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Il primo è il senso
letterale, che si
riferisce alla storia
narrata nel poema. La
Divina Commedia
racconta il viaggio di
Dante attraverso Inferno,
Purgatorio e Paradiso,
guidato da Virgilio e poi
da Beatrice, per
raggiungere la salvezza e
la visione di Dio. Il senso
letterale si concentra
quindi sulla trama e sugli
eventi che si susseguono
lungo il percorso di
Dante.
POLISEMIA DELLE DIVINA COMMEDIA
Quest’opera non ha solo un significato, ma
può essere detta polisemica, cioè portatrice
di molti significati; il primo significato si
evince dalla lettera….
Epistola a CanGrande
Il secondo senso è quello
allegorico, in cui i personaggi
e gli eventi della Divina
Commedia rappresentano
simbolicamente qualcos’altro.
Ad esempio, l’Inferno può essere
interpretato come l’immagine
della condizione umana
peccaminosa, il Purgatorio come
il percorso di purificazione
dell’anima e il Paradiso come la
visione di Dio e la piena unione
con lui. In questo senso, la
Divina Commedia diventa
un’opera che va oltre il semplice
racconto per offrire una visione
più profonda della realtà e del
cammino spirituale
dell’individuo.
Il terzo senso è quello morale, in
cui la Divina Commedia offre
insegnamenti e lezioni di vita. Dante
utilizza i personaggi e le loro storie come
esempi di virtù e vizi, invitando il lettore
a riflettere sui propri comportamenti e a
perseguire la virtù per raggiungere la
salvezza. Attraverso il viaggio di Dante,
l’opera ci incoraggia a prendere coscienza
delle nostre azioni e a scegliere la via
della giustizia e del bene.
Infine, il quarto senso è
quello anagogico, che riguarda
la dimensione spirituale e divina
dell’opera. La Divina Commedia
non è solo un racconto allegorico e
morale, ma offre anche una visione
della realtà soprannaturale e della
vita dopo la morte. Attraverso il
viaggio di Dante, l’opera ci invita a
considerare il destino ultimo
dell’anima e la sua aspirazione a
raggiungere la perfezione e
l’unione con Dio
1-6 NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA 7 -9 TANT’E’ AMARA CHE POCO PIU’ E’ MORTE ;
MI RITROVAI IN UNA SELVA OSCURA MA PER TRATTAR DEL BEN CH’I’ VI TROVAI,
CHE LA DIRITTA VIA ERA SMARRITA. DIRO’ DE L’ALTRE COSE CH’I’ V’HO SCORTE.
AHI QUANTO A DIR QUAL ERA E’ COSA DURA
ESTA SELVA SELVAGGIA E ASPRA E FORTE
CHE NEL PENSIER RINNOVA LA PAURA!
FIGURA ETIMOLOGICA + POLISINDETO COMPARAZIONE DI MAGGIORANZA +ALLT
10-12 IO NON SO BEN RIDIR COM’ I ‘ V’INTRAI,
TANT’ ERA PIEN DI SONNO A QUEL PUNTO
CHE LA VERACE VIA ABBANDONAI.
DANTE PERSONAGGIO E NARRATORE SI DISTACCANO; IL
POETA NON RIESCE A RICORDARE PERCHE’ LA SUAANIMA
ERA TOTALMENTE OFFUSCATA DAL PECCATO E INCAPACE
DI COMPIERE SCELTE GIUSTE.
SONNO: TORPORE MORALE: ALLEGORIA
COLLE: SALVEZZA: ALLEGORIA
IL SOLE, NEL SISTEMA TOLEMAICO, ERA IL QUARTO PIANETA CHE GIRAVAATTORNO
ALLA TERRA ED E’ASSOCIATO A DIO. San Francesco ( Cantico: de te Altissimo porta
significatione)
IPERBATO : tra ausiliare e part. pass. – fui
… giunto (13); m’avea … compunto (15);
PERSONIFICAZIONE
le spalle del colle (16)
PERIFRASI: il pianeta / che
mena dritto altrui per ogni
calle ‘il sole’ (17-18).
19-21 ALLOR FU LA PAURA UN POCO QUETA, Allora si placò un pò la paura che avevo avuto
CHE NEL LAGO DEL COR M’ERA DURATA nel profondo (LAGO) del cuore durante la notte che
LA NOTTE CH’ I’ PASSAI CON TANTA PIETA. trascorsi con tanta angoscia (PIETA).
IL COLLE CHE DANTE VEDE E’
RAPPRESENTAZIONE DELLA VIA, IN
SALITA, CHE PORTA ALLA PRESA DI
COSCIENZA DELL’ERRORE E IL SOLE,
CHE SI TROVA AL DI LA’ DEL COLLE
INDICA LA SALVEZZA ALLA FINE
DELLE TENEBRE.
LO SPAZIO DESCRITTO (selva e colle)
NON E’ UNO SPAZIO TERRENO E
REALE MA ASTRATTO E FIGURATO
METONIMIA: l’emozione per la parte del corpo coinvolta “la paura … indurata (20), ovvero il sangue condensato nella
cavità interna del cuore ; Ritrazione dell’accento (sistole): in rima – pièta ‘angoscia’ (21).
ALLITTERAZIONE: si volse a rietro, a rimirar lo passo (26)
PERSONIFICAZIONE : lo passo / che non lasciò giamai persona
viva (26-27)
SIMILITUDINE : E come quei ecc. (22-27), il naufrago e Dante uscito dalla valle
LO PASSO=SELVA=PECCATO CHE NON LASCIA VIVO CHI LO COMMETTE
28-30 POI CH’EI POSATO UN POCO IL CORPO LASSO Quando mi fui un po’ riposato dalla stanchezza
RIPRESI VIA PER LA PIAGGIA DISERTA, ripresi il cammino per il pendio solitario
SI’ CHE ‘L PIE’ FERMO SEMPRE ERA ‘L PIU’ BASSO in modo che il piede fermo era sempre più in basso
NELLA TERZINA SI SOTTOLINEANO:
IL SENSO DI SOLITUDINE E PAURA
(piaggia diserta) DEL PECCATORE E LA
SUA FERMA VOLONTA’ DEL SUO
TENTATIVO DI SALIRE VERSO IL
COLLE.
IL PIEDE FERMO E’ QUELLO SINISTRO
CHE SIMBOLEGGIA GLI APPETTITI
DELLA NATURA UMANA CHE NON GLI
PERMETTONO DI SALIRE
VELOCEMENTE.
ALLITTERAZIONE: Poï, posato un poco il corpo (28)
SIGNIFICATO LETTERALE
fiera dal mantello screziato
SIGNIFICATO SIMBOLICO
lussuria (lusso, abbondanza, superfluo)
SIGNIFICATO ALLEGORICO
Firenze divisa tra Bianchi e Neri
RIME Inclusive: diserta : erta : coverta (29/31/33)
ERTA è la salita vera e propria
Presta /veloce
ENEIDE : maculosae tegmine lyncis (I, 323)
Figura etimologica: volte vòlto (36) rime Quasi equivoche (con differenza di apertura
vocalica): vólto : vòlto (34/36); Volgere ‘volgersi’: fui … vòlto ‘mi volsi’(36)
IPERBATO : tra ausiliare e part. pass fui … vòlto (36).
FONTE :Geremia V, 6 : il leone della selva li ha percossi, il lupo del deserto li sbrana, il leopardo sta in
agguato”= immagini delle sacre scritture.
METONIMIA: la qualità per la persona – l’amor divino ‘Dio’ (39)
Rime ricche: cagione : stagione (41/43).
RIFERIMENTO TEMPORALE : ERANO LE 6 DELLA MATTINA DEL 25 MARZO 1300 :IL SOLE ENTRA NELLA
COSTELLAZIONE DELL’ARIETE .
LA PRIMAVERA E LO SPUNTARE DELLA LUCE DEL SOLE ALL’ALBA SIMBOLEGGIANO DELLA
RINASCITA DI DANTE DALLE TENEBRE DELLA SELVA E SEGNALI DI BUON AUSPICIO PER SUPERARE
L’OSTACOLO DELLA LONZA ( A LA = DALLA francesimo) GAETTA (screziata ; francesismo).
SIGNIFICATO LETTERALE
fiera nota per la sua forza
SIGNIFICATO SIMBOLICO
superbia / violenza
SIGNIFICATO ALLEGORICO
Regno di Francia
Siciliane: tipo é : i – desse : venisse : temesse (44/46/48).
LA DESCRIZIONE DELLA LONZA E’ STATA OGGETTIVA, MENTRE IN QUELLA DEL LEONE L’USO DEL
VERBO PAREA RIPORTA UN’IMPRESSIONE SOGGETTIVA PER CUI LA SUA DESCRIZIONE MAESTOSA E
L’ATMOSFERA CIRCOSTANTE SONO FRUTTO DELLA PAURA E DEL TERRORE DI DANTE.
PERSONIFICAZIONE : parea che l’aer ne temesse (48).
OSSIMORO : carca nella sua magrezza (50) / carca: affamata
Ricche: brame : grame (49/51)
SIGNIFICATO LETTERALE
fiera famelica
SIGNIFICATO SIMBOLICO
cupidigia / avarizia
SIGNIFICATO ALLEGORICO
Bonifacio VIII / Teocrazia
54-60
E QUAL E’ QUEI CHE VOLENTIERI ACQUISTA,
E GIUGNE ‘L TEMPO CHE PERDER LO FACE,
CHE ‘N TUTTI SUOI PENSIER PIANGE ES’ATTRISTA;
TAL MI FECE LA BESTIA SANZA PACE,
CHE, VENENDOMI ‘NCONTRO, A POCO A POCO
MI RIPIGNEVA LA’ DOVE ‘L SOL TACE
Similitudine inclusiva (identità): E
qual è quei ecc. (55-58), Dante è
colui che perde quanto aveva
ottenuto (ovvero indietreggia).
Face ‘fa’ (sicilianismo in rima) < lat. facĬt (56).
54-60
E come colui che mira ad acquistare sempre nuovi beni (avaro),
se giunge un’ occasione (tempo) che gli fa perdere tutto, in
quella disgrazia si rattrista e piange in ogni suo pensiero,
così mi rese addolorato la bestia senza pace, che
venendomi incontro, mi respingeva nella selva oscura
dove il sole non entra .
54-60
MENTRE CH’I ROVINAVA IN BASSO LOCO,
DINANZI A LI OCCHI MI SI FU OFFERTO,
CHI PER LUNGO SILENZIO PAREA FIOCO;
54-60
Mentre io precipitavo vero il basso, mi si presentò
Dinanzi agli occhi un uomo che sembrava
Non avere più voce, tanto era stato a lungo in silenzio.
DANTE PRESENTA VIRGILIO COME SE
FOSSE “SBIADITO”, UNA FIGURA
SFUMATA.
VISTO NEL SUO SIGNIFICATO
ALLEGORICO E’ LA RAGIONE CHE A
LUNGO NON HA TROVATO SPAZIO
NELLA VITA DEL POETA PECCATORE E
QUANDO SI PALESA PER
RICONDURLO ALLA RETTA VIA QUASI
NON HA VOCE PERCHE’ E’ STATA
TROPPO A LUNGO IN SILENZIO.
FIOCO = EVANESCENTE IN RAPPORTO ALL’ASSENZA DI LUCE ATTORNO ALLA SELVA.
RIME Inclusive: diserta : erta :coverta (29/31/33)
od ombra od homo (66).
ALLITTERAZIONE:
DANTE USA
L’ESPRESSIONE
LATINA “MISERERE
ME” PER CONFERIRE
ANCORA PIU’
SOLENNITA’ ED
ENFASI AL SUO
INCONTRO CON
VIRGILIO.
GRAN DISERTO=
PIAGGIA DISERTA
DEI VERSI 28-30
67-69
RISPUOSEMI: “ NON OMO, OMO GIA’ FUI,
E LI PARENTI MIEI FURON LOMBARDI,
MANTOANI PER PATRIAAMBEDUI.
Enclisi pronominale: a inizio assoluto – Rispuosemi (67)
CHIASMO: ELEMENTI DELLA FRASE DISPOSTI IN
ORDINE INVERSO (AVVERBIO DI NEGAZIONE+
SOSTANTIVO, SOSTANTIVO + AVVERBIO DI TEMPO.
Dittologia sinonimica: falsi e
bugiardi (72);
PRESENTAZIONE PER
AGNIZIONE: V. si presenta
fornendo gradualmente le
informazioni che ne
determineranno il
riconoscimento da parte di
Dante.
Virgilio figura impleta (compiuta/completa) nel Limbo: per Dante è poeta e
guida , la sua opera fu ispirata dalla Provvidenza; come da poeta fece scendere
Enea negli Inferi perché conoscesse il destino del mondo romano, così egli è
chiamato ora dalle potenze celesti ad essere la guida di D. per un viaggio
altrettanto importante che consentirà a D. di annunciare l’ordinamento giusto
ad un mondo dissestato (Auerbach);
Latinismo: combusto
(75)
ALLEGORIA dilettoso monte (77)
LA DOMANDA DI VIRGIKIO E’
QUASI UNA DOMANDA RETORICA
E PROVOCATORIA! DANTE SENZA
AIUTO NON POTREBBE SALIRE AL
DILETTOSO MONTE, MA C’E’
BISOGNO CHE LUI LO CAPISCA DA
SOLO, LO RICONOSCA.
VIRGILIO E’ ALLEGORIA DELLA
RAGIONE UMANA CHE LO
CONDUCE AL SUPERAMENTO DEL
VIZIO E ALLA PERFEZIONE.
AUCTOR= ESEMPIO
MA PER TORNARE AL BENE C’E’
BISOGNO PRIMA DI VEDERE
TUTTO IL MALE DEL MONDO.
Metafora : fonte che spandi ecc. ‘eloquenza virgiliana’
(79-80) nonché degli altri poeti honore e lume (82)
79-84
“ OR SE’ TU QUEL VIRGILIO E QUELLA FONTE
CHE SPANDI DI PARLAR SI LARGO FIUME?”
RISPUOS’ IO LUI CON VERGNOSA FRONTE.
“O DE LI ALTRI POETI ONORE E LUME,
VAGLIAMI ‘L LUNGO STUDIO E ‘L GRANDE AMORE
CHE M’HA FATTO CERCAR LO TUO VOLUME.
Rime Paronomastiche fonte : fronte (79/81);
Anastrofe: di parlar sì largo fiume (80); degli altri poeti
honore e lume (82).
.
79-84 “ Quindi tu sei quel famoso Virgilio, quella fonte
Che riversa un così ampio fiume di eloquenza poetica?”
Risposi io a capo chino.
“ O tu ( che sei) l’onore e la guida (lume) degli altri poeti
mi valgano la tua benevolenza lo studio assiduo e il grande
amore che mi ha fatto leggere approfonditamente la raccolta delle
tue opere
L’ATTEGGIAMENTO DI DANTE E’ DI ASSOLUTO RISPETTO
(IL CAPO CHINO) E NELLE TERZINE ESALTA VIRGILIO
CHIAMANDOLO “ONORE DEI POETI” CIOE’ IL PIU’
GRANDE, DEGNO DI AMMIRAZIONE E LUME OVVERO
GUIDA . PER OTTERERE IL SUO AIUTO GLI CONFIDA DI
AVER LETTO E RILETTO LA SUA OPERA CON GRANDE
DEDIZIONE.
Rime Paronomastiche amore : autore (83/85).
Anafora: Tu sè … tu sè (85-86).
AUCTOR= ESEMPIO
Maniste da MAGIS+ter
VIRGILIO E’ NATURALMENTE ANCHE
FONTE D’ISPIRAZIONE LETTERARIA E
POETICA. E’ L’AUTORE CLASSICO CHE
HA PERFEZIONATO LO STILE TRAGICO
(lo bello stilo) COME GIA’
SOTTOLINEATO DA DANTE STESSO
NEL De Vulgari Eloquentia E NEL IV
LIBRO DEL CONVIVIO.
QUINDI VIRGILIO E’ MAESTEO
PERCHE’ MODELLO DI POESIA E
AUTORE PERCHE’ DEGNO DI ESSER
CREDUTO.
DANTE CHE AVEVA PER UN ATTIMO DIMENTICATO LA PAURA DURANTE L’EMOZIONANTE
INCONTRO CON VIRGILIO RICORDA LA SUA CONDIZIONE E IN PARTICOLARE LA LUPA CHE LO
AVEVA FATTO INDIETREGGIARE; IMPLORA VIRGILIO CHIAMANDOLO CON UN NUOVO
APPELLATIVO OSSIA SAGGIO COSI’ COME OMERO E GLI ALTRI AUTORI CHE INCONTRERA’
NEL LIMBO.
NELLA CONCEZIONE MEDIEVALE IL POETA NON ERA SOLO ABILE NELLA SCRITTURA MA ERA
ANCHE IN POSSESSO DI PROFONDE VERITA’.
Toscanismo: uscita in
–e della II persona
singolare
L’INTERVENTO DI
VIRGILIO E’ IMMEDIATO
CONTRO LA LUPA CHE E’
NEMICA DI
QUELL’IMPERO CHE LUI
STESSO HA CANTATO
Dittologia sinonimica: malvagia e ria (97)
Ricche inclusive: ria : pria (97/99).
SAN PAOLO: LA CUPIDIGIA E’ LA RADICE DI TUTTI I MALI.
IN QUESTO PASSAGGIO LA LUPA HA PERSO IL SUO SIGNIFICATO LETTERARE ED
E’ ESCLUSIVAMENTE VISTA COME INCARNAZIONE ALLEGORICA DELLA
CUPIDIGIA UMANA.
IL VELTRO, LEVRIERO IN
GRADO DI COMBATTERE I LUPI,
E’ ALLEGORIA DI UN UOMO CHE
SI NUTRIRA’ SOLO DELLA FEDE
IN DIO, INDICATA CON GLI
ATTRIBUTI DELLA SANTA
TRINITA’:
SAPIENZA (IL FIGLIO)
AMORE (SPIRITO SANTO)
VIRTU’ (DIO PADRE).
AD INFITTTIRE IL MISTERO SUL
PERSONAGGIO CHE SI
NASCONDE DIETRO AL VELTRO
C’E’ L’ESPRESSIONE
“tra feltro e feltro”
CHE HA AVUTO PIU’ DI UNA
INTERPRETAZIONE (NT. 105)
METONIMIA: invidia prima ‘Satana’ (111);
Enclisi pronominale: in rima, con verbo
ossitono – dipartilla (111)
venire : salire : partire (119/121/123)
Desinenziali:
112-120
“ OND’IO PER LO TUO ME’ PENSO E DISCERNO
CHE TU MI SEGUI E IO SARO’TUA GUIDA,
E TRAROTTI DI QUI PER LOCO ETTERNO,
OVE UDIRAI LE DISPERATE STRIDA,
VEDRAI LI ANTICHI SPIRITI DOLENTI,
CH’A LA SECONDA MORTE CIASCUN GRIDA;
E VEDERAI COLOR CHE SON CONTENTI
NEL FOCO, PERCHE’ SPERAN DI VENIRE
QUANDO CHE SIA A LE BEATE GENTI
.
112-120
E quindi per il tuo bene io penso e giudico
opportuno che tu mi segua, e io sarò tua
guida e ti porterò via da qui attraverso il
regno eterno dove udirai le grida disperate
Vedrai gli antichi spiriti sofferenti, che
invocano ciascuno la seconda morte;
E vedrai coloro che sono contenti nel fuoco,
Perché sperano di giungere quando sarà
tempo, tra le schiere beate.
Apocope: me’ sta per forma apocopata di meglio
Dittologia sinonimica : penso e discerno (112).
Passivizzazione di verbo intr.: per me si vegna (126).
METAFORE: imperador ‘Dio’ (124); sua città ‘paradiso’ (126).
Ricche inclusive: legge : elegge (125/129)
NELL’ULTIMA TERZINA
TRASPARE IL RIMPIANTO DI
VIRGILIO PER LA BEATITUDINE
PERDUT A E A LUI NON
CONCESSA.
DAL PUNTO DI VISTA
ALLEGORICO VIRGILIO NON
PUO’ ESSERE LA GUIDA DI
DANTE IN PARADISO PERCHE’
LA RAGIONE NON PUO’
COMPRENDERE I MISTERI
DELLA FEDE.
SOLO BEATRICE PUO’ ESSERE
LA GUIDA DI DANTE IN
PARADISO IN QUANTO
INCARNAZIONE DELLA
PERFEZIONE TEOLOGICA E
DELLA GRAZIA DIVINA.
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  • 1. Il primo è il senso letterale, che si riferisce alla storia narrata nel poema. La Divina Commedia racconta il viaggio di Dante attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, guidato da Virgilio e poi da Beatrice, per raggiungere la salvezza e la visione di Dio. Il senso letterale si concentra quindi sulla trama e sugli eventi che si susseguono lungo il percorso di Dante. POLISEMIA DELLE DIVINA COMMEDIA Quest’opera non ha solo un significato, ma può essere detta polisemica, cioè portatrice di molti significati; il primo significato si evince dalla lettera…. Epistola a CanGrande Il secondo senso è quello allegorico, in cui i personaggi e gli eventi della Divina Commedia rappresentano simbolicamente qualcos’altro. Ad esempio, l’Inferno può essere interpretato come l’immagine della condizione umana peccaminosa, il Purgatorio come il percorso di purificazione dell’anima e il Paradiso come la visione di Dio e la piena unione con lui. In questo senso, la Divina Commedia diventa un’opera che va oltre il semplice racconto per offrire una visione più profonda della realtà e del cammino spirituale dell’individuo. Il terzo senso è quello morale, in cui la Divina Commedia offre insegnamenti e lezioni di vita. Dante utilizza i personaggi e le loro storie come esempi di virtù e vizi, invitando il lettore a riflettere sui propri comportamenti e a perseguire la virtù per raggiungere la salvezza. Attraverso il viaggio di Dante, l’opera ci incoraggia a prendere coscienza delle nostre azioni e a scegliere la via della giustizia e del bene. Infine, il quarto senso è quello anagogico, che riguarda la dimensione spirituale e divina dell’opera. La Divina Commedia non è solo un racconto allegorico e morale, ma offre anche una visione della realtà soprannaturale e della vita dopo la morte. Attraverso il viaggio di Dante, l’opera ci invita a considerare il destino ultimo dell’anima e la sua aspirazione a raggiungere la perfezione e l’unione con Dio
  • 2. 1-6 NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA 7 -9 TANT’E’ AMARA CHE POCO PIU’ E’ MORTE ; MI RITROVAI IN UNA SELVA OSCURA MA PER TRATTAR DEL BEN CH’I’ VI TROVAI, CHE LA DIRITTA VIA ERA SMARRITA. DIRO’ DE L’ALTRE COSE CH’I’ V’HO SCORTE. AHI QUANTO A DIR QUAL ERA E’ COSA DURA ESTA SELVA SELVAGGIA E ASPRA E FORTE CHE NEL PENSIER RINNOVA LA PAURA! FIGURA ETIMOLOGICA + POLISINDETO COMPARAZIONE DI MAGGIORANZA +ALLT
  • 3. 10-12 IO NON SO BEN RIDIR COM’ I ‘ V’INTRAI, TANT’ ERA PIEN DI SONNO A QUEL PUNTO CHE LA VERACE VIA ABBANDONAI. DANTE PERSONAGGIO E NARRATORE SI DISTACCANO; IL POETA NON RIESCE A RICORDARE PERCHE’ LA SUAANIMA ERA TOTALMENTE OFFUSCATA DAL PECCATO E INCAPACE DI COMPIERE SCELTE GIUSTE. SONNO: TORPORE MORALE: ALLEGORIA
  • 4. COLLE: SALVEZZA: ALLEGORIA IL SOLE, NEL SISTEMA TOLEMAICO, ERA IL QUARTO PIANETA CHE GIRAVAATTORNO ALLA TERRA ED E’ASSOCIATO A DIO. San Francesco ( Cantico: de te Altissimo porta significatione) IPERBATO : tra ausiliare e part. pass. – fui … giunto (13); m’avea … compunto (15); PERSONIFICAZIONE le spalle del colle (16) PERIFRASI: il pianeta / che mena dritto altrui per ogni calle ‘il sole’ (17-18).
  • 5. 19-21 ALLOR FU LA PAURA UN POCO QUETA, Allora si placò un pò la paura che avevo avuto CHE NEL LAGO DEL COR M’ERA DURATA nel profondo (LAGO) del cuore durante la notte che LA NOTTE CH’ I’ PASSAI CON TANTA PIETA. trascorsi con tanta angoscia (PIETA). IL COLLE CHE DANTE VEDE E’ RAPPRESENTAZIONE DELLA VIA, IN SALITA, CHE PORTA ALLA PRESA DI COSCIENZA DELL’ERRORE E IL SOLE, CHE SI TROVA AL DI LA’ DEL COLLE INDICA LA SALVEZZA ALLA FINE DELLE TENEBRE. LO SPAZIO DESCRITTO (selva e colle) NON E’ UNO SPAZIO TERRENO E REALE MA ASTRATTO E FIGURATO METONIMIA: l’emozione per la parte del corpo coinvolta “la paura … indurata (20), ovvero il sangue condensato nella cavità interna del cuore ; Ritrazione dell’accento (sistole): in rima – pièta ‘angoscia’ (21).
  • 6. ALLITTERAZIONE: si volse a rietro, a rimirar lo passo (26) PERSONIFICAZIONE : lo passo / che non lasciò giamai persona viva (26-27) SIMILITUDINE : E come quei ecc. (22-27), il naufrago e Dante uscito dalla valle LO PASSO=SELVA=PECCATO CHE NON LASCIA VIVO CHI LO COMMETTE
  • 7. 28-30 POI CH’EI POSATO UN POCO IL CORPO LASSO Quando mi fui un po’ riposato dalla stanchezza RIPRESI VIA PER LA PIAGGIA DISERTA, ripresi il cammino per il pendio solitario SI’ CHE ‘L PIE’ FERMO SEMPRE ERA ‘L PIU’ BASSO in modo che il piede fermo era sempre più in basso NELLA TERZINA SI SOTTOLINEANO: IL SENSO DI SOLITUDINE E PAURA (piaggia diserta) DEL PECCATORE E LA SUA FERMA VOLONTA’ DEL SUO TENTATIVO DI SALIRE VERSO IL COLLE. IL PIEDE FERMO E’ QUELLO SINISTRO CHE SIMBOLEGGIA GLI APPETTITI DELLA NATURA UMANA CHE NON GLI PERMETTONO DI SALIRE VELOCEMENTE. ALLITTERAZIONE: Poï, posato un poco il corpo (28)
  • 8. SIGNIFICATO LETTERALE fiera dal mantello screziato SIGNIFICATO SIMBOLICO lussuria (lusso, abbondanza, superfluo) SIGNIFICATO ALLEGORICO Firenze divisa tra Bianchi e Neri RIME Inclusive: diserta : erta : coverta (29/31/33) ERTA è la salita vera e propria Presta /veloce ENEIDE : maculosae tegmine lyncis (I, 323)
  • 9. Figura etimologica: volte vòlto (36) rime Quasi equivoche (con differenza di apertura vocalica): vólto : vòlto (34/36); Volgere ‘volgersi’: fui … vòlto ‘mi volsi’(36) IPERBATO : tra ausiliare e part. pass fui … vòlto (36). FONTE :Geremia V, 6 : il leone della selva li ha percossi, il lupo del deserto li sbrana, il leopardo sta in agguato”= immagini delle sacre scritture.
  • 10. METONIMIA: la qualità per la persona – l’amor divino ‘Dio’ (39) Rime ricche: cagione : stagione (41/43). RIFERIMENTO TEMPORALE : ERANO LE 6 DELLA MATTINA DEL 25 MARZO 1300 :IL SOLE ENTRA NELLA COSTELLAZIONE DELL’ARIETE . LA PRIMAVERA E LO SPUNTARE DELLA LUCE DEL SOLE ALL’ALBA SIMBOLEGGIANO DELLA RINASCITA DI DANTE DALLE TENEBRE DELLA SELVA E SEGNALI DI BUON AUSPICIO PER SUPERARE L’OSTACOLO DELLA LONZA ( A LA = DALLA francesimo) GAETTA (screziata ; francesismo).
  • 11. SIGNIFICATO LETTERALE fiera nota per la sua forza SIGNIFICATO SIMBOLICO superbia / violenza SIGNIFICATO ALLEGORICO Regno di Francia
  • 12. Siciliane: tipo é : i – desse : venisse : temesse (44/46/48). LA DESCRIZIONE DELLA LONZA E’ STATA OGGETTIVA, MENTRE IN QUELLA DEL LEONE L’USO DEL VERBO PAREA RIPORTA UN’IMPRESSIONE SOGGETTIVA PER CUI LA SUA DESCRIZIONE MAESTOSA E L’ATMOSFERA CIRCOSTANTE SONO FRUTTO DELLA PAURA E DEL TERRORE DI DANTE. PERSONIFICAZIONE : parea che l’aer ne temesse (48).
  • 13. OSSIMORO : carca nella sua magrezza (50) / carca: affamata Ricche: brame : grame (49/51) SIGNIFICATO LETTERALE fiera famelica SIGNIFICATO SIMBOLICO cupidigia / avarizia SIGNIFICATO ALLEGORICO Bonifacio VIII / Teocrazia
  • 14.
  • 15. 54-60 E QUAL E’ QUEI CHE VOLENTIERI ACQUISTA, E GIUGNE ‘L TEMPO CHE PERDER LO FACE, CHE ‘N TUTTI SUOI PENSIER PIANGE ES’ATTRISTA; TAL MI FECE LA BESTIA SANZA PACE, CHE, VENENDOMI ‘NCONTRO, A POCO A POCO MI RIPIGNEVA LA’ DOVE ‘L SOL TACE Similitudine inclusiva (identità): E qual è quei ecc. (55-58), Dante è colui che perde quanto aveva ottenuto (ovvero indietreggia). Face ‘fa’ (sicilianismo in rima) < lat. facĬt (56). 54-60 E come colui che mira ad acquistare sempre nuovi beni (avaro), se giunge un’ occasione (tempo) che gli fa perdere tutto, in quella disgrazia si rattrista e piange in ogni suo pensiero, così mi rese addolorato la bestia senza pace, che venendomi incontro, mi respingeva nella selva oscura dove il sole non entra .
  • 16. 54-60 MENTRE CH’I ROVINAVA IN BASSO LOCO, DINANZI A LI OCCHI MI SI FU OFFERTO, CHI PER LUNGO SILENZIO PAREA FIOCO; 54-60 Mentre io precipitavo vero il basso, mi si presentò Dinanzi agli occhi un uomo che sembrava Non avere più voce, tanto era stato a lungo in silenzio. DANTE PRESENTA VIRGILIO COME SE FOSSE “SBIADITO”, UNA FIGURA SFUMATA. VISTO NEL SUO SIGNIFICATO ALLEGORICO E’ LA RAGIONE CHE A LUNGO NON HA TROVATO SPAZIO NELLA VITA DEL POETA PECCATORE E QUANDO SI PALESA PER RICONDURLO ALLA RETTA VIA QUASI NON HA VOCE PERCHE’ E’ STATA TROPPO A LUNGO IN SILENZIO. FIOCO = EVANESCENTE IN RAPPORTO ALL’ASSENZA DI LUCE ATTORNO ALLA SELVA.
  • 17. RIME Inclusive: diserta : erta :coverta (29/31/33) od ombra od homo (66). ALLITTERAZIONE: DANTE USA L’ESPRESSIONE LATINA “MISERERE ME” PER CONFERIRE ANCORA PIU’ SOLENNITA’ ED ENFASI AL SUO INCONTRO CON VIRGILIO. GRAN DISERTO= PIAGGIA DISERTA DEI VERSI 28-30
  • 18. 67-69 RISPUOSEMI: “ NON OMO, OMO GIA’ FUI, E LI PARENTI MIEI FURON LOMBARDI, MANTOANI PER PATRIAAMBEDUI. Enclisi pronominale: a inizio assoluto – Rispuosemi (67) CHIASMO: ELEMENTI DELLA FRASE DISPOSTI IN ORDINE INVERSO (AVVERBIO DI NEGAZIONE+ SOSTANTIVO, SOSTANTIVO + AVVERBIO DI TEMPO. Dittologia sinonimica: falsi e bugiardi (72); PRESENTAZIONE PER AGNIZIONE: V. si presenta fornendo gradualmente le informazioni che ne determineranno il riconoscimento da parte di Dante.
  • 19. Virgilio figura impleta (compiuta/completa) nel Limbo: per Dante è poeta e guida , la sua opera fu ispirata dalla Provvidenza; come da poeta fece scendere Enea negli Inferi perché conoscesse il destino del mondo romano, così egli è chiamato ora dalle potenze celesti ad essere la guida di D. per un viaggio altrettanto importante che consentirà a D. di annunciare l’ordinamento giusto ad un mondo dissestato (Auerbach); Latinismo: combusto (75)
  • 20. ALLEGORIA dilettoso monte (77) LA DOMANDA DI VIRGIKIO E’ QUASI UNA DOMANDA RETORICA E PROVOCATORIA! DANTE SENZA AIUTO NON POTREBBE SALIRE AL DILETTOSO MONTE, MA C’E’ BISOGNO CHE LUI LO CAPISCA DA SOLO, LO RICONOSCA. VIRGILIO E’ ALLEGORIA DELLA RAGIONE UMANA CHE LO CONDUCE AL SUPERAMENTO DEL VIZIO E ALLA PERFEZIONE. AUCTOR= ESEMPIO MA PER TORNARE AL BENE C’E’ BISOGNO PRIMA DI VEDERE TUTTO IL MALE DEL MONDO.
  • 21. Metafora : fonte che spandi ecc. ‘eloquenza virgiliana’ (79-80) nonché degli altri poeti honore e lume (82) 79-84 “ OR SE’ TU QUEL VIRGILIO E QUELLA FONTE CHE SPANDI DI PARLAR SI LARGO FIUME?” RISPUOS’ IO LUI CON VERGNOSA FRONTE. “O DE LI ALTRI POETI ONORE E LUME, VAGLIAMI ‘L LUNGO STUDIO E ‘L GRANDE AMORE CHE M’HA FATTO CERCAR LO TUO VOLUME. Rime Paronomastiche fonte : fronte (79/81); Anastrofe: di parlar sì largo fiume (80); degli altri poeti honore e lume (82). . 79-84 “ Quindi tu sei quel famoso Virgilio, quella fonte Che riversa un così ampio fiume di eloquenza poetica?” Risposi io a capo chino. “ O tu ( che sei) l’onore e la guida (lume) degli altri poeti mi valgano la tua benevolenza lo studio assiduo e il grande amore che mi ha fatto leggere approfonditamente la raccolta delle tue opere L’ATTEGGIAMENTO DI DANTE E’ DI ASSOLUTO RISPETTO (IL CAPO CHINO) E NELLE TERZINE ESALTA VIRGILIO CHIAMANDOLO “ONORE DEI POETI” CIOE’ IL PIU’ GRANDE, DEGNO DI AMMIRAZIONE E LUME OVVERO GUIDA . PER OTTERERE IL SUO AIUTO GLI CONFIDA DI AVER LETTO E RILETTO LA SUA OPERA CON GRANDE DEDIZIONE.
  • 22. Rime Paronomastiche amore : autore (83/85). Anafora: Tu sè … tu sè (85-86). AUCTOR= ESEMPIO Maniste da MAGIS+ter VIRGILIO E’ NATURALMENTE ANCHE FONTE D’ISPIRAZIONE LETTERARIA E POETICA. E’ L’AUTORE CLASSICO CHE HA PERFEZIONATO LO STILE TRAGICO (lo bello stilo) COME GIA’ SOTTOLINEATO DA DANTE STESSO NEL De Vulgari Eloquentia E NEL IV LIBRO DEL CONVIVIO. QUINDI VIRGILIO E’ MAESTEO PERCHE’ MODELLO DI POESIA E AUTORE PERCHE’ DEGNO DI ESSER CREDUTO.
  • 23. DANTE CHE AVEVA PER UN ATTIMO DIMENTICATO LA PAURA DURANTE L’EMOZIONANTE INCONTRO CON VIRGILIO RICORDA LA SUA CONDIZIONE E IN PARTICOLARE LA LUPA CHE LO AVEVA FATTO INDIETREGGIARE; IMPLORA VIRGILIO CHIAMANDOLO CON UN NUOVO APPELLATIVO OSSIA SAGGIO COSI’ COME OMERO E GLI ALTRI AUTORI CHE INCONTRERA’ NEL LIMBO. NELLA CONCEZIONE MEDIEVALE IL POETA NON ERA SOLO ABILE NELLA SCRITTURA MA ERA ANCHE IN POSSESSO DI PROFONDE VERITA’.
  • 24. Toscanismo: uscita in –e della II persona singolare L’INTERVENTO DI VIRGILIO E’ IMMEDIATO CONTRO LA LUPA CHE E’ NEMICA DI QUELL’IMPERO CHE LUI STESSO HA CANTATO
  • 25. Dittologia sinonimica: malvagia e ria (97) Ricche inclusive: ria : pria (97/99).
  • 26. SAN PAOLO: LA CUPIDIGIA E’ LA RADICE DI TUTTI I MALI. IN QUESTO PASSAGGIO LA LUPA HA PERSO IL SUO SIGNIFICATO LETTERARE ED E’ ESCLUSIVAMENTE VISTA COME INCARNAZIONE ALLEGORICA DELLA CUPIDIGIA UMANA.
  • 27. IL VELTRO, LEVRIERO IN GRADO DI COMBATTERE I LUPI, E’ ALLEGORIA DI UN UOMO CHE SI NUTRIRA’ SOLO DELLA FEDE IN DIO, INDICATA CON GLI ATTRIBUTI DELLA SANTA TRINITA’: SAPIENZA (IL FIGLIO) AMORE (SPIRITO SANTO) VIRTU’ (DIO PADRE). AD INFITTTIRE IL MISTERO SUL PERSONAGGIO CHE SI NASCONDE DIETRO AL VELTRO C’E’ L’ESPRESSIONE “tra feltro e feltro” CHE HA AVUTO PIU’ DI UNA INTERPRETAZIONE (NT. 105)
  • 28. METONIMIA: invidia prima ‘Satana’ (111); Enclisi pronominale: in rima, con verbo ossitono – dipartilla (111)
  • 29. venire : salire : partire (119/121/123) Desinenziali: 112-120 “ OND’IO PER LO TUO ME’ PENSO E DISCERNO CHE TU MI SEGUI E IO SARO’TUA GUIDA, E TRAROTTI DI QUI PER LOCO ETTERNO, OVE UDIRAI LE DISPERATE STRIDA, VEDRAI LI ANTICHI SPIRITI DOLENTI, CH’A LA SECONDA MORTE CIASCUN GRIDA; E VEDERAI COLOR CHE SON CONTENTI NEL FOCO, PERCHE’ SPERAN DI VENIRE QUANDO CHE SIA A LE BEATE GENTI . 112-120 E quindi per il tuo bene io penso e giudico opportuno che tu mi segua, e io sarò tua guida e ti porterò via da qui attraverso il regno eterno dove udirai le grida disperate Vedrai gli antichi spiriti sofferenti, che invocano ciascuno la seconda morte; E vedrai coloro che sono contenti nel fuoco, Perché sperano di giungere quando sarà tempo, tra le schiere beate. Apocope: me’ sta per forma apocopata di meglio Dittologia sinonimica : penso e discerno (112).
  • 30. Passivizzazione di verbo intr.: per me si vegna (126). METAFORE: imperador ‘Dio’ (124); sua città ‘paradiso’ (126). Ricche inclusive: legge : elegge (125/129) NELL’ULTIMA TERZINA TRASPARE IL RIMPIANTO DI VIRGILIO PER LA BEATITUDINE PERDUT A E A LUI NON CONCESSA. DAL PUNTO DI VISTA ALLEGORICO VIRGILIO NON PUO’ ESSERE LA GUIDA DI DANTE IN PARADISO PERCHE’ LA RAGIONE NON PUO’ COMPRENDERE I MISTERI DELLA FEDE. SOLO BEATRICE PUO’ ESSERE LA GUIDA DI DANTE IN PARADISO IN QUANTO INCARNAZIONE DELLA PERFEZIONE TEOLOGICA E DELLA GRAZIA DIVINA.