capacità di mantenere la propria virulenza nell’ambiente; - frequente contaminazione dell’ambiente ospedaliero; - capacità di colonizzare pazienti (Acitenobacter spp., MRSA, VRE, Clostridium difficile); - capacità di colonizzare in via transitoria le mani degli operatori sanitari; - trasmissione attraverso le mani contaminate degli operatori sanitari; - bassa dose infettante (Clostridium difficile, norovirus); - resistenza ai disinfettanti usati sulle superfici ambientali (Clostridium difficile, norovirus)”. Queste sono alcune indicazioni tratte dal recente documento Inail - frutto di una collaborazione tra Contarp e Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale (Dimeila) – dal titolo “La contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi”; un documento che ha l’obiettivo di individuare criteri ed elaborare strumenti operativi utili alla “valutazione del rischio di esposizione ad agenti biologici negli ambienti di lavoro”. Ci soffermiamo oggi su quanto indicato relativamente alla contaminazione di alcuni ambienti di lavoro con particolare riferimento agli ambienti sanitari. La pubblicazione ricorda che i risultati degli studi e i dati di letteratura relativi alla diffusione di agenti infettivi responsabili di patologie a carico di pazienti e operatori sanitari, mostrano che le “superfici hanno un ruolo preminente nella diffusione dei microrganismi in ambito nosocomiale”, negli ambienti ospedalieri. Uno studio (Spaulding, 1968) distinse in particolare “tre tipologie di superfici ambientali (critiche, semicritiche e non critiche) in ambito nosocomiale, ai fini dell’individuazione dei requisiti di pulizia o di sterilità delle stesse in funzione del loro impiego (assistenza, diagnosi e terapia) e, dunque, dell’entità del rischio di infezione (CDC, 2008)”. Si indica che negli ultimi dieci anni “il ruolo dell’ambiente nella trasmissione di microrganismi multi-resistenti negli ospedali è diventato sempre più importante a seguito di un aumento dell’incidenza delle infezioni nosocomiali”: le infezioni ospedaliere “insorgono durante il ricovero in ospedale o in alcuni casi dopo che il paziente è stato dimesso, non essendo le stesse presenti al momento del ricovero”.
  • 3. E proprio il Comitato per la lotta contro le Infezioni Ospedaliere (“istituito presso ogni presidio ospedaliero a seguito della circolare del Ministero della sanità n. 52/85 e del d.m. del 13 settembre 1988 «Determinazione degli standard del personale ospedaliero» - art. 2) ha il “compito specifico di prevenire e controllare queste infezioni, garantendo la qualità dell’assistenza sanitaria fornita”. Il documento si sofferma in particolare anche sul “ruolo dell’ambiente inanimato nell’epidemiologia delle infezioni causate da agenti patogeni quali Staphylococcus aureus meticillina resistente (MRSA), Enterococcus spp. vancomicina resistenti (VRE), Clostridium difficile, Acinetobacter spp. e norovirus”: questi microrganismi sono, infatti, “in grado di sopravvivere nell’ambiente per ore o giorni (e in alcuni casi per mesi), contaminando superfici non critiche di arredi, attrezzature, oggetti, ecc. (Dancer, 2009)”. Si sottolinea poi che malgrado la trasmissione di agenti patogeni da un paziente infetto a un altro si verifichi frequentemente attraverso le mani del personale sanitario, “anche le superfici contaminate, le attrezzature mediche e le matrici ambientali come l’acqua e l’aria possono essere direttamente o indirettamente coinvolte nel meccanismo di trasmissione”. Infatti il ruolo svolto dalle superfici nella trasmissione di patogeni a pazienti “è stato confermato in base a: 1) rilievo della presenza di agenti patogeni responsabili di infezioni nosocomiali sulle superfici ambientali della stanza di degenza dei pazienti infettati; 2) riscontro che la pulizia e la disinfezione delle superfici sanitarie riducono l’incidenza delle infezioni nosocomiali; 3) altre evidenze che dimostrano il ruolo della contaminazione delle superfici ambientali nella trasmissione degli agenti infettivi negli ambienti sanitari”. Nel documento, che vi invitiamo a visionare integralmente, una tabella riporta indicazioni sulle “evidenze che supportano il ruolo della contaminazione delle superfici nella trasmissione di patogeni associati agli ambienti sanitari”. Il documento indica poi che “nonostante la principale fonte di patogeni nosocomiali sia rappresentata dalla flora endogena del paziente, il 20% - 40% delle infezioni ospedaliere è stato attribuito a infezioni trasmesse attraverso mani e/o guanti del personale sanitario contaminate dal contatto diretto con il paziente o con
  • 4. superfici ambientali”. Sono riportati, a questo proposito, diversi studi. Ne citiamo solo alcuni: - uno studio svolto in un ospedale messicano ha isolato da “superfici ambientali diversi batteri appartenenti al genere Klebsiella, Pseudomonas e E. coli e funghi appartenenti ai generi Cladosporium, Microsporum, Aspergillus, Penicillium. La presenza di questi microrganismi è stata rilevata su tavoli, attrezzature di lavoro e mani dello staff medico. Gli autori sottolineano che il livello di contaminazione ambientale si riduceva notevolmente dopo un lavaggio accurato delle mani degli operatori prima e dopo il contatto con i pazienti e con le superfici, pratica questa che risultava essere disattesa in più del 50% dei reparti esaminati (Garzia-Cruz, 2012 a)”; - uno studio ha “campionato 113 superfici di una sala operatoria e reparti ospedalieri: nel 70-76% dei casi, dopo le normali operazioni di pulizia, il livello di contaminazione microbica non risultava accettabile. I siti maggiormente contaminati erano quelli delle cucine e nei bagni, aree normalmente implicate nella diffusione delle malattie ospedaliere”. Si indica in definitiva che “gli aspetti di cui tener conto nella valutazione e gestione della contaminazione microbiologica degli ambienti sanitari sono diversi; tra questi, rivestono particolare importanza l’origine della contaminazione microbica e la sopravvivenza dei microrganismi nell’ambiente”. Infatti “agenti patogeni in grado di persistere nell’ambiente nosocomiale e sulle attrezzature medicali possono causare focolai epidemici essendo possibile la loro trasmissione dall’ambiente, attraverso il personale sanitario, al paziente e da questo ad altre persone o direttamente dalle superfici o dalle attrezzature medicali (più raramente, da acqua e aria) ai pazienti”. E abbiamo riportato, in apertura di articolo, i fattori che concorrono alla trasmissione di specifici patogeni da superfici contaminate all’uomo sono diversi, tra cui la “capacità di colonizzare le superfici e i pazienti, la bassa dose infettante (Clostridium difficile, norovirus), la sopravvivenza nell’ambiente del microrganismo per lunghi periodi di tempo, mantenendo la propria virulenza”. Si segnala, infine, che per valutare e controllare il rischio di infezione negli ambienti sanitari, “normalmente vengono realizzati monitoraggi microbiologici di matrici (aria, acqua) e superfici ambientali di sale operatorie, reparti ospedalieri, unità di emodialisi, terapie intensive ecc. Le indagini ambientali relative alle superfici sono,
  • 5. tuttavia, generalmente limitate alla carica batterica totale e/o alla ricerca di specifiche specie batteriche comunemente responsabili di infezioni nosocomiali”. Concludiamo ricordando che il documento Inail si sofferma anche sulla possibile contaminazione microbiologica delle superfici anche negli ambienti non sanitari, un tema a cui accenneremo in un prossimo articolo del nostro giornale. Inail – Contarp - Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale, “ La contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi”, documento a cura di Raffaella Giovinazzo (Contarp centrale), autori: Simona Barca, Luigi Caradonna, Genoveffa Giaquinta, Raffaella Giovinazzo, Elena Guerrera, Marina Mameli, Gabriella Marena, Teresa Mastromartino e Daniela Sarto (Contarp), Antonella Mansi e Paola Tomao (Dimeila), con la collaborazione di Annalaura Carducci e Marco Verani (Laboratorio di Igiene e Virologia Ambientale dell’Università di Pisa) e Anna Molinari e Eleonora Masala (Laboratorio di Prevenzione dell’Agenzia della Tutela della Salute della Brianza), edizione 2017 (formato PDF, 1.34 MB). Fonte: puntosicuro.it Assegno nucleo familiare Anf 2017-2018, redditi e importi. ROMA – ANF. Sono stati rilasciati da Inps con circolare n.87 del 18 maggio 2017 livelli reddituali e importi per l’Assegno al nucleo familiare Anf 1° luglio 2017 – 30 giugno 2018. Info: Inps, livelli e importi Anf 2017-2018 Fonte: quotidianosicurezza.it Strutture turistico-ricettive: la sicurezza degli addetti alle cucine. Una lista di controllo si sofferma sulla compilazione delle procedure standardizzate per l’effettuazione della valutazione dei rischi nelle strutture turistico-ricettive. Focus sui rischi e sulle misure di prevenzione per gli addetti alle cucine. Firenze, 30 Mag – Benché sia evidente l’importanza per l’economia italiana del comparto turistico alberghiero, non sono molti nel nostro paese i documenti che affrontano il tema della salute e sicurezza nelle strutture alberghiere per i tanti lavoratori che ci operano. Per questo motivo torniamo oggi a parlare di una lista di controllo, prodotta dall’ Azienda USL 10 Firenze, che permette di analizzare la sicurezza delle strutture
  • 6. ricettive in termini organizzativi, dal punto di vista dei requisiti tecnici di igiene e sicurezza richiesti dalla normativa e con esplicito riferimento all’elaborazione di procedure standardizzate per la valutazione dei rischi. Stiamo parlando della “Lista di controllo per la compilazione delle procedure standardizzate per l’effettuazione della valutazione dei rischi nelle strutture turistico- ricettive”, un documento che si sofferma anche sui rischi derivanti dalle mansioni lavorative tipiche del settore alberghiero. Dopo aver parlato in un precedente articolo dei rischi e delle misure di prevenzione per gli addetti ai piani, oggi ci soffermiamo sulla sicurezza degli addetti alla cucina, lavoratori incaricati della preparazione e del servizio dei pasti, Riguardo a questa tipologia di lavoratori, la lista di controllo chiede innanzitutto di verificare che i pavimenti siano antiscivolo e adeguati alle condizioni lavorative. Infatti per migliorare la prevenzione dei tanti infortuni per cadute in piano, i pavimenti del locale “devono avere caratteristiche antiscivolo in considerazione della possibilità molto frequente di caduta di acqua e sostanze scivolose (olio da cucina, ecc.)”. Veniamo ai rischi derivanti dall’utilizzo di attrezzature da cucina. Il documento indica che, riguardo ai requisiti di sicurezza generali, tutte le attrezzature di lavoro, quali tritacarne, affettatrice, impastatrice, frullatori, segaossa, pelapatate, tritaverdura devono essere oggetto di valutazione dei rischi. Altre indicazioni: - “usare solo macchine dotate di dichiarazione di conformità CE; - in albergo devono essere presenti i manuali d’uso e manutenzione di tutte le attrezzature presenti e devono essere rispettate le indicazioni in esso contenute”; - deve essere verificato regolarmente il funzionamento dei dispositivi di protezione”. La lista si sofferma in particolare su alcuni strumenti di lavoro chiedendo di verificarne la sicurezza, la conformità normativa e riportando alcune indicazioni per la prevenzione. Ad esempio si segnala che il tritacarne con apertura di carico o di imbocco di diametro fino a 56 mm “deve possedere le seguenti caratteristiche:
  • 7. a) l’altezza effettiva del collo di alimentazione non inferiore a 110 millimetri; b) il collo di alimentazione, che va considerato quale organo di protezione in quanto impedisce di fatto l’accessibilità agli organi lavoratori in movimento, è fisso e solidale con il corpo del tritacarne”. Mentre il tritacarne con apertura di carico o di imbocco con diametro superiore ai 56 millimetri “deve possedere le seguenti caratteristiche: a) l’altezza effettiva del collo di alimentazione non inferiore ai 110 mm; b) è solidale con il corpo del tritacarne; c) il collo di alimentazione è munito di protezione inamovibile; d) uno o più fori ai quali si possa circoscrivere un cerchio di diametro non superiore a 56 mm; e) è concepito in modo che la distanza dal suo spigolo inferiore alla tramoggia, impedisca il contatto con la coclea (tale distanza, in ogni caso, non dovrà risultare superiore a 45 mm); f) il diametro interno della protezione risulta non inferiore al valore di 1,5 volte il diametro massimo del collo di alimentazione”. Dopo aver presentato un’immagine esemplificativa dei dispositivi di sicurezza dell’affettatrice, il documento si sofferma sull’impastatrice e indica che “le impastatrici utilizzate sia per la lavorazione della carne macinata che per la preparazione dell'impasto della pasta devono essere provviste di un riparo amovibile atto ad impedire il contatto delle mani del lavoratore con gli organi lavoratori. Detta protezione amovibile deve essere provvista di un dispositivo di blocco collegato con gli organi di messa in moto e di movimento della macchina”. Il documento si sofferma poi sulla caldaia (i dispositivi di sicurezza di pentole ribaltabili, bagnomaria, steamer devono essere controllati periodicamente) e sulla friggitrice. Riguardo a quest’ultima si indica che in prossimità della friggitrice deve essere presente una coperta antifiamma “abbastanza grande da coprire tutta la persona (minimo 180 x 120 cm.)”. Riportiamo infine alcune indicazioni relative a: - coltelli: i coltelli presenti in cucina devono soddisfare i principi ergonomici (ad es. impugnatura ergonomica) e dopo l’affilatura si deve controllare lo spessore della lama. In particolare “al momento dell’acquisto deve essere presa in considerazione la conformazione dell’impugnatura per evitare che la mano scivoli sulla lama”. E un
  • 8. coltello è “considerato troppo appuntito quando la larghezza della lama, misurata a partire da 15 mm dalla punta, è inferiore a 8 mm”; - cella frigorifera: “le porte devono potersi aprire sempre dall’interno. Deve essere installato un sistema di allarme collegato con l’impianto di allarme generale”; - cappa aspirante: “la cappa aspirante deve essere pulita regolarmente per farla lavorare con la massima efficienza. La pulizia della cappa aspirante consente di eliminare i grassi carichi di fumi e vapori dalle zone di cottura, contribuendo a regolare la temperatura della cucina e mantenere la sua atmosfera igienicamente integra. Le zone che non vengono pulite possono facilmente diventare un rischio di incendio e mettono a forte rischio l'igiene, con conseguenti odori sgradevoli, incremento di presenza di parassiti e rischi per l'efficienza meccanica”; - forno: “i piani di appoggio interni devono essere conformati in maniera tale da consentire una movimentazione sicura. Devono essere previste delle tecniche di movimentazione adeguate con successiva azione di informazione e formazione degli addetti”. Rimandando alla lettura integrale del documento, concludiamo segnalando che la lista di controllo si sofferma anche sui dispositivi di protezione per gli operatori e sulla sicurezza degli addetti alla lavanderia/stireria e dei lavoratori degli uffici e della portineria. Azienda USL 10 Firenze, “ Lista di controllo per la compilazione delle procedure standardizzate per l’effettuazione della valutazione dei rischi nelle strutture turistico-ricettive”, a cura del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda USL 10 Firenze (formato PDF, 592 kB). Fonte: puntosicuro.it Contributi 2017 coltivatori e imprenditori agricoli, circolare Inps. ROMA – Coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli. Sono state pubblicate da Inps con circolare n.96 del 31 maggio le indicazioni per i contributi obbligatori per il 2017, contribuzione Ivs, maternità, Inail e agevolazioni. La circolare riporta informazioni sulle aliquote a partire dal reddito medio convenzionale che per il 2017 è di Euro 56,83, tabelle per aliquota di finanziamento e di computo, zona normale e zona svantaggiata, riduzioni per gli agricoltori che abbiano meno di 21 anni. Per quanto riguarda la maternità, il contributo per ciascuna unità attiva in Gestione
  • 9. speciale per l’anno 2017 “è fissato nella misura di € 7,49”. Per Inail nel 2017 resta nella misura capitaria annua di 768,50 euro e di 532,18 euro per i territori montani e le zone svantaggiate. Scadenze per i pagamenti F24: 17 luglio, il 18 settembre, il 16 novembre 2017 e il 16 gennaio 2018. La circolare riporta infine indicazioni per esonero Ivs e contributo addizionale ex art.1 commi 344 e 345 della Legge 11 dicembre 2016 n.232, per chi ha meno di 40 anni con iscrizioni nel 2017 e per chi ha meno di 40 anni e un’azienda in zone montane o svantaggiate e che si è iscritto nel 2016. Ovvero i casi trattati in dettaglio nella circolare n.85 dell’11 maggio 2017. (Articolo di Corrado De Paolis) Info: Inps circolare n.96 del 31 maggio 2017 Fonte: quotidianosicurezza.it La sicurezza nei caseifici: i rischi nella trasformazione del latte. Un progetto multimediale si sofferma sulla tutela della salute e della sicurezza nei caseifici. Focus sui rischi correlati a macchine e impianti nella trasformazione di latte pastorizzato: stoccaggio, trattamento, cagliatura e taglio. Bologna, 29 mag – Nelle scorse settimane ci siamo soffermati sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori impegnati nei caseifici, dove ha luogo la trasformazione del latte in burro e formaggio. E ne abbiamo parlato attraverso uno dei documenti correlati al progetto Impresa Sicura, un progetto multimediale - elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail - che è stato validato dalla Commissione Consultiva Permanente come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013 e che ha affrontato il tema della sicurezza in vari ambiti del settore agroalimentare con particolare riferimento a caseifici, lavorazione della carne, acetifici e lavorazione della pasta all’uovo. In particolare il documento “ Settore agroalimentare_I caseifici” permette di analizzare, per ciascuna fase delle varie tipologie di lavorazione nel caseificio, macchine, attrezzature e impianti impiegati in caseificio “individuando per ognuna di esse i principali fattori di rischio per la sicurezza e le relative misure di prevenzione”. Riguardo alla trasformazione di latte pastorizzato, si ricorda che nella fase di
  • 10. approvvigionamento e stoccaggio del latte, il latte proveniente dall’autocisterna può seguire un percorso attraverso vari impianti quali: - “degasatore in linea, che ha lo scopo di eliminare odori e gas estranei al latte e rendere più accurata la sua misurazione; - filtro a maglie, per l’eliminazione di eventuale sporcizia grossolana dal latte; - misuratore volumetrico del latte di tipo meccanico o elettromagnetico; - serbatoio intermedio (opzionale), che ha lo scopo di fare da polmone per il silos; - scambiatore termico (opzionale), che ha lo scopo di effettuare il trattamento termico e/o la refrigerazione del latte; - cisterne di stoccaggio del latte, che possono essere una o più. Si tratta di serbatoi di acciaio inox termicamente isolati e refrigerati, aventi la forma di silos verticali o orizzontali. Di regola i serbatoi sono ubicati all’esterno dello stabilimento produttivo, nelle immediate adiacenze del reparto dove avviene il trattamento preliminare del latte. Le moderne cisterne sono dotate di un dispositivo di agitazione (lenta ma continua) che previene la separazione per gravità della parte cremosa dal plasma del latte. La temperatura del latte viene mantenuta inferiore a 6 °C grazie ad un sistema di raffreddamento collegato ad un termostato. I silos sono dotati di strumentazione per il controllo di livello, pressione interna, temperatura. La quantità di latte stoccata in un caseificio è in genere circa tre volte il volume di latte lavorato in un giorno”. Queste alcune possibili attività/situazioni di rischio che coinvolgono macchine, attrezzature o impianti: - investimento: “il transito delle autocisterne per il rifornimento del latte nei piazzali esterni dello stabilimento produttivo (dal cancello di ingresso fino al punto di riempimento dei serbatoi e viceversa), può comportare il rischio di investimento dei lavoratori del caseificio”. Riguardo alla prevenzione è bene “predisporre e segnalare percorsi separati per pedoni ed automezzi. Gestire con apposite procedure o formazione le misure tecniche e organizzative intraprese”; - caduta dall’alto: “le eventuali operazioni di manutenzione agli impianti e ai serbatoi di stoccaggio possono comportare la necessità di raggiungere postazioni in altezza, con conseguente rischio di caduta dall’alto. Anche per le operazioni di prelievo di campioni di prodotto e la successiva pulizia, ove l’addetto acceda alla sommità della autocisterna, è presente il rischio di caduta dall’alto”. Per la prevenzione “predisporre accessi sicuri alle postazioni in altezza ai serbatoi di stoccaggio con gradini stabili e antiscivolo, parapetti, fascia fermapiedi, ecc… come prescritto dalle norme vigenti. Anche l’accesso alla parte superiore della autocisterna deve essere reso sicuro, ad esempio con una scaletta robusta dotata
  • 11. di gradini stabili e antiscivolo, e dotando il camminamento lungo la cisterna di corrimano e parapetto reclinabili, che l’operatore possa alzare prima di accedere al camminamento, anch’esso antiscivolo realizzato ad esempio tramite un grigliato. Nel caso in cui il parapetto reclinabile sia presente su entrambi i lati del camminamento grigliato, l’operatore dovrà porre in posizione tali apprestamenti prima di salire definitivamente sul camminamento stesso”. Si segnala che nel caso in cui il parapetto reclinabile sia invece presente su un solo lato del camminamento, “l’operatore dovrà far uso di idonei D.P.I. anticaduta, oltre alle calzature antiscivolo di sicurezza. Il D.P.I. anticaduta a fronte di una caduta controllata dovrà essere di tipo completo e non dovrà essere dotato di dispositivo di dissipazione dell’energia a condizione che il cordino di collegamento con la linea vita installata alla base del parapetto reclinabile sia il più corto possibile. L’aggancio dovrà essere di tipo scorrevole in modo da consentire all’operatore di muoversi su tutta la lunghezza del camminamento rimanendo ancorato e in buon grado di sicurezza anticaduta”. Veniamo alla fase di trattamento preliminare del latte dove sono possibili attività/situazioni a rischio che coinvolgono le seguenti macchine, attrezzature o impianti: - pulitrice: “centrifuga ermetica ad alta velocità, realizzata in acciaio inossidabile, che ha lo scopo di separare le impurità dal latte, basandosi sull’allontanamento delle particelle di dimensioni superiori a globulo di grasso; - impianto di pastorizzazione: particolari apparecchiature in acciaio inossidabile dove avviene la pastorizzazione del latte tramite scambiatori termici a piastre, che riscaldano il latte ad una temperatura di 71°-72°C per 30 secondi”. Questi i possibili rischi per la sicurezza: - lavoro in prossimità di superfici calde: “nell’area di pastorizzazione gli addetti possono essere esposti al rischio di ustioni di varie parti del corpo con dovuto al contatto con parti calde dell’impianto”. Per la prevenzione è opportuno “prevedere protezioni fisse (o munite di dispositivo di blocco); ove sia necessario mantenere la visibilità, possono essere eventualmente realizzate con griglie, o barre distanziatrici idonee ad impedire che gli arti degli addetti possano raggiungere le parti meccaniche in movimento”. Concludiamo con qualche cenno alla sicurezza nelle fasi di fermentazione, cagliatura, taglio, pressatura, formatura, stufatura, rivoltamento. In queste fasi sono possibili attività/situazioni a rischio che coinvolgono le seguenti
  • 12. macchine, attrezzature o impianti: - caldaie polivalenti; - sistema pneumatico per lo scarico della cagliata; - sistema automatico per il ribaltamento degli stampi; - tavoli pressa porzionatori (“si tratta di tavoli rettangolari dotati di pareti di altezza sufficientemente elevata e di un fondo sul quale scorre un nastro trasportatore perforato”). Rimandando alla lettura integrale del documento, che riporta nel dettaglio le caratteristiche di ogni macchina e impianto, veniamo ad alcuni possibili rischi per la sicurezza relativi a queste ultime fasi: - transito su pavimenti resi scivolosi; - lavoro in prossimità di organi meccanici in movimento: “in questo reparto gli addetti possono essere esposti al rischio di impigliamento, presa e trascinamento, schiacciamento dovuto a varie parti dell’impianto, principalmente: agitatori- taglierine delle caldaie polivalenti ed i relativi bracci meccanici e organi di trasmissione del moto; organi di trasmissione del moto al tamburo rotante perforato, utilizzato per il pre-drenaggio del siero dalla cagliata prima della formatura; sistema automatico di avanzamento, impilamento e ribaltamento degli stampi pieni; sistemi automatici per la movimentazione degli stampi entro e fuori dalla camera di stufatura, ad esempio trenini elettrici (robot); sistemi automatici per l’apertura e chiusura delle porte della camera di stufatura”. Ci soffermiamo, infine, sulla prevenzione degli infortuni correlati al lavoro in prossimità di organi meccanici in movimento. Si indica che per quanto riguarda gli agitatori-taglierine e gli organi di trasmissione del moto, “è opportuno prevedere protezioni fisse (o munite di dispositivo di blocco); ove sia necessario mantenere la visibilità, possono essere eventualmente realizzate con griglie, o barre distanziatrici idonee ad impedire che gli arti degli addetti possano raggiungere le parti meccaniche in movimento”. Inoltre durante eventuali manutenzioni “tutto l’impianto deve essere posto in sicurezza; in particolare vanno predisposte procedure di sicurezza che impediscano la possibilità di mettere in moto l’impianto durante le fasi di manutenzione o revisione. A tale scopo, prima di iniziare le operazioni di manutenzione, si dovrà attuare una procedura tecnico-organizzativa che preveda la segnalazione dei lavori in corso. Tale procedura potrebbe prevedere l’apertura dell’interruttore
  • 13. generale di macchina o di impianto, o altri blocchi che impediscano il riavviamento indesiderato. A tale scopo si potrebbero prevedere interruttori lucchettabili da parte degli addetti. I lucchetti e le relative chiavi dovranno essere in possesso unicamente degli addetti individuati, i quali dovranno provvedere personalmente alla posa e alla rimozione dei blocchi installati”. Si indica poi che le paratie ad apertura e chiusura automatica della camera di stufatura, ove presenti, “devono essere protette contro il rischio di schiacciamento, ad esempio: - per la fase di chiusura, la paratia può essere dotata di barra sensibile sul bordo che, in caso di urto, ne blocchi la corsa; - per la fase di apertura, se la paratia va ad occupare una porzione di spazio accessibile ai lavoratori, può essere utilizzato un sistema analogo al precedente, oppure la zona operativa può essere resa inaccessibile ad esempio tramite una adeguata recinzione, conformata in modo tale che non sia possibile che un arto resti a contrasto tra la paratia mobile e la protezione fissa”. Concludiamo ricordando che queste attività possono comportare anche rischi per la salute e segnalando che il documento si sofferma anche sui rischi e la prevenzione nelle attività di: - salatura; - stagionatura; - marchiatura, confezionamento ed etichettatura; - stoccaggio prodotti finiti e consegna al cliente. Il sito “ Impresa Sicura”: l’accesso via internet è gratuito e avviene tramite una registrazione al sito. Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro - Buone Prassi -Documento approvato nella seduta del 27 novembre 2013 – Impresa Sicura Tiziano Menduto Fonte: puntosicuro.it