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Grafica a cura di:
Dario Intagliata
Sabrina Ridolfo
Referenti aziendali del progetto:
Anna Fiorentino
Adele Lo Presti
Progetto PSN 2012 Azione 2 Bis
“Individuazione della rete sanitaria regionale per gli
interventi di prevenzione e cura nella violenza di genere”
VADEMECUM PER GLI OPERATORI
1
INDICE
Presentazione 3
1. La violenza di genere 4
1.1 I numeri del massacro 5
1.2 Le definizioni della violenza 6
1.3 La violenza domestica:il ciclo della violenza 10
1.4 Violenza e conflitto 14
1.5 Perché le donne non vanno via? 15
1.6 Gli stereotipi e i luoghi comuni 16
2. Affrontare il fenomeno della violenza di genere 19
2.1 Il lavoro di rete 19
2.2 Cosa fare quando una donna chiede aiuto 20
2.3 È utile sapere che 21
2.4 Cosa è importante 22
2.5 Per evitare la “rivittimizzazione” non bisogna 23
2.6 Possibili indicatori di violenza 23
3. La valutazione del rischio 26
3.1 Il metodo S.A.R.A. Spousal Assault Risk Assessment 26
4. Le procedure 29
4.1 Oggetto 29
4.2 Scopo della procedura 29
4.3 Campo di applicazione 30
4.4 Modalità operative 30
4.5 Responsabilità 34
4.6. Normativa 35
4.7 Nodi di rete 39
5. Riferimenti Normativi 69
Ringraziamenti 72
2
PRESENTAZIONE
La violenza contro le donne è un fenomeno antico, complesso e purtroppo molto
diffuso. Si tratta di un fenomeno che deve essere affrontato dall’intera comunità: nessun
soggetto istituzionale, individuale o collettivo, è sufficiente da solo a rispondere ai
bisogni di una donna che si trova in una situazione di maltrattamento.
Il Progetto Obiettivo di Piano Sanitario Nazionale 2012 Linea 2.bis “Individuazione
della rete sanitaria regionale per gli interventi di prevenzione e cura nella violenza di
genere” a cui l’ASP di Messina partecipa come Ente partner, ha permesso di realizzare
interventi e azioni di promozione alla salute, di stipulare protocolli di intesa, di adottare
procedure condivise. Soprattutto ha offerto l’occasione di rafforzare la rete dei servizi
pubblici e privati che, a vario titolo, intervengono nelle azioni di prevenzione e
contrasto alla violenza di genere, ponendo in primo piano l’esigenza di raccordare
quanto c’è oggi di operante in tema di lotta alla violenza contro le donne e stimolare
l’assunzione di responsabilità da parte degli operatori sociali, sanitari e del privato
sociale.
Offrire informazione, salute, protezione, sicurezza, ascolto, accoglienza nel rispetto
della privacy da parte dei servizi sul territorio, è l’inizio del percorso di sostegno e
accompagnamento di una donna vittima di violenza per aiutarla ad avere una maggiore
consapevolezza delle proprie risorse.
In quest’ottica il presente vademecum vuole essere uno strumento pratico, utile a tutti i
soggetti che necessitino di contatti con i servizi appartenenti alla rete, con particolare
attenzione alle donne che, per qualunque ragione, entrano in rapporto con il fenomeno
della violenza.
Il Direttore Sanitario ASP Messina
Dott. Domenico Sindoni
3
1. LA VIOLENZA DI GENERE
“La violenza non è forza ma debolezza,
né mai può essere creatrice di cosa alcuna,
ma soltanto distruggerla.”
(B. Croce)
La violenza di genere rappresenta un problema socio-sanitario, che si sviluppa
soprattutto all’interno delle dinamiche familiari, e che non conosce confini di ceto o di
cultura di appartenenza. Con il termine “genere”, ci si riferisce a ruoli, comportamenti,
attività ed attributi socialmente costruiti che una determinata società considera
appropriati per donne ed uomini (art. 3 Convenzione di Istambul-2011).
Si definisce “violenza di genere contro le donne” quella violenza che parte dal
presupposto che queste debbano assumere comportamenti consoni al proprio genere e
che l'uomo abbia l'autorità e il potere di controllare le “proprie” donne. Si tratta quindi
della violenza diretta al controllo del corpo delle donne, alla limitazione della libertà
personale o al rivendicarne il possesso. Tutto ciò nasce dal mancato riconoscimento di
4
pari uguaglianza tra i due generi o dal fatto che la donna non si conformi a ciò che
“culturalmente” ci si aspetta lei sia o faccia.
Il Sistema Sanitario rappresenta la prima possibilità di contatto per le donne vittima di
violenza e, anche quando non ci sia da parte della vittima l’intenzione di denunciare
l’aggressore/abusante, una relazione d’aiuto e/o un supporto da parte di un operatore
sanitario che può fare la differenza.
La violenza di genere costituisce un’esperienza traumatica che produce conseguenze
gravi sulla salute psico-fisica delle vittime, che ha per la società costi economici sanitari
e sociali rilevanti.
1.1 I numeri del massacro
Dal 2006 al 2016 le donne uccise in Italia sono state 1.740 e di queste 1.251 (71,9%)
all'interno del nucleo familiare. Solamente nel 2016 sono state 120 le donne morte
strangolate, accoltellate e bruciate.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) segnala la violenza di genere come una
delle cause di morte più frequenti per le donne a livello mondiale. È vero infatti, che il
35% di queste, nel mondo, ha subito violenza fisica o sessuale dal proprio partner o da
altra persona.
In Italia, l'indagine ISTAT condotta nel 2015, mette in evidenza come il 31,5% delle
donne, fra i 16 e i 70 anni, abbia subito qualche forma di violenza:
 il 20,2% violenza fisica;
 il 21% violenza sessuale;
 il 5,4% forme più gravi (come stupri o tentati stupri).
Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente, mentre nella
maggior parte dei casi (76,8%) gli autori di molestie sessuali sono degli sconosciuti.
Le donne separate o divorziate hanno subito violenze fisiche o sessuali in misura
maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%).
Infine, ha subito violenze fisiche e sessuali il 36% delle donne in cattive condizioni di
salute e il 36,6% di donne con limitazioni gravi: dato importante poiché mette in
evidenza come, in questi casi, sia maggiore il rischio di subire stupri o tentati stupri (il
10% contro il 4,7% delle donne senza problemi).
5
1.2 Le definizioni della violenza
La violenza fisica
È ogni forma di intimidazione o azione che mette a rischio l'integrità fisica. Include
azioni quali: spingere, strattonare, tirare i capelli, dare calci, schiaffeggiare, scuotere,
picchiare, minacciare con uso di armi, colpire con un oggetto, bruciare, mordere, tentare
di strangolare, pugnalare, sputare, dare pizzicotti, costringere nei movimenti, sovrastare
fisicamente, mutilare (ad esempio gli organi genitali), torturare, uccidere. Rientrano
nella violenza fisica anche comportamenti di trascuratezza, quali la privazione del cibo
e di cure mediche, o il sequestro, o il lanciare e rompere oggetti come segno di
intimidazione. Il livello di gravità della violenza dipende dalla tipologia di ferite inferte
alla vittima: abrasioni e graffi, denti e ossa rotte, fino ad arrivare a lesioni permanenti e,
nel peggiore dei casi, alla morte .
La violenza sessuale
È ogni forma di imposizione di rapporti e pratiche sessuali non desiderate, che facciano
male fisicamente e/o psicologicamente, sotto minacce di varia natura, compresi scherzi
e giochi sessuali, sguardi fissi o concupiscenti, sottolineature inopportune,
esibizionismo, telefonate offensive, proposte sessuali sgradite, obbligo di guardare
pornografia o parteciparvi, i palpeggiamenti non desiderati, i rapporti sessuali forzati, lo
stupro, l’incesto, il commettere atti sessuali dolorosi o umilianti per la donna, la
gravidanza forzata, la tratta delle donne e il loro sfruttamento sessuale. Vi sono
compresi comportamenti quali essere insultata, umiliata o brutalizzata durante un
rapporto sessuale.
Ricordiamo che l’imposizione di un rapporto sessuale o di intimità non desiderata è un
crimine di umiliazione, di sopraffazione e di soggiogamento, che provoca nella vittima
profonde ferite fisiche e psichiche. Lo stupro non deve essere inteso soltanto come un
atto “prettamente sessuale”, piuttosto costituisce un reato contro la libertà della persona;
né tanto meno è un “raptus” sessuale, ma rappresenta sempre l’esercizio di un potere.
6
La violenza psicologica
Comprende tutti quei comportamenti che ledono la dignità e l’identità della donna.
La violenza psicologica ha un grande potere distruttivo soprattutto quando si manifesta
in sottili meccanismi comunicativi all’interno dei rapporti di intimità. Difficile da
individuare, comprende comportamenti che mirano a ledere l’autostima della donna:
sarcasmo eccessivo, maldicenze, osservazioni maliziose o umilianti, minacce e
intimidazioni rivolte anche ai figli, ai membri della famiglia della donna, amici o
animali domestici, brutalità, insulti in pubblico, costrizioni a comportamenti contrari
alle credenze della donna, forme di disprezzo, reificazione e svalorizzazione.
La violenza psicologica si esprime anche attraverso la privazione dei legami affettivi,
con l’isolamento della donna dagli amici e dalla famiglia.
Le donne maltrattate psicologicamente corrono un rischio molto alto di essere vittime di
violenza fisica e sessuale.
La violenza economica
La violenza economica è ogni forma di privazione, sfruttamento e controllo che tende a
produrre dipendenza economica o ad imporre impegni economici non voluti. Nello
specifico, se l’uomo limita l’accesso al cibo, ai vestiti, al denaro, alle cure mediche o al
lavoro della donna, o le impedisce di essere o diventare economicamente indipendente,
esercita su di lei un controllo diretto molto efficace, soprattutto nel momento in cui la
donna decide di allontanarsi dalla relazione distruttiva di maltrattamento. Molto spesso,
questa tipologia di violenza, così come quella sessuale, è difficile da comprovare.
La violenza morale
Atteggiamenti che minano o distruggono il credo culturale o religioso, ridicolizzandolo,
penalizzandolo o costringendo le donne ad abbracciare un’altra religione.
Stalking
Comportamenti persecutori protratti nel tempo tesi a far sentire la vittima
continuamente controllata, in stato di pericolo e in costante tensione; questi includono:
7
pedinamenti, molestie telefoniche, appostamenti sotto casa e sul luogo di lavoro,
minacce, danneggiamenti all’auto e/o ad altre proprietà della donna.
Sono frequenti soprattutto dopo un’eventuale separazione.
Mobbing
Serie di atti o comportamenti vessatori, spesso protratti nel tempo e posti in essere nei
confronti di una lavoratrice da parte dei componenti del gruppo di lavoro in cui è
inserita, o dal suo “Capo”. Si tratta di atteggiamenti caratterizzati da un intento di
persecuzione ed emarginazione con lo scopo di escludere la vittima dall’ambiente di
lavoro.
Il mobbing può colpire a prescindere dal sesso della vittima, ma nei confronti delle
donne assume connotazioni particolari, come quando scatta in seguito ad una
gravidanza o al rifiuto di una prestazione sessuale.
La violenza domestica
Nasce all’interno di quello che dovrebbe essere un rapporto di amore e fiducia. Infatti,
nella maggior parte dei casi, non è facile da riconoscere ma vi si “scivola” quasi
inconsapevolmente; tant'è vero che nella storia di coppia non ha un inizio ben preciso
ma si sviluppa nel corso del tempo, in modo graduale, attraverso litigi che diventano
sempre più frequenti e pericolosi.
Non si manifesta fin da subito attraverso maltrattamenti di tipo fisico ma,
intenzionalmente, vengono messe in atto violenze di tipo emotivo e psicologico meno
evidenti e più subdole. La violenza domestica si caratterizza pertanto per:
➔ cicli di violenza che si alternano a periodi di falsa riappacificazione;
➔ disponibilità della donna a dare una nuova opportunità al proprio partner nella
speranza di riuscire ad ottenere un cambiamento;
➔ puntuale disattesa delle aspettative della donna e il ripresentarsi dei
comportamenti violenti del partner.
Purtroppo, una copiosa letteratura internazionale evidenzia che esiste un legame tra
gravidanza e violenza; periodo in cui la violenza maschile contro la donna può avere
inizio o inasprirsi. La gravidanza rende infatti la donna più concentrata su sé stessa e sui
cambiamenti del proprio corpo. Tutto ciò spesso non è compreso né accettato dal
8
partner, il quale vive la relazione con la donna come un possesso e nutre nei confronti
del futuro nascituro sentimenti di gelosia, perché percepito come un oggetto che si
frappone fra se stesso e la donna.
1.3 La violenza domestica: Il ciclo della violenza
La violenza domestica si sviluppa all’interno di una relazione tra vittima e maltrattante,
che segue delle fasi ben precise. Pertanto, per gli operatori di aiuto è estremamente
importante comprendere che la violenza si ripete e si alterna a fasi di “apparente
tranquillità”, quali sono le dinamiche della relazione violenta e gli eventuali
ripensamenti o tentennamenti della donna.
Il ciclo della violenza è stato teorizzato dalla psicologa Leonore Walker (1989). Tali
dinamiche sono state schematizzate in tre fasi che si alternano tra loro:
1. Costruzione della tensione
Il maltrattante usa diverse strategie di controllo isolando la donna dalla sua rete
familiare e amicale, vietandole di uscire da sola, controllando i suoi spostamenti ecc.
Inizia a denigrarla attraverso insulti, umiliazioni, urla, e minaccia la donna di usare
violenza fisica.
La violenza psicologica agita in questa fase determina una riduzione del livello di
autostima della donna producendo sentimenti di vulnerabilità e sensi di colpa.
Lui è irritato e quando lei cerca di
chiedergli cosa succede lui nega, magari
l'accusa di essere "troppo sensibile".
Lei si chiede in che cosa sta sbagliando,
ha una percezione della realtà distorta, è
confusa, cerca di accontentare il suo
aggressore evitando di contraddirlo,
assecondandolo.
Lui si allontana emozionalmente da lei.
9
2. L'esplosione della violenza
In questa fase può determinarsi inaspettatamente una vera e propria aggressione fisica
oppure violenza verbale e/o psicologica estrema, come la distruzione di qualche oggetto
a cui la donna tiene molto, minacce di morte, ecc. La donna subisce un forte shock, che
spesso si traduce in pensieri come quello di lasciare il partner e la propria abitazione,
resasi conto della gravità della situazione.
Inaspettatamente si scatena la violenza
fisica che destabilizza, confonde e
terrorizza la donna.
Nella fase precedente ogni sforzo di
fermare la violenza è stato inutile e ai
sensi di colpa si aggiunge l’impotenza e
la paura per la stessa sopravvivenza.
La difficoltà di proteggere i figli, spesso
testimoni silenziosi, incrementa i sensi di
colpa, vergogna e fallimento nello
svolgere il proprio ruolo familiare e
sociale.
3. La falsa riappacificazione o “luna di miele”
Solitamente l’abusante dopo questa estrema violenza chiede scusa, dichiara il suo
pentimento, promette che non accadrà più, si mostra sofferente, minimizza l'accaduto
negandone la gravità, giustificando i suoi comportamenti, attribuendo responsabilità alla
donna (“Non ti ho detto questo!, Come al solito non hai capito!”) e chiedendole che gli
sia data un’altra opportunità. In questo modo la violenza viene reiterata, creando
confusione su quello che è accettabile e quello che non lo è. Il meccanismo della
negazione della violenza subita contribuisce così al mantenimento di questo ciclo.
Questa fase viene anche definita “luna di miele” proprio per le rassicurazioni, le
attenzioni, i regali, che denotano lo pseudo-cambiamento del partner. In questo periodo
vi è calma assoluta, non si verificano episodi violenti e la donna coltiva l’illusione di
aver ritrovato l’uomo che amava.
10
È sempre l’uomo che decide quando
inizia e quando finisce questa fase.
Nei primi episodi è caratterizzata da
pentimenti e richieste di perdono
con promesse di cambiamento e
rinnovate dichiarazioni d’amore.
Man mano che passa il tempo
questa fase è sempre più breve, la
donna diventa sempre più
dipendente e l’uomo ha sempre più
potere.
Purtroppo la realtà è assolutamente diversa, poiché i dati mostrano che il ciclo si ripete e
si aggrava nel tempo, facendo diventare gli episodi di violenza sempre più frequenti e
pericolosi. “Questa fase costituisce il rinforzo positivo che spinge la donna a restare
all'interno della relazione violenta e, in qualche modo soddisfa, soprattutto all'inizio, un
suo bisogno di riabilitazione” (P. Serra 1999).
Le fasi sopra descritte possono, inizialmente, durare mesi. Ciò produce nella donna
l'idea che gli episodi di violenza siano una perdita momentanea di controllo da parte
dell'uomo e matura la speranza che non si ripetano più. Infatti, spesso, solo dopo molti
anni matura la consapevolezza che l’esercizio della violenza da parte del partner sia
determinata da un desiderio di controllo e dominio.
1.4 Violenza e conflitto
La violenza va sempre distinta dal conflitto: nella violenza c'è chi esercita il predominio
e il controllo sulla vittima che viene degradata con il fine ultimo di annientarla; nel
conflitto, invece, le parti sono coinvolte allo stesso livello e ciascuno ha la possibilità di
svolgere il proprio ruolo.
11
“Quello che permette di distinguere la violenza coniugale da un semplice litigio non
sono le botte o le parole offensive, bensì l'asimmetria nella relazione. In un conflitto di
coppia l'identità di ciascuno è preservata, l'altro viene rispettato in quanto persona,
mentre questo non avviene quando lo scopo è dominare o annichilire l'altro”
(Hirigoyen, 2005).
1.5 Perché le donne non vanno via?
Le motivazioni sono molteplici, prima fra tutte l'esistenza di un legame affettivo e di
intimità con il maltrattante, associato a fattori culturali e psicologici che possono
spingere la donna a giustificarlo e, di conseguenza, a sopportare la violenza.
Per la donna decidere di porre fine al rapporto costituisce un processo difficile e lungo:
difatti, sono molteplici i motivi per i quali una donna possa avere paura e nutrire dubbi
all’idea di chiudere la relazione.
12
Paura delle conseguenze
La donna percepisce i rischi che corre quando decide di lasciare il partner violento ed ha
paura delle conseguenze legate a tale scelta. Infatti, i dati relativi a reati, quali gli
omicidi e lo stalking, dimostrano che il momento della rottura di una relazione violenta
è quello più pericoloso.
Tutela dei figli
Fra le paure più frequenti vi è quella di “perdere i figli”. L'allontanamento dai propri
figli è una delle minacce che spesso la donna subisce dal partner, che la convince di
essere una cattiva madre. In alcune situazioni, possono essere i figli, attraverso veri e
propri ricatti affettivi, a farla desistere e restare o ritornare con il partner.
Autobiasimo
Frequentemente le donne si sentono responsabili della violenza e del fallimento della
relazione. Si descrivono con frasi che rappresentano tali sentimenti: “se sono io a
provocare la violenza, tocca a me farla cessare”. Alcune vengono sopraffatte dalla
vergogna, altre pensano di non farcela da sole. Tutto ciò è associato, spesso, ai
pregiudizi culturali che attribuiscono alla donna il buon andamento della famiglia.
Mancanza di sostegno esterno
Accade frequentemente che la donna venga lasciata da sola dalla famiglia di origine,
che la colpevolizza del fallimento familiare. Così, per paura di non essere creduta, evita
di svelare il dramma familiare, rimanendo in tal modo priva di sostegno esterno.
Salvare la propria relazione e la famiglia
La donna, il più delle volte, cerca tutte le soluzioni possibili affinché il comportamento
del partner cambi e cessino le violenze. Questi tentativi sono spesso mossi da
convinzioni religiose e culturali, dall'illusione di un amore felice, da un forte legame
affettivo, ecc.
Il ciclo della violenza è caratterizzato da un continuo alternarsi di fasi di estremo affetto,
scuse e pentimento, a fasi di violenza. La donna cade nella trappola determinata da
queste fasi e, se non adeguatamente supportata, non riesce ad uscire da questo circolo
vizioso, con la conseguenza di chiudere e riaprire continuamente la relazione con il
partner.
13
1.6 Gli stereotipi e i luoghi comuni
Il concetto di violenza di genere è ammantato di stereotipi e luoghi comuni, elementi
che, spesso, ne impediscono il riconoscimento.
I più diffusi sono:
 “La violenza verso le donne riguarda solo le fasce sociali svantaggiate,
emarginate, deprivate”
Sappiamo invece che è un fenomeno trasversale.
 “Le donne sono più a rischio di violenza da parte di uomini a loro estranei”
Sappiamo invece che i luoghi più pericolosi per le donne sono la casa e gli ambienti
familiari e che i possibili aggressori sono proprio i loro partner, ex partner o altri uomini
conosciuti: amici, familiari, colleghi, insegnanti, vicini di casa.
 “Solo alcuni tipi di uomini maltrattano le donne: uomini con problemi
psichiatrici o che hanno subito violenza nell’infanzia”
In realtà, così come viene documentato dalle ricerche sull'argomento, gli uomini
maltrattanti non rientrano in nessun tipo specifico di personalità o di categoria
diagnostica. Inoltre, avere subito violenza durante l’infanzia non significa dover
diventare persone violente. Ritenere che il maltrattante sia affetto da qualche patologia
mentale, o che appartenga a culture diverse dalla nostra, fa si che lo consideriamo
distante da noi, inducendoci a pensare che sia un problema esclusivamente degli altri.
 “La violenza verso le donne è causata da raptus improvvisi o dall’uso di alcol e
droghe”
Non è così, visto che la maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati e lo
dimostra il fatto che le donne vengono picchiate in parti del corpo in cui le ferite non
sono visibili. L’uso di alcol o droghe non è la causa diretta delle violenze ma può far
precipitare la situazione.
 “Alle donne “piace” essere picchiate, altrimenti se ne andrebbero di casa”
Anche su questo stereotipo la letteratura insegna che le donne non decidono di andar via
dalla situazione di violenza in cui vivono per altre motivazioni e fattori quali: la paura,
la dipendenza economica, l’isolamento, la mancanza di alloggio, la riprovazione sociale
-spesso da parte della stessa famiglia di origine-, la difficoltà ad immaginare alternative
e possibili vie d’uscita, ecc.
14
 “La donna viene picchiata perché se lo merita, o se subisce violenze sessuali
probabilmente è in parte responsabile, perché era vestita in maniera provocante”
Solitamente non sono motivi futili a scatenare la violenza sulla donna: né l’aspetto
fisico, così come l’abbigliamento possono essere correlati con la violenza e, in ogni
caso, non la giustificano.
 “Anche le donne sono violente nei confronti dei loro partner”
La violenza di genere ha una sua specificità, determinata dagli stereotipi culturali e dallo
squilibrio di potere tra i generi che la contraddistingue, rispetto ai casi di violenza
esercitati da parte di una donna.
Le aggressioni e gli omicidi compiuti da donne nei confronti del partner si verificano
per autodifesa .
 “La violenza verso le donne è un fenomeno poco diffuso”
In realtà è un fenomeno esteso, anche se sommerso e per questo sottostimato: è un
problema che riguarda la società tutta.
15
2. AFFRONTARE IL FENOMENO DELLA
VIOLENZA DI GENERE
2.1 Il lavoro di rete
È importante, affinché si possa prevenire e contrastare un fenomeno complesso come
quello della violenza di genere, che tutte le agenzie che se ne occupano lavorino in rete
ed in modo multidisciplinare: sul singolo caso, sulle istituzioni e sulla società.
I bisogni di cui è portatore chi subisce violenza, sono estremamente complessi,
molteplici e variegati: nessun operatore o servizio è in grado di soddisfarli lavorando
singolarmente. Lavorare in rete diventa, quindi, indispensabile per una serie di ragioni:
 evita dispersione di energie e risorse;
 elimina confusioni e rallentamenti;
 garantisce risposte globali ed un aiuto efficace;
 offre migliori standard di servizi alle vittime;
 consente la costruzione di un percorso integrato.
16
Per lavorare in rete occorre partire da alcune basi condivise quali:
 sviluppo di un linguaggio comune;
 univoca lettura del fenomeno;
 riconoscimento reciproco dei diversi ruoli e competenze fra i vari nodi che
compongono la rete;
 circolarità delle informazioni;
 adozione di linee operative condivise
 procedure condivise
 metodologia integrata di presa in carico che preveda un unico progetto di uscita
dalla violenza condiviso con la donna.
Il modello di rete da adottare deve essere aperto, antiburocratico, flessibile, centrato
sulle esigenze della donna e, se presenti, dei suoi figli.
2.2 Cosa fare quando una donna chiede aiuto?
Per la donna raggiungere la consapevolezza di avere “bisogno di aiuto” può essere
difficile e richiedere molto tempo. Decidere di interrompere la relazione violenta e
sporgere denuncia, rappresenta un momento cruciale, caratterizzato da estrema
sofferenza e vulnerabilità. La donna può provare sentimenti ambivalenti, quali paura e
rabbia. Potrebbe, inoltre, essere sottoposta a pressioni per evitare la denuncia da parte
del suo ambiente familiare, oltre che dal partner stesso.
Il primo colloquio rappresenta un momento decisivo per costruire insieme alla donna un
percorso di uscita dalla violenza.
Trovare servizi dedicati e risposte positive, la aiuta a riflettere sui bisogni personali e dei
figli, rielaborare il proprio vissuto oltre che a decidere sulla sua sicurezza e quella della
prole.
Quando si entra in contatto con una donna vittimizzata, bisogna possedere una buona
conoscenza del fenomeno e delle dinamiche che caratterizzano la relazione violenta.
Non sempre la donna, nonostante la decisione di raccontare i soprusi, è pronta a
esprimere in modo chiaro le violenze subite, a lasciare il partner o a sporgere
denuncia/querela.
17
È quindi estremamente importante il tempo da dedicarle in tutte le fasi del rapporto
professionale, in modo da poter accogliere, ascoltare senza pregiudizi, dare fiducia e
rispettare i suoi i tempi.
Bisogna sempre ricordare che l'operatore ha di fronte a sé una donna traumatizzata, una
donna che ha trascorso anni immersa nelle sofferenze, taciute per pudore o paura.
2.3 È utile sapere che:
 la violenza è trasversale e colpisce tutte le donne di qualsiasi razza, età, religione
e ceto sociale;
 gli uomini che maltrattano le loro compagne non presentano patologie
particolari, appaiono insospettabili e, agli occhi esterni, sembrano persone
affidabili;
 l’unico responsabile della violenza è colui che la esercita;
 più del 30% delle donne non racconta a nessuno di essere vittimizzata e la prima
persona con cui si confida potrebbe essere l’operatore;
 il rischio maggiore che corre la donna è il momento della separazione;
 la vittima spesso è caratterizzata da emozioni contrastanti: da una parte il
bisogno di ottenere “giustizia nell'immediato”; dall'altra, la “pietà” e la
“comprensione” per chi la maltratta;
 frequentemente le donne subiscono molteplici forme di violenza prima di
decidere di intraprendere un percorso di aiuto;
 la violenza non può essere mai giustificata;
 nessuna donna merita di subire violenza;
 l’uomo violento si rivolge alla vittima con frasi del tipo: “non ti crederanno
mai”, “penseranno che sei pazza”, “ti leveranno i figli…” e ciò produce nella
donna la paura nel chiedere aiuto e fidarsi, poiché spesso si autoconvince che il
partner ha ragione;
 meglio di chiunque altro la vittima conosce i suoi bisogni di sicurezza e il suo
carnefice.
18
2.4 Cosa è importante?
 costruire uno spazio dedicato all'accoglienza;
 avere un colloquio con la donna da sola;
 rispettare pause e silenzi con la consapevolezza che, spesso, la donna non
racconta tutto durante il primo contatto;
 garantire la riservatezza;
 garantire un tempo utile all'ascolto;
 avere un atteggiamento empatico e non giudicante;
 saper gestire le proprie emozioni legate ad aspetti personali, ai propri vissuti,
agli stereotipi ed a luoghi comuni quali, ad esempio, quello di onnipotenza che
lo/la porta a sostituirsi alla donna o, al contrario, il senso di impotenza che
ostacola la presa in carico;
 credere alla donna quando racconta del suo bisogno di sicurezza;
 rispettare la sua libertà di scelta ed autonomia ed i suoi tempi;
 costruire una relazione di aiuto efficace e orientarla a comportamenti
motivazionali di cambiamento;
 informarla sui termini della denuncia ed in quali casi la legge ne prevede
l'obbligo per pubblici ufficiali ed esercenti di pubblico servizio;
 informarla sull'importanza della certificazione medica;
 informarla sui ruoli e le competenze dei diversi servizi attivabili;
 agire con il consenso della donna;
 ricordarle che la violenza è un comportamento gratuito e che non è colpa sua;
 se la donna fa uso di alcool o sostanze stupefacenti non giudicarla non credibile:
spesso il ricorso a tali sostanze può rappresentare una conseguenza della
violenza subita.
19
2.5 Per evitare la “rivittimizzazione” non bisogna:
 chiedere alla donna se ha emesso comportamenti verbali e non, che hanno
innescato la violenza;
 giudicare le sue azioni o le sue scelte;
 fare domande che possano suonare accusatorie come, ad esempio, perché non si
è separata prima o perché non ha raccontato a qualcuno delle violenze subite;
 sottovalutare o minimizzare la situazione di pericolo che descrive;
 decidere per lei, inducendola ad esempio a lasciare il marito o a denunciarlo.
2.6 Possibili indicatori di violenza
Spesso le donne si vergognano e, comunque, trovano difficoltà a parlare delle violenze
subite. Esistono alcuni “indicatori” psichici, psicosomatici e psicosociali che possono
essere considerati veri e propri “segnali d’allarme” di abuso, di cui l'operatore deve
tenere in considerazione.
Indicatori psichici
 agitazione, ipervigilanza, apatia, mutismo;
 intrusioni costanti;
 senso di vergogna e colpa;
 comportamento autolesionista - abuso di alcol, droga, autolesionismo, perdita di
ogni meccanismo di auto - protezione;
 tentati suicidi, intenzioni suicidarie, irrequietezza, atteggiamento timoroso;
 eccesso di adattabilità;
 disturbi del sonno, stati di paura, panico;
 disforia (alterazione dell’umore in senso depressivo, accompagnata da
agitazione, irritabilità, nervosismo), umore negativo e altalenante;
 cambi di umore repentini che rendono difficile relazionarsi ed entrare in
empatia.
20
Indicatori psicosomatici
 disturbi diversi in varie parti del corpo;
 disturbi al basso ventre;
 disturbi alla respirazione;
 disturbi dermatologici;
 disturbi gastro – intestinali;
 stati di esaurimento/stanchezza.
Indicatori psico – sociali
 ricorso frequente a trattamenti sanitari presso istituzioni diverse;
 lasso di tempo irragionevolmente lungo tra il momento della lesione e la
richiesta del trattamento;
 negazione, racconto contraddittorio dell'evento lesivo;
 comportamento iperprotettivo da parte della persona che la accompagna presso
le istituzioni, comportamento di controllo;
 atteggiamento pauroso.
21
3. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
È una stima per individuare la probabilità che si perpetri la violenza.
Gli atti violenti di qualsiasi tipo essi siano, derivano dalla scelta di agire la violenza.
Pertanto non esistono cause della violenza ma circostanze legate alle caratteristiche
dell'individuo, alla sua storia pregressa ed al contesto sociale.
La valutazione del rischio o risk assessment, comporta la gestione del rischio o risk
management, cioè la scelta dell'intervento più utile per quel caso, con l'obiettivo di
prevenire la recidiva, in modo da proteggere le vittime ed evitare l'escalation dei
maltrattamenti che potrebbero sfociare in omicidi. Risk management significa:
 individuare le più utili strategie di gestione del rischio;
 valutare gli scenari del rischio considerando gravità, frequenza, durata e
probabilità;
 monitorare la situazione.
22
La rilevazione non si concentra sulla vittima ma sulla recidiva del maltrattante per
comprendere come e perché ha scelto di agire in modo violento e individuare i fattori
passati, predisponenti la recidiva.
3.1 Il Metodo S.A.R.A. Spousal Assault Risk Assessment
Rappresenta una procedura scientificamente valida che si è rivelata molto utile per
contribuire all'interruzione dei comportamenti violenti.
I 10 fattori di rischio sono raggruppati in due macro aree:
Violenza agita nei confronti del partner (o ex partner)
1. gravi violenze fisiche/sessuali (consumate o tentate, incluso la violenza sessuale
e l'uso di armi);
2. gravi minacce di violenza, ideazione o intenzione di agire violenza;
3. escalation della violenza fisica/sessuale vera e propria, delle minacce/ideazioni o
intenzioni di agire tali violenze;
4. violazione delle misure cautelari o interdittive;
5. atteggiamenti negativi nei confronti delle violenze interpersonali e intra-
familiari.
Adattamento psico-sociale
1. precedenti penali/condotte antisociali;
2. problemi relazionali (separazione dal partner, elevata conflittualità nella
relazione attuale o in quelle pregresse, ecc);
3. status occupazionale o problemi finanziari;
4. abuso di sostanze (abuso di sostanze stupefacenti, alcool, medicinali che hanno
portato alla compromissione delle funzioni sociali quali la salute, le relazioni, il
lavoro, problemi con la giustizia);
5. disturbi mentali.
23
Piano di protezione
Una volta individuato il livello di rischio è importante disporre un piano di protezione
che permetta alla donna ed ai figli il miglior livello possibile di protezione.
La donna che si trova in una situazione di pericolo dovrebbe lasciare subito l'ambiente
violento e trovare ospitalità presso:
 casa rifugio;
 famiglia di origine;
 amica;
 persona di fiducia.
Se la donna è già separata, vive da sola ma è vittima di persecuzioni dovrebbe:
 cambiare la serratura del domicilio;
 predisporre un sistema di sicurezza più adeguato, come sbarre alle finestre,
maggiore illuminazione;
 considerando i provvedimenti dei tribunali a tutela dei minori, assicurarsi che gli
insegnanti abbiano chiaro chi deve prelevare i bambini a scuola;
 individuare insieme alla donna un legale competente in materia;
 contattare il centro anti-violenza più vicino ed allertarlo rispetto alla possibilità
che la donna possa essere accolta in una località ad indirizzo segreto;
 verificare che qualcuno possa temporaneamente andare ad abitare con lei o che
possa essere ospitata da qualcuno.
24
4. LE PROCEDURE
4.1 Oggetto
L’oggetto della presente procedura è l’assistenza alle vittime di violenza di genere con il
supporto delle strutture presenti sul territorio, sia che il processo inizi al Pronto
Soccorso con attivazione del codice Rosa, sia che la domanda di aiuto sia intercettata
dal territorio. La legge 28/12/2015 n. 208 (Legge di Stabilità 2016 emendamento c. 790-
791) definisce il percorso di tutela per le vittime di violenza, per tutte le persone fragili,
nella pienezza della dignità della persona e finalizzato alla autodeterminazione.
Stabilisce inoltre che venga istituito, nelle aziende sanitarie e ospedaliere, un percorso di
protezione denominato «Percorso di tutela delle vittime di violenza», con la finalità di
tutelare le persone vulnerabili vittime della altrui violenza, con particolare riferimento
alle vittime di violenza sessuale, maltrattamenti o atti persecutori (stalking).
25
4.2 Scopo della procedura
Diffondere e condividere un percorso comune interaziendale di assistenza alle vittime di
violenza di genere, che garantisca la continuità di una presa in carico, a cominciare
dall’accoglienza fino all’attivazione delle risorse presenti sul territorio, finalizzata alla
messa in sicurezza della vittima e al superamento del trauma. Per la realizzazione
dell’iter procedurale è necessario informare tutti gli operatori sanitari di emergenza e
territoriali, il terzo settore, i servizi sociali dei Comuni, i Centri Anti-violenza, le Forze
dell’Ordine. Il lavoro di rete servirà ad avere un percorso definito che consentirà una
presa in carico integrata delle vittime di violenza.
4.3 Campo di applicazione
Il percorso è riferibile a tutte le vittime di violenza, dalle donne in età adulta a tutte le
persone fragili, vulnerabili, vittime di violenza sessuale, maltrattamenti e atti
persecutori.
La prima fase passa attraverso la valutazione del livello di rischio e l’attivazione del
piano di protezione da parte della rete dei servizi: Pronto Soccorso, Forze dell’ordine
(F.O.) e Nuclei operativi anti-violenza (Servizi Sociali comunali, Sportello anti-
violenza, Consultorio familiare, Dipartimento salute Mentale, Dipendenze patologiche,
Neuropsichiatria Infantile, Equipe abuso minori).
4.4 Modalità operative
Sono state prese in considerazione le seguenti possibilità in cui la vittima di violenza
può trovarsi con la conseguente e necessaria attivazione delle risorse socio-sanitarie:
 Situazione urgente al Pronto Soccorso – come da procedura di emergenza già
standardizzata dalla A.O. capofila (A.O. Papardo) e adottata con atto
deliberativo n. 2908/DG del 14.12.2016 5.2 Situazione di immediatezza che
richiede rapida presa in carico nei Servizi Territoriali (Consultori, Servizi Sociali
dell’Ente Locale, Sportello anti-violenza, SERT, Salute Mentale, NPIA,
26
ambulatori MMG e PLS). 5.3 Situazione di presa in carico e di ascolto: la
vittima si presenta ai Servizi Territoriali (Consultori, Sportello anti-violenza,
S.S. Comune, SERT, Salute Mentale, Nuclei Operativi anti-violenza, Centri
Specialistici) , nei Presidi di continuità assistenziale, nei PTE, negli ambulatori
MMG e PLS.
 Situazione di immediatezza che richiede rapida presa in carico nei Servizi
Territoriali (Consultori, S.S., Sportello anti-violenza, SERT, Salute Mentale,
NPIA, nei Presidi di continuità assistenziale , nei PTE, negli ambulatori MMG e
PLS).
I Servizi Territoriali pubblici e privati garantiscono interventi diretti o rappresentano la
continuità assistenziale post-dimissione dal Pronto Soccorso. È fondamentale la stretta
connessione tra i servizi dedicati e la condivisione delle procedure, per garantire una
risposta più celere, maggiore sicurezza e riduzione del rischio di esposizione o contatto
con il soggetto maltrattante.
IN ORARIO DI UFFICIO:
 Servizi Sociali Comunali: accogliere, informare, valutare, inviare ai servizi
dedicati, accompagnare alla denuncia. Attivare segnalazione A.G.e contattare
Tutela dei Minori, se presenti. Procedere ad un eventuale collocamento della
vittima in situazione protetta. Informare le F.O.
 Sportello Anti-Violenza: accogliere, informare, valutare (scheda S.A.R.A. o altre
modalità di valutazione), inviare ai servizi dedicati, accompagnare alla denuncia,
contattare i S.S. del Comune di residenza della donna. Attivare segnalazione
A.G. e il Servizio Tutela minori, se presenti. Procedere ad un eventuale
collocamento della vittima in situazione protetta. Informare le forze dell’ordine.
 Consultorio/Altri servizi: accogliere, informare, valutare (scheda S.A.R.A. o
altre modalità di valutazione), inviare ai servizi dedicati, accompagnare alla
denuncia, contattare i S.S. del Comune di residenza della donna. Attivare
segnalazione A.G. e il Servizio Tutela minori, se presenti. Procedere ad un
eventuale collocamento della vittima in situazione protetta. Informare le forze
dell’ordine. Offrire supporto psicosociale.
 F.O.: accogliere, informare, valutare, inviare ai servizi dedicati, accettare la
denuncia, contattare i S.S. del Comune di residenza della donna e il Servizio
27
Tutela minori, se presenti. Procedere con l’eventuale allontanamento della
vittima e dei minori o del maltrattante.
FUORI DALL’ORARIO D’UFFICIO:
 SERVIZI (Consultori, Sportelli Anti-Violenza, Sert, NPIA, Salute Mentale,
Servizi Sociali Comunali, Guardie Mediche , PTE, Ambulatori MMG e Pediatri
di base): esporre in posizione ben visibile una locandina con i numeri utili (112,
caserma più vicina o di altre F.O.) e le procedure d’emergenza in caso di
maltrattamento.
 F.O.: garantiscono la copertura del servizio 24 ore su 24.
 Situazione di presa in carico e di ascolto: la vittima si presenta ai Servizi
Territoriali (Consultori, Sportello anti-violenza, S.S. Comune, SERT, Salute
Mentale, Nuclei Operativi anti-violenza, centri specialistici), negli ambulatori
MMG e Pediatri di base.
IN ORARIO DI UFFICIO:
 Servizi Sociali Comunali: accogliere, informare, valutare, inviare ai servizi
dedicati, accompagnare alla denuncia o attivare segnalazione A.G., contattare
Tutela dei Minori, se presenti, procedere ad un eventuale collocamento della
vittima in situazione protetta, informare le F.O., inviare al consultorio familiare
per presa in carico psico-sociale.
 Sportello Anti-Violenza: accogliere, informare, valutare (scheda S.A.R.A. o altre
modalità di valutazione), inviare ai servizi dedicati, accompagnare alla denuncia
o attivare segnalazione, contattare i S.S. del Comune di residenza della donna e
Servizio Tutela minori, se presenti., inviare al consultorio familiare per presa in
carico psico-sociale.
 NPIA, SERT/Altri servizi: accogliere, informare, valutare (scheda S.A.R.A. o
altre modalità di valutazione), inviare ai servizi dedicati accompagnare alla
denuncia o attivare segnalazione, offrire supporto psicosociale, contattare i S.S.
del Comune di residenza della donna e Servizio Tutela minori, se presenti,
informare le FO, inviare al consultorio familiare per presa in carico psicosociale.
 F.O.: accogliere, informare, valutare, inviare ai servizi dedicati, accettare la
denuncia, contattare i S.S. del Comune di residenza della donna e Servizio
28
Tutela minori, se presenti, procedere con l’eventuale allontanamento della
vittima e minori o del maltrattante. inviare al consultorio familiare per presa in
carico psico-sociale.
 CONSULTORI FAMILIARI: accogliere, informare, valutare (scheda S.A.R.A o
altre modalità di valutazione), accompagnare alla denuncia o attivare
segnalazione contattare i S.S. del Comune di residenza della donna e Servizio
Tutela minori, se presenti, presa in carico psico-sociale e, se necessario, invio al
secondo livello (SERT, Salute Mentale, NPIA).
FUORI DALL’ORARIO D’UFFICIO:
 SERVIZI (Consultori, Sportelli Anti-Violenza, Sert, NPIA, Salute Mentale,
Servizi Sociali Comunali, Guardie Mediche , PTE, Ambulatori MMG e Pediatri
di base): esporre in posizione ben visibile una locandina con i numeri utili (118,
112, caserma più vicina o di altre F.O.) e le procedure d’emergenza in caso di
maltrattamento (come da procedura del SUES 118 deliberazione n. 2552/DG del
7.11.2016).
 F.O.: garantiscono la copertura del servizio 24 ore su 24.
4.5. Responsabilità
La Direzione Strategica è responsabile della validazione della procedura e della
condivisione interaziendale, con i Comuni del territorio provinciale (ANCI) e il Terzo
settore. I servizi Territoriali dell’ASP (Consultori, DSM, SERD, NPIA, Dipartimento di
Prevenzione-Igiene e Medicina Scolastica) sono responsabili dell’applicazione della
procedura e dell’attivazione della rete con i Centri anti-violenza, le associazioni, il
servizio sociale del Comune di residenza della vittima e le Forze dell’Ordine.
La procedura verrà diffusa ai MMG e ai PLS, ai Presidi di continuità assistenziale ai
Nodi Distrettuali locali, alle associazioni ed ai centri di tutela per minori, alla Questura
di Messina.
Verranno stilati i protocolli di intesa con le Procure e le Forze dell’Ordine e con i Centri
anti-violenza.
29
4.6 Normativa
“Convention on preventing and combating violence against women and domestic
violence” (Istanbul maggio 2011) e sottoscritta dall’Italia alla fine del 2012. art. 572 del
C.P. Norma contro il maltrattamento in famiglia o verso i minori; L. 66/96 Norme
contro la violenza sessuale (Reato contro la persona); L. 269/98 Norme contro lo
sfruttamento della prostituzione e pornografia; L. 38/2006 Lotta contro lo sfruttamento
sessuale dei bambini e pedopornografia anche a mezzo internet; L. 38/2009 recante
misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza, nonché in
tema di atti persecutori, che ha riconosciuto l’importanza dell’istituzione sul territorio
dei Centri Antiviolenza. L. 154/2001 Misure contro la violenza nelle relazioni familiari.
L. 7/2006 sul divieto delle pratiche di mutilazione dei genitali femminili Piano
nazionale contro la violenza di genere e lo stalking Febbraio 2011 DDL 93/2013 recante
disposizioni urgenti in materia di sicurezza e contrasto per la violenza di genere, nonché
in tema di protezione civile e commissariamento delle province (la cosiddetta legge sul
“femminicidio”, Legge n.77 del 27 Giugno 2013, “Ratifica ed esecuzione della
Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei
confronti delle donne e la violenza domestica” Legge Regionale 3/2012 “Norme per il
contrasto e la prevenzione della violenza di genere”, che prevede attività di prevenzione
e potenziamento delle azioni di intervento.
Piano della Salute 2010-2012 e nel PSR 2011-2013 si introduce il tema degli effetti
sulla salute causati da atti di violenza di genere. Decreto dell’Assessore della famiglia,
delle politiche sociali e del lavoro n. 281 del 19 Febbraio 2014, con il quale, in
adempimento di quanto disposto dalla Legge 3/2012 è stato formalmente costituito
l’Osservatorio Permanente per il contrasto alla violenza di genere, presso l’Assessorato
della Famiglia, delle Politiche sociali e del lavoro. La legge 28/12/2015 n. 208 (Legge
di Stabilità 2016 emendamento c. 790-791) definisce il percorso di tutela per le vittime
di violenza per tutte le persone fragili, nella pienezza della dignità della persona e
finalizzato alla autodeterminazione.
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32
33
4.7 Nodi di Rete
MESSINA
 CeDAV Onlus - Centro Donne Antiviolenza
(CENTRO ANTIVIOLENZA)
Via Castellammare, 6 - 98123 - Messina 090 716524
cedav@virgilio.it www.women.it/luoghi/luoghi-it/messin.htm
orario: lun - mer - ven dalle ore 15.00 alle ore 19.00;
mar e gio dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Referente: Carmela Currò
 Coop. Soc. Santa Maria della Strada
Via Nazionale, 155 Giampilieri Marino - 98100 – Messina
090 821561 090 821561
s.mariadellastrada@libero.it
orario: tutti i giorni h 24
Referente: Salvatore Gulletta
 Centro ITARD Sicilia s.r.l. “Impresa Sociale”
Via dei Mille, 271 - 98123 - Messina 090 691046 090 691046
centroitardsicilia@gmail.com
orario: mer e ven dalle ore 10.00 alle ore 12.00
referente: Rosa Alba Frandina
 C.I.R.S. Onlus Comitato Italiano per il Reinserimento Sociale -
Sezione Locale di Messina
Via Mons. Francesco Bruno, 22 - 98122 – Messina 090 40820 090 40820
cirsonlusme@virgilio.it
orario: da lun a ven dalle ore 9.00 alle ore 12.00
referente: Mirella Miroddi
 Azione Sociale Soc. Coop. Soc.
Piazza San Giovanni, 15 – Vill. Castanea - 98155 – Messina
34
090 317581 090 317585
azionesociale@tiscali.it azionesociale@sicurezzapostale.it
orario: mer e sab dalle ore 9.00 alle ore 13.00
referente: Lucia Gentile
TERRITORIO PROVINCIALE
Comune di Capo d'Orlando
C.da Muscale - Palazzo Satellite - 98071 - Capo d’Orlando (ME)
0941 915347 0941 915347
luciabontempo@comune.capodorlando.me.it
orario: mar e gio dalle ore 15.00 alle ore 18.00
referente: Lucia Bontempo
 Associazione Pink Project
Via Tripoli, 17 - 98071 - Capo d’Orlando (ME) 0941 054182
pinkproject@pariopportunita.sicilia.it
orario: lun e mer dalle ore 15.00 alle ore 19.00
mar e gio dalle ore 9.00 alle ore 13.00
referente: Maria Grazia Giorgianni
Comune di Castroreale
Via G. Siracusa - 98053 - Castroreale (ME) 090 9746444 090 9746777
servizisociali@castroreale.it www.antiviolenzaangeli.com
orario: mar e gio dalle ore 10.00 alle ore 12.00
referente: Lucia Gentile
Comune di Francavilla
 Associazione PENELOPE Coordinamento solidarietà sociale
Via Liguria, 6 (Lilliput) - 98034 - Francavilla di Sicilia (ME)
0942 981163 0942 47420
lilliputfrancavilla@virgilio.it
orario: lun - mer - ven dalle ore 9.00 alle ore 12.00
referente: Tiziana Grasso
35
Comune di Furnari
 A.S.V.O. onlus - Associazione di soccorso e volontariato orizzonti C.da San
Filippo (Centro Servizi Comune di Furnari) 98054 -
Furnari (ME) 0941 81528
asvo.sicilia@gmail.com retesocialeasvo@gmail.com
asvo@pec.it info@asvonlus.net
orario: mar - gio - ven dalle ore 15.00 alle ore 20.00
referente: Carmela Pino
Comune di Gaggi
 A.SO.FA. - Associazione di Solidarietà Familiare
Via Umberto, 84 - 98030 - Gaggi (ME)
0942 47520 0942 47520
asofa@libero.it
orario: da lun a ven dalle ore 10.00 alle ore 12.00
referenti: Agata Famà e Laura Spadaro
Comune di Giardini N.
 Associazione EVALUNA Onlus
(CENTRO ANTIVIOLENZA Generosa)
Via Brasile, 18 - 98035 - Giardini Naxos (ME)
0942 681667 0942 47420
concettarestuccia@virgilio.it
orario: lun - mer - ven dalle ore 9.00 alle ore 12.00;
mar e gio dalle ore 16.00 alle ore 19.00
referente: Concetta Restuccia
 Associazione PENELOPE Coordinamento solidarietà sociale
Via S. Paladino, 32 (La Cura) - 98035 - Giardini Naxos (ME)
0942 253888 0942 47420
centrolacura@alice.it
orario: lun - mer - ven dalle ore 9.00 alle ore 12.00
referente: Anna Maria Intilisano
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Comune di Pace del Mela
Piazza Municipio - Palazzo Comunale - 98042 - Pace del Mela (ME)
090 9347215 - 090 9347216 090 9347219
servizisociali@comune.pace-del-mela.me.it
orario: lun e mer dalle ore 15.00 alle ore 18.00
referente: Filippo Santoro
Comune di San Piero Patti
 Associazione La Clessidra Costruire l'esperienza
Via Sant’Anna, 44 - 98068 - San Piero Patti (ME) 331-1641974
noalsilenzio@tiscali.it
Fb: NoalSilenzio San Piero Patti
orario: lun dalle ore 15.00 alle ore 17.00;
gio dalle ore 10.00 alle ore 12.00
referente: Catena Camuti
Comune di S.Teresa di Riva
 Associazione PENELOPE Coordinamento solidarietà sociale
Viale Regina Margherita c/o villa ragno (Il Picchio) 98028 -
Santa Teresa Riva (ME) 0942 793487 0942 793487
centroilpicchio@virgilio.it
orario: lun - mer - ven dalle ore 9.00 alle ore 12.00
referente: Angela Mantello
Comune di Tortorici
Viale Rosario Livatino - 98078 - Tortorici (ME)
0941 4231206 0941 430825
francesca.paterniti@comunetortorici.me.it
orario: mar e gio dalle ore 15.00 alle ore 18.00
referente: Francesca Paterniti
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DISTRETTO DI TAORMINA
EMERGENZA- URGENZA
Continuità Assistenziali ex Guardie mediche
SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO
Antillo Via Roma 0942/723142
Casalvecchio S V.Sant’Onofrio 0942/761121
Castelmola V.Nazionale 0942/28256
Cesaro’ Via Regina Elena 095/697147
Forza D’Agro’ Via delle Rimembranze 0942/721601
Francavilla Via dei Mulini 0942/981571
Gaggi Via E.Berlinguer 0942/630005
Gallodoro Viale Europa, 39 0942/656023
Giardini N Via Vitt.Emanuele, trav.1 0942/53932
Graniti Via Roma,144 0942/29043
Letojanni Via Lungomare 0942/36388
Limina Via Provinciale, 85 0942/726192
Malvagna P.zza Pio La Torre, 3 0942/964175
Moio Alcantara Via Torre,1 0942/963106
Mongiuffi Melia P.zza S.Nicolo’ 0942/20127
Motta Camastra P.zza Croce 1 0942/985283
Roccella Valdemone Via De Gasperi 0942/965075
S.Alessio Siculo Via Siena 0942/751019
Savoca Via Borgo 7 0942/761124
Santa Domenica Vittoria Via G.D’Acquisto 095/925104
P.P.I. Punti di primo intervento
Sede: Taormina
Indirizzo: Piazza San Francesco da Paola (Ospedale Vecchio)
N°Telefono: 0942/614042
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.00 – 20.00
giorni prefestivi 8.00 - 10.00
Punti territoriali d’Emergenza PTE
1) Sede: Santa Teresa Riva
Indirizzo: P.zza V Reggimento Aosta
N°Telefono: 0942/792810
Orario e giorni d’apertura: tutti i giorni, compresi i festivi 8.00 - 20.00
2) Sede: Francavilla di Sicilia
Indirizzo: Via dei Mulini 1
N°Telefono: 0942/981571
Orario e giorni d’apertura: tutti i giorni, compresi i festivi 8.00 - 20.00
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CONSULTORI FAMILIARI
1) Sede: Taormina
Indirizzo: P.zza S.Francesco da Paola
N°Telefono: 0942/614020
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 - 12.30
martedì e giovedì 15.30 - 17.30
2) Sede: Francavilla di Sicilia
Indirizzo: Via dei Mulini
N°Telefono: 0942/980002
Orario e giorni d’apertura: dal lunedi’ al venerdì 9.00 - 13.00
martedì e giovedì 15.00 - 17.30
3) Sede: S.Teresa Riva
Indirizzo: Via V° Reggimento Aosta
N°Telefono: 0942/614805/06/08
Orario e giorni d’apertura: martedì, mercoledì e venerdì 9.00 - 13.00
4) Sede: Giardini Consultorio Convenzionato La Famiglia
Indirizzo: Via Sebastiano Paladino, 12
N°Telefono: 0942/52634
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 - 14.00
martedì, mercoledì e giovedì 15.00 - 18.00
DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE
SALUTE MENTALE ADULTI
Sede: Giardini Naxos
Indirizzo: C.da Orto Grande Via Marconi
N°Telefono: 0942/614706/08/579355
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Sede: S.Teresa Riva
Indirizzo : P.zza Municipio
N°Telefono: 0942/614801/02/03
SER.D
Sede: Letojanni
Indirizzo: Via Fiumara, 5
N°Telefono: 0942/627873
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AMBULATORIO DI PSICOLOGIA
Sede: Gaggi
Indirizzo: Via E.Berlinguer
N°Telefono: 0942/47650
Orario e giorni d’apertura: lunedi, giovedì, venerdì e sabato
SERVIZIO SOCIALE
Indirizzo:c/o P.O. S.Vincenzo Taormina
N°Telefono: 0942/579464
SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI
1) Sede: Taormina
Indirizzo: P.zza S.Francesco da Paola
N°Telefono: 0942/985711
2)Sede: S.Alessio Siculo
Indirizzo: Via Siena
N°Telefono: 0942/614272
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 11.00
martedì 15.00 – 17.00
3) Sede: Francavilla di Sicilia
Indirizzo: Via Roma, 34
N°Telefono: 0942/614600
40
DISTRETTO DI MESSINA
EMERGENZA- URGENZA
Continuità assistenziali ex Guardie mediche
SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO
Messina Viale Giostra 090/59606
Messina Centro Via Garibaldi 090/45077
Villafranca Tirrena Via Principe Castelnuovo 090/334536
Saponara Via Kennedy 090/334079
Rometta Via Sabauda 5 090/992422
Messina Sud Via dei Mille 090/2932510
Nizza di Sicilia Via C.Todaro 0942/715986
Ali’ Terme Via Mastro Guglielmo 090/715212
Ali’ Superiore Via Spirito Santo 090/700171
Roccalumera Via Torrente Sciglio 0942/746233
Mandanici P.zza S.S.Trinità, 29 0942/781230
Fiumedinisi Via Lungo Fiume 0942/771164
Furci Siculo Via Milano 605 0942/793793
Pagliara Via Rinaldo, 52 0942/737008
Punti di Primo Intervento P.P.I
SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO
PPI Messina Nord Via del Vespro, 14 090/3653517- 18
PPI Messina Sud Pistunina S.S.114 Km 5,400 Pistunina 090/3652022
PPIP Pediatrico Messina Nord Viale della Libertà, 240
PPIP Pediatrico Me Sud- Scaletta Salita Itala Superiore
Punti territoriali d'emergenza
1) Sede: Messina
Indirizzo: Viale Giostra ex Ospedale Mandalari
N° telefono: 090/3654258
2) Sede: Messina
Indirizzo: Via dei Mille
N° telefono: 090/2932510
3) Sede: Scaletta
Indirizzo: Via Salita Itala Superiore
N° telefono: 090/951312
Attivi 24 ore su 24
41
CONSULTORI FAMILIARI
1) Sede: Messina – Villa Lina
Indirizzo: Viale Giostra Cittadella della salute
N°Telefono: 090/3654260/63/65/69 – Fax 090/3654261
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 12.30
martedì e mercoledì 15.00 – 17.30
2) Sede: Messina – Via del Vespro
Indirizzo: Via del Vespro, 14
N°Telefono: 090/3653580/82/96
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 12.30
3) Sede: Messina – Pistunina
Indirizzo: S.S. 114 Km.5,400 Pistunina
N°Telefono: 090/3652006/2011/2012
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 12.30
lunedì e mercoledì 15.00 – 16.30
4) Sede: Messina - Margherita
Indirizzo: Via 19° Fanteria
N°Telefono: 090/3653823/24
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 12.30
lunedì e mercoledì 15.00 – 17.00
5) Sede: Messina - S.Agata AIED (convenzionato)
Indirizzo: Via G.Caporale
N°Telefono: 090/321336
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00-13.00/15.30-19.30
6) Sede: Roccalumera
Indirizzo: Via Torrente Sciglio 20
N°Telefono: 090/3654052
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 13.30
lunedì e giovedì 15.30 – 17.00
7) Sede: Rometta (convenzionato)
Indirizzo: Via Mezzasalma 25
N°Telefono: 090/332761
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 12.30
lunedì, martedì, mercoledì e venerdì 16.00 – 19.30
42
DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE
SALUTE MENTALE ADULTI
Centro Salute Mentale Messina Nord
Indirizzo: Via S.Elia, 26 c/o ex Opspedale S.Angelo dei Rossi - Messina
N°Telefono:090/365316/34
Centro Salute Mentale Messina Sud
Indirizzo: Via Bottone 2 Provinciale - Messina
N°Telefono: 090/2983421
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
1) Ambulatorio Messina Nord
Indirizzo: Viale Giostra ex Mandalari
N°Telefono: 090/3653954/08/09
2) Ambulatorio Messina Sud
Indirizzo: S.S.114 Km.5.400 Pistunina - Messina
N°Telefono: 090/3652091/89
SER.D
1) Messina Nord
Indirizzo: Viale Giostra - Cittadella della Salute - Messina
N°Telefono: 090/3653984
2) Messina Sud
Indirizzo: Via U.Bonino 1- Complesso Sidat - Messina
N°Telefono: 090/6507918
UFFICIO ASSISTENZA EXTRACOMUNITARI
Sede: Messina
Indirizzo: Via del Vespro, Isolato 289 ex INAM (primo piano)
N°Telefono: 090/3653556
Orario e giorni d’apertura: mercoledì e giovedì 9.30 – 13.30
43
DISTRETTO DI MILAZZO
EMERGENZA – URGENZA
Continuità Assistenziali ex Guardie Mediche
SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO
Gualtieri Sicaminò Via Nuova, 5 090/936132
Milazzo Via G. Impallomeni, 45 090/9281158
Monforte S.Giorgio Via P. di Piemonte, 14 090/9934006
Pace del Mela Via Liberta’, 35 090/9385076
Roccavaldina Via Collegio, 4 090/9977373
San Filippo del Mela Via Serro, 10 090/931755
Santa Lucia del Mela P.zza Milite Ignoto, 1 090/935072
San Pier Niceto C.da Zì Fronte 090/9975084
Spadafora Via Galleano 090/9941525
Torregrotta Via G.Verga 090/9910599
Venetico Via Roma 090/9920093
Punti di Primo Intervento P.P.I
Sede: Milazzo
Indirizzo: C.da Grazia
N° Telefono: 090/9290473
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.00 – 20.00
Punti di primo intervento pediatrico P.P.I.P
Sede: Milazzo
Indirizzo: C/o P.O. Milazzo
Orario e giorni d’apertura: prefestivi e festivi 10.00 – 20.00
Punti territoriali d'emergenza
Sede: Torregrotta
Indirizzo: Via G.Verga
N° Telefono: 090/9911403
CONSULTORI FAMILIARI
1) Sede: Milazzo
Indirizzo: Via Impallomeni, 45
N°Telefono: 090/9222342 - Fax: 090/9221417
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 12.30
martedì e giovedì 15.00 – 17.30
44
2) Sede: Giammoro – Pace del Mela
Indirizzo: Via Libertà, 35
N°Telefono: 090/9384407/090/9290762 – Fax: 090/9384241
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 12.30
martedì e giovedì 15.30 – 17.30
3) Sede: Valdina
Indirizzo: Viale Rinascita Fondachello, 1
N°Telefono: 090/9290782 – Fax: 090/9920788
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.30 – 12.30
lunedì 15.30 – 18.00
DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE
SALUTE MENTALE ADULTI
Centro Salute Mentale Milazzo
Indirizzo: Corso Marina Garibaldi Vico Ospedale
N°Telefono: 090/9290606 - 090/9290612
Ambulatorio periferico Giammoro/Pace del Mela
Indirizzo: Via Libertà, 120
N°Telefono: 090/9385062
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Sede: Milazzo
Indirizzo: Via Marina Garibaldi 8, Vico Ospedale - Milazzo
N°Telefono: 090/9290618/15/14
SER.D
Sede: Milazzo
Indirizzo: Via Santa Maria Maggiore R.ne Vaccarella
N°Telefono: 090/9290623/28
SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI
Sede: Milazzo
N°Telefono: 090/9290808/9222198
45
DISTRETTO DI LIPARI
EMERGENZA- URGENZA
Continuità Assistenziali ex Guardie Mediche
SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO
Lipari Via Garibaldi - Canneto 090/9885426
Malfa Via Umberto 090/9885432
Vulcano Via Favaloro 090/9885431
Panarea Via S.Pietro 090/9885433
Stromboli Via Vittorio Emanuele 090/9885435
Ginostra Via Portella 090/9885408
Alicudi Via Perciato 090/9889913
Filicudi V.Rocche di Ciavoli 090/9889961
Punti territoriali d'emergenza
Sede: Salina
Telefono: 090/9843514
CONSULTORIO FAMILIARE
Sede: Lipari
Indirizzo: V.S.Anna
N°Telefono: 090/9885423
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 13.00
DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE
SALUTE MENTALE ADULTI
Sede: Lipari
Indirizzo: C/o Ospedale - Piano Terra
N°Telefono: 090/9885328
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
(afferisce alla UOS NPIA Milazzo-Lipari)
Sede: Lipari
Indirizzo: V.S.Anna
N°Telefono: 090/9885328
46
SERVIZIO SOCIALE OSPEDALIERO
Sede: Lipari
Indirizzo: C/o Ospedale- Uffici Direzione Sanitaria
N°Telefono: 090/9885404
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al sabato 8.30 – 13.00
SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI
Sede: Lipari
N°Telefono: 090/9885389/5430
DISTRETTO DI BARCELLONA
EMERGENZA – URGENZA
Continuità Assistenziali ex Guardie Mediche
SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO
Barcellona Via Risorgimento, 16 090/9751029
Basicò Via Vitt. Emanuele, 206 0941/85112
Castroreale Via Siracusa, 33 090/9746051
Falcone P.zza Romeo 0941/34374
Fondachelli Fantina Via Badolato 0941/651207
Furnari P.zza Municipio 0941/81170
Mazzara’ S.A. V.Umberto 0941/83368
Meri’ Via Brigadiere Nania, 4 090/9763294
Montalbano Elicona Via Giardino, 34 0941/679362
Novara di Sicilia Via Calcagno 0941/650446
Rodi’ Milici V.D.Alighieri 090/9741333
Terme Vigliatore V.S.Biagio 090/9781578
Tripi V.F.Todaro 0941/82081
Continuità assistenziale Turistica (dal 15 giugno al 15 settembre)
Sede: Furnari - Tonnarella
Indirizzo: Via Palermo
N°Telefono: 0941/874071
47
Punti di Primo Intervento P.P.I
Sede: Barcellona
Indirizzo: Via Cattafi C/o Pronto Soccorso Presidio Ospedaliero
N°Telefono: 090/9751679
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.00 – 20.00
Prefestivi 8.00 – 10.00
Punti di Primo Intervento pediatrico P.P.I.P
Sede: Barcellona
Indirizzo: Via Cattafi c/o Pronto Soccorso Presidio Ospedaliero
N°Telefono: 090/9751679
Orario e giorni d’apertura: tutti i giorni 10.00 – 20.00
Punti territoriali d'emergenza
1) Sede: Novara di Sicilia
Indirizzo: Via Calcagno, 1
N°Telefono: 0941/650295
2) Sede: Falcone
Indirizzo: Via Stazione c/o Guardia Medica
N°Telefono:0941/34643
CONSULTORIO FAMILIARE
Sede: Barcellona
Indirizzo: Via Risorgimento, 14
N°Telefono: 090/9751058
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 13.00
lunedì e giovedì 15.00 – 17.00
DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE
SALUTE MENTALE ADULTI
Centro di salute mentale Barcellona Pozzo di Gotto
Indirizzo: Via Salvatore Cattafi 37-39 Barcellona
N°Telefono: 090/9751552/881
48
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Sede: Barcellona
Indirizzo: C/o Nuovo Cutroni Zodda – Barcellona
N°Telefono:090/9751039/
SER.D
Sede di : Barcellona
Indirizzo : Via del Mare 51
N°Telefono: 090/9751555/560 Numero verde: 800000299
SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI
Sede: Barcellona
Indirizzo: Via Cattafi 40
N°Telefono: 090/9751530
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 12.00
DISTRETTO DI PATTI
EMERGENZA – URGENZA
Continuità Assistenziali ex Guardie Mediche
SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO
Brolo Via Kennedy 0941/244155
Ficarra Via 4 novembre 0941/582338
Floresta Via Mazzeo 0941/662152
Gioiosa Marea Via G.Natoli Gatto 0941/301050
Librizzi Via Salita Toselli 0941/32196
Montagnareale c/o Asilo Comunale 0941/315236
Oliveri. Via Baden Pawel 0941/313088
Piraino Via Roma 0941/585109
Raccuia Via Gramsci 0941/663202
S.Angelo di Brolo ViaS.Francesco da Paola 0941/533150
San Piero Patti Via Scaglione 0941/669263/244138
Sinagra V.Patri’ 0941/594164
Ucria Via Padre Bernardino 0941/664422
Gioiosa e Oliveri sono anche sede di Guardia Medica Turistica
49
Punti di Primo Intervento P.P.I
Sede: Patti
Indirizzo: locali adiacenti al Pronto Soccorso dell’Ospedale
N°Telefono: 0941/244300
Orario e giorni d’apertura: giorni feriali 8.00 – 20.00
sabato e prefestivi 10.00 – 20.00
Punti di Primo Intervento Pediatrico P.P.I.P
Sede: Patti
Indirizzo: locali adiacenti al Pronto Soccorso dell’Ospedale
Orario e giorni d’apertura: tutti i giorni 10.00 – 20.00
Punti territoriali d'emergenza
(Tutti) Orario e giorni d’apertura: 24 ore su 24
1) Sede: Patti
Indirizzo: presso Pronto Soccorso dell’Ospedale (solo ambulanza medicalizzata)
N°Telefono: 0941/244361
2) Sede: Brolo
Indirizzo: Via Trento
N°Telefono: 0941/562354/244157/153
3)Sede: S.Piero Patti
Indirizzo: Via Scaglione
N°Telefono: 0941/661121/244139
4)Sede: Ucria
Indirizzo: Via Padre Bernardino
5)Sede: Floresta
CONSULTORI FAMILIARI
1) Sede: Patti
Indirizzo: Via Cattaneo C/o Poliambulatorio
N°Telefono:0941/241138
Orario e giorni d’apertura: da lunedì a venerdì 9.00 – 12.30
lunedì martedì e giovedì15.00 – 17.30
50
2) Sede: Gioiosa Marea
Indirizzo: Via Ragusa 1
N°Telefono: 0941/302767 - 0941/244122/23/24/25
Orario e giorni d’apertura: martedì, mercoledì e giovedì 9.00 – 12.00
martedì 15.00 – 17.30
3) Sede: Brolo
Indirizzo: Via Trento c/o Poliambulatorio Brolo
N°Telefono: 0941/244163/60
Orario e giorni d’apertura: da lunedì a venerdì 8.30 – 13.00
martedì e giovedì15.00 – 17.00
4) Sede: S.Piero Patti
Indirizzo: Via Scaglione, 1 c/o Poliambulatorio S.Piero Patti
N°Telefono: 0941/244127
Orario e giorni d’apertura: lunedì 9.00 – 13.00/14.30 – 17.00
martedì 8.15 – 13.00/14.30 – 17.00
Giovedì 9.00 – 13.00
Venerdì 8.15 – 13.00
DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE
SALUTE MENTALE ADULTI
Ambulatorio di Patti
Indirizzo: Via Garibaldi, 47
N°Telefono: 0941/244628/27
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00–13.00/16,00-18,00
sabato 9.00 – 13.00
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Sede: Patti
Indirizzo: Via Garibaldi, 47
N°Telefono: 0941/244611/12/13/14
SER.D
Sede: Patti
Indirizzo: Presso Presidio Ospedaliero Patti
N°Telefono:0941/240001 Numero Verde 800379994
51
SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI
Sede: Patti
Indirizzo: Via Cattaneo
N°Telefono: 0941/244749
Orario e giorni d’apertura: lunedì e venerdì 8.30 – 10.30
DISTRETTO DI MISTRETTA
EMERGENZA- URGENZA
Continuità assistenziali ex Guardie mediche
SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO
Tusa Via Roma 0921/330537
Castel di Lucio Via Vittorio Emanuele 0921/384235
Pettineo Via Pedevillano 0921/336295
Motta D’Affermo Via Roma 0921/336085
Reitano Via San Giuseppe 0921/338149
Continuità assistenziale turistica: Castel di Tusa Tel. 335/7753938
Punti di Primo Intervento P.P.I
Sede: Mistretta
Indirizzo: V.G.Verga, 3
Punti territoriali d'emergenza
Sede: S.Stefano Camastra
Indirizzo: C.da Favatà
N°Telefono: 0921/331934
Orario e giorni d’apertura: 24 ore su 24
52
CONSULTORI FAMILIARI
1) Sede: Mistretta
Indirizzo: Via Anna Salamone, 20
N°Telefono: 0921/389595/96
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.00 – 13.00
lunedì e mercoledì 15.30 – 17.00
2) Sede: Santo Stefano Camastra
Indirizzo: Via Croce Missione, 1
N°Telefono: 0921/389350/51
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 12.30
lunedì e giovedì 15.30 – 17.00
DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE
SALUTE MENTALE ADULTI
Ambulatorio Mistretta
Indirizzo: Via Anna Salamone, 20
N°Telefono: 0921/389272
SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI
Sede: Mistretta
N°Telefono: 0921/3895482 - 389403
53
DISTRETTO DI S.AGATA DI MILITELLO
EMERGENZA- URGENZA
Continuità assistenziali ex Guardie mediche
SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO
Sant’Agata Militello Via Cosenz 0941/701430
Acquedolci C.da Buonriposo 0941/720616
Alcara Li Fusi Via Circonvall. Nord 0941/793383
Caprileone Via MonsFicarra 0941/958596
Capo D’Orlando Via Mancini 0941/911958
Caronia Via L.Orlando 0921/305019
Castell’Umberto Via C.Battisti 0941/438032
Frazzano’ Via Liberta’ 0941/959123
Galati Mamertino Via Roma 0941/434796
Longi Via Matteotti 0941/485282
Militello Rosmarino Via Umberto 0941/728296
Mirto Via S.Rocco 0941/919358
Naso Via Convento 0941/961068
San Fratello V.Milano 0941/799241
San Marco D’Alunzio Via Risorgimento 0941/7001
San Salvatore di Fitalia Via Caduti sul Lavoro 0941/486173
Torrenova Via Meli 0941/785616
Punti di Primo Intervento P.P.I
Sede: Sant’Agata Di Militello
Indirizzo: Via Catania, 14
N°Telefono: 0941/720544
Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.00 – 20.00
giorni prefestivi 8.00 – 10.00
Punti di primo intervento pediatrico P.P.I.P
Sede: Sant’Agata Di Militello
Indirizzo: Via Catania, 14
N°Telefono: 0941/720544
Orario e giorni d’apertura: tutti i giorni 10.00 – 20.00
Punti territoriali d'emergenza
(tutti) Orario e giorni d’apertura: tutti giorni 24 ore su 24
1) Sede: Tortorici
Indirizzo: Via Roma
N°Telefono: 0941/430318
54
2) Sede: S.Agata di Militello
Indirizzo: Via Cosenz
3) Sede: Capo D'Orlando
Indirizzo: Via Mancini
N°Telefono: 0941/720050/070
CONSULTORI FAMILIARI
1) Sede: Sant’Agata Di Militello
Indirizzo: Via Catania, 14
N°Telefono: 0941/720319
Orario e giorni d’apertura: da lunedì al venerdì 9.30 – 13.30
lunedì e giovedì 15.00 – 18.00
2) Sede: Acquedolci
Indirizzo: C.da Buonriposo
N°Telefono: 0941/720612
Orario e giorni d’apertura: mercoledì 8.00 – 14.20
3)Sede: Capo D’Orlando
Indirizzo: Via Mancini, 1
N°Telefono: 0941/720058
Orario e giorni d’apertura:
lunedì, martedì, mercoledì e venerdì 8.30 - 14.00
lunedì e giovedì 15.00 – 17.00
4) Sede: Tortorici
Indirizzo: Via Rosario Livatino
N°Telefono: 0921/430351
Orario e giorni d’apertura: lunedì dalle 8.30 – 12.00/14.30 – 17.30
mercoledì 8.30 - 13.00
venerdì 8.00 - 14.00
DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE
SALUTE MENTALE ADULTI
C.S.M di Sant’Agata di Militello
Indirizzo: Via Martoglio – S.Agata di Militello
N°Telefono:0941/720382/720407
55
Ambulatorio Tortorici
Indirizzo: Via Roma
N° Telefono: 0941/430318
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Sede di S.Agata di Militello
Indirizzo: Via Martoglio
N° Telefono: 0941/720389/220385
Sede: Capo D'Orlando
Indirizzo: Via Mancini, 1
N°Telefono: 0941/901322
SER.D
Sede: S.Agata di Militello
Indirizzo: Via Cosenz, 8
N°Telefono: 0941/723254
SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI
Sede: S.Agata di Militello
Indirizzo: C/O Ospedale
N°Telefono: 0941/720597
56
5. Riferimenti Normativi
La Convenzione di Istanbul (2011) è il primo strumento internazionale, giuridicamente
vincolante, sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza
domestica, riconosciute come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione.
Prevede anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e richiede,
inoltre, la penalizzazione delle mutilazioni genitali femminili.
 Legge 15 febbraio 1996, n. 66, "Norme contro la violenza sessuale"
 Art.18-bis del Dl 25 luglio 1998, n. 286 recante "Testo Unico delle disposizioni
concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello
straniero"
 Legge 4 aprile 2001, n. 154, "Misure contro la violenza nelle relazioni
familiari"
 Art. 76, comma 4-ter, del D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115
 Decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11, "Misure urgenti in materia di sicurezza
pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti
persecutori". Convertito in legge dalla L. 23 aprile 2009, n. 38, pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 2009
 Legge 27 giugno 2013, n. 77, Ratifica ed esecuzione della Convenzione del
Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti
delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011,
pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n.152 del primo luglio
2013
 Decreto legge 14 agosto 2013, n. 93, "Disposizioni urgenti in materia di
sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di
protezione civile e di commissariamento delle province", pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.191 del 16 agosto 2013. Convertito in
legge, con modificazioni, dalla Legge 15 ottobre 2013, n. 119, pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale n. 242 del 15 ottobre 2013
 Art. 24 "Congedo per le donne vittime di violenza di genere" del D. lgs. 15
giugno 2015, n. 80
 Art. 1, comma 16, della Legge 13 luglio 2015, n. 107 "Riforma del sistema
nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni
legislative vigenti"
 Art. 14, comma 6, della Legge 7 agosto 2015, n. 124 che inserisce il comma 1-
ter dopo il comma 1-bis dell'articolo 30 del D.lgs. 30 marzo 2001, n. 165
57
LESIONI PERSONALI IN DANNO DELLE DONNE
- Art. 581 c. p. (Percosse): “Chiunque percuote taluno, se dal fatto non deriva una
malattia nel corpo o nella mente è punito..”;
Si procede a querela.
- Art. 582 c. p. (Lesioni personali): “Chiunque cagiona ad alcuno una lesione
personale dalla quale deriva una malattia nel corpo e nella mente è punito.
Se la malattia ha una durata non superiore ai venti giorni e non concorre alcuna delle
circostanze aggravanti prevedibili dagli articoli 583 e 585 il delitto è punibile a querela
della persona offesa”; Si procede a querela.
- Art. 583 c. p. (Circostanze aggravanti): “La lesione personale è grave:
1) se dal fatto deriva una malattia che metta in pericolo la vita della persona offesa,
ovvero una malattia o un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo
superiore ai quaranta giorni;
2) se il fatto produce l’indebolimento permanente di un senso o di un organo.
La lesione personale è gravissima se dal fatto deriva:
1) una malattia certamente o probabilmente insanabile;
2) la perdita di un senso;
3) la perdita di un arto, o una mutilazione che renda l’arto inservibile, ovvero la perdita
dell’uso di un organo o della capacità di procreare, ovvero una permanente e grave
difficoltà della favella;
4) la deformazione, ovvero lo sfregio permanente del viso”.
Si procede sempre d’ufficio. Referto obbligatorio.
- Art. 575 c. p. (Omicidio): “Chiunque cagiona la morte di un uomo è punito.. “. Si
procede d’ufficio. Referto obbligatorio.
58
RINGRAZIAMENTI
La violenza sulle donne è un fenomeno che sempre più frequentemente produce esiti
mortali per le vittime e sta segnando con tragica regolarità le cronache quotidiane.
Rappresenta l'indicatore di un drammatico problema sociale, che investe
trasversalmente la nostra complessa società e non è riconducibile alle condizioni
economiche, culturali, religiose o di appartenenza etnica delle persone coinvolte.
Anche i dati della nostra regione sono in linea con la dimensione del problema a livello
nazionale. Per tali motivi, da tempo, la Regione Sicilia si è impegnata in azioni di
contrasto alla violenza di genere attraverso l'emanazione di una specifica legge in
materia, la n°3/2012“Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere” e
il finanziamento di progetti volti alla sensibilizzazione ed al contrasto del fenomeno,
oltre che alla tutela delle vittime. Inoltre, con il decreto dell'assessore della famiglia,
delle politiche sociali e del lavoro n.281 del 19/02/2014, in adempimento a quanto
disposto dalla sopracitata legge, è stato formalmente costituito l'Osservatorio
permanente per il contrasto alla violenza di genere.
In questa direzione si inserisce il Progetto Obiettivo di piano Sanitario Nazionale anno
2012 -Intesa Stato Regione n.227 del 22 novembre 2012, con la Linea progettuale 2.
BIS “Promozione dell'approccio di genere in sanità” attraverso “l'individuazione della
rete sanitaria regionale per gli interventi di prevenzione e cura nella violenza di genere
“responsabile regionale Dott.ssa C. Noto. Crediamo doveroso cogliere questa occasione
per ringraziare: la Direzione strategica per averci affidato la referenza progettuale; la
Dott.ssa C. Noto per aver coordinato tutte le ASP Siciliane coinvolte nel progetto e
nell'armonizzare le diverse esperienze; la Dott.ssa Marisa Agosta Responsabile
UOEPSA dell'ASP 5 senza la cui fattiva collaborazione il progetto non sarebbe potuto
decollare. Uno speciale ringraziamento al Dott. Dario Intagliata, alla Dott.ssa Sabrina
Ridolfo tirocinanti psicologi ed ai colleghi referenti distrettuali del progetto.
Il presente vademecum auspichiamo possa costituire una guida per gli operatori
impegnati nel contrasto alla violenza di genere.
Le Referenti Aziendali del Progetto
Anna Fiorentino
Adele Lo Presti
59

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  • 1. Grafica a cura di: Dario Intagliata Sabrina Ridolfo Referenti aziendali del progetto: Anna Fiorentino Adele Lo Presti Progetto PSN 2012 Azione 2 Bis “Individuazione della rete sanitaria regionale per gli interventi di prevenzione e cura nella violenza di genere” VADEMECUM PER GLI OPERATORI 1
  • 2. INDICE Presentazione 3 1. La violenza di genere 4 1.1 I numeri del massacro 5 1.2 Le definizioni della violenza 6 1.3 La violenza domestica:il ciclo della violenza 10 1.4 Violenza e conflitto 14 1.5 Perché le donne non vanno via? 15 1.6 Gli stereotipi e i luoghi comuni 16 2. Affrontare il fenomeno della violenza di genere 19 2.1 Il lavoro di rete 19 2.2 Cosa fare quando una donna chiede aiuto 20 2.3 È utile sapere che 21 2.4 Cosa è importante 22 2.5 Per evitare la “rivittimizzazione” non bisogna 23 2.6 Possibili indicatori di violenza 23 3. La valutazione del rischio 26 3.1 Il metodo S.A.R.A. Spousal Assault Risk Assessment 26 4. Le procedure 29 4.1 Oggetto 29 4.2 Scopo della procedura 29 4.3 Campo di applicazione 30 4.4 Modalità operative 30 4.5 Responsabilità 34 4.6. Normativa 35 4.7 Nodi di rete 39 5. Riferimenti Normativi 69 Ringraziamenti 72 2
  • 3. PRESENTAZIONE La violenza contro le donne è un fenomeno antico, complesso e purtroppo molto diffuso. Si tratta di un fenomeno che deve essere affrontato dall’intera comunità: nessun soggetto istituzionale, individuale o collettivo, è sufficiente da solo a rispondere ai bisogni di una donna che si trova in una situazione di maltrattamento. Il Progetto Obiettivo di Piano Sanitario Nazionale 2012 Linea 2.bis “Individuazione della rete sanitaria regionale per gli interventi di prevenzione e cura nella violenza di genere” a cui l’ASP di Messina partecipa come Ente partner, ha permesso di realizzare interventi e azioni di promozione alla salute, di stipulare protocolli di intesa, di adottare procedure condivise. Soprattutto ha offerto l’occasione di rafforzare la rete dei servizi pubblici e privati che, a vario titolo, intervengono nelle azioni di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, ponendo in primo piano l’esigenza di raccordare quanto c’è oggi di operante in tema di lotta alla violenza contro le donne e stimolare l’assunzione di responsabilità da parte degli operatori sociali, sanitari e del privato sociale. Offrire informazione, salute, protezione, sicurezza, ascolto, accoglienza nel rispetto della privacy da parte dei servizi sul territorio, è l’inizio del percorso di sostegno e accompagnamento di una donna vittima di violenza per aiutarla ad avere una maggiore consapevolezza delle proprie risorse. In quest’ottica il presente vademecum vuole essere uno strumento pratico, utile a tutti i soggetti che necessitino di contatti con i servizi appartenenti alla rete, con particolare attenzione alle donne che, per qualunque ragione, entrano in rapporto con il fenomeno della violenza. Il Direttore Sanitario ASP Messina Dott. Domenico Sindoni 3
  • 4. 1. LA VIOLENZA DI GENERE “La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla.” (B. Croce) La violenza di genere rappresenta un problema socio-sanitario, che si sviluppa soprattutto all’interno delle dinamiche familiari, e che non conosce confini di ceto o di cultura di appartenenza. Con il termine “genere”, ci si riferisce a ruoli, comportamenti, attività ed attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne ed uomini (art. 3 Convenzione di Istambul-2011). Si definisce “violenza di genere contro le donne” quella violenza che parte dal presupposto che queste debbano assumere comportamenti consoni al proprio genere e che l'uomo abbia l'autorità e il potere di controllare le “proprie” donne. Si tratta quindi della violenza diretta al controllo del corpo delle donne, alla limitazione della libertà personale o al rivendicarne il possesso. Tutto ciò nasce dal mancato riconoscimento di 4
  • 5. pari uguaglianza tra i due generi o dal fatto che la donna non si conformi a ciò che “culturalmente” ci si aspetta lei sia o faccia. Il Sistema Sanitario rappresenta la prima possibilità di contatto per le donne vittima di violenza e, anche quando non ci sia da parte della vittima l’intenzione di denunciare l’aggressore/abusante, una relazione d’aiuto e/o un supporto da parte di un operatore sanitario che può fare la differenza. La violenza di genere costituisce un’esperienza traumatica che produce conseguenze gravi sulla salute psico-fisica delle vittime, che ha per la società costi economici sanitari e sociali rilevanti. 1.1 I numeri del massacro Dal 2006 al 2016 le donne uccise in Italia sono state 1.740 e di queste 1.251 (71,9%) all'interno del nucleo familiare. Solamente nel 2016 sono state 120 le donne morte strangolate, accoltellate e bruciate. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) segnala la violenza di genere come una delle cause di morte più frequenti per le donne a livello mondiale. È vero infatti, che il 35% di queste, nel mondo, ha subito violenza fisica o sessuale dal proprio partner o da altra persona. In Italia, l'indagine ISTAT condotta nel 2015, mette in evidenza come il 31,5% delle donne, fra i 16 e i 70 anni, abbia subito qualche forma di violenza:  il 20,2% violenza fisica;  il 21% violenza sessuale;  il 5,4% forme più gravi (come stupri o tentati stupri). Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente, mentre nella maggior parte dei casi (76,8%) gli autori di molestie sessuali sono degli sconosciuti. Le donne separate o divorziate hanno subito violenze fisiche o sessuali in misura maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%). Infine, ha subito violenze fisiche e sessuali il 36% delle donne in cattive condizioni di salute e il 36,6% di donne con limitazioni gravi: dato importante poiché mette in evidenza come, in questi casi, sia maggiore il rischio di subire stupri o tentati stupri (il 10% contro il 4,7% delle donne senza problemi). 5
  • 6. 1.2 Le definizioni della violenza La violenza fisica È ogni forma di intimidazione o azione che mette a rischio l'integrità fisica. Include azioni quali: spingere, strattonare, tirare i capelli, dare calci, schiaffeggiare, scuotere, picchiare, minacciare con uso di armi, colpire con un oggetto, bruciare, mordere, tentare di strangolare, pugnalare, sputare, dare pizzicotti, costringere nei movimenti, sovrastare fisicamente, mutilare (ad esempio gli organi genitali), torturare, uccidere. Rientrano nella violenza fisica anche comportamenti di trascuratezza, quali la privazione del cibo e di cure mediche, o il sequestro, o il lanciare e rompere oggetti come segno di intimidazione. Il livello di gravità della violenza dipende dalla tipologia di ferite inferte alla vittima: abrasioni e graffi, denti e ossa rotte, fino ad arrivare a lesioni permanenti e, nel peggiore dei casi, alla morte . La violenza sessuale È ogni forma di imposizione di rapporti e pratiche sessuali non desiderate, che facciano male fisicamente e/o psicologicamente, sotto minacce di varia natura, compresi scherzi e giochi sessuali, sguardi fissi o concupiscenti, sottolineature inopportune, esibizionismo, telefonate offensive, proposte sessuali sgradite, obbligo di guardare pornografia o parteciparvi, i palpeggiamenti non desiderati, i rapporti sessuali forzati, lo stupro, l’incesto, il commettere atti sessuali dolorosi o umilianti per la donna, la gravidanza forzata, la tratta delle donne e il loro sfruttamento sessuale. Vi sono compresi comportamenti quali essere insultata, umiliata o brutalizzata durante un rapporto sessuale. Ricordiamo che l’imposizione di un rapporto sessuale o di intimità non desiderata è un crimine di umiliazione, di sopraffazione e di soggiogamento, che provoca nella vittima profonde ferite fisiche e psichiche. Lo stupro non deve essere inteso soltanto come un atto “prettamente sessuale”, piuttosto costituisce un reato contro la libertà della persona; né tanto meno è un “raptus” sessuale, ma rappresenta sempre l’esercizio di un potere. 6
  • 7. La violenza psicologica Comprende tutti quei comportamenti che ledono la dignità e l’identità della donna. La violenza psicologica ha un grande potere distruttivo soprattutto quando si manifesta in sottili meccanismi comunicativi all’interno dei rapporti di intimità. Difficile da individuare, comprende comportamenti che mirano a ledere l’autostima della donna: sarcasmo eccessivo, maldicenze, osservazioni maliziose o umilianti, minacce e intimidazioni rivolte anche ai figli, ai membri della famiglia della donna, amici o animali domestici, brutalità, insulti in pubblico, costrizioni a comportamenti contrari alle credenze della donna, forme di disprezzo, reificazione e svalorizzazione. La violenza psicologica si esprime anche attraverso la privazione dei legami affettivi, con l’isolamento della donna dagli amici e dalla famiglia. Le donne maltrattate psicologicamente corrono un rischio molto alto di essere vittime di violenza fisica e sessuale. La violenza economica La violenza economica è ogni forma di privazione, sfruttamento e controllo che tende a produrre dipendenza economica o ad imporre impegni economici non voluti. Nello specifico, se l’uomo limita l’accesso al cibo, ai vestiti, al denaro, alle cure mediche o al lavoro della donna, o le impedisce di essere o diventare economicamente indipendente, esercita su di lei un controllo diretto molto efficace, soprattutto nel momento in cui la donna decide di allontanarsi dalla relazione distruttiva di maltrattamento. Molto spesso, questa tipologia di violenza, così come quella sessuale, è difficile da comprovare. La violenza morale Atteggiamenti che minano o distruggono il credo culturale o religioso, ridicolizzandolo, penalizzandolo o costringendo le donne ad abbracciare un’altra religione. Stalking Comportamenti persecutori protratti nel tempo tesi a far sentire la vittima continuamente controllata, in stato di pericolo e in costante tensione; questi includono: 7
  • 8. pedinamenti, molestie telefoniche, appostamenti sotto casa e sul luogo di lavoro, minacce, danneggiamenti all’auto e/o ad altre proprietà della donna. Sono frequenti soprattutto dopo un’eventuale separazione. Mobbing Serie di atti o comportamenti vessatori, spesso protratti nel tempo e posti in essere nei confronti di una lavoratrice da parte dei componenti del gruppo di lavoro in cui è inserita, o dal suo “Capo”. Si tratta di atteggiamenti caratterizzati da un intento di persecuzione ed emarginazione con lo scopo di escludere la vittima dall’ambiente di lavoro. Il mobbing può colpire a prescindere dal sesso della vittima, ma nei confronti delle donne assume connotazioni particolari, come quando scatta in seguito ad una gravidanza o al rifiuto di una prestazione sessuale. La violenza domestica Nasce all’interno di quello che dovrebbe essere un rapporto di amore e fiducia. Infatti, nella maggior parte dei casi, non è facile da riconoscere ma vi si “scivola” quasi inconsapevolmente; tant'è vero che nella storia di coppia non ha un inizio ben preciso ma si sviluppa nel corso del tempo, in modo graduale, attraverso litigi che diventano sempre più frequenti e pericolosi. Non si manifesta fin da subito attraverso maltrattamenti di tipo fisico ma, intenzionalmente, vengono messe in atto violenze di tipo emotivo e psicologico meno evidenti e più subdole. La violenza domestica si caratterizza pertanto per: ➔ cicli di violenza che si alternano a periodi di falsa riappacificazione; ➔ disponibilità della donna a dare una nuova opportunità al proprio partner nella speranza di riuscire ad ottenere un cambiamento; ➔ puntuale disattesa delle aspettative della donna e il ripresentarsi dei comportamenti violenti del partner. Purtroppo, una copiosa letteratura internazionale evidenzia che esiste un legame tra gravidanza e violenza; periodo in cui la violenza maschile contro la donna può avere inizio o inasprirsi. La gravidanza rende infatti la donna più concentrata su sé stessa e sui cambiamenti del proprio corpo. Tutto ciò spesso non è compreso né accettato dal 8
  • 9. partner, il quale vive la relazione con la donna come un possesso e nutre nei confronti del futuro nascituro sentimenti di gelosia, perché percepito come un oggetto che si frappone fra se stesso e la donna. 1.3 La violenza domestica: Il ciclo della violenza La violenza domestica si sviluppa all’interno di una relazione tra vittima e maltrattante, che segue delle fasi ben precise. Pertanto, per gli operatori di aiuto è estremamente importante comprendere che la violenza si ripete e si alterna a fasi di “apparente tranquillità”, quali sono le dinamiche della relazione violenta e gli eventuali ripensamenti o tentennamenti della donna. Il ciclo della violenza è stato teorizzato dalla psicologa Leonore Walker (1989). Tali dinamiche sono state schematizzate in tre fasi che si alternano tra loro: 1. Costruzione della tensione Il maltrattante usa diverse strategie di controllo isolando la donna dalla sua rete familiare e amicale, vietandole di uscire da sola, controllando i suoi spostamenti ecc. Inizia a denigrarla attraverso insulti, umiliazioni, urla, e minaccia la donna di usare violenza fisica. La violenza psicologica agita in questa fase determina una riduzione del livello di autostima della donna producendo sentimenti di vulnerabilità e sensi di colpa. Lui è irritato e quando lei cerca di chiedergli cosa succede lui nega, magari l'accusa di essere "troppo sensibile". Lei si chiede in che cosa sta sbagliando, ha una percezione della realtà distorta, è confusa, cerca di accontentare il suo aggressore evitando di contraddirlo, assecondandolo. Lui si allontana emozionalmente da lei. 9
  • 10. 2. L'esplosione della violenza In questa fase può determinarsi inaspettatamente una vera e propria aggressione fisica oppure violenza verbale e/o psicologica estrema, come la distruzione di qualche oggetto a cui la donna tiene molto, minacce di morte, ecc. La donna subisce un forte shock, che spesso si traduce in pensieri come quello di lasciare il partner e la propria abitazione, resasi conto della gravità della situazione. Inaspettatamente si scatena la violenza fisica che destabilizza, confonde e terrorizza la donna. Nella fase precedente ogni sforzo di fermare la violenza è stato inutile e ai sensi di colpa si aggiunge l’impotenza e la paura per la stessa sopravvivenza. La difficoltà di proteggere i figli, spesso testimoni silenziosi, incrementa i sensi di colpa, vergogna e fallimento nello svolgere il proprio ruolo familiare e sociale. 3. La falsa riappacificazione o “luna di miele” Solitamente l’abusante dopo questa estrema violenza chiede scusa, dichiara il suo pentimento, promette che non accadrà più, si mostra sofferente, minimizza l'accaduto negandone la gravità, giustificando i suoi comportamenti, attribuendo responsabilità alla donna (“Non ti ho detto questo!, Come al solito non hai capito!”) e chiedendole che gli sia data un’altra opportunità. In questo modo la violenza viene reiterata, creando confusione su quello che è accettabile e quello che non lo è. Il meccanismo della negazione della violenza subita contribuisce così al mantenimento di questo ciclo. Questa fase viene anche definita “luna di miele” proprio per le rassicurazioni, le attenzioni, i regali, che denotano lo pseudo-cambiamento del partner. In questo periodo vi è calma assoluta, non si verificano episodi violenti e la donna coltiva l’illusione di aver ritrovato l’uomo che amava. 10
  • 11. È sempre l’uomo che decide quando inizia e quando finisce questa fase. Nei primi episodi è caratterizzata da pentimenti e richieste di perdono con promesse di cambiamento e rinnovate dichiarazioni d’amore. Man mano che passa il tempo questa fase è sempre più breve, la donna diventa sempre più dipendente e l’uomo ha sempre più potere. Purtroppo la realtà è assolutamente diversa, poiché i dati mostrano che il ciclo si ripete e si aggrava nel tempo, facendo diventare gli episodi di violenza sempre più frequenti e pericolosi. “Questa fase costituisce il rinforzo positivo che spinge la donna a restare all'interno della relazione violenta e, in qualche modo soddisfa, soprattutto all'inizio, un suo bisogno di riabilitazione” (P. Serra 1999). Le fasi sopra descritte possono, inizialmente, durare mesi. Ciò produce nella donna l'idea che gli episodi di violenza siano una perdita momentanea di controllo da parte dell'uomo e matura la speranza che non si ripetano più. Infatti, spesso, solo dopo molti anni matura la consapevolezza che l’esercizio della violenza da parte del partner sia determinata da un desiderio di controllo e dominio. 1.4 Violenza e conflitto La violenza va sempre distinta dal conflitto: nella violenza c'è chi esercita il predominio e il controllo sulla vittima che viene degradata con il fine ultimo di annientarla; nel conflitto, invece, le parti sono coinvolte allo stesso livello e ciascuno ha la possibilità di svolgere il proprio ruolo. 11
  • 12. “Quello che permette di distinguere la violenza coniugale da un semplice litigio non sono le botte o le parole offensive, bensì l'asimmetria nella relazione. In un conflitto di coppia l'identità di ciascuno è preservata, l'altro viene rispettato in quanto persona, mentre questo non avviene quando lo scopo è dominare o annichilire l'altro” (Hirigoyen, 2005). 1.5 Perché le donne non vanno via? Le motivazioni sono molteplici, prima fra tutte l'esistenza di un legame affettivo e di intimità con il maltrattante, associato a fattori culturali e psicologici che possono spingere la donna a giustificarlo e, di conseguenza, a sopportare la violenza. Per la donna decidere di porre fine al rapporto costituisce un processo difficile e lungo: difatti, sono molteplici i motivi per i quali una donna possa avere paura e nutrire dubbi all’idea di chiudere la relazione. 12
  • 13. Paura delle conseguenze La donna percepisce i rischi che corre quando decide di lasciare il partner violento ed ha paura delle conseguenze legate a tale scelta. Infatti, i dati relativi a reati, quali gli omicidi e lo stalking, dimostrano che il momento della rottura di una relazione violenta è quello più pericoloso. Tutela dei figli Fra le paure più frequenti vi è quella di “perdere i figli”. L'allontanamento dai propri figli è una delle minacce che spesso la donna subisce dal partner, che la convince di essere una cattiva madre. In alcune situazioni, possono essere i figli, attraverso veri e propri ricatti affettivi, a farla desistere e restare o ritornare con il partner. Autobiasimo Frequentemente le donne si sentono responsabili della violenza e del fallimento della relazione. Si descrivono con frasi che rappresentano tali sentimenti: “se sono io a provocare la violenza, tocca a me farla cessare”. Alcune vengono sopraffatte dalla vergogna, altre pensano di non farcela da sole. Tutto ciò è associato, spesso, ai pregiudizi culturali che attribuiscono alla donna il buon andamento della famiglia. Mancanza di sostegno esterno Accade frequentemente che la donna venga lasciata da sola dalla famiglia di origine, che la colpevolizza del fallimento familiare. Così, per paura di non essere creduta, evita di svelare il dramma familiare, rimanendo in tal modo priva di sostegno esterno. Salvare la propria relazione e la famiglia La donna, il più delle volte, cerca tutte le soluzioni possibili affinché il comportamento del partner cambi e cessino le violenze. Questi tentativi sono spesso mossi da convinzioni religiose e culturali, dall'illusione di un amore felice, da un forte legame affettivo, ecc. Il ciclo della violenza è caratterizzato da un continuo alternarsi di fasi di estremo affetto, scuse e pentimento, a fasi di violenza. La donna cade nella trappola determinata da queste fasi e, se non adeguatamente supportata, non riesce ad uscire da questo circolo vizioso, con la conseguenza di chiudere e riaprire continuamente la relazione con il partner. 13
  • 14. 1.6 Gli stereotipi e i luoghi comuni Il concetto di violenza di genere è ammantato di stereotipi e luoghi comuni, elementi che, spesso, ne impediscono il riconoscimento. I più diffusi sono:  “La violenza verso le donne riguarda solo le fasce sociali svantaggiate, emarginate, deprivate” Sappiamo invece che è un fenomeno trasversale.  “Le donne sono più a rischio di violenza da parte di uomini a loro estranei” Sappiamo invece che i luoghi più pericolosi per le donne sono la casa e gli ambienti familiari e che i possibili aggressori sono proprio i loro partner, ex partner o altri uomini conosciuti: amici, familiari, colleghi, insegnanti, vicini di casa.  “Solo alcuni tipi di uomini maltrattano le donne: uomini con problemi psichiatrici o che hanno subito violenza nell’infanzia” In realtà, così come viene documentato dalle ricerche sull'argomento, gli uomini maltrattanti non rientrano in nessun tipo specifico di personalità o di categoria diagnostica. Inoltre, avere subito violenza durante l’infanzia non significa dover diventare persone violente. Ritenere che il maltrattante sia affetto da qualche patologia mentale, o che appartenga a culture diverse dalla nostra, fa si che lo consideriamo distante da noi, inducendoci a pensare che sia un problema esclusivamente degli altri.  “La violenza verso le donne è causata da raptus improvvisi o dall’uso di alcol e droghe” Non è così, visto che la maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati e lo dimostra il fatto che le donne vengono picchiate in parti del corpo in cui le ferite non sono visibili. L’uso di alcol o droghe non è la causa diretta delle violenze ma può far precipitare la situazione.  “Alle donne “piace” essere picchiate, altrimenti se ne andrebbero di casa” Anche su questo stereotipo la letteratura insegna che le donne non decidono di andar via dalla situazione di violenza in cui vivono per altre motivazioni e fattori quali: la paura, la dipendenza economica, l’isolamento, la mancanza di alloggio, la riprovazione sociale -spesso da parte della stessa famiglia di origine-, la difficoltà ad immaginare alternative e possibili vie d’uscita, ecc. 14
  • 15.  “La donna viene picchiata perché se lo merita, o se subisce violenze sessuali probabilmente è in parte responsabile, perché era vestita in maniera provocante” Solitamente non sono motivi futili a scatenare la violenza sulla donna: né l’aspetto fisico, così come l’abbigliamento possono essere correlati con la violenza e, in ogni caso, non la giustificano.  “Anche le donne sono violente nei confronti dei loro partner” La violenza di genere ha una sua specificità, determinata dagli stereotipi culturali e dallo squilibrio di potere tra i generi che la contraddistingue, rispetto ai casi di violenza esercitati da parte di una donna. Le aggressioni e gli omicidi compiuti da donne nei confronti del partner si verificano per autodifesa .  “La violenza verso le donne è un fenomeno poco diffuso” In realtà è un fenomeno esteso, anche se sommerso e per questo sottostimato: è un problema che riguarda la società tutta. 15
  • 16. 2. AFFRONTARE IL FENOMENO DELLA VIOLENZA DI GENERE 2.1 Il lavoro di rete È importante, affinché si possa prevenire e contrastare un fenomeno complesso come quello della violenza di genere, che tutte le agenzie che se ne occupano lavorino in rete ed in modo multidisciplinare: sul singolo caso, sulle istituzioni e sulla società. I bisogni di cui è portatore chi subisce violenza, sono estremamente complessi, molteplici e variegati: nessun operatore o servizio è in grado di soddisfarli lavorando singolarmente. Lavorare in rete diventa, quindi, indispensabile per una serie di ragioni:  evita dispersione di energie e risorse;  elimina confusioni e rallentamenti;  garantisce risposte globali ed un aiuto efficace;  offre migliori standard di servizi alle vittime;  consente la costruzione di un percorso integrato. 16
  • 17. Per lavorare in rete occorre partire da alcune basi condivise quali:  sviluppo di un linguaggio comune;  univoca lettura del fenomeno;  riconoscimento reciproco dei diversi ruoli e competenze fra i vari nodi che compongono la rete;  circolarità delle informazioni;  adozione di linee operative condivise  procedure condivise  metodologia integrata di presa in carico che preveda un unico progetto di uscita dalla violenza condiviso con la donna. Il modello di rete da adottare deve essere aperto, antiburocratico, flessibile, centrato sulle esigenze della donna e, se presenti, dei suoi figli. 2.2 Cosa fare quando una donna chiede aiuto? Per la donna raggiungere la consapevolezza di avere “bisogno di aiuto” può essere difficile e richiedere molto tempo. Decidere di interrompere la relazione violenta e sporgere denuncia, rappresenta un momento cruciale, caratterizzato da estrema sofferenza e vulnerabilità. La donna può provare sentimenti ambivalenti, quali paura e rabbia. Potrebbe, inoltre, essere sottoposta a pressioni per evitare la denuncia da parte del suo ambiente familiare, oltre che dal partner stesso. Il primo colloquio rappresenta un momento decisivo per costruire insieme alla donna un percorso di uscita dalla violenza. Trovare servizi dedicati e risposte positive, la aiuta a riflettere sui bisogni personali e dei figli, rielaborare il proprio vissuto oltre che a decidere sulla sua sicurezza e quella della prole. Quando si entra in contatto con una donna vittimizzata, bisogna possedere una buona conoscenza del fenomeno e delle dinamiche che caratterizzano la relazione violenta. Non sempre la donna, nonostante la decisione di raccontare i soprusi, è pronta a esprimere in modo chiaro le violenze subite, a lasciare il partner o a sporgere denuncia/querela. 17
  • 18. È quindi estremamente importante il tempo da dedicarle in tutte le fasi del rapporto professionale, in modo da poter accogliere, ascoltare senza pregiudizi, dare fiducia e rispettare i suoi i tempi. Bisogna sempre ricordare che l'operatore ha di fronte a sé una donna traumatizzata, una donna che ha trascorso anni immersa nelle sofferenze, taciute per pudore o paura. 2.3 È utile sapere che:  la violenza è trasversale e colpisce tutte le donne di qualsiasi razza, età, religione e ceto sociale;  gli uomini che maltrattano le loro compagne non presentano patologie particolari, appaiono insospettabili e, agli occhi esterni, sembrano persone affidabili;  l’unico responsabile della violenza è colui che la esercita;  più del 30% delle donne non racconta a nessuno di essere vittimizzata e la prima persona con cui si confida potrebbe essere l’operatore;  il rischio maggiore che corre la donna è il momento della separazione;  la vittima spesso è caratterizzata da emozioni contrastanti: da una parte il bisogno di ottenere “giustizia nell'immediato”; dall'altra, la “pietà” e la “comprensione” per chi la maltratta;  frequentemente le donne subiscono molteplici forme di violenza prima di decidere di intraprendere un percorso di aiuto;  la violenza non può essere mai giustificata;  nessuna donna merita di subire violenza;  l’uomo violento si rivolge alla vittima con frasi del tipo: “non ti crederanno mai”, “penseranno che sei pazza”, “ti leveranno i figli…” e ciò produce nella donna la paura nel chiedere aiuto e fidarsi, poiché spesso si autoconvince che il partner ha ragione;  meglio di chiunque altro la vittima conosce i suoi bisogni di sicurezza e il suo carnefice. 18
  • 19. 2.4 Cosa è importante?  costruire uno spazio dedicato all'accoglienza;  avere un colloquio con la donna da sola;  rispettare pause e silenzi con la consapevolezza che, spesso, la donna non racconta tutto durante il primo contatto;  garantire la riservatezza;  garantire un tempo utile all'ascolto;  avere un atteggiamento empatico e non giudicante;  saper gestire le proprie emozioni legate ad aspetti personali, ai propri vissuti, agli stereotipi ed a luoghi comuni quali, ad esempio, quello di onnipotenza che lo/la porta a sostituirsi alla donna o, al contrario, il senso di impotenza che ostacola la presa in carico;  credere alla donna quando racconta del suo bisogno di sicurezza;  rispettare la sua libertà di scelta ed autonomia ed i suoi tempi;  costruire una relazione di aiuto efficace e orientarla a comportamenti motivazionali di cambiamento;  informarla sui termini della denuncia ed in quali casi la legge ne prevede l'obbligo per pubblici ufficiali ed esercenti di pubblico servizio;  informarla sull'importanza della certificazione medica;  informarla sui ruoli e le competenze dei diversi servizi attivabili;  agire con il consenso della donna;  ricordarle che la violenza è un comportamento gratuito e che non è colpa sua;  se la donna fa uso di alcool o sostanze stupefacenti non giudicarla non credibile: spesso il ricorso a tali sostanze può rappresentare una conseguenza della violenza subita. 19
  • 20. 2.5 Per evitare la “rivittimizzazione” non bisogna:  chiedere alla donna se ha emesso comportamenti verbali e non, che hanno innescato la violenza;  giudicare le sue azioni o le sue scelte;  fare domande che possano suonare accusatorie come, ad esempio, perché non si è separata prima o perché non ha raccontato a qualcuno delle violenze subite;  sottovalutare o minimizzare la situazione di pericolo che descrive;  decidere per lei, inducendola ad esempio a lasciare il marito o a denunciarlo. 2.6 Possibili indicatori di violenza Spesso le donne si vergognano e, comunque, trovano difficoltà a parlare delle violenze subite. Esistono alcuni “indicatori” psichici, psicosomatici e psicosociali che possono essere considerati veri e propri “segnali d’allarme” di abuso, di cui l'operatore deve tenere in considerazione. Indicatori psichici  agitazione, ipervigilanza, apatia, mutismo;  intrusioni costanti;  senso di vergogna e colpa;  comportamento autolesionista - abuso di alcol, droga, autolesionismo, perdita di ogni meccanismo di auto - protezione;  tentati suicidi, intenzioni suicidarie, irrequietezza, atteggiamento timoroso;  eccesso di adattabilità;  disturbi del sonno, stati di paura, panico;  disforia (alterazione dell’umore in senso depressivo, accompagnata da agitazione, irritabilità, nervosismo), umore negativo e altalenante;  cambi di umore repentini che rendono difficile relazionarsi ed entrare in empatia. 20
  • 21. Indicatori psicosomatici  disturbi diversi in varie parti del corpo;  disturbi al basso ventre;  disturbi alla respirazione;  disturbi dermatologici;  disturbi gastro – intestinali;  stati di esaurimento/stanchezza. Indicatori psico – sociali  ricorso frequente a trattamenti sanitari presso istituzioni diverse;  lasso di tempo irragionevolmente lungo tra il momento della lesione e la richiesta del trattamento;  negazione, racconto contraddittorio dell'evento lesivo;  comportamento iperprotettivo da parte della persona che la accompagna presso le istituzioni, comportamento di controllo;  atteggiamento pauroso. 21
  • 22. 3. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO È una stima per individuare la probabilità che si perpetri la violenza. Gli atti violenti di qualsiasi tipo essi siano, derivano dalla scelta di agire la violenza. Pertanto non esistono cause della violenza ma circostanze legate alle caratteristiche dell'individuo, alla sua storia pregressa ed al contesto sociale. La valutazione del rischio o risk assessment, comporta la gestione del rischio o risk management, cioè la scelta dell'intervento più utile per quel caso, con l'obiettivo di prevenire la recidiva, in modo da proteggere le vittime ed evitare l'escalation dei maltrattamenti che potrebbero sfociare in omicidi. Risk management significa:  individuare le più utili strategie di gestione del rischio;  valutare gli scenari del rischio considerando gravità, frequenza, durata e probabilità;  monitorare la situazione. 22
  • 23. La rilevazione non si concentra sulla vittima ma sulla recidiva del maltrattante per comprendere come e perché ha scelto di agire in modo violento e individuare i fattori passati, predisponenti la recidiva. 3.1 Il Metodo S.A.R.A. Spousal Assault Risk Assessment Rappresenta una procedura scientificamente valida che si è rivelata molto utile per contribuire all'interruzione dei comportamenti violenti. I 10 fattori di rischio sono raggruppati in due macro aree: Violenza agita nei confronti del partner (o ex partner) 1. gravi violenze fisiche/sessuali (consumate o tentate, incluso la violenza sessuale e l'uso di armi); 2. gravi minacce di violenza, ideazione o intenzione di agire violenza; 3. escalation della violenza fisica/sessuale vera e propria, delle minacce/ideazioni o intenzioni di agire tali violenze; 4. violazione delle misure cautelari o interdittive; 5. atteggiamenti negativi nei confronti delle violenze interpersonali e intra- familiari. Adattamento psico-sociale 1. precedenti penali/condotte antisociali; 2. problemi relazionali (separazione dal partner, elevata conflittualità nella relazione attuale o in quelle pregresse, ecc); 3. status occupazionale o problemi finanziari; 4. abuso di sostanze (abuso di sostanze stupefacenti, alcool, medicinali che hanno portato alla compromissione delle funzioni sociali quali la salute, le relazioni, il lavoro, problemi con la giustizia); 5. disturbi mentali. 23
  • 24. Piano di protezione Una volta individuato il livello di rischio è importante disporre un piano di protezione che permetta alla donna ed ai figli il miglior livello possibile di protezione. La donna che si trova in una situazione di pericolo dovrebbe lasciare subito l'ambiente violento e trovare ospitalità presso:  casa rifugio;  famiglia di origine;  amica;  persona di fiducia. Se la donna è già separata, vive da sola ma è vittima di persecuzioni dovrebbe:  cambiare la serratura del domicilio;  predisporre un sistema di sicurezza più adeguato, come sbarre alle finestre, maggiore illuminazione;  considerando i provvedimenti dei tribunali a tutela dei minori, assicurarsi che gli insegnanti abbiano chiaro chi deve prelevare i bambini a scuola;  individuare insieme alla donna un legale competente in materia;  contattare il centro anti-violenza più vicino ed allertarlo rispetto alla possibilità che la donna possa essere accolta in una località ad indirizzo segreto;  verificare che qualcuno possa temporaneamente andare ad abitare con lei o che possa essere ospitata da qualcuno. 24
  • 25. 4. LE PROCEDURE 4.1 Oggetto L’oggetto della presente procedura è l’assistenza alle vittime di violenza di genere con il supporto delle strutture presenti sul territorio, sia che il processo inizi al Pronto Soccorso con attivazione del codice Rosa, sia che la domanda di aiuto sia intercettata dal territorio. La legge 28/12/2015 n. 208 (Legge di Stabilità 2016 emendamento c. 790- 791) definisce il percorso di tutela per le vittime di violenza, per tutte le persone fragili, nella pienezza della dignità della persona e finalizzato alla autodeterminazione. Stabilisce inoltre che venga istituito, nelle aziende sanitarie e ospedaliere, un percorso di protezione denominato «Percorso di tutela delle vittime di violenza», con la finalità di tutelare le persone vulnerabili vittime della altrui violenza, con particolare riferimento alle vittime di violenza sessuale, maltrattamenti o atti persecutori (stalking). 25
  • 26. 4.2 Scopo della procedura Diffondere e condividere un percorso comune interaziendale di assistenza alle vittime di violenza di genere, che garantisca la continuità di una presa in carico, a cominciare dall’accoglienza fino all’attivazione delle risorse presenti sul territorio, finalizzata alla messa in sicurezza della vittima e al superamento del trauma. Per la realizzazione dell’iter procedurale è necessario informare tutti gli operatori sanitari di emergenza e territoriali, il terzo settore, i servizi sociali dei Comuni, i Centri Anti-violenza, le Forze dell’Ordine. Il lavoro di rete servirà ad avere un percorso definito che consentirà una presa in carico integrata delle vittime di violenza. 4.3 Campo di applicazione Il percorso è riferibile a tutte le vittime di violenza, dalle donne in età adulta a tutte le persone fragili, vulnerabili, vittime di violenza sessuale, maltrattamenti e atti persecutori. La prima fase passa attraverso la valutazione del livello di rischio e l’attivazione del piano di protezione da parte della rete dei servizi: Pronto Soccorso, Forze dell’ordine (F.O.) e Nuclei operativi anti-violenza (Servizi Sociali comunali, Sportello anti- violenza, Consultorio familiare, Dipartimento salute Mentale, Dipendenze patologiche, Neuropsichiatria Infantile, Equipe abuso minori). 4.4 Modalità operative Sono state prese in considerazione le seguenti possibilità in cui la vittima di violenza può trovarsi con la conseguente e necessaria attivazione delle risorse socio-sanitarie:  Situazione urgente al Pronto Soccorso – come da procedura di emergenza già standardizzata dalla A.O. capofila (A.O. Papardo) e adottata con atto deliberativo n. 2908/DG del 14.12.2016 5.2 Situazione di immediatezza che richiede rapida presa in carico nei Servizi Territoriali (Consultori, Servizi Sociali dell’Ente Locale, Sportello anti-violenza, SERT, Salute Mentale, NPIA, 26
  • 27. ambulatori MMG e PLS). 5.3 Situazione di presa in carico e di ascolto: la vittima si presenta ai Servizi Territoriali (Consultori, Sportello anti-violenza, S.S. Comune, SERT, Salute Mentale, Nuclei Operativi anti-violenza, Centri Specialistici) , nei Presidi di continuità assistenziale, nei PTE, negli ambulatori MMG e PLS.  Situazione di immediatezza che richiede rapida presa in carico nei Servizi Territoriali (Consultori, S.S., Sportello anti-violenza, SERT, Salute Mentale, NPIA, nei Presidi di continuità assistenziale , nei PTE, negli ambulatori MMG e PLS). I Servizi Territoriali pubblici e privati garantiscono interventi diretti o rappresentano la continuità assistenziale post-dimissione dal Pronto Soccorso. È fondamentale la stretta connessione tra i servizi dedicati e la condivisione delle procedure, per garantire una risposta più celere, maggiore sicurezza e riduzione del rischio di esposizione o contatto con il soggetto maltrattante. IN ORARIO DI UFFICIO:  Servizi Sociali Comunali: accogliere, informare, valutare, inviare ai servizi dedicati, accompagnare alla denuncia. Attivare segnalazione A.G.e contattare Tutela dei Minori, se presenti. Procedere ad un eventuale collocamento della vittima in situazione protetta. Informare le F.O.  Sportello Anti-Violenza: accogliere, informare, valutare (scheda S.A.R.A. o altre modalità di valutazione), inviare ai servizi dedicati, accompagnare alla denuncia, contattare i S.S. del Comune di residenza della donna. Attivare segnalazione A.G. e il Servizio Tutela minori, se presenti. Procedere ad un eventuale collocamento della vittima in situazione protetta. Informare le forze dell’ordine.  Consultorio/Altri servizi: accogliere, informare, valutare (scheda S.A.R.A. o altre modalità di valutazione), inviare ai servizi dedicati, accompagnare alla denuncia, contattare i S.S. del Comune di residenza della donna. Attivare segnalazione A.G. e il Servizio Tutela minori, se presenti. Procedere ad un eventuale collocamento della vittima in situazione protetta. Informare le forze dell’ordine. Offrire supporto psicosociale.  F.O.: accogliere, informare, valutare, inviare ai servizi dedicati, accettare la denuncia, contattare i S.S. del Comune di residenza della donna e il Servizio 27
  • 28. Tutela minori, se presenti. Procedere con l’eventuale allontanamento della vittima e dei minori o del maltrattante. FUORI DALL’ORARIO D’UFFICIO:  SERVIZI (Consultori, Sportelli Anti-Violenza, Sert, NPIA, Salute Mentale, Servizi Sociali Comunali, Guardie Mediche , PTE, Ambulatori MMG e Pediatri di base): esporre in posizione ben visibile una locandina con i numeri utili (112, caserma più vicina o di altre F.O.) e le procedure d’emergenza in caso di maltrattamento.  F.O.: garantiscono la copertura del servizio 24 ore su 24.  Situazione di presa in carico e di ascolto: la vittima si presenta ai Servizi Territoriali (Consultori, Sportello anti-violenza, S.S. Comune, SERT, Salute Mentale, Nuclei Operativi anti-violenza, centri specialistici), negli ambulatori MMG e Pediatri di base. IN ORARIO DI UFFICIO:  Servizi Sociali Comunali: accogliere, informare, valutare, inviare ai servizi dedicati, accompagnare alla denuncia o attivare segnalazione A.G., contattare Tutela dei Minori, se presenti, procedere ad un eventuale collocamento della vittima in situazione protetta, informare le F.O., inviare al consultorio familiare per presa in carico psico-sociale.  Sportello Anti-Violenza: accogliere, informare, valutare (scheda S.A.R.A. o altre modalità di valutazione), inviare ai servizi dedicati, accompagnare alla denuncia o attivare segnalazione, contattare i S.S. del Comune di residenza della donna e Servizio Tutela minori, se presenti., inviare al consultorio familiare per presa in carico psico-sociale.  NPIA, SERT/Altri servizi: accogliere, informare, valutare (scheda S.A.R.A. o altre modalità di valutazione), inviare ai servizi dedicati accompagnare alla denuncia o attivare segnalazione, offrire supporto psicosociale, contattare i S.S. del Comune di residenza della donna e Servizio Tutela minori, se presenti, informare le FO, inviare al consultorio familiare per presa in carico psicosociale.  F.O.: accogliere, informare, valutare, inviare ai servizi dedicati, accettare la denuncia, contattare i S.S. del Comune di residenza della donna e Servizio 28
  • 29. Tutela minori, se presenti, procedere con l’eventuale allontanamento della vittima e minori o del maltrattante. inviare al consultorio familiare per presa in carico psico-sociale.  CONSULTORI FAMILIARI: accogliere, informare, valutare (scheda S.A.R.A o altre modalità di valutazione), accompagnare alla denuncia o attivare segnalazione contattare i S.S. del Comune di residenza della donna e Servizio Tutela minori, se presenti, presa in carico psico-sociale e, se necessario, invio al secondo livello (SERT, Salute Mentale, NPIA). FUORI DALL’ORARIO D’UFFICIO:  SERVIZI (Consultori, Sportelli Anti-Violenza, Sert, NPIA, Salute Mentale, Servizi Sociali Comunali, Guardie Mediche , PTE, Ambulatori MMG e Pediatri di base): esporre in posizione ben visibile una locandina con i numeri utili (118, 112, caserma più vicina o di altre F.O.) e le procedure d’emergenza in caso di maltrattamento (come da procedura del SUES 118 deliberazione n. 2552/DG del 7.11.2016).  F.O.: garantiscono la copertura del servizio 24 ore su 24. 4.5. Responsabilità La Direzione Strategica è responsabile della validazione della procedura e della condivisione interaziendale, con i Comuni del territorio provinciale (ANCI) e il Terzo settore. I servizi Territoriali dell’ASP (Consultori, DSM, SERD, NPIA, Dipartimento di Prevenzione-Igiene e Medicina Scolastica) sono responsabili dell’applicazione della procedura e dell’attivazione della rete con i Centri anti-violenza, le associazioni, il servizio sociale del Comune di residenza della vittima e le Forze dell’Ordine. La procedura verrà diffusa ai MMG e ai PLS, ai Presidi di continuità assistenziale ai Nodi Distrettuali locali, alle associazioni ed ai centri di tutela per minori, alla Questura di Messina. Verranno stilati i protocolli di intesa con le Procure e le Forze dell’Ordine e con i Centri anti-violenza. 29
  • 30. 4.6 Normativa “Convention on preventing and combating violence against women and domestic violence” (Istanbul maggio 2011) e sottoscritta dall’Italia alla fine del 2012. art. 572 del C.P. Norma contro il maltrattamento in famiglia o verso i minori; L. 66/96 Norme contro la violenza sessuale (Reato contro la persona); L. 269/98 Norme contro lo sfruttamento della prostituzione e pornografia; L. 38/2006 Lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e pedopornografia anche a mezzo internet; L. 38/2009 recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza, nonché in tema di atti persecutori, che ha riconosciuto l’importanza dell’istituzione sul territorio dei Centri Antiviolenza. L. 154/2001 Misure contro la violenza nelle relazioni familiari. L. 7/2006 sul divieto delle pratiche di mutilazione dei genitali femminili Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking Febbraio 2011 DDL 93/2013 recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e contrasto per la violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e commissariamento delle province (la cosiddetta legge sul “femminicidio”, Legge n.77 del 27 Giugno 2013, “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica” Legge Regionale 3/2012 “Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere”, che prevede attività di prevenzione e potenziamento delle azioni di intervento. Piano della Salute 2010-2012 e nel PSR 2011-2013 si introduce il tema degli effetti sulla salute causati da atti di violenza di genere. Decreto dell’Assessore della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro n. 281 del 19 Febbraio 2014, con il quale, in adempimento di quanto disposto dalla Legge 3/2012 è stato formalmente costituito l’Osservatorio Permanente per il contrasto alla violenza di genere, presso l’Assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del lavoro. La legge 28/12/2015 n. 208 (Legge di Stabilità 2016 emendamento c. 790-791) definisce il percorso di tutela per le vittime di violenza per tutte le persone fragili, nella pienezza della dignità della persona e finalizzato alla autodeterminazione. 30
  • 31. 31
  • 32. 32
  • 33. 33
  • 34. 4.7 Nodi di Rete MESSINA  CeDAV Onlus - Centro Donne Antiviolenza (CENTRO ANTIVIOLENZA) Via Castellammare, 6 - 98123 - Messina 090 716524 cedav@virgilio.it www.women.it/luoghi/luoghi-it/messin.htm orario: lun - mer - ven dalle ore 15.00 alle ore 19.00; mar e gio dalle ore 9.00 alle ore 13.00 Referente: Carmela Currò  Coop. Soc. Santa Maria della Strada Via Nazionale, 155 Giampilieri Marino - 98100 – Messina 090 821561 090 821561 s.mariadellastrada@libero.it orario: tutti i giorni h 24 Referente: Salvatore Gulletta  Centro ITARD Sicilia s.r.l. “Impresa Sociale” Via dei Mille, 271 - 98123 - Messina 090 691046 090 691046 centroitardsicilia@gmail.com orario: mer e ven dalle ore 10.00 alle ore 12.00 referente: Rosa Alba Frandina  C.I.R.S. Onlus Comitato Italiano per il Reinserimento Sociale - Sezione Locale di Messina Via Mons. Francesco Bruno, 22 - 98122 – Messina 090 40820 090 40820 cirsonlusme@virgilio.it orario: da lun a ven dalle ore 9.00 alle ore 12.00 referente: Mirella Miroddi  Azione Sociale Soc. Coop. Soc. Piazza San Giovanni, 15 – Vill. Castanea - 98155 – Messina 34
  • 35. 090 317581 090 317585 azionesociale@tiscali.it azionesociale@sicurezzapostale.it orario: mer e sab dalle ore 9.00 alle ore 13.00 referente: Lucia Gentile TERRITORIO PROVINCIALE Comune di Capo d'Orlando C.da Muscale - Palazzo Satellite - 98071 - Capo d’Orlando (ME) 0941 915347 0941 915347 luciabontempo@comune.capodorlando.me.it orario: mar e gio dalle ore 15.00 alle ore 18.00 referente: Lucia Bontempo  Associazione Pink Project Via Tripoli, 17 - 98071 - Capo d’Orlando (ME) 0941 054182 pinkproject@pariopportunita.sicilia.it orario: lun e mer dalle ore 15.00 alle ore 19.00 mar e gio dalle ore 9.00 alle ore 13.00 referente: Maria Grazia Giorgianni Comune di Castroreale Via G. Siracusa - 98053 - Castroreale (ME) 090 9746444 090 9746777 servizisociali@castroreale.it www.antiviolenzaangeli.com orario: mar e gio dalle ore 10.00 alle ore 12.00 referente: Lucia Gentile Comune di Francavilla  Associazione PENELOPE Coordinamento solidarietà sociale Via Liguria, 6 (Lilliput) - 98034 - Francavilla di Sicilia (ME) 0942 981163 0942 47420 lilliputfrancavilla@virgilio.it orario: lun - mer - ven dalle ore 9.00 alle ore 12.00 referente: Tiziana Grasso 35
  • 36. Comune di Furnari  A.S.V.O. onlus - Associazione di soccorso e volontariato orizzonti C.da San Filippo (Centro Servizi Comune di Furnari) 98054 - Furnari (ME) 0941 81528 asvo.sicilia@gmail.com retesocialeasvo@gmail.com asvo@pec.it info@asvonlus.net orario: mar - gio - ven dalle ore 15.00 alle ore 20.00 referente: Carmela Pino Comune di Gaggi  A.SO.FA. - Associazione di Solidarietà Familiare Via Umberto, 84 - 98030 - Gaggi (ME) 0942 47520 0942 47520 asofa@libero.it orario: da lun a ven dalle ore 10.00 alle ore 12.00 referenti: Agata Famà e Laura Spadaro Comune di Giardini N.  Associazione EVALUNA Onlus (CENTRO ANTIVIOLENZA Generosa) Via Brasile, 18 - 98035 - Giardini Naxos (ME) 0942 681667 0942 47420 concettarestuccia@virgilio.it orario: lun - mer - ven dalle ore 9.00 alle ore 12.00; mar e gio dalle ore 16.00 alle ore 19.00 referente: Concetta Restuccia  Associazione PENELOPE Coordinamento solidarietà sociale Via S. Paladino, 32 (La Cura) - 98035 - Giardini Naxos (ME) 0942 253888 0942 47420 centrolacura@alice.it orario: lun - mer - ven dalle ore 9.00 alle ore 12.00 referente: Anna Maria Intilisano 36
  • 37. Comune di Pace del Mela Piazza Municipio - Palazzo Comunale - 98042 - Pace del Mela (ME) 090 9347215 - 090 9347216 090 9347219 servizisociali@comune.pace-del-mela.me.it orario: lun e mer dalle ore 15.00 alle ore 18.00 referente: Filippo Santoro Comune di San Piero Patti  Associazione La Clessidra Costruire l'esperienza Via Sant’Anna, 44 - 98068 - San Piero Patti (ME) 331-1641974 noalsilenzio@tiscali.it Fb: NoalSilenzio San Piero Patti orario: lun dalle ore 15.00 alle ore 17.00; gio dalle ore 10.00 alle ore 12.00 referente: Catena Camuti Comune di S.Teresa di Riva  Associazione PENELOPE Coordinamento solidarietà sociale Viale Regina Margherita c/o villa ragno (Il Picchio) 98028 - Santa Teresa Riva (ME) 0942 793487 0942 793487 centroilpicchio@virgilio.it orario: lun - mer - ven dalle ore 9.00 alle ore 12.00 referente: Angela Mantello Comune di Tortorici Viale Rosario Livatino - 98078 - Tortorici (ME) 0941 4231206 0941 430825 francesca.paterniti@comunetortorici.me.it orario: mar e gio dalle ore 15.00 alle ore 18.00 referente: Francesca Paterniti 37
  • 38. DISTRETTO DI TAORMINA EMERGENZA- URGENZA Continuità Assistenziali ex Guardie mediche SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO Antillo Via Roma 0942/723142 Casalvecchio S V.Sant’Onofrio 0942/761121 Castelmola V.Nazionale 0942/28256 Cesaro’ Via Regina Elena 095/697147 Forza D’Agro’ Via delle Rimembranze 0942/721601 Francavilla Via dei Mulini 0942/981571 Gaggi Via E.Berlinguer 0942/630005 Gallodoro Viale Europa, 39 0942/656023 Giardini N Via Vitt.Emanuele, trav.1 0942/53932 Graniti Via Roma,144 0942/29043 Letojanni Via Lungomare 0942/36388 Limina Via Provinciale, 85 0942/726192 Malvagna P.zza Pio La Torre, 3 0942/964175 Moio Alcantara Via Torre,1 0942/963106 Mongiuffi Melia P.zza S.Nicolo’ 0942/20127 Motta Camastra P.zza Croce 1 0942/985283 Roccella Valdemone Via De Gasperi 0942/965075 S.Alessio Siculo Via Siena 0942/751019 Savoca Via Borgo 7 0942/761124 Santa Domenica Vittoria Via G.D’Acquisto 095/925104 P.P.I. Punti di primo intervento Sede: Taormina Indirizzo: Piazza San Francesco da Paola (Ospedale Vecchio) N°Telefono: 0942/614042 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.00 – 20.00 giorni prefestivi 8.00 - 10.00 Punti territoriali d’Emergenza PTE 1) Sede: Santa Teresa Riva Indirizzo: P.zza V Reggimento Aosta N°Telefono: 0942/792810 Orario e giorni d’apertura: tutti i giorni, compresi i festivi 8.00 - 20.00 2) Sede: Francavilla di Sicilia Indirizzo: Via dei Mulini 1 N°Telefono: 0942/981571 Orario e giorni d’apertura: tutti i giorni, compresi i festivi 8.00 - 20.00 38
  • 39. CONSULTORI FAMILIARI 1) Sede: Taormina Indirizzo: P.zza S.Francesco da Paola N°Telefono: 0942/614020 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 - 12.30 martedì e giovedì 15.30 - 17.30 2) Sede: Francavilla di Sicilia Indirizzo: Via dei Mulini N°Telefono: 0942/980002 Orario e giorni d’apertura: dal lunedi’ al venerdì 9.00 - 13.00 martedì e giovedì 15.00 - 17.30 3) Sede: S.Teresa Riva Indirizzo: Via V° Reggimento Aosta N°Telefono: 0942/614805/06/08 Orario e giorni d’apertura: martedì, mercoledì e venerdì 9.00 - 13.00 4) Sede: Giardini Consultorio Convenzionato La Famiglia Indirizzo: Via Sebastiano Paladino, 12 N°Telefono: 0942/52634 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 - 14.00 martedì, mercoledì e giovedì 15.00 - 18.00 DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE SALUTE MENTALE ADULTI Sede: Giardini Naxos Indirizzo: C.da Orto Grande Via Marconi N°Telefono: 0942/614706/08/579355 NEUROPSICHIATRIA INFANTILE Sede: S.Teresa Riva Indirizzo : P.zza Municipio N°Telefono: 0942/614801/02/03 SER.D Sede: Letojanni Indirizzo: Via Fiumara, 5 N°Telefono: 0942/627873 39
  • 40. AMBULATORIO DI PSICOLOGIA Sede: Gaggi Indirizzo: Via E.Berlinguer N°Telefono: 0942/47650 Orario e giorni d’apertura: lunedi, giovedì, venerdì e sabato SERVIZIO SOCIALE Indirizzo:c/o P.O. S.Vincenzo Taormina N°Telefono: 0942/579464 SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI 1) Sede: Taormina Indirizzo: P.zza S.Francesco da Paola N°Telefono: 0942/985711 2)Sede: S.Alessio Siculo Indirizzo: Via Siena N°Telefono: 0942/614272 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 11.00 martedì 15.00 – 17.00 3) Sede: Francavilla di Sicilia Indirizzo: Via Roma, 34 N°Telefono: 0942/614600 40
  • 41. DISTRETTO DI MESSINA EMERGENZA- URGENZA Continuità assistenziali ex Guardie mediche SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO Messina Viale Giostra 090/59606 Messina Centro Via Garibaldi 090/45077 Villafranca Tirrena Via Principe Castelnuovo 090/334536 Saponara Via Kennedy 090/334079 Rometta Via Sabauda 5 090/992422 Messina Sud Via dei Mille 090/2932510 Nizza di Sicilia Via C.Todaro 0942/715986 Ali’ Terme Via Mastro Guglielmo 090/715212 Ali’ Superiore Via Spirito Santo 090/700171 Roccalumera Via Torrente Sciglio 0942/746233 Mandanici P.zza S.S.Trinità, 29 0942/781230 Fiumedinisi Via Lungo Fiume 0942/771164 Furci Siculo Via Milano 605 0942/793793 Pagliara Via Rinaldo, 52 0942/737008 Punti di Primo Intervento P.P.I SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO PPI Messina Nord Via del Vespro, 14 090/3653517- 18 PPI Messina Sud Pistunina S.S.114 Km 5,400 Pistunina 090/3652022 PPIP Pediatrico Messina Nord Viale della Libertà, 240 PPIP Pediatrico Me Sud- Scaletta Salita Itala Superiore Punti territoriali d'emergenza 1) Sede: Messina Indirizzo: Viale Giostra ex Ospedale Mandalari N° telefono: 090/3654258 2) Sede: Messina Indirizzo: Via dei Mille N° telefono: 090/2932510 3) Sede: Scaletta Indirizzo: Via Salita Itala Superiore N° telefono: 090/951312 Attivi 24 ore su 24 41
  • 42. CONSULTORI FAMILIARI 1) Sede: Messina – Villa Lina Indirizzo: Viale Giostra Cittadella della salute N°Telefono: 090/3654260/63/65/69 – Fax 090/3654261 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 12.30 martedì e mercoledì 15.00 – 17.30 2) Sede: Messina – Via del Vespro Indirizzo: Via del Vespro, 14 N°Telefono: 090/3653580/82/96 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 12.30 3) Sede: Messina – Pistunina Indirizzo: S.S. 114 Km.5,400 Pistunina N°Telefono: 090/3652006/2011/2012 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 12.30 lunedì e mercoledì 15.00 – 16.30 4) Sede: Messina - Margherita Indirizzo: Via 19° Fanteria N°Telefono: 090/3653823/24 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 12.30 lunedì e mercoledì 15.00 – 17.00 5) Sede: Messina - S.Agata AIED (convenzionato) Indirizzo: Via G.Caporale N°Telefono: 090/321336 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00-13.00/15.30-19.30 6) Sede: Roccalumera Indirizzo: Via Torrente Sciglio 20 N°Telefono: 090/3654052 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 13.30 lunedì e giovedì 15.30 – 17.00 7) Sede: Rometta (convenzionato) Indirizzo: Via Mezzasalma 25 N°Telefono: 090/332761 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 12.30 lunedì, martedì, mercoledì e venerdì 16.00 – 19.30 42
  • 43. DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE SALUTE MENTALE ADULTI Centro Salute Mentale Messina Nord Indirizzo: Via S.Elia, 26 c/o ex Opspedale S.Angelo dei Rossi - Messina N°Telefono:090/365316/34 Centro Salute Mentale Messina Sud Indirizzo: Via Bottone 2 Provinciale - Messina N°Telefono: 090/2983421 NEUROPSICHIATRIA INFANTILE 1) Ambulatorio Messina Nord Indirizzo: Viale Giostra ex Mandalari N°Telefono: 090/3653954/08/09 2) Ambulatorio Messina Sud Indirizzo: S.S.114 Km.5.400 Pistunina - Messina N°Telefono: 090/3652091/89 SER.D 1) Messina Nord Indirizzo: Viale Giostra - Cittadella della Salute - Messina N°Telefono: 090/3653984 2) Messina Sud Indirizzo: Via U.Bonino 1- Complesso Sidat - Messina N°Telefono: 090/6507918 UFFICIO ASSISTENZA EXTRACOMUNITARI Sede: Messina Indirizzo: Via del Vespro, Isolato 289 ex INAM (primo piano) N°Telefono: 090/3653556 Orario e giorni d’apertura: mercoledì e giovedì 9.30 – 13.30 43
  • 44. DISTRETTO DI MILAZZO EMERGENZA – URGENZA Continuità Assistenziali ex Guardie Mediche SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO Gualtieri Sicaminò Via Nuova, 5 090/936132 Milazzo Via G. Impallomeni, 45 090/9281158 Monforte S.Giorgio Via P. di Piemonte, 14 090/9934006 Pace del Mela Via Liberta’, 35 090/9385076 Roccavaldina Via Collegio, 4 090/9977373 San Filippo del Mela Via Serro, 10 090/931755 Santa Lucia del Mela P.zza Milite Ignoto, 1 090/935072 San Pier Niceto C.da Zì Fronte 090/9975084 Spadafora Via Galleano 090/9941525 Torregrotta Via G.Verga 090/9910599 Venetico Via Roma 090/9920093 Punti di Primo Intervento P.P.I Sede: Milazzo Indirizzo: C.da Grazia N° Telefono: 090/9290473 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.00 – 20.00 Punti di primo intervento pediatrico P.P.I.P Sede: Milazzo Indirizzo: C/o P.O. Milazzo Orario e giorni d’apertura: prefestivi e festivi 10.00 – 20.00 Punti territoriali d'emergenza Sede: Torregrotta Indirizzo: Via G.Verga N° Telefono: 090/9911403 CONSULTORI FAMILIARI 1) Sede: Milazzo Indirizzo: Via Impallomeni, 45 N°Telefono: 090/9222342 - Fax: 090/9221417 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 12.30 martedì e giovedì 15.00 – 17.30 44
  • 45. 2) Sede: Giammoro – Pace del Mela Indirizzo: Via Libertà, 35 N°Telefono: 090/9384407/090/9290762 – Fax: 090/9384241 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 12.30 martedì e giovedì 15.30 – 17.30 3) Sede: Valdina Indirizzo: Viale Rinascita Fondachello, 1 N°Telefono: 090/9290782 – Fax: 090/9920788 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.30 – 12.30 lunedì 15.30 – 18.00 DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE SALUTE MENTALE ADULTI Centro Salute Mentale Milazzo Indirizzo: Corso Marina Garibaldi Vico Ospedale N°Telefono: 090/9290606 - 090/9290612 Ambulatorio periferico Giammoro/Pace del Mela Indirizzo: Via Libertà, 120 N°Telefono: 090/9385062 NEUROPSICHIATRIA INFANTILE Sede: Milazzo Indirizzo: Via Marina Garibaldi 8, Vico Ospedale - Milazzo N°Telefono: 090/9290618/15/14 SER.D Sede: Milazzo Indirizzo: Via Santa Maria Maggiore R.ne Vaccarella N°Telefono: 090/9290623/28 SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI Sede: Milazzo N°Telefono: 090/9290808/9222198 45
  • 46. DISTRETTO DI LIPARI EMERGENZA- URGENZA Continuità Assistenziali ex Guardie Mediche SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO Lipari Via Garibaldi - Canneto 090/9885426 Malfa Via Umberto 090/9885432 Vulcano Via Favaloro 090/9885431 Panarea Via S.Pietro 090/9885433 Stromboli Via Vittorio Emanuele 090/9885435 Ginostra Via Portella 090/9885408 Alicudi Via Perciato 090/9889913 Filicudi V.Rocche di Ciavoli 090/9889961 Punti territoriali d'emergenza Sede: Salina Telefono: 090/9843514 CONSULTORIO FAMILIARE Sede: Lipari Indirizzo: V.S.Anna N°Telefono: 090/9885423 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 13.00 DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE SALUTE MENTALE ADULTI Sede: Lipari Indirizzo: C/o Ospedale - Piano Terra N°Telefono: 090/9885328 NEUROPSICHIATRIA INFANTILE (afferisce alla UOS NPIA Milazzo-Lipari) Sede: Lipari Indirizzo: V.S.Anna N°Telefono: 090/9885328 46
  • 47. SERVIZIO SOCIALE OSPEDALIERO Sede: Lipari Indirizzo: C/o Ospedale- Uffici Direzione Sanitaria N°Telefono: 090/9885404 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al sabato 8.30 – 13.00 SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI Sede: Lipari N°Telefono: 090/9885389/5430 DISTRETTO DI BARCELLONA EMERGENZA – URGENZA Continuità Assistenziali ex Guardie Mediche SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO Barcellona Via Risorgimento, 16 090/9751029 Basicò Via Vitt. Emanuele, 206 0941/85112 Castroreale Via Siracusa, 33 090/9746051 Falcone P.zza Romeo 0941/34374 Fondachelli Fantina Via Badolato 0941/651207 Furnari P.zza Municipio 0941/81170 Mazzara’ S.A. V.Umberto 0941/83368 Meri’ Via Brigadiere Nania, 4 090/9763294 Montalbano Elicona Via Giardino, 34 0941/679362 Novara di Sicilia Via Calcagno 0941/650446 Rodi’ Milici V.D.Alighieri 090/9741333 Terme Vigliatore V.S.Biagio 090/9781578 Tripi V.F.Todaro 0941/82081 Continuità assistenziale Turistica (dal 15 giugno al 15 settembre) Sede: Furnari - Tonnarella Indirizzo: Via Palermo N°Telefono: 0941/874071 47
  • 48. Punti di Primo Intervento P.P.I Sede: Barcellona Indirizzo: Via Cattafi C/o Pronto Soccorso Presidio Ospedaliero N°Telefono: 090/9751679 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.00 – 20.00 Prefestivi 8.00 – 10.00 Punti di Primo Intervento pediatrico P.P.I.P Sede: Barcellona Indirizzo: Via Cattafi c/o Pronto Soccorso Presidio Ospedaliero N°Telefono: 090/9751679 Orario e giorni d’apertura: tutti i giorni 10.00 – 20.00 Punti territoriali d'emergenza 1) Sede: Novara di Sicilia Indirizzo: Via Calcagno, 1 N°Telefono: 0941/650295 2) Sede: Falcone Indirizzo: Via Stazione c/o Guardia Medica N°Telefono:0941/34643 CONSULTORIO FAMILIARE Sede: Barcellona Indirizzo: Via Risorgimento, 14 N°Telefono: 090/9751058 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 13.00 lunedì e giovedì 15.00 – 17.00 DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE SALUTE MENTALE ADULTI Centro di salute mentale Barcellona Pozzo di Gotto Indirizzo: Via Salvatore Cattafi 37-39 Barcellona N°Telefono: 090/9751552/881 48
  • 49. NEUROPSICHIATRIA INFANTILE Sede: Barcellona Indirizzo: C/o Nuovo Cutroni Zodda – Barcellona N°Telefono:090/9751039/ SER.D Sede di : Barcellona Indirizzo : Via del Mare 51 N°Telefono: 090/9751555/560 Numero verde: 800000299 SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI Sede: Barcellona Indirizzo: Via Cattafi 40 N°Telefono: 090/9751530 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00 – 12.00 DISTRETTO DI PATTI EMERGENZA – URGENZA Continuità Assistenziali ex Guardie Mediche SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO Brolo Via Kennedy 0941/244155 Ficarra Via 4 novembre 0941/582338 Floresta Via Mazzeo 0941/662152 Gioiosa Marea Via G.Natoli Gatto 0941/301050 Librizzi Via Salita Toselli 0941/32196 Montagnareale c/o Asilo Comunale 0941/315236 Oliveri. Via Baden Pawel 0941/313088 Piraino Via Roma 0941/585109 Raccuia Via Gramsci 0941/663202 S.Angelo di Brolo ViaS.Francesco da Paola 0941/533150 San Piero Patti Via Scaglione 0941/669263/244138 Sinagra V.Patri’ 0941/594164 Ucria Via Padre Bernardino 0941/664422 Gioiosa e Oliveri sono anche sede di Guardia Medica Turistica 49
  • 50. Punti di Primo Intervento P.P.I Sede: Patti Indirizzo: locali adiacenti al Pronto Soccorso dell’Ospedale N°Telefono: 0941/244300 Orario e giorni d’apertura: giorni feriali 8.00 – 20.00 sabato e prefestivi 10.00 – 20.00 Punti di Primo Intervento Pediatrico P.P.I.P Sede: Patti Indirizzo: locali adiacenti al Pronto Soccorso dell’Ospedale Orario e giorni d’apertura: tutti i giorni 10.00 – 20.00 Punti territoriali d'emergenza (Tutti) Orario e giorni d’apertura: 24 ore su 24 1) Sede: Patti Indirizzo: presso Pronto Soccorso dell’Ospedale (solo ambulanza medicalizzata) N°Telefono: 0941/244361 2) Sede: Brolo Indirizzo: Via Trento N°Telefono: 0941/562354/244157/153 3)Sede: S.Piero Patti Indirizzo: Via Scaglione N°Telefono: 0941/661121/244139 4)Sede: Ucria Indirizzo: Via Padre Bernardino 5)Sede: Floresta CONSULTORI FAMILIARI 1) Sede: Patti Indirizzo: Via Cattaneo C/o Poliambulatorio N°Telefono:0941/241138 Orario e giorni d’apertura: da lunedì a venerdì 9.00 – 12.30 lunedì martedì e giovedì15.00 – 17.30 50
  • 51. 2) Sede: Gioiosa Marea Indirizzo: Via Ragusa 1 N°Telefono: 0941/302767 - 0941/244122/23/24/25 Orario e giorni d’apertura: martedì, mercoledì e giovedì 9.00 – 12.00 martedì 15.00 – 17.30 3) Sede: Brolo Indirizzo: Via Trento c/o Poliambulatorio Brolo N°Telefono: 0941/244163/60 Orario e giorni d’apertura: da lunedì a venerdì 8.30 – 13.00 martedì e giovedì15.00 – 17.00 4) Sede: S.Piero Patti Indirizzo: Via Scaglione, 1 c/o Poliambulatorio S.Piero Patti N°Telefono: 0941/244127 Orario e giorni d’apertura: lunedì 9.00 – 13.00/14.30 – 17.00 martedì 8.15 – 13.00/14.30 – 17.00 Giovedì 9.00 – 13.00 Venerdì 8.15 – 13.00 DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE SALUTE MENTALE ADULTI Ambulatorio di Patti Indirizzo: Via Garibaldi, 47 N°Telefono: 0941/244628/27 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 9.00–13.00/16,00-18,00 sabato 9.00 – 13.00 NEUROPSICHIATRIA INFANTILE Sede: Patti Indirizzo: Via Garibaldi, 47 N°Telefono: 0941/244611/12/13/14 SER.D Sede: Patti Indirizzo: Presso Presidio Ospedaliero Patti N°Telefono:0941/240001 Numero Verde 800379994 51
  • 52. SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI Sede: Patti Indirizzo: Via Cattaneo N°Telefono: 0941/244749 Orario e giorni d’apertura: lunedì e venerdì 8.30 – 10.30 DISTRETTO DI MISTRETTA EMERGENZA- URGENZA Continuità assistenziali ex Guardie mediche SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO Tusa Via Roma 0921/330537 Castel di Lucio Via Vittorio Emanuele 0921/384235 Pettineo Via Pedevillano 0921/336295 Motta D’Affermo Via Roma 0921/336085 Reitano Via San Giuseppe 0921/338149 Continuità assistenziale turistica: Castel di Tusa Tel. 335/7753938 Punti di Primo Intervento P.P.I Sede: Mistretta Indirizzo: V.G.Verga, 3 Punti territoriali d'emergenza Sede: S.Stefano Camastra Indirizzo: C.da Favatà N°Telefono: 0921/331934 Orario e giorni d’apertura: 24 ore su 24 52
  • 53. CONSULTORI FAMILIARI 1) Sede: Mistretta Indirizzo: Via Anna Salamone, 20 N°Telefono: 0921/389595/96 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.00 – 13.00 lunedì e mercoledì 15.30 – 17.00 2) Sede: Santo Stefano Camastra Indirizzo: Via Croce Missione, 1 N°Telefono: 0921/389350/51 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.30 – 12.30 lunedì e giovedì 15.30 – 17.00 DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE SALUTE MENTALE ADULTI Ambulatorio Mistretta Indirizzo: Via Anna Salamone, 20 N°Telefono: 0921/389272 SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI Sede: Mistretta N°Telefono: 0921/3895482 - 389403 53
  • 54. DISTRETTO DI S.AGATA DI MILITELLO EMERGENZA- URGENZA Continuità assistenziali ex Guardie mediche SEDE INDIRIZZO N° TELEFONO Sant’Agata Militello Via Cosenz 0941/701430 Acquedolci C.da Buonriposo 0941/720616 Alcara Li Fusi Via Circonvall. Nord 0941/793383 Caprileone Via MonsFicarra 0941/958596 Capo D’Orlando Via Mancini 0941/911958 Caronia Via L.Orlando 0921/305019 Castell’Umberto Via C.Battisti 0941/438032 Frazzano’ Via Liberta’ 0941/959123 Galati Mamertino Via Roma 0941/434796 Longi Via Matteotti 0941/485282 Militello Rosmarino Via Umberto 0941/728296 Mirto Via S.Rocco 0941/919358 Naso Via Convento 0941/961068 San Fratello V.Milano 0941/799241 San Marco D’Alunzio Via Risorgimento 0941/7001 San Salvatore di Fitalia Via Caduti sul Lavoro 0941/486173 Torrenova Via Meli 0941/785616 Punti di Primo Intervento P.P.I Sede: Sant’Agata Di Militello Indirizzo: Via Catania, 14 N°Telefono: 0941/720544 Orario e giorni d’apertura: dal lunedì al venerdì 8.00 – 20.00 giorni prefestivi 8.00 – 10.00 Punti di primo intervento pediatrico P.P.I.P Sede: Sant’Agata Di Militello Indirizzo: Via Catania, 14 N°Telefono: 0941/720544 Orario e giorni d’apertura: tutti i giorni 10.00 – 20.00 Punti territoriali d'emergenza (tutti) Orario e giorni d’apertura: tutti giorni 24 ore su 24 1) Sede: Tortorici Indirizzo: Via Roma N°Telefono: 0941/430318 54
  • 55. 2) Sede: S.Agata di Militello Indirizzo: Via Cosenz 3) Sede: Capo D'Orlando Indirizzo: Via Mancini N°Telefono: 0941/720050/070 CONSULTORI FAMILIARI 1) Sede: Sant’Agata Di Militello Indirizzo: Via Catania, 14 N°Telefono: 0941/720319 Orario e giorni d’apertura: da lunedì al venerdì 9.30 – 13.30 lunedì e giovedì 15.00 – 18.00 2) Sede: Acquedolci Indirizzo: C.da Buonriposo N°Telefono: 0941/720612 Orario e giorni d’apertura: mercoledì 8.00 – 14.20 3)Sede: Capo D’Orlando Indirizzo: Via Mancini, 1 N°Telefono: 0941/720058 Orario e giorni d’apertura: lunedì, martedì, mercoledì e venerdì 8.30 - 14.00 lunedì e giovedì 15.00 – 17.00 4) Sede: Tortorici Indirizzo: Via Rosario Livatino N°Telefono: 0921/430351 Orario e giorni d’apertura: lunedì dalle 8.30 – 12.00/14.30 – 17.30 mercoledì 8.30 - 13.00 venerdì 8.00 - 14.00 DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE SALUTE MENTALE ADULTI C.S.M di Sant’Agata di Militello Indirizzo: Via Martoglio – S.Agata di Militello N°Telefono:0941/720382/720407 55
  • 56. Ambulatorio Tortorici Indirizzo: Via Roma N° Telefono: 0941/430318 NEUROPSICHIATRIA INFANTILE Sede di S.Agata di Militello Indirizzo: Via Martoglio N° Telefono: 0941/720389/220385 Sede: Capo D'Orlando Indirizzo: Via Mancini, 1 N°Telefono: 0941/901322 SER.D Sede: S.Agata di Militello Indirizzo: Via Cosenz, 8 N°Telefono: 0941/723254 SERVIZIO IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI Sede: S.Agata di Militello Indirizzo: C/O Ospedale N°Telefono: 0941/720597 56
  • 57. 5. Riferimenti Normativi La Convenzione di Istanbul (2011) è il primo strumento internazionale, giuridicamente vincolante, sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, riconosciute come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. Prevede anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e richiede, inoltre, la penalizzazione delle mutilazioni genitali femminili.  Legge 15 febbraio 1996, n. 66, "Norme contro la violenza sessuale"  Art.18-bis del Dl 25 luglio 1998, n. 286 recante "Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero"  Legge 4 aprile 2001, n. 154, "Misure contro la violenza nelle relazioni familiari"  Art. 76, comma 4-ter, del D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115  Decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11, "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori". Convertito in legge dalla L. 23 aprile 2009, n. 38, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 2009  Legge 27 giugno 2013, n. 77, Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n.152 del primo luglio 2013  Decreto legge 14 agosto 2013, n. 93, "Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.191 del 16 agosto 2013. Convertito in legge, con modificazioni, dalla Legge 15 ottobre 2013, n. 119, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 242 del 15 ottobre 2013  Art. 24 "Congedo per le donne vittime di violenza di genere" del D. lgs. 15 giugno 2015, n. 80  Art. 1, comma 16, della Legge 13 luglio 2015, n. 107 "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti"  Art. 14, comma 6, della Legge 7 agosto 2015, n. 124 che inserisce il comma 1- ter dopo il comma 1-bis dell'articolo 30 del D.lgs. 30 marzo 2001, n. 165 57
  • 58. LESIONI PERSONALI IN DANNO DELLE DONNE - Art. 581 c. p. (Percosse): “Chiunque percuote taluno, se dal fatto non deriva una malattia nel corpo o nella mente è punito..”; Si procede a querela. - Art. 582 c. p. (Lesioni personali): “Chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale dalla quale deriva una malattia nel corpo e nella mente è punito. Se la malattia ha una durata non superiore ai venti giorni e non concorre alcuna delle circostanze aggravanti prevedibili dagli articoli 583 e 585 il delitto è punibile a querela della persona offesa”; Si procede a querela. - Art. 583 c. p. (Circostanze aggravanti): “La lesione personale è grave: 1) se dal fatto deriva una malattia che metta in pericolo la vita della persona offesa, ovvero una malattia o un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai quaranta giorni; 2) se il fatto produce l’indebolimento permanente di un senso o di un organo. La lesione personale è gravissima se dal fatto deriva: 1) una malattia certamente o probabilmente insanabile; 2) la perdita di un senso; 3) la perdita di un arto, o una mutilazione che renda l’arto inservibile, ovvero la perdita dell’uso di un organo o della capacità di procreare, ovvero una permanente e grave difficoltà della favella; 4) la deformazione, ovvero lo sfregio permanente del viso”. Si procede sempre d’ufficio. Referto obbligatorio. - Art. 575 c. p. (Omicidio): “Chiunque cagiona la morte di un uomo è punito.. “. Si procede d’ufficio. Referto obbligatorio. 58
  • 59. RINGRAZIAMENTI La violenza sulle donne è un fenomeno che sempre più frequentemente produce esiti mortali per le vittime e sta segnando con tragica regolarità le cronache quotidiane. Rappresenta l'indicatore di un drammatico problema sociale, che investe trasversalmente la nostra complessa società e non è riconducibile alle condizioni economiche, culturali, religiose o di appartenenza etnica delle persone coinvolte. Anche i dati della nostra regione sono in linea con la dimensione del problema a livello nazionale. Per tali motivi, da tempo, la Regione Sicilia si è impegnata in azioni di contrasto alla violenza di genere attraverso l'emanazione di una specifica legge in materia, la n°3/2012“Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere” e il finanziamento di progetti volti alla sensibilizzazione ed al contrasto del fenomeno, oltre che alla tutela delle vittime. Inoltre, con il decreto dell'assessore della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro n.281 del 19/02/2014, in adempimento a quanto disposto dalla sopracitata legge, è stato formalmente costituito l'Osservatorio permanente per il contrasto alla violenza di genere. In questa direzione si inserisce il Progetto Obiettivo di piano Sanitario Nazionale anno 2012 -Intesa Stato Regione n.227 del 22 novembre 2012, con la Linea progettuale 2. BIS “Promozione dell'approccio di genere in sanità” attraverso “l'individuazione della rete sanitaria regionale per gli interventi di prevenzione e cura nella violenza di genere “responsabile regionale Dott.ssa C. Noto. Crediamo doveroso cogliere questa occasione per ringraziare: la Direzione strategica per averci affidato la referenza progettuale; la Dott.ssa C. Noto per aver coordinato tutte le ASP Siciliane coinvolte nel progetto e nell'armonizzare le diverse esperienze; la Dott.ssa Marisa Agosta Responsabile UOEPSA dell'ASP 5 senza la cui fattiva collaborazione il progetto non sarebbe potuto decollare. Uno speciale ringraziamento al Dott. Dario Intagliata, alla Dott.ssa Sabrina Ridolfo tirocinanti psicologi ed ai colleghi referenti distrettuali del progetto. Il presente vademecum auspichiamo possa costituire una guida per gli operatori impegnati nel contrasto alla violenza di genere. Le Referenti Aziendali del Progetto Anna Fiorentino Adele Lo Presti 59