Rischio infettivo delle lenti a contatto: il ruolo della manutenzione e l’efficacia dei disinfettanti
1. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “G.D’ANNUNZIO”
CHIETI-PESCARA
___________________________________________________
SCUOLA DI MEDICINA E SCIENZE DELLA SALUTE
Corso di Laurea in
ORTOTTICA ED ASSISTENZA DI OFTALMOLOGIA
RISCHIO INFETTIVO DELLE LENTI A CONTATTO:
IL RUOLO DELLA MANUTENZIONE
E L’EFFICACIA DEI DISINFETTANTI
Laureando: Relatore:
Simone Loiodice Dott. Stefano Palma
2. 100.000.000
Portatori di lenti a contatto nel mondo
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3. #1
Biomedical Implants in Ophthalmology in the world
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4. Problema di sanità pubblica:
Situazioni patologiche di lieve o media entità
Congiuntiviti
Infiltrati corneali
Eventi severi
Cheratiti ulcerative
Ascessi
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5. Numero casi / 10.000 portatori
4 4,1
RGP
Hydrogel
Uso
Prolungato 96,4
20,9
2
nd
Silicone-
Hydrogel
19,6
56
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6. Dove si possono sviluppano i batteri?
CONTENITORI LAC
AMBIENTE
OCULARE
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7. Che ruolo hanno
le lenti a contatto
nella genesi delle
infezioni oculari?
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8. Ruolo delle lenti a contatto
Fonti di infezione
Alterazioni fisiopatologiche
della superficie oculare
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10. Microbiologia delle cheratiti batteriche
Portatori di LaC
Gram +
• St Aureus 20-26%
• St CNS 8%
• Str Pneumoniae 8%
• Altri ( Viridans Enterococchi)
1-2%
Gram-
• P. Aeruginosa. 25%-75%
(Silicone-Hydrogel 64%)
• Serratia Marcenses 4-23%
• Klebsielle sppl 2-10%
• Altri ( Proteus,Moraxella,
Morganella ecc.) 2%
Non Portatori di LaC
Gram+
• St Aureus 25%
• Str Pneumoniae 12%
• St CNS 8%
• St Viridans 5%
• Altri 1-2%
Gram-
• Pseudomonas A. 11%
• Serratia Marc. 5%
• Klebsiella 4%
• Altri 2-4%
Portatorti di Lac Funghi 5% Acanthamoeba 5%
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11. Batteri
Forma planctonica Forma sessile
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12. Formazione del biofilm
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13. Sistemi di manutenzione
Sistemi ossidativi: Soluzioni uunniicchhee mmuullttiiuussoo::
Perossido di idrogeno 3% 1) Composti di ammonio quaternario
•BAC
•Poliquad
2) Biguanidi
•clorexidina polyesametilenbiguanide
•Polyaminoprpylbiguanide (Dymed )
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14. Sistemi di manutenzione
Nuova molecola: OxyChlorite
Produzione di
Biossido di Cloro
Acqua + Sale + Ossigeno
NEL PORTALENTI
OxyChlorite
stabile
OxyChlorite
stabile
NEGLI OCCHI
OxyChlorite
oculare conservanti
Ambiente
privo di
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15. Gli studi iniziali…
Sezione di microbiologia e di oftalmologia del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'università G. D'Annunzio di Chieti in collaborazione con la
Sezione di microbiologia del Dipartimento di Salute Pubblica e malattie infettive dell'Università “La Sapienza” di Roma
S. aureus P. aeruginosa
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16. Confronto tra diversi disinfettanti contattologici verso ceppi di P. Aeruginosa e
A Clorexidina +thimerosal
B Thimerosal+ clorex+EDTA
C Cloruro di benzalconio
Polyquad
Dymed
Perossido 3%
Perossido 3%
S. Aureus in forma sessile e plantonica
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17. Gli studi recenti…
Sezione di microbiologia e di oftalmologia del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'università G. D'Annunzio di Chieti in collaborazione con la
Sezione di microbiologia del Dipartimento di Salute Pubblica e malattie infettive dell'Università “La Sapienza” di Roma
CEPPI BATTERICI
• Gram+:
S. aureus
S. epidermidis
• Gram-:
S. marcescens
P. aeruginosa
Ceppi
Standard
ISO14729
PRODOTTI
CHIMICI
1) Poliaminopropilbiguanide
e polyquaternium
2) Polyquad e aldox
3) OxyChlorite
CONDIZIONI STATICHE E DINAMICHE (sistema BioFlux)
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18. Quantificazione della formazione di biofilm
Analisi del biofilm in condizioni statiche
Polyquad e Aldox Poly / biguanide Oxyclorite
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19. Quantificazione della formazione di biofilm
Analisi del biofilm in condizioni dinamiche
P. aeruginosa Biofilm in formazione
Biofilm preformato
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20. Quantificazione della formazione di biofilm
Analisi del biofilm in condizioni dinamiche
S. epidermidis Biofilm in formazione
Biofilm preformato
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21. La migliore difesa contro le
infezioni microbiche rimane la
PREVENZIONE
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22. Conclusioni
1
Le lenti a contatto sono una dei principali fattori di
rischio favorenti lo sviluppo di cheratiti infettive. 2 Una lesione superficiale dell’epitelio corneale è
necessaria per lo sviluppo dell’infezione
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23. Conclusioni
3 Le LAC possono rappresentare una fonte di microrganismi
se non correttamente manipolate e disinfettate.
4 Uno dei possibili meccanismi di inquinamento è
rappresentato dalla crescita di un biofilm batterico sulla
superficie della lente e dei contenitori
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24. Conclusioni
5 I disinfettanti contattologici devono anche contrastare la
crescita dei biofilm batterici ed essere eventualmente in
grado di disgregarli
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25. Conclusioni
6 La sostanza più attiva in presenza di biofilm preformati è il
perossido al 3%, con una possibile attività simile
dell’OxyChlorite; anche altre soluzioni uniche sembrano
impedire la crescita di biofilm sebbene non siano in grado di
agire a biofilm maturo.
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26. Conclusioni
Corretta igiene personale, idonea manutenzione e
disinfezione delle lenti sono i presupposti di un buon
utilizzo delle lenti a contatto.
Esse riducono il rischio di gravi eventi infettivi
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Secondo le stime attuali, i portatori di lenti a contatto nel mondo sono 100000000.
Il che fa diventare la lente a contatto la più diffusa protesi biomedica oftalmologica.
Questi dati evidenziano che l’incidenza di infezioni oculari da lenti a contatto rappresenta un problema di sanità pubblica. Alle situazioni patologiche di lieve o media entità quali congiuntiviti e infiltrati corneali si sommano noti eventi severi caratterizzati da un ben più importante coinvolgimento della cornea come cheratiti ulcerative e ascessi.
Le ricerche epidemiologiche hanno evidenziato che vi sono 4 casi di infezione ogni 10000, nel caso di uso di lenti a contatto tradizionali e 20 in caso di uso di lenti in hydrogel ad uso giornaliero.
Il primo studio epidemiologico è stato condotto nel 1989 ed è ancora valido, tanto da essere ripreso in altre pubblicazioni più recenti, che ne hanno confermato la validità.
Le lenti a contatto, i contenitori, e l'ambiente oculare possono fornire un adeguato ambiente di sviluppo e sopravvivenza per i microrganismi
Esaminiamo ora il ruolo delle lenti a contatto nella genesi delle infezioni oculari.
Le lenti a contatto possono sia essere fonte di infezione sia portare alterazioni fisiopatologiche della superficie oculare. Un aspetto di fondamentale importanza è quello degli effetti metabolici indotti dalla LaC a livello corneale. Molti studi hanno posto in risalto la associazione tra ipossia ed aumento del rischio infettivo, questo perché la maggior parte dei germi non sono in grado di superare un epitelio corneale integro.
I principali agenti eziologici di infezione oculare sono rappresentati per il 90% da batteri, 5% da funghi e 5% da parassiti
Gli agenti causali sono sia gram positivi che gram negativi. Il germe più importante è lo pseudomonas aeruginosa con percentuali di incidenza molto più alte rispetto ai non portatori. Questo perchè probabilmente lo pseudomonas ha la capacità di sviluppare biofilm. Da segnalare la bassa incidenza delle infezioni da funghi e acantameba anche se molto significative per gravità.
Quando i batteri liberi nell’ambiente in “forma planctonica” entrano in contatto con una superficie, iniziano a riprodursi, elaborando nel contempo una sostanza polimerica extracellulare che costituirà il biofilm protettivo.
Il processo di adesione batterica su qualsiasi superficie può essere diviso in 5 fasi:
Inizialmente si ha un’adesione temporanea e reversibile, in cui i batteri possono staccarsi dalla superficie. Una seconda fase è rappresentata da una adesione irreversibile.
Nella terza fase si originano piccole colonie batteriche che continuano ad accrescersi seguendo un andamento esponenziale fino a raggiungere l’aspetto definitivo ed irreversibile di una “forma sessile”. Singoli elementi possono poi fuoriuscire dalla matrice colonizzando nuove superfici o perpetuando l’infezione nella quinta ed ultima fase
L’uso delle lenti a contatto deve essere obbligatoriamente associato ad un idoneo sistema di manutenzione che preveda la pulizia, la disinfezione, il risciacquo e la conservazione delle stesse. La disinfezione consente di distruggere i microrganismi potenzialmente patogeni o di inibirne la crescita; si riduce in tal modo la probabilità che qualche microrganismo venga introdotto nell’occhio insieme alle lenti e quindi provocare le note complicanze di tipo infettivo.
I due sistemi di manutenzione usati sono il sistema al perossido di idrogeno, che però necessita di neutralizzazione, e le soluzioni uniche multiuso a base di composti di ammonio quaternario o biguanidi.
Attualmente si è sviluppata una nuova molecola: OxyChlorite, la cui azione disinfettante si esplica attraverso una molecola che, in presenza di componenti microbiali, genera transitoriamente biossido di cloro, che agisce sui batteri distruggendo le componenti cellulari.
Fuori dal portalenti la residua quantità di soluzione rimasta sulle lenti è instabile e negli occhi si scinde in soluzione fisiologica, rilasciando ossigeno.
Nel corso degli anni numerosi studi sono stati condotti dalla Sezione di microbiologia e di oftalmologia del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'università G. D'Annunzio di Chieti in collaborazione con la Sezione di microbiologia del Dipartimento di Salute Pubblica e malattie infettive dell'Università “La Sapienza” di Roma sull'efficacia dei diversi disinfettanti contattologici verso batteri in forma planctonica e sessile. Gli studi iniziali sono stati eseguiti valutando l'efficacia di diversi agenti disinfettanti verso ceppi di streptococco aureo e pseudomonas aeruginosa
Da questi studi si evince come sia i disinfettanti tradizionali che le soluzioni uniche sono efficaci verso i batteri in forma planctonica ma hanno una scarsa o nulla efficacia contro il biofilm preformato. Al contrario, le forme sessili e quelle planctoniche risultano suscettibili al perossido di idrogeno con un tempo massimo di eradicazione di 10 min sul biofilm preformato
Studi più recenti sono stati condotti allo scopo di valutare la capacità di diverse sostanze di inibire la crescita e la formazione di biofilm di ceppi batterici standard ISO14729, in condizioni statiche e dinamiche.
I risultati sul biofilm in condizioni statiche dimostrano che tutte le soluzioni hanno inibito completamente la formazione del biofilm in 4 ore e, in gran parte in 6 ore. Il biofilm dello P. aeruginosa dopo 8 ore non è stato, invece, influenzato dal trattamento con Polyquad e Aldox. E in una certa misura è influenzato dall’oxyclorithe
I risultati sul biofilm in condizioni dinamiche hanno evidenziato che l’OxyChlorite è risultato efficace sul biofilm dello P. aeruginosa, considerato uno dei più difficili da estirpare. Nella prima riga, rappresentante un biofilm in formazione è possibile visualizzare il risultato ottenuto con oxyclorite. Anche in caso di biofilm preformato l’oxyclorite, aggiunto dopo 9 ore, si rivela efficace nelle successive 15 ore.
Lo stesso risultato è stato ottenuto esaminando i biofilm dello Safiloccus epidermidis.
La migliore difesa contro le infezioni microbiche rimane la PREVENZIONE
A maggior ragione nei confronti dell’acantameba visti i dubbi risultati sull’efficacia dei disinfettanti.
1. Le lenti a contatto sono una dei principali fattori di rischio favorenti lo sviluppo di cheratiti infettive.
2. Una lesione superficiale dell’epitelio corneale è necessaria per lo sviluppo dell’infezione
3)Le LAC possono rappresentare una fonte di microrganismi se non correttamente manipolate e disinfettate. Il rischio aumenta con l’uso prolungato. È minore ma non del tutto assente con l’uso delle disposable giornaliere.
4) Uno dei possibili meccanismi di inquinamento e del protrarsi dello stesso è rappresentato dalla crescita di un biofilm batterico sulla superficie della lente e dei contenitori
I disinfettanti contattologici oltre ad avere un effetto diretto verso i microorganismi devono quindi contrastare anche la crescita dei biofilm batterici ed essere eventualmente in grado di disgregarli una volta formati
La sostanza maggiormente attiva in presenza di biofilm preformati è sicuramente il perossido al 3%, con una possibile attività simile dell’OxyChlorite; ma anche le altre soluzioni uniche sembrano poter impedire la crescita di un biofilm (almeno per 4-6 ore) sebbene non siano in grado di agire una volta che il biofilm è maturo.
La corretta igiene personale, la idonea manutenzione e la disinfezione delle lenti rappresentano i presupposti di un buon utilizzo delle lenti a contatto riducendo il rischio di gravi eventi infettivi