Gazzetta del mezzogiorno - I Bluealma col rock sinfonico nel solco leggendari...
Soundscape
1. SOUNDSCAPE
Performance musicale per contrabbasso e voce recitante
Massimo Ceccarelli, musiche, contrabbasso e voce recitante.
Armando Pettorano, testi.
Particolare e “ardita” operazione musicale dove la voce del contrabbasso
aderisce perfettamente a quella recitante del contrabbassista “attore”.
È una curiosa dicotomia, quasi schizofrenica, perché per la prima volta
si porta in scena un intero spettacolo dove musicista e voce recitante
sono la stessa persona, messa a dura prova da una musica non
propriamente facile, sia sotto il profilo tecnico che della durata, e
dalla recitazione, non una semplice lettura, ma un testo interamente
interpretato con puntuale intensità.
La performance si esprime grazie ad un delicato equilibrio tra le due
forme, avendo così l’esatta percezione che non ci sia alcuna predominanza
tra queste.
Lo spettacolo consta di due atti.
Nel primo “Timing D Blues” si riconosce un paesaggio urbano, sordido e
affascinante ad un tempo, terreno ideale per una mente offuscata da un
delirio strisciante, che impone al protagonista di questa storia una
ricerca apparentemente insensata, più correttamente assurda ma mai
arresa: fermare il tempo…
Musicalmente nulla di più semplice che rappresentare il tempo con un
movimento pendolare, tanto ovvio quanto necessario, al cui interno
s’insinua la trasfigurazione di una sarabanda Bachiana che, lentamente,
va a nascondersi in un walking inesorabile, acquistando velocità,
incalzante come l’animo obliquo del personaggio, fino all'imprevisto.
Una pausa.
Un vuoto.
Un nonsense... e torna il pendolo, e torna Bach, come torna la certezza
dell'incerto.
Torna il tempo uguale e nuovo insieme.
Consapevole che ciò che è stato è perduto.
2. Il nuovo è ignoto...il presente è assente, come lo è il RE (D nella
notazione alfabetica) che giunge solo alla fine, quasi per inconsapevole
errore liberatorio.
Nel secondo “Le onde sopra sé stesse” si rovescia un famoso “libricino” di
Hemingway e si osserva un mondo liquido attraverso la soggettiva del
pesce.
Centrale resta dunque la lotta tra l’uomo e la natura ribelle, ad
emergere sono invece i pensieri del Marlin, le sue paure, le debolezze e
la forza, fino ad una rassegnazione poeticamente eroica.
Il suono è vibrazione, la vibrazione è movimento, quale può essere il
suono del mare.
Sciarrino ha tentato di intonarlo.
Qui s’immagina un suono che possa evocare le profondità marine,
rappresentare in qualche modo un essere corporeo, vivo… spirituale
appunto.
Il mare suona con una nota grave, un SOL diesis, costante, che poi s’
increspa fino ad urtare il LA successivo, che lo spinge come un moto
dell'anima, per arrivare altrove, che cambia contorcendosi in arpeggi e
sferzate, mutando in pizzicati notturni, stanchi ma mai quieti...
Nell’epilogo questa visione musicale del mare evapora dolcemente in una
tenue risacca, come a trasfigurare i due personaggi, ormai uniti in un
unico, inesorabile destino.
Già rappresentato in più occasioni, ha avuto riscontri fortemente
positivi in tutti i contesti, da quelli prettamente accademici fino a
quelli jazzistici.
Da questi risultati deriva la certezza della valenza di questo
spettacolo originale: l’attenzione è catturata dalle musiche e dalle
parole evocative, a tal punto che più di uno spettatore è venuto a
congratularsi, profondamente scosso e commosso.
Tutto ciò ha dato la giusta motivazione per proseguire in quel che è
stato fin da subito chiaro negli intenti di “Music Without Future”:
rappresentare tutti gli elementi naturali, portare dunque “Soundscape”
al completamento, aggiungendo altri due paesaggi sonori: aria e fuoco,
attualmente in allestimento.
MusicWithoutFuture